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Autore: Katia R    21/09/2012    8 recensioni
-Quella sera abbiamo cantato a tantissimo! Andrew il giorno dopo voleva ucciderci per le occhiaie!-
-Beh, fortunatamente non siamo rimasti senza voce!-
Poi vedo che riabbassi lo sguardo sul biglietto -È stata una bellissima serata- annuisco e ti guardo. Vedo che riponi di nuovo il mio borsellino dentro la borsa e tiri fuori il tuo portafogli. Sorridi quando vedi qualcosa e poi tiri fuori delle piccole foto. Mi sento mancare quando vedo di cosa si tratta. Io e te, quella sera dopo il concerto. Le nostre stupide foto-tessere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nathan.
-Penso che possiamo smettere di provare la scena. Mi sembra perfetta- dico posando il copione sul tavolino.
-Si, direi di si. Anche perché mi sta scoppiando la testa- dici massaggiandoti le tempie.
Siamo nel tuo camerino e stiamo provando una scena per il prossimo ciak. È una cosa che facciamo spesso, nonostante le battutine di Tamala che ogni volta, come un orologio svizzero compare davanti al camerino con un Jon divertito che le da corda. Non si può avere un po’ di privacy su questo set! Ma d’altronde è questo che rende questo posto così speciale: siamo tutti una grande famiglia. Ci divertiamo tra scherzi e cose varie, non si riesce a stare seri per più di qualche minuto. Certo, capitano anche le giornate dove la serietà è in prima linea, dove sai che non puoi sbagliare altrimenti non finirai più di girare.
-Nate, puoi prendermi un’aspirina? È nel borsellino, dentro la mia borsa- dici, adesso seduta sul divano, ancora a massaggiarti le tempie.
-Certo- apro la borsa e cerco il borsellino. Dio, fosse un’impresa facile! Perché le donne hanno un mondo intero dentro la borsa!?
Finalmente lo trovo -Dov’è l’aspirina?- chiedo.
-Tasca laterale- apro la cerniera e rimango senza parole. Ricordo quel giorno quando mi hai “menzionato” su Twitter dicendomi che avevi ritrovato il biglietto del concerto. Il nostro primo concerto insieme. I Duran Duran. Cavolo. Sono passati quattro anni ma il ricordo è ancora vivido.
-Nathan, ci sei ancora?- chiedi facendomi girare immediatamente, distogliendomi dai miei pensieri. Annuisco semplicemente e ti porgo l’aspirina. Sembri non fare caso al fatto che sono pensieroso. Mi sto chiedendo per quale motivo lo tieni nel borsellino. Perché te lo porti sempre dietro?
Sorrido ripensando a quel giorno.

“Non ci posso credere! Sono i biglietti dei Duran Duran?” - chiese Stana sorridente.
“Si, ti piacciono?” - e sorrisi a mia volta.
“Si! Sai dove posso trovare un biglietto?” - era esaltata. Sembrava una bambina che aveva appena visto una bancarella piena di caramelle. Guardai i due biglietti che avevo nelle mani e poi mi girai verso di lei, ci conoscevamo da così poco, eppure già mi trovavo in perfetta sintonia “Beh, se vuoi possiamo andare insieme! A quanto so i biglietti sono esauriti ormai, ma visto che un mio amico me ne ha gentilmente offerti due… potrei cederne uno a te! Che dici?” - chiesi.
“Davvero? Oh grazie, Nathan!” - esclamò felice, e mi aspettavo che da un momento all’altro si mettesse a saltare sul posto.
“Facciamo che ci troviamo qui e poi andiamo insieme? Sai, sarebbe complicato cercarti in mezzo a tutta quella gente” - dissi facendo una smorfia. Lei ridacchiò e ricordo di aver pensato che quando sorride è ancora più bella. Le si illumina il viso e le brillano gli occhi.
“Allora a domani, Nathan! Grazie!” - esclamò lei salutandomi con un cenno della mano. Alzai anche io la mano per salutarla mentre scomparve fuori dagli studios.

