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Autore: pollama    19/09/2012    1 recensioni
[cit. dal primo capitolo] "Aveva bisogno di qualcosa di fresco, qualcosa che potesse dissetare le sue labbra inaridite".
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Erano passati cinque anni felici dall'ultima volta che Harry e i suoi amici avevano messo piede nella scuola di Hogwarts. Ma qualcosa è cambiato... un evento ha cambiato le loro vite ed è proprio per questo che presto vivranno una nuova avventura.
Storia avvincente e piena di colpi di scena, mistero e amore, suspense e... tanto altro :)
Buona lettura!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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6° capitolo

Gli occhi gli si dilatavano nel buio in cerca di uno spiraglio di luce.
Sentiva un leggero fresco arrivargli dietro la nuca.
“Da qualche parte ci deve essere una finestra” pensava mentre incespicava in quella stanza buia.
Cercava anche solo una parete su cui appoggiare la mano, cercava un qualsiasi appiglio pur di non cadere.
«Sai cosa mi fa ridere di te Potter? Che cerchi ciò che è impossibile» una voce, la stessa voce di qualche sera prima pronunciava le parole lentamente. Quindi stava sognando. Non stava incespicando veramente in cerca di una finestra.
«Chi sei?» osò chiedere, ma essendo un sogno dubitava di ricevere una risposta. Ed infatti così fu.
Ritornò il silenzio in quell’ambiente buio.
Un odore pungente gli sfiorò il naso e qualcosa di appiccicoso protestava sotto la sua suola, non era acqua. Ne era certo.
Ad un certo punto incominciò a vedere di nuovo. Si trovava in una sala sotterranea.
Forse erano le segrete di un castello.
La prima cosa che gli venne spontaneo fare fu quella di guardare il pavimento e ciò che non voleva vedere si parò di fronte ai suoi occhi.
Sangue.
Si ricordò della cucina di Hermione ed un senso di nausea gli pervase lo stomaco.
Doveva resistere, dopotutto era solo un sogno.
“E’ solo un sogno, Harry” pensò stringendo i denti.
Le pareti ed il pavimento erano di una fredda e dura pietra grigia. Non c’erano finestre e c’era solo una piccola porticina alle spalle di ciò che un tempo doveva essere stato un patibolo.
Si avvicinò a quella porta di ferro battuto, girò la chiave e la serratura scattò.
Entrò in un'altra stanza, ma era uguale alla prima, e fece la stessa cosa per cinque o sei volte.
Come avrebbe fatto ad uscire da lì? Si sedette poggiando la schiena alla parete e si strinse la testa tra le mani.
Poi udì qualcuno parlare «Amico, ti sei perso vero?»
Era lui, era proprio la sua voce.
Harry con lo sguardo speranzoso si guardò attorno in cerca di quel volto familiare.
Ed eccolo, eccolo finalmente.
«Ron!» Harry si alzò e avanzò, ma quello non era veramente lui, era come se fosse stato un ombra, un ombra grigia e più gli si avvicinava più Ron pareva sfuggirgli.
«Dovresti fare più attenzione, Harry. Questa è una cosa seria»
Ma Harry non lo ascoltava. Sapeva che era un sogno, ma almeno in quello voleva riabbracciare il suo amico.
«Miseriaccia Harry! Ho poco tempo, ascoltami!» la voce da scherzosa divenne seria.
Harry si fermò e lo guardò. Cosa voleva dirgli?
«Harry,ascoltami»
«Si, sono qui… ascolto»
«Harry, sono rosso»
«Cosa vuoi dire?»
«E’ qui e non riesco a... rosso e stanco»
«Ron… non capisco»
Ron continuava a dirgli cose che andavano via via a farsi sempre più insensate.
Poco dopo la sua figura grigia fu sostituita da un'altra ombra.
L’uomo della sera prima.
Questa volta però il suo volto si vedeva completamente.
«Potter, vuoi giocare?»
Harry rimase lì ad osservare quell’uomo cercando di memorizzare il più possibile la sua fisionomia.
«Potter, hai paura del buio?»
Appena finì di fargli quella domanda l’uomo si tramutò in un mostro simile ad un mantello nero, con una bocca grossa e dentata; gli si lanciò contro e fu in quel momento che Harry si svegliò sedendosi in mezzo  al letto.
Ginny si era svegliata anche lei e gli chiedeva «Harry, hai urlato… stai bene?»
Harry annuendo si distese e rimettendo ordine nella sua mente raccontò a Ginny tutto il sogno.
