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Autore: Julia Veiss    22/09/2012    3 recensioni
Quando Hermione chiede "e voi, che avete intenzione di fare dopo la scuola?" a Neville crolla il mondo addosso. Già, che fare?
Sua nonna vorrebbe tanto che diventasse un Auror, come i suoi genitori prima di lui.
Ma Neville un sogno nel cassetto ce l'ha ed è determinato a seguirlo.
E poi c'è quella strana ragazza con i capelli biondi e gli occhi color del cielo...
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Neville si ritrovò improvvisamente seduto sul tavolo della cucina di casa Weasley. Si tastò il corpo: era tutto intero. La porta della cucina si aprì ed entrarono Ron, Ginny, Hermione ed Harry.
«Ciao, Neville! Com’è andata con la Passaporta?» disse Hermione.
«Tutto alla grande, grazie» rispose Neville saltando giù dal tavolo.
«Ringrazia che sono stata io ad incantarla, se l’avesse fatto Ron saresti qui solo a metà» sbottò lanciando un sguardo torvo a Ron.
«Luna sarà qui a momenti» disse lui «Intanto puoi andare a sistemare le tue cose di sopra. Tu, Harry ed io dormiremo nella stanza dei miei genitori mentre Hermione e Luna si sistemeranno in quella di Ginny»
Neville salì i ripidi gradini accompagnato da Harry. Una volta giunti davanti alla camera dei coniugi Weasley, Harry aprì piano la porta. Era l’unica stanza della casa che Neville non aveva mai visto: non era molto grande, ma era arredata con gusto.
Al centro, al posto del letto matrimoniale, erano state sistemate tre brandine. Alle pareti (di color arancio carota) erano appese delle mensole con dei libri, messi in ordine di grandezza. Sarebbero state delle mensole normalissime se non fosse stato per il fatto che pendevano tutte da un lato, senza però che i libri cadessero. Neville restò a fissarle, incantato, ma Harry lo spinse delicatamente dentro la stanza.
«Sicuri che non do fastidio? Insomma, capitare qui all’improvviso…» aggiunse poi.
«Ron ha detto che i suoi genitori sono d’accordo…» disse Harry facendo spallucce.
Una volta sistemati i bagagli, i due ragazzi ritornarono al piano di sotto, nel piccolo salotto rotondo.
Hermione era seduta su una grande poltrona rossa, sfogliando uno dei libri di cucina della signora Weasley («Siamo sicuri che questo sia commestibile?») mentre Ron e Ginny erano impegnati in una partita a scacchi magici seduti sul pavimento. Neville si era appena accomodato sul divano accanto ad Harry quando si sentì un colpo, come uno sparo
proveniente dalla cucina.
«Dev’essere arrivata Luna!» disse Ron allegro, alzandosi dal pavimento.
Tutti gli altri lo seguirono. Luna era nella stessa posizione in cui era arrivato Neville: seduta sul tavolo.
«Oh, ciao, ragazzi!» disse spolverandosi il i pantaloni (viola a pois celesti).
Passarono il pomeriggio a raccontarsi cosa era successo in tutti quei mesi: Harry aveva cominciato gli studi per diventare Auror; Ginny era tornata ad Hogwarts per finire il settimo anno. Ron aveva iniziato a lavorare nel negozio di Fred e George e Luna aveva fatto un breve viaggio in Sudamerica alla ricerca di qualche
strana creatura per il Cavillo. Neville decise di non raccontare della lite con sua nonna: non voleva rovinare l’atmosfera allegra che si era
creata. Si limitò a dire che andava tutto benone. 

Ormai si era fatta sera. Dopo cena, quando si fece buio, Ron estrasse dalla tasca un sacchetto azzurro.
«Questi sono i prodotti non ancora in commercio che mi ha passato George» disse sottovoce, quasi per paura che qualcuno li scoprisse.
«Sono dei fuochi d’artificio profumati, ma non hanno ancora un nome... George ha detto che possiamo testarli oggi» aggiunse poi. Era molto, molto eccitato.
«Allora, che aspettiamo?» disse Harry, afferrando un maglione di lana.
Dopo aver indossato gli abiti pesanti, i ragazzi uscirono dalla casa. Ron accese il primo fuoco d’artificio, che partì verso l’alto con un fischio. Sembrava che fosse finita lì, ma ad un tratto esplose un colpo, formando una cascata di stelle rosse ed arancioni che disegnavano strane figure nel cielo color inchiostro, mentre
nell’aria si diffondeva un dolce profumo di arancia e mandarini.
I fuochi successivi non furono da meno: molti avevano il profumo dei fiori, altri di liquirizia o di ciambelle appena sfornate.
Quando ebbero scoppiato tutti i fuochi d’artificio, Neville e i suoi amici tornarono dentro casa, infreddoliti e assonnati ma felici.
«Beh, ragazzi, buonanotte» disse Ginny con uno sbadiglio.
Tutti quanti tornarono alle rispettive camere, ed una volta infilatisi il pigiama scivolarono in un sonno profondo. Tutti, meno Neville: era ancora eccitato per i fuochi d’artificio e per il fatto di essere dai Weasley.
Non riuscendo a prendere sonno, Neville sgattaiolò fuori dal letto. Indossò un maglione sopra il pigiama e scese al piano di sotto, poi uscì in giardino. Guardare le stelle gli aveva sempre fatto bene quando non riusciva a dormire.
Rimase assorto a guardare il cielo per dei minuti. Come si sentiva piccolo ed insignificante rispetto all’immensità della volta celeste.
«Neanche tu riesci a dormire?»
Neville si girò di scatto. In piedi, con una camicia da notte giallo limone, c’era Luna.
«No, non ce la faccio» disse sottovoce arrossendo.
«Posso farti compagnia?»
«Ma certo». 
Si sedettero sui gradini sotto la porta, con una vecchia coperta sulle ginocchia per riscaldarsi. Per un po’ rimasero in silenzio, poi Luna iniziò a parlare delle varie costellazioni che si potevano osservare. A Neville piaceva starla ad ascoltare, ma d'un tratto, senza pensarci troppo, disse: «A me piace solo guardarle, così mi sento meno... solo».
Luna sorrise. «Finché ci saremo noi, non sarai mai solo» disse. Neville si accorse che stava tremando.
«Hai freddo?» le chiese.
«Solo un po’» rispose lei, avvicinandosi un po’ di più a Neville, poi appoggiò la testa sulla sua spalla.
E rimasero così, immobili, appoggiati l’uno all’altra, per tutta la notte. Finché l’alba non sopraggiunse.
  
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