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Autore: Duchannes    21/09/2012    4 recensioni
"Era come una lotta interiore, tra la mia testa e il mio cuore, gridavano cose diverse, pensieri diversi e io non riuscivo a stare più al passo, perché tutto questo mi faceva male, perché avevo bisogno di lui, ma non potevo per il suo bene… era contraddittorio eppure era un ragionamento adulto, ed era quello che dovevo fare.
L’istinto va seguito, ma non sempre, perché non è razionale, può portarci a sbagliare e io non potevo sbagliare, non nei confronti di quella persona che amavo.
Sì, perché io lo adoravo, lo adoravo con tutta me stessa, era il mio sorriso, la mia felicità, il mio sole personale, era come se il sole si fosse spento, più nessuna traccia di lui e tutto intorno restava freddo …e vuoto…come il ghiaccio."
Ian Somerhalder/Nina Dobrev/Joseph Morgan.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sospirai trascinando la valigia, ero così stanca che potevo addormentarmi sulle scale da un momento all'altro.
Le pensate geniali di Jos erano davvero pessime, avevamo deciso di passare prima una settimana alla sua casa a New York per starcene da soli e poi saremmo tornati dai miei, visto che ci tenevano tanto a vederci da fidanzati.
L'unico problema era che non solo il volo era per le due di notte, in più Jos da diavolo tentatore quale era non mi aveva fatto chiudere occhio ed io ero esausta e con delle occhiaie da paura.
Eravamo appena scesi dall'aereo, indossavo un paio di occhiali scuri e trascinavo la valigia, Jos che stava superando i controlli in un attimo mi fu di fianco sorridente, non sembrava per niente stanco.
Si avvicinò rubandomi un bacio veloce e poi si avvicinò a un ragazzino, gli diede delle banconote prima che questo ragazzino prendesse le nostre valigie.
Lo guardai confusa, corrugando le sopracciglia "Perchè?"
Sorrise avvicinandosi "Perchè sei stanca morta amore." disse prima di afferrarmi tra le braccia e dirigersi al nostro taxi.
Arrivammo a casa dopo non molto tempo, aprì la porta con uno smagliante sorriso “Benvenuta nella mia umile dimora.” Disse facendomi segno di entrare.
Sorrisi dicendo “Sei sicuro che vuoi invitarmi ad entrare? Potrei essere un vampiro che muore dalla voglia di succhiare il tuo sangue.”
Mi guardò offeso “Andiamo stai parlando con Klaus ragazzina, sono un ibrido.”
Alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa “E anche molto presuntuoso.” Dissi entrando con le mie due valigie che poggiai all’ingresso.
Jos accese un paio di luci mostrandomi una casa per niente umile, l’ingresso era molto grande e anche molto semplice, il pavimento era ricoperto di parquet in legno scuro, le pareti erano bianche con delle sfumature particolari.
A pochi passi dalla porta anch’essa in legno scuro si apriva uno stretto corridoio che girava a sinistra.
Lo guardai interrogativa e lui scosse la testa sorridendo “Su forza non siamo in una fortezza, non ti perderai.” Disse ironico cominciando a percorrere il corridoio.
Lo seguii ammirando i quadri che erano disposti sulle pareti, erano sobri, ma allo stesso tempo davano un tocco di colore alle pareti chiare.
Il corridoio portava in una stanza abbastanza ampia, alla mia sinistra infondo c’era una cucina moderna, completamente bianca con decorazioni in acciaio, poco distante dalla cucina c’era un tavolo trasparente con delle sedie.
Alla mia destra c’era un divanetto anch’esso bianco, un divano a tre posti decorati con tanti cuscini colorati che fornivano un tocco di colore a tutta la stanza.
Dietro il divano c’era un grande quadro colorato che riconobbi subito, era un’opera di Monet ed era davvero bellissima, mi avvicinai accarezzando la tela e sentii Jos ridacchiare “Andiamo Nina sei davvero stupita da quello che trovi in casa?”
Mi voltai sorridendo “Sì non mi aspettavo tutto questo buongusto nell’arredare una casa di passaggio.”
Lui scosse la testa poggiando il cellulare e le chiavi su una mensola “E’ qui che ti sbagli, non è una casa di passaggio, quando non sono impegnato con il lavoro io torno qui. Qui è dove vivo davvero, quando siamo in vacanza non torno a casa dei miei, torno a casa mia.”
Lo guardai seguendo perfettamente ogni singola parola “Quindi vuoi dirmi che preferisci startene qui tutto solo?”