Ricordo che quella sera fui puntuale. E con mia grande sorpresa lo fosti anche tu. Wow! Eri una delle prime donne che non mi faceva invecchiare davanti alla mia auto! Ed eri anche una delle donne più carine che avessi mai incontrato negli ultimi anni. Avevi una camicia addosso. Una camicia che mi fece immediatamente sorridere riportandomi al nostro primo incontro.

“Hey, how are you doing?”* - chiesi guardando quella donna che sembrava stesse litigando con la sua camicia.
“So can you help me out for a second?” - chiese lei dandomi un paio di forbici in mano.
“Sure, do you want to run lines?” - ero un po' perplesso, ma l'assecondai.
“No. Can you cut a straight line?”
“I can try, but I’m not promising anything.” -  buttai il bicchiere di caffé, ormai vuoto, nel cestino e iniziai a tagliare togliendo la parte che non interessava a lei. Sorrisi e le restituì le forbici "Ecco a te!" e lei mi regalò uno splendido sorriso ringraziandomi.
-Stana Katic?- la richiamò una voce dietro di noi.
-Ehm... si?-
-Questo è quello che voglio per lo show!- esclamò l'uomo continuando a guardarci -Tra cinque minuti voglio che proviate una scena insieme!- e si allontanò. Io mi girai a guardarla e aveva la fronte corrucciata. Si girò verso di me e sollevai le spalle -A dopo, allora-.

Sorrido e scuoto la testa. Dio, come primo incontro non era stato niente male! Chi se lo sarebbe mai aspettato che dopo 4 anni saremmo stati qui? Io e te a provare, nel tuo camerino, cercando un minimo di auto-controllo. Perché si, io, Nathan Fillion sono completamente perso di te. Continuo a fare finta di nulla. Continuo a far finta che quegli “eyes-sex” siano solo una cosa dei nostri personaggi. Che quella tensione sessuale che si respira quando stiamo insieme sia frutto della mia immaginazione. Ma dentro il mio cuore lo so. Diamine se ne sono accorti tutti sul set di questo nostro feeling. So che ti ho fatto soffrire nel corso di questi anni, presentandomi ad ogni occasione insieme ad altre donne, ma l’ho fatto solo perché non voglio rovinare tutto. Cosa succederebbe se un domani la nostra relazione dovesse finire?
Ma adesso sto pensando a te, tra le braccia di un altro uomo, e questo mi fa rimanere immobile. Mi scuote dall’interno. Impazzirei, ne sono sicuro.
-Nathan, stai bene?- chiedi e io ritorno a guardarti. Cerco di parlare, e mi rendo conto che ho ancora il borsellino in mano -Hai il biglietto- dico senza pensare. Ti raddrizzi sul divanetto -Ch… Che biglietto?- chiedi.
-Quello del nostro primo concerto insieme. Perché lo porti con te?- ormai che siamo in ballo, non ci resta che ballare. Ti vedo mentre deglutisci e ti mordi il labbro. Dio, non farlo. O il mio auto-controllo andrà a farsi benedire! Sei così dannatamente sexy!
-È un ricordo. Un bellissimo ricordo e così… lo porto sempre con me da quando l’ho ritrovato- dici scrollando le spalle.
-Te la ricordi quella sera?- chiedo accennando appena un sorriso.
-Come potrei dimenticarla!?- dici quasi in un sussurro.


