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Autore: ethelincabbages    23/09/2012    8 recensioni
One-shot partecipante al contest 'Coz Everybody loves Hermione indetto da Krixi19 sul Forum di EFP e all'iniziativa AurorGround del gruppo di FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling[Team Harry/Hermione]".
Un vecchio cinema, un film western, Hermione, una serata triste, dei semi di zucca e un amico non proprio silenzioso.
Sullo schermo un gargantuesco cowboy stava premendo pudicamente le proprie labbra su quelle della donna bionda. “Hank, questo significa… ?” sussurrava lei. Presto ci sarebbe stato un tramonto.
Poi, così vicino al suo orecchio da farle sentire il respiro rizzarle i peli, una voce parlò: “Semi di zucca,” disse.
Margaret Atwood, La donna da mangiare
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Delusions of Granger & Potter'
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La shot è in parte ripresa da una situazione presente nel romanzo ‘La donna da mangiare’di Margaret Atwood. Partecipa al contest ‘Coz Everybody Loves Hermione indetto da Krixi19 sul forum di EFP. Partecipa all'iniziativa AurorGround del gruppo di FB "Cercando chi dà la roba alla Rowling[Team Harry/Hermione]" – Auguri a tutti i settembrini!

Pumpkin Seeds

Sullo schermo un gargantuesco cowboy stava premendo pudicamente le proprie labbra su quelle della donna bionda. “Hank, questo significa… ?” sussurrava lei. Presto ci sarebbe stato un tramonto.
Poi, così vicino al suo orecchio da farle sentire il respiro rizzarle i peli, una voce parlò: “Semi di zucca,” disse.
Margaret Atwood, La donna da mangiare

Le poltrone sono piccole e strette, ricoperte di un velluto di qualche anno fa, color ocra, ti lasciano uno o due muscoli accavallati a fine film; alcune volte, se non trovi la posizione giusta, ti fanno sprofondare. Forse è per quello che non c’è mai nessuno in sala.
A Hermione piace lo stesso: ha l’odore del pop-corn appena saltato ed è perfetta per nascondersi al buio. Nessuno può scorgere quella lacrima sul suo viso mentre sullo schermo un misterioso e tormentato protagonista abbandona la propria donna per andare in cerca di fortuna.
Si lascia scivolare ancora più giù, chiude gli occhi e rovescia la testa contro lo schienale. Cerca distrazione, confusione, pensieri diversi dai propri. Pensieri che non parlano di solitudine e di scelte sbagliate, pensieri sciocchi a cui non crede neanche lei e che tornano solo in queste notti così, troppo deserte e un po’ patetiche.
L’attacco della musica le segnala l’inizio del film, dovrebbe essere un vecchio western, da quel che ricorda dalle locandine. Le immagini corrono davanti ai suoi occhi: giganteschi cowboy su enormi cavalli attraversano pianure immense, alla ricerca di una vaga idea di libertà. Tipicamente americano: ci saranno sicuramente dei ‘cattivi’ che cercheranno di fare qualcosa di malvagio e dei ‘buoni’ che tenteranno di fermarli. Con soldi, prostitute, indiani e anche qualche bufalo. Tra buoni e cattivi, indiani e bufali ci rimettono ogni volta.

Tra buoni e cattivi, c’è sempre qualcosa che va perso e poi non si ritrova più.