Ci rifletté un attimo prima di dire “Qui ho degli amici Nina, non sono mai solo quando ci torno.”
Feci spallucce “Non posso capire, non ho nessuna casa per me stessa, insomma abito con i miei perché è lì che a me piace stare quando ho un po’ di tempo libero, tutto qui.”
Annuì prima di dire “Non voglio che tu pensi che io non sia legato alla mia famiglia, io li amo con tutto me stesso, ma sono anche un solitario, mi piace godermi la tranquillità di una casa vuota, dove posso fare tutto quello che voglio, tutto qui.”
Annuii guardandomi intorno, ero curiosa di vedere il resto della casa, di fianco alla cucina c’erano dei gradini che portavano di sopra, mi sorrise quando capì dov’era diretto il mio sguardo e disse “Forza vai ad esplorare il resto della casa.”
Sorrisi felice come una bambina a cui si dà un gelato e salii le scale, queste si affacciavano direttamente sulla camera da letto di Jos, c’era un grosso letto al centro della stanza con delle lenzuola bianche, dei comodini ai lati del letto e a sinistra una grande libreria bianca.
Di fronte al letto c’era un grande televisore e di lato una porta che portava sul terrazzo.
Mi avvicinai alla libreria accorgendomi che i libri erano disposti in ordine alfabetico, era tutto rigorosamente sistemato, era un altro aspetto che mi sorprese, infondo non conoscevo Joseph così bene, non sapevo che  fosse appassionato di arte e cultura e questo mi faceva capire quanto mi fossi soffermata poco a capire di lui.
D’un tratto tutta la stanchezza volò via, avevo voglia di fargli delle domande, di sapere tutto quello che non avevo mai capito di lui.
Sentii dei passi dietro di me e vidi Jos avvicinarsi “Eh si…è la mia collezione personale, adoro alla follia tutti questi libri, questa è una libreria dei preferiti, qualsiasi libro che non mi è piaciuto è messo nei cassetti in basso.”
Mi voltai verso di lui affascinata “Erano tante le cose che non mi aspettavo sai…non avrei mai creduto che tu ti intendessi di arte o di libri.”
Mi guardò corrugando le sopracciglia “Devo offendermi?”
Sorrisi avvicinandomi a circondargli i fianchi con le braccia “No, è che… ho scoperto un Joseph completamente diverso e mi piace.”
Sorrise sulle mie labbra “Un punto in più per l’ibrido..” disse catturandole dolcemente.
Mi staccai annuendo mentre lui con una mano accarezzava i miei capelli “Lo sai che ti amo vero?”
Lui mi fissò serio “Sai che ogni volta che lo dici sento il mio stomaco stritolarsi? Mi sa che sono innamorato perso.”
Sorrisi a quell’affermazione “Voglio che questo continui per il resto della vita Jos, mi giuri che non smetteremo mai di amarci?”
Incrociò le nostre mani estremamente serio “Giuro di amarti per l’eternità Nina, giuro che sarò sempre perso per te, non potrebbe essere altrimenti.”
Annuii catturando le sue labbra, lo amavo davvero, con ogni fibra del mio corpo, era come se avessi trovato quello che ho sempre cercato, l’amore della mia vita.
Gli sorrisi chiedendo “Quante di loro sono state in questa casa?”
Lui scoppiò a ridere scuotendo la testa “C’è stata solo Jane…” disse con una smorfia.
Improvvisamente il ricordo di quella sera mi folgorò, era stato lì che probabilmente avevo cominciato ad amare Joseph.
 
FLASHBACK
Ero seduta sui gradini dell’hotel e aspettavo che Paul tornasse con una buona cioccolata calda, l’inverno era arrivato e faceva molto freddo, per questo mi strinsi nel mio cappotto tremando.
Mi voltai verso destra con lo sguardo e vidi Joseph appoggiato ad un muretto che fumava una sigaretta, non mi ero neanche accorto che fosse lì.
Era nuovo del cast e ancora non l’avevo conosciuto  a fondo, ma avevo una gran curiosità che mi spingeva a capirlo, era una persona enigmatica, ma c’era qualcosa in lui che mi attraeva.
Mi avvicinai con un sorriso stampato sulla faccia “Ehilà.”
Lui si voltò verso di me sorpreso e accennò a un mezzo sorriso.
Capii al volo che non era dell’umore adatto, così mi stritolai le mani imbarazzata “Scusa… mi pare che non è un buon momento, mi dispiace.” Dissi dandogli le spalle per allontanarmi.
