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Autore: madoka94    23/09/2012    2 recensioni
Ahem...buona sera a tutti! ho voluto fare un piccolo esperimento sulla mia coppia preferita yaoi/shonen-ai: altyxmalik.
é tutta una serie di piccoli racconti basati sui loro ricordi, dalla loro infanzia fino a quando sono adulti.
Non vi assicuro che sia una piccola perla, spero comunque che sia di vostro gradimento per chi è pazza come me di loro due ^^
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4° ricordo: solo la luna lo sa



Lo odiava...con tutto se stesso.
Odiava quell' uomo che in quel momento dormiva mentre era beatamente steso sul tappeto e sui cuscini nella zona di riposo, che era anche l' unica entrata del Covo di Gerusalemme.
Odiava Altair Ibn-La'Ahad.
Quanto tempo era passato dopo quella volta che aveva perso tutto?Pochi mesi non di più?
Sì, avete capito bene, ora la tigre non aveva più niente per cui combattere, per cui vivere.Niente di niente.
E tutto questo era solo per colpa di quella superficiale, egoista, presuntuosa, incosciente e arrogante aquila.



Altair e Malik avevano raggiunto i venticinque anni d' età, erano finalmente dei Assassini completi,  il primo però aveva il titolo di Maestro Assassino che equivaleva a un grado in più di superiorità e valeva quanto il Gran Maestro.
Da quando aveva ottenuto quel titolo (anzi no, ancor prima) era cambiato radicalmente.
Se prima lo definivano soltanto un asociale menefreghista, ora gli davano del blasfemo del loro Credo.
Aveva più volte disobbedito agli ordini non seguendoli alla lettera e facendo di testa sua, violava uno o due dei tre principi fondamentali su cui era basato il loro Ordine non badando ai rimproveri di Al Mualim.Come poteva quell' uomo anziano tirare tanto le briglie al suo allievo prediletto?
Ormai tutti lo vedevano come il principe della morte in persona e lo temevano.
Per questo nessuno osava dirgli ciò che pensava su di lui in faccia.
Per quanto riguardava l' Al-Sayf si era allontanato da lui quando avevano sedici anni, davanti a quel tramonto, ed era pure il giorno del suo compleanno...
Era certo che era per quel fatto che era mutato in quel modo.Quindi che doveva fare, assodalrsi lui la colpa?
Altair aveva compiuto quel gesto, non Malik.Altair!
Eppure, nonostante il suo orgoglio in questi anni, non riusciva ad ammettere che se l' avesse accetato e imparato ad ascoltare il proprio cuore sarebbe rimasto come un tempo e non peggiorato.
Una sera, dopo che tutti ebbero finito la cena, Malik fu chiamato da Al Mualim nel suo studio.
Molto probabilmente era per una missione.
Mentre attraversava i corridoi si imbattè in quel che non aveva mai più voluto averci a che fare.
-Salute e pace...Altair..-salutò mandando giù la saliva nel pronunciare quel nome.
L' altro non rispose, rimanendo col capo abbassato.Ormai non riusciva nemmeno a guardarlo dopo quella volta.
-Anche tu vai dal Maestro?-chiese atono.
-Sì.-
A quella risposta l' aquila fece un piccolo ringhio, aveva già capito che il vecchio li aveva convocati per una missione e l' idea non gli piaceva affatto.
Si voltò dirigendosi per le scale con passo svelto, cercando di stare il più lontano possibile da lui.
