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Autore: javaddseyes    19/09/2012    3 recensioni
L'unico aggettivo adatto per descriverla era sicuramente “banale”. Occhi nocciola, capelli castani raccolti in una treccia che le scendeva sulla spalla sinistra, non molto alta. In quel momento, con gli occhi gonfi e arrossati, ancora più insignificante e orribile del solito. Il vestitino azzurro che si era costretta ad indossare quel giorno era stropicciato e bagnato dalle lacrime che aveva versato involontariamente. “E dire che mi ero perfino truccata” pensò la ragazza, seguendo con il dito una scia di mascara seccato che le rigava tutta la guancia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loser




Sei la cosa più brutta che mi sia mai capitata” erano quelle le ultime parole che Katie Evans aveva detto a Zayn Malik, prima di andarsene con le lacrime agli occhi. E adesso si guardava allo specchio, chiedendosi cosa ci fosse che non andasse in lei. L'unico aggettivo adatto per descriverla era sicuramente “banale”. Occhi nocciola, capelli castani raccolti in una treccia che le scendeva sulla spalla sinistra, non molto alta. In quel momento, con gli occhi gonfi e arrossati, ancora più insignificante e orribile del solito. Il vestitino azzurro che si era costretta ad indossare quel giorno era stropicciato e bagnato dalle lacrime che aveva versato involontariamente. “E dire che mi ero perfino truccata” pensò la ragazza, seguendo con il dito una scia di mascara seccato che le rigava tutta la guancia. Con un calcio si tolse le ballerine, che le avevano lasciato delle vesciche brucianti per come aveva corso, e si buttò sul letto, sciogliendosi la treccia. I leggeri colpetti sulla porta la tolsero dai suoi pensieri, prima che il fratello entrasse nella stanza, guardandola preoccupato.

- Stai bene? - chiese il ragazzo, sedendosi sul bordo del letto. Lei lo fissò, torva.
- Marc, mi prendi per culo? - rispose Katie, stringendo i pugni. - Come se non lo sapesse già tutta la scuola. Poi – accennò una risata, che di allegro non aveva niente – anche se fosse, tu lo sapresti comunque. 
Era così. Lui era sempre stato popolare; un bel ragazzo, senza dubbio. Alto, moro, con un fisico che aveva fatto innamorare molte ragazze. Lui e la sua cerchia di amici, erano il gruppo più “in vista” dell'intera scuola. Inutile dire che appena dentro l'edificio scolastico, Katie e Marc era come se fossero sconosciuti. Dopo una lunga pausa, il ragazzo le appoggiò una mano sul braccio destro.
- Lo sai come stanno le cose. Non è colpa sua, è semplicemente così che funziona. - scrollò le spalle, provocando solo altro disgusto nella ragazza.
- Ah, davvero? E allora che ci fai ancora qui? - urlò, alzandosi in piedi. Marc la guardò, confuso.
- Che vuoi dire? 
- Guardami! - alzò ancora di più la voce, mentre le lacrime scendevano copiose. - Sono la stessa sfigata che ogni giorno ignori! Sono la stessa ragazza che fai finta di non conoscere, che fate finta di non conoscere. - si fermò, con la voce tremante. - Evidentemente, c'è qualcosa che vi ha convinto del contrario. 
Marc si alzò, asciugandole qualche lacrima.
- Ehi, - mormorò – lo sai che ti voglio bene, però è così che funziona.
A quelle parole, Katie si allontanò, sbattendo la schiena contro il muro. - No, siete voi! Voi, convinti che tutto giri intorno a voi e alla vostra popolarità! - asciugò un'ultima lacrima, prima di sussurrare – mi fate schifo. 
Il ragazzo tentò di abbracciarla, ma lei se n'è andò con passi pesanti dalla stanza, entrando nel bagno. Fece scattare la serratura, ignorando il fratello che la chiamava a gran voce. “Non sarebbe mai dovuta iniziare” pensò, guardando il suo riflesso malconcio nello specchio. Strinse i denti, per non far uscire altre lacrime.


