Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    24/09/2012    1 recensioni
(Questa fanfic non tiene conto del corso del manga a partire dal cap.575)
Tobi ha vinto, Naruto è stato sconfitto e assieme a Killer Bee è imprigionato in un luogo segreto e assolutamente inaccessibile, introvabile, dove i due demoni aspettano solo di essere prelevati dalle loro forze portanti e aggiunti alla preziosa collezione dell’uomo mascherato.
Madara ha vinto, i cinque Kage sono suoi prigionieri e tenuti in pessime condizioni affinché non si ribellino, mentre l’ultimo Uchiha spadroneggia su Konoha e ha tutte le intenzioni di piegare i rappresentanti delle cinque terre al suo volere.
Kabutomaru non accenna a disattivare la sua tecnica, che gli permette il controllo delle forze portanti e di tutti gli alleati defunti di cui necessita, senza contare che sia riuscito a distruggere i sigilli sui resuscitati sigillati e li abbia riportarti sotto il suo volere.
Le Cinque Terra ninja sembrano essere in ginocchio, mentre i suoi Shinobi sono imprigionati, schiavizzati e tenuti sottomessi con qualsiasi forma brutale di repressione.
Ma nonostante tutto, nessuno di loro ha la minima intenzione di permettere che esseri tanto oscuri e spregevoli vincano sulla loro dignità e sulla terra dei loro cari.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Avventure!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO DUE:
Tattica
 

 

 
Lo sentiva, lo stavano inseguendo, ma dopotutto non poteva aspettarsi qualcosa di diverso considerando che fosse uno shinobi di alto livello.
Si muoveva rapido tra la vegetazione, schivando i vari arbusti che gli intralciavano il cammino mentre il suo volto era ancora leggermente tirato: l’immagine della Mizukage ferita tanto gravemente lo mandava in bestia, gli faceva desiderare le peggiori sorti per quei tre delinquenti ma nonostante questo avrebbe lottato per proteggere ciò che gli era rimasto.
 
-Byakugan –
 
Si voltò indietro per qualche istante e vide un grosso uccello bianco al suo inseguimento, sul cui dorso v’era uno dei componenti di quella maledetta Akatsuki, il quale sembrava osservarlo con fare divertito ma non si scompose dinnanzi a quel sorrisetto irritante, continuando a correre anche se non sapeva esattamente dove andare.
 
Tuttavia, la sua abilità innata lo avvertì di un imminente pericolo e si voltò di nuovo, vedendo il nemico comporre alcuni sigilli e grazie alla particolari potenzialità del Byakugan riuscì a prevedere il colpo: una serie di piccoli pupazzetti bianchi erano stati lanciati qualche metro più avanti da lui, così l’uomo dal manto verdastro fece appena in tempo a fermarsi e a proteggersi che un’esplosione piuttosto consistente distrusse parte di quegli alberi inermi.
Deidara fece un piccolo sbuffo, restando tuttavia della sua indifferenza superficiale mentre osservava il fumo diradarsi sotto di lui.
 
-Forse ho esagerato, in fondo dovevo solo catturarlo… -
 
Sentì qualcosa muoversi alle sue spalle così si voltò di scatto, facendo appena in tempo a proteggersi da un colpo alla testa: incrociò lo sguardo severo di Ao ma non ne ebbe timore, tanto che con l’altra mano creò rapidamente un insetto di argilla e glielo scagliò contro a mezz’aria.
Non che si aspettasse di metterlo fuori gioco così facilmente, ma un minimo di sperava.
Osservò la piccola esplosione ma storse il naso nel notare che la figura del ninja di Kiri scompariva in una nuvoletta non appena l’attacco fu avvenuto e non fece in tempo a reagire che un ponderoso calcio lo disarcionò dall’uccello di argilla, tanto che il membro dell’Akatsuki cadde nella foresta.
 
