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Autore: _bomersgirl    19/09/2012    1 recensioni
Voi credete nei vampiri?
Voi credete che i vampiri sono solo quelli in versione Dracula?
Beh, anche io credevo che esistessero solo in versione Dracula ma invece..
Il mondo è pieno di misteri, più vai avanti con la vita e più scopri cosa emozionanti di essa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Tyler entrò in classe e mi sorrise, andando al suo posto, ovvero al terzo banco della mia fila. Buttò lo zaino vicino alla sua sedia e si mise seduto, prese un quaderno dallo zaino e lo aprì. Notai che era pieno di frasi e pieno di disegni, erano bellissimi. La professoressa entrò, più strana del solito.
«Certo ragazzi e’ il secondo giorno ma noi dobbiamo cominciare a muoverci! » disse la professoressa, mettendosi seduta, maledetto il giorno che era nata.
«Boudson? »
«Presente. »
«Briel? »
«Presente. »
«Cullen? » ci misi tanto per capire che stava chiamando me, mi mancava essere chiamata Danielle Stoner.
«Presente... »
Non feci più di tanta importanza agli altri cognomi, tranne a quando la professoressa…
«Greyback? » nessuno rispose. «Beh lo prendo per un assente. »
Assente? Era con me pochi minuti fa’.
Guardai Tyler, che ricambiò il mio sguardo.
«Professoressa, sia io che Cullen siamo in banco da soli, posso andare da lei? » chiese cortesemente Tyler. La professoressa stranamente rispose: « Vai Grigori, ma alla prima chiacchiera, vi sposto. »
Sia io che Tyler annuimmo e lui venne da me con lo zaino, disposto a starci tutto il tempo. Strappai una pagina del mio diario senza far rumore e cominciai a scriverci sopra per Daniel:
Sai il perchè non è venuto in classe Mason? Lo diedi a Tyler e cominciammo la nostra chiacchierata.
 
No, non lo so. Non eri venuto con lui?
Si, ed è questo che mi spaventa…
Cose da cani…
Ma sta zitto, dai. Seriamente!
Più serio di così divento emo.
Sei in vena di scherzare, eh?
Abbastanza. Sai i licantropi non mi sono MAI andati a genio, di sicuro non mi andranno a genio proprio adesso... No no, non si può!
Puzza un po’ ma per il resto è accettabile.
Non so come fai a stargli vicino.
Giorni e... giorni di esperienza.
Non farmi ridere o miss ti convinco solo perché posso mi rispedisce al mio posto.
Aspetta... tu sai convincere le persone?
E’ uno dei miei doni.
Beh, sappi che uno della famiglia, dove sono adesso, legge nel pensiero… è insopportabile.
Ci credo.
Ah, comunque la seguo su Twitter, mister “la figaggine in persona” o dovrei chiamarla “io mordo?”
E’ sempre molto meglio di Princess of china o I’m your father.
Ma dai, I’m your father e’ ironico! Devi farti una risata ogni tanto.
Che fai stasera?
Sto a casa ovviamente, perchè?
Ti volevo invitare da me, dove ci siamo incontrati ovvero dall’altra parte degli alberi c’è una casa, io abito lì. Alle 21 da me?
Ho sempre ammirato quella casa, ogni volta che la guardavo dalla mia camera. La nostra casa non ha le pareti, ha le finestre e quindi si vede tutto. Comunque, si alle 21, da te.
Beh allora ti posso spiare.
You’re a stalker!
Mmh.. nuovo nome di Twitter: I’m a stalker.
Bene, così nessuno ti seguirà.
‘Ma dai, I’m your father è ironico! Devi farti una risata ogni tanto.’ Chi disse questa frase?
Il gatto.
Molto bene...

La nostra conversazione durò tutte e due le ore di Miss Sophia, o come la chiama Tyler “Miss ti convinco solo perchè posso”, e quindi le passai benissimo. Anche per le altre ore Daniel stette al banco da me e a pranzo ognuno per conto suo, era meglio, non volevo stare tutto il tempo con lui.