Katie picchiettò nervosamente la matita sul banco, esausta. Erano da circa tre ore lì, eppure sembrava che il moro non riuscisse a risolvere neanche un'equazione elementare.
- Dai, fammi vedere. - gli disse, allungando la mano per prendere il foglio. Zayn glielo porse, mordendosi un labbro. Guardando il foglio, la ragazza maledisse la professoressa Brown che l'aveva costretta a dare ripetizioni al compagno di classe.
- Guarda, hai sbagliato qui – indicò un punto nel foglio con la matita – e qui. 
“Ancora” aggiunse mentalmente.
- Mi dispiace, ma io proprio non capisco. - Zayn scrollò le spalle, come a non importarsene poi molto.
- Io potevo capire se fosse stato il primo giorno. Ma sono due settimane che ci incontriamo il martedì e il giovedì, eppure sembri messo peggio di prima. - sbuffò Katie, con un mal di testa atroce. - Che ne dici se per oggi ci fermiamo qui? - domandò, massaggiandosi una tempia.
- Certo! - il ragazzo saltò in piedi, felice per la fine di quello strazio.
- Ci vediamo domani. - lo salutò la ragazza, riprendendo tutte le sue cose e incamminandosi alla porta.
- Aspetta. - Zayn la bloccò per un polso, facendole sgranare gli occhi. “Avrò dimenticato il borsellino” si disse Katie, girandosi a osservare il moro.
- Cosa c'è? - chiese, arretrando di un passo. Il ragazzo le sorrise, facendo un passo in avanti per colmare lo spazio che Katie stava mettendo fra di loro. Quando si ritrovò bloccata tra la parete e lui, la ragazza sentì le ginocchia piegarsi.
- Mi chiedevo, se ti andrebbe di uscire qualche volta. - le sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, facendola rabbrividire.
- Per fare altre ripetizioni? - sussurrò, come in trance. Zayn rise, accarezzandole una guancia.
- No, per stare insieme. Che ne dici? - mormorò, facendo sfiorare il naso contro quello della ragazza. 
- O-okay. - riuscì solo a dire, perdendosi nel suo sguardo. Molto lentamente, il moro le lasciò un bacio all'angolo della bocca.
- Ci vediamo allora. - soffiò sulle sue labbra, prima di andarsene definitivamente.

“Stronzo” si disse Katie, ripensando a come l'aveva sedotta quel giorno. Se solo fosse stata più forte, se solo non fosse stata come tutte le altre. Aprì il rubinetto, bagnandosi le mani sotto il getto d'acqua. Le portò lentamente al viso, cercando di reprimere tutti i ricordi che stavano venendo a galla. “Avrei dovuto capirlo da quel giorno” pensò la ragazza, ricordandosi dei primi dubbi che le erano sorti dopo quella mattinata.


Katie entrò nel cortile della scuola più felice del solito. Il giorno prima era davvero uscita con Zayn Malik e, sì, avevano davvero iniziato a frequentarsi. Molto più di quello che sperava; insomma, lui era uno dei più popolari, faceva parte del gruppetto che la snobbava e che la umiliava quasi ogni giorno. “Forse, le cose cambieranno sul serio” pensò la ragazza, felice come non mai. 
- Allora, com'è andata? - le chiese la sua migliore amica, correndole incontro.
- Ci siamo baciati. - ammise Katie, mordendosi un labbro. La bionda le saltò al collo.
- Ma è meraviglioso, Kat!
- E' stato bellissimo, Juls. - mormorò fra le sue braccia, ripensando alle labbra del moro sulle sue. 
- Guarda. - Julie le indicò un gruppetto di ragazzi non molto distante. - E' lì.
Lei si voltò, con un sorriso enorme sulle labbra. Sorriso che scomparve non appena notò lo sguardo annoiato di Zayn, che le rivolse appena un cenno, come infastidito dal suo sguardo posato su di lui.


- Ehi. - le sussurrò il ragazzo, prima di premere le labbra sulle sue. Katie lo spinse via, guardandolo male. Per tutta la mattinata non aveva fatto altro che ignorarla e ridere alle battutine degli amici su di lei e adesso, durante la pausa pranzo, la portava in una classe vuota e la baciava? “Evidentemente mi crede una di quelle gallinelle stupide” pensò la ragazza, infastidita.
- Che succede? - chiese Zayn, provando a riavvicinarsi a lei.
- Dici sul serio? - Katie si trattenne con tutta sé stessa per evitare di sputargli addosso. - Per te è normale passare il giorno prima a baciare una ragazza e poi ignorarla completamente il giorno dopo? - il moro fece per parlare ma lo bloccò, ripensando alla sua fama di puttaniere che si era fatto nella scuola. - Anzi, sai che ti dico? Non me lo dire. Lo so già. - fece per andarsene, ma Zayn la bloccò per il polso. Ancora.
- Aspetta, c'è una ragione. - sussurrò, stringendo la presa.
- Sentiamo. - si limitò a mormorare Katie, senza voltarsi.
- Lo sai come sono i miei amici. Ti avrebbero torturato di più se glielo avessi detto. - la ragazza si voltò, sorpresa.
- Vuoi dire che non è perché ti vergogni di me? - Zayn le prese il volto fra le mani, facendo aderire le loro fronti.
- Come potrei vergognarmi di una ragazza così bella? - chiese, prima di annullare le distanze fra di loro.

Una lacrima le rigò il viso, ripensando a come fosse così ingenua, così convinta che a lui importasse seriamente qualcosa di lei. “Cos'ero, solo un passatempo?” la domanda le sorse spontanea, lacerandola in due. Altri ricordi, altre lacrime la avvolsero, lasciandola brancolare nel dolore.

