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Autore: Bethan Flynn    23/09/2012    1 recensioni
Non era possibile. Non poteva essere lui.
Non adesso che finalmente, dopo dieci anni, era riuscita se non a scrollarsi di dosso il peso di quella colpa che l’aveva sempre schiacciata, perlomeno a conviverci.
Howard Link. Il cognome c’era, i due nei pure, gli occhi grigi anche.
Non li aveva mai dimenticati, e non li avrebbe dimenticati mai.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Link, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Il viaggio era stato interminabile e a malapena avevano dato loro da mangiare.
Rie, in ogni caso, aveva lo stomaco chiuso.
Le manette di talismani magici la indebolivano tantissimo, togliendole anche le forze fisiche e non solo quelle dell’innocence. Sentiva i cubi dentro di sé ribellarsi a quella costrizione, evocati anche dalla sua rabbia, ma non poteva farci niente.
Rei stava accoccolata in braccio a lei, inerte, gli occhi aperti che fissavano il vuoto. Ogni tanto Rie le accarezzava la testa, ma non sapeva neppure cosa avrebbe potuto dire per tirarla su, quando a lei stessa sembrava di star sprofondando in un baratro.
Pensava a Howard, all’espressione che aveva quando era stata portata via.
Doveva tornare da lui, assolutamente, o ne sarebbero morti entrambi. La verità era che non aveva idea di come fare, l’unica soluzione le sembrava quella di scatenare l’innocence a tutta potenza, polverizzare la sede Nordamerica con tutti coloro che vi stavano dentro e poi schiattare per via dello sforzo che questo le avrebbe richiesto.
Decisamente, doveva pensare a qualcos’altro.
“Vieni a prendermi, Howard” si trovò a scongiurare, sbalordita da se stessa.
“Ho bisogno di te. Aiutami” quei pensieri le fecero salire le lacrime agli occhi. Nascose il viso nei capelli della bambina appoggiata a lei.
“Non smettere di cercarmi proprio adesso” sentì la mano piccola di Rei accarezzarle una guancia.

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Si sente scuotere lievemente, poi avverte un tocco freddo sulla guancia.
Cerca di aprire gli occhi, ma la testa le gira, e si sente debole.
Vede sfocata la figura di un uomo altissimo di fronte a lei, si spaventa.
Fa appello alle poche forze rimaste, che mosse dal terrore sono sufficienti a farla spostare bruscamente da quel tocco, portandola a rannicchiarsi in un angolino.
L’uomo le si inginocchia di fronte.
Rie non lo vede bene, ha una maschera bianca che gli copre metà del volto, e il colore rosso dei suoi capelli la intimorisce.
Rosso, come le fiamme.
-Cos’è successo?- le chiede quello con gentilezza, ma lei inizia a piangere.
-N-non volevo! Non volevo!- grida fra i singhiozzi.
Attorno a sé è terra bruciata. Solo un’ala della casa è rimasta parzialmente in piedi, ma è carbonizzata. Il resto è ridotto a un cumulo di macerie annerite e ridotte a polvere.
Sente le braccia di quell’uomo avvolgerla, calde. Anche il suo petto è caldo, e grande. Quelle braccia non sono come quelle di James, vogliono proteggerla, e Rie lo sente.
-Va tutto bene piccola. Adesso ti porto via da qui- mormora, sollevandola in braccio.
-Howard..!- esclama lei all’improvviso, ma vede il suo salvatore scuotere la testa.
-E’ al sicuro, ma non puoi vederlo adesso- dice. Rie annuisce.
-Non voglio vederlo. Basta che stia bene- sussurra, decisa.
Va bene così, pensa. Howard di sicuro la odia: non dimenticherà mai la paura che gli ha letto negli occhi, non dimenticherà mai di aver distrutto la sua famiglia.
No, non vuole rivederlo, mai più.
Mai più.
Quelle parole sono corte, ma dentro di lei producono un vuoto immenso, una sentenza.
E’ colpa mia, dicono.

