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Autore: Letterenascoste    25/09/2012    5 recensioni
"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"
"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"
"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"
Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.
"Buongiorno!" le urlò da lontano.
"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Cuor di Burro.

Capitolo sesto:




Una volta udito il nome di Paciock, Severus diventò giaccio.
La donna sentendosi avvampare per ciò che stava succedendo rimase a guardare lo studente incredulo per qualche secondo.
Poi, una volta che i neuroni ripresero a funzionare, velocemente si riabbottonò la camicetta.

"Io..." disse il ragazzo in viso color porpora "Non volevo... Io pensavo..."

Poi Paciock svenne e cadde a terra procurando un gran tonfo.
Severus si voltò al rumore, mentre Johanna era già vicina al ragazzo intenta nello schiaffeggiarlo.

"Avanti Neville riprenditi" ripeteva la donna.

Poi prese un vicino recipiente con delle erbe sott'olio, levò le erbe e getto l'olio sul viso del ragazzo, speranzosa nella sua ripresa.

Severus utilizzò quegli attimi di inattività per ritrovare il battito cardiaco naturale.
Solo alla vista di Johanna che aveva unto l'alunno, decise di avvicinarsi.

"Non serve a niente quelle che sta facendo" disse lui.

"Perchè è morto?" chiese la professoressa disperando.

Il professore tirò un lungo sospiro e non rispose.
Alla donna le si riempirono gli occhi di lacrime.

'"Ho ucciso un ragazzo" piagnucolò Johanna allontanandosi leggermente dal corpo inerme e sedendosi sul pavimento di pietra.
Si portò le ginocchia piegate in fronte, abbandonandosi alle lacrime.

Severus guardò la scena.
Decise di intervenire solo dopo qualche istante.
Riprese la bacchetta per poi con un colpo fare rinvenire Neville.

"Ahi" disse il ragazzo rialzzando la metà superiore del corpo per portarsi a sedere, mentre con una mano si toccava il bernoccolo causatogli dalla caduta.

Non appena la donna vide Paciock rialzarsi, con uno scatto felino gli piombò tra le braccia... ancora in lacrime.

"Allora non sei morto, non sono un'assassina!" disse poi baciando il ragazzo sulle guancie una decina di volte.

"Professoressa, così mi mette in imbarazzo" affermò Neville arrossendo nuovamente.

"Sono così felice" disse Johanna stringendolo forte, per poi lasciarlo definitivamente.
Entrambi si alzarono da terra.

"Beh" disse Paciock facendo 2+2 "Io vi lascio" continuò poi girando le spalle e andando verso la porta.

"Non un altro passo, Paciock" intimò Severus.

Il ragazzo raggelò tutto d'un colpo e con mooolta calma si girò verso un professor Piton all'apparenza calmo.
Severus si avvicinò all'alunno anche lui con molta calma nei suoi movimenti.

"Paciock, trovo superfluo dirti che ciò che hai visto non debba uscire da questa stanza per nessun motivo."

Il ragazzo annuì e il professore continuò " Per nessun motivo qualcuno dovrà sapere dell'accaduto, sono chiaro?"

"S-si pr-pr-professore"

"Bene, sono sicuro che già hai intuito che se qualcuno, accidentalmente, dovesse venire a conoscenza di qualcosa, il tuo profitto in difesa contro le arti oscure calerà vertiginosamente... E ti giuro che bastera a farti ripetere l'anno!"

Neville ormai tremava visibilmente, il colorito si tramutò in un orribile cera e le parole gli sfuggivano della bocca, così si limitò ad abbassare e risolevvare il capo in segno affermativo.
Il professore gli fece cenno di andarsene e il ragazzo senza proferire ulteriore parola scappò letteralmente via dall'aula.
Johanna aveva assisitito alla scena senza dire una singola parola, sicura del fatto che sarebbe stata inopportuna.
Severus compiaciuto del timore che, ancora dopo tanti anni di insegnamento, incuteva agli alunni, rimase qualche secondo a sogghignare tra se e se.
Johanna sistemò il calderone che era caduto a causa delle scosse, ma dovette fare uso delle mani a causa il disarmo di bacchetta.