Passai tutto il tempo a pensare se  la sparizione di Mason sia dovuta a Tyler riguardo al ‘Sai i licantropi non mi sono MAI andati a genio, di sicuro non mi andranno a genio proprio adesso... No no, non si può!’.
Non può essere così cattivo… e se poi lo era veramente?
Uscii dalla classe e mi diressi verso la mensa dove trovai Hope che mi salutava, la salutai e le venni incontro. Più mi avvicinavo e più sentivo il suo odore buonissimo. Presi un bel respiro e le baciai le guance.
«Ehi Danielle! Come va? » mi disse, sorridendomi, spostandosi indietro il cerchietto che metteva di solito. Aveva una felpa di quelle che si mettono ai college, e dei leggins blu intonati alla felpa. Aveva sempre quel sorriso bellissimo, poi, tutto a un tratto, divenne una faccia strana.
«Ti prego, accompagnami fuori, non mi sento tanto bene... » mi disse, le presi un braccio con delicatezza e la feci uscire fuori. Uscimmo dall’uscita di sicurezza vicino ai bagni così che nessuno ci vedesse. Apri la porta per farla uscire ed un raggio di sole mi colpì facendomi brillare. Hope mi guardò a bocca aperta, io pian pian indietreggiai per non essere colpita dai raggi di sole.
«Danielle...? Perchè eri cosi fredda quando mi hai toccata…?» mi chiese, rimanendo immobile.
«Ti prego, non posso spiegarti... »
«Perchè brilli...? »
«Ti prego... »
«Perchè...? »
«Ti prego, ti ho detto che non posso dirtelo e non fare domande per favore! » le dissi, aprendo la porta e sbattendola così forte che, per tutto il corridoio, si sentì il rimbombo. Non c’era nessuno in quel momento quindi nessuno mi avrebbe sentito, o almeno spero.
Riaprii le porte della mensa e corsi verso il tavolo dove stavano gli altri, mi appoggiai con i palmi delle mani sul tavolo.
«Vi prego qualcuno di voi mi deve riaccompagnare a casa. » dissi con Emmett , che mi guardava male.
Stavo per prendere lo zaino quando Tyler sbucò dal nulla e disse: «Ti accompagno io a casa, se non ci sono problemi. »
Misi lo zaino in spalla ed annuii a Tyler, poi guardai gli altri e gli dissi: «Vi spiego a casa. »
Non dissero nè ‘a’, nè ‘b’, mi lasciarono andare tranquillamente. Uscimmo e andammo verso la sua macchina nera che era dall’altra parte del parcheggio, non so quante volte li avrei ringraziati di avermi fatto andare via, così senza chiedere niente. Sentii Alice che borbottò qualcosa... come facevo ancora a sentirla?
Poco importava, Tyler mi aprì lo sportello della macchina ed entrai dentro, accennai un grazie che non sentii neanche io.
Entrai dentro, buttando lo zaino ai miei piedi e quando entrò anche Tyler, chiusi la portiera. Tyler mi mise una mano sul ginocchio e io lo guardai, lui ricambiò lo sguardo e tolse la mano.
«Che è successo? » mi chiese, guardandomi con quegli occhi teneri.
«Ho accompagnato Hope fuori per farle prendere un po’ d’aria, si stava sentendo male, e quando siamo uscite un ‘cazzuto’ di raggio mi ha colpito e mi ha fatto brillare. Si è accorta anche della mia pelle fredda. Sono fottuta, Tyler. » gli raccontai tutto, stringendomi  e sistemandomi la coda. Lui abbassò lo sguardo e guardò il volante.
«Però tu non le hai detto che sei un vampiro, no? » mi chiese, fissandomi di nuovo. Scossi la testa e guardai fuori dal finestrino. Ragazzi che uscivano, coppiette felici che si baciavano e coppiette non felici che dietro un cespuglio fumavano. Poi vidi Hope che camminava velocemente, guardando sempre per terra, alzò lo sguardo e mi vide. Si fermò e io la guardai a mia volta. Tyler, forse capì e partì subito senza esitazioni. Abbassai lo sguardo verso il tappetino e rimasi così, finchè la strada non cominciò a essermi familiare. Accostò davanti casa mia e prima di scendere lo guardai.
