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Autore: Fenrir_23    25/09/2012    10 recensioni
Questa storia è il seguito di "Un'altra possibilità", la mia prima Long su Itachi e Sasuke.
“Ti mancano i tuoi compagni di team?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
"Itachi sollevò il suo capello di paglia per monitorare meglio la situazione, osservando per un attimo Sasuke che camminava apparentemente tranquillo al suo fianco. Si trovavano in una zona particolarmente pericolosa: il Paese del Suono. Stavano esplorando quel posto desolato in cerca del rifugio principale di Orochimaru."
La prima parte della fiction è piuttosto avventurosa, la seconda invece più dedicata all'introspezione dei personaggi.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Itachi, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Dopo la serie
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Finalmente mi sono decisa *_* come potete vedere questo è il sequel della mia long “Un’altra possibilità” era da parecchio che progettavo di pubblicarlo e ora è giunto il momento. Per chi non conoscesse “Un’altra possibilità”dico subito che volendo questo sequel può essere anche letto da solo, ma ovviamente in questo caso molte cose non saranno comprensibili.
Vi elenco i punti più importanti della trama di “Un’altra possibilità” per chi non l’avesse letta.
Inizia tutto con la fine dello scontro fra Itachi e Sasuke, come nel manga. Solo che Madara non li raggiunge, e quindi i ragazzi di Konoha arrivano per primi. Itachi è ancora vivo, e Tsunade riesce a salvarlo. Dopo essere sopravvissuto Itachi capisce che è inutile continuare a nascondere la verità e racconta tutto a Sasuke. Il loro rapporto comincia quindi a riallacciarsi.
Sappiate che: Danzo si suicida, ora non mi dilungo spiegando in che modo e perché altrimenti non finirei più: Konoha viene attaccata da Pain come nel manga e in gran parte distrutta, Tobi è Madara. Questa fiction è stata scritta prima della verità riguardo a questo individuo, e sinceramente non me la sentivo di inventarmi chissà quale ipotesi, quindi esiste un solo ed unico Madara che è quello mascherato. Compare il fratello di Izuna, Tsunade muore durante la guerra scatenata da Madara(che dura pochi giorni) e alla fine Itachi e Sasuke, insieme a Naruto ed Izuna(che si allea con loro per vari motivi all’ultimo momento) riescono ad annientare Madara e il Jubi. Itachi avendo sforzato troppo il suo corpo(era ancora debilitato in parte dalla malattia) non sarà più in grado di fare sforzi considerevoli e quindi di essere un ninja come prima.
Credo di aver detto tutte le cose strettamente necessarie per capire un po’ questo seguito, mi scuso in anticipo se ho dimenticato qualcosa. Ho deciso di scriverlo perché ci sono ancora delle cose rimaste in sospeso che voglio chiarire.
Il SasuSaku sarà presente, anche se non sarà certo una delle colonne portanti della trama e forse ci saranno anche dei lievissimi accenni al NaruHina.
Credo di aver detto tutto, buona lettura. Tenete presente che questo è un capitolo introduttivo ^_^ commenti graditi, ovviamente u.u
(Per quanto riguarda “Voglio solo mio fratello” da ora in avanti aggiornerò il sabato; mi scuso in anticipo se qualche volte salterò l’aggiornamento di una delle due fiction in corso, ma stata tranquilli; farò in modo di aggiornare almeno ogni due settimane)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sasuke cadde a terra davanti a quell’unica parete rimasta in piedi, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso del fratello morto.
Mi sono vendicato.” Pensò, percependo un vuoto enorme che s’impossessava sempre di più di lui. “L’ho ucciso.”
Quelle parole rimbombarono nella sua mente, talmente forte da stordirlo. “L’ho ucciso …” Si soffermò a osservare il viso pallido di Itachi, sanguinante, e gli occhi spenti.
Non volevo …”
Istintivamente lo afferrò per le spalle, mentre le lacrime iniziavano a scivolargli lungo le guance e si sentiva invadere da un senso di disperazione assoluta.
“Niisan, apri gli occhi, niisan!” Lo chiamò diverse volte, ma era evidente che ormai lui non gli avrebbe più risposto. Non respirava, i suoi occhi erano oscurati da un velo di morte. Sasuke andò istintivamente a toccarsi la fronte, la dove Itachi l’aveva sfiorato prima di esalare l’ultimo respiro. Poi, istintivamente, si guardò le mani, scoprendole orridamente sporche di sangue. Il sangue di suo fratello.
“L’ho ucciso io …”
 