Ao non perse tempo e si diresse anch’egli tra la folta vegetazione: non poteva sconfiggerlo in aria, ma a terra forse avrebbe avuto qualche possibilità.
Attivò immediatamente il Byakugan per poterlo individuare meglio tra gli alberi ma non vedeva alcuna sagoma davanti a sé, così si fermò per qualche attimo nella speranza di scorgere la figura del biondo: avvertì altre due presenze alle sue spalle, senza riuscire a comprendere perché fossero tanto distanti da lui quando avvenne una piccola esplosione dinnanzi a lui che lo colse di sorpresa.
Venne scaraventato molto più indietro ma grazie alla sua agilità riuscì a non schiantarsi contro ad un albero, così si appoggiò con una certa delicatezza al suolo ma vide arrivargli incontro una di quelle bombe esplosive: non ce l’avrebbe fatta a schivarla, così si limitò a coprirsi viso e corpo con le braccia attendendo il colpo ma, con suo estremo stupore, questo non arrivò.
 
Riaprì immediatamente i propri occhi e rimase leggermente colpito nel notare che quell’oggetto biancastro fosse ancora lì, a mezz’aria, inesploso ed immobile, fin quando non vide accanto a sé la figura di un ninja con i capelli neri legati in una coda alta inginocchiato a terra, il quale teneva evidentemente attiva una tecnica che gli permetteva di controllare l’ombra altrui e quindi immobilizzare ciò che preferiva.
Gli lanciò un’occhiata veloce, notando la profonda cicatrice sul viso e l’età più o meno sulla quarantina, come lui: sì, lo aveva già visto, doveva trattarsi dello stratega di Konoha.
 
- Bene bene, due piccioni con una fava! –
 
Entrambi riposero il loro sguardo sulla figura coperta da un mantello nerastro immobile a qualche metro dall’oggetto biancastro, la quale li osservava con un sorriso ironico appena accennato mentre i due restavano attenti a qualunque movimento.
 
- Ci risparmi la fatica di venirti a cercare, Shikaku Nara. Così avremo due dei più importanti shinobi delle cinque terre senza fare troppa fatica… -
 
Ao era pronto a reagire ma non appena Deidara tentò di muoversi si ritrovò immobilizzato al suolo, tanto che si lasciò sfuggire un’espressione particolarmente stupita in volto.
Il protetto della Mizukage non sembrò comprendere subito la situazione, fin quando non osservò l’uomo al suo fianco che sorrideva con fare superiore, come se avesse già previsto ogni cosa, anche se da un ninja del suo livello e della sua intelligenza non ci si poteva aspettare altro.
 
- Sei stato avventato e troppo fiducioso, Deidara. –
 
Il ninja di Kiri non attese oltre e si lanciò all’attacco del nemico, tanto che lo colpì in pieno scaraventandolo a parecchi metri di distanza, mentre questo rotolava a terra abbastanza bruscamente.
Venne immediatamente affiancato da Shikaku e da un ragazzo più giovane che tuttavia gli somigliava parecchio: sì, doveva trattarsi di un suo famigliare, molto probabilmente suo figlio se si considerava che utilizzasse la medesima tecnica.
 
Attesero qualche istante, prima di vedere un uccello alato bianco elevarsi rispetto alla fitta boscaglia ed allontanarsi rapidamente da quella zona, mentre il membro dell’Akatsuki li malediceva mentalmente per una simile sconfitta: non poteva rischiare di venir sigillato di nuovo né di combattere contro tre ninja tanto abili, non in quelle condizioni almeno.
Ao era intenzionato a seguirli ma il capo clan dei Nara gli mise una mano sulla spalla, costringendolo a fermarsi e a voltarsi verso la sua espressione severa.
 
-  Non ha senso inseguirlo, non conosciamo i sigilli adeguati per fermarlo. –
-  Ho sentito che Kabutomaru è riuscito ad eluderli, bisognerà trovarne di più potenti per impedire che vengano nuovamente resuscitati. –
- Esatto, ma non è questo il luogo dove parlarne. –
 
Si lanciarono una serie di sguardi tanto severi quanto determinati: erano ancora diffidenti nonostante tutto, ma erano consapevoli che un’ulteriore collaborazione sarebbe stata necessaria, per il bene di tutti, così decisero di lasciar spazio alla loro acuta razionalità per sviare il problema, mentre Shikamaru restava silenziosamente accanto al padre.
 