-Ehi, vai piano!-
A quella richiesta l' Ibn-La'Ahad non rispose e andò più veloce.
-Ma mi stai a sentire?!-questa volta Malik lo prese per il braccio e subito venne respinto con un solo brusco movimento.
-Non toccarmi.-
Quelle parole le disse mettendoci tutto il veleno che aveva in corpo, lasciando il compagno di sbieco.
Non era più l' Altair che conosceva, era proprio cambiato.
Restarono in quei gradini ad osservarsi per molto tempo, finchè l' Al-Sayf non decise di fare il primo passo.
-Per caso...è colpa mia?-
-Riguardo a cosa?-chiese indifferente.
-Lo sai.-questa volta non esitava più come in passato e quando c' era qualcosa da dire la diceva subito.
Altair lo guardò con delle lastre di ghiaccio al posto degli occhi, per poi distogliere lo sguardo e dargli di spalle.
-Le persone cambiano col tempo, Malik, e si cresce.-
-Parli di crescita? Tu che trasgredisci il Credo?-
-Io faccio ciò che Al Mualim ordina di fare, solo a modo mio.-
-Così ci metterai tutti in pericolo un giorno!-
Entrambi notarono che Malik aveva alzato il tono di voce al punto da far rischiare di essere sentito per tutto il maniero.
-Ascolta, se è un modo come un altro per evitarmi o addossare la colpa fa pure, ma sappi che se continuerai sarà per colpa della tua arroganza ed egoismo!-
-Mi dai dell' egoista?-la tigre non previse la presa di Altair sulla collottola della maglia per farlo avvicinare pericolosamente al suo viso-Proprio tu che ancor prima mi hai evitato e allontanato più di tutti?Tu che hai pensato solo a te stesso?-
Ancora una volta l' aveva avvelenato colpendolo nell' animo, ma cercò di non darlo a vedere mantenendosi calmo e freddo.
-E poi non avevi detto che dovevamo dimenticare?Che era...un malinteso?O mentivi?-
L' aquila si mosse lentamente facendo avvicinare i loro nasi, questa volta giocava, voleva vedere se si rimangiava quelle parole o meno.
-Non...!-
La tigre era stata troppo lenta a reagire, troppo ingenua ed in quel momento le labbra del confratello gli impedirono come in passato di dire altro.
Non era come il primo bacio che si erano dati, era più forzato, privo di sentimento, disperato in fondo.E per completare il supplizio, tra quelle fessure, l' Ibn-La'Ahad volle introdurre la lingua attraversando i denti del compagno in un baleno.
Malik si sentì in trappola e fuori di sè appena percepì la punta di quella carne a contatto con la sua.
Il corpo di Altair spinse con forza l' altro contro la ringhiera in pietra nonostante questi continuava a ribellarsi cercando di spingerlo via.
Alla fine la tigre ebbe la meglio tirando una zampata al muso dell' aquila, lasciandola frastornata per un attimo.Il rapace non aveva ancora capito che i felini sono difficili da dominare.Ci voleva ancora tempo.
Mentre l' Al-Sayf riprendeva fiato, pieno d' ira nei suoi confronti, il ragazzo con la cicatrice si pulì il rivolo di sangue che gli usciva dalla parte sinistra della bocca con il dorso della mano, con sguardo assente e privo di alcuna emozione.
Anche sta volta si rese conto di aver esagerato, ma l' aveva fatto volutamente.
-Penso che non abbiamo più niente altro da dirci.-disse atono per poi ritornare sui suoi passi con la schiena curva in avanti.