Stana.
Potrei mai dimenticarmi di quella sera, Nathan? Diamine ricordo ogni singolo momento passato con te, ogni nostro sguardo… tutto, Nate.
-Beh, hai indossato la camicia che avevi il giorno in cui ci siamo incontrati!- e io scoppio a ridere ricordando quel momento.
-Grazie a quello ho avuto il lavoro!-
-Per fortuna!- esclami, mentre io mi accorgo di arrossire pur non volendo -Non avrei mai potuto immaginare una Kate Beckett diversa da te- continui con quel sorrisino che mi fa impazzire.
-Oh certo, vallo a raccontare a qualcun altro!- esclamo inarcando entrambe le sopracciglia, cercando di togliermi quel rossore dal viso.
-No, davvero…- dici e mi guardi intensamente -Non so chi devo ringraziare per avermi fatto conoscere te…- ti guardo e deglutisco. No, Nathan. Così non sei d’aiuto! Mi mordo il labbro inferiore, e tu devi esserti accorto di questo mio imbarazzo, tanto che distogli lo sguardo e ridacchi -Insomma, quale persona normale verrebbe a chiederti di tagliarle la camicia?- metto su un broncio divertito -Ehi! Quella camicia non la sopportavo!-
-E allora perché l’hai messa la sera del concerto?- chiedi mentre io mentalmente mi do della “stupida”. Ok, Stana. Tanto lo sa già cosa provi per lui. Insomma, non ci vuole chissà che per capirlo. Su, forza. Un colpo di coraggio e confessagli tutto. Ma proprio mentre sto per dire qualcosa. Tu inizi a parlare -Ricordo che avevi una magliettina leggera di sotto. Sopra, questa camicia tagliata e un jeans nero, attillato. E i tacchi! Dio, come fai a camminare su quei trampoli!- esclami fintamente scioccato. Sorrido e sto per rispondere, ma oggi a tempismo sei messo bene -Scommetto che tu invece non ti ricordi come ero vestito- dici sorridente.
-Maglietta nera con delle scritte bianche e un jeans nero scolorito. Avevi un filino di barba e i capelli pieni di gel. Ti ho trovato molto affascinante- ammetto, ridacchiando.
-Oh, tu non sai cosa ho pensato io quando ti ho visto in quel jeans attillato- e mi fai quello sguardo malizioso che io odio perché mi fa sentire terribilmente in imbarazzo.
-Reach up for the sunrise, put your hands into the big sky…- inizi a cantare.
-Oh, no! Ti prego!- esclamo iniziando a ridere.
-Andiamo, canta insieme a me, Stana!- sorridente.
-You can touch the sunrise, feel the new day enter your life!- concludo il pezzo di canzone, ancora divertita.
-Quella sera abbiamo cantato a tantissimo! Andrew il giorno dopo voleva ucciderci per le occhiaie!-
-Beh, fortunatamente non siamo rimasti senza voce!-
Poi vedo che riabbassi lo sguardo sul biglietto -È stata una bellissima serata- annuisco e ti guardo. Vedo che riponi di nuovo il mio borsellino dentro la borsa e tiri fuori il tuo portafogli. Sorridi quando vedi qualcosa e poi tiri fuori delle piccole foto. Mi sento mancare quando vedo di cosa si tratta. Io e te, quella sera dopo il concerto. Le nostre stupide foto-tessere.

“Ok, pronta? Fai della facce strane!” - e schiacciò un pulsante. I flash ci accecavano e noi cambiavamo posizione in continuazione.
Eravamo appena usciti dal concerto, eravamo sudati, accaldati ma felici. Ci eravamo divertiti tantissimo!
Nathan e io avevamo ballato, saltato e cantato per tutto il concerto. Aveva proposto di andare a prendere qualcosa da mangiare e accettai. Avevo troppo fame dopo il concerto. Così andammo a prendere un panino e lo mangiammo per strada, ridendo e scherzando come se fossimo due vecchi amici. È incredibile il rapporto che si è creato sin dall’inizio tra noi due.
Ci ritrovammo per puro caso dentro quella macchinetta di foto-tessere. Pensava fosse un modo carino per concludere la serata e avere un ricordo di quella fantastica sera sempre con noi. Subito dopo ricordo che ritornammo all’auto.
Accese la radio e cominciammo a cantare, come se fossimo ancora in mezzo a quella folla di scalmanati. Non ricordavo di essermi divertita così tanto prima di quella sera. Mi ha riaccompagnato alla macchina. E prima di lasciarmi andare ci stringemmo in un buffo abbraccio imbarazzato.
Ricordo che quella notte andai a dormire con il suo profumo addosso. Ed ero felice.