"Faccio io" affermò Severus che, con un colpo di bacchetta, sistemò contemporaneamente l'aula e lo stanzino.

"Dovremmo continuare" disse poi l'uomo guradando Johanna.

"C-cosa?" chiese lei diventando rossa come un peperone.

"La pozione!"

Il tempo rimanente lo passarono in un silenzio pesante.

"Bene, questa la consegno io a Silente, in via precauzionale, non vorrei che ciò che ho appena negato a Paciock lo debba fare lei" disse Severus Piton con in mano la boccetta piena di liquido.

La donna ferita stava per replicare, poi la mente ritornò a qualche ora prima e ricordò la gaffe enorme commessa.
Così, imbronciata, ritornò nella sua stanza, mentre Severus ritornava da Silente.

Johanna decise quindi di non pensare a ciò che era appena accaduto con il professore di Difesa contro le Arti Oscure.
Si infilò sotto la doccia e poi si sdraiò sul letto, pancia in giù intenta nella lettura di un libro.
Quando una ventina di minuti dopo sentì bussare alla porta, la donna, senza curarsi di chiedere chi fosse, aprì senza indugi.

"Albus" disse Johanna sorridente vedendo il preside.

"Professor Piton" disse poi con meno enfasi notando l'uomo al fianco di Silente.

"Dovresti sempre chiedere chi vi è dietro la porta" l'ammonì il preside "Ne avevamo già parlato!"

"Mi dispiace" sussurrò Johanna.

"Chi è?" disse poi con voce stridula ed imbarazzata.

"Albus e Severus" rispose il preside sornione.

"Oh Merlino" aggiunse Johanna sarcastica "Meno male che siete voi, sapete aspettavo dei ladri e qualche piccolo troll da un momento all'altro"

Severus non potè fare a meno, nella sua mente, di dare ragione alla donna.

"Siamo venuti" riprese Silente entrando in camera della professoressa, seguito da Severus "Per la pozione"

"Non è buona?" chiese subito la donna.

Albus rise "Non sei cambiata per niente: Sempre frettolosa e di un'ingenuità sconvolgente." le disse dandole qualche pacca sulla spalla.

"Come stavo dicendo" continuò Albus " Siamo qui per provare la pozione. Sono sicuro che non ci siano errori nel vostro operato, ma preferisco essere sicuro di venire soccorso se, sciaguratamente, ne avessi bisogno. Come voi ben sapete, una volta ingerita questa pozione, dovrei scomparire lasciando una lieve fumata bianca, se così non fosse" Albus sospirò per un istante "Significa che vi occorrerà soccorrermi"

I due annuirono e senza indugi il preside ingerì il liquido, lasciando una lieve fumata bianca.

"Grazie al cielo" affermò Johanna soddisfatta del proprio lavoro, poi guardando l'uomo: " Non avrei saputo come soccorrerlo. Sai, ti direi di darmi il cinque... ma non mi sembra il caso"

Lui alzò un sopracciglio e si diresse verso la porta, "Buona notte" disse poi aprendola e facendo un passo verso l'esterno.

Ma Johanna aveva notato una piccola spilla sul pavimento, si chinò e la prese.

"Professore" disse poi richiamando l'attenzione del collega che immediatamente si girò "Questo è suo?" gli chiese avvicinandosi e dandogli l'oggetto.
L'uomo guardò l'oggetto e stava per rispondere quando un gruppo di ragazzi passarono di lì rincorrendosi e strattonando involontariamente il professore... Che cadde sulla professoressa.
Rotolarono entrambi per terra, l'uno sull'altra.
Bastarono pochi istanti, poi si avvinghiarono amorosamente lasciandosi trasportare dalla passione.