- Zayn, quando finirà questa messinscena? - sussurrò Katie, affondando il viso nel suo petto.
- Io non capisco che differenza faccia. - borbottò il moro, accarezzandole i capelli.
- Fa la differenza, credimi. E se per te non fa differenza, allora che ti costa? - alzò la testa per guardarlo negli occhi, cercando di convincerlo.
- Ti prego, Zayn. Ti prego. - mormorò, sostenendo il suo sguardo. Lui sbuffò.
- E va bene. Sabato do una festa a casa mia, ti andrebbe di venire? - le chiese, facendola saltare, contentissima.
- Sì, sì. Grazie, Zayn. - lui, per tutta risposta, appoggiò le labbra sulle sue. 
- Di niente.

“E l'ho pure pregato!” rimuginò Katie, pensando che doveva essere stata davvero sciocca e stupida per averlo addirittura pregato di uscire allo scoperto. “Se solo avessi saputo” si ridisse per l'ennesima volta, asciugandosi la guancia con la mano tremante. La sua mente riandò ancora e ancora alla sera appena passata, probabilmente la più brutta di tutta la sua vita.


Katie suonò alla porta, lisciandosi il vestitino azzurro indossato per la prima volta. Le sembrava davvero tutto perfetto. “Finalmente non mi dovrò più nascondere” pensò, sorridendo come un'ebete. Ma quando alla porta aprì Harry, uno dei migliori amici di Zayn, il sorriso le si affievolì leggermente. Aveva paura di non essere accettata, doveva ammetterlo a sé stessa. “Ti accetteranno per forza, sei la ragazza del loro migliore amico” si disse, prima di salutare il ragazzo.
- E tu? Che ci fai qua? Ehi, Zayn. - il riccio chiamò il ragazzo, che stava scendendo le scale abbracciato ad una ragazza. In quel momento, Katie capì che qualcosa non andava.
- Questa non è la sfigata che ti dà ripetizioni? - e, rivolto a lei – che ci fai qui, hai scordato il libro di matematica?
Tutta la sala iniziò a ridere. C'era quasi tutta la scuola, esclusi gli sfigati e i secchioni. Appunto, lei cosa ci faceva lì? La cosa che le faceva più male è che Zayn la fissava con occhi vuoti, senza nessuna intenzione di parlare.
- Dai Zayn, dillo che mi hai invitata tu. - la ragazza cercò di sembrare forte, ma il leggero tremolio della voce la smascherò. Il moro accennò una risata.
- Non ho idea di che cosa tu stia parlando. - la sua risata venne seguita a ruota da quelle di tutti i suoi amici, che la guardavano con disprezzo. Katie si sentì morire, con le ginocchia molli e le lacrime che spingevano per uscire.
- A quanto pare, la ragazza si sopravvaluta un po'. - ridacchiò un altro dei suoi amici, facendo scorrere la prima lacrima sulla sua guancia.
- Sei la cosa più brutta che mi sia mai capitata. - mormorò Katie, prima di scappare da quella casa a gambe levate.

- Come stai? - le chiese Julie, raggiungendola davanti l'entrata della scuola. La ragazza sbuffò.
- Tutti a farmi questa stupida domanda. Secondo te, come sto? - rispose, sprezzante. Sentiva gli sguardi di tutta la scuola fermarsi su di lei, scrutarla, quasi a volerla deridere con gli occhi. Ma lei sarebbe stata forte, non avrebbe fatto vedere a tutti la sua debolezza.
- Mi dispiace, Kat. Troverai quello giusto.
- Non lo troverò mai semplicemente perché non esiste. Sono destinata a essere derisa ed evitata da tutti per l'eternità - indicò il gruppetto di ragazzi in fondo al cortile - lo vedi? Non gliene frega nulla di me. - guardò il moro, con un'ultima occhiata di disprezzo e delusione. 
- Ehi, sorellina. - Marc la abbracciò da dietro, lasciandole un bacio sulla guancia.
- Ti potrebbero vedere. - sussurrò Katie, slacciando le sue braccia dalla sua schiena.
- Perché non mi hai aspettato, stamattina? Ti avrei accompagnato io.
Katie rise, una risata vuota.
- Non voglio la pietà di nessuno, Marc. Tanto meno la tua.

