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Autore: Ce_    24/09/2012    6 recensioni
Sequel di “Ricomincio da Te’’
Questa è la storia della nuova generazione, la storia di un Hogwarts diversa da come ce la ricordiamo, un mondo magico diverso da quello che conosciamo.
Una storia che non si ripete: la storia di una generazione che vive al di fuori della guerra, ma non della sofferenza....una sofferenza diversa, forse più giuista, forse più ''normale'', ma non per questo meno forte.
Quindi, preparatevi ad andare incontro ai pregiudizi, al peso che un cognome, inevitabilmente, si porta dietro, ai fantasmi del passato che tornano, prepotenti, alla paura di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bravi.....all'adolescenza.
Ma non ci sarà solo questo.. troverete anche felicità, speranza, amore, gioia di vivere, rivalsa e una grande forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti.
Questa è la storia della nuova generazione, ma anche della vecchia, una storia piena di speranza che difficilmente scompare, perchè tutti noi non finiamo mai di sperare.
Spero di avervi incuriosito,
Ce_
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Sono gay. Niente di più, niente di meno.

 
Lorcan Scamandro era un Grifondoro dentro.
 
Lorcan Scamandro era realista e questo nella sua famiglia era qualcosa di davvero insolito. C'era sua madre, che, nonostante con l'età si fosse un pochino calmata, continuava a credere a Gorgosprizzi e robe varie,  suo fratello Lysander, secchione fino al midollo quando era a scuola e come la madre quando era fuori, suo padre che andava in giro alla ricerca di animali nuovi e sconosciuti, erano sconosciuti probabilmente perché non esistevano... No? E poi c'era lui, il realista, quello con la mente chiusa, come gli ripeteva sempre la sua famiglia, ma non era vero, la sua mente era più che aperta, aperta a tutte le idee possibili e immaginabili. Era sempre disposto a mettersi in relazione con gli altri e confrontare le proprie idee.
 
Lorcan Scamandro era maledettamente e irreparabilmente sincero, non c'era nulla da fare, se doveva dire una cosa, la diceva in faccia, mai alle spalle.
Era una cosa che non riusciva a concepire, non capiva perché la gente sparlasse tanto degli altri, senza vedere i propri difetti. 
Amava la verità, credeva che fosse l'unica maniera per vivere in tranquillità, senza aver paura di essere scoperti o cose del genere.
Credeva anche che la verità ti facesse vivere la vita come vorresti viverla, non pensava troppo a ciò che faceva, se era una cosa vera, era la cosa giusta da fare. Punto.
 
Lorcan Scamandro voleva bene al suo migliore amico, certo, a volte aveva una gran voglia di menargli, ma, in fin dei conti, gli voleva bene. Era l'unico a conoscere tutti i problemi e le paranoie di Fred ed era anche l'unico, probabilmente,  a cui Fred aveva confessato di essere innamorato di Margaret Jordan-Finningan da quasi un anno.
Sicuramente molte persone se ne erano accorte da sole, ma solamente Lorcan aveva avuto il privilegio di sentir uscire quelle parole dalla bocca del rosso.
Erano completamente diversi, ma insieme si completavano.
 
Lorcan Scamandro era un Grifondoro nell'anima, amava la sua casa, era coraggioso, leale, impulsivo, incline a mettere la sua vita in pericolo e testardo al punto giusto. Tutte caratteristiche indubbiamente rosso-oro.
Aveva sempre sognato di far parte di quella casa, anche se spesso si sentiva il ''diverso" della famiglia, visto che gli altri tre erano stati tutti Corvonero, in questo lui e Albus erano molto simili, ma insieme l'avrebbero superato, Lorcan ne era sicuro.
 