Quando lo vide svanire dietro le scale che portavano al secondo piano, Malik tirò un pugno alla ringhiera rischiando di spezzare tutte le ossa della mano.
Era successo di nuovo, l' aveva respinto pensando alla paura e senza cercare di comprenderlo.Dannazione!
No...anche di questo non aveva colpa.Si era legittimamente difeso, così erano andati i fatti.
Mentre si autoconvinceva di questo, un morboso sorriso si fece strada sulle labbra, intanto stringeva freneticamente il petto, dove vi era situato il cuore.
-"Perchè mi fa male...?"-pensò stringendo ancora di più quella parte, quasi da strappare via la carne.
Dopo essersi ripreso raggiunse lo studio di Al Mualim che diede ai due confratelli una missione riguardante a un manufatto che si trovava al Tempio di Salomone e i Templari volevano possederlo.
Lavorare in coppia era l' idea peggiore che al vecchio gli era venuta in mente in tutti quei anni.
Così pensarono sia l' aquila che la tigre.
Ma non era finita, per quell' ingaggio dovevano esserci tre Assassini.
-Ad affiancarvi ci sarà tuo fratello Kadar, sarà una sottospecie di prova per vedere se ha le stoffe di diventare un Assassino a tutti gli effetti.Ovviamente su questa parte non dovrai riferirgli parola.-disse il Gran Maestro riferendosi a Malik orgoglio di uno dei suoi allievi che aveva raggiunto l' età di passare da adolescente ad adulto.
Malik rimase sorpreso alla notizia, pensare di avere il fratello minore al suo fianco lo angosciava. Non che pensava che non avesse la capacità di combattere, anzi, l' aveva visto lui stesso nei suoi allenamenti che sarebbe stato pronto alla sua prima e vera missione uno di quei giorni, ora come ora gli sembrava troppo presto e immaturo.
Quel che gli preoccupava ancar di più era che Kadar s' ispirava a diventare come Altair e se lui gli insegnava quel che sapeva nel peggiore dei modi l' avrebbe perso prima ancora che iniziassero la missione.
L' Al-Sayf guardò di sottecchi l' Ibn-La'Ahad con sguardo divoratore e questi ricambiò allo stesso modo.
-Altair, confido in te che compi questa missione con la massima cautela e discrezione possibile.Mi raccomando.-lo avvertì il maestro.
-Sarà fatto.-
Dopo che furono congedati e scesero fino ad arrivare al corridoio che portava alle camerate, Malik prese per la spalla Altair sbattendolo contro il muro sonoramente.
-Se provi ad avvicinarti a mio fratello o a anche solo gli succede qualcosa a causa tua, giuro che ti farò rimpiangere di esistere.-gli sibilò avvicinandosi per farsi capire solo da lui.
-è tuo fratello quello che non si deve avvicinare troppo a me, visto che mi prende come un esempio da seguire.-controbattè l' altro scrollandolo di dosso.
-Perchè non sa chi sei in realtà!-
-E chi sarei dunque?-
-Un incosciente.-
Il figlio di nessuno ghignò dandogli di spalle.
-Comunque sia, vedete di non intralciarmi.Non ho voglia di portarmi pesi inutili.-detto ciò andò verso la sua stanza lasciando l' altro sempre più incattivito di prima.
La tigre voleva ribattere ma se avesse ancora continuato in quella discussione non ne sarebbe più uscito.
Lasciò quindi che se ne andasse definitivamente, nonostante l' avesse rivisto il mattino seguente.




