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Autore: alessia21685    20/09/2012    2 recensioni
Sono passati più di centoventi anni dall'ultima guerra globale, da quando gli uomini, con il loro odio e la loro sete di conquista, hanno quasi portato la terra alla distruzione. Allo stremo delle forze, esasperate dalla violenza che minacciava di estinguere la razza umana,le donne decisero di coalizzarsi contro gli uomini. Dopo una guerra sanguinosa le donne riuscirono ad eliminare il genere maschile dalla terra, relegando i pochi superstiti in strutture protette per consentire la riproduzione artificiale.
In un centinaio di anni, le donne sono riuscite a ricostruire una società unisex priva di violenza e di odio, portando la pace sul pianeta.
Jessi è nata in una delle città ricostruite, e in vita sua non ha mai visto un uomo vero, fortunatamente. La sua vita è perfettamente tranquilla e sicura.
Ma quando un giovane Donatore Genetico scappa dal centro di Procreazione e la prende come ostaggio tutto crolla. Costretta a seguire il fuggiasco nei boschi si ritroverà a vivere a stretto contatto con il suo aguzzino, che tuttavia si mostrerà completamente diverso da quello che Jessie si aspettava. E scoprirà la verità. Il governo nasconde qualcosa,un segreto oscuro e imperdonabile.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Oggi sarà un giorno orribile, me lo sento. Il mio compleanno.

Lo so che normalmente la gente impazzisce per i compleanni, ma io davvero non ce la faccio a essere allegra in questa giornata. Per me, da che ho memoria, compleanno è sinonimo anche di inquietudine e senso di colpa.

Perché si da il caso che il giorno della mia nascita è stato anche quello in cui il mio fratello gemello -che ha avuto la sfortuna di nascere con un cromosoma Y invece che X-è stato soppresso. Lo so che non è colpa mia, eppure mi chiedo sempre chi abbia deciso , lassù in cielo, quale bambino dovesse vivere e quale morire. Sarei potuta essere io.

È stato proprio un colpo di sfortuna, perché ad una prima ecografia, sembrava che entrambi i feti fossero femmine, e quindi la ginecologa non si era preoccupata di procedere all’aborto del feto maschio. Quando al parto si sono resi conto dell’errore, c’è stata una piccola disputa, sul futuro del bambino, o almeno così mi ha raccontato mia madre. Volevano valutare la possibilità di affidarlo al centro per la procreazione, dove sarebbe stato allevato e cresciuto come donatore genetico.

Ma la sfortuna si era proprio accanita contro il mio gemello.

Ad un test sul DNA gli hanno trovato una predisposizione genetica al diabete.

Non era sicuro che si sarebbe ammalato, aveva solo una maggiore probabilità di sviluppare la malattia rispetto alla popolazione generale, ma questo difetto lo rendeva inutilizzabile come donatore. Quindi non avevano avuto alternative.

So che è giusto così, eppure ogni anno in questo giorno mi sento triste.

L’unica cosa davvero positiva è che da domani, a sedici anni compiuti, mia madre mi porterà dall’endocrinologa, per farmi prescrivere la pillola rosa.

Julia è molto invidiosa di questo.

Perché prendere la pillola è il segno definitivo di essere entrata nell’età adulta.

E anche perché finalmente potrò dire addio ai dolori di pancia mensili, ai brufoli e alle mestruazioni.

Ovviamente non è quella, la funzione principale della terapia ormonale.

Lo scopo primario è quello di eliminare il bestiale e degradante desiderio sessuale che in natura spingerebbe la donna alla ricerca del partner.

Ma ovviamente, grazie alla tecnologia di riproduzione in vitro, questo non è più necessario.

Quando una donna decide di avere una figlia, non deve far altro che interrompere l’assunzione della pillola e recarsi presso il centro di procreazione più vicino.

Spero tanto che anche gli strani pensieri che mi tormentano ultimamente, soprattutto di notte, siano frutto dei miei ormoni impazziti.

Almeno la pillola li potrà eliminare completamente.

Anche il mio rendimento scolastico migliorerà.

Studi recenti hanno dimostrato che l’assunzione della terapia migliora considerevolmente la capacità di concentrazione e l’efficienza lavorativa, nonché la vita di relazione.

Mi lavo la faccia e dopo essermi vestita e pettinata mi fiondo di sotto in cucina per la colazione.

La mamma è seduta al tavolino già vestita in uniforme.

Delle profonde occhiaie le solcano gli occhi stanchi mentre legge dei fogli che riconosco essere rapporti di polizia macchiati di caffè.

“Buongiorno!”

Afferro una ciambella con la glassa e mi siedo di fianco a lei, che alza il viso come se mi avesse notato solo in quel momento.

“Oh ciao tesoro! Scusa è stata una nottata di inferno!”

Si alza per stamparmi un bacio sulla guancia. “Buon compleanno!”

Le sorrido e noto quanto appaia sciupata e preoccupata.

Molto strano, visto che non ci sono quasi mai grossi crimini o problemi in città. Qualche furto, evasioni fiscali, molto raramente crimini più gravi.

