La
musica rimbombava in quella discoteca Babbana e Lily Luna Potter
ballava
insieme a qualche sua amica ormai da qualche ora. Il dj quella sera non
era
affatto male e tutti si stavano divertendo molto.
-Potter?-
una voce fredda la sorprese alle spalle e girandosi si trovò
faccia a faccia con lui, Scorpius Malfoy in carne ed ossa, o meglio in
camicia
e jeans, che, a dirla tutta, gli donavano parecchio.
-Malfoy!
Cosa ci fai qui?- cercò di chiedergli, sorpresa di trovarlo
in
un luogo Babbano, ma la musica era troppo alta per riuscire a sentirsi.
Lui
fece segno di non aver capito, iniziando a ballare e trascinandola con
lui
mentre la teneva per mano.
Il
cuore di Lily perse un battito nel sentire il corpo del biondo
così
vicino al suo e lui che si muoveva con un sorriso sulle labbra e gli
occhi
chiusi. Merlino quanto era bello: quanto aveva invidiato in tutti
quegli anni
Rose, quanto aveva voluto essere lei a baciarlo, ad amarlo. Anche se,
in
realtà, lei lo amava già, in silenzio. Condotta
da lui, iniziò a ballare, senza
rendersi conto del tempo che passava. Quando il dj salutò la
discoteca e la
musica cessò, i due terminarono di ballare. Lily lo fissava
imbarazzata, mentre
lui sembrava sereno, completamente diverso dai tre mesi prima, quando
si era
lasciato con Rose.
-grazie-
le disse uscendo dalla discoteca
-a
te- rispose lei con un sorriso, cercando con lo sguardo le sue
amiche, che però non vedeva da nessuna parte
‘’vuoi vedere che quelle si sono
trovate dei ragazzi e mi hanno lasciata qui?’’
-ti
serve un passaggio?- chiese Scorpius vedendo l’espressione
persa
della ragazza -nessun disturbo-
-ehm…grazie-
lo seguì fino alla macchina, osservando che probabilmente
doveva valere quanto casa sua, di sua nonna e i suoi zii messe insieme
-wow-
-bella
vero? L’ho comprata due mesi fa…sai
per…- ma si bloccò,
scuotendo la testa e cercando di non ripensare a Rose: non la vedeva da
un
pezzo, ed era quasi sicuro di averla dimenticata, ma di sicuro non
voleva
testare il suo cuore quel giorno, ne mai, se gli fosse stato possibile.
-sai
dove abito vero?- Scorpius ghignò, accendendo la macchina e
partendo velocemente.
-grazie
allora…- disse Lily arrivati sotto casa sua, mordendosi il
labbro e non sapendo cos’altro dire o fare per ringraziarlo.
-ti
accompagno?-
Lily
lo fissò come sorpresa: le stava davvero chiedendo di
accompagnarla fino alla porta? -o…ok-
-senti
Scorpius,- iniziò la ragazza una volta davanti alla porta di
casa e senza fissarlo negli occhi tanto le guance sembravano andarle a
fuoco
per l’imbarazzo -tu che pensi delle ragazze che fanno la
prima mossa?-
-le
adoro- rise lui, mentre le sistemava una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
Lily
inspirò profondamente prima di baciarlo, portandogli le
braccia al
collo. Quanto aveva sperato di poterlo baciare almeno una volta, quanto
aveva
voluto anche solo sfiorarlo. E ora, lo stava davvero baciando, e lui le
stava
rispondendo con altrettanta passione, sbattendola piano contro
l’uscio della
porta e facendo aderire i loro corpi. -posso entrare?- le
sussurrò all’orecchio
baciandola e passandole poi la lingua sul collo. Lei annuì,
cercando freneticamente
le chiavi, mentre lui le accarezzava tutto il corpo, conoscendolo da
sopra i
vestiti: un corpo nuovo, non magro e lineare come quello di Rose, ma
più
pronunciato in ogni sua curva, dei capelli non folti e che non
profumano di Rose,
ma capelli lisci e profumati di vaniglia. Finalmente Lily
riuscì a trovare le
chiavi e in pochi passi silenziosi i due raggiunsero la camera della
ragazza.
