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Autore: _lu    20/09/2012    0 recensioni
Una nuova generazione, una ragazza che si nasconde nella tranquillità di poche fidate amicizie, che ha ancora paura di esporsi al mondo. Perchè Erin-la-figlia-di-Pansy-Parkinson sa di essere diversa da sua madre, ma sa anche che gli altri potrebbero non capirla. Soprattutto il clan Weasley-Potter.
Erin cerca se stessa, cerca la sua libertà, ma solo se riuscirà ad incendiare la pioggia della sua vita potrà ottenerle. La sua ricerca procede con una lentezza esasperante, fino a quanto qualcuno si farà strada a forza tra le barriere che lei stessa si è costruita attorno per aiutarla nella sua missione piromane.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Weasley, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Sorprese

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La cosa che più mi colpisce quando riesco ad aprire gli occhi, è il silenzio totale che pervade la camera.

Per quanto di solito sia io la principale fonte di rumore qui, e per quanto i miei coinquilini siano generalmente poco chiacchieroni, non sono certo delle ombre. Non è normale svegliarsi e non sentire niente, quando dormi con altre persone: dovrebbero esserci sospiri, coperte che si agitano, il leggero russare di Scorpius, oppure, se è già tardi, acqua che scorre e bauli che vengono rovistati. Invece, niente di tutto questo. Scosto le tende verdi del mio baldacchino e, quando i miei occhi si abituano alla luce,  mi rendo conto che il dormitorio è completamente vuoto. Non era mai successa un cosa simile, ma forse sono semplicemente ancora addormentato, in preda ad uno di quei trip da dormiveglia che sembrano sempre così reali. Poi vedo la sveglia sul comodino, silenziosa come tutti gli oggetti che mi circondano.

Oh, merda. Mi alzo di scatto dal letto e comincio a raccattare vestiti in giro per la stanza, infilandomeli alla rinfusa. Pantaloni, camicia, maglione, cravatta, anche se non esattamente nell’ordine giusto, credo. Non ho il tempo di controllare. Ho già perso almeno due ore di lezione, e andando in aula dovrò inventarmi una scusa decente per il ritardo. Magari funzionerà mettendo in piedi un sanguinario rapimento notturno di cui sono caduto vittima. Potrei anche procurarmi qualche livido come prova. Non dovrebbe essere troppo difficile, non sono neanche arrivato in Sala Comune che già sono inciampato almeno tre volte. Con Boot non funzionerà di certo, ma magari Lumacorno apprezzerà la recitazione… Momento, momento, momento. Per chi cavolo devo inscenare un rapimento? Non mi ricordo minimamente l’orario di oggi. Sbuffando e ansimando per le troppe corse, mi fiondo nuovamente in camera a cercare la mia maledetta tabella, anche se so già che sarà un’impresa impossibile: l’ho persa all’incirca tra la seconda e la terza ora del primo giorno, Salazar solo sa dove potrebbe trovarsi adesso. Cerco quella di Scorpius, lui potrebbe benissimo averla lasciata in camera, dal momento che ricorda perfettamente ogni lezione. Sto per buttare per aria il suo baule – dopotutto se lo merita, perché cavolo non mi ha svegliato? – quando i miei occhi si posano sul calendario nella parete. È un bel calendario, di quelli che ti segnano la data corrente e tutti gli impegni della giornata mano a mano che li prendi, insieme ad un sacco di altre cose inutili come le fasi lunari o quale stupido pianeta in collisione con quale altro oggi ti renderà la vita impossibile. La madre di Nott ha il pallino della Divinazione, purtroppo per lui. E per noi, dal momento che le frasi sul calendario cambiano a seconda della persona che lo consulta. Vedo distrattamente che Marte e Giove in qualche modo mi procureranno non poche sorprese, prima di posare lo sguardo sulla data scritta a caratteri cubitali.

Sabato. Ventiquattro. Ottobre.

Sabato ventiquattro ottobre.

Oggi è sabato.

Niente lezione, il sabato. Mi ributto sul letto, imprecando a gran voce contro Marte e Giove e qualunque altro pianeta sia il responsabile della mia idiozia.

Nessuna persona sana di mente potrebbe correre in giro come un pazzo per tutto questo tempo senza rendersi conto che non ce n’è nessunissimo bisogno.

