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Autore: ilovesaffo    19/09/2012    1 recensioni
La afferai per i capelli, facendola urlare e portai le mie labbra vicino al suo orecchio.
< Senti, puttana, se apri di nuovo quella tua bocca rifatta ti ritrovi con la testa nel cesso! >, urlai, con rabbia.
< Veronica Tomlinson! Che state facendo?! >, mi rimproverò una voce alle mie spalle.
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< Ronnie, l'altro giorno il preside mi ha convocato e mi ha parlato del tuo comportamento.
Non è una novità il fatto che – esitò leggermente- ti difendi in una maniera piuttosto... violenta, ma sei all'ultimo anno, dovrai andare all'Università e non vorrei che il tuo comportamento incidesse sul tuo futuro.
Il signor Miller, il preside, dice che si è stufato del tuo comportamento e la prossima volta che farai qualcosa di sbagliato, ti espellerà . Ma mi ha detto che ti boccerà comunque alla fine dell'anno anche se ti comporterai bene, e lo sai che entrambe le cose influiranno sulla tua ammissione all'Università.
Sono riuscito a persuaderlo, ma a una sola condizione: dovrai seguire con me delle lezioni private sulla filosofia adolescenziale e dovrai partecipare alle Olimpiadi delle Materie letterarie a Giugno arrivando almeno al terzo posto. >.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Freestyle



 

 

Ero rinchiusa in camera da circa tre ore e stavo sgobbando sui compiti di fisica, che proprio non mi entrava nella testa.
C'era un tema da fare e io avevo cominciato a raccogliere i dati con una settimana di ritardo,e questo comportava una faticaccia assurda per riuscire a finirlo in tempo.
Chiusi il quaderno, soddisfatta del mio lavoro, ero sfinita,ma avrei preso un bel voto.
Mi alzai dalla scrivania, perdendo un elastico e legandomi i capelli in una coda di cavallo. Poi usci dalla stanza, percorrendo il corridoio che portava alle scale, pensando a qualcosa che Louis avesse potuto fare, non mi veniva veramente niente in mente.
Avrebbe potuto urlare nella mensa che era gay.
No, nessuno ci avrebbe creduto, buffone com'è
Oppure poteva provarci con la prof. di chimica, anche se ci non ci avrebbe rimesso, era una donna giovane e bella, per quanto fosse acida.
Poteva impiccarsi.
Mmh, buona idea.
 
Scesi le scale diretta in cucina, dove trovai mia sorella piccola china sul tavolo a fare i compiti.
La massa di capelli marroni, lunghi fino alla schiena, le coprivano il viso, sul quale era stampata un'espressione concentrata.
La pelle era chiara, quasi bianca, le ciglia lunghe e marroni incorniciavano dei bellissimi occhi blu.
Perché dovevo essere l'unica in famiglia che aveva preso gli occhi verde palude di papà?
La salutai con un buffetto un po' troppo forte sulla testa, tant'è che lei si spavento e batté pure il naso sul tavolo, soffocai una risata, mentre aprivo il frigo.
<< Certo che non hai niente di meglio da fare è? >>, esordì arrabbiata, poi riprese a studiare, scuotendo la testa.
<< Ti lamenti troppo nanetta! >>, la rimproverai prendendola in giro.
Presi una mela dal cesto della frutta, e mi diressi in salotto, dove accesi la TV e mi stesi sul divano.
Pensai che quel sabato sarei dovuta andare al lavoro, no problem, tanto io non uscivo mai il sabato.
 