Scorpius
iniziò subito a spogliarla, ma lei lo allontanò:
doveva essere
sicura che non fosse una ripicca, qualcosa con cui vendicarsi di Rose
-lo stai
facendo per lei?-
-lo
sto facendo per me…e per te- le rispose sicuro. No, non
stava
cercando di dimenticarla con Lily, stava solo seguendo il suo istinto,
e il suo
basso ventre, chiaramente. Lily a questa risposta lo baciò
di nuovo
accompagnandolo nel suo letto.
Rose
stava osservando il sole sorgere timido fuori della finestra di
casa sua. Il cuore batteva veloce, lo stomaco non ne voleva sapere di
avere
fame ormai da qualche giorno. Le mani toccavano, accarezzavano,
scaldavano il
suo ventre ancora più del solito.
L’avrebbe rivisto, e non pensava di poter essere
così agitata alla sola
idea di incontrare i suoi occhi: non era stata così in ansia
nemmeno mentre
aspettava l’esito del suo esame.
Rose,
sta calma. Non può aver cambiato idea, ti ha scritto e
chiamato
quasi tutti i giorni. Lui vuole questo bambino, quanto lo vuoi tu.
Aprì
il suo armadio, alla ricerca di qualche vestito che fosse almeno
lontanamente decente e che non evidenziasse il suo ventre. Spesso, in
quel
mese, si era ritrovata davanti allo specchio a fissare la sua pancia,
che ogni
giorno si faceva sempre più pronunciata, e ogni volta un
sorriso che Hugo
avrebbe sicuramente definito ‘’da
ebete’’ con la sua grande delicatezza, le si
stampava sul viso. Avrebbe optato per un paio di pantaloni di jeans,
l’unico
che le andava bene al momento, e una delle magliette che le aveva
regalato Lily
e che nascondeva abbastanza quello che ancora nessuno, o quasi, sapeva.
Scese a
fare colazione, sola; tutti dovevano ancora alzarsi e probabilmente era
meglio
così, aveva un aspetto orribile, il volto bianco per la
nausea che
quotidianamente la tormentava e per l’ansia.
Un
gufo appena planato accanto alla finestra la fissava, in attesa di
entrare e consegnare la lettera che aveva legata alla zampa. -Nahla-
sorrise
Rose mentre faceva entrare il gufo nero e bianco nel salotto e le
slegava la
zampetta. Il gufo la fissò insistentemente finché
lei, ridendo, non le diede
alcuni croccantini -solo James poteva viziarti così- le
sussurrò, mentre il
gufo sgranocchiava i croccantini, soddisfatta. Con mani tremanti, si
concentrò
sulla lettera, iniziando ad aprirla lentamente.
Tra poco prendo la Metropolvere per tornare all’Accademia, poi passo per casa tua. James.
Tutto
qui?
Si
chiese Rose, rileggendo più volte quelle poche parole,
incredula. Un
rumore alle sue spalle la sorprese
-che
succede Rosie?-
-Hugo!
Mi hai spaventata! Cosa ci fai già sveglio?- gli chiese
ancora
con il cuore a mille per lo spavento, nascondendo il biglietto di
James, dato
che lettera non poteva essere definito, dietro la schiena
-in
realtà sono appena tornato…- disse ridendo e con
un tono di voce un
po’ alto -sono stato in una discoteca Babbana, non sento
niente- continuò,
divenendo improvvisamente serio e fissando la sorella con sguardo
assottigliato
-comunque, ti ho fatto una domanda, cosa ti sta succedendo?-
-io…niente
Hugo, che dovrebbe succedere?- gli rispose senza guardarlo e
raggiungendo in fretta il gufo di James per farlo uscire dalla finestra
da cui
era entrato
-è
Nahla quella?- chiese Hugo incerto, osservando il gufo volare
lontano dalla loro casa -perché c’era il gufo di
James qui?-
-niente
che ti riguarda, vai a letto- gli urlò nervosa, portando
inconsciamente una mano al ventre, come per voler rassicurare il
bambino.