-Le ho trovate qualche mese fa, durante le pulizie. Beh, come vedi anche io le porto sempre con me. Perché…- ti fermi e incrocio il tuo sguardo -Perché…?- chiedo esitante, con il cuore a mille.
-Perché è un bellissimo ricordo e perché… quando attraverso un momento “no” mi piace guardarle- ammetti. E io credo che il mio cuore stia battendo troppo forte e voglia uscire dal petto.
-Mi piace vedere il tuo sorriso- dici quasi in un sussurro -Mi aiuta quando vorrei averti vicino ma non ci sei- continui e ormai penso ti sia accorto che io stia trattenendo il fiato.
-Nate…- cerco di dire, ma le parole mi muoiono in bocca.
-Il tuo sorriso illumina la mia giornata. Io…- ti schiarisci la voce e abbassi lo sguardo -Sto cercando di dirti che… sei importante- mi guardi -E che se continui a morderti il labbro in quel modo il mio auto-controllo andrà a farsi benedire e l’unica cosa che farò è baciarti fino a quando non ci mancherà l’ossigeno- e solo in quel momento mi accorgo che mi sto davvero mordendo il labbro e che ho tutta l’intenzione di continuare perché, si, dannazione, voglio baciarti! Non sono baci finti quelli sul set. Io lo so e lo sai anche tu. Come penso tutto il resto della troupe. Ma adesso non siamo Rick e Kate. Adesso siamo Nathan e Stana. Per cui Nate ho intenzione di continuare perché l’unica cosa che voglio è assaggiare le tue labbra senza telecamere intorno a noi.
Quindi Nathan…
-Fallo- dico all’improvviso. Spalanco gli occhi. Non posso credere di averlo detto a voce alta. Alzi lo sguardo e lo punti nel mio. Sei sorpreso quanto me. E io vorrei sprofondare nel divanetto e farmi piccola, piccola. Sto cercando qualcosa da dire, ma non me ne dai tempo. Perché un secondo dopo mi fai alzare in piedi e mi stringi, mettendomi una mano sul fondoschiena. Mi guardi intensamente negli occhi e mi perdo in quello splendido e immenso oceano blu. È un attimo, non ho neanche il tempo di pensare che ti stai avvicinando e sento le tue labbra sulle mie. È un tocco lieve e l’unica cosa sensata che riesco a fare in questo momento è chiudere gli occhi e distendere i nervi. Mi accarezzi lentamente la schiena, quasi per rassicurarmi. Sento la tua lingua solleticarmi le labbra e schiudo la bocca. Le nostre lingue si ritrovano dopo tanto tempo. Si, è vero, ci eravamo già baciati in passato, ma era tutto diverso. Adesso entrambi proviamo qualcosa. Allaccio le braccia intorno al tuo collo, mentre tu mantieni una mano sulla mia schiena e l’altra la fai risalire lentamente fino al mio collo. Sento le nostre lingue cercarsi dolcemente. Il tuo sapore è mischiato con il mio adesso e dalla mia gola esce un suono simile ad un gemito di piacere. Ti stacchi e mi fissi intensamente, mentre con il pollice mi accarezzi la guancia. Le tue iridi sembrano più scure, cariche di desiderio, e io ho paura di sciogliermi da un momento all’altro tra le tue braccia.