Lorcan Scamandro era gay, non aveva mai avuto problemi ad ammetterlo, lo era da quando aveva 12 anni, o forse da sempre, non ricordava di essere mai stato con una ragazza, semplicemente, un giorno,  si era accorto che era attratto dai ragazzi invece che dalle ragazze e l'aveva accettato, come un dato di fatto, come se stesse accettando un fatto scontato, come andare ad Hogwarts il primo settembre, era stata una cosa del tutto naturale.
Non l'aveva mai nascosto ne agli altri ne tantomeno a se stesso. Era gay. Punto. Niente di più, niente di meno.
 
Lorcan Scamandro, un altro diverso.
 
Era comodamente sdraiato su uno dei divani della Sala Comune praticamente deserta, quasi tutti gli studenti erano usciti a godersi la neve che era caduta quella notte, ma lui preferiva riposarsi e starsene tranquillo.
<< Ciao Lor! >> in un attimo si ritrovò bagnato e sovrastato da Fred con la sua tuta da sci piena di neve.. Ricordate quando aveva detto che voleva starsene tranquillo? Ecco, non aveva messo in conto il fatto di avere un migliore amico di nome Fred Weasley.
<< Fred, per il reggiseno di Morgana, mi hai bagnato tutto! >> si lamentò, alzandosi di scatto e facendo cadere il Weasley per terra
<< Ehi! >> si lamentò il rosso, massaggiandosi la coscia destra. Si ricompose subito e partì all'attacco.
<< Allora, che ci fai qui tutto solo? >> cercò di farlo alzare tirandolo per un braccio, poi per una gamba, ma niente, Lorcan stava così comodo che non aveva alcuna intenzione di spostarsi da quella posizione.
<< Lasciami stare, Fred! E va a farti la doccia, altrimenti ti ammali >> ma il Weasley non si arrese, anzi, lo costrinse ad alzarsi e a seguirlo in dormitorio con la scusa: "devo dirti una cosa importante"
Arrivati al dormitorio che dividevano con James e un altro ragazzo Grifondoro, Lorcan si stese sul suo letto, riprendendo l'attività che aveva interrotto pochi secondi prima, mentre Fred si diresse in bagno per una doccia veloce.
Quando il rosso uscì, Lorcan non poté fare a meno di notare la sua faccia felice, prima non ci aveva nemmeno fatto caso, ma ora era inconfondibile, quella era la faccia di uno che ha appena vissuto un momento speciale.
<< Allora, sputa il rospo e spiegami il motivo di quel sorriso a trentadue denti. >> disse spazientito, visto che Fred non si decideva ad aprire bocca..
<< Quale sorriso? >> commentò Fred, innocentemente, ma vedendo la faccia del suo migliore amico decise di parlare << stavamo scherzando con gli altri giù al parco, quando ad un tratto, non mi ricordo neanche per quale motivo, Margaret ha cominciato ad inseguirmi.. Io correvo, correvo, ma l'unica cosa che volevo fare era fermarmi e abbracciarla >> si interruppe con aria sognante, Lorcan fece finta di vomitare, cavolo, lui non era così sdolcinato quando parlava di Albus, quella ragazza gli  aveva dato decisamente alla testa, decise di non parlare e di far proseguire il suo amico << fortunatamente il destino era dalla mia parte, sono inciampato e Margaret mi è finita sopra. >> 
Lorcan aspettava il seguito di quella storia, abbastanza diabetica, a suo parere, Fred non era così di solito, Fred se ne fregava dei sentimenti e anche Margaret era una ragazza che, nonostante molto timida, si era sempre dimostrata forte e non troppo sdolcinata.
<< E allora? >> lo incoraggiò il biondo
<< E allora lei era sopra di me e, cavolo, non posso ancora crederci, io non volevo che se ne andasse, volevo stringerla a me, sempre di più, ma me ne stavo li, fermo come un salame e, non ci crederai mai, Margaret mi ha dato un leggero bacio sulle labbra e se ne è andata ridendo >> al diavolo la timidezza, ecco il lato sfrontato della Jordan, davvero interessante.
<< E sei contento? >> domanda stupida, decisamente molto stupida
<< Lorc, sono innamorato di lei, certo che sono contento! >> risposta esatta.
 