-  Avete già una base? –
-  Noi ed altri ninja della Foglia ci siamo riparati in una caverna non molto distante da qui, sotto una cascata. Considerando che Konoha è la nuova base di Madara, non ci sembrava il caso restare lì.-
- Io purtroppo non conosco la situazione di Kiri, non appena la Mizukage è stata sconfitta e fatta prigioniera sono accorso qui, il prima possibile. –
 
Abbassò leggermente lo sguardo mentre ripensava all’immagine di Mei dolorante e sanguinante: non poteva tollerare una cosa simile, anche perché conosceva la crudeltà del suo popolo e sapeva che se lei si fosse lasciata sconfiggere nessun altro sarebbe riuscito a guadagnare la fiducia di quella gente, men che meno un’altra persona onesta e giusta come lei.
Shikaku comprese i suoi sentimenti ma non poteva permettergli tali distrazioni, così ancora una volta richiamò la sua attenzione per capire meglio la situazione.
 
- Quando vi siete avvicinato alla Mizukage, le avete somministrato qualcosa, vero? –
- Sì, un’intera capsula di uno dei più potenti medicinali che voi di Konoha ci avevate fornito. Era l’unico modo per aiutarla. 
- Perfetto, avete fatto molto di più di quello che pensate. –
- Per quale motivo? –
-  Conoscerete le rinomate abilità mediche dell’Hokage, saprà estrarre quel liquido dal corpo della Mizukage e se lo inietterà, così riacquisterà vigore e potrà curare almeno in parte gli altri kage. –
 
Ao fece un cenno di assenso con il capo dinnanzi a quel ragionamento, constatando che effettivamente non fosse un’ipotesi da scartare ed in tal modo anche gli altri kage sarebbero riusciti a sopravvivere per un po’ più di tempo.
Grazie al Byakugan avvertì altre presenze dirigersi verso di loro, anche se non in modo affrettato, così voltò rapidamente il proprio viso in direzione di quelle sagome ed altrettanto fecero i due Nara, mentre i loro volti si facevano tesi ed attenti.
Restarono in silenzio, in attesa di scorgere quelle figure fin quando queste non emersero dalla penombra della foresta, permettendo così a Shikamaru di riprendere a respirare mentre il padre si rilassava leggermente.
Ao intuì che si trattasse di ninja che conoscevano, considerando quel comportamento, tanto che tornò ad osservare le due giovani ragazze che si avvicinavano a loro trascinando qualcosa, mentre anche le loro espressioni erano serene, come a mettere in evidenza la loro contentezza nel vederli sani e salvi.
 
- Questi li avevate invitati voi? –
 
Chiese ironicamente la ragazza dai capelli rosati, mentre lei e la compagna lasciavano cadere a terre i corpi di due ninja nemici privi di sensi che probabilmente avevano sconfitto qualche attimo prima.
Si avvicinarono a loro ed immediatamente gli sguardi dei presenti si posarono sull’allieva del Kazekage, la quale li osservava con un briciolo di imbarazzo e timidezza.
 
- Matsuri, giusto? –
 
Chiese Shikamaru con il suo solito fare indifferente, anche se quella poteva considerarsi una domanda retorica visto che si ricordava benissimo di quel volto giovane.
 
- Sì… Sono fuggita da Suna non appena è stata invasa dai demoni del due e tre code… Stavano catturando tutti i ninja più vicini al Kazekage, così io ho pensato che… -
 
Abbassò il capo, forse vergognandosi del suo gesto apparentemente da codarda quando Sakura le posò dolcemente una mano sulla spalla, come a volerla rassicurare nonostante lo sconforto: erano tutti dei fuggitivi, il loro era solo un tentativo di potersi riprendere una libertà perduta.
 
- Hai fatto la cosa giusta, farsi catturare non sarebbe servito a nulla e noi abbiamo bisogno del maggior numero di ninja possibili per tentare qualsiasi cosa, anche se non dobbiamo essere affrettati. –
-  Hai già qualcosa in mente, Shikaku? –
-  Forse… Ma ora è meglio tornare al nostro rifugio prima che mandino altri a cercarci. Dobbiamo solo sperare che i prigionieri più efficienti come Kakashi, Gai ed altri riescano a liberarsi, altrimenti non riusciremo a concludere molto in queste circostanze. –
 
Regnò il silenzio per qualche minuto, fin quando Shikaku non prese l’iniziativa e si voltò verso la parte opposta della foresta, cominciando a correre seguito a ruota dal figlio.
Sakura prese la ninja di Suna per mano e la invitò a seguirli: sapeva che si sentisse straniera, in quella terra e dinnanzi a quelle persone, ma in quel contesto loro erano un unico popolo, un unico essere che avrebbe cercato di riguadagnare la libertà ed i diritti perduti. Matsuri le sorrise dolcemente e la seguì, mentre con la coda dell’occhio osservava quello shinobi evidentemente esperto di mezza età che aveva esitato a seguirle, poiché aveva rivolto un ultimo sguardo in direzione di quella piazza rovinata dall’odio e dalla violenza.
 

