Ciao
ciao! Oggi aggiornamento serale, è un sacco di tempo che non lo faccio più XD
Prima
di tutto, vi ringrazio per le 7 recensioni che ho ricevuto allo scorso capitolo
*-* vi risponderò presto, sappiatelo!
In
questo capitolo vedrete i primi inizi della ‘storia’ di Edward e Bella… mi sono
divertita molto a scrivere questa parte, anche perché è quella che premevo più
di scrivere. Questa precisa parte della storia è tutta ben descritta nella mia
testa, e quindi mi è molto più facile buttarla sul foglio di Word! Queste dieci
paginette sono uscite fuori in due giorni, e ne sono parecchio soddisfatta :D
Adesso
vi lascio alla lettura, e… niente, a presto! Ci sentiamo la settimana prossima
con l’aggiornamento di ‘Solo il tempo…’, oppure domani con la risposta alle recensioni
dello scorso capitolo :) Ciao!
Capitolo nove – Un nuovo punto di
svolta?
28/07/2010
Dalla
sera del ‘fattaccio’ – la sera dei baci, insomma -, è passata quasi un’intera
settimana. È quasi volata, e devo dire che è stata davvero una piacevole
settimana… ma che dico piacevole, fantastica! Praticamente, è stata la migliore
da quando sono arrivata nel Maine per trascorrere le vacanze estive.
Da
quando io e Edward ci siamo ‘dichiarati’, non abbiamo fatto altro che stare
insieme… più o meno tutti i minuti, tutte le ore, e tutti i giorni di quella
settimana.
Ho
scoperto che quando ci si impegna, e anche quando comincia a tenere ad una
persona, cambia decisamente carattere e diventa quasi una persona diversa… ma
diversa in senso buono. È… è dolcissimo alcune volte, da diabete. Teniamo
presente il fatto che io i ragazzi troppo dolci e appiccicosi non li ho mai
sopportati, e invece con Edward mi trovo alla grande. Non è che è appiccicoso
asfissiante, una di quelle persone che vorresti prendere a schiaffi per quanto
non le sopporti… è più un appiccicoso che vorresti tenere appiccicato addosso
per un sacco di tempo. Mi piace.
Praticamente,
i miei ideali e pensieri che ho conservato e seguito fino a quando non ho
conosciuto Edward stanno andando felicemente a farsi fottere!
Ricordo
chiaramente il mattino dopo il ‘punto di svolta’ – ho deciso di chiamarlo così,
nella mia testa -, e ogni volta che lo faccio mi spunta sulle labbra un sorriso
da ebete.
Quella
mattina ero uscita dal bungalow qualche minuto prima di Angela, che si era
svegliata più tardi di me, cosa strana, e mi ero ritrovata Edward seduto sui
gradini del portico, in attesa… di me. All’inizio ero rimasta un po’ spiazzata,
sinceramente colpita da quella sorpresa, ma quasi subito la felicità che provai
nel rivederlo prima del previsto scacciò via tutto.
Superato
l’iniziale impaccio, più da parte mia che sua, ci eravamo salutati e poi avevamo
cominciato a baciarci come degli adolescenti in preda agli ormoni – io potevo
benissimo considerarmi in quel modo, visto l’effetto che Edward aveva su di me
-, e non ci eravamo per niente accorti del tempo che passava.
Per
farla breve, Angela ci aveva sorpreso nel momento ‘clou’, dove Edward mi aveva
quasi preso in braccio e aveva la lingua completamente immersa nella mia bocca,
in piena lotta con la mia. Inutile dire che mi ero vergognata come una ladra, quando
ci aveva sgamati, e che per evitare di guardarla in faccia avevo sepolto la mia
contro il collo di Edward.
Angela
non ci aveva detto niente in quel momento, si era soltanto limitata a salutarci
con un sorriso super malizioso sulle labbra e ad andare via. Per tutta la
giornata, poi, era rimasta in silenzio anche se si era divertita un sacco a
lanciarmi occhiatine maliziose… e quella sera, poco prima di andare a dormire,
si era praticamente seduta sulle mie ginocchia e mi aveva costretta a
raccontarle quello che stava accadendo tra me e Edward.
Era
rimasta sorpresa, entusiasta e felice per la nostra tresca, e aveva giurato che
se non volevamo far sapere la cosa agli altri, lei ci avrebbe aiutato. Però,
viste come erano andate le cose nei giorni seguenti, non ce n’era stato affatto
bisogno.
Praticamente,
tutti gli accompagnatori e addetti del campeggio avevano visto almeno una volta
me e Edward che ci scambiavamo dolci effusioni, più controllate e meno spinte
quando ci trovavamo in compagnia dei bambini e degli altri… però ci avevano
visti.