«Harry, posso chiederti una cosa?» chiese a bassa voce, acciambellandosi accanto a lui e poggiando la sua testa sul suo petto.
«Harry, fin dove vuoi arrivare con questa storia»
«Fino in fondo» rispose Harry accarezzandole le ciocche rosse.
«Allora ti prego di fare una cosa. Non raccontare più nulla a mia mamma, lei… lei ha sofferto molto e se hai torto? Harry non ci hai pensato? Lei ci soffrirebbe molto di più»
Harry annuì ma era convinto ancora di più che Ron stava cercando di comunicare con lui.
Si alzò e disse alla moglie che doveva parlare con Hermione.
Entrò nella stanza buia e vide il viso di Hermione avvolto dalla luce argentea della luna. Si sedette accanto a lei e cercò di svegliarla il più dolcemente possibile.
La ragazza si svegliò e si sedette subito allarmandosi.
«Harry! Cosa c’è?»
«Ho fatto un sogno… strano. Ho bisogno che mi dici tutto quello che sai su Maximilian Impronta»
La ragazza si stropicciò gli occhi ed ancora assonnata prese la sua bacchetta e l’accese sussurrando un Lumos che nemmeno Harry pareva aver udito.
«E’ un medimago… te l’ho detto»
«Si, ma cosa sai oltre a questo?»
Hermione si schiarì la voce, ancora roca per il sonno, e continuò a parlare «Dovrei avere un libro da qualche parte. Ogni tanto, prima di sposarmi con Ron, venivo spesso a soggiornare qui e… ho lasciato parecchie cose mie»
Harry la osservava mentre la luce della bacchetta illuminava un piccolo angolo della stanza; poi, Hermione, continuò dicendo  «Vediamo se questo è quello giusto» mise il libro voluminoso sul letto e velocemente iniziò a scorrere il dito sull’indice a fine libro.
«No, non dice nulla. Vediamo su un altro testo»
Spulciò interi libri per tutta la notte, Harry non riuscì a stare a lungo sveglio e presto si abbandonò al sonno su di una sedia ai piedi del letto.
Anche Ginny era giunta nella camera e si era rimboccata le maniche per aiutare Hermione, aveva appena messo un plaid sulle spalle di Harry che si svegliò di soprassalto perché Hermione aveva gridato  «Trovato!»
«Ssh… Hermione di là stanno ancora dormendo» l’ ammonì Ginny che si andò a sedere accanto a  lei per leggere la pagina trovata.
Harry si avvicinò e vide l’immagine su cui Hermione puntava il dito e disse incredulo «E’ lui l’uomo del mio sogno»
 Si tolse gli occhiali e lisciò per bene le lenti sul maglione e rimettendoseli sul naso osservò meglio la foto.
Capelli bianchi e occhi socchiusi tendenti al rosso, labbra sottili ed una fine barba riccia e grigia.
Ad Harry per un istante gli si strinse lo stomaco e perdendosi nello sguardo dell’uomo della foto disse  «E se fosse lui il lupo?» le due ragazze guardarono meglio anche loro l’uomo ed osservando gli occhi ramati si sentirono confuse.
«Harry, non lo so. Potrebbe essere lui, come anche non potrebbe. Se fosse lui il lupo, il Ministero non lo saprebbe?» disse Ginny grattandosi il naso.
«Riflettete. Nessuno sapeva il segreto di  Remus quando venne a fare l’insegnate ad Hogwarts»
Secondo Harry il dottor Impronta centrava con la scomparsa di Ron, non sapeva in che modo, ma ne era quasi certo.
«Dice dove abita?»
«Si, dice che abita in un vecchio casale nella campagna ad est di Londra» rispose Hermione che lo iniziò a guardare torva.
«Devo andare a fare due chiacchiere con questo dottore»
«Adesso?» sbottò Ginny aggrappandosi al suo braccio.
«Si, ma voi rimanete qui»
«No» disse Hermione  «Non se ne parla. Harry si tratta di Ron. Non posso farti andare da solo»
«Se è per questo si tratta anche di mio fratello. Quindi…» iniziò a dire Ginny posando le mani sui fianchi, ma Harry la interruppe  «Quindi tu rimani qui. Prima hai detto che tua mamma non si deve preoccupare di questa situazione. Quindi rimani qui, anche perché può essere pericoloso»
Harry baciò la moglie sulle labbra e le sorrise cercando un po’ di comprensione.
Ginny annuì e gli chiese il favore di stare attento.
«Tranquilla. Tornerò prima che i tuoi si accorgano della nostra assenza. Ti amo»
«Anche io» rispose Ginny mandandogli un bacio, poi lui ed Hermione sparirono nella stanza illuminata dal sole mattutino.


