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Autore: _Mashmallow_    22/09/2012    1 recensioni
Caroline è una vampira che vive a New York ed è proprio in questa città che, grazie al suo migliore amico non che suo zio, incontra l’amore della sua vita. Tra i due c’è subito una forte attrazione ma, il padre non ne vuole sapere della loro storia d’amore Caroline però non lascerà il suo Justin per nulla al mondo anche se in una situazione piuttosto problematica visto che il padre vuole uccidere il vampiro non essendo di ‘sangue puro’ e potrebbe essere pericoloso non solo per Caroline ma anche per qualcun altro.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo n°8

Mi sono svegliata nel mio letto ancora vestita, non ricordo quasi nulla della notte precedente solo una alcune parole di una frase: “ dice che è disperato, perché la ama” quella frase mi ha scombussolato.
È di me che stava parlando? E se così fosse è davvero innamorato di me? Penso e ripenso che forse è vero, ma allora perché il nostro allontanamento? E poi la risposta mi riviene in mente; il messaggio. Nel  testo si parlava di una Caroline, io? E che il rapporto con questa ragazza non poteva funzionare, ma perché? Non riuscivo a capire avevamo passato del ottimo tempo insieme, andavamo molto d’accordo,  ci siamo innamorati dal primo sguardo e dal primo morso, ero e sono ancora innamorata e anche lui, ma di chi? Voglio delle spiegazioni voglio sapere una volta per tutte di chi è innamorato. Ho preso il telefono e ho cercato il suo nome nella rubrica, stavo per premere il pulsante chiama ma non ne ho avuto il coraggio, ho preso un bel respiro profondo ho contato fino a cinque ho levato via la tensione e ho toccato quel maledetto tasto, è libero, ho il cuore a mille e poi:” segreteria telefonica, la persona chiamata non è momentaneamente disponibile, si prega di richiamare più tardi” nella mia mente ho pensato non è momentaneamente disponibile o non mi vuole rispondere, lo capisco perché dopo l’ennesima chiamata senza risposta e l’ennesimo messaggio non considerato, neanche io vorrei parlare con una persona così. Ho deciso comunque di mandarli un messaggio: ciao sono io Caroline, vorrei parlarti, voglio un chiarimento per favore possiamo incontrarci sul ponte di Central park alle quattro, grazie. Ho riletto per vedere se valeva la pena mandarlo o cambiare ma poi involontariamente ho toccato il tasto invia.
Sono le due e mi sto annoiando a morte, non so proprio cosa fare poi un messaggio:” scusa se non ho risposto prima ma stavo lavorando, per me va bene, ho bisogno di rivederti, ci vediamo dopo” oddio Justin mi vuole vedere non credevo che avrei avuto questa reazione, sono al settimo cielo, ho iniziato a saltare sul letto, urlare e “ballare”.
Mi sono subito precipitata in bagno a farmi un bagno per rilassarmi con tante bollicine musica e acqua calda, sono uscita dopo un ora e mezza ma l’agitazione non l’ho lavata via, non ho volito pensarci e sono andata nel mio armadio per cercare un vestito adatto, ma non so quale mettere, sono troppo nervosa per scegliere e non potevo contare su nessuno perché Steven è al lavoro, Fred dalla sua ragazza e nemmeno i miei nuovi amici sono nei paraggi, l’unica persona in casa è Vicki ma non penso proprio di chiedere consiglio a lei, allora faccio affidamento al mio istinto, allungo le mani e il primo vestito che tocco è quello che dovrò indossare, la mia fortuna non fallisce mai ho preso un completo semplice pantaloni neri con una camicia bianca a maniche corte  con scollatura a V con delle ondulazioni su sullo spacco. Sopra alla camicia ho indossato un capispalla nero lungo fin sotto il seno  anch’esso a maniche corte. Come scarpe delle Manolo Blahnik rosse con pezzi nero e una borsa rossa piccolina ma abbastanza grande per contenere portafoglio, cellulare e piccolo astuccio per i trucchi, con una scritta di vernice “Gucci”.
Fino a quel momento andava tutto bene fino a quando non mi sono arrivata alla porta di casa, la mia testa dice “ritorna indietro, ritorna indietro” ma il mio cuore invece “ va da lui è la che ti aspetta, ha detto anche lui che ha voglia di vederti” anche se sto tremando come un gattino immerso nella neve mi sono avvicinata alla macchina, sono salita ma sono ancora più agitata di prima, mi rilasso con un bel respiro profondo, due tre quattro ma la mia agitazione non passa, voglio ritornare in camera e dormire per qualche oretta ma non posso nemmeno lasciarlo là da solo, che fare chiamarlo per annullare l’appuntamento o rischiare di fare un incidente stradale? Ho scelto la seconda so che sto rischiando di morire ma almeno morirò pensando a Justin ma non credo che morirò oggi devo prima andare alla settimana della moda a Parigi evento imperdibile per un appassionata come me, ho inserito un cd nella radio/cd e appena partita la canzone tutti i pensieri sono spariti insieme alle mie preoccupazioni. Arrivata vicino al parco ho parcheggiato la macchina sono scesa e mi dirigo al posto scelto per incontrarci, lui non è ancora arrivato ma ci vogliono pochissimi minuti prima che lo riesca a intravedere da lontano, poi si avvicina viene verso di me con un sorriso grandissimo con un mazzo di rose rosse e bianche, le mie preferite.
Non pensavo che mi sarei dovuta tenere alla ringhiera del ponte vedendolo ma non so qualcosa in lui è diverso non so se i capelli un po’ più lunghi spostati tutti di un lato coprendo un po’ l’occhio rendendolo quel poco misterioso oppure quella luce negli occhi che non avevo mai visto, so solo che è bellissimo

“ciao amore,  c’è qualcosa che non va? Non mi hai più chiamato, ne rispos…”

Non sono riuscita a trattenermi , una forza dentro me mi ha costretta a saltargli al collo e baciarlo intensamente, proprio come nei film, sembrerà assurdo ma mi sono messa a piangere.