-Stana…- sussurri a pochi centimetri dal mio viso -Se non ci fermiamo ora, non riuscirò più a fermarmi. Ti desidero troppo- e queste solo le parole che mi danno il colpo finale.
-Abbiamo un’ora di tempo prima del ciak. Pensi di potercela fare, signor Fillion?- avrei voluto essere sarcastica ma la mia voce sembra quella di una hot-line notturna.
-Farò del mio meglio- riprendi a baciarmi e improvvisamente mi sento sollevare e avvolgo le gambe intorno alla tua vita. Cerchi di raggiungere il lettino, con qualche difficoltà visto che hai appena inciampato. Mi stacco non riuscendo a non ridere e tu fai una leggera smorfia, divertito.
Mi fai sdraiare sul lettino e solo in quel momento capisco cosa stiamo per fare. Sta succedendo davvero e io non riesco ancora a crederci. Sei sopra di me, e mi guardi intensamente. Allunghi una mano accarezzandomi uno zigomo e accenni un sorriso -Sei bellissima- penso di essere arrossita ancora di più perché ridacchi leggermente e annulli la distanza stampandomi un altro bacio -Sei sicura?- mi chiedi tornando serio.
-E tu?- mi accorgo di avere il respiro affannato.
Rimani immobile a guardarmi e muovi le labbra per dire qualcosa. Sento una morsa allo stomaco. Nate, non dirmi che ci stai ripensando, ti prego. Muovi di nuovo le labbra ma non esce alcun suono. Poi quando inizio a perdere le speranze e abbasso lo sguardo, ti sento pronunciare le parole più belle che potessi mai dirmi.
-Ti amo- e il mio sguardo è di nuovo nel tuo. Hai gli occhi lucidi e deglutisci, forse sei spaventato di aver detto qualcosa di sbagliato. Alzo una mano e la poso sulla tua guancia, accarezzandoti dolcemente -Anch’io- dico in un sussurro -Ti amo anch’io- vedo un luccichio nei tuoi occhi e subito dopo hai ripreso possesso delle mie labbra. Chiudo gli occhi e mi lascio andare mentre le tue mani si intrufolano sotto la mia camicetta. Ed in quel momento mi dimentico di tutto. L’unica cosa che sento sono i nostri respiri ansanti, i piccoli schiocchi dei tuoi baci a labbra schiuse lungo il mio collo, il tuo profumo che mi riempie le narici e le tue mani che accarezzano ogni centimetro della mia pelle. E mi sento così dannatamente bene come non mi sentivo da tempo.