<< Salve, sono Lorcan Scamandro e sono gay. Niente di più, niente di meno. >>

***

 
Parlava con uno dei suoi Auror da mezz'ora ormai, lo stava mandando dalla McGranitt per dirgli che il giorno seguente, quando i ragazzi sarebbero ripartiti per le vacanze di Natale, sarebbero stati scortati dagli Auror dal castello fino alla stazione King's cross, dove si sarebbero ricongiunti alle loro famiglie.
<< Bene, quindi, va ad Hogwarts e.. Ah, appendi questo alla bacheca, per favore, sono i turni di domani, credo che ci servirà l'intera squadra per badare a tutti gli alunni. >> 
<< Ok, Harry >> l'uomo si congedò cordialmente, all'inizio tutti i suoi Auror lo chiamavano "Signor Potter" o "Capo", ma a lui non piaceva, preferiva di gran lunga essere chiamato Harry.
Tornò dietro la sua scrivania a studiare le carte.
Erano in un vicolo cieco, in un punto di non ritorno e non serviva a nulla stare tutto il giorno a cercare una soluzione, non serviva a nulla andare nei luoghi delle aggressioni, sempre troppo tardi, per giunta, non serviva a nulla aumentare le difese di Hogwarts, gli aggressori continuavano a tramare alle loro spalle, continuavano a violentare ragazze, continuavano a cercare un varco nelle difese del castello, anche se, fortunatamente, ancora non l'avevano trovato.
Nel frattempo, il numero di vittime era salito a quattro e io numero delle ragazze ferite era salito a ventidue, tutte obliviate, in modo tale che non potessero fornire nessuna testimonianza, ormai era come un bollettino di morte che arrivava ogni due o tre giorni, non riuscivano a fare nulla e Harry si sentiva sempre più frustrato.
 Le donne, inoltre non avevano nessuna cosa in comune, nessun collegamento, solo l'età tra i 13 ai 25 o tra i 35 ai 38 anni. 
Una convinzione, però, si faceva sempre più strada nella sua testa, gli aggressori, chiunque essi fossero, non avevano a che fare con qualcosa del suo passato, all'inizio aveva pensato ai Mangiamorte, era sempre stato abituato a pensare a loro quando succedeva qualcosa di tragico, ma loro non erano e di questo era certo, poi aveva pensato a qualcuno che voleva vendicarsi su di lui per qualcosa che aveva fatto durante la sua carriera da Auror, ma non gli veniva in mente nessuno, nemmeno una persona che aveva condannato gravemente aveva il modo di comunicare con l'esterno e, quindi, di ordinare a qualcuno di eseguire tutte quelle violenze.
Proprio non riusciva a capire chi potesse essere il fautore di quelle aggressioni, un folle, sicuramente, un folle che si contornava di altre persone folli, perché ormai era ovvio che era più di una persona, questa cosa non gli suonava nuova, per niente. 
Somigliava tanto a Voldemort e i suoi seguaci ed Harry era stanco di pensare a lui anche quando non c'entrava nulla.
Comunque, grazie al lavoro di tutti i suoi uomini,  aveva fatto in modo di aumentare le difese in tutti i luoghi pubblici e anche nelle strade, infatti, per prima cosa avevano fatto degli incantesimi di protezione su tutti i luoghi pubblici della Londra magica e babbana, in secondo luogo, una pattuglia di Auror era fissa in quasi tutte le strade della città, ma non era abbastanza perché c'erano delle zone che rimanevano completamente scoperte ed era proprio li che la banda andava a fare le sue aggressioni, sembrava che più gli Auror si muovessero verso la soluzione, più gli aggressori scappassero. 
<< HARRY HARRY >> la voce di Ron, ancora in corridoio, lo ridestò dai suoi pensieri, alzò lo sguardo verso la porta, ancora in attesa di essere aperta dal suo amico, si alzò velocemente per andare a vedere cosa era successo.
<< UN AGGRESSIONE, IN PEARMAN STREET, SONO LORO, FORSE SIAMO IN TEMPO,QUESTA VOLTA >> non aveva mai visto Ron in quello stato d'animo, era agitato, molto agitato.
Appena capì cosa voleva dire il suo migliore amico, afferrò la bacchetta, si aggrappò al braccio di Ron e in men che non si dica si ritrovarono entrambi in un vicoletto. Presero a correre verso la loro destinazione dove c'era già un gruppo di Auror.
 
