Silenzio. Solo sospiri volteggiavano in quella grotta buia che
di tutti aveva ormai rivelato qualcosa. Nessuno riusciva più a pensare,
sembravano essere finiti in balia dell’oscurità corrosiva di quelle mura
maledette che custodivano il riposo di esseri che andavano ben oltre
l’immaginazione dei mortali. Liz tra tutti cercò Valerian tra le macerie, il
suo sguardo chiaro, il suo viso giovane ma al contempo fiero, lo cercava senza
neppure sapere il perché, sapeva bene di non poter più parlargli, di dover forse
scappare, di lasciarlo in quel covo di nulla immerso al centro del mondo. Tutto
ciò che la strega aveva sospettavo trovava risposta in una verità che chiunque
avrebbe voluto evitare ed in quel contesto di taciti istanti che scorrevano
lenti tra un sospiro e l’altro, potevano ben percepirsi la tensione ed i
brividi che attanagliavano adesso l’anima dei quattro cacciatori della notte
rimasti: avevano combattuto al fianco di un demone, un’entità del male era
stata loro vicina ed adesso potevano pensare tremando ad ogni singolo momento
in cui aveva parlato loro rivolgendogli una voce dissimulata, forse senza
neppure volerlo. Dunque lo vide, era poco distante e forse incosciente, ma in
che modo i demoni perdono conoscenza? Camminò verso di lui lentamente, non per
coraggio o perché credeva di poter comunque difendersi da ogni eventuale
attacco, semplicemente… era Valerian, lo stesso ragazzo che fin dal primo
incontro aveva sempre osservato con occhi diversi. Liz l’aveva sentito, lei
aveva visto nel riflesso peculiare dei suoi occhi un gioiello prezioso, potente,
ma anche maledetto, buio, destinato a qualcosa che non sarebbe stata illuminata
dalla bellezza del sole.
“Valerian…”
Lo aiutò a mettersi seduto mentre Danarius indietreggiava
ancora sconvolto e Javia osservava la donna con occhi sgranati: non riusciva a
capire come potesse avvicinarsi ancora a quel ragazzo che celava dentro di sé
tanto male da poter inghiottire tutto il pianeta in un flagello. Strinse i
pugni e si scambiò un cenno d’intesa con Naos, aveva visto bene come Seiri
avesse perso ogni briciolo di ragione a causa dell’eredità demoniaca… ma non
riusciva a non pensare a quanto potere avrebbe potuto offrirgli. No, non
l’avrebbe lasciato nelle mani di Liz, se lo sarebbe preso al costo di divenire
egli stesso un demone.
“Lontana dall’eredità demoniaca!”
Anche Naos si posizionò pronta per combattere, ma Liz aveva
ancora dentro di sé il potere dei quattro Ebrion. Consapevole di essere dunque
superiore, si alzò a testa bassa mentre Valerian si riprendeva dalle botte.
“Per quasi vent’anni ho cercato questo essere, per quasi
vent’anni ho cercato di riunire le gemme magiche per poter liberare l’antenato
di Nefilim… ed ho preso parte a questa guerra al suo fianco, vincendola. Non è
curioso?”
Javia sorrise.
“Vincendola? Tu non hai vinto nessuna guerra… hai solo
condotto me qui, al centro del rituale per poter infine lasciarmi ogni gloria.
Sarà così, che tu lo voglia o no!”
I due scambiarono gli sguardi, l’aria era satura d’energia e
quello che rimaneva dei muri venne nuovamente travolto da alcune peculiari
fiamme scarlatte: non bruciavano ciò che ricoprivano, il fumo non disturbava e
non c’era calore… per nessuno tranne che per Javia che si portò una mano al
viso per non respirare quell’aria che sentiva divenire tossica: erano le fiamme
di Ebrion rosso!
“Brucerai nelle fiamme sacre… logorato dal potere della MIA
gemma!”
Naos aprì una mano e dopo aver pronunciato alcune parole fece
comparire un lungo bastone magico con all’estremità una piccola sfera luminosa.
Si mise tra Javia e Liz, pronta a combattere.
“Dovrai uccidere me prima di toccare Javia…”
“Sempre la solita serva, adesso come allora. Bene, vi ucciderò entrambi e
lascerò che vi rincontriate all’inferno!”