 
<< Cosa volete, cari? >>, chiesi riferendomi a due bellissimi ragazzi di fronte a me, che si erano appena seduti.
Uno dei due guardò verso di me, che gli sorridevo.
<< Due birre >>, disse sorridendomi al sua volta.
Cercavo sempre di essere gentile con i clienti, anche se a volte avrei voluto rispondergli male, ma non potevo fare la pazza appena le persone si sedevano, sennò avrebbero avuto paura persino di ordinare qualcosa.
Posai i bicchieri sul bancone, sospirando.
I due tracannarono le birre, e poi si alzarono andando a ballare barcollando, già ubriachi fradici.
<< Ron >>.
Un ragazzo dalla pelle ambrata, con un vassoio in mano venne verso di me.
<< Zayn. Cosa c'è? >>, gli chiesi guardandolo con le sopracciglia alzate.
Lui sbuffò, non mi sopportava, ma d'altronde, chi lo faceva?
Mi passò il vassoio.
<< Facciamo cambio, io sto al bancone >>, mi riferì, facendo vagare lo sguardo ovunque tranne che verso di me.
<< Perché? >>.
Lui alzò le spalle.
<< Me l'ho ha chiesto Stef >>.
Stef era il vicedirettore organizzativo del locale, si occupava del bar e delle salette private.
Annuì e usci da dietro il bancone, con il vassoio in mano.
Poi costeggiai i muri della discoteca, incontrando una rampa di scale, che appunto, portava alla salette private.
Quando arrivai in cima, quasi mi spaventai per la quantità di gente.
Ebbi serie difficoltà ad arrivare al minuscolo bar, dove dovevo prendere i drink da offrire ai drogati che c'erano quella sera.
Sgomitai e imprecai per arrivare al bancone, dove mi appoggiai, sbuffando.
<< Jane, mi servono i drink, datti una mossa. >>, urlai riferendomi alla bionda dall'altra parte del bancone, che mi sorrise.
Riuscii a riconoscere un sorriso sincero, come sempre, lei era sempre gentile e dolce come il miele con tutti.
L'opposto di me, praticamente.
Aveva delle labbra piccole e rosee, gli zigomi alti coperti dalle lentiggini e due occhi marroni un po' inclinati, che le conferivano un aria da furbetta. I capelli le arrivavano fino alle spalle, erano scalati e mossi, li teneva sempre all'indietro, intrappolando il ciuffo in un ferrettino o con un frontino.
Era veramente bella.
L'unica cosa che avevamo in comune erano le lentiggini, solo che lei erano carine, a me invece sembrava che un topo avesse espulso i suoi escrementi sulla mia faccia.
Preparò i drink in fretta e furia e mi li appoggiò sul vassoio per poi alzare un pollice, avvisandomi di poter cominciare a distribuire gli alcolici.
Prima di avviarmi nella calca di gente sbuffai, esasperata.
Mi stampai un sorriso in faccia, e presi a camminare tra la gente, offrendo i drink a chiunque non fosse già ubriaco fradicio.
A ogni passo rischiavo di fa cadere i bicchieri perché le persone mi urtavano a destra e a manca.
Se fosse successo non avrei più risposto di me stessa.
Quando arrivai dall'altra parte della sala, dove c'era meno gente, presi il vassoio con una sola mano.
Mi girai pronta per rifare il giro, ma qualcuno aprì una porta, sbattendola contro la mia schiena.
Il vassoio si rovesciò sulla mia maglietta, i bicchieri schiantarono a terra.
Nessuno si accorse di niente.
Ero incazzata nera.
Mi girai di scatto verso chiunque fosse in deficiente che mi aveva fatto versare tutto.
Davanti a me c'era una ragazzo con i capelli ricci, più alto di me, con degli occhi verdi, che esprimevano arroganza.
Somigliava terribilmente a....
<< Brutto stronzo! >>, dissi indicandolo, si accorse che mi riferivo a lui, così voltò la testa verso di me.
Alzò un sopracciglio.
<< Che hai detto, scusa? >>, disse squadrandomi.
Cosa che mi irritò parecchio.
<< Ho detto che sei uno stronzo, che cosa cazzo ci voleva ad aprire una porta senza ammazzare la gente!? >>.
Lui ridacchiò.
Poi la sua espressione si indurì.
<< Perché dovrei fare attenzione se si tratta di gente come te? Torna a servire, e vedi di asciugare quello schifo che hai sulla maglia, fa piuttosto schifo. >>.
Ok, mi stavo per picchiarlo.
Mi avvicinai a lui sorridendo nel modo più falso possibile.
Lo bloccai per la manica, siccome se ne stava andando.
<< Prova a ripeterlo... >>, gli sussurrai assottigliando le distanze tra i nostri visi.
Lui sembrò sul punto di scoppiare a ridere.
<< Scusami, ma io non vado con le cameriere >>, disse allontanandosi.
Non ci vedetti più.
Volevo solo ficcarlo di testa nel muro, e continuare a colpirlo in testa, finché non avessi avuto più forza.
Lui, con quel suo visino angelico e la sua arroganza da principe, dovevano sprofondare nella vergogna.
Stronzo odioso.
Vidi chi si stava per allontanare.
Con tutta la forza che avevo gli diedi uno schiaffo in pieno viso.
Mi feci male da sola, ma ero decisamente soddisfatta.
<< Vedi di sparire, coglione arrogante. E non permetterti mai più >>.
Presi un bicchiere pieno di non so che liquido e glielo buttai in testa, sporcandogli i vestiti.
Lui sembrava sconvolto, aveva ancora il viso girato e i capelli bagnati gli cadevano sugli occhi.
Prima che potesse parlare, mi voltai e me ne andai, sperando di non incontrare mai più quell'individuo.
 