PAURA. Questo fu l'unica cosa che riuscì a sentire da quando Ron era entrato nel suo ufficio.
Paura che potesse essere Ginny la donna sdraiata sull'asfalto, nuda, piena di lividi ed escoriazioni, si avvicinò alla donna per vederla in faccia, era difficile riconoscerla, il viso era tumefatto, il capelli completamente rasati non lasciavano intravedere il loro colore originario, due ferite lunghe sopra gli occhi facevano capire che anche le sopracciglia erano state rasate con violenza, le guardò le mani, sperando di non trovare la fede e invece era li, in bella vista, come a volergli dimostrare che tutto era possibile; le unghie della donna, il suo copro, anche se era difficile dirlo, sembravano diversi da quello di Ginny, ma Harry in quel momento non era sicuro di nulla, neanche di come fosse fatta sua moglie, neanche di quale fosse il suo nome, era completamente nel panico, di solito, riusciva capirlo dai capelli, era la prima volta che li rasavano, quei bastardi.
Harry sentì tutta la sua lucidità da Auror scivolargli via, al suo posto stava subentrando il panico, vero e proprio panico. Era chino sopra alla donna e non riusciva a pensare lucidamente.
E se Ginny avesse deciso di farsi un giro dopo il lavoro proprio quel giorno? E se avesse avuto la maledetta idea di andare da quella parte della città? Harry cominciava a non capirci più nulla, la sua mente era completamente in tilt.
Vide Ron andare verso di lui, mentre alcuni medimaghi presero la donna per portarla al San mungo.
<< La donna si chiama Mary Stewart >> fu un sussurro, quello del suo migliore amico che, probabilmente, aveva capito tutto ciò che era successo dentro l'animo di Harry.
Ossigeno, quelle parole furono ossigeno puro per il moro che tornò a respirare regolarmente.
<< Avevo temuto.. >> lasciò la frase in sospeso, ma Ron parve capire, ancora una volta.
<< Lo so.. Anch'io >> certo che anche lui, Ginny rimaneva comunque sua sorella.
Harry si alzò, di nuovo pronto a svolgere il suo lavoro da capo Auror e si avviò verso i suoi colleghi, spalleggiato da Ron.
<< Allora, che cosa sappiamo? >> chiese subito, sperando di non ricevere le solite notizie.
<< Ecco il bigliettino.. >> uno degli Auror glielo porse, lui non lo lesse neanche, sapeva cosa c'era scritto, lo sapeva fin troppo bene, oramai.. 
"Rossa o bionda, rossa o bionda" era stufo di questi giochetti. L'uomo continuò << La donna è stata violentata, presenta gravi ferite in tutto il corpo, per la prima volta, come hai potuto notare, le hanno rasato i capelli e strappato le sopracciglia, ma, dalla sua carta d'identità, abbiamo potuto vedere che la donna era bionda, ancora una volta. I medimaghi dicono che è in pericolo di vita e che probabilmente non ce la farà e il che, oltre ad essere l'ennesima tragedia, sarebbe davvero un peccato per le indagini perché gli aggressori, visto il nostro tempestivo intervento, hanno pensato a smaterializzarsi prima del nostro arrivo e non hanno fatto in tempo ad obliviarla. >> questa si che era una bella notizia.
<< Stai dicendo che probabilmente la donna testimonierà? >> Non voleva sperarci troppo , ma fu inevitabile, la speranza la poteva vedere nel volto di tutti i suoi uomini.
SPERANZA. Aveva sempre amato questa parola. 