Nathan.
Mi abbottono la camicia mentre ti osservo, ancora sdraiata nel lettino, aggrovigliata nelle lenzuola. Sorridi e il tuo sorriso mi riempie il cuore di gioia. Non posso ancora crederci che sia successo. Abbiamo fatto l’amore. Ho provato sensazioni che credo di non aver mai provato con nessun’altra.
Dio Stana, smettila di fissarmi così o ritorno immediatamente a letto con te!
-Peccato tu debba già andare via…- dici mordendoti il labbro. Ok, vuoi uccidermi! Sapevo a cosa andavo incontro! Quel tuo sguardo malizioso mi fa perdere ogni contatto terreno. Mi abbasso su di te, baciandoti dolcemente. Le tue braccia si allacciano dietro il mio collo e di nuovo ci perdiamo dentro il nostro bacio. No, devo andarmene o non uscirò più da questo camerino. Mi stacco -Devo- bacio -andare- bacio -altrimenti non ci stacchiamo più- altro bacio e mi alzo, mentre tu sospiri. Sorrido. Lo so, amore. Lo so che aspettavi questo momento da tanto e che ora non vorresti più staccarti. Ma siamo sul set, e tra un quarto d’ora arriva la truccatrice nel mio camerino. E anche da te.
Mi guardo allo specchio per sistemarmi meglio, mentre tu ti alzi e nuda mi passi davanti per andare in bagno
-Oh, questo è sleale, signorina Katic!- esclamo e tu ridacchi e ti mordi il labbro. Ti fermo per un braccio e ti giro completamente verso di me. I miei occhi scorrono lungo il tuo corpo nudo. La mia mano sale fino al collo e ti attiro verso di me, annullando la distanza e riprendendoti a baciare. La mano scende lentamente fino al tuo fianco e poi…
Ti stacchi e mi guardi -No, Nate. Seriamente, se non esci da questa stanza entro cinque secondi, non usciremo più- e sospiro perché hai maledettamente ragione! Ti stampo un ultimo bacio e mi avvicino alla porta. Mi giro mentre stai andando in bagno e sorrido -Stasera sei tutta per me, però- e abbasso la maniglia, mentre tu mi regali uno dei sorrisi più belli della giornata.
Mi chiudo la porta alle spalle con ancora il sorriso stampato sul viso e…
-Bene, bene! Siamo felici, mister Fillion, eh!- esclama Tamala davanti a me, sempre accanto al suo “braccio destro” Jon.
Dio, neanche Diabolik ed Eva Kent sono così… “diabolici”, come questi due insieme!
-Dammi un motivo per non esserlo- dico tranquillo avvicinandomi.
-Oh beh, hai la faccia post-sex migliore del pianeta!- esclama lei facendomi l’occhiolino. Il mio sorriso si affievolisce e mi schiarisco la voce -Grazie del complimento, ma… io non ho fatto sesso…-
-E cosa stavi facendo in camerino da Stana?-
-Io… ehm… noi stavamo provando!- esclamo preso alla sprovvista. Mer*a!
-Provando? Adesso si dice così?- chiede Jon.
-Ragazzi, insomma… stavamo provando davvero!- esclamo cercando di essere il più convincente possibile. Insomma, sono un attore o no?
-E dov’è il tuo copione?- Tamala mi squadra dalla testa ai piedi e io deglutisco, sperando di non avere niente fuori posto -L’ho dimenticato dentro…-
Continua a guardarmi e sono convinto che troverà qualcosa di sospetto, perché lei è peggio della scientifica sulla scena del crimine!
-Io.. Io devo andare. Tra poco arriva la mia truccatrice!- e faccio per andare via.
-Tesoro, dille che il rossetto ce l’hai già, non ne hai bisogno- dice Tamala con uno sguardo malizioso e divertito. Jon ridacchia e io non capisco.
-Nathan, hai del rossetto. Sulle labbra. Ed è pure sbavato…- sbarro gli occhi. Ma… come!?
Diamine, eppure mi sono controllato davanti allo specchio! Quella donna mi farà morire, lo so già!
-Ehm…-
-Solo… lascia che ti dica questo…- sorride -Era ora!- esclama facendomi l’occhiolino e dopo aver preso Jon sotto braccio, si allontanano.
Bene! Scoperto dopo neanche 10 minuti! Wow! Record mondiale, Nathan! Stana ti ucciderà! In tutti i sensi possibili ed immaginabili!