«Parcheggia, penso che starai qui per tanto. » dissi sorridendo. Lui accennò una risata e parcheggiò vicino alla macchina di Bella. Scesi e lui mi raggiunse, Edward mi aprì subito, come se fosse sulla porta ad aspettarmi.
«Come mai sei uscita prima? » mi chiese Edward, accennando un sorriso, dio se era bello.
«Complicazioni. » lo guardai negli occhi e pensai:

“Stupido di un vampiro, sono sbrillucicata davanti a una mia compagna che ho conosciuto sull’aereo e le ho dato la mano.
Oh, ero fredda!
Ma forse non penso che mi abbia scoperto.
Io penso ancora che i vampiri non sbrillucicano e che siano come Dracula, conosci?
E’ tuo zio?
Noo, questa te la dovevo dire quando ci siamo conosciuti!
La dirò a Emmett.
Non dire niente riguardo Tyler.
Addio.”

 
Abbassai lo sguardo e soffocai una risata.
«Edward, lui è Tyler, un mio compagno di scuola. » dissi, Edward diede la mano a Tyler e lui la strinse.
«Siete tutti vampiri qui, no? » chiese Tyler, guardandosi in torno.
«Oh si si. » rispose Edward, sempre con quel sorriso sghembo in faccia.
«Beh si, andiamo su. » dissi, prendendo per un braccio Tyler e trascinandolo su.
«Ah! Mi sono dimenticata di dirti che c’è una bambina mezza umana qui dentro, quindi fai il bravo. » dissi, salendo le scale, Tyler annusò l’aria e si girò verso la stanza di Renesmee.
«Stasera staremo a casa mia, o vuoi che ammazzo quella creatura? » disse, fermandosi davanti alla stanza di Renesmee. Presi per un braccio Tyler e lui mi venne addosso, mettendo una mano sul fianco destro. Non dissi niente ed entrai nella camera. Lo feci entrare e chiusi la porta.
«Si che i vampiri non dormono, ma un letto? » mi disse, guardandomi con aria strana.
«Primo non mi servirebbe, secondo ho il divanetto per sdraiarmi. » risposi, alzando le spalle.
«E se un ragazzo da stupro entrasse in camera tua? Lo fate sul divanetto? » mi disse, avvicinandosi e mettendo le mani sui miei fianchi.
«Uhm non lo so, come è fare l’amore con i vampiri? Un esperienza da provare. » chiesi, lui accennò un sorriso e mi strinse a lui.
«Che intenzioni hai Tyler? Ho letto il tweet dove ti piace una con il tuo secondo nome al femminile. » gli dissi stringendo la sua maglietta nella mia mano.
«Una Danielle Cullen… Ti dice niente? » disse, sorridendomi e appoggiando la sua fronte alla mia.
«Oh non la conosco, mi dispiace! » non ebbi tempo di finire la frase che subito mi attirò a sè e mi baciò delicatamente, risposi a quel bacio, strano ma vero.
Forse anche io provavo qualcosa per lui.
Forse si.
Forse no. 
Poi, con delicatezza, lo sciolsi da quella stretta ed andai a sdraiarmi sul divanetto, guardando il soffitto. Lui mi raggiunse e io mi strinsi a lui, mettendo la mia testa sul suo petto freddo e di marmo, mi accarezzò i capelli e qualche volta mi diede lievi baci sulla testa.
Mi strinsi ancora di più a lui, chiusi gli occhi, era bello stare così. Tanti ricordi mi vennero in testa, anche l’odore di Tyler, non so come mai, ma mi ricordava qualcuno che conoscevo da tanto... Ma invece lo conoscevo solo per via della scuola, aprii gli occhi e lo guardai, lui mi sorrise e quelle fossette mi fecero impazzire.
