“
Allora signori, occhi aperti e nervi saldi” disse
Moody zoppicando. Io e James stavamo dietro di lui. Marciava intorno
all’orfanatrofio, come per perlustrare il campo in cerca di
bombe.
“
Questi Babbani… chiunque potrebbe venire ad uccidere
chi vuole e nessuno se ne accorgerebbe… e poi dicono che
sono pazzo…” sussurrò
più tra sé e sé che a noi. Guardai
James con una faccia interrogativa. Egli
cercava di trattenere le risate.
“
Signor Moody, dove ci possiamo fermare?” domandò
vedendomi ansimare per stare dietro al mago.
“
Fermare? Signor Potter, lei ha intenzione di
fermarsi? Dobbiamo perlustrare la zona!” esclamò.
“
Sì, ma…
“
Niente storie! Ad ogni modo” disse guardandomi. “
La
signorina Evans è un po’ troppo fragile per stare
al passo con noi. Quindi
direi di accamparci qui almeno per un po’” disse
montando la tenda. Entrammo
nella tenda, quattro volte più spaziosa di una tenda
Babbana. Era provvista di
un tavolo e dei divanetti. Moody si sedette su una sedia di legno. Noi
lo
imitammo.
“ In
realtà è ancora troppo presto per essere
attaccati. Diciamo che tra un oretta dovremmo fare dei turni di
guardia.
Allora, ragazzi, come vi è sembrato il campo di
battaglia?” chiese. Mi sembrava
un reduce dalla guerra civile. Lo guardai sospettosa.
“ In
che senso…?
“
Questo sarà il nostro campo, signorina Evans. È
il
nostro territorio. Dobbiamo perlustralo e conoscerlo benissimo per
avere un
vantaggio sui nemici!
“ Ma
quali nemici?” chiesi sconcertata.
“ I
Mangiamorte!” esclamò.
“
Oh… sì… ma adesso non
c’è nessuno…” osservai. Lui
si
alzò.
“ Mai
sottovalutare il nemico! Vigilanza costante,
ecco come la penso io! E ora vado a controllare che sia tutto
apposto!” decretò
uscendo. James era allibito.
“
Quello è pazzo, te lo dico io…”
sussurrò. Annuii
scandalizzata quanto lui.
“ A me
fa paura, lo ammetto…
“
Bhè, è amico di Silente. E dobbiamo fidarci del
giudizio di Silente, no?” chiese sorridendo. Ok, forse non ne
ero così
convinta. Ritornò nella tenda pochi minuti dopo.
“
Signor Potter, è il suo turno!” disse rientrando.
James prese la bacchetta.
“
Bene. Devo solo stare fuori, giusto?
“
Giustissimo. Ora vada” disse. In effetti ero
terrorizzata al pensiero di dover stare da sola con Malocchio Moody. Ma
presi
il coraggio da non so bene dove.
“ Lei
conosce bene il professor Silente?” chiesi
impertinente. Lui mi guardò con il suo occhio ronzante.
Decisi di domare la mia
paura stando ferma immobile.
“
Sì, lo conosco bene” disse. Io abbassai lo
sguardo.
Improvvisamente sentii un radicale cambiamento all’interno
della tenda. Un
cambiamento di aria che tirava.
“
Sai… come mi sono fatto queste cicatrici?” chiese.
Io scossi la testa.
“ I
maghi Oscuri… ho dedicato tutta la mia vita a
darli la caccia… e Silente questo lo sa bene visto che mi ha
aiutato in
parecchie situazioni” aggiunse. Il suo tono sembrava
addolcito.
“ Lei
è un Auror?” chiesi. Lui annuì.
“
Sì… ma non mi ritengo soddisfatto delle scelte
del
Ministero” disse solennemente.
“
Ma…
“ Ma
un corno. Infiltrati, spie, talpe. Il Ministero
non è un posto sicuro per lavorare al giorno
d’oggi. Voi invece cosa avete
intenzione di fare?” chiese. Arrossii.
“
James ha abbastanza soldi per… insomma, per vivere
nel migliore dei modi senza lavorare… o almeno
così mi ha detto… e adesso
l’unico obiettivo è quello di aiutare
l’Ordine!” esclamai convinta. Moody mi
guardò di nuovo. Stavolta feci caso più al suo
occhio buono che a quello
magico.
“
Ottima scelta, davvero. Ah, la gioventù… a essere
io
ancora giovane…” disse. James rientrò.
“ Non
c’è nessuno, ho controllato bene,
nell’orfanatrofio tutte le luci sono spente, nessuno
è sveglio!” aggiunse.
Moody riprese a parlare in modo arcigno.
“ E
beati loro! Perché noi dovremmo stare tutti
svegli!” esclamò. E passammo così la
notte. Tra turni e momenti in cui
sonnecchiavo senza alcun ritegno con la faccia sul tavolo. Quando
Malocchio
usciva a controllare, James mi faceva compagnia abbracciandomi, ma non
osando
chiudere gli occhi. La serata la passammo così. Ma era il
nostro turno. E
dovevamo rispettarlo.