Lui di tutta risposta mi afferrò la mano sorprendendomi, mi voltai verso di lui guardandolo negli occhi, erano lucidi e sofferenti, stava soffrendo per qualcosa “No resta, mi dispiace ma non è una buona serata.”
Mi appoggiai al muretto di fianco a lui “Be sai quando sono arrabbiata ci sono alcuni modi in cui li sfogo, il primo è quello di fumare tutto il pacchetto di sigarette, ma cerco di farlo poche volte o morirò di cancro e quindi se un po’ ci tieni alla tua salute e alla mia, evitiamolo.” Dissi facendolo sorridere, poi continuai “Il secondo è quello di sfogare tutto con Paul e direi di evitare anche questo, stasera avrà da fare con Torrey. Il terzo è rimpinzarmi di caramelle gommose, che è perfetto, ma siamo attori, dobbiamo mantenere la linea, quindi evitiamo anche questo. Il quarto è quello di ubriacarsi… ma direi che considerate le riprese di domani mattina, è da evitare anche questo…forse l’ultimo può esserci utile.”
Mi guardò incuriosito “E quale sarebbe?”
Gli sorrisi luminosa prendendolo per mano e portandolo con me in una stanza dietro l’albergo, aprii la porta e accesi le luci mostrandogli uno dei miei rifugi segreti, questo era quello dedicato ai miei sfoghi, c’era una parete bianca di fronte a noi, con un secchio di pennarelli.
Lo guardai porgendogli un pennarello “Scrivo qui tutto quello che mi passa per la testa, qualsiasi cosa, anche una parolaccia, poi quando ho finito ridipingo la parete, in modo che nessuno possa leggere. E’ un gran sollievo, perché è come se dessi voce ai tuoi pensieri e quelli non ti frulleranno più per la testa.” Conclusi luminosa.
Lui mi sorrise grattandosi la testa, afferrai un pennarello porgendoglielo “Vuoi provare?”
Lui annuì afferrandolo, mentre io scrivevo “Fanculo a tutti gli uomini di questo mondo.” Era stata anche per me una giornata no.
Lui sorrise scrivendo “Fanculo a te, stronza.”
Sorrisi continuando a scrivere, così come faceva lui, dopo circa una mezz’ora si fermò posando il pennarello “Io ho finito.” Disse sedendosi a terra con le gambe incrociate.
Sorrisi sedendomi di fronte a lui “Allora ora puoi anche dirmi cos’è successo se ti va.”
Lui mi fissò per qualche secondo prima di dire “Ero fidanzato da quattro anni…e oggi ho scoperto che la mia fidanzata mi ha tradito più volte.”
Sgranai gli occhi prima di alzare un sopracciglio “Mi dispiace… e non ti voglio dirò tutto quello che si dovrebbe dire in questi casi, che non ti merita ecc… perché sarebbe stupido e inutile.”
Lui sorrise annuendo “Esatto, le persone credono che tu sentendotelo dire poi stia meglio, invece non è assolutamente così.”
Annuii “Come l’hai scoperto?”
Scosse la testa sospirando “Ho trovato un biglietto nella sua borsa.”
Scossi la testa contrariata “E cosa ti ha detto?”
“Niente, mi ha solo fissato aspettando che io scoppiassi, ma me ne sono andato senza proferire parola, ero ferito e non potevo guardarla in faccio un minuto in più.”
Sospirai guardandolo “Stronza.”
Lui annuì tenendo lo sguardo basso “Già.” Disse mentre una lacrime gli scendeva giù per il viso, quella fragilità mi fece vedere oltre l’apparenza, lui aveva davvero un gran cuore che era stato calpestato.
Mi avvicinai abbracciandolo, mentre lui mi stringeva a se sfogandosi.

FINE FLASHBACK.

Fu praticamente in quel momento che vidi la persona meravigliosa che si celava dietro quella maschera di compostezza.
 
*  *  *

Mi sveglia a causa della pioggia che continuava ad infrangersi sul vetro, mi tirai a sedere strofinandomi gli occhi, lì fuori c'era un temporale ed eravamo in pieno giugno.
Sentii le braccia di Jos stringere la mia vita e lo sentii borbottare "Nina torna tra le mie braccia."
Sorrisi per la sua espressione dolce mentre mi risistemava tra le sue braccia e gli lasciavo un bacio a fior di labbra.