***

 
Stava preparando la torta di noci, quella preferita dei suoi figli.
Sarebbero tornati il giorno seguente con l'Espresso di Hogwarts e lei non vedeva l'ora di riabbracciarli tutti e tre. Le mancavano da morire, anche se ormai erano quattro anni che mancavano tutti e tre da casa, non si sarebbe mai abituata a quel senso di vuoto e di silenzio che avvolgeva la casa quando loro non c'erano.
Ginny amava i suoi figli e, da brava mamma, non riusciva a fare a meno di preparargli la loro torta preferita il giorno prima del loro ritorno.
Sarebbero state delle vacanze memorabili, di questo Ginny era sicura.
Albus avrebbe portato Lorcan a casa loro in veste di fidanzato e anche Lily, la sua piccola Lily, avrebbe portato Scorpius.
Scorpius  Malfoy, ancora non riusciva a crederci, era molto contenta  per lei, la sentiva davvero felice e questo le bastava. 
Non negava che, quando l'aveva saputo, tramite una sua lettera, ne era rimasta sorpresa, ma dopo un attimo di smarrimento, le aveva risposto felice. 
Diversa era stata la reazione di Harry, aveva sbraitato per buoni dieci minuti dicendo cose del tipo: "Malfoy? Malfoy? Ok che è cambiato, ma come parente proprio no. E la mia piccolina fidanzata? Devo fare un bel discorsetto a Scorpius", mentre lei lo guardava divertita, comodamente seduta sul divano.
Si era sfogato, ma, in fin dei conti, aveva preso la notizia abbastanza bene, rendendo, così, felice sua figlia.
Invece, per James, Ginny non sapeva cosa pensare, l'aveva visto diverso durante l'estate, maturato, ma, a quanto le dicevano le lettere dei suoi figli, non era esattamente così, continuava a divertirsi con tutte le sue conquiste e la madre era preoccupata, aveva come la sensazione che James le nascondesse qualcosa, qualcosa di importante e non le piaceva per niente questa sensazione.
Sentì il rumore della porta e Harry che si annunciava, all'improvviso il senso di vuoto fu colmato quasi interamente. 
Mise la torta nel forno, le piaceva cucinare alla babbana, era molto più divertente, e aspettò che Harry arrivasse in cucina, ma non ci fu molto da aspettare perché suo marito arrivò subito, cosa molto strana, visto che, di solito,  prima andava di sopra a mettersi dei panni più comodi, corse verso di lei e la abbracciò, la abbracciò come non aveva mai fatto prima, si aggrappò a lei come se fosse la sua unica salvezza, Ginny seppe subito cosa fare, ricambiò l'abbraccio con forza, trasformandosi nella sua ancora, quella che, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a tenerlo ancorato a terra.
<< Che è successo, tesoro? >> gli alzò la testa, mettendogli due dita sotto il mento.
<< Promettimi che, qualunque spostamento tu faccia durante la giornata, mi avvertirai prima >> c'era una luce starna nei suoi occhi, paura, fu la prima cosa che venne in mente a Ginny guardandoli, ma poi ci vide anche coraggio, speranza e di nuovo paura, paura mista a preghiera e capì.
<< C'è stata una nuova aggressione? >> lui annuì solamente, ma vedendo che la moglie stava aspettando qualcosa di più....
<< Ho avuto paura.. Paura che fossi tu. Promettilo >> fu un sussurro, ma Ginny afferrò il senso delle parole e, nonostante odiasse andare in giro con la scorta personale che la controllava, non poté fare a meno di prometterlo, se quello avrebbe tranquillizzato Harry, l'avrebbe fatto senza alcun problema.
<< Allora, com’è andata la giornata? >> il moro glielo chiese come se non fosse successo nulla, si staccò da lei dolcemente, appoggiandosi al piano della cucina. 
Ginny non voleva che facesse finta che fosse tutto normale, se aveva bisogno di parlare, lei era li, come lo era lui ogni volta che ne aveva bisogno lei.
<< Non devi far finta che è tutto normale, se vuoi ne parliamo >> era l'ultima cosa che la rossa voleva, avrebbe voluto parlare davvero della sua giornata, della passeggiata a Diagon Alley con Hermione, che finalmente aveva fatto pace con Ron, ma non con Rose, il lavoro alla Gazzetta, ma avrebbe parlato anche del lavoro di Harry se l'avesse aiutato
<< Gin, sto tutto il giorno a raccontarmi questa storia, ho bisogno di svagarmi almeno a casa e ne hai bisogno anche tu, quindi, per una volta, smettila di pensare a me e dimmi com’è andata la giornata >> Harry sorrise .
<< Sono uscita con Herm per fare gli ultimi regali di Natale, ah, sai che lei e Ron hanno chiarito? Anche se sta ancora male per la storia con Rose.. >> Harry l'ascoltava attentamente, ma appena si accorse del forno acceso, la sua attenzione fu catturata da quest'ultimo.. Andò  a controllare la torta , i suoi occhi si illuminarono nel vedere la torta di noci, era anche la sua preferita.
<< Giù le mani, è per domani per i ragazzi >> lo ammonì lei dolcemente. 
<< Ah, si? E per me? >> detto questo la baciò con passione, annullando tutto ciò che era intorno a loro. 


