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Autore: JadeKKeyLoveYOU    22/09/2012    0 recensioni
Quando incontri una persona per la prima volta e non riesci a staccarle gli occhi di dosso, ti senti attratto come una calamita da lei e la pensi continuamente... E' il cosiddetto "colpo di fulmine".
Quando incontri una persona per la prima volta e sin da subito provi antipatia, così tanta da volerla infastidire sempre e farle sempre presente cosa senti per lei ma, allo stesso tempo la pensi continuamente e ti chiedi sempre cosa fa (per deriderla) e ti senti comunque attratto da lei... E' il classico detto "L'odio e l'amore sono sullo stesso filo. Si confondono sempre."
Due ragazzi totalmente diversi, una ragazza speciale, una famiglia. E due tipi di innamoramento opposti.
Quale dei due sarà efficace?
Ecco cosa scrivo. Date un'occhiata, se siete curiosi. ;)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Key, Taemin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Erin POV
 
“AAAAish chincha!” urlo, chiudendo di fretta la porta del mio appartamento e precipitandomi in strada, correndo. Questa mattina non ho sentito la sveglia suonare e mi sono svegliata tardi. Di nuovo.
“Aaish… Oggi sono davvero in ritardo! Se non mi sbrigo perderò l’autobus e poi chi la sente sunnie!” dico tra me e me, correndo ancora più veloce.
Sunnie è il soprannome della mia piu cara amica qui, a Seoul.
Il suo vero nome è Sunhea. Lee Sunhea. E’ stata la prima con cui ho fatto amicizia quando sono arrivata qui, in Corea del Sud, una delle poche persone che non mi ha discriminata e andiamo molto d’accordo.
Corro ancora, le gambe già stanche dall’eccessivo e improvviso sforzo. E poi, eccola là, la fermata. Sorrido, vedendo che l’autobus non è ancora partito  e accelero, non accorgendomi del vaso di fiori che è posizionato davanti all’entrata del fioraio, quasi in mezzo alla strada.
‘Ma chi è che mette un vaso di fiori in mezzo alla strada?!’ penso. Facendo appello a tutti i riflessi e l’agilità che ho, cerco di evitarlo. E ci riesco.
“Fiù, per un pelo!”
Non faccio neanche in tempo a finire la frase che perdo l’equilibrio e vado a sbattere contro qualcosa. Una persona. Mi giro e inchino velocemente, ricordandomi delle loro usanze e maniere. “Chesoammida!” dico ad alta voce e senza guardare chi fosse, se maschio o femmina, ricomincio a correre verso le strisce pedonali, per poi attraversare.
“Davvero, oggi non è la mia giornata…” faccio un grande sospiro, arrivando dall’altra parte della strada, la luce del semaforo dei pedoni che ritorna sul rosso.
Con la coda dell’occhio, vedo una figura ritornare indietro, sulle strisce.
Un bambino, che aveva perso per strada il suo pupazzo.
“Jihoo!” sento una donna urlare. Probabilmente sua madre. E poi, me ne accorgo.
Una macchina, che stava andando a tutta velocità verso il bambino. Senza pensarci due volte, torno indietro, allungando il braccio per cercare di afferrare quello del bambino.
Sento qualcuno urlare “Attenta!” ma non ci faccio caso. Sentivo l’adrenalina scorrere in me.
Con uno scatto veloce afferro il bambino e mi lancio indietro, verso il marciapiede, facendogli scudo con il mio corpo.
Quelli che pensavo fossero minuti, erano secondi. In pochi secondi era successo tutto quello. Sento delle persone avvicinarsi e mi alzo da terra, controllando il bambino.
“Gwenchana? Ti fa male qualcosa?” chiedo. Il piccolo, spaventato, fa cenno di no. “Gwenchanayo noona… G-Gomawo..”
Sorrido e gli arruffo i capelli. “Meglio così”.
“Jihoo” la madre del bambino urla mentre si avvicina e lo abbraccia forte.
“Cosa ti è saltato in mente eh?! Mi hai fatto prendere un grande spavento!”
Poi si gira verso di me, “Gamsahmida. Hai salvato mio figlio, come posso ripagarti?”
Mi gratto dietro la nuca, visibilmente imbarazzata. “Ma si figuri, era un mio dovere. Non voglio niente, mi basta un grazie, davvero.”
“Come vuoi tu. Su, Jihoo, saluta questa bella e brava signorina.”
Il bambino mi fa cenno con la mano e io gli sorrido, salutandolo. Mi alzo, vedendoli andare via e mi accorgo che la gente si è dispersa e il mio autobus se né andato.
“Oh cavoli, non ci voleva! Ora come faccio ad andare  scuola?”
Mi infilo una mano tra i capelli, arruffandoli, non accorgendomi che qualcuno mi stava guardando. Mi giro e incontro quello sguardo, incrociando due occhi molto belli.
Ovviamente di forma asiatica, ma molto grandi e dai tratti delicati e di un marrone scuro, come il cioccolato fondente. Solo a guardarli, rimanevi ipnotizzata.
Mi accorgo che quegli occhi si stanno avvicinando e io mi risveglio da quell’improvviso imbambolamento. La persona si ferma avanti a me e si dimostra essere un ragazzo.
Alto più di me, porta una mascherina che gli copre quasi tutto il viso, tranne gli occhi. I capelli sono lisci e castano chiaro, leggermente lunghi fino al collo. Vedo che alza un sopracciglio ed io arrossisco, abbassando lo sguardo, rendendomi conto che lo stavo fissando come un’ebete. Lo sento ridere e i miei occhi si posano di nuovo su lui, un’espressione confusa sul mio viso. Anche se ha la mascherina, dai suoi occhi capisco che sta ridendo.
