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Autore: Psyker_    21/09/2012    1 recensioni
[Dal capitolo II]
“Sai perché non sono mai scappato prima d’ora?”
“... perché?”
“Per te”
“Cosa...?”
“Non volevo abbandonarti ma adesso che sei con me, niente mi tiene più legato a Kubara”
Il Luthus, quella stessa sostanza che un tempo aveva reso grandi i Maghi, adesso è il motivo della loro rovina. Valerian, l'unico superstite con poteri magici a questa nuova forma di energia presente ormai in tutto il mondo, si ritroverà costretto a intraprendere un viaggio per comprendere il proprio scopo da ultimo mago del Saar.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo di Saar'
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Silenzio. Solo sospiri volteggiavano in quella grotta buia che di tutti aveva ormai rivelato qualcosa. Nessuno riusciva più a pensare, sembravano essere finiti in balia dell’oscurità corrosiva di quelle mura maledette che custodivano il riposo di esseri che andavano ben oltre l’immaginazione dei mortali. Liz tra tutti cercò Valerian tra le macerie, il suo sguardo chiaro, il suo viso giovane ma al contempo fiero, lo cercava senza neppure sapere il perché, sapeva bene di non poter più parlargli, di dover forse scappare, di lasciarlo in quel covo di nulla immerso al centro del mondo. Tutto ciò che la strega aveva sospettavo trovava risposta in una verità che chiunque avrebbe voluto evitare ed in quel contesto di taciti istanti che scorrevano lenti tra un sospiro e l’altro, potevano ben percepirsi la tensione ed i brividi che attanagliavano adesso l’anima dei quattro cacciatori della notte rimasti: avevano combattuto al fianco di un demone, un’entità del male era stata loro vicina ed adesso potevano pensare tremando ad ogni singolo momento in cui aveva parlato loro rivolgendogli una voce dissimulata, forse senza neppure volerlo. Dunque lo vide, era poco distante e forse incosciente, ma in che modo i demoni perdono conoscenza? Camminò verso di lui lentamente, non per coraggio o perché credeva di poter comunque difendersi da ogni eventuale attacco, semplicemente… era Valerian, lo stesso ragazzo che fin dal primo incontro aveva sempre osservato con occhi diversi. Liz l’aveva sentito, lei aveva visto nel riflesso peculiare dei suoi occhi un gioiello prezioso, potente, ma anche maledetto, buio, destinato a qualcosa che non sarebbe stata illuminata dalla bellezza del sole.

“Valerian…”

Lo aiutò a mettersi seduto mentre Danarius indietreggiava ancora sconvolto e Javia osservava la donna con occhi sgranati: non riusciva a capire come potesse avvicinarsi ancora a quel ragazzo che celava dentro di sé tanto male da poter inghiottire tutto il pianeta in un flagello. Strinse i pugni e si scambiò un cenno d’intesa con Naos, aveva visto bene come Seiri avesse perso ogni briciolo di ragione a causa dell’eredità demoniaca… ma non riusciva a non pensare a quanto potere avrebbe potuto offrirgli. No, non l’avrebbe lasciato nelle mani di Liz, se lo sarebbe preso al costo di divenire egli stesso un demone.

“Lontana dall’eredità demoniaca!”

Anche Naos si posizionò pronta per combattere, ma Liz aveva ancora dentro di sé il potere dei quattro Ebrion. Consapevole di essere dunque superiore, si alzò a testa bassa mentre Valerian si riprendeva dalle botte.

“Per quasi vent’anni ho cercato questo essere, per quasi vent’anni ho cercato di riunire le gemme magiche per poter liberare l’antenato di Nefilim… ed ho preso parte a questa guerra al suo fianco, vincendola. Non è curioso?”

Javia sorrise.

“Vincendola? Tu non hai vinto nessuna guerra… hai solo condotto me qui, al centro del rituale per poter infine lasciarmi ogni gloria. Sarà così, che tu lo voglia o no!”

I due scambiarono gli sguardi, l’aria era satura d’energia e quello che rimaneva dei muri venne nuovamente travolto da alcune peculiari fiamme scarlatte: non bruciavano ciò che ricoprivano, il fumo non disturbava e non c’era calore… per nessuno tranne che per Javia che si portò una mano al viso per non respirare quell’aria che sentiva divenire tossica: erano le fiamme di Ebrion rosso!