Ad
Hugo non sfuggì quel gesto, e alzandosi raggiunse in pochi
passi la
sorella prendendola per un braccio e sollevandole la maglietta quel
poco che
bastava per notare la pancia non più piatta come aveva
sempre avuto, ma leggermente
più pronunciata. Rose cercò di divincolarsi
inutilmente, osservando con le
guance infuocate il fratello, che ancora non aveva detto niente ma di
sicuro il
suo cervello stava lavorando al massimo. Dopotutto non era stupido ed
era
infatti stato un Corvonero, non ci avrebbe messo molto a capire.
L’espressione
a metà tra lo sconvolto e il felice che comparve qualche
secondo dopo sul volto
di Hugo, fece preoccupare Rose, che si preparò ad una
sfuriata alla Weasley
-nostro padre farà un colpo, lo sai vero? E anche lo zio
Harry, James potrà
ritenersi soddisfatto se ne esce vivo-
-lo
so…è che…-
Hugo
scosse la testa, andandola ad abbracciare -non mi interessa il
come, il quando o il perché… è da
giorni che sei diversa, hai uno sguardo
diverso, felice. Sei anche più bella. Mi dispiace solo che
tu non me l’abbia
detto- le sussurrò infine, dopotutto era pur sempre suo
fratello.
-scusa-
Rose con gli occhi bassi continuava a fissare il pavimento,
torturandosi le mani.
-è
maschio o femmina?- Hugo si era seduto sul divano di fronte a Rose e
sorrideva ‘’da ebete’’ alla
sorella, un po’ forse per la stanchezza, un po’ per
il fatto che sarebbe diventato zio -avete già scelto il
nome? Trovo Hugo un
nome molto particolare!-
Rose
scoppiò a ridere -non so se sia maschio o femmina Hugo, ma
di
sicuro non lo chiameremo come te….ora va a letto-
-d’accordo…mamma-
alzò le braccia in segno di resa, mentre sghignazzava
nel pronunciare l’ultima parola ‘‘tsk,
mia sorella mamma, ora le ho davvero
viste tutte!’’ avrebbe giurato di sentire Rose
mentre il fratello si
allontanava.
Rose
continuava a fissare l’orologio ogni minuto, il tempo
sembrava
allungarsi all’infinito, anche quando pensava fosse passata
almeno mezzora, in
realtà l’orologio segnava solo cinque minuti
più tardi.
-ciao-
una voce calda, familiare, la riscosse dai suoi interrogativi
sul fatto che le lancette del suo orologio da polso funzionassero
veramente.
Girandosi vide James osservarla dal camino, sporco di polvere e con la
barba
incolta, gli occhi vivi la fissavano intensamente, quasi divertiti.
-ciao-
disse impacciata mentre gli si avvicinava lentamente, senza
distogliere lo sguardo dagli occhi verdi di lui -come…come
stai?-
-Sono
affamato, ma per il resto bene…voi?- la sua voce invece era
calma, anche se stanca dopo un intero mese a dormire su un sacco a
pelo, sempre
fuori con pioggia, vento o neve, ad alzarsi presto e allenarsi
continuamente.
Rose
annuì -sta crescendo- lo disse sorridendo, ormai entusiasta
all’idea di avere un bambino.
James
sentiva il cuore battergli quasi dentro la testa, avrebbe voluto
abbracciarla, baciarla, dirle quanto le era mancata, avrebbe voluto
toccare il
suo ventre per scoprirne la rotondità, il ventre dove stava
crescendo suo
figlio, loro figlio. Invece, il famoso coraggio da Grifondoro di cui
tutti
parlavano in quel momento era scomparso, e lui stava lì,
impalato, a fissarla
come un’idiota, senza sapere cosa dire.