 
 
 
Il venerdì dopo entrai in classe in anticipo, la prima ora c'era fisica, quindi si prospettava una lezione ben poco interessante.
I miei compagni cominciarono ad entrare in classe, io come sempre abbassai lo sguardo.
Mentre scarabocchiavo sul quaderno, sentì la sedia accanto a me strisciare.
Non alzai lo sguardo, evidentemente non sapeva dove altro sedersi.
<< Ehm... ci sei? >>, una voce calda e dolce mi arrivò all'orecchio.
Mi voltai e squadrai la ragazza accanto a me.
Aveva dei capelli nerissimi a che le arrivavano sotto il mento, aveva fermato i capelli di lato e aveva arricciato il ciuffo che ne usciva, che formava un boccolo perfetto.
I suoi occhi erano neri ed enormi, mettevano quasi inquietudine, il labbro inferiore era carnoso, mentre quello superiore era sottile.
Le guance era paffute, nonostante lei fosse magra, e la facevano assomigliare a Biancaneve.
<< Io sono Mary-Lynnette, la tua compagna di classe di scienze, siamo in coppia per la ricerca di chimica. >>, la sua voce era ferma e decisa, ma gentile allo stesso tempo.
Alzai le sopracciglia, confusa.
<< Ci sono ragazze nella classe di chimica? >>.
Lei ridacchio, nonostante l'avessi bellamente presa in giro.
<< Sono arrivata quest'anno, ma siccome non guardi mai in faccia nessuno, è normale che tu non mi abbia mai notata >>
Sorridetti appena.
Probabile.
<< Bene, sei venuta a dirmi solo questo? >>, gli domandai non vedendo l'ora che se ne andasse.
<< No, veramente volevo chiederti se volevi venire a casa mia per fare la ricerca, oggi alle cinque. >>.
Sbuffai, ma alla fine annui.
Prima iniziavamo quel maledetto progetto e prima lo finivamo.
Lei mi lanciò un bigliettino e, al posto di andarsene come mi aspettavo facesse, rimase accanto a me.
La guardai per un momento, poi mi scansai con la sedia mettendomi il più lontano possibile da quella ragazza.
 
 
 
 
I corridoi erano ghermiti di studenti che parlavano tra loro.
Mi fermai all'armadietto per poggiare alcuni libri, poi mi diressi verso la aula professori, dove il prof. Styles mi aveva chiesto di vederlo.
Entrai trovandomi davanti un stanza con degli armadietti, dei computer e delle scrivanie.
In piedi c'era in mio professore che parlava a telefono.
<< Harry... NO! Ho detto no, è inutile che insisti, devi fare parte della squadra! Sei in punizione, devi farlo! Si, si. A dopo, ciao >>.
Chiuse il telefono voltandosi verso di me, che lo guardavo con le sopracciglia alzate.
<< Scusami... vieni, qui c'è troppa gente, andiamo in corridoio >>, fece segno di seguirlo e si avviò verso l'uscita.
Una volta usciti gli chiesi:
<< Ha intenzione di dirmi perché mi sta facendo saltare chimica? Non che mi dispiaccia! >>, ironizzai.
Lui mi guardò severo, poi sospiro esasperato.
<< Allora- sorrise- domani cominceremo con le lezioni. Ma c'è una cattiva notizia, solo le squadre possono partecipare e c'è solo una persona in questo quartiere in grado di partecipare oltre a te... >>
<< Siamo messi bene... >>, ironizzai.
Lui mi guardò storto.
<< Scusi..>>
<< Come dicevo... mio figlio – alzai le sopracciglia – è l'unico che può partecipare... ti va bene, vorresti partecipare lo stesso? >>.
<< Com'è suo figlio? >>, chiesi mettendo la testa di lato.
<< Bhe, alto, occhi verdi... >>, descrisse, gesticolando.
<< No no no no! - agitai le mani davanti al viso- non mi interessa questo, voglio dire, come se la cava? E' uno di quelli iperattivi e so tutto io? >>, domandai.
<< Decisamente no... >>
Ci pensai su, non era una cattiva idea.
<< Si può fare... >>
Fece un sorriso a 32 denti, e mi strinse la mano.
Rimasi inorridita da quel gesto e la ritrassi.
<< Ok - non mi tocchi mai più, pensai- arrivederci... >>.
Mi allontanai quasi correndo fuori dalla scuola.
 