“Brucerai nelle fiamme sacre… logorato dal potere della MIA gemma!”

Naos aprì una mano e dopo aver pronunciato alcune parole fece comparire un lungo bastone magico con all’estremità una piccola sfera luminosa. Si mise tra Javia e Liz, pronta a combattere.

“Dovrai uccidere me prima di toccare Javia…”
“Sempre la solita serva, adesso come allora. Bene, vi ucciderò entrambi e lascerò che vi rincontriate all’inferno!”

La bella strega dagli occhi chiari si mosse per evocare un qualche tipo di incantesimo ma la forza dell’avversaria l’arrestò immediatamente e quando una freccia infuocata le si conficcò nel ventre, un rivolo di sangue macchiò quel terreno sporco e buio ed un grido soffocato riecheggiò nell’area distrutta. Liz era troppo potente e Naos fu la prima a capirlo a proprie spese: cadde al suolo sentendo l’interno della propria anima ardere e Javia rimase senza parole, non poteva competere.

“Morirete tutti!”

Alzò il braccio per finire l’avversaria, era pronta ad uccidere per la seconda volta la strega con cui aveva condiviso gli obbiettivi dei cacciatori della notte anni prima, la stessa che si celava oltre il viso spento della principessa di Kubara: sarebbero stati due omicidi, in un colpo avrebbe eliminato due minacce scomode che avrebbero potuto allontanarla da Valerian, ma quando quest’ultimo vide quella figura toccare terra ed i suoi occhi chiudersi pronti ad accettare l’avvento di un fato oscuro, strinse i pugni, i denti, sentì il proprio essere esplodere, il bisogno di lasciarlo andare per una volta, la voglia di intervenire ed interrompere quel martirio che Mera era stata costretta a subire in quell’ultimo periodo. Liz se ne accorse immediatamente, percepì dietro di sé una potenza tanto grande da poter sollevare in aria l’intera isola di Nefilim e quando si voltò vide due occhi neri distinguersi dal resto del buio ed un fascio violetto che attraversò l’intera area colpendo i corpi incoscienti dei presenti, i vivi ed anche le rocce ed ogni cosa che gli impediva di poter assaporare l’area esterna e toccare l’acqua di quel mare nefasto che circondava il luogo. Poi solo una frase:

“Non toccarla!”

Liz ammirava quell’essere dalla forza spropositata ma era convinta di poterla domare con l’aiuto della gemma bianca che le avrebbe conferito energia vitale illimitata per eventuali incantesimi di stregoneria.

“Fermati Valerian!”
“Fermarmi…?”

Si alzò osservando i quattro cacciatori rimasti, li scrutò attentamente per poi avanzare verso Mera preoccupato ma al contempo furioso: il resto dei presenti non era importante, non lo era mai stato e mai gliene sarebbe importato. Voleva solo lei, poterla riabbracciare, poter specchiarsi nuovamente in quegli splendidi occhi azzurri e prendere la sua mano per sparire oltre il velo che limitava l’intero Saar in una gabbia di convinzioni. La prese tra le braccia sotto gli occhi impauriti di tutti, la osservò perdere sangue e mugugnare tra sé e sé per il dolore che la stava distruggendo dall’interno.

“Spezza l’incantesimo! ADESSO!”

La strega non aveva intenzione di sottostare alle parole di colui che avrebbe dovuto mettere le proprie abilità a sua disposizione nolente o volente ed era pronta a sferrare un altro attacco.

“Non osare darmi ordini… demone!”

Provò ad attaccare ma venne immediatamente scaraventata tra le macerie con la sola forza spirituale. Nessuno lo avrebbe più sfiorato e nessuno avrebbe più toccato Mera che stringeva adesso con forza, come se in quel modo non le avrebbe permesso di andare da nessun’altra parte.

“Non posso più vederti soffrire… non posso più vederti controllata da un’altra persona”

Il luogo lo stava mutando, era come se il respirare l’aria maledetta di quella caverna gli cambiasse in qualche maniera il modo di pensare. La sua mente era offuscata, non riusciva  a vedere nulla se non il viso spento della donna che amava.

