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Autore: lady hawke    08/04/2007    5 recensioni
Siete davvero sicuri di sapere come sono stati arruolati gran parte dei Mangiamorte? Siete curiosi di venire a conoscenza delle rivoltanti verità nascoste che si celano dietro questa storia? Entrate Signori miei, non abbiate Paura.
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Voldemort
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Note: Storia breve e demenziale, sicuramente un Song-fic piccola e nata per ridere. La canzone citata è One vision dei Queen, e il testo è naturalmente di loro proprietà. Qualsiasi violazione del Copyright non è pertanto intesa. I personaggi di JKRowling appartengono a lei e a lei soltanto. Tutte queste citazioni vengono fatte senza alcun scopo di lucro.

Visioni di…potere


Correva l’anno 1970 e Lord Voldemort iniziava proprio allora a raccogliere proseliti per la sua megalomane campagna di pulizia della razza magica. Se molti apparivano affascinati ed elettrizzati dall’idea di menare a destra e a manca maledizioni senza perdono, non tutti venivano ammaliati dai lunghi mantelli neri e dai lugubri tatuaggi che già all’epoca facevano tanto dark.
Serviva qualcosa di più incisivo per smuoverli dal loro torpore,serviva una versione Demo.

Stasera nella stanza segreta del municipio di Little Hangleton grande dimostrazione pubblicitaria della setta del Lord Oscuro. Offerti per voi cori, canti gregoriani, proclami, propaganda e lavaggi del cervello. Tutta la cittadinanza magica è invitata.

E come resistere ad un invito così amichevole e caloroso?
La pensavano così molte persone che, addobbate del loro vestito migliore, si presentarono la sera stessa nel luogo convenuto. Dopo un’ora di mormorii e di snervante attesa il grande e potente (se non ora in un futuro prossimo venturo) Lord Voldemort apparve nella sala.
- Buona sera e benvenuti a tutti voi – li accolse con grande gentilezza e modi raffinati l’uomo, con quella sua strana voce dalla esse sibilante.
- Sapete…- esordì camminando a grandi passi per la sala – potrei passare ore a spiegarvi le mie ragioni, il perché gli sporchi, sudici, schifosi Mezzo-sangue non meritino di camminare su questa terra, al nostro fianco, come nostri pari, mentre solo noi siamo i puri. – Scandì lentamente le parole mentre gli occhi rossi vagavano per la sala, dardeggianti. – Potrei sprecare fiumi di parole nel chiarirvi, nel dettaglio, il motivo per cui i Babbani dovrebbero essere ridotti quanto meno in schiavitù, o sterminati… - Voldemort fece seguire alcuni studiati secondi di pausa, carichi di pathos.
- Ma via – proseguì amabilmente – non incupiamoci come queste tetre parole. Vi ho tolto dalle vostre belle case per una ragione. Miei Mangiamorte! – chiamò infine.
Una mezza dozzina di uomini incappucciati si disposero su un palchetto come un ordinato gruppo di chierichetti ammaestrati.
- Eccoli qua – disse colmo d’orgoglio – i miei primi e fedeli seguaci. Sono stati anche loro ad ispirarmi in larga parte nel mio lavoro. Sono come dei figli per me, e senza non potrei minimamente pensare di portare avanti questo progetto. -
Gli uomini si inchinarono udite queste parole in segno di grande rispetto e deferenza. - Lascio dunque a loro la parola, sono sicuro che vi ammalieranno. – e più non parlò.
Il primo Mangiamorte sulla sinistra schioccò un paio di volte le dita a ritmo di una musica immaginaria e, improvvisamente, delle note cominciarono a riempire la stanza.
Una musica strana, nuova, mai udita da orecchie magiche, ma accidenti se era coinvolgente. Ed ecco che incominciarono a cantare.

One man one goal one mission
One heart one goal just one solution
One flash of light yeah one god one vision

Subito con slancio cominciarono a battere le mani a tempo.

One flesh one bone
One true religion
One voice one hope
One real decision
Wowowowo gimme one vision

Alla parola Vision tutti i coristi si scoprirono il viso, mostrando le loro facce felici, gioiose, ansiose di dare voce alla Verità!

No wrong no right
I'm gonna tell you there's no black and no white
No blood no stain
All we need is one world wide vision

Proseguirono mimando le loro parole mentre il pubblico cominciava ad intonare il semplice ritornello, estasiati.