Fu
Rose a prendere l’iniziativa, abbracciandolo piano, poggiando
la sua
testa nel petto di lui e chiudendo gli occhi per concentrarsi sul suo
odore,
che le era mancato tanto quanto i suoi sorrisi, i suoi ghigni, i suoi
capelli
patologicamente disordinati, le sue mani grandi e forti, il suo respiro
sulla
sua pelle, i suoi baci, le sue carezze, lui.
Alzò lo sguardo verso di lui -mi
sei mancato, James. Ho avuto paura di non farcela, è
difficile non dire nulla a
nessuno, ho avuto paura di non essere abbastanza attenta
per…-
James
non le permise di continuare, impossessandosi delle sue labbra in
un bacio dolce e delicato -sei stata bravissima Rose, ora ci sono anche
io con
te- le sorrise, asciugandole una lacrima che lenta e silenziosa le
aveva rigato
la guancia. Poi spostò le sue mani sul ventre della ragazza,
sentendo il cuore
battere ancora di più e un brivido scendergli lungo la
schiena. Probabilmente
non era mai stato così emozionato. -vieni con me- le
sussurrò, allontanandosi
verso il camino e porgendole una mano, il suo solito sorriso
rassicurante che
la spronava a fidarsi di lui. Lei gli prese la mano e, insieme, si
ritrovarono
in un’altra casa. Era vecchia e un po’ malandata,
sporca e fredda, ma che per
entrambi significava molto.
-siamo
a casa di Sirius- constatò Rose, senza ancora capire
perché
l’avesse portata proprio lì. James la prese di
nuovo per mano, trascinandola di
sopra, di fronte ad una vecchia porta chiusa.
-avanti
aprila-
Rose,
con la mano tremante, spinse la maniglia ed entrò nella
stanza. Una
stanza pulita, nuova, le pareti bianche e un buon odore. Ma non fu
quello a
colpirla, bensì un’altra cosa: al centro della
stanza c’era una culla, bianca
come le pareti, già con piccole lenzuola altrettanto
bianche. Accanto alla
culla una sedia a dondolo: Rose ricordava perfettamente tutte le volte
che
James aveva detto che avrebbe voluto essere cullato su una sedia a
dondolo,
come aveva fatto nonna Molly con i suoi numerosi figli.
-io,
ecco beh capisco se tu non vuoi…la mia era solo
un’idea…ma a me
piace questo posto e l’unica, anzi le uniche persone con cui
voglio
condividerlo siete tu e nostro figlio, Rose-
La
ragazza si girò con uno sguardo duro e serio verso di lui,
facendolo
sudare freddo, per poi scoppiare a ridere e abbracciarlo -sarebbe
fantastico-
gli disse prima di baciarlo con tutta sé stessa, ancora
incredula per quella
sorpresa. Lui la prese in braccio portandola verso un’altra
porta, la stanza di
Sirius, ormai la loro stanza.
-sai-
James la fissava mezzo disteso sul letto
con un sorriso dolce, accarezzandole
lentamente il ventre leggermente coperto dal lenzuolo
-Harry mi ha lasciato questa casa, dice che
nessuno sarebbe più adatto di me ad abitare qui…a
volte mi spaventa, non so se
stia parlando con me o con James e Sirius, è per questo che
voglio entrare
nella squadra di Ted, lì non avrei mio padre che mi guarda
quasi con nostalgia-
terminò, facendosi serio e accoccolandosi accanto a Rose.
-per
me sei solo il mio James- gli sorrise la ragazza, cercando le sue
labbra
-siamo
già diventati possessivi mia Rose?- disse
lui di rimando,
baciandola ancora e ritrovandosi di nuovo eccitato dalle sue carezze
-mi farai
impazzire così- sussurrò, prima di entrare ancora
in lei dolcemente. Ancora non
poteva crederci, Rose era sua, era sua davvero, solo e soltanto sua.