“Perché stai ridendo?” gli chiedo, con un tono che rasentava leggermente irritazione. Eravamo vicino alle strisce ma fuori dalla strada. Inconsciamente faccio il gesto di aggiustarmi la borsa, accorgendomi che è sparita. Mi guardo intorno, preoccupata, cercando di intravederla quando mi compare davanti agli occhi, sostenuta da una mano.
“Cerchi questa?” mi domanda il ragazzo. Gli rivolgo uno sguardo leggermente infastidito, per via del suo comportamento di prima. Annuisco e pendo la borsa dalla sua mano, sfiorandogliela appena. ‘Wow, la sua pelle è veramente soffice’ mi ritrovo a pensare.
“Si, gahmsa..” gli rispondo esitante.
Lui mi guarda curioso, quasi mi stesse osservando e valutando.
No, cancelliamo. Lui MI STA osservando e valutando.
“Che c’è, qualche problema?” gli chiedo con tono acido. Non mi piace quando la gente mi fissa. Lui scuote la testa, il suono di una lieve risata raggiunge le mie orecchie.
“No, al contrario. Ti ammiro molto per quello che hai fatto prima. E’ stato molto coraggioso e altruista da parte tua, non è da tutti. E scusami se prima ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio, non era mia intenzione.”
Rimango basita per il suo brevissimo discorso. Non sapevo che dire.
“Oh..ok..” Si Erin, fai la figura a stupida, come al solito. Stavo arrossendo come non mai, menomale che sono un po’ scura di pelle e non si vede tanto.
“E allora perché hai riso quando mi hai guardato?”
i suoi occhi si spalancano leggermente, segno di un evidente sorpresa, ma poi si ricompone e ridacchia.
“Così era quello che ti aveva dato fastidio?” ridacchia di nuovo, divertito.
Inconsciamente metto il broncio e gonfio le guance, un vizio che ho preso dai coreani. Lui scoppia a ridere.
“Smettila” gli dico.
“Perché?”
“Perché mi da fastidio.. Sembra che ti stai prendendo gioco di me e non mi piace..”
“Non ti sto prendendo in giro, davvero.” Mi risponde subito, serio. O almeno credo.
“Se proprio lo vuoi sapere, prima ho riso perché.. Ti trovavo buffa e carina.”
Apro la bocca, formando la lettera O. Wow. Diretto. Mi ha anche fatto dei complimenti…
‘Cos’è, sta cercando di rimorchiarmi?’ penso e alzo un sopracciglio mentre lo guardo.
“Grazie(?)” rispondo con tono interrogativo “ma sai, se questo è un modo per cercare di rimorchiarmi bè, mi dispiace ma non sta funzionando.”
Per l’ennesima volta scoppia a ridere, ma questa volta proprio di gusto.
“Hahaha! Buona questa! Sei molto spiritosa sai? Haha”
“Non sto scherzando.”
Lui smette di ridere e si schiarisce la gola “Oh, ok.. no tranquilla, non sto cercando di rimorchiarti. Volevo solo fare conoscenza.”
Mi sorride, anche se io non lo vedo per via della mascherina ma lo capisco dagli occhi.
“Mh, ma sai, non ispiri molta fiducia coperto così.. Sei malato per caso?” chiedo curiosa.
Lui mi guarda un po’ scioccato, visibilmente a disagio “no, non proprio…” si aggiusta il ciuffo con la mano destra e il mio sguardo va al suo orologio. Subito gli afferro il polso con la mano “aish! È tardissimo! Se non mi sbrigo perderò anche la seconda ora!”
Il ragazzo mi guarda, sconcertato e confuso “in ritardo…per cosa?” chiede esitante.
“Per l’università! Stamattina ero già in ritardo e con quello che è successo ho perso l’autobus e quindi anche la prima ora di lezione. Ma se adesso non mi sbrigo, perderò anche la seconda ora e non me lo posso permettere! Quindi scusa, è stato un piacere “conoscerti” ma ora devo andare.”
Faccio l’azione per girarmi e andarmene quando lui mi afferra il polso gentilmente.
“Aspetta…se vuoi ti posso dare un passaggio. Sono con la macchina e non è un disturbo per me.” Rifletto su quello che mi ha detto, l’indecisione stampata sul mio volto.
“Ehm…non credo sia il caso...non ti conosco neanche, per quanto ne so io, potresti essere un assassino o malintenzionato.”
E ride, di nuovo. Ma quanto diavolo ride? Bah.
“Hai ragione, ma ti posso assicurare che sono un ragazzo a posto. E poi non sono solo, ci sono altre due, no, tre persone con me, i miei hyung.” E mi fa l’occhiolino.
“Ah…ora si che mi sento più sicura, davvero” dico sarcastica, trattenendo un sorriso. Non so perché, ma sentivo di potermi fidare di lui.
“Ovvio. Dai su, così magari riesci a vedere la mia faccia.”
Detto questo, mi prende per il polso e comincia a trascinare, arrivando dopo poco davanti ad un furgone nero abbastanza elegante. Ma sospetto.
“Mmm…non mi piace…” dico insicura. Lui si gira verso di me, una mano sulla portiera e divertimento nei suoi occhi.
“Tranquilla, fidati di me.” Apre la porta posteriore e io rimango scioccata alla vista che mi si para davanti.
What a day..



A/N: Salve a tutti ^^
Ecco qui il primo vero capitolo. Spero vi piaccia.
Spero sia all’altezza delle vostre aspettative XD
Mi raccomando, ditemi che ne pensate ^^
Mi fa molto piacere ricevere i vostri pareri.
Alla prossima bye! Chu <3
  
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