§§§

«Ho preso un po’ di Metropolvere che stava sul caminetto della Tana. Ho pensato che ci potrebbe servire»
Harry le sorrise. Hermione era sempre preparata a tutto ed era sempre presente nei momenti di emergenza.
La neve bagnava i pantaloni di cotone dei ragazzi ma questi continuavano a camminare, fino a quando non videro un casale dall’aspetto disabitato.
Prima di bussare alla porta Harry guardò Hermione che annuì come per dire “Prima entriamo e prima ce ne andiamo”.
Dopo due colpi alla porta questa si aprì e dietro di essa fece la sua comparsa una donna dai capelli castano scuro, occhi di un blu intenso e la bocca rosso fuoco.
«Salve, come posso aiutare?» la voce era pacata ma allo stesso tempo forte, in perfetto disaccordo con i suoi lineamenti dolci.
Harry rimase un po’ interdetto, pensava che li avesse accolti il dottore non una donna.
«Stiamo cercando il dottore Maximilian Impronta» intervenne Hermione che aveva notato il blocco di Harry.
La donna parve sorpresa della richiesta e li invitò ad entrare.
La stanza era fredda e tutto intorno a loro c’erano strani aggeggi di chissà quale utilità.
C'erano due o tre orologi a pendolo ed ognuno segnava un ora diversa.
Pentoloni su di un tavolo e mini grù alle quali erano attaccati dei piccoli pezzi di cotone che cambiavano colore e che andavano su e giù.
La donna si andò a sedere accanto ad un tavolino da tè e socchiuse gli occhi dicendo «Il dottore è morto. Non lo sapevate? Io sono sua figlia. La dottoressa Selena Impronta. Cosa volevate chiedere a  mio padre?»
Harry ed Hermione si guardarono con la classica espressione di chi aveva appena fatto un buco nell’acqua.
“ Morto? Come è possibile?” si continuava a chiedere Harry.
«Volevamo chiedergli perché ha scritto questo biglietto a mio marito» Hermione porse il foglietto alla donna che lo prese e lo lesse. Lo fissò per un attimo, poi con aria dubbiosa lo ridiede ad Hermione dicendo  «Mio padre adorava le metafore. Tutto qui»
«Tutto qui? Mio marito è sparito da mesi e fin ora tutto ciò che abbiamo porta a suo padre» Hermione sbottò quasi come se tutta la rabbia repressa fosse esplosa in quel momento.
Harry conosceva Hermione e sapeva che se qualcosa non andava secondo i suoi propositi, si adirava talmente tanto da non riflettere se era o no il momento giusto per sbottare.
La donna distolse lo sguardo da Hermione indispettita  e rivolgendosi ad Harry riprese a parlare incrociando le bracci a al petto  «Vi prego di uscire da casa mia. Non accetto queste insinuazioni»
Una volta usciti dalla casa rimasero per un po’ a pensare poi Hermione disse con un senso di  angoscia che le opprimeva il petto «Ci ha cacciati Harry, cosa facciamo? Torniamo un altro giorno?»
«No. Se ci ha cacciati vuol dire che nasconde qualcosa. Andiamo a dare un occhiata qui intorno può essere che troviamo qualche indizio... Questa storia non ha senso. Ho sognato quell’uomo ed una spiegazione ci deve essere»  
I due si incominciarono ad avviare verso le siepi attorno al muretto del casale, sperando di trovare anche una minima cosa che li potesse aiutare.
Quando qualcosa attirò la loro attenzione. Harry lo prese in mano e subito capì che quello era un pezzo del collare nero del lupo.
«E' quello che penso?» chiese Hermione un po' scettica, ma quando Harry annuì si rese conto che il suo amico aveva ragione: quella storia apparentemente non aveva senso, ma sicuramente tutto aveva la sua logica.
In un attimo i due ragazzi si smaterializzrarono per tornare alla Tana, contenti di non aver avuto bisogno nè di bacchetta nè di Metropolvere.


Selena Impronta: oc di mia invenzione




Angolo di Pollama:
Ringrazio: Risa che ha recensito ogni capitolo di questa mia long. Spero di non averla delusa nemmeno con questo nuovo capitolo. <3
Ringrazio anche a tutti voi che avevte messo questa storia tra le seguite (Carola; GinMarty; Griphook; leloale; risa; scarlett90; theclansman95; vane95; cla 92
 ) e anche chi l'ha solo letta ^__^


Grazie mille!  *w*

Ci si vede al prossimo capitolo ;)


 

  
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