La bella strega dagli occhi chiari si mosse per evocare un
qualche tipo di incantesimo ma la forza dell’avversaria l’arrestò
immediatamente e quando una freccia infuocata le si conficcò nel ventre, un
rivolo di sangue macchiò quel terreno sporco e buio ed un grido soffocato
riecheggiò nell’area distrutta. Liz era troppo potente e Naos fu la prima a
capirlo a proprie spese: cadde al suolo sentendo l’interno della propria anima
ardere e Javia rimase senza parole, non poteva competere.
“Morirete tutti!”
Alzò il braccio per finire l’avversaria, era pronta ad uccidere
per la seconda volta la strega con cui aveva condiviso gli obbiettivi dei
cacciatori della notte anni prima, la stessa che si celava oltre il viso spento
della principessa di Kubara: sarebbero stati due omicidi, in un colpo avrebbe
eliminato due minacce scomode che avrebbero potuto allontanarla da Valerian, ma
quando quest’ultimo vide quella figura toccare terra ed i suoi occhi chiudersi
pronti ad accettare l’avvento di un fato oscuro, strinse i pugni, i denti,
sentì il proprio essere esplodere, il bisogno di lasciarlo andare per una
volta, la voglia di intervenire ed interrompere quel martirio che Mera era
stata costretta a subire in quell’ultimo periodo. Liz se ne accorse
immediatamente, percepì dietro di sé una potenza tanto grande da poter sollevare
in aria l’intera isola di Nefilim e quando si voltò vide due occhi neri
distinguersi dal resto del buio ed un fascio violetto che attraversò l’intera
area colpendo i corpi incoscienti dei presenti, i vivi ed anche le rocce ed
ogni cosa che gli impediva di poter assaporare l’area esterna e toccare l’acqua
di quel mare nefasto che circondava il luogo. Poi solo una frase:
“Non toccarla!”
Liz ammirava quell’essere dalla forza spropositata ma era
convinta di poterla domare con l’aiuto della gemma bianca che le avrebbe
conferito energia vitale illimitata per eventuali incantesimi di stregoneria.
“Fermati Valerian!”
“Fermarmi…?”
Si alzò osservando i quattro cacciatori rimasti, li scrutò
attentamente per poi avanzare verso Mera preoccupato ma al contempo furioso: il
resto dei presenti non era importante, non lo era mai stato e mai gliene
sarebbe importato. Voleva solo lei, poterla riabbracciare, poter specchiarsi
nuovamente in quegli splendidi occhi azzurri e prendere la sua mano per sparire
oltre il velo che limitava l’intero Saar in una gabbia di convinzioni. La prese
tra le braccia sotto gli occhi impauriti di tutti, la osservò perdere sangue e
mugugnare tra sé e sé per il dolore che la stava distruggendo dall’interno.
“Spezza l’incantesimo! ADESSO!”
La strega non aveva intenzione di sottostare alle parole di
colui che avrebbe dovuto mettere le proprie abilità a sua disposizione nolente
o volente ed era pronta a sferrare un altro attacco.
“Non osare darmi ordini… demone!”
Provò ad attaccare ma venne immediatamente scaraventata tra le
macerie con la sola forza spirituale. Nessuno lo avrebbe più sfiorato e nessuno
avrebbe più toccato Mera che stringeva adesso con forza, come se in quel modo
non le avrebbe permesso di andare da nessun’altra parte.
“Non posso più vederti soffrire… non posso più vederti controllata
da un’altra persona”
Il luogo lo stava mutando, era come se il respirare l’aria
maledetta di quella caverna gli cambiasse in qualche maniera il modo di
pensare. La sua mente era offuscata, non riusciva a vedere nulla se non il viso spento della
donna che amava.
“Mera… torna da me”
Il luogo riprese a tremare ma stavolta con scosse più
regolari, era questione di tempo prima che l’intera isola venisse inghiottita
dall’oceano ed era proprio Valerian che ne stava decidendo la sorte. Javia non
riusciva a parlare, era Naos colei che quello stregone stringeva tra le
braccia, non poteva e non voleva abbandonarla ma a trattenerla vi era l’eredità
di un mostro oscuro, di un dio maledetto, cosa avrebbe potuto fare? Valerian
pianse, osservava e sentiva la tortura interiore della donna e lui sembrava
poter percepire il dolore sul proprio corpo, sulla propria anima… e la terra
tremava. Liz cercò di rialzarsi nonostante a tenerla bloccata non era stato
soltanto il colpo contro ciò che rimaneva della parete, ma anche un vero e
proprio incantesimo che sembrava averle paralizzato i movimenti.