Lui mugugnò una lamentela senza aprire gli occhi "Possibile che dobbiamo già svegliarci?"
Sorrisi dando un'occhiata alla sveglia dietro di lui, erano le 10 del mattino, non mi era mai capitato di svegliarmi così tardi, ma Jos come al solito non mi aveva lasciato dormire fino alle quattro e questo mi aveva sfinita.
Sorrisi involontariamente mentre fissavo il piccolo broncio che si era formato sulle sue labbra "Lo sai che sei l'amore mio?" dissi mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso aprendo finalmente gli occhi e lasciandomi ammirare le due pozze azzurre "E tu lo sai che sei il mio?"
Sorrisi dolcemente come ogni volta che lo diceva e catturai le sue labbra in un breve bacio.
Mi staccai dalle sue labbra senza smettere di guardarlo "Sai che piove a dirotto?" dissi mentre le mie labbra si piegavano in una smorfia.
Annuì tenendomi stretta a se "Sì, ha cominciato a piovere mentre noi eravamo in piena attività fisica." disse malizioso.
Gli lanciai un'occhiataccia lamentandomi "Già, non va affatto bene che io non possa dormire di notte a causa tua."
Alzò un sopracciglio di tutta risposta "Chi è che ieri mi ha provocato quando volevo dormire?"
Sorrisi mordendomi un labbro "Certo, ma è stato una volta, sei stato tu a ricominciare le quattro volte successive."
Sorrise facendo spallucce "Non è colpa mia se mi ecciti anche con una misera carezza."
Scossi la testa contrariata tirandomi a sedere "Allora? Cosa faremo oggi?"
Mi guardò per qualche secondo prima di dire "Mmm...potremmo cominciare con una buona colazione...no?"
Lo guardai valutando l'idea, ma prima che potessi rispondere il mio cellulare prese a squillare, lo afferrai vedendo il nome "Ian" che lampeggiava sullo schermo.
Risposi subito "Ian.." dissi sorpresa da una sua telefonata.
Sentii qualche minuto di silenzio e un sospiro "Come stai Nina?"
Mi rilassai subito al suono della sua voce "Bene e tu?"
Sentii un altro sospiro e poi la sua risposta "Mi manchi...sto impazzendo senza il tuo profumo, le tue braccia e la tua presenza..."
Quelle parole furono un enorme sconforto, non mi dispiaceva il fatto che gli mancassi, era solo perchè sapevo che io gli mancavo non come amica.
Sospirai "Mi manchi anche tu." dissi notando poi l'espressione di Jos che fino ad un minuto fa mi fissava rilassato, mentre ora era piuttosto arrabbiato.
Si alzò dal letto cominciando a vestirsi, prima di sparire dalla stanza .
Lo guardai andare via, mentre la voce di Ian diceva "Devo andare. A presto."
Sospirai riattaccando, di certo non potevamo stare tranquilli, c'era sempre qualcosa che doveva farci litigare.
Mi alzai infilando una sua camicia velocemente e scesi di sotto.
Era seduto a tavola, mentre sorseggiava caffè e leggeva un giornale.
Mi avvicinai cautamente sedendomi di fronte a lui "Jos...vuoi parlarne?"
Lui non si mosse di un millimetro quasi come se non avessi parlato, cosa che mi irritò a morte facendomi sbottare "E' così che reagisci? Quando staremo lontani e ci capiterà di litigare è così che ti comporterai? Resterai in silenzio o cercherai di rimediare?"
Lui alzò lo sguardo seguendo il mio discorso alla lettera prima di spalancare gli occhi "E tu? Adesso gli sei lontana e gli vai dicendo che ti manca, sapendo che lo stai illudendo, quando starai lontana che farai? Ti butterai tra le sue braccia Nina?"
Alzai un sopracciglio contrariata "Sono tua Joseph! Sono maledettamente innamorata di te e anche se con me ci proverebbe Brad Pitt io non cederei, perchè pendo dalle tue labbra, perchè l'unica cosa che ho voglia di fare è starti attaccata, perchè l'unica cosa che voglio fare prima di dormire è stare con te. E non mi importa cosa pensano gli altri o cosa provano gli altri nei nostri confronti, ma permettimi di preoccuparmi di un mio caro amico, quando te ne sei andato l'unico che mi ha seguito ogni secondo per non farmi crollare, è stato lui.