Mezz’ora dopo esco dal mio camerino, truccato e vestito per entrare nei panni di Rick Castle e… in quel momento tu raggiungi il set. Dio, non posso ancora crederci che meno di un’ora fa eri completamente nuda tra le mie braccia e sussurravi il mio nome nel modo più sexy e dolce del mondo. Mi avvicino, sorridente, e non mi importa di Tamala che continua a guardarci e studiarci.
-Ehi- dico ad un passo da te.
-Ehi!- esclami sorridente. Sprizzi gioia da ogni poro e io non posso che esserne ancora più felice.
-Ho dimenticato…- non mi lasci finire che subito mi porgi il copione.
-Eravamo presi da altro…- dici mordendoti il labbro. Eh no, eh! Adesso intorno a noi c’è troppa gente e non posso baciarti come se fosse al cosa più naturale di questo mondo! Rischierei di provocare infarti collettivi!
-Io credo che Tamala e Jon abbiano capito- dico schiarendomi la voce. Corrucci la fronte e mi guardi perplessa -C’era… c’era del rossetto sulle mie labbra. Sbavato. E poi dicono che ho la faccia post-sex migliore del mondo!- e tu inizi a ridere. Ok, quindi non vuoi uccidermi perché sono stato poco attento? Fffiù! Pericolo scampato!
-Non puoi nascondere niente a quei due, lo sai!-
-Nathan, Stana! Tra poco cominciamo a girare!- esclama Andrew.
-Va bene!- esclamiamo all’unisono e subito dopo ci guardiamo ridacchiando.
-Che ne dici se tu vai a stanare la belva- dico indicando Tamala con lo sguardo -Mentre io chiedo un’informazione sulla scena ad Andrew!?-
Annuisci -Ottima idea. Se non esco salva dalla discussione, sappi che quello che ti ho detto prima è vero- dici sorridente.
-Anche io, Stana- ti guardo andare verso Tamala e sospiro. Poi vado da Andrew.
-Andrew, hai un attimo? Volevo chiederti un consiglio su questa scena…-
-Dimmi pure- dice lui subito, e io gli espongo i miei dubbi. Alla fine troviamo un accordo e gli sorrido -Grazie!-
-Ehi, Nate! Sei allegro, ragazzo!- esclama.
-Oh, si! È una bella giornata!-
-Si, l’avevo intuito quando sono passato per la seconda volta davanti al camerino di Stana- sorride divertito e mi fa l’occhiolino per poi avvicinarsi a Terri. Rimango sorpreso! Dannazione, possibile che già tutto il cast lo sappia?
-Ehi, Nathan!?- mi giro e a guardarlo.
-Si?-
-So… you liked it?- e il mio sorriso si apre ancora di più, perché non mi importa nulla che tutti sappiano già di noi. Non m’importa delle battutine che faranno. Non m’importa di nulla tranne che adesso mi sento bene, sono felice e amo Stana. E lei ama me. Quindi, la mia risposta esce spontanea…
-Yeah- e dopo aver sentito Andrew ridacchiare, mi giro verso di te e i nostri sguardi si incrociano. Stasera ti porterò a cena fuori, e poi staremo di nuovo soli. Parleremo di tutto, amore. Te lo prometto. Non permetterò a niente e nessuno di dividerci ora che stiamo finalmente insieme.
E senza essermene accorto, sono a pochi passi da te, fino a quando non sento di nuovo le tue labbra contro le mie. Non m’importa che ci siano Tamala, Jon, Andrew, Terri e anche Seamus e altri a guardare. In questo momento voglio farti capire che non mi tiro indietro. Che ci sono dentro, Stana. Ti sento sorridere nel bacio, come se avessi letto i miei pensieri, e allacci di nuovo le braccia intorno al mio collo.
Adesso è tutto perfetto.
Adesso siamo un noi.


___

Angolino personale:

*Ho preferito lasciare le frasi in lingua originale, perché non saprei davvero come tradurle XD
Sono frasi di Stana, prese da una sua vecchia intervista!

Il titolo l’ho preso da una canzone che quella sera i Duran Duran hanno cantato durante il concerto: Sunrise. Penso che sia une delle più famose XD
Si, perché… ho trovato la “scaletta” di quella sera! XD ahahah non è da persone normali ma io non lo sono mai stata, per cui nulla di cui preoccuparsi XD

Devo un grazie particolare a Sofy che si è sorbita questa storia in anteprima e che soprattutto, mi ha dato le idee giuste per iniziarla!! : D Grazie interista! :P Con tutto il mio cuore neroazzurro! XD <3
Ovviamente, oltre a dedicarla a lei con cui ho molto in comune, la dedico a quelle “pazze” nuove amiche di twitter che sono delle “pervertite”, delle “pazze” appunto, ma che sono perfette così! Il Castle’s fandom è fantastico… Quello Stanathan è uguale! *ò*
Spero vi sia piaciuta! ; ) accetto qualsiasi commento!
Grazie a chi leggerà e a chi commenterà! <3

STANATHAN IS REAL - *motto del gruppo*
   
 
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