Quel giorno si ricordava che Kadar era felicissimo di partecipare alla missione e ne era onorato, non poteva sapere che nei giorni seguenti, quando sarebbero arrivati al tempio dove i loro nemici stavano già cercando di prendere il tesoro, il cosidetto Frutto dell' Eden, non avrebbe più partecipato a missioni di alcun ché.
Altair era stato uno stolto a pensare di sconfiggere tutto da solo Roberto De Sable e fu a causa sua se Malik aveva perso il braccio sinistro e l' unica persona che riusciva a farlo andare avanti.
Ora era diventato il Rafiq di Gerusalemme, la voce e le orecchie della città, un grado molto importante dicevano gli altri.
Però quel lavoro lo faceva sentire inutile, in effetti era per gli Assassini che non potevano più compiere gesti acrobatici o assassinii perfetti, per gli scarti della società che aiutano quelli che possono.
Si sentiva uno scarto in tutto e per tutto.
E tutto questo era colpa dell' aquila.
Lo stava fissando piazzato al di sopra di lui e in mano aveva la sua spada che l' aveva accompagnato in mille battaglie, che prima l' affilava dietro al suo balcone.I loro corpi illuminati dai raggi lunari che passavano tra le fessure della grata che stava al di sopra delle loro teste.Altair era raggomitolato su se stesso come un gatto.
Era da molto tempo che ci pensava: poter eliminare la fonte dei suoi problemi, la malattia che aveva preso la vita di suo fratello.
Certo, avrebbe trasgredito gli ordini di Al Mualim e sarebbe stato processato per mano sua, ma era sbagliato avere  della giustizia personale?Potere vendicare Kadar e dargli pace?
Quel novizio non meritava di avere una seconda possibilità, non bastava che fosse degradato...non doveva più vivere.
Quindi, se il Gran Maestro non gli dava la possibilità, ci avrebbe pensato lui stesso.
Bastava solo un colpo al cranio, uno solo e tutte le sue torture sarebbero finite.
Deciso come non mai alzò l' impugnatura in alto, ormai preso dalla follia e dalla vendetta.
-"Addio Altair, spero che raggiungi presto l' inferno!"-
Stava per colpirlo quando ad un certo punto la sua vittima mormorò qualcosa.
-Ma..lik...-
A quel punto fermò la lama proprio al di sopra del capo, tra la spalla e l' incavo del collo.
Per un attimo temeva di essere scoperto, invece si accorse che parlava nel sonno.
-Malik...perdonami...-
Sbarrò gli occhi a sentirgli dire quella frase, l' aveva già sentito dire qundo si erano rincontrati ma non l' aveva preso seriamente, ascoltando di più il suo orgoglio ferito e la sua rabbia nei suoi confrionti.
Vedendolo in quello stato, mentre una lacrima nascosta dal suo cappuccio scivolava sulla sua guancia, gli prendeva una strana morsa al petto. La stessa che aveva già sentito più volte.
Poi quella goccia si frantumò sulla superficie fredda del bracciale che teneva la lama celata e lì sotto vide qualcos' altro che lo lasciò ancora più disorientato.
Al polso c' era il bracciale in bronzo che lui stesso gli aveva regalato quel giorno di dieci anni fa.
L' aveva tenuto...dopo tutto quel tempo e ciò che avevano passato provava ancora qualcosa nei suoi confronti.
Scosse fortemente la testa, non doveva cedere assolutamente.Non c' era più posto per i sentimentalismi nel suo cuore, non provava più niente.Kadar doveva essere vendicato e niente e nessuno poteva fermarlo.
Ne aveva la possibilità, era proprio lì a portata di mano.
Però la sua mano tremava e non accennava a fare alcun movimento.Sentiva che era del tutto molle e la spada molto pesante.
E fu a quel punto che cadde sonoramente a terra ai suoi piedi.
Malik si nascose dietro il balcone, con la vergogna che lo aggravava sulle spalle.Si guardò la mano che poco prima impugnava l' arma, la portò alla fronte e dei sonori singhiozzi si fecero strada nella sua gola e il viso bagnato da quelle odiate lacrime.
Non c' era riuscito.
In quel momento non poteva stare peggio di quanto era già.
Anche se l' odiava non poteva nascondere che c' era una briciola del vecchio se stesso che sentiva ancora il bisogno della presenza di Altair.Dell' averlo accanto, sentire ancora che entrambi si cercavano, che si volevano...aveva timore a dirlo, ma anche che si amavano.
Parte di se si sentiva ripugnante, provare ancora cose simili lo rendevano debole.Eppure non poteva farne senza.
Alla fine voleva perdonarlo, ma ancora non si fidava.
Di quello che era successo quella notte nessuno l' avrebbe saputo.Solo la luna ne era testimone. Solo lei poteva sapere.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Eccomi qua con il quarto capitolo!Come promesso ho postato subito ^^  so che è corto e forse vi aspettavate di più, ma spero che vi sia piuciuto lo stesso e ho cercato di fare meno errori possibili.Ovviamente se c' è qualcosa che non va ditemelo subito che vedrò di rimediare.

Ringrazio le seguenti persone:


Smell


Narjis


sasuke lastdragon


Vanny2003


Hikari B Uchiha


Altair chan


Satiel

 

che continuano a seguire e a recensire la storia qui presente, vi ringrazio immensamente.

Bacioni a tutti voi,

 

madoka94

  
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