Ovvio che né Scorpius né Liam abbiano osato svegliarmi: il sonno è sacro per Jack Zabini, hanno imparato da diversi anni che per nessun motivo devono interromperlo il sabato mattina. Si saranno alzati ore fa, senza che io me accorgessi minimamente.

Mi vesto (con un minimo di attenzione, questa volta) e scendo in Sala Comune, che scopro popolata esclusivamente da bambini del primo e del secondo anno. Mi sembra di essere capitato per sbaglio in un covo di folletti, tanto sono piccoli. Accidenti, noi eravamo così bassi alla loro età?!

Un ragazzetto magro mi avverte che Liam Nott e gli altri suoi amici sono usciti per Hogsmeade un paio d’ore fa, e che gli avevano chiesto di avvisarmi che mi aspettano al villaggio.

Giusto, oggi cade anche il primo fine settimana ad Hogsmeade dell’anno. E né Scorpius né Erin mi hanno aspettato come al solito perché, ricordo, hanno un appuntamento galante a cui, ovviamente, non sono invitato. I pezzi combaciano, quindi le mie facoltà mentali sono tornate alla loro normale attività. Era anche ora.

Mi concedo un lauto pasto (la Sala Grande è già apparecchiata per il pranzo) poi, complici gli amici pseudo innamorati e la mia meravigliosa dormita, mi trovo a percorrere il viale che conduce ad Hogsmeade da solo con i miei pensieri.

Erano secoli che non mi succedeva di trovarmi fuori dal gruppo e di fare qualcosa in completa solitudine.

Anche quando non sono con Scorp, Erin o Kate, ci sono sempre gli altri compagni di casa, gli amici della squadra: mi unisco a chiunque abbia voglia di compagnia. Sono circondato da persone per la maggior parte del tempo, mi piace la folla, il caos, il calore umano.

E non mi piace troppo stare da solo con me stesso, quindi mi affretto verso il villaggio, sperando di riuscire a trovare gli altri in fretta.

Fa freddino, considerando che è solo ottobre e che la settimana scorsa ho fatto i provini di Quidditch sotto il sole.

Sono appena arrivato all’entrata del villaggio che comincia a diluviare. Stupido clima scozzese.

Potrei correre fino ai Tre Manici di Scopa, dove sono quasi sicuro di trovare gli altri, e con tutta probabilità arrivare bagnato fino al midollo rischiando di prendermi un raffreddore (ODIO il raffreddore, anche se amo il decotto curativo di Madama Spinnet, quello ti fa uscire dalle orecchie quintali di fumo, mi sembra di essere l’Espresso di Hogwarts). Oppure potrei fiondarmi dentro i Tiri Vispi Weasley e spendere un po’ di galeoni in scherzi infantili ed idioti (testuali parole di Kate) aspettando che l’acquazzone si plachi. Prospettiva decisamente più allettante. Vorrà dire che corromperò Madama Spinnet per avere quel decotto, male non fa.

Non ero mai entrato nella filiale di Hogsmeade dei Tiri Vispi. A dire la verità sono andato raramente anche nel negozio principale, solo un paio di volte quando mi trovavo da solo a Diagon Alley mi ci sono intrufolato, evitando di farmi notare troppo. Ho come la sensazione di essere fuori posto in mezzo agli Weasley, ed è strano perché in genere mi trovo a mio agio in qualunque tipo di situazione.

Ciò non vuol dire che io non sia un adepto degli scherzi magici più spettacolari del secolo. Oh, no no no. Sono un fedelissimo - quasi un dipendente, direi - degli ordini via gufo. A casa e in dormitorio ho quintali di oggettini di marchio Weasley. È divertente, ogni tanto da qualche angolo della camera spunta fuori uno strano gadget che Scorpius o Liam si premurano puntualmente di raccogliere per restituirlo al legittimo proprietario, salvo poi trovarsi ricoperti di gelatina puzzolente, presi a morsi, o tossicchianti in mezzo ai fumi di qualche poco rassicurante esplosione. Inutile dire che ormai ho preso l’abitudine di nascondere oggetti del genere sperando di vedere la reazione dei miei troppo ingenui compagni.