Gli omicidi, le risse e le violenze si sono praticamente estinte rispetto ai tempi prima della Guerra e della Coalizione.

Mi sono sempre domandata come mai, e mia madre mi ha sempre risposto che il testosterone spingeva gli uomini a compiere le imprese più nefande.

Proprio per questo la sua successiva affermazione mi fa ghiacciare il sangue nelle vene.

“Pare che ci sia un uomo in libertà.”

Lo dice lentamente, come se anche lei non credesse a quelle parole, la voce carica di apprensione e paura.

“Cosa?! Come è possibile?” 

“A quanto pare è scappato dal centro di procreazione di CarsonVille. Non si hanno sue notizie dalle undici di ieri mattina.”

Sono sbigottita. Non era mai successa una cosa simile. Non mi era neanche mai passato per la mente che potesse succedere.

I centri di procreazione sono stati ricavati da vecchie basi militari e carceri di massima sicurezza e gli uomini sono tenuti sotto alta sorveglianza.

“Non aver paura, piccola. Per fortuna si tratta di un individuo ancora giovane, appena diciottenne. Difficilmente avrà la prestanza fisica e intellettuale per risultare pericoloso.E sono certa che lo acciufferemo prima di notte.”

Guardo la ciambella morsicata nel mio piatto, ma improvvisamente mi è passato l’appetito.

 “Vado a scuola, devo passare a prendere Julia questa mattina.” Esclamo mentre mi alzo dal tavolo.

“Stai attenta! Non fare la strada dietro il cimitero o altre strade poco trafficate ok?” mi grida la mamma mentre afferro lo zaino e mi fiondo fuori di casa. La sua preoccupazione mi pare eccessiva, ma preferisco non contraddirla.

Non appena Julia mi apre la porta di casa, leggo dalla sua espressione agitata che sa già tutto.

Passiamo l’intera durata del tragitto verso la scuola a parlare del misterioso fuggitivo.

Come diavolo aveva fatto ad evadere?

Julia aveva un paio di ipotesi interessanti che includevano un cucciaino da dessert e delle corde fatte con lacci da scarpe.

Varcata la soglia di scuola, ci  rendiamo subito conto che la notizia ha sconvolto e messo in agitazione tutta la scolaresca di CarsonVille’s Highschool.

Ovunque mi giri non sento altro che bisbigli, ora terrorizzati e ora eccitati.

Non distinguo bene i discorsi, ma le parole “Evaso” “Terribile” e “Pazzesco” ricorrono a una velocità impressionante.

Un paio di ragazzine del primo anno sono addirittura in lacrime.

Tutto questo mi sembra eccessivo, ma devo ammettere che la notizia ha turbato profondamente anche me.

Non ho mai visto un uomo vero, grazie al cielo, se escludiamo le vecchie fotografie sui libri di storia, inquetanti immagini di soldati vestiti con completi verde e marrone, armati di mitra e kalashnikov.

Fanno molta paura in quelle foto, e adesso che so che uno di loro è libero, ho paura. Eppure, anche se mi vergogno ad ammetterlo, sono anche incuriosita e stranamente su di giri. Non era mai capitato nulla di così eccitante nella nostra piccola e tranquilla città.

A lezione di Inglese non riesco a concentrarmi, ma sembra che io non sia l’unica. La signora Wilson pare essersi rassegnata al fatto che per quel giorno non sarebbe riuscita a ottenere molto della nostra attenzione, anzi, sembra lei stessa distratta e nervosa, anche se cerca in tutti i modi di nasconderlo dietro a una sorriso falso e ostentato.

Finita la lezione squilla la campanella e tutte ci riversiamo nei corridoi come uno sciame di api affaccendate. Julia mi offre un pezzo della sua brioche e mi fa segno di seguirla nella palestra. Non ne capisco il motivo ma la seguo.

Arriviamo nel locale deserto dove di solito ci alleniamo a pallavolo e ci sediamo sugli spalti.

“Ti devo assolutamente parlare.” I suoi occhi sono vividi di eccitazione , mentre si guarda in giro per controllare che  la palestra sia effettivamente deserta.

“Che c’è? Hai qualche altra teoria sull’evasione?” scherzo io, perché voglio alleggerire questa atmosfera di mistero e cospirazione che non mi piace.

“No. Non è questo, è che devo assolutamente farti vedere una cosa.”

Così dicendo tira fuori dalla tasca un foglietto spiegazzato.

“Che cos’è?” Domando incuriosita,ma quando vedo quello che effettivamente c’è stampato sul foglio, vengo assalita dalla paura e soffoco un conato di nausea.

Sulla carta patinata di una rivista c’è la foto di un uomo. È giovane, ha la pelle pallida, e i capelli neri. Il suo viso è strano, la linea della mascella è dura e marcata e il taglio degli occhi è molto diverso da quello a cui sono abituata.

Ma quello che subito cattura la mia attenzione sono gli occhi dalle iridi color ghiaccio.

Ma non è il loro colore che mi colpisce, quanto la loro espressione, un’abisso  di tristezza, dolore e rassegnazione, che non avevo mai visto in nessuna altra foto che ritraesse un soggetto maschile .

 Il cuore mi pulsa veloce nel petto.