 
 
Sasuke aprì gli occhi di colpo, ritornando immediatamente alla realtà. Respirò affannosamente, in cerca d’aria, per recuperare un po’ di calma ed autocontrollo. Si sentiva infinitamente triste, e aveva voglia di piangere.
Si guardò intorno, rendendosi conto di trovarsi nella tenda improvvisata che lui ed Itachi avevano montato la sera prima, dopo aver constatato che non avrebbe piovuto e quindi non sarebbe stato un problema accamparsi all’aperto.
Si passò una mano fra i capelli, rendendosi conto di essere completamente sudato; non avrebbe saputo dire se per colpa del caldo intenso di quell’agosto torrido oppure a causa dell’incubo che aveva fatto. Probabilmente una combinazione di entrambi. Si voltò verso il futon di Itachi, sperando di tranquillizzarsi grazie alla sua presenza, ma gli mancò un battito, quando realizzò che lui non c’era.
Uscì dalla tenda velocemente.
Itachi se ne stava seduto davanti ad un dirupo, con le gambe che penzolavano nel vuoto, ad osservare la luna piena di quella notte completamente sgombra di nuvole. Era immobile come una statua, sembrava una di quelle creature notturne che si appostano al chiaro di luna e attendono, osservando con calma lo scorrere del tempo.
 Sasuke rimase per un attimo ad osservarlo, come ipnotizzato, per poi raggiungerlo con passo leggero.
“Otouto?” Itachi fece per voltarsi verso di lui, lentamente, ma prima che ne avesse il tempo Sasuke gli si era già seduto vicino, appoggiando la testa contro la sua schiena e cingendogli il collo con le braccia, come se non volesse più lasciarlo andare.
Il più grande conosceva bene quel suo comportamento, per questo inizialmente non gli domandò nulla, ma quando lo vide così turbato non poté fare a meno di trattenersi dal chiedergli cosa fosse successo.
“Hai fatto un altro incubo?” Domandò, spingendo Sasuke ad appoggiare la testa sulle sue gambe, e iniziando ad accarezzargli i capelli mentre attendeva la sua risposta. Ormai erano sei mesi che viaggiavano insieme, senza la compagnia di nessun altro, eppure era incredibile il modo in cui continuavano entrambi ad avere costantemente bisogno di stare vicini, come se dovessero ricucire una ferita profondissima che li aveva divisi per troppo tempo.
“Io ti …. stavo uccidendo ...” Sussurrò Sasuke, coprendosi il volto con un braccio. ” Quella volta, hai rischiato di morire per colpa mia che …”
“Otouto … ancora con questa storia?”
Itachi cercò di spostare il braccio di suo fratello per guardarlo negli occhi, incontrando però la sua resistenza.
“Se io fossi morto non sarebbe stato per colpa tua Sasuke. Io ho rischiato di morire a causa della mia malattia, e prima che tu, con il tuo affetto, mi convincessi a lottare contro di essa per rimanerti accanto, avevo già deciso di andarmene ed avevo fatto di tutto per farmi odiare da te.”
“Ma io … ho comunque tentato di …”
“Sono stato io a spingerti a cercare vendetta.” Aggiunse Itachi, non riuscendo a nascondere uno sguardo colmo di amarezza.
“Quindi non addossarti colpe che non hai.”
Sasuke parve tranquillizzarsi leggermente, affidandosi alle parole del fratello. Si rese conto di aver rivangato per l’ennesima volta quell’argomento che si portava dietro una mole di sentimenti negativi e pesanti per entrambi, e provò del senso di colpa nei confronti di Itachi, dispiaciuto di avergli fatto ripensare a simili cose.
Chiuse gli occhi per godersi pienamente quelle carezze, ma li riaprì di nuovo velocemente quando Itachi riprese a parlare.
“Non capisco perché continui ad accusarti in questo modo.” Disse lui, sfiorando una guancia di Sasuke.” Tu ci hai salvati entrambi, Sasuke. Se avessimo seguito quello che avevo deciso io, se le cose fossero andate come avevo previsto, a quest’ora io sarei morto, e ti avrei lasciato solo con la speranza che qualcuno ti proteggesse al mio posto. Che codardo ….”
Itachi si fece sfuggire un profondo sospiro, tremante, e Sasuke per un istante ebbe il presentimento che stesse per piangere.