“Mera… torna da me”

Il luogo riprese a tremare ma stavolta con scosse più regolari, era questione di tempo prima che l’intera isola venisse inghiottita dall’oceano ed era proprio Valerian che ne stava decidendo la sorte. Javia non riusciva a parlare, era Naos colei che quello stregone stringeva tra le braccia, non poteva e non voleva abbandonarla ma a trattenerla vi era l’eredità di un mostro oscuro, di un dio maledetto, cosa avrebbe potuto fare? Valerian pianse, osservava e sentiva la tortura interiore della donna e lui sembrava poter percepire il dolore sul proprio corpo, sulla propria anima… e la terra tremava. Liz cercò di rialzarsi nonostante a tenerla bloccata non era stato soltanto il colpo contro ciò che rimaneva della parete, ma anche un vero e proprio incantesimo che sembrava averle paralizzato i movimenti.

“Smettila! Distruggerai l’isola ed ucciderai anche lei!”

Non ascoltava più, ormai era in balia di quello stato peculiare ed i suoi occhi divennero neri così come si erano colorati per un istante poco prima. Era una tortura per lui, sentirla morire, sentirla soffrire e lentamente cedere. No, non l’avrebbe permesso, l’avrebbe salvata in qualche modo, a qualunque costo. L’energia violetta che emanava si espanse nuovamente e stavolta andò ad insinuarsi anche sotto le macerie: i corpi devastati di Golden e Carian vennero curati e riportati in superficie e riaprirono gli occhi allo stesso momento mostrando nuovamente la loro brillantezza, nonostante fosse tremendamente oscurata. Anche Javia e Danarius vennero investiti dall’energia e senza opporre resistenza abbassarono il capo come se avessero accettato di essere stati battuti, di avere adesso un superiore. Liz non riusciva a crederci, era tanto potente la sua stregoneria?

“Adesso tutti loro ti attaccheranno e tortureranno… finché non spezzerai l’incantesimo che tortura Mera”

Non era un avvertimento, non attese una sua risposta, semplicemente condensò la forza emanata e tutti i presenti attaccarono in gruppo l’unica rimasta. La strega innalzò una barriera solida che venne poi rinvigorita dalle fiamme e con grande forza riuscì finalmente a muoversi e difendersi dal fendente di Golden, poi balzò di lato schivando un colpo invisibile di Carian e con un paio di salti si portò in cima alle macerie ansimante, ma sempre sicura di sé.

“Vieni con me e risparmierò la sua vita”

Valerian strinse i denti aumentando l’energia e l’isola sentì creparsi inesorabilmente.

“Torturatela… torturatela FINO ALLA MORTE!”

Non era più il giovane mago dai capelli biondi che aveva lasciato Kubara, in quell’isola il suo animo era stato corrotto e l’aver udito la vera storia riguardo gli obbiettivi dei cacciatori della notte aveva liberato in lui una parte oscura rimasta sopita troppo a lungo… come se quel frammento d’anima aspettasse quel momento da tutta la vita. Tutti i presenti controllati attaccarono dunque la strega che stavolta si difese a dovere: allargò le braccia ed evocò un vortice oscuro grazie ai poteri della pietra nera ed assorbì letteralmente le loro offensive. Il vortice era vigoroso, potente, attirò a sé ogni cosa che vi era nella grotta ed anche gli avversari che in qualche modo resistevano non avrebbero retto a lungo, Valerian doveva intervenire e lasciare il corpo di Mera.

“Risucchierò tutti, vieni con me e risparmierò la loro vita!”

Stava per inghiottirli in chissà quale dimensione, nessuno poteva opporsi a quel colpo e Valerian lo sapeva bene.

“Non lascerò usarmi, non ti permetterò di ingannarmi ancora”
“Ingannarti? Io sono sempre stata l’unica ad offrirti una chance… tua madre ti temeva, voleva ucciderti, voleva sbarazzarsi di te dopo aver fatto così tanto per averti. Io invece sono qui pronta a rischiare ogni cosa per offrirti una via, vieni con me e salverai le loro vite”
“Come posso avere una via?! Come posso VIVERE?! Sono un demone e a dirla tutta cominciavo a sospettare di non poter essere un mago come tutti gli altri…”
“Potrai ricominciare con me”
“Io non voglio ricominciare! Voglio solo la mia vita, la mia vecchia vita al castello con Mera, voglio tornare ad essere un semplice mago di Kubara, ma non è possibile!”
“Valerian…”
“Salva Mera e verrò con te”

Liz alzò lo sguardo a quelle parole, non si aspettava la decisione estrema per quanto ci sperasse, non contava più sul lato umano del cuore dello stregone in quanto ormai totalmente corrotto dal male demoniaco, ma… la fragilità umana intorno la cui era cresciuto andava oltre ogni maledizione, qualsiasi incantesimo. Sorrise, avrebbe mantenuto la promessa, come sempre.

