Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: REAwhereverIgo    25/09/2012    3 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

E adesso?

 

Rea si trasferì un paio di giorni dopo. Uscì di casa sorridendo, cercando di nascondere le lacrime, e salì in macchina della nonna senza guardarsi indietro.

Quando avrò il diploma tornerò e andremo insieme all’università” aveva promesso alle sue sorelle. In realtà, Emma e Laura non avevano ben capito cosa fosse successo o come mai lei stesse andando via, ma non avevano chiesto niente e avevano deciso semplicemente di sostenerla.

E così, senza che se ne rendesse conto nessuno, passarono tre mesi.

Le due Stevens avevano continuato a studiare senza sosta per gli esami, una in un modo e una in un altro.

Emma faceva sessioni infinite di ritiro in casa di Jason, alternando baci e amore a crisi isteriche.

Non so nulla, non so nulla, non so nulla, non so nulla!” ripeteva ininterrottamente. L’uomo ringraziava di amarla e la sopportava, in qualche modo, senza strozzarla.

Posso ripeterti un’altra volta il programma di chimica?” gli chiese un pomeriggio, dopo tre ore di lettura del programma.

Ancora? Ma lo sai a memoria” le rispose, disperato, il professore. Era steso sul divano, arreso, ormai, alla sua furia isterica.

No, non so nulla!” ripeté la ragazza, disperata. Era sull’orlo di una crisi nervosa, e si vedeva benissimo. Jason, allora, la tirò con sé sul divano e la baciò profondamente.

Tranquillizzati, amore” le disse. Emma mise il broncio e si appoggiò con la testa al suo petto.

Ho paura. Manca un mese all’inizio degli esami e mi sembra di non aver studiato abbastanza. Inoltre temo che le persone possano pensare che io sono avvantaggiata perché sto con te” ammise. L’uomo sgranò gli occhi.

Ma se non lo sa nessuno!” esclamò. La mora sospirò.

Siamo bravi, ma non così bravi. C’è chi lo sa, purtroppo, anche se siamo stati attentissimi” lo riprese, dandogli un buffetto sul naso.

Bene, la mia vita professionale è andata a farsi benedire” si auto compianse il professore.

Ma va’! Nessuno vorrebbe danneggiarti, sei troppo amato tra gli studenti. Solo il fatto che ti presenti col nome e non con il cognome ti fa amare” gli assicurò.

Speriamo” ribatté Jason.

La ragazza posò un dolce bacio sul suo mento e poi sorrise.

Ti sei messo il dopobarba che ti ho regalato per Natale?” gli chiese.

Forse” rispose lui, vago. Risero entrambi.

Comunque i programmi li sai, i concetti pure. Quale è il problema? Perché tanta ansia?” indagò il professore.

Perché non mi posso permettere di sbagliare. Se c’è una cosa di cui sono sicura e di cui sono sempre stata sicura è ciò che voglio fare dopo il liceo, e io voglio diventare una dottoressa. Non posso assolutamente passare la maturità con meno di ottanta punti su cento. Per cui devo essere perfetta” spiegò sconsolata.

Davvero vuoi entrare a medicina?” si stupì l’uomo.

Sì. È l’unico sogno che ho da sempre. Sono una ragazza volubile, e cambio idea spesso, ma questo è rimasto con me da quando ero piccola” confessò.

Ho capito

Jason le baciò i capelli, poi sorrise.

Significa che mi fai fare gli straordinari, quest’estate?” le domandò. Emma lo guardò senza capire.

In che senso?

Sa, signorina Stevens, io sono un professore di matematica laureato in fisica e chimica. Quindi posso aiutarla. Ma, naturalmente, il mio aiuto ha un prezzo” spiegò malizioso. La mora si sedette a cavalcioni su di lui.

E quale è questo prezzo?” gli chiese.

Non saprei. Tu che mi offri?” s’informò lui, lasciandosi baciare.

Il libro di chimica cadde a terra mentre Emma rispondeva a modo suo.

 

 

Laura e Johan, intanto, erano impegnati a fare altro. Tipo passare interi pomeriggi a guardare i cartoni animati giapponesi in televisione. Ogni tanto alla bionda veniva in mente che le sue sorelle l’avrebbero uccisa se avessero saputo che non facevano niente di più particolare, ma evitava di pensarci per non sentirsi una stupida.

Un pomeriggio di inizio giugno erano sui libri da un’ora quando il ragazzo sbuffò e si alzò.

Basta, facciamo una pausa” disse. Lei non poteva essere più d’accordo di così, e lo seguì il salotto, dove si sedettero abbracciati a guardare la tv.

Rimasero in silenzio per un po’, ridendo quando succedeva qualcosa di divertente. Laura si sentiva stranamente nervosa. Era la prima volta che sentiva il cuore battere all’impazzata solo stando vicina a Johan da quando si erano messi insieme otto mesi prima.

Qualche problema?” le chiese lui, vedendo il suo disagio.

Eh? No, no!” si affrettò a rispondere, ridendo isterica. Il ragazzo la fissò senza farsi convincere.

Davvero? Sembri preoccupata” notò.

Nooo, figurati!” minimizzò. Lui rimase fermo e guardarla con i suoi occhi azzurri come il mare, perforandola quasi. Erano sempre stati così profondi?