*** 


C'erano di nuovo, erano sempre li, quante volte avevano vissuto quel momento? Troppe, secondo James, era stufo di quella situazione del cavolo che si era andata a creare, stufo di tutto, anche di se stesso.
 Voleva rischiare, urlare al mondo che, si, amava sua cugina e che, no, non era considerato incesto dalla legge magica, ma non lo faceva perché sapeva che Dominique non voleva e che avrebbe sofferto troppo se la sua famiglia non avesse accettato la cosa, non poteva farglielo, la amava troppo per farle una cose del genere.
Guardò di nuovo Dominique, distesa accanto a lui, il piumone a coprirle il corpo nudo fino al seno, lo sguardo fisso verso il soffitto. 
Si stavano dicendo addio, per l'ennesima volta, si stavano dicendo addio, le vacanze di Natale erano arrivate e con loro l'impossibilità di vedersi. Sembravano così lontane fino a qualche giorno prima e invece eccole li, ancora una volta, a dire, come tutti, che la loro non era una relazione normale, che non poteva andare avanti e che si stavano battendo per una cosa per cui non valeva la pena. 
Eppure loro anche erano sempre li, sempre più forti, sempre più convinti del loro amore, sempre pronti a dire che si, ne valeva la pena, valeva la pena lottare e nascondere tutto.
<< Voglio dirlo a tutti >> fu la bionda a rompere il silenzio, come se lo avesse letto nel pensiero, o, probabilmente, lei stava pensando le stesse cose.
<< Cosa vuoi dire a tutti? >> credeva di non aver capito bene, credeva di stare in un sogno.
<< Di noi, ovviamente, James. Sono stufa di questa situazione, dobbiamo prendere in mano la nostra vita.. Fino ad adesso non ero pronta perché non ero ancora certa dei miei sentimenti, ma ora sono sicura di ciò che provo per te e sono pronta a battermi per averlo, anche se significherà allontanarsi dalla mia famiglia. Sono una Grifondoro, è ora che cacci fuori il mio coraggio >> James non credeva alle sue orecchie, davvero Dominique voleva rivelare la loro relazione alla sua famiglia? 
<< Dom, non sei obbligata >> James sapeva che Dominique aveva paura di farlo, sapeva che la sua famiglia era la cosa a cui teneva di più al mondo, sapeva  che, molto probabilmente, avrebbe cambiato idea un'altra volta e sapeva anche che lui sarebbe stato sempre con lei, qualunque cosa avesse deciso, ormai doveva ammetterlo con se stesso, era incondizionatamente innamorato di sua cugina.
<< Non mi sento obbligata, Jj, sento che è il momento di farlo, in questo momento voglio farlo, probabilmente, presa dalla paura, cambierò idea, ma voglio farlo, non per te, non per me, per noi, ne abbiamo bisogno, non possiamo vivere nel buio, io sono stufa e credo che lo sia anche tu, nonostante cerchi di nasconderlo. Ti conosco troppo bene, ormai. >> aveva ragione, aveva maledettamente ragione, ne avevano bisogno come coppia, era inutile negarlo.
<< Beh, allora sarà un Natale pieno di sorprese >> si girò su un fianco, cominciando ad accarezzare i capelli biondi di Dominique.
