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Autore: _Murder_    24/09/2012    1 recensioni
La vita di Frank, un ragazzo segnato da esperienza difficili e da una situazione familiare tragica, si incrocerà con quella di Mikey e Gerard, due fratelli che nascondono un amaro segreto.
Fare un passo falso potrebbe significare, per Gerard, essere dannato per l'eternità.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che Frank fu andato via da casa sua, Gerard si diresse verso il bar in cui lavorava Ray.
Quando arrivò tutte le luci del piccolo locale erano spente ma la saracinesca si trovava a mezz’aria, non del tutto chiusa. La spinse verso l’alto e, senza opporre resistenza, questa si aprì.
Dentro, tra il buio, scorse un Ray tutto indaffarato a pulire il bancone, così preso dal suo lavoro da non accorgersi nemmeno dell’entrata di Gerard.
Avrebbe voluto fulminarlo con lo sguardo, ma non aveva le forze. Gerard era stanco, semplicemente.
Si avvicinò a Ray, piano, con lo sguardo spento. Mantenere le sembianze umane era davvero difficile per un’anima debole come la sua e sentiva che non avrebbe resistito a lungo.
Dopotutto rendere felice una persona non sarà così difficile, aveva pensato subito dopo aver accettato l'incarico che avrebbe pregiudicato il suo destino.
Avrebbe voluto tornarse dal luogo da cui proveniva. Non sapeva nemmeno il fottuto motivo per cui aveva accettato quella fottuta proposta. Dopotutto, da quello che aveva sentito dire in giro, il limbo non era un posto tanto male.
Invece in quel preciso istante si trovava a dover discutere con un perfetto imbecille. Un idiota che non era in grado di togliere una macchia da un bancone, figuriamoci se fosse stato in grado di mantenere in piedi, quantomeno decentemente, una copertura.
Quando lo vide, Ray capì che c’era qualcosa che non andava e probabilmente sapeva già di cosa si trattasse. Gerard si sedette di fronte a lui, con i gomiti ben piantati sul bancone e la faccia tra le mani.
“Ray, cosa ti ho ripetuto centinaia di volte?” disse retorico.
Ray non trovò la forza di rispondere.
Allora Gerard continuò “Devi stare ben attento a quello che dici, potresti compromettermi e la mia sorte non dipende solo da me, purtroppo. Quindi ti prego, sta attento d’ora in poi”.
Il riccio annuì lentamente, servì una birra al suo interlocutore (come se servisse a  riparare il danno fatto) per poi scomparire dietro una tenda che dava al magazzino del locale.
Fra un sorso e l'altro Gerard si abbandono tra le braccia di Morfeo, lì su quel sudio bancone di un sudicio bar di una città priva di qualsivoglia attrattiva per un'anima errante come la sua.
Nessuna attrattiva a parte...Frank.
 