Sicuramente è per la paura, anche se in effetti non mi sento tanto spaventata. Sono più… scioccata.

“Incredibile vero? È davvero bello!” sussurra Julia ammirando la foto.

Invece di risponderle le chiedo subito come abbia avuto la foto.

“è su tutti i giornali! Stanno facendo girare questa foto segnaletica nel caso qualcuno lo identifichi! Non è assurdo? Con chi vuoi che lo si possa confondere? È l’unico uomo del paese a piede libero!”

Mi mordo le labbra mentre guardo pensierosa il ritratto.

Mi fa paura e mi attrae allo stesso tempo.

Effettivamente, come dice Julia sembra molto bello,ma questo era scontato, perché i donatori genetici sono selezionati minuziosamente sia dal punto di vista intellettuale che fisico.

Se vogliamo delle figlie belle, sane e forti, abbiamo bisogno di donatori belli ,sani e forti.

Il ragazzo della foto tuttavia supera di gran lunga ogni mia aspettativa di bellezza maschile, e se non fosse per quell’espressione disperata sul volto, potrei dire tranquillamente che sia il più bel ragazzo che io abbia  mai visto (ovviamente se si tiene conto del fatto che la mia esperienza al riguardo si limita alle illustrazioni sui libri di scuola).

“Chissà come sarebbe baciare lui…” bisbiglia Julia ridacchiando.

 “Se ti sentissero  dire queste cose!” esclamo indignata, anche se non so se sto rimproverando la mia amica o me stessa, perché i miei pensieri stanno viaggiando sulla stessa linea d’onda.

Arrossisco di vergogna.

È proprio vero quello che mi dice sempre la mamma.

Gli uomini possono davvero degradarci.

Guarda che trambusto ha gettato nella mia vita questo ragazzo in poche ore, e non lo conosco neanche!

“Sei proprio una noiosona lo sai! Era tanto per dire! Figurati se potrei mai baciarlo! Se lo vedessi davvero scapperei a gambe levate!”

Già, è proprio quello che farei anche io.

Non ci si può fidare di un uomo, neanche se giovane.

Purtroppo la loro natura è crudele e meschina, bramano il potere e non esitano a prendersi con la forza quello che vogliono.

 “Ma parlando d’altro… indovina che cosa ho in tasca!” esclama Julia ridacchiando e tirando fuori un pacchettino argentato dalla borsa.

“Dai! Avevo detto niente regali fino alla festa!” protesto debolmente con il sorriso sulle labbra.

“Questo lo devi aprire assolutamente prima! E per prima intendo…ora!”

Il suo tono entusiasta non ammette repliche, quindi mi accingo a sciogliere velocemente il nastrino di raso nero, prima che suoni la campanella.

La carta mi scivola per terra rivelando una catenina di argento lucente.

“Oh! È bellissima!” esclamo commossa accarezzando il medaglione a forma di cuore.

“C’è incisa la data di quando ci siamo conosciute, ricordi?”

Come potrei dimenticarlo? Eravamo in prima elementare e alcune ragazzine terribili mi avevano rubato  il sacchetto del pranzo.

Julia si avvicinò e mi disse “Se ti do la mia mela la smetti di piangere?”

Così nacque la nostra amicizia, sembrano passati secoli.

“Grazie Julia è il regalo più bello che io abbia mai ricevuto.”

“Esagerata! È solo un pensiero.” Balbetta lei imbarazzata.

“Lo indosserò subito. Aiutami.”

Mi sollevo i capelli mentre Julia mi aggancia il moschettone.

In quel momento suona la campanella e non posso fare a meno di sbuffare. Mi aspettano due ore di chimica con la professoressa “Bassotto”-così soprannominata per la strabiliante somiglianza del suo viso con l’anonima  razza canina-.

“Che palle… ho il compito in classe di storia” sbuffa Julia mentre usciamo dalla palestra facendo scricchiolare le suole delle scarpe sul parquet lucido.

“Prenderai un dieci, come al solito. Ah, ricordati che ci vediamo stasera alle otto! Mamma va in centrale e potremo festeggiare come si deve!”

“Non vedo l’ora!”

Mi schiocca un bacio in aria e ci separiamo. Che seccatura avere le lezioni separate.

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Ringrazio di cuore Lyu Chan per aver letto e commentato il mio primo capitolo, spero che questo secondo capy sia stato di tuo gradimento! :)

Purtroppo devo ammettere di essere rimasta un pò delusa dalla scarsità di recensioni (solo 1 a fronte di 66 visite)... forse perchè sono abituata con la mia ff su HP che per ogni capitolo mi regalava sempre almeno un 6-7 recensioni, o forse è proprio la storia che non attira o non è scritta bene, non so.    Spero che le cose cambino altrimenti non credo che avrò l'entusiasmo necessario per  continuare.

Vorrei comunque precisare che questa non è una storia sessista, ma avrà invece un messaggio di uguaglianza e parità (non sono solo gli uomini a essere violenti, anzi !) , e questo messaggio verrà fuori durante lo svolgimento.

Ringrazio comunque chiunque vorrà leggere o commentare, a presto! :)



  
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