******

 
Alcune sagome si muovevano rapide tra le rocce scure di quel monte situato non molto lontano dal pese del fuoco: nonostante fosse pieno giorno, la luce risultava fioca ed assente in alcuni tratti, tanto che gli era difficile proseguire il loro cammino se non fosse stato per la particolare abilità innata.
 
- Riesci a vedere qualcosa, Neji? –
 
La ragazza dagli chignon lanciò una rapida occhiata al compagno dinnanzi a lei, mentre faceva attenzione a dove saltare per evitare di cadere in quel burrone senza fine, dove soltanto l’oscurità sembrava regnare alla base.
Il kimono di un bianco sporcato dalle battaglie del giovane Hyuga si muoveva rapido ad ogni suo salto, mentre alcune vene erano in rilievo accanto alle iridi lilla: uno sguardo freddo e concentrato, determinato almeno quanto gli ideali che battevano dentro di lui.
Dopo qualche altro balzo, Neji si fermò dietro ad una roccia ed altrettanto fecero i suoi compagni, mentre si lasciava intravvedere con la testa oltre il masso, osservando con estrema attenzione tutto ciò che potesse essergli utile a quel tentativo di salvataggio, forse troppo azzardato.
 
- Quella prigione non deve trovarsi molto lontano da qui, riesco a vedere parecchie tracce di chakra consistenti proseguendo per questa strada. –
- D’accordo, invio l’informazione al nostro nascondiglio. –
 
Un ragazzo dai capelli neri e corti estrasse dal proprio zaino una pergamena e grazie ad un pennello tinto nell’inchiostro scrisse alcune informazioni crittografate, mentre i due compagni restavano immobili ed in silenzio.
Dopo qualche attimo, le scritte nerastre si condensarono creando l’immagine di un piccolissimo uccello, il quale prese vita oltre la pergamena e volò rapido nella direzione in cui i tre ragazzi erano giunti.
 
- Ottimo, Sai. Proseguiamo? –
 
Affermò Tenten con fare determinato e con quella grinta che l’aveva caratterizzata da sempre: Neji non poté che lasciarsi incantare per qualche attimo, come se quel sorriso gli permettesse di estraniarsi per qualche attimo dalla sua solita freddezza ma si ricompose immediatamente non appena avvertì una strana presenza, vicinissima a loro.
 
- Tenten, atten –
 
Ma non fece in tempo a finire la frase che un voluminoso oggetto in legno colpì in pieno la giovane kunoichi, scaraventandola oltre le rocce ed i due ragazzi si allontanarono immediatamente da quel punto, balzando in direzioni opposte.
Neji si voltò immediatamente verso il burrone, preoccupato all’idea che la compagna vi fosse precipitata ma con un certo sollievo vide che era riuscita prontamente a conficcare due kunai nella roccia e così si ritrovava appesa ad essi, col vuoto sotto i suoi piedi.
Non fece in tempo a ragionare su altro che si ritrovò a pochi metri di distanza una figura coperta da una cappa nera e nuvolette rosse, dalla quale si riusciva a scorgere soltanto un viso giovane dalla folta chioma rossiccia.
 
- Sasori della Sabbia Rossa… -
 
Sai pronunciò quelle parole con la solita impassibilità, mentre il giovane membro dell’Akatsuki li osservava con fare quasi scocciato.
 
- Tre ninja di Konoha che tentano un salvataggio di questo tipo? Vi facevo più furbi sinceramente e, come se non bastasse, mi farete arrivare in ritardo ad una riunione. Ed io odio far aspettare gli altri, quindi vediamo di finirla entro breve. –
 
Lo Hyuga digrignò i denti e, constatato che Tenten potesse riuscire a cavarsela da sola, si preparò ad affrontare quello che effettivamente risultava essere un nemico temibile e pressoché invulnerabile.
Se non altro, qualche informazione utile sulla posizione della prigione dove erano rinchiusi Killer Bee e Naruto erano riusciti ad inviarla, dopo quasi una settimana di ricerca.
 