E gli ho fatto credere che da parte mia c'era qualcosa, sono riuscita a capirlo solo dopo che sono ossessionata da te, che ti amo così tanto da star male un mese prima dalla nostra divisione! Allora permettimi di concedergli un mi manchi, perchè credimi dovresti solo ringraziarlo o a quest'ora starei chiusa in albergo a piangere senza di lui e di certo non qui con te.
Gli devi tanto, almeno concedigli questo, sono tua, punto." dissi tutto con calma facendogli capire il mio stato d'animo, poi senza dargli il tempo di rispondere tornai in camera, avevo bisogno di una doccia.
Appena fui colpita da un getto d’acqua fredda, mi resi conto che era ora di uscire da quella doccia e affrontarlo, mi avvolsi accuratamente in un asciugamano guardandomi allo specchio.
Non ero ancora pronta a parlargli perché ero furiosa per il suo comportamento, non era perché fosse geloso, semplicemente perché lui ancora non si fidava di me, mi aveva ancora chiesto se mi sarei buttata tra le sue braccia e questo mi faceva capire quanto poco avesse capito di me e faceva male.
Non aveva capito quanto lo amassi davvero, da non riuscire a stare con nessun altro e questo mi faceva sentire una fallita.
Sospirai cominciando ad asciugarmi per bene, una volta infilato un semplice pantaloncino di jeans e una canotta di pizzo beige, passai ad asciugare i capelli che al momento erano una massa informe, avevo voglia di renderli ricci com’erano di natura, niente ferro o piastra, solo schiuma e phon.
Anche se non ne ero sicura, riuscirono piuttosto bene, era da tanto che non li facevo e anche se poteva sembrare stupido mi rendeva più me stessa, mi sentivo come se fossi tornata a molti anni prima, non ero una celebrità, semplicemente Nina.
Sospirai uscendo da quel bagno e ritrovandomi Jos che stava riordinando la stanza, mi fermai dall’altra parte del letto aiutandolo a sistemare le coperte.
Appena finimmo tenne lo sguardo fisso su di me “Mi piacciono i tuoi capelli così.”
Annuii tirando un grande sospiro e sedendomi sul letto “Mi dispiace per tutto, credo che non avrei dovuto urlarti contro… siamo adulti e possiamo parlarne da persone civili.”
Fece qualche passo sedendosi di fianco a me “No…dispiace a me per essermi arrabbiato così, quando davvero non ce n’era bisogno. Hai ragione, sono un’idiota perché so bene che tu sei mia, so bene che mi ami e che non pensi a nessun altro, sono solo stato un coglione che si è fatto trasportare dalla gelosia. Scusami amore.”
Sorrisi per le sue parole e gli porsi la mano scherzosa “Pace fatta?”
Sorrise tirando la mia mano e facendomi posizionare sulle sue gambe, mi baciò per un istante che sembrò comunque eterno, prima di dire “E abbiamo avuto il nostro primo litigio da fidanzati, è stato… doloroso, saperti a pochi passi da me e sentire tutto quel silenzio che cominciava a pesare.” Disse roteando gli occhi ripensando a qualche momento prima.
Annuii circondandogli il collo con le braccia “Hai ragione, non litighiamo più amore, la prossima volta parliamoci civilmente va bene?”
Lui annuì di tutta risposta “Allora? Andiamo a fare colazione? Di là ho preparato delle buonissime crepes per farmi perdonare.”
A quelle parole mi illuminai trascinandolo con me in cucina dove l’odore mi invase le narici, sul tavolo c’erano due piatti con le crepes a nutella, una ciotola di fragole, del succo d’arancia e del latte al cioccolato.
Lo guardai sorpresa da quella grande colazione e sorrisi spontaneamente “E’ tutto meraviglioso. Non dovevi, bastava un bacio per farti perdonare.” Dissi lasciandogli un bacio a stampo.
Fece spallucce “Ho voluto addolcire un po’ il tutto, è da tanto che non facevo qualcosa per te.”
Scossi la testa contrariata prima di sedermi sullo sgabello “Jos tu fai tutto anche solo respirando, non devi sentirti in dovere di farmi dei regali o qualsiasi altra cosa, a me basti tu.”
Si sedette di fianco a me sorridendo luminoso “Mi viene quasi da piangere al solo sentirtelo dire.” Disse rapendo le mie labbra e facendo scontrare le nostre lingue.
Ci staccammo cominciando a mangiare la nostra colazione, io mi guardavo intorno ancora incuriosita dal suo modo di essere realmente, avevo tante domande che mi frullavano per la testa  e non vedevo occasione più adatta per rivolgergliele.