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-Siamo arrivati- una voce brusca, la porta del loro scompartimento si aprì di schianto e le guardie di Lvellie le strattonarono fuori dal treno senza troppi complimenti.
-So camminare- sibilò Rie a quello che la stava tenendo per un braccio così forte da farle male.
-Non mi è stato ordinato di essere gentile- rispose secco, e la ragazza vide che era quello che si era beccato il suo calcio in faccia. Avrebbe dovuto sapere che ci sarebbero state ripercussioni, pensò stringendo i denti sotto la morsa di quelle dita adunche.
La sede Nordamerica era immensa. Entrarono in un salone gigantesco per il riconoscimento, e quando Rie vide Bak sussultò per la sorpresa e il sollievo.
Erano nella sede Asia. Lvellie le aveva mentito, Howard sarebbe stato vicino.
Il pensiero seguente la colpì però come un pugno: se Howard sapeva che lei si trovava nella sede Nordamerica, mai l’avrebbe cercata lì dove si trovava.
La tristezza fece per impadronirsi nuovamente di lei, ma la scacciò dalla sua mente.
L’uomo la fissò sbigottito, poi i suoi occhi si spostarono sulle manette addosso a lei e a Rei, e infine su Lvellie –che cosa significa?- chiese, serio.
Il sovrintendente non fece una piega –significa che dobbiamo studiare meglio l’innocence di Rie Tsubaki. Applica la solita procedura- lo fissò con uno sguardo che non ammetteva repliche, ma Bak aprì lo stesso la bocca per replicare.
Si fermò solo quando vide il cenno di diniego di Rie, che lo fissava decisa.
-Molto bene- mormorò –ci penso io- prese la ragazza sottobraccio, strappandola alla guardia, poi mise una mano sulla spalla di Rei e le condusse su una piattaforma che iniziò a scendere sempre di più.
-Rie! Ma che cosa significa? Come ha fatto a incastrarti?!- esclamò, appena furono fuori dalla portata delle orecchie di Lvellie.
La ragazza sospirò –ha minacciato di sottoporre Howard a Inquisizione se non avessi collaborato. Non avevo scelta- rispose. Il nervosismo iniziava a farsi sentire.
-Quel bastardo schifoso- imprecò Bak.
-Bak, non voglio che facciate niente, niente per tirarmi fuori di qui. Mi hai capita?- chiese Rie decisa.
-Ma sei diventata matta o cosa?!- sbottò lui –questi qui non stanno giocando! Ti tortureranno!-
-Lo so, che cosa credi?!- gli strillò lei in faccia, esplodendo definitivamente. Le loro voci rimbombarono assordanti nel tunnel che scendeva sempre di più –ci sono io di mezzo, non scordartelo. Ma non posso permettere che prendano Howard. Non posso, Bak- sussurrò, abbassando il tono.
Arrivarono, e lo scenario che le si parò davanti la riempì di un terrore folle.
Avrebbe solo voluto scappare, mentre le mani tremanti dell’uomo la incatenavano a una parete con le solite manette magiche.
-Aspetta qui. Arriveranno fra poco- mormorò.
Rie annuì, poi le luci si spensero e rimasero immerse nell’oscurità più totale.
Sentì un pianto sommesso.
-Rei?!- esclamò. I singhiozzi aumentarono.
-Va tutto bene, Rei. Non ti faranno niente- mormorò. Ne era abbastanza sicura. Quello di cui non era affatto sicura era che non facessero niente a lei.
Aveva paura, come non ne aveva mai avuta in vita sua.
I suoi pensieri si spostarono di nuovo su Howard, e la sensazione delle loro labbra che si sfioravano la colpì come un pugno.
Perché doveva perderlo ora? Perché dovevano portarla via proprio quando aveva deciso di smettere di scappare?
“Vieni a prendermi, Howard” pensò.

--------

La luna risplendeva nel cielo, piena, brillante come uno specchio appena lucidato, contornata dalle stelle che trapuntavano il blu della notte.
Il freddo aveva gelato i vetri delle finestre, ma lui ci appoggiò la schiena lo stesso, sentendo i brividi percorrergli la spina dorsale.
Il bicchiere tremò nella sua mano.
Chissà dov’era Rie, chissà cosa le stavano facendo, o le avevano già fatto.
Si odiò per non essere in grado di aiutarla, si odiò per non averle detto niente quando ne aveva avuto l’occasione.
“Maledetta paura” pensò, scolando tutto d’un fiato l’ennesimo sorso di cognac.
Aveva comunicato ad Hebraska cos’era successo, e lei era rimasta in silenzio.
Lo biasimava, era ovvio.
Per non aver mai parlato, per non aver mai detto a Rie la verità.
 Chinò la testa. Adesso l’unico che aveva una motivazione abbastanza forte per salvarla era lui, Howard Link. Doveva solo sperare che non si arrendesse, ma la disperazione che gli aveva letto negli occhi lasciava ben sperare.
Dei lievi colpi alla porta lo riscossero dai suoi pensieri.
Il Generale afferrò la pistola, poggiata di fianco a lui sul davanzale della finestra, e la caricò.
-Avanti- disse, cauto.
Un colpo assordante, un dolore al viso, poi fu il buio.



Note dell'Autrice:

Scusatemi, sono troppo morta causa malattie varie, esami e partenza imminente per produrre un commento decente x___x

Grazie a rose princess per la recensione <3 si, Rie è proprio sfigata. E più va avanti la storia, peggio sarà X°D non sono mai buona con le mie protagoniste, mi odiano tutte XD

Vado a dormire, Leute.

Baci <3

Bethan
   
 
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