La pioggia non accenna a calmarsi, e credo che avrò tutto il tempo per esplorare il negozio. Mi rendo subito conto che questa è più piccola della sede a Diagon Alley, e sembra che la merce in vendita sia stata selezionata. Mancano la sezione dedicata ai giochi di prestigio Babbani, quella storica con i gadget anti magia oscura, così come tutti i vari scherzi dedicati ai più piccoli. Questo negozio appare pensato interamente per gli studenti di Hogwarts, ci sono anche articoli che non avevo mai visto nella sede o nei cataloghi di quello di Londra.

Come questa novità assoluta, i “Bouquet Avvolgenti”. Riesco a farmi largo tra la calca di gente raggruppata davanti al cartello (a Diagon Alley o a Hogsmeade, i Tiri Vispi sono sempre traboccanti di clienti), ed afferro una scatola dei fantomatici Bouquet. “Immancabili ai vostri eventi più galanti,” leggo sul retro della confezione “vi assicureranno grasse risate anche partecipando a quelli più noiosi. Sconsigliabili da utilizzare all’aperto, i Bouquet potrebbero crescere a dismisura. Controindicazioni: damigelle infuriate e, da parte di quelle più perfide, ritorsioni assicurate. Disponibili nelle varianti rosa, violetta e fiori d’arancio”. Sul davanti della scatola, una buffa vignetta raffigura una ragazza tutta in ghingheri stringersi il bouquet al polso e venir avviluppata da un cespuglio di rose a misura d’uomo.

Mi venisse un colpo se questo non è lo scherzo perfetto da regalare a Kate per il ballo. Strepitoso, già me la vedo indossarlo e ricoprirsi di foglie e fiorellini. Poi sbroccherà di brutto, ma ne sarà valsa la pena.

Elettrizzato, mi dirigo alla cassa con la scatola in mano e un ghigno solo leggermente ebete stampato sul volto.

C’è un ragazzo dietro il bancone, che traffica sugli scaffali retrostanti dandomi la spalle. Avrà più o meno la mia età.

Si volta sorridendo e, anche senza che i suoi occhi incrocino i miei, riconosco subito quel viso. Non mi stupisce affatto trovarlo qui, in effetti, dove mai sarebbe potuto finire uno come Fred Weasley II? Voglio dire, ha questo lavoro nel sangue. Oltre ad essere il più inguaribile burlone che abbia mai conosciuto.

Sembra piuttosto di fretta, ma la sua espressione cambia radicalmente quando riconosce l’articolo che gli sto porgendo. Sembra un bambino il giorno di Natale, quando trova sotto l’albero una montagna di enormi pacchi colorati.

<< Grande! Tu sì che sei un intenditore! Questi sono la mia prima creazione, sono in vendita solo da oggi. E visto che tu sei il primo cliente a comprarne uno, ti regalo una confezione in omaggio, ma cerca di farmi una buona pubblicità, eh! Non vorrei mai dover darla vinta a Roxanne! >> esclama entusiasta, ridendo e porgendomi le due scatole. Parla talmente in fretta che a stento capisco cosa mi stia dicendo, ma mi incuriosisce l’ultima parte del suo discorso.

<< Perché, lei che cosa ne dice? >>

<< Oh >> la sua espressione cambia di nuovo, ora sembra un cucciolo sperduto << Secondo lei non faranno mai successo perché ad Hogwarts ci sono troppi banali innamoratini e troppi pochi ragazzi con il senso dell’umorismo. Ma sono più che sicuro che si sbagli! >> aggiunge subito, di nuovo in modalità bambino – a – Natale – davanti – ai – regali.

<< Nah, si sbaglia di sicuro. Non siamo ancora presi così male, ad Hogwarts! >> concordo dirigendomi verso l’uscita.

Ho quasi raggiunto la porta - dannazione, piove ancora: preso dai Bouquet mi sono dimenticato il motivo principale della mia visita - quando sento la voce di Fred Weasley chiamare a gran voce qualcuno.

<< Ehi aspetta! Dico a te! >> si dirige a grandi passi nella mia direzione, con un aria determinata in viso, quasi travolgendo una ragazza. Si arresta davanti a me e mi punta un dito contro.

<< Io lo so chi sei! Perché non me l’hai detto subito? >> esclama, evidentemente seccato.

Oh merda. Non sapevo che Fred Weasley fosse uno dei sostenitori accaniti della rivalità Grifondoro-Serpeverde. Bel modo di scoprirlo. Ora mi toglierà la confezione omaggio.