“Smettila! Distruggerai l’isola ed ucciderai anche lei!”
Non ascoltava più, ormai era in balia di quello stato
peculiare ed i suoi occhi divennero neri così come si erano colorati per un
istante poco prima. Era una tortura per lui, sentirla morire, sentirla soffrire
e lentamente cedere. No, non l’avrebbe permesso, l’avrebbe salvata in qualche
modo, a qualunque costo. L’energia violetta che emanava si espanse nuovamente e
stavolta andò ad insinuarsi anche sotto le macerie: i corpi devastati di Golden
e Carian vennero curati e riportati in superficie e riaprirono gli occhi allo
stesso momento mostrando nuovamente la loro brillantezza, nonostante fosse
tremendamente oscurata. Anche Javia e Danarius vennero investiti dall’energia e
senza opporre resistenza abbassarono il capo come se avessero accettato di
essere stati battuti, di avere adesso un superiore. Liz non riusciva a
crederci, era tanto potente la sua stregoneria?
“Adesso tutti loro ti attaccheranno e tortureranno… finché non
spezzerai l’incantesimo che tortura Mera”
Non era un avvertimento, non attese una sua risposta,
semplicemente condensò la forza emanata e tutti i presenti attaccarono in
gruppo l’unica rimasta. La strega innalzò una barriera solida che venne poi
rinvigorita dalle fiamme e con grande forza riuscì finalmente a muoversi e
difendersi dal fendente di Golden, poi balzò di lato schivando un colpo
invisibile di Carian e con un paio di salti si portò in cima alle macerie
ansimante, ma sempre sicura di sé.
“Vieni con me e risparmierò la sua vita”
Valerian strinse i denti aumentando l’energia e l’isola sentì
creparsi inesorabilmente.
“Torturatela… torturatela FINO ALLA MORTE!”
Non era più il giovane mago dai capelli biondi che aveva
lasciato Kubara, in quell’isola il suo animo era stato corrotto e l’aver udito
la vera storia riguardo gli obbiettivi dei cacciatori della notte aveva
liberato in lui una parte oscura rimasta sopita troppo a lungo… come se quel
frammento d’anima aspettasse quel momento da tutta la vita. Tutti i presenti
controllati attaccarono dunque la strega che stavolta si difese a dovere:
allargò le braccia ed evocò un vortice oscuro grazie ai poteri della pietra
nera ed assorbì letteralmente le loro offensive. Il vortice era vigoroso,
potente, attirò a sé ogni cosa che vi era nella grotta ed anche gli avversari
che in qualche modo resistevano non avrebbero retto a lungo, Valerian doveva
intervenire e lasciare il corpo di Mera.
“Risucchierò tutti, vieni con me e risparmierò la loro vita!”
Stava per inghiottirli in chissà quale dimensione, nessuno
poteva opporsi a quel colpo e Valerian lo sapeva bene.
“Non lascerò usarmi, non ti permetterò di ingannarmi ancora”
“Ingannarti? Io sono sempre stata l’unica ad offrirti una chance… tua madre ti
temeva, voleva ucciderti, voleva sbarazzarsi di te dopo aver fatto così tanto
per averti. Io invece sono qui pronta a rischiare ogni cosa per offrirti una
via, vieni con me e salverai le loro vite”
“Come posso avere una via?! Come posso VIVERE?! Sono un demone e a dirla tutta
cominciavo a sospettare di non poter essere un mago come tutti gli altri…”
“Potrai ricominciare con me”
“Io non voglio ricominciare! Voglio solo la mia vita, la mia vecchia vita al
castello con Mera, voglio tornare ad essere un semplice mago di Kubara, ma non
è possibile!”
“Valerian…”
“Salva Mera e verrò con te”
Liz alzò lo sguardo a quelle parole, non si aspettava la
decisione estrema per quanto ci sperasse, non contava più sul lato umano del cuore
dello stregone in quanto ormai totalmente corrotto dal male demoniaco, ma… la
fragilità umana intorno la cui era cresciuto andava oltre ogni maledizione, qualsiasi
incantesimo. Sorrise, avrebbe mantenuto la promessa, come sempre.