“Invece adesso …” Continuò il fratello più grande, senza smettere di accarezzare i capelli neri del minore.” Anche se so che le mie colpe non saranno mai cancellate, ho la presunzione di poter, in qualche modo, rimediare almeno un po’ a quello che ti ho fatto … se tu me lo concederai.”
“Niisan …”
“Solo un po’…” Aggiunse Itachi, pensieroso.
Abbassando lo sguardo si trovò a incrociare gli occhi di Sasuke, percependo un dolce calore al petto nel vedere che gli stava sorridendo. Era solo un sorriso appena accennato, eppure Itachi sapeva quanto fosse prezioso e ricco di significato.
Sorrise a sua volta, colpendolo con un buffetto giocoso proprio al centro della fronte e spettinandogli i capelli, che risultarono così ancora più ribelli del solito.
“Niisan!” Si lamentò Sasuke, senza riuscire a trattenere una mezza risata. “Dai, lasciami.”
Si mise a sedere accanto al fratello, per guardare la luna insieme a lui. Rimasero per un po’ in quel modo, in silenzio, ma poi Itachi riprese a parlare.
“Ti mancano Naruto- kun, Sakura - san e Kakashi?” Chiese, a bruciapelo.
Sasuke lo guardò stranito, chiedendosi quale strano processo mentale l’avesse portato a pensare a loro, ma poi si affrettò a negare.
“No, assolutamente no.” Disse, seccamente.
“Otouto, guarda che lo so …”
“Ne abbiamo già parlato.” Si affrettò a spiegare Sasuke, con tutta l’intenzione di troncare lì la conversazione. “Te l’ho detto che va bene così, niisan, quindi …”
“Sono contento che tu abbia delle persone di cui sentire la mancanza.” Continuò Itachi, imperterrito. “Significa che ti sei creato dei nuovi legami importanti.”
“Niisan, mi vuoi spiegare dove stai cercando di andare a parare, mh?” Aggiunse Sasuke, confuso, osservando i lineamenti del fratello illuminati dal bagliore della luna, e insospettendosi ancora di più quando lo vide sorridere in un modo strano.
“Sono solo felice che il mio otouto si sia trovato un grande amico, una futura fidanzata ed un maestro.”
Spiegò lui, con totale noncuranza.
Itachi …” Sasuke quasi ringhiò minaccioso, ma il fratello parve non accorgersene.
“Che ho detto di male?” Chiese l’Uchiha più grande, con totale indifferenza.
“Io non ho una fidanzata.” Gli fece presente Sasuke, già arrossendo d’imbarazzo nel rendersi conto a chi si stava riferendo Itachi. In verità era una questione alla quale semplicemente non aveva mai pensato, perché era sempre stato preso da pensieri molto più cupi e pesanti.
“Infatti ho detto futura.” Specificò Itachi, distogliendolo dai suoi pensieri.
“ E cosa te lo fa pensare?” Domandò Sasuke, con tono provocatorio.
“Hai mai avuto un presentimento, otouto?” Rispose lui, con un’altra domanda.
“Quindi tu hai il presentimento che io …”Il minore si rifiutò di andare avanti, trovando tremendamente imbarazzante dover affrontare un argomento simile con suo fratello. “Tu pensi che io provi qualcosa per Sakura?”
Lui a quel punto sospirò per un attimo, attendendo diversi secondi prima di parlare, e Sasuke si preparò a dover interpretare uno dei suoi soliti discorsi ambigui, rimanendo sorpreso quando invece Itachi si limitò a poche parole.
“Di sicuro è l’unica ragazza per cui provi qualcosa, di qualsiasi natura sia.”
“E a te che importa?” Rispose Sasuke, scorbutico. In verità non gli dispiaceva che il rapporto fra lui ed Itachi si fosse fatto saldo fino al punto di affrontare quegli argomenti così privati, ma la verità era che si sentiva tremendamente imbarazzato solo a pensarci.
“… Le sono affezionato.”Ammise, con fatica. Odiava parlare così apertamente dei suoi sentimenti. “Così come sono affezionato a Naruto e a … Kakashi.” Poi aggiunse: “Anche se per ognuno di loro provo un tipo d’affetto diverso.”
“Lo saprai quando torneremo a casa, Otouto.” Aggiunse Itachi, prima di rimettersi in piedi.
“Ora andiamo a dormire, che è tardi e domani dovremo camminare tanto per arrivare ad Oto.”
Sasuke restò per un po’ a fissare la sua schiena, prima di raggiungerlo in tenda, senza riuscire a togliersi dalle labbra un mezzo sorriso. Itachi a volte era davvero strano.
 
 
 
 
   
 
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