La sua espressione si fa sempre più corrucciata.

<< Amico ti ho spedito in infermeria l’anno scorso, e ti metti anche a pagare le mie invenzioni? >>

Ma che? Oh quello… Lui sorride, appena si rende conto che ho capito di cosa stia parlando.

<< Non che fosse stata colpa mia, eh. Però vedi, il mio capitano e cugino James, che non so proprio come si sia ritrovato capitano tra parentesi, uno più decerebrato di lui devo ancora conoscerlo…cosa stavo dicendo? Ah sì, il mio capitano e cugino James mi aveva distratto urlandomi di seguire uno dei suoi schemi deliranti e mi sono ritrovato un bolide che sfrecciava davanti al mio naso, così l’ho spedito lontano all’ultimo secondo, ma non avevo preso la mira, ed è arrivato a te. Davvero non volevo farti cadere dalla scopa! >>

Parla ancora tutto d’un fiato, ma stavolta riesco a cogliere la maggior parte del discorso. Ricordo benissimo quell’incidente, uno dei più dolorosi di tutta la mia carriera sportiva, in realtà. Stavo cercando di seguire il gioco di Baston in mezzo alla nebbia quando sento questo allucinante colpo alla tempia. Mi sono svegliato ore dopo in infermeria, con una spessa fasciatura ed una brutta commozione cerebrale, a detta di Madama Spinnet. Secondo Scorpius, Fred Weasley e James Potter avevano aspettato alcune ore fuori dall’infermeria, per scusarsi, ma l’idiota di Cook li ha mandati via in malo modo. Non ha mai saputo reagire bene alle sconfitte.

Riporto la mia attenzione sul ragazzo che mi sta di fronte, che ora mi sta guardando con espressione implorante. Merlino, non ho mai visto nessuno con un’espressività e una mimica facciale del genere. Però è imbarazzante. Soprattutto perché metà del negozio ci sta guardando. Oh, stiamo vertendo di nuovo sul cucciolo sperduto.

Alla fine non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere.

<< Figurati >> riesco a dire tra una risata e l’altra << Ma il Quidditch è il Quidditch, sono cose che capitano >> aggiungo, ricomponendomi.

<< Parole sante, amico! >> annuisce serio << Il Quidditch è il Quidditch! >>

È il personaggio più comico che abbia mai visto. Tutta questa serietà, quasi gli scoppio di nuovo a ridere in faccia.

<< Però devo assolutamente trovare il modo di farmi perdonare. >> aggiunge pensieroso << Trovato! >> esclama dopo qualche secondo , con un entusiasmo tale che mi aspetto di vederlo circondato da fuochi d’artificio ad incoronare il suo successo << Adesso tu vieni con me e ci facciamo una buona bevuta in memoria dei vecchi tempi. Pago io naturalmente! >>

<< Ma non… >> sto per ricordargli che ha un negozio pieno di scherzi e di gente da gestire, non ha tempo di una buona bevuta in memoria dei vecchi tempi, ma mi interrompo subito, perché Fred non mi sta già più ascoltando.

<< Verity! Verity! >> esclama a gran voce.

Una donna sulla quarantina con i capelli biondi ed un espressione rassegnata dipinta in volto si avvicina per rispondere al suo impaziente richiamo.

<< Verity, io vado con il mio amico… >> mi guarda con sguardo interrogativo, rendendosi conto di non ricordare il mio nome. Forse perché non gliel’ho mai detto.

<< Jack >>

<< Sì, io ed il mio amico Jack andiamo a fare un giro ai Tre Manici di Scopa, ti occupi tu del negozio, vero? Grande! >> aggiunge subito, prima che la donna, con un aria sempre più disperata, possa anche solo pensare di ribattere.

Afferra due mantelli a caso su un espositore (idrorepellenti, riesco a leggere dal cartello), e mi trascina letteralmente fuori dal negozio.

<< Quella Verity… Non si arrabbierà? Il negozio è pieno di gente… >>

<< Come? Ah no, figurati. Verity non potrebbe mai arrabbiarsi con me. Mi conosce da quando sono nato, lavorava per papà e suo fratello prima della guerra. Da piccolo mi raccontava un sacco di aneddoti divertenti su papà e lo zio Fred, quando lui non sentiva. Adesso che io gestisco la filiale di Hogsmeade, lei mi dà una mano. Le piace, le ricorda  vecchi tempi. Anche se ripete sempre che la faccio impazzire, non capisco proprio come mai… >> racconta ridacchiando.