Mi avvicinai a lui, stringendole la maglietta in una mano, lasciai la maglietta e gli accarezzai una guancia, per poi baciarlo. Sentivo tutto quello che avevo sempre sognato di sentire con un ragazzo. Lui mi strinse a lui con un abbraccio e io gli strinsi i capelli nella mia mano e poco dopo cominciai ad accarezzarglieli. Erano morbidissimi.
Adoravo tutto di lui: mi poteva capire, sapeva cosa significa lasciare tutto, senza ti venisse chiesto, il suo odore, la sua faccia, i suoi capelli, le sue tenere fossette che gli compaiono quando sorride, le sue strette micidiali, i suoi occhi di un castano dorato, stupendo, i suoi baci…
‘Sei troppo diabetosa’ mi dissi a me stessa, ma non mi importava, avevo ciò che avevo voluto da sempre. Lui. Ci alzammo in piedi e lui mi tolse una ciocca di capelli davanti la faccia.
«Adesso vado, stasera alle nove da me. A dopo. » mi sussurrò con un sorriso e poi mi baciò delicatamente. Lasciai la presa e lui saltò dalla finestra verso il bosco. Rimasi per un po’ a fissarlo che si allontanava, sorrisi a me stessa. Dovevo essere linda e pinta per stasera, dove sentire Alice. Lei si che se ne intendeva!
Andai al secondo piano, sotto alla mia stanza, quindi scesi le scale e andai nella stanza di Alice e Jasper. Bussai alla porta con eleganza e con sorriso stampato sulle labbra.
«Danielle! Vieni! Come mai questa sorpresa? » mi chiese Alice, chiudendo il libro che stava leggendo e ricambiandomi il sorriso.
«Beh, stasera devo andare dal ragazzo che era con me prima… e beh… si… lui mi piace e vorrei essere linda e pinta, dato che tu te ne intendi, mi daresti una mano? » chiesi, appoggiandomi alla porta. Alice portava un vestitino verde con sotto dei pantacollant neri, aveva dei stivaletti che mi facevano impazzire. Si alzò ed andò in camera mia in un battibaleno, la raggiunsi e vidi che aveva tirato fuori tre vestiti: uno rosso corto davanti e lungo dietro, uno verde che aveva un fiocco sotto il seno e un vestito a righe. Io la guardai con occhi spalancati, poi mi avvicinai e presi i jeans strappati ed una maglietta bianca a bretelle, con sopra un giacchetto lungo.
«Va bene, ma voglio che tu ti metta queste! » disse, gesticolando e prendendo dalla mia scarpiera un paio di scarpe nere col tacco. Sbuffai e la feci uscire cambiandomi in cinque secondi. Mi misi le scarpe ed entrò subito Alice con i trucchi e tutto il necessario per i capelli. Me li arricciò un po’ e poi mi fece alzare per farmi guardare allo specchio. Mi sentivo un pagliaccio, non ero abituata al troppo trucco. Aprii l’anta dell’armadio, dove avevo lo specchio e notai, dallo specchio, che alla porta c’era Edward che mi sorrideva. Mi girai e lo guardai, ricambiando il sorriso.
«Sei splendida. » mi disse dolcemente, sorridendomi, lui, pur avendo i pantaloni della tuta e una maglietta attillata, era comunque bello, per non dire altro, di cui mi sarei pentita ed Edward mi avrebbe preso in giro per sempre. Lui soffocò una risata e mi squadrò, gli corsi incontro e lo abbracciai.
Mi fece girare verso lo specchio e mi guardai. Era la prima volta in tutta la mia vita che mi sentivo bella.
Ringraziai Alice ed Edward, poi scesi e avvertii gli altri.
Cominciai la mia camminata verso casa sua, l’unico pezzo difficile era saltare da una parte all’altra del ruscello! E io ero con i tacchi... con i capelli a posto…
Oh merda.
  
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