“Ho la tua parola?”
“E’ tutto ciò che mi resta”
“Che sia!”

Congiunse le mani e delle altre fiamme investirono il corpo sfinito della donna che lentamente sembrò riprendersi. Sarebbe sopravvissuta e questo era ciò che per Valerian più contava in quegli ultimi istanti, in quei momenti in cui poteva ancora provare dei sentimenti che sentiva sfuggirgli via.

“Puoi riportare anche la sua mente?”

La strega sogghignò maleficamente, con le quattro gemme poteva ogni cosa.

“Certo, tornerà la principessa che a Kubara manca da tanto tempo, mentre Naos… scomparirà per la seconda volta”

Non poteva crederci, Valerian le vide lo sguardo rasserenarsi e riconobbe l’espressione caratteristica di colei che aveva stregato il suo cuore, con la semplicità, spensieratezza, con quei piccoli dettagli che sarebbero per sempre rimasti nei suoi ricordi, malgrado una natura demoniaca che l’aveva ormai sopraffatto. Lentamente non gli rimase più nulla di umano ma riuscì a piangere, a dare un ultimo saluto a chi l’aveva accompagnato in quel viaggio ormai all’epilogo. Anche le sue lacrime però divennero presto nere e cadendo al suolo diedero vita ad una sorta di ultimo incantesimo che aprì un portale oscuro che sembrava unire quella dimensione ad un'altra che si presentava buia e maledetta oltre lo specchio: come un riflesso, come l’opposto del Saar che il giovane aveva conosciuto. Liz indietreggiò sospetta ed alzò nuovamente le mani pronta a difendersi.

“Che diavolo è?”

Valerian non rispose subito, si limitò ad osservare un ultima volta i suoi compagni per poi strizzare gli occhi e volgere lo sguardo altrove, non voleva abbandonarli, non poteva ma era l’unico modo per liberarli, per liberare tutto il Saar.

Golden, Carian… ripongo in voi la mia fiducia per mantenere il nostro pianeta un luogo puro e privo di uomini vinti dalla magia; Danarius, veglia sulla mia famiglia e su mia madre, solo tu puoi farlo; Madre, rendi Kubara un luogo migliore, trasformalo nel grande regno che abbiamo sempre sognato ed amala come hai amato noi; Mera, ricordami come il mago coraggioso che vegliava sempre su di te, con cui condividevi ogni cosa, gioie e dolori. Non dimenticarmi e resta vicina al nostro paese… Ti amo

“Che succede, che cos’è questo varco?!”

Valerian sospirò ed infine alzò il viso osservando gli occhi scuri della strega: era pronto a compiere ciò che andava fatto.

“La nostra nuova casa, ho accettato di venire con te ma in un luogo in cui non potrai fare del male a nessuno… E’ la fine!”

La strega scosse il capo, non poteva finire in quel modo, non poteva permetterlo e con un incantesimo cercò di fermare quel dominio oscuro. Provò a resistere ma se ne rese subito conto: era la forza di un demone leggendario, non di uno stregone, troppo potente per qualsiasi umano, al si sopra di ogni magia. Il giovane alzò la mano verso la donna chiudendo gli occhi, ed infine parlò, sancendo l’epilogo:

“Mi avrai per sempre, come pattuito, ed il Saar potrà tornare a risplendere!”

Generò energia nera, non più violetta come quella distintiva della stregoneria, non era più magia, era un qualcosa che probabilmente Liz non avrebbe mai compreso e forse neppure Valerian. La strega si gettò nel varco sotto comando mentale e Valerian la seguì subito dopo lasciandosi alle spalle tutto ciò che l’aveva cresciuto ed allevato, quel sacrificio non poteva che essere un modo per ringraziare un mondo che l’aveva accettato come mago e reso umano. Il varco scomparve al suo passaggio lasciando di Valerian la storia di un glorioso mago e stregone che aveva dato la propria esistenza per salvaguardare la luce dalla propria oscurità.

 

  
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