"Professore?" chiese ad un certo punto Johanna, interrompendo un bancio appassionato.

"Non dirmi che c'è ancora Paciock!" rispose Severus spazientito.

"No" rispose lei avvicinandosi all'orecchio dell'uomo "Chiudi la porta, questa volta"

La mattina seguente Johanna fu svegliata dal picchiettare delle goccie di pioggia sul vetro della finestra della sua stanza.
Dischiuse gli occhi e notò che era girata dalla parte del letto opposto rispetto al solito.
Fece per girarsi, ma sentì il peso di un braccio che la cingeva.
Guardò bene e riconobbe il corpo del professor Piton che ancora la cingeva nel sonno.
Johanna diede un'occhiata all'orologio e vide che tra poco più di un'ora avrebbero avuto inizio le lezioni.
Così cercò un modo per sottrarsi dalla presa dell'uomo che ancora ronfava.
Cercò di spostare il suo peso più a sinistra, ma sentì subito il corpo dell'uomo accanto a sè.
Cercò con la mano libera di levare il braccio, ma l'uomo nel sonno la strinse di più.
Johanna poteva sentire il contatto con la sua pelle, il suo respiro sul collo.
Poi prese la bacchetta e la puntò contro il braccio di Severus

"Sospendus" sussurrò lei, e il braccio lasciò la presa e si alzò leggermente.

Pian piano riuscì a sgattaiolare fuori dalla dolce morsa in cui l'aveva avvolta, al suo posto mise un cuscino e disincantò il bracco che lento ricadde su di esso.
Andò svelta verso il bagno.
Quando ne uscì si soffermò sulla figura dell'uomo.

'Quando dorme sembra persino innoquo' pensò lei prima di prendere dei vestiti ed indossarli.

Qualche minuto dopo, però, sentì bussare alla porta.

"Chi è?" chiese Johanna entrando subito nel panico.

"Cara aprì, sono Sibilla." si sentì da dietro la porta.

La ragazza con passi veloci ma leggeri, per non farsi sentire, prese l'accappatoio dal bagno e lo mise sull'uomo coprendolo.

'No si vedono i piedi, dannazione! Vabbè speriamo non se ne accorga'

Socchiuse la porta che dava alla camera da letto ed aprì la porta.

"Buon giorno Sibilla, come stai oggi?"

"Molto bene cara, molto bene" disse la donna dai capelli grigi arruffati

"Dimmi Sibilla che ti porta qui?"

"Jo" disse prendendole le mani " Ti devo chiedere un favore"

"Dimmi, dimmi"

"Siccome avrei urgenza di andare in bagno e la mia stanza si trova all'ultimo piano, ti vorrei chiedere se posso usare il tuo"

"C-cosa?" chiese la donna sbarrando gli occhi.

"Il bagno cara, il bagno" disse la Cooman cercando di entrare in stanza.

"No, non puoi" la fermò immediatamente Johanna.

"Come cara?" chiese incredula la Cooman.

"Ecco vedi" rispose la donna cercando di inventarsi qualcosa di convincente " Ho appena finito di farmi un lungo bagno caldo e, sicuramente, nel bagno ci sarà un'umidità pazzesca... Quindi, per non rovinarti l'acconciatura, sarebbe meglio che tu andassi nel bagno degli alunni."

"Come sei premurosa, non ti preoccupare" insistette la donna che senza esitare entrò in camera da letto "Faccio in un attimo cara, e poi magari andiamo a colazione insieme" disse entrando in bagno "Magari ti posso leggere il fondo del tuo thè" poi chiuse la porta.

Johanna balzò vicino a Severus e strattonandolo leggermente lo chiamò a bassa voce.

"Severus, Severus svegliati"

L'uomo sentendosi chiamare girò il proprio corpo verso la donna, tenendo ancora gli occhi chiusi e con le braccia le cinse la vita.