*******

 
- Hai finito, Tsunade? –
 
La domanda piuttosto rude del Raikage trovò risposta in uno sguardo alquanto irritato della principessa delle lumache, la quale stava curando con il poco chakra che aveva il braccio rotto della sua collega.
 
-  Ho quasi finito… E’ stata una fortuna che Ao ti abbia iniettato quel siero, Mei, altrimenti non sarei riuscita a curarci, anche se non al meglio naturalmente. –
 
Era riuscita ad estrarre quel liquido vitale dal corpo della Mizukage non appena erano stati lasciati in una cella particolare del palazzo dell’Hokage, una stanza completamente sigillata la cui unica via d’uscita risultava quasi indistruttibile e sorvegliata da due demoni.
Non erano al pieno delle forze, anzi erano stati curati quel minimo per permettergli di muoversi senza troppa difficoltà, ma il loro chakra era decisamente ridotto ed il fisico ancora leso in varie parti.
Gaara fissava il portone d’entrata con sguardo impassibile che tuttavia lasciava intravvedere un velo di malinconia e preoccupazione: la sua gente era là fuori, in balia di pazzi assassini e senza nessuno che potesse proteggerli.
Questo sì, lo faceva decisamente arrabbiare, anche se il suo animo calmo non lo avrebbe mai manifestato.
E pensare che aveva lottato così tanto per farsi rispettare dai suoi concittadini, per riuscire ad avere da loro quel rispetto e quella fiducia che gli avevano dato la forza di superare ogni cosa, persino la morte, eppure adesso si sentiva totalmente inutile, incapace di mantenere fede a quella promessa che aveva fatto prima di tutto a se stesso.
Sentì una mano appoggiarsi alla sua spalla, così si ridestò immediatamente da quei pensieri e si voltò, incontrando il volto anziano e severo dello Tsuchikage che lo stava osservando ormai da parecchi minuti.
 
- Non ti abbattere, ragazzo. Questa non è la fine. –
 
Gaara avrebbe sorriso, se ne fosse stato capace.
Stava per rispondergli quando avvertirono dei passi avvicinarsi a quella che probabilmente era stata soltanto una stanza di passaggio, per loro: non avrebbero certamente lasciato i cinque kage uniti, considerate le loro potenzialità.
Il Kazekgae si rialzò immediatamente, mentre Tsunade aiutava la rappresentante di Kiri ad alzarsi dopo averle curato il braccio ed insieme agli altri si avvicinava a quella porta, pronti ad accogliere chiunque di quegli esseri che non potevano essere definiti umani.
 
Si aprì con uno scricchiolio fastidioso, lasciando che una luce offuscata penetrasse in quella stanza quasi totalmente oscura, considerando che si trovava nei sotterranei del palazzo nonostante fosse stata costruita molto di recente.
Immobili accanto a quella massiccia porta d’entrata v’erano due figure, una coperta da un manto nerastro e l’altra più muscolosa e possente, mentre una chioma corvina gli copriva il dorso: Madara Uchiha e quel fantomatico Tobi.
Notarono immediatamente l’assenza di Kabutomaru a quella “riunioncina” speciale, ma la cosa non dispiacque a nessuno di loro, soprattutto dopo che ebbero incontrato lo sguardo omicida e sadico di quei due soggetti certamente da rinchiudere nel miglior manicomio esistente.
 
- Eravamo certi che avreste trovato un modo per curarvi almeno in parte… Ma la cosa non ci dispiace, considerando che ora potremo parlare tutti e trovare un accordo. –
-  Se speri che ci sottometteremo al vostro volere ti sbagli di grosso. –
 
La voce ferma quanto decisa del Raikage echeggiò in quella stanza chiusa, come se quel suono grave quanto potente volesse in qualche modo sovrastare il potere dei loro avversari.
L’uomo mascherato non si scompose dinnanzi a quelle parole, dopotutto non poteva aspettarsi altro da cinque valorosi ninja come loro, di conseguenza avrebbe cercato quantomeno di non renderli troppo suscettibili: restavano comunque i ninja più potenti…
 
- Abbiamo un patto da proporvi, non siamo così stupidi da sottovalutare la vostra forza e soprattutto l’influenza che avete sui vostri paesi… -
- Che ne è stato dei nostri popoli? –
 
Si stupirono di come Gaara fosse intervenuto tanto prontamente, considerando che solitamente si limitasse ad ascoltare senza esporsi troppo, ma evidentemente le sorti del suo paese gli stavano particolarmente a cuore e questo fu compreso fin troppo bene.
 