I had a dream
When I was young
A dream of sweet illusion
A glimpse of hope and unity
And visions of one sweet union
But a cold wind blows
And a dark rain falls
And in my heart it shows
Look what they've done to my dreams

E l’unica donna del gruppo, tale Bellatrix Black, da poco congiunta in matrimonio alla famosa famiglia Lestrange, cantò il pezzo solista con una strana voce soave che sembrava quasi inumana. Il pubblicò per un momento colto dalla sorpresa si sciolse in un brodo di giuggiole. Pareva così strano che una donna col volto così duro, dai lineamenti così affilati e ferini potesse avere una voce così melodiosa.
So give me your hands
Give me your hearts
I'm ready
There's only one direction
One world one nation
Yeah one vision

No hate no fight
Just excitation
All through the night
It's a celebration wowowowo yeah

Di nuovo in coro, a cantare sempre più forte, a incitare il pubblico. Le ragazzine in prima fila in lacrime, le madri un po’ di lato che lanciavano suardi languidi al terzo corista sulla destra; tutto sapeva ormai di festa.
Ormai tutti, uniti come una sola entità, si sentivano uniti dalla stessa causa, dalla stessa lotta. Coro e pubblico cominciarono a dialogare, una battuta a testa.

Gimme one light
Gimme one hope
Just gimme
One man one man
One bar one night
One day hey hey
Just gimme gimme gimme gimme
Fried chicken

La canzone finì e la musica si arrestò bruscamente, ma nessuno parve accorgersene. Erano tutti troppo presi ad applaudire, richiedere un bis, lanciare regali ai sei fantastici coristi, come già iniziavano a chiamarli.
L’ultima battuta della canzone “pollo fritto”, così dissonante dal resto passò quasi inosservata, molti ne risero, ma nessuno capì a cosa miravano quelle due semplici parole.

Voldemort sogghignò tra sé, lui sapeva. I polli erano proprio loro: la cittadinanza unita e sciocca. Era bastata una stupida canzone a soggiogarli come pecore. Doveva ammetterlo, i Babbani per una volta gli erano tornati utili, quella sciocca canzonetta era perfetta.

Il pubblico intanto continuava ad applaudire, i coristi ad inchinarsi in segno di ringraziamento. Ad un cenno del loro signore scomparirono nell’altra stanza. Ma dovettero tornare a ricevere gli onori della folla, che non si voleva staccare da loro: nuovi inchini e nuovi ringraziamenti.

- Sono felice – soggiunse il Lord – che finalmente abbiate capito quello che intendevo, che siate riuscito ad apprezzare quello che noi ci proponiamo di fare per Voi e per i nostri figli. – seguì un lungo applauso. – Se volete unirvi a noi sarete certo i benvoluti, la nostra famiglia vi accoglierà a braccia aperte.
Urla di entusiasmo si levarono nuovamente.

Di certo non potreste immaginare quanti adepti aderirono alla causa grazie a quella semplice dimostrazione.
La famiglia Malfoy ne fu deliziata, e il figlio, erede della famiglia e futuro marito di Narcissa Black, sorella minore della fantomatica corista, fu un entusiasta sostenitore del Lord Oscuro e si fece marchiare quella sera stessa. In quel modo si assicurò l’amore imperituro della giovane fidanzata. Il boia McNair rimase commosso dalla performance dell' intrigante cantante e si iscrisse alle giovani reclute della campagna di Voldemort.
Un gruppo rock straniero, capitato lì per caso, rimase talmente colpito dalla performance del sestetto che si iscrisse alla setta pur senza averci capito molto.

Nel giro di due ore, lo squadrone della morte di uno dei più potenti maghi di sempre era formato. In seguito cercarono di dimenticare, e di far dimenticare, il sistema di reclutamento di giovani assassini pronti al sacrificio. Per un gruppo che passava il tempo a sterminare innocenti, una band non era la pubblicità migliore.
Al processo, nel 1980, alla fine della prima Guerra Magica, tutti i Mangiamorte si accordarono su di una versione un po’ diversa da come vi è stato raccontato.
Tale McCorny, l’unico che accennò alla faccenda, venne ritrovato strangolato il giorno dopo la confessione. Ciò scoraggiò altri furbacchioni dal cantare le verità nascoste e mai raccontate di Lord Voldemort.

Si dice che Piton, uno dei coristi di quella sera, lanciò scocciato il ricordo di quella performance nel suo pensatoio nel 1974. Pare che la cosa lo tormentasse parecchio. Non riusciva a riprendersi dalla delusione e dall’amarezza di essere stato scartato come solista. Secondo lui quell’oca di Bellatrix non era affatto adatta, ma non si discutono gli ordini del Signore. E, soprattutto, non si rischia l’ira del marito geloso e oltremodo orgoglioso della sua inquietante compagna.
Di guai ne avrebbe avuti da passare. Piton quella sera si comportò intelligentemente e si rimise al suo posto; probabilmente ebbe un presentimento. O chissà, il fato ebbe pietà di lui.

Qui finisce questa torbida storia di musica e assassini. Eccovi dimostrato come anche le idee più malvagie abbiano avuto origine in luoghi umili, come la sala riunioni di un piccolo comune dimenticato dell’Inghilterra.
  
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