- Professoressa, posso andare in bagno? Non mi sento molto bene. - al cenno della donna, Katie uscì dalla classe, diretta al bagno delle ragazze. Non ce la faceva, non ce la faceva a sentire lo sguardo di Zayn addosso, non ce la faceva a pensare che tutto sarebbe passato. Riusciva solo a piangersi addosso. Si bagnò il viso paonazzo, respirando a fondo, quando sentì delle mani poggiarsi sui suoi fianchi. Si girò di scatto, spalancando gli occhi.
- Oh, sei tu. - riuscì solo a dire, facendo un passo indietro.
- Già. - si limitò a rispondere il ragazzo. Lei lo guardò per minuti interminabili, prima di scuotere la testa e avviarsi verso l'uscita.
- No, aspetta. - Zayn le si parò davanti, impedendole di andarsene. - Ti prego, fammi spiegare.
- Perché? - sussurrò Katie, senza smettere di guardarlo negli occhi. Lui esitò.
- Beh, perché avrei fatto la figura del cretino, e.. – lei si scansò, guardandolo con occhi tristi - Katie, aspetta! - la ragazza si fermò, pensando a come suonasse bene il suo nome pronunciato da lui.
- Cos'ero per te? - chiese, abbassando la testa – un passatempo? Un giocattolo? Cos'ero, Zayn? 
- Tu eri e sei la ragazza più importante della mia vita. - riuscì a spiccicare, prendendole le mani.
- E' per questo che me lo stai dicendo nel bagno delle femmine durante le lezioni, dove non ci può sentire nessuno?
Zayn la guardò andare via, senza riuscire a dire niente. 
- Io ti amo. - momorò, osservando la porta del bagno sbattere violentemente.

- Quindi, che ti ha detto? - le chiese Julie, entrando nella mensa. 
- Solite stronzate. Sono così stanca. - si sedette al solito posto, prendendo la testa fra le mani. 
- Secondo me a te ci tiene, Kat. - le mormorò l'amica, appoggiandole una mano sulla schiena.
- Cosa te lo fa pensare, precisamente? - la guardò accigliata, seguendo con gli occhi la sua mano che le indicava un punto in fondo alla sala.
- Sta venendo qui? - chiese, osservando il moro camminare verso di loro.
- Beh, credo proprio di sì. 
- Bene. - battè le mani sul tavolo, prima di alzarsi ed andare nella direzione opposta alla sua. L'ultima cosa che voleva era parlare con lui.
- Ti prego, parliamone. - la voce calda e morbida di Zayn le arrivò come un colpo dritto e secco al cuore.
- Non ne abbiamo già parlato? - si girò per guardarlo negli occhi. Grosso errore. Si perse per un secondo in quelle due iridi cosparse di minuscole pagliuzze dorate, prima di sentire la mano di Zayn stringerle il polso.
- Direi proprio di no. - sussurrò, con un tono di voce capace di far innamorare chiunque.
- Lo stai facendo ancora. - le parole le sgusciarono dalle labbra senza la sua volontà.
- Cosa? - domandò, confuso.
- Cerchi sempre di farmi cascare ai tuoi piedi. Beh, ci sei riuscito. - urlò, facendo voltare tutta la sala mensa. - Sei contento? Era questo il tuo obiettivo? Farmi sembrare una stupida davanti a tutti?
- Assolutamente no. - Zayn scosse la testa, avvicinandosi a lei. 
- Zayn, che stai facendo? - i suoi amici lo guardavano, stupiti.
- Vai da loro. - sussurrò Katie, allontanandosi. Il ragazzo aumentò la pressione sui suoi polsi.
- Ti amo, Kat. - la ragazza boccheggiò, sorpresa. Era la prima volta in tutta la sua vita che se lo sentiva dire. Prima che potesse dire qualcosa, le labbra del moro si avvicinarono dolcemente alle sue, mentre con una mano le afferrava un fianco e con l'altra intrecciava le dita alle sue. 
- Sei la cosa più importante della mia vita.

- Sei la cosa più importante della mia vita. - le mormorò, prima di spostarle il velo e appoggiare le labbra su quelle morbide della ragazza. Anzi, della donna.
- Mi sa di dejà-vu. - rise Katie, uscendo dalla chiesa accompagnata dagli applausi e i fischi di tutti gli amici e i parenti.
- Solo che stavolta non c'è nessuna sfigata. Io vedo solo una bellissima donna. - precisò il moro, stringendo la mano nella sua.
- Vuoi dire che prima ero una sfigata?
- Voglio dire che prima ti consideravano una sfigata perché non volevano ammettere la verità. Ovvero, che sei e sei sempre stata incredibile.
- Invece di te lo sapevano tutti. - ricordò Katie, sorridendo. - Comunque, non importa cosa pensano gli altri. L'importante siamo noi, non conta il resto.
- Ti amo, Kat. - la ragazza sorrise, come la prima volta che lo sentì.
- Ti amo anch'io, Zayn. 
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Sono tornataaaaaa.
Già, è la seconda os della giornata. Ma questa ce l'avevo pronta da un sacco di tempo, solo che mi faceva schifo e allora non l'ho pubblicata cc okay, mi fa schifo anche adesso lol comunque, spero che possa piacervi c:
  
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