****
 
Si diresse al cimitero.
Quel pomeriggio non aveva la minima voglia di muovere un dito, soprattutto dopo la mattinata passata a scuola tra spintoni, occhiatacce e professori troppo esigenti.
In fin dei conti, ehy, lui era Frank Iero il peggior fallito sulla faccia (da culo) della Terra. O almeno era questa l'opinione che aveva di se stesso.
C'era sempre qualcuno migliore di lui, sempre qualcuno che meritasse più amore e maggiore considerazione nonostante Frank si facesse in quattro per piacere agli altri, si spaccasse il culo per essere gentile anche con persone che non lo meritavano o anche se non voleva esserlo e, semplicemente, per farsi voler bene nel modo più puro e incondizionato al mondo.
Ma a quanto sembrava ogni tentativo era vano e col passare del tempo aveva smesso anche di sforzarsi. Si stava lasciando sfuggire la vita tra le dita, inerte. Ma Frank lo sapeva, era consapevole del fatto che la sua esistenza fosse piatta come l'elettrocardiogramma di un morto. Proprio per questo amava stare tra di loro, vagare tra le tombe e le strette viuzze di quel posto che a tutti sembrava così cupo e triste ma che per Frank era come il suo habitat naturale. Adorava ascoltare il fruscio e il riecheggiare dei suoi passi sulle foglie secche d'autunno inoltrato che scricchiolavano, sotto le sue suole, come ossa che si rompono in mille piccolissimi frammenti ad ogni suo movimento, anche il più leggero e impercettibile.
Leggeva i nomi di quelli che ormai considerava suoi fedeli amici, gli unici che potesse avere solo per il fatto che fossero passati a migliorvita. Leggeva anche le dediche incise sul candido marmo tombale pensando che magari lui sarebbe morto solo, disteso sul tappeto pregiato del salotto di casa sua, ucciso da un miscuglio di pasticche e alcool e che quindi, nessuno, si sarebbe mai prodigato al punto tale da poter formulare chissà quale frase finta e altamente sdolcinata da scrivere sulla sua tomba.
Beh, tanto meglio!
A volte era capitato che il discorso venisse fuori anche parlando con Gerard, ma lui la prendeva troppo sul serio senza pensare al fatto che Frank fosse un tipo strano, cresciuto tra un  film horror e un libro thriller e, perché no, un videogioco sanguinolento con annessi zombie vaganti per la città. In realtà Frank si chiedeva il perché di questa repulsione verso l'argomento. Era come se Gerard sapesse così tante cose spaventose e intricate sulla morte da esserne rimasto segnato profondamente. Pff, che straonzate.
Pensado a tutto ciò Frank di mise seduto sotto un cipresso e lì rimase finchè non si fece buio o meglio finchè non si ricordò di avere un appuntamento con Gerard.
Fisso l'orologio che aveva al polso per alcuni istanti prima di realizzare che non era ancora troppo tardi per presentarsi a casa dell'amico, anche solo per scusarsi.
Non peteva crederci...si era dimenticato dell'unica persona che, seppur in minima parte, lo facesse sentire vivo.
Estrasse il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi jeans tutti sporchi e umidi di terra e digitò poche semplici lettere sulla tastiera di quell'aggeggio risalente all'era paleolitica.
Che sfigato.
 
****
 
Gerard si svegliò nel preciso istante il cui il suo telefono di ultima generazione vibrò nella tasca dei suo aderentissimi pantaloni (lui sì che era figo).
Aprì lentamente gli occhi e scoprì di trovarsi immerso nell'ocurità più assoluta. Decise di farsi luce proprio col suo cellulare (mossa astuta per uno che si è appena svegliato) così da poter visionare l'ambiente circostante, constatando di trovarsi precisamente nel retro del bar dell'"amico" riccioluto un po' imbecille. Almeno aveva avuto l'accortezza di potarlo in un posto in cui ci fosse un divano, invece di lasciarlo a marcire su quello scomodissimo sgabbello su cui si era addormentato.
Si ricordò del fatto che il suo telefonino qualche istante prima avesse vibrato e, quando lesse sul display un po' troppo luminoso il nome di Frank, si precipitò a leggere l'sms che gli era stato inviato.
"Ehy Gee...uhmm...scusami se non mi sono presentato all'appuntamento ma, insomma, passando dal cimitero ho perso un po' troppo tempo a vagare tra le tombe. Mi sto avviando verso casa tua. Mi perdoni? xoxo frnk".
All'istante, Gerard si sentì una vera merda.
Avrebbe dovuto renderlo felice, non farlo sentire in colpa.
Poi neanche lui si era presentato all'appuntamento.
Guardò l'ora in alto a destra del display e rimaste stupito, quasi choccato. Aveva davvero dormito così tanto? Aveva davvero dormito per un giorno intero? Frank sie era preso la briga di andare a scusarsi direttamente a casa sua e lui nemmeno c'era...questo face accrescere in lui la sensazione di merda "umana".
Pensò subito a Mikey. Lui, al contrario del fratello, era perennemente in casa.
Adesso temeva il peggio.
Scorse un po' la cartella dei messaggi e notò un sms di Mikey, più recente rispetto a quello di Frank. Era stato proprio il messaggio del fratello a svegliare Gerard.
"Fratellone! Il tuo caro amico Frank è davvero una preda facile. Non mi aspettavo che mi rendesse il gioco così semplice.".
Adesso temeva davvero il peggio.


  

Murder corner:
SCUSAAATE PER L'ENORME PERIODO D'ASSENZA. MA NON AVEVO IDEE. ADESSO CHE NELLA MIA VENA CREATIVA E' TORNATO A SCORRERE IL SANGUE POTETE ESSERE FELICI (???????). Ma chi mi caga? AHAHAHAH Vabè, mi dileguo.
xoxo Murder.  

  
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