“Ho la tua parola?”
“E’ tutto ciò che mi resta”
“Che sia!”
Congiunse le mani e delle altre fiamme investirono il corpo
sfinito della donna che lentamente sembrò riprendersi. Sarebbe sopravvissuta e
questo era ciò che per Valerian più contava in quegli ultimi istanti, in quei
momenti in cui poteva ancora provare dei sentimenti che sentiva sfuggirgli via.
“Puoi riportare anche la sua mente?”
La strega sogghignò maleficamente, con le quattro gemme poteva
ogni cosa.
“Certo, tornerà la principessa che a Kubara manca da tanto
tempo, mentre Naos… scomparirà per la seconda volta”
Non poteva crederci, Valerian le vide lo sguardo rasserenarsi
e riconobbe l’espressione caratteristica di colei che aveva stregato il suo
cuore, con la semplicità, spensieratezza, con quei piccoli dettagli che
sarebbero per sempre rimasti nei suoi ricordi, malgrado una natura demoniaca
che l’aveva ormai sopraffatto. Lentamente non gli rimase più nulla di umano ma
riuscì a piangere, a dare un ultimo saluto a chi l’aveva accompagnato in quel
viaggio ormai all’epilogo. Anche le sue lacrime però divennero presto nere e cadendo
al suolo diedero vita ad una sorta di ultimo incantesimo che aprì un portale
oscuro che sembrava unire quella dimensione ad un'altra che si presentava buia
e maledetta oltre lo specchio: come un riflesso, come l’opposto del Saar che il
giovane aveva conosciuto. Liz indietreggiò sospetta ed alzò nuovamente le mani
pronta a difendersi.
“Che diavolo è?”
Valerian non rispose subito, si limitò ad osservare un ultima
volta i suoi compagni per poi strizzare gli occhi e volgere lo sguardo altrove,
non voleva abbandonarli, non poteva ma era l’unico modo per liberarli, per
liberare tutto il Saar.
Golden,
Carian… ripongo in voi la mia fiducia per mantenere il nostro pianeta un luogo
puro e privo di uomini vinti dalla magia; Danarius, veglia sulla mia famiglia e
su mia madre, solo tu puoi farlo; Madre, rendi Kubara un luogo migliore,
trasformalo nel grande regno che abbiamo sempre sognato ed amala come hai amato
noi; Mera, ricordami come il mago coraggioso che vegliava sempre su di te, con
cui condividevi ogni cosa, gioie e dolori. Non dimenticarmi e resta vicina al
nostro paese… Ti amo
“Che succede, che cos’è questo varco?!”
Valerian sospirò ed infine alzò il viso osservando gli occhi
scuri della strega: era pronto a compiere ciò che andava fatto.
“La nostra nuova casa, ho accettato di venire con te ma in un
luogo in cui non potrai fare del male a nessuno… E’ la fine!”
La strega scosse il capo, non poteva finire in quel modo, non
poteva permetterlo e con un incantesimo cercò di fermare quel dominio oscuro.
Provò a resistere ma se ne rese subito conto: era la forza di un demone
leggendario, non di uno stregone, troppo potente per qualsiasi umano, al si
sopra di ogni magia. Il giovane alzò la mano verso la donna chiudendo gli
occhi, ed infine parlò, sancendo l’epilogo:
“Mi avrai per sempre, come pattuito, ed il Saar potrà tornare
a risplendere!”
Generò energia nera, non più violetta come quella distintiva
della stregoneria, non era più magia, era un qualcosa che probabilmente Liz non
avrebbe mai compreso e forse neppure Valerian. La strega si gettò nel varco
sotto comando mentale e Valerian la seguì subito dopo lasciandosi alle spalle
tutto ciò che l’aveva cresciuto ed allevato, quel sacrificio non poteva che
essere un modo per ringraziare un mondo che l’aveva accettato come mago e reso
umano. Il varco scomparve al suo passaggio lasciando di Valerian la storia di
un glorioso mago e stregone che aveva
dato la propria esistenza per salvaguardare la luce dalla propria oscurità.