Lo schermo si fa scuro: è sera. Una di quelle sere silenziose, in cui, nella prateria infinita, si vede la carovana procedere lentamente, il vento muove l’erba, i grilli cantano e i cowboy dormono, con la testa che dondola e sbatte sul sedile in legno.
Una specie di schiocco smorzato distoglie la sua attenzione dalla scena, poi qualcosa di duro colpisce il pavimento. Proviene dalla sua sinistra, immediatamente accanto a lei. Mezzo minuto dopo lo risente, e poi ancora, ancora e ancora.
Scuote la testa, un po’ divertita, un po’ annoiata.
“Ti troverò sempre,” proclama l’enorme cowboy, un primo piano stringe sullo sguardo risoluto. Hermione non sa se interpretarlo come una promessa o come una minaccia.
Volge lo sguardo alla sua sinistra, nel fiacco bagliore che proviene dallo schermo intravede la sagoma accasciata due posti più in là e quel paio di occhiali che gli scivolano sul naso. Anche se non può davvero vederlo, sa già che c’è un sorriso sghembo su quel viso. Si finge concentrato sulla scena. Più o meno ogni mezzo minuto afferra qualcosa da una bustina che tiene in mano e se la porta alla bocca, e poi si sentono lo schiocco e lo sbattere sul pavimento.
Hermione riporta gli occhi alla pellicola. Non ha nessuna intenzione di parlargli, ma è felice di ritrovarselo lì accanto, di ritrovarlo sempre lì accanto. Funzionano così, loro due. Ruotano sempre sulla stessa orbita, si guardano le spalle a vicenda: lei gli porta i tramezzini al tonno e lui placa i suoi canarini.
“Semi di zucca,” le sussurra nell’orecchio, così vicino che Hermione ne sente il respiro e le labbra sfiorarle la pelle. Probabilmente non ha calcolato bene le distanze. O forse vuole solo infastidirla un po’, così da ricevere la sua attenzione.
Alza le spalle. “Cosa ti fa pensare che m’interessi?”
“Hai smesso di guardare il film.” Si siede accanto a lei, il sorriso c’è, ma non così soddisfatto come credeva Hermione. È un sorriso turbato dall’ombra di preoccupazione che gli legge negli occhi.
“Sto bene, Harry,” tenta di rassicurarlo. E ci crede davvero: sta bene. Non importa quanto sia frustante essere considerata ancora la ‘ragazzina’ al Ministero, non importa lavorare fino alle dieci di sera, ogni sera, per vedere le sue petizioni rigettate dal Wizengamot, non importa leggere del fidanzamento dell’uomo che credeva avrebbe sposato sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta. Non importa perché Hermione Granger è una donna moderna. Coraggiosa, intelligente e forte.
Così forte da nascondere i suoi occhi rossi nelle poltroncine di un vecchio cinema.
Harry le alza il viso e la guarda dritto negli occhi. “Lo sai che io ti ascolto, vero?” Glielo ripete sempre. È come se volesse rimediare per tutte le volte in cui è lei ad ascoltare, a consigliare, a sistemare i suoi guai.
Gli accarezza la guancia, e lascia la mano lì. Le piace sfiorare quella pelle ruvida, quell’ombra di barba che lo rende quasi uomo. Quasi: i suoi occhi sono quelli puri e forti di un bambino. Come faccia dopo tutto quello che ha passato, Hermione non riesce ancora a capirlo, ma forse è proprio questo che lo ha reso l’unico capace di vincere il Signore Oscuro.

Puro e forte.

“Lo so,” lo assicura. “È solo… stupido.”
Harry schiocca la lingua perplesso. Poggia la testa sullo schienale, fissando il soffitto.“L’amore è stupido.”
“Oh, no, no, non è amore,” ribatte in fretta lei. Non è amore. Se fosse amore avrebbe qualcosa di valido su cui piangere. “Non è più amore.” E forse è per questo che fa male.
“Cosa, allora?”
“Io ho-,” sbuffa. “Sai quando lavori tutto il giorno e qualche volta fai qualcosa di bello e qualche volta invece non hai combinato niente, e ti senti un po’ inutile? Poi torni a casa e ti butti sulla poltrona e accendi la tv e,” sospira e sente il groppo in gola, “e non importa quanto bello sia essere single, e indipendente, e forte, perché c’è quel silenzio che ti assorbe completamente, e quel vuoto, qui.”

All’altezza del cuore.

“Sai cosa si prova, Harry?”
“Ci si sente così,” bisbiglia lui.

Soli.

Non le piace, non le piace per niente scoprire che sì, lo sa anche lui.
Harry si avvicina, intreccia la mano in quella di lei e lascia che la testa si posi sulla sua spalla. Le mostra il suo pacchetto. “Semi di zucca?”
“Mmh,” Hermione arriccia il naso poco convinta. “Forse è meglio un gelato.”
“E il film?”

*

Scorrono i titoli di coda. Chissà se alla fine ci sono arrivati dall’altra parte della pianura senza far fuori nessun bufalo. Le luci si riaccendono. Harry e Hermione si rialzano senza alcuna fretta, sgranchendo un po’ le gambe, cercando di riabituarsi alla luce. Hanno i capelli più disordinati del solito.

Si avviano verso l’uscita. Hermione lo prende sotto braccio e nel frattempo decide che un gelato bacio e caramello è proprio quello che le serve. Harry scuote la testa.

Forse potrebbero stare da soli insieme.


 

 

   
 
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