- Siete più preoccupati della sorte dei vostri popoli ancora liberi, piuttosto che di voi stessi qui prigionieri? –
-  Liberi? Liberi?! Non ti permettere di definire “libertà” una schiavitù simile! Dubito che tu possa capirne l’importanza! –
 
Ancora una volta Tsunade non riuscì a trattenere la propria rabbia e si fece leggermente avanti, mostrandosi decisa a non arrendersi in nessuna circostanza mentre gli altri kage restavano sufficientemente vicini per potersi aiutare in un qualsiasi combattimento, determinati a non permettere uno scempio simile.
 
- Tsunade Senju… –
 
La voce fredda e priva d’emozioni dell’Uchiha invase quel silenzio con una certa aggressività, mentre nessuno emise altro suono dopo quelle parole: la sua figura avanzò nell’ombra, superando di qualche passo quella dell’uomo mascherato e mostrandosi completamente ai cinque kage dinnanzi a lui.
Tsunade strinse violentemente i pugni mentre i suoi occhi ambrati e minacciosi reggevano perfettamente lo sguardo altrettanto freddo dell’ultimo degli Uchiha, il quale la squadrò dalla testa ai piedi senza esitazione: durante la loro battaglia non avevano certamente avuto né modo né tempo di osservarsi tanto attentamente…
 
- Esattamente… -
-  Come potrei dimenticare la nipote del caro Hashirama… I Senju sono un segno indelebile. –
-  E te li ricorderai per ancora molto tempo, credimi. -
 
Strinse persino i denti pronunciando quelle parole, tant’era la rabbia, e continuò quella sfida di sguardi con Madara, fin quando la voce stridula di Onoki non spezzò quell’atmosfera fin troppo tesa.
 
- Sicuramente avrete fatto dei prigionieri tra il nostro popolo, magari preoccupandovi che i migliori shinobi non potessero organizzare un’insurrezione contro di voi e li terrete sicuramente rinchiusi qui da qualche parte. –
-  E quindi? –
-  Vogliamo vederli, per assicurarci che siano in buone condizioni. Certamente vorreste ricattarci e considerando quanto teniamo al nostro popolo, sarà la prima arma che userete contro di noi… Ergo non vi ascolteremo nemmeno se non ci mostrerete le loro condizioni. –
-  Cosa vi fa pensare che non siano ancora vivi? –
-  Il fatto che siate dei mostruosi dittatori mi sembra un valido motivo. –
 
La Mizukage sorrise con fare ironico non appena ebbe terminato il discorso tra lo Tsuchikage e Tobi, mentre Madara e l’Hokage continuavano la loro battaglia portatrice dei rancori più avidi e tenebrosi.
Dopo qualche minuto di silenzio, l’uomo mascherato sembrò quasi accennare ad un rapido sospiro prima di voltare loro le spalle e riprendere a parlare.
 
- E sia, ve li mostreremo. Ma penso siate abbastanza intelligenti per comprendere che non avrete modo di fuggire. –
 
Cominciò a camminare tra quei corridoi bui e desolati, mentre Onoki e Gaara lo seguirono senza troppa esitazione, dopo essere passati al fianco dell’Uchiha, il quale attendeva evidentemente di assicurarsi che non fuggissero dalla parte opposta.
Le due kage restarono l’una affianco all’altra, come se si fidassero soltanto di loro mentre il Raikage fu l’ultimo dietro di loro: non gli erano piaciuti per niente quegli sguardi tra Madara e Tsunade, non voleva rischiare che l’Uchiha giocasse qualche tiro mancino a colei che incarnava i suoi rivali più odiati ma preferì continuare a tenerlo d’occhio, assolutamente diffidente nei suoi confronti.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly