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Autore: REAwhereverIgo    24/09/2012    4 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Forse un giorno…

 

Quando aprì la porta di casa e la varcò, zuppa e tremante, Rea fu circondata dalla sua famiglia, che l’abbracciò e la coccolò per un po’.

Molto umilmente, lei si spostò indietro e li guardò uno ad uno.

Scusatemi, non volevo andarmene” disse imbarazzata. Sua madre la strinse forte.

“Non mi interessa, quel che conta è che tu sia tornata da noi” la tranquillizzò.

Vedere che c’erano tutti le fece tremare il cuore: Laura, Emma, i suoi genitori, Johan, Jason e… e Fabio. Si era autoinvitato in macchina del guardiano del cimitero e si era fatto portare lì, per poi scortarla fino all’ingresso, quasi temesse che fuggisse di nuovo via. L’aveva abbracciata e tenuta stretta a sé per un tempo indescrivibile, senza parlare, senza quasi respirare. Si erano staccati solo quando l’uomo aveva fatto loro presente che erano molli come pulcini e li aveva fatti salire al riparo. A quel punto li aveva riportati a casa.

Adesso il ragazzo stava in disparte, aspettando di poter salutare tutti e tornare dai suoi. Aveva decisamente bisogno di dormire.

“Tu…” lo chiamò la signora Stevens. Lui si spaventò e sobbalzò.

Sì?” rispose.

“Tu me l’hai ritrovata” disse tremante, abbracciandolo. Fabio rimase fermo mentre la donna lo stringeva, e sorrise dentro di sé al pensiero che, forse, una giusta l’aveva fatta.

 

 

Un paio d’ore dopo Rea era sdraiata nella vasca da bagno con l’acqua calda che le arrivava al collo. Sentì il gelo nelle ossa sciogliersi e sospirò appagata. Meglio di così non c’era niente, decisamente.

Qualcuno bussò alla porta, ma lei era troppo impegnata a godersi il suo bagno per rispondere. Bussarono ancora, stavolta più insistentemente, e lei gemette.

Fatemi dormire!” mugolò.

Dalla porta apparvero Laura e Emma, entrambe con un’espressione piuttosto dispiaciuta sul viso. La ragazza aprì un occhio, ma non si mosse.

Possiamo… ti possiamo parlare?” le chiesero, sedendosi a terra.

Adesso?” ribatté lei, sentendo il relax scomparire poco a poco.

Prima è, meglio è” commentò la mora. Rea si sedette più composta e sospirò sconsolata. Addio bagno in pace.

Ditemi tutto” concesse. Si coprì pudicamente il corpo con la schiuma del sapone per non far vedere le proprie rotondità e le fissò incuriosita.

Noi… noi volevamo chiederti scusa” iniziò la bionda, guardando altrove.

Sì, per tutto quello che è successo” continuò l’altra.

Non volevamo farti del male, non volevamo che tu soffrissi per causa nostra! Eravamo in buona fede quando abbiamo preso i tuoi quaderni” giurò Laura.

L’unica cosa che stavamo cercando di fare era darti una mano per farti smettere di piangere. Stavi male e non sapevamo cosa fare per aiutarti, così Fabio ha avuto l’idea di leggere ciò che scrivevi per vedere se potevamo trovare qualche indizio e capire ciò che volevi. Non eravamo in cattiva fede!” affermò Emma. Rea aspettò che entrambe avessero finito con le scuse, poi trattenne una risata e immerse la testa nell’acqua. Le sue sorelle si fissarono senza capire.

Ehi, tutto ok?” chiese la bionda.

Lei alzò all’improvviso il capo schizzandole entrambe e riempiendole di schiuma e ridendo come una matta nel vedere le loro facce attonite.

Mamma mi ammazzerà, però non potevo non farlo!” esclamò.

Sei diventata un po’ scema, per caso?” domandarono le due all’unisono.

No, no, lo sono sempre stata! È troppo divertente essere un po’ scemi” rispose.

Ok, è ufficiale: ti sei bevuta il cervello” decise Emma. Rea sorrise, poi tornò seria.

Lo so che non avete mai voluto ferirmi, l’ho capito, sapete? Ma ci sono dei momenti in cui ho preferito non ammettere che mi volevate bene e mi è tornato più comodo vedere solo quello che mi andava. Ho perdonato tutti voi, e sono riuscita, in qualche modo, a perdonare anche me stessa” spiegò.

In che senso?

Sapere che non volevate farmi male ma vedere solo il pianto che avevo sprecato a causa vostra era semplice e ho pensato di essere sola al mondo. Voi mi avevate tradito, Fabio mi aveva delusa, Johan lo sapeva… essere da sola è stato molto semplice. Voi siete sempre state qui anche quando io non lo riconoscevo e anche mamma e papà… io devo smetterla di comportarmi come se tutte le disgrazie fossero mie, e forse, un giorno, accetterò tutta me stessa senza problemi. Anche questa parte di me masochista e inconcludente ha il suo valore, e quando l’avrò trovato non soffrirò più senza motivo” raccontò. E lo pensava davvero, ciò che diceva. Pensava ad ogni singola parola che la sua bocca aveva pronunciato. Infine, sorrise e si asciugò una lacrima.

Quindi sono io che devo chiedere scusa a voi per come mi sono comportata. Non ve lo meritavate” concluse. Emma e Laura si guardarono per un secondo, poi si buttarono su di lei e la infilarono con la testa sott’acqua.

Troppa serietà non ti si addice!” risero, prendendola in giro. E andava bene così, andava bene che loro non la prendessero sul serio. Questo le andava bene.

 

 

Alla fine aveva capito come avevano fatto a rintracciarla. Fabio, come suo solito, aveva frugato tra le sue cose e aveva trovato la lettera per sua madre, così da ricollegare i tasselli e capire che era al cimitero. Quell’idiota. Quante volte avrebbe dovuto dirgli che non doveva mettersi a cercare nella sua roba? Probabilmente fino allo sfinimento.

Ma era il suo bello, quello. Lui fin dall’inizio era entrato nella sua vita senza che lei lo volesse, con prepotenza, con forza, con violenza, fino a lasciarla senza fiato. Era questo il motivo per cui l’amava. Ed era questo il motivo per cui, adesso, lei era a casa sua, con una tazza di cioccolato davanti, a parlargli.

Aveva deciso di affrontare la questione un paio di giorni prima, quando era tornata a scuola. Dopo la ramanzina infinita di Jason, che si era preoccupato quanto le sue sorelle, aveva capito che non poteva più continuare a comportarsi da bambina viziata ed egoista, e aveva fatto una lista di cose da cambiare. La prima di tutte, il suo rapporto con Fabio.

Non sarà una cosa semplice da dirti” lo avvertì, sorridendo mesta. Il ragazzo rimase in silenzio ad aspettare.

Ecco, so di essermi comportata male. Anzi no, male è un eufemismo. Sono stata una stronza, una perfetta idiota che non ha fatto altro che fuggire di fronte ai suoi sentimenti per te. E ti ho fatto soffrire tanto, continuando a ferirti anche quando tu non te lo meritavi. Per questo mi scuso, e ti chiedo di perdonarmi, se puoi” iniziò.

E poi voglio anche ringraziarti per essermi venuto a cercare al cimitero. Hai continuato a credere che io ero lì anche se gli altri non mi avevano trovata, hai corso sotto la pioggia pur di raggiungermi, e ti sei quasi preso una bronchite per me, quindi grazie, mille volte grazie per il tuo aiuto” continuò. Si bloccò e si rigirò la tazza tra le mani, esitando.

C’è altro?” le chiese il ragazzo. Lei annuì.

I-io… io ho deciso di cambiare, Fabio. Di cambiare me stessa e questo mio carattere tremendo che mi ritrovo. Questo volermi fare male sempre e comunque non ha fatto altro che nuocere chi mi sta intorno e chi mi ama, la mia famiglia, i miei amici… tu… e non voglio più ferire nessuno. Per questo ho parlato con i miei genitori, e abbiamo deciso che è meglio per me se mi allontano per un po’ e vedo se riesco ad essere più matura quando torno” rispose. Lui si sentì morire.

Che significa? Te ne vai?” domandò.

Sì. Mia nonna si è offerta di ospitarmi, e starò da lei per i prossimi sei mesi, nei quali studierò per prendere il diploma in città. Una volta che avrò terminato gli esami, però, tornerò” spiegò. Sorrise, cercando di trasmettergli quanto più calore poteva, e trattenne una lacrima che minacciava di scendere.

Devo riuscire a capire ciò che di meglio c’è per me, e devo riuscire a farlo nonostante tutto. Non mi sto allontanando da voi, ma devo vedere la mia situazione con più obbiettività, e qui non posso farlo. Grazie a te ho capito che io voglio scrivere, che voglio che questa diventi la ragione della mia vita, quindi ho bisogno di riuscire a prendere coraggio e farmi avanti nella mia vita

E non puoi farlo qui?” le chiese.

No. Se non me ne andassi continuerei ad aggrapparmi a voi, e questo è sbagliato. Devo riuscire a trovare la mia strada senza dipendere da nessuno, né dalla mia famiglia né da te. Voglio essere felice nonostante tutto e tutti, per poi tornare ed essere una Rea migliore, che sorride sempre ed è appagata da ciò che ha. Ho perso fin troppo tempo a nascondermi dietro ad un dito, e questo non va bene assolutamente” rispose. Fabio sentiva le sue parole, ma non ne prendeva il senso.

Quindi sei qui per dirmi addio” comprese. La ragazza rise forte, poi scosse la testa.

Mi dispiace, sono forte ma non fino a questo punto” disse.

E allora perché sei venuta?” la aggredì.

Sono qui per chiederti un favore” spiegò. Lui rimase basito e la fissò.

Un favore?” ripeté.

Sì. Non so se mi ci vorranno cinque mesi soli o qualcosa di più per tornare, ma sicuramente entro settembre sarò di nuovo qui. L’ho promesso a me stessa, e non mi tirerò indietro. Per cui, in questo lasso di tempo in cui saremo separati, ti prego di… di aspettarmi” lo implorò. Sentiva le guance infiammate per quella domanda, e aspettò col cuore che batteva forte una risposta da parte di Fabio.

Ma lui rimase zitto a guardarla. I loro occhi si incrociarono per un tempo infinito prima che si alzasse e la andasse vicino.

Tu. Sei. Matta” esclamò, fissandola intensamente. Rea si sentì morire.

O-ok, scusami… non pensavo fosse una richiesta tanto assurda, mi dispiace” disse. Sorrise per mascherare quella piccola fitta di dolore al cuore e si alzò.

Allora non preoccuparti. Ci rivedremo presto, ok?” lo salutò. Fabio la fermò per un polso e la abbracciò, tenendola stretta proprio come aveva fatto quando l’aveva trovata al cimitero.

Non me lo dovevi nemmeno chiedere di aspettarti, l’avrei fatto comunque. Sarò qui, proprio dove mi lasci” le promise. Alla ragazza caddero un paio di lacrime di felicità, e lo strinse a sua volta, poi rise e tirò su col naso.

Mi ero ripromessa di non piangere, ma non ce l’ho fatta” ammise divertita. Si allontanò da lui e lo fissò riconoscente.

Giuro, entro settembre sarò di nuovo a casa. Questi mesi passeranno prima che tu te ne renda conto” promise.

Senza di te saranno eterni, ma, se ti serve per essere felice, non ti fermerò” ribatté sorridendo.

Rea fece per uscire di casa, poi si voltò allegra.

Ah, mi sono dimenticata una cosa” annunciò, tornando indietro.

Cosa?” chiese lui, senza capire. La ragazza si sporse sulle punte e gli dette un bacio, per poi staccarsi lentamente.

Non mi tradire ora, ok?” lo minacciò con gli occhi divertiti.

E tu non dimenticarti di me” la rimbeccò. Lei si mise il cappotto e poi gli strizzò l’occhio prima di andarsene.

Non preoccuparti, non accadrà. Purtroppo io ti amo, e questo mi impedisce di scordarti” gli assicurò, chiudendosi la porta alle spalle. Fabio ci mise un po’ a interiorizzare quelle parole.

Che cosa?!” esclamò una volta capito. Corse in strada e si guardò intorno per cercare di vederla, ma ormai era sparita e non poteva andarle dietro. Fece un gigantesco respiro.

Rea, ti amo!” gridò in mezzo alla via. Una signora che passava di lì sobbalzò a quell’urlo e lo fissò male, ma lui rideva come uno scemo e non se ne curò.

Tornò in casa e accese la tv.

Adesso doveva trovare qualcosa da fare per i sei mesi successivi.

 

  
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