-dobbiamo
tornare a casa Jamie-
Il
ragazzo annuì, iniziando a rivestirsi e osservando Rose che
si
accarezzava il ventre. -sai Rose, ho avuto parecchio tempo per pensare
al nome
in questo mese…mi piace Sean- era un pezzo che quel nome gli
ronzava in testa,
era particolare, non ricordava nessuno nella loro famiglia e stava
perfettamente con il cognome Potter.
-è
bellissimo, ma si può sapere perché siete tutti
convinti che sia un
maschio?-
-tutti?-
chiese interdetto James
-dovresti
vedere quanta roba a comprato tua sorella..non so nemmeno
dove li trovi tutti quei soldi!- entrambi scoppiarono a ridere
-comunque si è
un bel nome: James, Rose e Sean…aggiudicato- concluse Rose,
baciando James
sulle labbra dolcemente.
-senti
Rose…ehm allora, appena mi sono sistemato…beh
verrai ad abitare
qui?-
La
ragazza lo fissò un istante: andare a vivere assieme
così presto?
Avrebbero dovuto dirlo a tutti, e non sarebbe stato facile,
tutt’altro. Alla
non risposta di Rose, James si rattristì un poco -so che non
sarà facile fargli
accettare noi…e Sean…ma non voglio vederti di
nascosto e farti usare vestiti
più larghi per nascondere nostro figlio-
Rose
annuì, sorpresa di quelle parole così dolci
-glielo diremo
domenica, al pranzo di famiglia- disse infine, prima di sparire per le
scale e
poi per il camino.
Lily
aprì piano gli occhi quando la luce del sole le
colpì il volto.
Cercò di ricordare cosa fosse successo prima,
finché qualcosa
accanto a lei si
mosse, o meglio qualcuno.
Scorpius Malfoy dormiva voltato verso di lei,
evidentemente nudo sotto il lenzuolo.
‘’Merlino…l’ho fatto con
Scorpius’’ Lily pensandoci non riusciva a smettere
di
ridere e, guardandolo con gli occhi chiusi e i capelli biondi ricadere
scomposti sul volto, per non parlare del corpo che si intravedeva dalle
lenzuola, non poteva non pensare che non fosse bellissimo.
Probabilmente lo
fissava da qualche minuto, quando lui aprì gli occhi
incrociandoli ai suoi
-buongiorno- gli sorrise, avvicinandosi come per baciarlo.
-ciao-
rispose lui, rispondendo al bacio delicatamente -sei stata bene
ieri sera?-
Lily
annuì, ripensando a quelle mani e quel corpo che
l’avevano fatta
letteralmente impazzire –sei davvero
fantastico…cavolo! Sono già le undici!
Devi vestirti e andare via e…-
Non
terminò mai la frase perché, come si erano messe
d’accordo il
giorno prima, Rose arrivò nella sua camera per andare a fare
shopping. Scorpius
e Lily la fissarono allibiti, non sapevano cosa dire o fare, proprio
come Rose,
che sembrava aver perso il controllo sul suo cervello. -scusate- biascicò,
uscendo dalla porta e chiudendosela
alle spalle.
-merda-
Scorpius si alzò velocemente, cercando i suoi vestiti sotto
lo
sguardo ancora spaventato di Lily.
-perché
vuoi andare da lei?- gli occhi della ragazza si riempirono di
lacrime, quando lui si avvicinò alla porta della camera -la
ami ancora?-
Scorpius
non rispose, non la guardò nemmeno, uscendo dalla camera per
andare a cercare Rose. Non dovette faticare molto, dato che era ancora
impalato
in corridoio, all’ultimo piano di casa Potter, dove quasi
nessuno aveva
accesso, a fissarsi i piedi -Rose…- la chiamò,
girandola verso di sé. Stava
piangendo, ma con quale diritto lo faceva? Era stata lei a rovinare il
loro
rapporto! Era stata lei ad andare a letto con quell’idiota di
Potter! Era stata
lei a spezzargli il cuore! E ora aveva il coraggio di piangere
perché lui si
era scopato la Potter?