C-che c’è?” domandò la bionda, imbarazzata.

Dimmi che problema hai” le ordinò.

Nessuno” assicurò, continuando a diventare sempre più rossa. E fu quello a tradirla.

Vedendo che era imbarazzata, Johan capì che c’era qualcosa che lei non aveva detto, e la bloccò con le mani dietro la testa e il volto vicinissimo al suo. Laura, che non se l’aspettava, sentì il cuore volarle in gola e sgranò gli occhi.

Mi dici che ti prende oggi?” ripeté il biondo per l’ennesima volta. Lei non riusciva più a pensare, più nemmeno a respirare. Quello era il suo incubo: quella era una posizione tremendamente sensuale e provocante. E non era sicura di riuscire a controllare la situazione.

Non è nulla, ti dico!” ripeté sicura. Il ragazzo si avvicinò ancora e mise le mani sui suoi fianchi per fermare qualsiasi suo tentativo di fuga.

Sei certa? Perché mi sembri terrorizzata da me” sussurrò Johan sulle sue labbra. Lo era. Era terrorizzata davvero. Ma quanto era invitante quella situazione, però!

Al cento per cento” assicurò, baciandolo. Il ragazzo si appoggiò sui palmi per evitare di schiacciarla, ma non si mosse, anzi cercò di approfondire quel contatto e passò le labbra sul suo collo. Laura rabbrividì.

Fermo” disse. Lui alzò il viso e la guardò.

S-scusa, se non vuoi…” rispose mesto. Si allontanò da lei arrossendo e si irrigidì.

No, non volevo dire… non è che non… insomma, non è che non ti voglio!” cercò di rimediare la ragazza.

Non importa, va bene così” le assicurò, sorridendo tristemente.

No che non va bene!” ribatté lei. Ecco il discorso che le faceva paura. “Dai, puoi farcela” si spronò.

L-la verità è che… insomma, io ho un po’ di… di…” balbettò. Il respiro non era più regolare da un pezzo, ormai, ma non importava.

Non hai mai fatto…?” le chiese. Lei scosse la testa.

Ma vorresti…?” domandò di nuovo. Stavolta lei annuì.

Allora vieni con me” decise Johan, prendendola per una mano. E Laura lo seguì senza dire una parola.

 

 

Tu cosa farai dopo il liceo?” le chiese il ragazzo, accarezzandole un braccio.

A me piace disegnare” disse vaga. Il biondo le lanciò un’occhiataccia.

Ti ho chiesto cosa farai, non cosa ti piace fare ora” le fece presente.

Farò medicina, credo” rispose. Non ci credeva nemmeno lei in quello che diceva, si vedeva lontano un chilometro.

Sei sicura?” insistette.

Sì. Perché?” s’informò lei.

Da dove partire? A scuola non era una cima, intanto. Poi lei odiava tutte le materie scientifiche. Inoltre tutti sapevano che lei avrebbe voluto fare la mangaka, era risaputo. Infine nessuno, e non lo pensava per cattiveria, sarebbe mai andato da un dottore come lei. Quando parlava sembrava un po’ sciocca, non dava molta sicurezza alle persone per quanto riguardava la sua affidabilità.

Niente, così” minimizzò Johan, lasciando cadere il discorso.

E se non entrassi vorrei fare la veterinaria” continuò Laura. Pure?

Qualcosa di non scientifico?” domandò il ragazzo.

No, niente” negò lei. Però sospirò nel dire questa frase, segno che non era assolutamente vero. Come mai non diceva la verità? Perché non ammetteva di non voler fare scienze all’università?

Se tu dovessi decidere così, su due piedi?” s’informò. La bionda ci pensò un attimo.

Forse disegnerei. Mi piacerebbe tanto, mi ci diverto” rispose.

E perché non lo fai comunque?

Perché non dà un lavoro. Cioè, se disegno nessuno mi assicura che troverò lavoro, per cui tanto vale buttarsi nella medicina” spiegò.

Ah

E tu? Che farai?” indagò, ora, lei.

Probabilmente studierò letteratura o filosofia. Mi piacerebbe tanto diventare professore” rispose sorridendo.

Davvero? Non pensavo che ti piacesse l’italiano” esclamò Laura.

Già, infatti i miei nove sono regalati” la rimbeccò lui. La ragazza rise.

Scusa, è vero” ammise. Rimasero abbracciati ancora un po’ prima di decidere di rivestirsi e tornare in cucina per studiare.

Una volta di nuovo sui libri, però, Johan non riuscì a concentrarsi. Continuava a pensare alle sue parole e al fatto che era una cosa triste che non seguisse i suoi sogni per puro interesse finanziario. Era squallido.

Quando la salutò e si chiuse la porta alle spalle si rese conto che l’unica persona che avrebbe voluto sentire al momento era Rea. Aveva bisogno di sentire le sue parole di conforto e qualche consiglio per aiutare Laura. Ma lei non c’era ormai da più di tre mesi, e ne sentiva tremendamente la mancanza. Però non ce la faceva a resistere, voleva un po’ di conforto. In fin dei conti aveva rispettato il suo volere fin troppo, ora era il momento di infrangere la promessa e chiamarla.

Non era mai stato uno che rispettava le decisioni degli altri, tutto sommato, pensò sorridendo.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: REAwhereverIgo