 
 
Uscii di casa aggiustandomi il borsone che portavo a tracolla.
Ero felice, finalmente c'era un'altra lezione di Hip-hop, non che fosse trascorso molto tempo dall'ultima, che aveva avuto luogo due giorni prima, ma mi era mancato.
Il ballo era uno dei motivi principali per qui volevo andare all'Accademia, magari studiando in una scuola di ballo di alto livello avrei avuto un futuro come ballerina.
Se non ci riuscivo c'era sempre l'arte, una delle poche cose che adoravo dopo la danza e la fotografia.
In somma, avevo un futuro da barbona quasi assicurato.
Sorrisi, aumentando il passo e mettendomi il cappuccio in testa.
La cosa strana e che avevo legato molto con i miei compagni di ballo, forse erano le uniche persone con cui ero amichevole e con cui mi lasciavo andare di più.
Quando arrivai, fortunatamente era vicino casa, si sentiva la musica ad alto volume e mi affrettai ad entrare.
Passai per la sala e vidi che stavano già facendo riscaldamento.
<< Ronnie! Sempre in ritardo tu! >>, rise Ryan, un ragazzo alto e sorridente.
<< Scusate! >>, urlai, continuando a correre verso lo spogliatoio.
Dopo che ebbi finito di cambiarmi andai davanti allo specchio con gli altri.
<< Ragazzi che ne dite di un po' di Freestyle? >>, propose Greta, l'insegnate.
Il gruppo esultò e ci mettemmo in cerchio, partì la musica.
Ci divertimmo un sacco quella sera, tra la musica e le battute idiote dei ragazzi.
Scaricai tutte le tensioni accumulate in quel periodo, tra la scuola e mio fratello.
Tornando a casa sorrisi, finalmente, anche se per poco, ero tornata ed essere me stessa.







Salve!
Ed eccomi qua con un nuovo capitolo!
Grazie per la recensione del Prologo! Evviva :3 (Sono una che si accontenta con poco, ma una in più non guasta! xD)
Sapete che mi hanno detto che l' XD è da truzzi?
Penso sia una cagata... .-.
.....
TORNANDO A NOI!
La parte che mi piace di più e quella con Harry, che in questa storia sarà un sacco arrogante e antipatico.
Giusto per non fare il solito coglione cascamorto che c'è in tutte le storie.
Come avete notato, o come non avete notato, i ragazzi non sono amici e così mi piace di più sinceramente!
Cosa volevo dire? D:
Ah, l'ultima parte è la più importante, anche perchè viene presentato un personaggio che io personamente adoro! E che sarà la causa di qualcosa! *faccia da furbetta*
Poi, Mary-Linnette non è la classica migliore amica, e io la stimo parecchio.
Si, diventeranno amiche. Nonostante Ronnie non la trovi molto simpatica ora.
Vabbè, mi sono dilungata troppissimo! D:
Ci vediamo mercoledì prossimo!
Sciaooooooooooo
#CarpeDiem



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Come va a scuola ragazze? Fate i compiti mi raccomando! xD


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XD (all' inizio pensavo fosse Woody seriamente)


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Harry.


E poi vi presentoooooooooooooooooooooooooooooooooo
*rullo di tamburi*



Il nostro Ryan, interpretato da Ryan Sheckler.
E' un figo.
Decisamente.


Vado seriamente.
 Sciaooooooooo


 
  
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