CAPITOLO
QUINDICESIMO
Trascorrevano i giorni ed Harry
continuava ad invitare
Janet a casa sua per ritrarla nel pomeriggio, mentre la mattina era
occupato al
negozio d'antiquariato. Si avvicinava la tanto attesa mostra e intanto
Janet
sembrava cambiare il suo comportamento di giorno in giorno: sembrava
più
distaccata. Harry non diede molto peso al cambiamento e
continuò a pensare solo
la data della mostra : 15 Novembre. Poi la sera del 20 Ottobre,
successe
qualcosa di straordinario ed inaspettato...Non gli fu chiaro se stesse
vivendo
un sogno o meno, ma nella cucina gli apparve Owen. Colto da stupore
misto a
paura, gli restò distante chiedendosi se stesse sognando.
- No, Harry: sono proprio qui.- rispose il vecchio con
molta tranquillità.
- Ma come è possibile? Tu sei morto!- gridò Harry
cominciando ad avvicinarsi.
- Sono qui per avvisarti di una cosa.
- Ma cosa...?- continuò a stupirsi il pittore
sgranando gli occhi.
- Devi dimenticare Janet: ti farà soffrire.- rispose
Owen con lo stesso tono in cui in vita gli dava consigli da padre.
- Cosa? Ma non la conosci neanche, come puoi dire una
cosa simile? E poi tu non dovresti neppure essere qui...!
- Ricorda quello che ti ho detto: dimenticala, non è
quella che credi!- ripeté Owen iniziando a dissolversi.
Dopo lo strano episodio Harry svenne e cadde per terra
e al risveglio non ricordò se fosse stato sogno o
realtà. Il giorno dopo si
fece convinto che avesse fatto solo uno strano sogno e cercò
di non pensarci,
anche perché non capiva come il locandiere potesse parlare
male di Janet. Come
ogni mattina si recò al negozio d'antiquariato e
iniziò il suo lavoro. Tuttavia
non riuscì a distrarsi e, anzi, suppose che infondo Janet
poteva anche non
essere come appariva, visto che non sapeva molto di lei. Non fece
più molto
caso a cosa era successo e soprattutto a chi gli aveva detto quelle
cose su
Janet, ma a quello che aveva detto il suo vecchio amico: “non
è quella che
credi”. Cominciò a pensare i motivi
più svariati per cui Janet potesse
fingere: forse era ricercata, una latitante o un'assassina, una ladra
interessata
a rubare i suoi quadri se avessero acquisito un certo valore...
Ma poi ripensò i
suoi splendidi occhi: gli erano sempre parsi lo specchio della sua
anima, così
limpidi e sinceri...Come poteva riuscire a mentire senza manifestarlo?
- Qualcosa non va ?- chiese improvvisamente Charlotte
notandolo molto pensieroso.
- Come?- disse lui riprendendo a pulire gli oggetti.
- Ho capito...come si chiama?- esclamò Charlotte
intuendo che stesse pensando a una donna.
- Non mi va di parlarne scusa...- rispose Harry seccato.
- Comunque ho fatto centro, vero?- continuò la donna.
Harry
rispose solo facendo cenno di si con la testa e continuò a
fare il suo lavoro.