<< Nemmeno io >> concordo ridendo con lui.

<< Vedi? Quella donna è davvero troppo nervosa! >> conclude entrando ai Tre Manici di Scopa.

<< Buon pomeriggio Hannah! Radiosa come sempre! >> saluta con un gran sorriso << Porteresti due Whiskey Incendiari a me e al mio amico? >>

<< Subito, Fred >> risponde la donna, sorridendo indulgente, mentre noi raggiungiamo un tavolo libero.

Mi guardo intorno, ma non riesco a scorgere nessuno dei miei amici. Oh pazienza, la giornata si prospetta comunque divertente.

Molto divertente, a giudicare dalla dimensione di quei bicchieri di Whiskey.

***

Qualche ora e qualche bicchiere dopo, la testa mi gira leggermente, più leggera che mai, e Fred continua a ridere come un ossesso. Nessuno sembra farci caso, del resto ha continuato a ridere e a parlare per tutto il tempo. Hannah ci riempie puntualmente i bicchieri, anche se sono abbastanza sicuro che in quanto titolare del pub e moglie di un insegnante, non dovrebbe fornire una tale quantità di alcool ad uno studente. D’altra parte, è impossibile dire di no di fronte ai sorrisi di Fred Weasley.

In questo momento lui è assolutamente esilarato dalla descrizione della mia accompagnatrice per il ballo.

<< Quindi tra tutte le ragazze della scuola tu sei riuscito a sceglierti la più acida, cinica e noiosa, e lei non ti sopporta nemmeno?? >>

<< Neanche io la sopporto! La maggior parte delle volte, almeno. >>

Cerco di far ordine nelle mie idee per trovare una spiegazione decente, ma non è semplice, soprattutto se Fred continua a ridere così.

<< Vedi c’è questo mio amico… E questa mia amica anche… Loro… Oh ci rinuncio, hai ragione tu! >>

Mi arrendo, e comincio a ridere anch’io come se avessi appena sentito la barzelletta più divertente del secolo.

<< Fred?! Cosa stai facendo tu qui? >>

Il mio compagno, continuando a ridere, si volta in direzione della voce che lo ha chiamato, ma la sua espressione cambia di colpo notando il cipiglio di sua sorella Roxanne.

<< Roxy! Che piacere vederti! Io… >> tenta di suonare spontaneo, ma ha l’inconfondibile espressione di chi è appena stato colto con le mani nel sacco.

Sua sorella non gli lascia neanche il tempo di finire la frase prima di esplodere.

<< Verity è bloccata in un negozio pieno di gente che dovresti gestire tu, mentre tu te ne stai qui tranquillo a ridere e a bere con – prende fiato – Jack Zabini?? >>

Alzo lo sguardo verso di lei, sentendomi preso in causa, ma Roxanne ha occhi solo per suo Fred, che sembra voler rimpicciolire sempre di più mano a mano che la voce di sua sorella cresce di tonalità. Mi dà le spalle, ma sono sicura che in questo preciso istante è in modalità cucciolo smarrito.

<< Ma >> tenta Fred debolmente << io dovevo sdebitarmi con lui! Ti ricordi che gli ho fracassato la testa l’anno scorso? E poi ci stavamo divertendo tanto, non mi ero proprio accorto che fosse passato così tanto tempo! >>

<< Non mi interessa! Tu dovresti essere in negozio a quest’ora! Lo avessi anche spappolato completamente… E’ il Quidditch, queste cose succedono. E lui è il capitano di Serpeverde, comunque, è abituato alla gente che gioca sporco! >>

Un momento. Nessuno può mettere in dubbio la mia onestà di giocatore, neanche Roxanne Weasley. Dopo anni passati a litigare con Cook per il suo stupido motto di “vittoria a tutti i costi” non è leale che mi rinfacci una cosa del genere.