"Severus svegliati" lo richiamò dinuovo Johanna.

"No, non ci voglio andare a scuola oggi mamma" rispose nel sonno l'uomo.

Johanna strabuzzò gli occhi.

"Ma quale mamma, quale scuola? Svegliati immediatamente!"

L'uomo aprì gli occhi e vide il volto di Jo che manifestava una punta di nervosismo.

"Ti devi nascondere subito" disse Johanna vedendo che l'uomo si era svegliato.

"Prego?" chiese lui incredulo, pensando di aver sentito male.

"Sibilla Cooman sta facendo i suoi bisogni nel mio bagno, e non vorrei che ti vedesse quando esce... E' già un miracolo che non ti abbia notato prima"

"Sta usando il tuo bagno? " chiese ancora incredulo Severus "Perchè?"

"Perchè..." stava per spiegare la donna, quando si sentì tirare lo sciaquone.
Johanna afferrò Severus per un braccio.

"Muoviti, ti devi nascondere... Ci rimane solo il tempo necessario per lavarsi le mani.".

L'uomo si alzò e cercò velocemente le sue mutande in quella baraonda di stanza, ma d'un tratto si sentì mettere mano alla maniglia della porta del bagno.
Sibilla stava per aprire la porta, ma Johanna velocemente la bloccò.

"No Sibilla, un attimo... Sono nuda" disse ad alta voce per farsi sentire dall'altra donna.

"Va bene, però veloce cara, che qui non c'è un buon odorino." rispose da dietro la porta Sibilla.

"Non si è lavata le mani" bisbigliò Johanna a Severus. "Muoviti" disse poi sempre bisbigliando e aprendo un'anta dell'armadio "Dentro"

"Cosa?" disse Severus. "Sono nudo se non te ne sei accorta "

"Appunto perchè sei nudo ti devi nascondere... Sai, ti facevo più furbo!"

Severus senza protestare si sistemò dentro l'armadio e Johanna chiuse l'anta.

Aprì la porta del bagno.

"Bene cara, andiamo a fare colazione" disse Sibilla uscendo dal bagno e avviandosi verso lo studio.
Poi però si fermò, prese in mano qualcosa "Tesoro, queste sono tue?" chiese Sibilla con in mano le mutande di Severus.

"Oh... Beh si, sono molto comode" rispose in modo molto poco convincente Johanna.

"Davvero? Posso provarle per qualche giorno? Sai devo andare a farmi una provvista di biancheria intima e magari queste sono proprio comode."

"Oh..." esclamò Jo estrefatta e schifata allo stesso tempo " Come desideri" rispose poi spingendo la donna verso l'uscita.

"Non vieni a fare colazione?"

"No, ti raggiungo dopo... Ora il bagno serve a me, un attimino"

"Attenderò qui non farti problemi"

"No potrei metterci un po, quindi ti conviene andare prima che Hagrid finisca tutto"

Sibilla annuì ed uscì.
Johanna chiuse la porta e ritornò in camera da letto.
Aprì le ante dell'armadio e Severus uscì.

"QUELLA PAZZA SI E' FREGATA LE MIE MUTANDE!" urlò Severus.

"Le vuole solo provare, poi te le ridarà" rispose lei guardandolo "Basta che prima le lavi" precisò.

Poi Johanna raccolse i vestiti di Severus sparsi un po qua e un po là.

"Ecco" disse porgendoglieli.

Severus le lanciò un'occhiata ma non prese i vestiti.

"Che ore sono?" chiese discostandosi dall'armadio.

"Sono le 7 e 15, tra poco meno di tre quarti d'ora cominceranno le lezioni"

Altra occhiata, questa volta maliziosa.

"Allora" disse Severus avvicinandosi alla donna "Abbiamo tutto il tempo" disse poi ritrascinandola sul letto.

   
 
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