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Autore: ailinon    05/04/2007    8 recensioni
Il bambino osservava, intimorito il via vai frenetico degli altri ragazzi, dei loro genitori e dei bagagli. Il fischio del treno richiamò l’attenzione degli studenti diretti ad Hogwarts, la più prestigiosa scuola di magia e stregoneria dell’intera Inghilterra. Mary Lupin si chinò di nuovo ad abbracciare il figlio, pulendogli con le mani, il mantello rattoppato che indossava. «Mi raccomando, tesoro mio, stai attento a scuola»...
Attendo vostri commenti, di qualsiasi tipo essi siano.Grazie per la lettura,
Aily
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'The moonlight shadows'
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CAPITOLO 11 – LA CURA

CAPITOLO 11 – LA CURA

Quella stessa identica scena si era ripetuta tutti i mesi, per i due anni consecutivi ma, soltanto al terzo anno di Hogwarts i malandrini aveva cominciato a sospettare qualcosa sulle “cure” di Remus, e sulla sua malattia.

In quel lasso di tempo erano successe molte cose: Sirius e James, per esempio, erano diventati i ragazzi più ammirati della scuola. E Peter con loro.

Grazie al quidditch, Potter era stato premiato come migliore cercatore dell’anno; e Sirius Black, faceva strage di cuori tra le ragazze di hogwarts, per il suo fascino e carisma. Ma erano successe anche altre cose, come lo sbocciare lieve, di un fiore primaverile, in un prato ancora coperto di neve…

***

Remus dormiva profondamente, disteso nel lettino dell’infermeria dopo una delle sue cure mensili.

Sirius fissava il volto, pallido e tormentato, del suo amico. Lo vegliava, indossando ancora la divisa da battitore della squadra dei grifondoro.

La partita era finita da pochissimo, tuttavia non aveva voluto aspettare James e Peter e, senza cambiarsi, si era subito diretto in infermeria.

La sezione medica di Hogwarts, era vuota e silenziosa, fatta eccezione per lui e Remus.

L’amico lo faceva preoccupare moltissimo.

Quando tornava da quelle dannate cure, stava sempre male.

E Remus non meritava tanto dolore.

Aveva già sofferto troppo.

Eppure il suo amico era cresciuto restando gentile.

Il suo volto si era fatto più serio e adulto. La sua espressione intelligentemente composta. Dolce.

Lo considerava una persona straordinaria.

Se solo non avesse avuto quella malattia a farlo soffrire a quel modo…

Una volta aveva visto Remus trovare il giorno della cura tramite un rapido calcolo. Se lo annotava su un lunario simile alle agende babbane.

Si era sempre chiesto, perché un lunario.

E perché aveva fatto crescere la frangia dopo le lezioni di difesa contro le arti oscure di quel loro terzo anno?

Aveva forse paura che associassero la sua malattia, all’idea che i suoi occhi d’oro fossero di qualche demone o animale mostruoso?

Scosse il capo. Come potevano associare quegli occhi bellissimi a un essere mostruoso?

Remus era la gentilezza fatta persona.

D’istinto gli prese una mano tra le sue. Era un fascio di bende e nervi. Sembrava fragile tanto che Sirius, tenendola, aveva paura potesse spezzarsi o scomparire.

Gli accarezzò le garze, mentre il cuore accelerava di un battito.

Non solo i suoi occhi dorati, ma ogni parte di Remus, era splendente. Avrebbe accostato alla sua immagine, soltanto le cose più belle del mondo.

Per James non pensava quelle cose. Non che non volesse bene al suo migliore amico, anzi, gli augurava ogni bene ma, con Remus, era diverso.

Sentiva che doveva proteggerlo, anche per ringraziarlo della serenità che sapeva trasmettergli.

Ogni volta che dormiva accanto a lui era felice. Stava bene. A volte anche troppo. Non c’era notte in cui dormivano separati. E ultimamente aspettava la sera con ansia, come il momento più bello della giornata.

Poter stare accanto a Remus, ascoltare il suo respiro nel sonno. Fissare il suo profilo nella notte. Il calore del suo corpo accanto a lui. I suoi ammalianti occhi gialli…Incantevoli …

«Sirius?Sei qui?»

L’elegante grifondoro, sussultò, intrecciando lo sguardo sorridente dell’amico.

«La partita è già finita?»

«Si…»

«Com’è andata?»

Sirius si riscosse un poco:«Come vuoi sia andata con il magnifico Potter?!Il sovrano dei cercatori?»