Lo guardai per qualche secondo prima di chiedere “Come sono i tuoi genitori? Insomma che rapporto hai con loro?”
Lui continuò a fissare il suo piatto “Vedi sono stati dei genitori molto attenti alla mia educazione, in realtà forse anche un po’ troppo…” disse sorridendo, prima di continuare “Mio padre essendo un finanziere era parecchio occupato con il lavoro, spesso lavorava fuori , era più mia madre che mi seguiva. All’inizio ero appassionato di calcio, cominciai a giocare, ma la mia carriera fu subito distrutta da un infortunio grave al ginocchio che mi portò ad abbandonare del tutto il mio primo sogno. Mi sarebbe piaciuto diventare un calciatore, troppo.” Concluso mimando una smorfia con la bocca.
Masticai l’ultimo pezzo di crepes, prima di versarmi del succo d’arancia “E poi come hai deciso di fare l’attore?”
Mi guardò qualche secondo afferrando il suo latte e bevendone un po’ “Semplice, mi costrinsero a frequentare il corso di teatro per dei punti extra e da lì nacque il mio amore per la recitazione.
Sono molto legato a mia madre, diciamo che con mio padre non sempre vado d’accordo, perché è molto esigente e non mi ha mai detto che ero stato bravo. Forse mi manca anche questo di casa, però non mi lamento.” Disse sorridendo.
Ricambiai sentendo il momento di confidarmi con lui, volevo aprirmi il più possibile “Invece il mio sogno è sempre stato quello di diventare un’attrice, fin da piccola. Recitavo già nei musical da protagonista e colui che mi ha spronato di più è stato mio padre, lui mi diceva che ero perfetta per recitare e per me era una carica prima di salire sul palcoscenico. Poi ad un certo punto ho cominciato a sfilare e lì stavo per rinunciare al mio sogno, prima che mi venisse offerto un lavoro per un film.
Credo che sia sempre stata la mia strada, era il mio destino.” Dissi vedendo Jos profondamente immerso nel mio racconto.
“Bè dovevano pure farci incontrare in qualche modo.” Disse sorridendo e stringendomi a se.
Sorrisi lasciandogli dei baci leggeri sulla sua barba incolta “Resteremo chiusi in casa oggi?”
Non ebbe il tempo di rispondere, perché il suo cellulare cominciò a squillare.
Lo guardai corrugare le sopracciglia e portarsi il cellulare all’orecchio dicendo “Julie…”
Vidi Jos sghignazzare senza capirne il motivo e poi dire “E’ una sbadata, devi dirle qualcosa di importante?”
Lo fissai mentre annuiva a qualcosa che gli diceva Julie e poi poggiò il cellulare sul tavolo dicendo “Julie ha detto che tra tre giorni c’è una convention in Germania, siamo alcuni degli ospiti e quindi dobbiamo prenotare subito un volo per essere lì almeno domani.”
Sbattei le palpebre cercando di mettere al fuoco ogni singola parola del suo discorso, quando registrai il messaggio,  mi alzai sconvolta e corsi in camera da letto “Dobbiamo muoverci.” Dissi sentendo Joseph ridere in lontananza. 



Salve mie care lettrici! 
Le mie scuse per questo ritardo di due giorni non saranno mai abbastanza, MAI! Sono desolata per avervi fatto attendere molto, ma questo è un capitolo importante per me e non avendo molto tempo da dedicare alla revisione, ho dovuto rimandare la pubblicazione, mi dispiace!
Ripeto che è uno dei capitoli che amo di più, perché ci mostra il vero lato di Joseph, come vedete ora ci stiamo concentrando molto sul suo personaggio e il suo vero essere verrà anche mostrato più avanti.
Quel flashback ci mostra i primi tempi in cui si sono conosciuti e ci mostra la fragilità di Jos.
Spero che voi grandi fan di IAN stiate apprezzando quest'uomo, perché è una persona meravigliosa che va amata.
Se non riuscirete ad amarlo anche nel prossimo mi arrenderò, siete imbattibili u.u 
Sono un po' distrutta per le sole due recensioni, ma ormai senza Nian non ci si fa nienteeeeeeee!
Nel prossimo capitolo torna il vostro preferito, siete contente? Farà una grossa entrata in scena, direi che spacca ...nel vero senso della parola ahahah!
A mercoledì PROMESSO <333333333
Love weeeeeeeeeeeeeeee <3
Oggi sono felice, il singolo dei 1D mi è entrato in testa ** Sono meravigliosi!! 
   
 
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