“ti amo, ti amo, ti amo…scusami , scusami, non volevo allontanarmi da te è solo che…”

“amore respira e non piangere, che ne dici se andiamo a prendere un caffè e poi facciamo una passeggiata per il parco, così mi potrai dire tutto con calma, ti va?”

“certo che mi va”

Ci siamo incamminati verso la gelateria abbracciati uno stretto all’altra, il suo braccio intorno alla mia vita mi fa sentire al sicuro, amata. Quando ci siamo seduti al tavolino, abbiamo iniziato a parlare.

“ti ho chiamato per chiederti delle spiegazioni, mi è arrivato un messaggio da parte tua dicendo che era finita e che avevo trovato un'altra, ma poi ho conosciuto Madison che mi ha detto che eri disperato perché amavi una certa Caroline, e io non capisco”

“oh scusami se ti ho fatto soffrire, la ragazza in questione non sei tu ma la mia ex Caroline, avete lo stesso nome mi devo essere confuso con i nomi”
“allora mi ami?”

“più di qualsiasi altra cosa, sei mia e solo mia, non ti vorrei perdere per nessuna ragione”

Il mio cuore in questo  momento ha avuto un arresto cardiaco, così per dire, sono al settimo cielo finalmente avevo la conferma che lui amava me e solo me,  finalmente posso dire che Justin è mio e nessuno lo può toccare.
Usciti dal bar ci siamo incamminati verso Bryant park, seduti su una panchina a guardare i bambini che giocano: a nascondino, a saltare a corda, a rincorressi. Mi ha fatto tornare in mente quando anche io a quel età non avevo problemi, quel periodo della tua vita dove tutto sembra un gioco, dove le persone serie  erano strane, dove nessuno ti giudicava, quel bellissimo periodo che accade solo una volta nella tua vita, quel momento in cui vorresti tornare indietro per cercare di cambiare gli errori fatti e cercare di rendere migliore la tua vita ma sfortunatamente non posso andare fermare il tempo.
Ad un certo punto un bambino tenerissimo con un visino talmente carino che non vorresti nemmeno toccarlo per paura di fargli male, con degli occhioni grandi blu, dei capelli biondi, con un grande bellissimo sorriso e con un dinosauro di plastica in mano si avvicina e dice a Justin con quella sua vocina così dolce

“ciao tu sai giocare a baseball?”

“come ti chiami?”
  
“ Ronan”

“è un bellissimo nome…andiamo a giocare adesso, ti insegno”

“d’accordo”

Ho pensato che Justin nei panni di padre sarebbe fantastico, vedendo da come si è comportato con quel bambino. È solo ora che penso ad avere un figlio prima non m’importava ma ora tutto è cambiato solamente vedendo Justin parlare con Ronan, e se questi pensieri sono emersi nel momento giusto? E se quel pensiero di avere un figlio non fosse così insensata? E se Justin fosse il padre del nostro bambino?
I miei pensieri sono stati interrotti quando una bambina mi si è avvicinata sedendosi in parte a me sulla panchina, chiedendomi a bassa voce.

“cosa ne pensi del bambino che sta giocando a baseball?”

“penso che sia molto carino”

“allora non sono pazza, perché la mia amica ha detto che non è bello, ma invece penso che è un bambino bellissimo”

“allora ti piace?”

“penso di si“

“perché non ci vai a parlare, lo chiamo se vuoi così vi conoscete un po’ meglio”

“ehmmm…devo andare”

Non pensavo di essere così sdolcinata in queste cose ma forse il mio lato, nascosto, materno ha prevalso sul mio essere distaccata. Stiamo quasi per andarcene dal parco quando mi viene in mente la bambina, sono andata da Ronan e gli ho chiesto di andare a parlarle, all’inizio lei sembrava un po’ sorpresa ma dopo due minuti di conversazione il bambino gli ha dato un bacio sulla guancia e lei, poverina, lo ha abbracciato dicendo ti voglio bene, mi dovrebbero chiamare cupido, mi sento speciale chissà forse senza di me non si sarebbero mai incontrati.
Sono le quattro e il tempo si stava rannuvolando, decidiamo quini di incamminarci verso un bar, ma avverto una strana sensazione, come se qualcuno ci stesse seguendo e mi sono stretta ancora più vicino a Justin guardandomi in giro, tutto ad un tratto si è messo a piovere, sempre più forte, abbiamo corso fin sotto un portico di una casa li vicino ma anche se è poco lontano è bastato quel tratto di cinquanta metri a bagnarci tutti. Io adoro l’odore della pioggia e quindi non ho potuto non baciare Justin e proprio mentre ci stiamo baciando appassionatamente ho visto un lampo, ma ho subito capito che non era un lampo ma un flash di una macchina fotografica, ci sono quasi cinque paparazzi intorno a noi, ma questo al mio vampiro non importava continuava a baciarmi come se non avesse fatto altro per tutta la vita.               

  
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