«Ha preso il boccino?» sorrise Lupin, sistemandosi meglio sul letto.

«Con un acrobazia degna di lui!Dovevi vederlo!E’ salito in piedi sulla scopa!I corvonero si sono morsi le mani!»

«E immagino che tu gli hai dato man forte…»

«E’ il mio lavoro!Io e James siamo una coppia formidabile!» rise:«Oggi ho rifilato un bolide al loro cercatore, che è ancora là a penzolare attaccato alla scopa!»

Remus sorrise mentre Sirius si lanciava in una specifica descrizione dell’azione.

Quando Sirius parlava del quidditch, non poteva far altro che essere malinconico. Lui non poteva giocare; e poi era una vera schiappa a volare sulla scopa. Però, tutti i suoi amici giocavano e , ne era un po’ invidioso.

Specie dell’affiatamento di Sirius con James.

La coppia inossidabile…

«Remy?» la mano di Sirius gli sfiorò la guancia, facendolo sussultare.

«Cosa?!» s’agitò arretrando di colpo.

La mano di Sirius sembrava scottargli la pelle.

Il compagno parve perplesso:«Stai bene?»

«Si!Si!Certo!» si coprì il cuore con una mano.

Perché rimbalzava a quel modo?

«Sei sicuro?» insisté Sirius:«Hai una faccia!...E la cura come è andata?»

Sorrise.

Siry si preoccupava sempre per lui. Era stato il primo a pensare ai suoi bisogni, appena si erano conosciuti. E lo faceva ancora. Anche dopo le cure, era sempre il primo che si presentava a chiedergli notizie.

Gli voleva così bene…Tanto che a pensarci gli si stringeva il cuore nel petto.

Doveva tranquillizzarlo in qualche modo:«Bene» sorrise:«Non ti preoccupare»

La mano dell’amico rimase appoggiata contro la sua guancia:«Sei sempre così taciturno sui tuoi problemi. Per non parlare del dolore»

Remus posò il viso contro il suo palmo, godendosi la carezza:«Non è nulla»

«Come puoi dire così?!» il volto di Sirius si oscurò:«Peter si lamenta per ogni non nulla e tu invece, che ogni mese sei più bendato di una mummia, dici sempre che va tutto bene?Remy!» lo rimproverò mentre la mano scorreva fino ai suoi capelli.

Lupin continuò a sorridere, dolcemente:«Sto bene, Siry. Davvero. Specie da quando vi ho accanto a me» abbassò la voce a quel affermazione e, Sirius ebbe l’istinto di avvicinarsi.

Si sedette sul letto, continuando a fissarlo dritto negli occhi:«Remy...»

«Dimmi»

«Sai…In questo periodo mi sento un po’, strano»

«Stai male?» la voce di Remus era preoccupata.

«Forse si. Forse ho un po’ di influenza babbana. Non so»

«Mi dispiace. Vuoi chiedere a madama Chips qualche farmaco?»

Sirius si strinse nelle spalle:«Non sto così male. Passerà!»

Tra i due scese un silenzio lieve mentre si fissavano intensamente..

Sirius avrebbe potuto disegnare il suo viso a memoria.

«Siry…» cominciò Remus ma madama Chips lo interruppe, rientrando nel salone.

«Devo controllarle le bende, signor Lupin!» si fermò, vedendo lo sguardo che i due si lanciavano.

Come se staccare l’uno dall’altro fosse un atroce dolore.

«Signor Black, è ancora qui?»

«Si, posso…?»

«Non ha intenzione di lavarsi?Sicuramente, dopo una partita di quidditch, la sua tuta sarà piena di batteri e sporcizia che sta portando qui in infermeria!»

Sirius si guardò, spaesato:«Mi scusi, ero…»

«Forza!Fuori!Può tornare dopo cena. Il signor Lupin ha bisogno di riposare»

Sirius guardò Remus a malincuore, alzandosi dal letto.

«Torno più tardi»

«Ciao, puzzone!» scherzò Lupin, seguendolo con gli occhi, fino a quando non uscì dalla stanza.

***

RINGRAZIAMENTI:

Ho sempre creduto di essere una persona mediocre, e che come tale, anche i miei lavori fossero mediocri (e i voti che prendevo a scuola lo testimoniavano). Perciò, se a qualcuno questa storia piace o lascia “qualcosa” di buono, me lo faccia sapere.

Ne sarei veramente felice.

Un bacioneee

Aily

   
 
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