-dovevo
bussare, che stupida- gli cercò di sorridere
-voi…state insieme
adesso?-
Già,
era stata lei a distruggerlo. Ma lui era talmente innamorato che
l’aveva già perdonata, avrebbe voluto andare da
lei il giorno stesso in cui
gliel’aveva confessato e dirle che non gliene importava
niente, che voleva
stare con lei per sempre. E, quell’anello che le aveva
comprato, quell’anello
che non era appartenuto a nessuno
dell’’’importante casata dei
Malfoy’’, ne era
una prova quotidiana. -no…tu come stai?- che stupido. Si era
davvero convinto
di averla dimenticata? Che idiota.
-bene...-
-ti
ho pensata spesso in questi mesi, Rosie-
Rose
tremò: non voleva ascoltare. Non voleva sentire una parola
di
quello che le stava dicendo, dannazione! E soprattutto non doveva
piangere, che
senso aveva? Perché diavolo stava piangendo? Lei era
incinta, era incinta di
James, e sapeva di provare qualcosa per lui, quella notte era stata
così bene.
Per quale dannato motivo Scorpius doveva tornare? Non poteva starsene a
Roma o
in qualche altra sua tenuta, dove lei sapeva che era andato a
rintanarsi in
quei mesi?
Scorpius
le si avvicinò, carezzandole una guancia e poi tirandola tra
le sue braccia. Sentirla lì, vicina, era tutto quello che
Scorpius voleva, ma
lei era rigida, non si lasciava andare -abbiamo sbagliato entrambi
Rose, ma
possiamo ricominciare- le sussurrò prima di provare a
baciarla, ma lei l’allontanò
piano, scuotendo la testa.
-Scorpius…dimenticami,
ti prego-
-perché?
Io ti voglio ancora-
-sono
incinta-
Il
biondo aprì e richiuse la bocca più volte.
Incinta, è incinta. -è di
Potter vero?- chiese con tono amaro, conoscendo già la
risposta. Quando lei
annuì, scontrò il suo pugno sullo stipite della
porta dalla rabbia, facendola
sobbalzare e provocandosi un grosso taglio
-mi…mi
dispiace-
-penso
che questo decreti definitivamente la fine della nostra storia-
senza aggiungere altro e tenendosi la mano dolorante, il ragazzo si
smaterializzò, lasciandola sola ad affrontare la cugina.
-Rose…sei
arrabbiata con me?- alla fine Lily si era fatta forza, si era
vestita e aveva deciso di andare a parlare alla cugina, che ancora era
in
corridoio, come pietrificata. Lily sapeva che non aveva colpe, Rose e
Scorp non
stavano più insieme e lei era libera di stare con chi
voleva, ma poteva capire
che Rose si sentisse tradita. Era per questo che voleva chiarire le
cose,
perché se voleva cercare di frequentare Scorpius, doveva
anche sapere se Rose
provava ancora qualcosa per lui.
-no-
sussurrò la ragazza,che ancora rivedeva davanti ai suoi
occhi Lily
e Scorpius nudi
-io…mi
dispiace ok? Ma…lui mi è sempre piaciuto Rose,
non te l’ho mai
detto perché sapevo che eravate innamorati…ma non
sai quanto ti ho invidiata
tutti questi anni-
Rose la fissò con la bocca aperta, sorpresa dalle sue parole. Era Scorpius allora il ragazzo di cui era sempre stata innamorata? E lei non l’aveva mai capito? Era davvero così cieca?
AVEVO PERSO L'ISPIRAZIONE, ECCO TUTTO.
SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO. A ME, DOPO AVERLO RISCRITTO UNA COSA COME N VOLTE, MI HA ABBASTANZA CONVINTA.
SPERO CHE, NONOSTANTE IL MIO SUPERRITARDO, TROVIATE LO STESSO IL TEMPO DI RECENSIRE.
RINGRAZIO QUINDI HA MESSO LA STORIA TRA SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE E CHI HA RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO: GINNY96, PUFFA92, PERCY POTTER GABRIELI E REEGRAY.
UN BACIO A TUTTE, E ANCORA, SCUSATE. :)