<< Ehi! >> la interrompo, senza pensarci due volte << Guarda che ti sbagli di grosso, se qualcuno imbroglia nella mia squadra viene sbattuto fuori a suon di pedate! Io non sono Cook, e non è colpa mia se la squadra di Serpeverde ha avuto un capitano del genere per due anni, ma ti posso assicurare che le cose adesso sono cambiate. Vieni a vedere i nostri allenamenti se non ci credi! >>

Ho esagerato. Non avevo mai parlato a Roxanne Weasley in questo modo, anzi, non le avevo mai parlato affatto. Salazar santissimo, mesi e mesi a controllare ogni mia mossa e adesso rovino tutto così. Grazie Marte, grazie Giove e grazie a tutti gli altri maledettissimi pianeti che mi hanno reso così idiota.

Mi guarda con un’espressione strana, poi torna a rivolgersi a suo fratello.

Non ascolto neanche quello che si stanno dicendo, tanto mi sento umiliato.

Ricordo precisamente quando tutto questo è iniziato. Quando ho cominciato a ritenere Roxanne Weasley attraente.

Quella famosa ultima partita Grifondoro – Serpeverde, prima che mi prendessi il bolide in testa, Roxanne aveva messo in piedi un’azione da vera fuoriclasse. Non ricordo i dettagli, la commozione cerebrale ha reso tutta la partita un po’ confusa, ma ricordo l’espressione con cui mi guardava prima mi tirare la Pluffa che aveva faticosamente recuperato. Un concentrato di determinazione, trionfo e forza che mi colpì come un pugno sullo stomaco.

Non l’ho più dimenticata. Complice la pozione che Madama Spinnet mi aveva propinato, la notte, in infermeria, quei suoi occhi azzurri facevano capolino in ogni mio sogno.

Quindi da quel giorno mi sono sentito giustificato se ogni volta in Sala Grande la cercavo per vederla ridere con i suoi cugini. Se a lezione mi perdevo a fissare i riflessi della luce sui suoi capelli neri. Se sull’Espresso di Hogwarts non ho difeso la mia migliore amica per non fare brutta figura con lei.

Tutta colpa di un trip da medicinali.

Ma adesso non ha più importanza, dopo oggi non potrò neanche più rivolgerle la parola.

Sembra che nel mio momento di estraneazione dal mondo Fred e Roxanne abbiano raggiunto un accordo, perché lei ha un’espressione soddisfatta, mentre lui mi rivolge un’occhiata di scuse prima di raggiungere il bancone e pagare Hannah.

Roxanne mi squadra un momento, prima di commentare: << Non vedo l’ora di vedere la nuova squadra di Serpeverde in azione, allora. >>

Sorride, ma non sembra mi stia sbeffeggiando. Dopo anni passati a contatto con Kate riesco a distinguere facilmente le risposte sarcastiche da quelle che non lo sono. E questa non lo è, ne sono sicuro.

La vedo allontanarsi, e penso che non sia poi perduto.

Salutando Fred, con la testa sempre più leggera, l’unico pensiero coerente che mi passa per la mente è che avrei dovuto dire a Roxanne che i Bouquet di suo fratello sono un’idea fantastica.

Anche se forse avrò l’occasione di dimostrarglielo al ballo.

 

Nda

Per quelli di voi che mi davano per perduta, sono felice di annunciarvi che sono ancora qui, determinata più che mai a dare una svolta alla storia. Tempo e scuola permettendo, mi impegno solennemente a postare il prossimo capitolo entro 2 settimane.

Btw, eccovi un’occhiata più da vicino a Jack e Fred. Fred è adorabilmente pazzo, non trovate? E Jack, almeno nella mia testa, è sulla buona strada per diventarlo.

E’ ricomparsa Roxanne sul finale, e, come potete immaginare, acquisterà sempre più importanza nella storia, in particolare dopo Natale.

Ah, piccola nota sui prestavolto: i personaggi hanno la carnagione più scura, mulatta, avendo entrambi un genitore di colore, ma non ho trovato di meglio. Anzi, a dire la verità Darren Criss non l’avrei cambiato comunque: è l’incarnazione perfetta del mio Fred.

Bene, ci vediamo nel prossimo capitolo con il Ballo di Halloween; nel frattempo ricordate che mi fa un piacere immenso leggere le vostre recensioni, quindi se anche avete critiche da fare, scrivete! Poi, se son complimenti, meglio ancora ^^

Alla prossima, e grazie a tutti coloro che seguono e leggono questa storia nonostante l’autrice scostante in maniera imbarazzante!

Baci

Lu

  
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