<< Tra noi e Lily penso che i tuoi genitori rischieranno un infarto >> sorrise lei di rimando, in effetti, anche Lily aveva deciso di raccontare del provino e della borsa di studio, lei era in pratica obbligata, visto che i corsi iniziavano al rientro dalle vacanze Natalizie. 
Suo padre avrebbe davvero rischiato l'infarto questa volta.
<< Vieni qui >> Dominique si accoccolò al suo petto, sospirando, lui stette li, ad accarezzarle i capelli per un tempo indefinito, fin quando entrambe non capirono di volere di più, allora James fece adagiare Dominique a pancia in su sul letto, mentre lui le salì sopra, ma, in men che non si dica, fu lei a ribaltare le posizioni e a ritrovarsi sopra al moro, lo guardò desiderosa, cominciò a baciarlo sugli occhi, sulla fronte, sul naso, poi passò al collo e lasciò una lunga scia di morsi, sempre più lenti, sempre più estenuanti, non era nemmeno arrivata all'ombelico, eppure James stava già impazzendo. 
La ragazza risalì lentamente, posando le labbra sulle sue, e coinvolgendolo in un bacio mozzafiato, uno di quelli che si danno poche volte nella vita.
Il moro approfittò del momento per ribaltare di nuovo le posizioni e questa volta tocco a lui percorrere una lunga scia di baci, si fermò all'altezza della valle dei seni, cominciò a leccare ogni parte del suo corpo, famelico, giocherellò con i capezzoli turgidi della ragazza fino a farla impazzire, poi scese verso l'inguine e li continuò a leccarla con una lentezza estenuante.
<< James, James, ti prego >> le parole di Dominique furono una richiesta esplicita di maggiori attenzioni, giocherellò ancora un pochino con lei fin quando non si decise ad entrarle dentro, per un istante Dominique si immobilizzò, ma quando Jamie cominciò a spingere, seguì i suoi movimenti come se fosse l'unica cosa autentica.
Si staccarono dopo un tempo indefinito, James crollò al fianco della bionda, esausto, Dominique si accoccolò di nuovo contro di lui e gli accarezzò il petto, creando disegni immaginari con le dita.
Erano carezze che sapevano di separazione, baci che sapevano di addio.
<< Odio ogni fottuto addio* >> sussurrò James
<< Non è un addio, non questa volta >>
 

* Tiziano Ferro: "Hai delle isole negli occhi"
 
NDA
Salve!
Che ne pensate del capitolo? Possiamo dire che è uno di quelli di passaggio, nel prossimo inizieranno le vere e proprie vacanze di Natale che ci riserveranno parecchie sorpresine.
Allora, Fred sembra un deficiente, vero? Eh, cosa fa l'amore..
Poi, Harry e Ginny sono tornati a gran richiesta con ben due momenti per loro.. Cosa volete di piú? 
E Dominique e James sembra che siano arrivati ad un punto di svolta, ma sarà davvero così?
Credete che sia sfociata nel rating rosso con la descrizione della ragazza violentata e quella con James e Dominique che fanno l'amore? Se è così, ditemelo e provvederò subito.
Un grazie enorme a chi continua a leggere la storia e a chi la recensisce:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacio, 
Ce_
   
 
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