Seth,
saputa la cosa, mi aveva rimproverato perché non glielo avevo raccontato io
stessa ed invece ne era venuto a conoscenza tramite Tyler, che non aveva preso
molto bene la notizia. Quello, pensava ancora di avere una chance con me,
nonostante avessi cercato di fargli capire in tutti i modi che non mi piaceva.
Beh,
almeno così la smetteva di assillarmi.
Naturalmente,
due giorni dopo l’inizio della nostra frequentazione, Jacob e Alice mi avevano
chiamato per sapere ulteriori dettagli – Seth aveva vuotato il sacco con Leah,
Leah aveva raccontato tutto al suo fidanzato pettegolo e il pettegolo aveva
spiattellato tutto a Alice.
Sembrava
la catena di montaggio di una fabbrica… solo che in questa fabbrica tutti si
facevano i cazzi miei.
Anche
la nonna sapeva tutto… però, almeno lei era stata l’unica che mi aveva detto
che, se non volevo far sapere subito la cosa ai miei genitori e a mio fratello,
avrebbe cercato di tenere nascosta la notizia per quanto poteva. La ringraziai
di cuore per questo, e stimai ancora di più la mia adorata nonnina… un pochino
di privacy era riuscita a lasciarmela.
Bastava
che Alice teneva la bocca chiusa con suo marito, altrimenti me lo sarei
ritrovato al campeggio dopo neanche mezza giornata dalla sua confessione.
Insieme a papà, naturalmente.
Preferivo
di gran lunga vedere prima come andavano le cose tra me e Edward, prima di dire
tutto a mamma e a papà e a Jasper. Magari, raccontando loro che ci volevamo
bene, che lui era un ragazzo meraviglioso e che ci teneva veramente tanto a me,
evitavo di vedere i rapporti della polizia che parlavano della fedina penale
del mio futuro ragazzo.
Futuro
ragazzo… queste due parole ripetute dentro la mia testa mi provocano subito una
scarica di brividi lungo la schiena e le braccia. Suonano così bene, e mi piacerebbe
tanto che la cosa possa diventare presto vera.
Sì,
ho decisamente cambiato idea sui legami affettivi. E ne sono contenta.
Riemergo
dalla massa confusa e indefinita che sono i miei pensieri, con un sempre
presente sorriso sulle labbra, e i miei occhi mettono finalmente a fuoco una
massa informe di vimini che tengo tra le mani. Dovrebbe essere un cestino,
quella cosa.
Ma
che razza di schifezza ho fatto?! Non assomiglia per niente alla bellissima
cesta bianca che ho davanti, come modello da vedere e da riprodurre.
Getto
lontano quell’insieme di vimini, sbuffando. No, non è proprio il mio forte
intrecciare ceste. Comincio ad osservare il gruppo di ragazzini che dovrei
controllare e che sembrano riuscire a fare cose migliori delle mie… una bambina
dai lunghi e ribelli ricci rossi ha addirittura aggiunto un manico intrecciato
al suo cestino.
Fortuna
della principiante, senza alcun dubbio!
Sono
ancora persa a guardare tutte quelle ceste, cestini e porta bonbon quando sento
un paio di braccia cingermi da dietro. Sorrido, visto che so già chi è… ormai,
non posso più sbagliarmi.
Appoggio
la testa contro la spalla di Edward, ridacchiando a bocca chiusa, mentre lui
poggia il mento sulla mia fronte. Un buon odore di dopobarba mi colpisce, lo
stesso che ho sentito stamattina prima di colazione.
Stamattina
si è rasato, cosa che mi ha lasciata un po’ scontenta: a me piace da morire
sentire le sue guance leggermente ispide per via della barba, ma lui… lui lo
odia. Dice che dopo mi fa male, che mi irrita la pelle, che e preferisce
tagliarla quando diventa un po’ più lunga del solito.
Che
carino che è, a preoccuparsi per me… non è adorabile?
«Ti
sei già stancata?» mi domanda, scostando la testa per guardarmi meglio in viso.
«No,
potrei continuare, ma sono negata.» ridacchio, e mi stringo meglio contro di
lui. «Preferisco di gran lunga questo!» continuo, riferendomi al suo abbraccio.
Ride
anche lui – adoro quando ride, lo ripeterò all’infinito! «Ah, ho capito. Piace
anche a me, decisamente…»
Edward
comincia a carezzarmi la pancia con i palmi delle mani, da sopra la stoffa
della T-shirt, e questo mi provoca una nuova ondata di brividi di freddo – loro
non mancano mai. So che è un gesto del tutto innocente, che mi sta soltanto
facendo qualche coccola… però, io non posso fare a meno di pensare in maniera
zozza.
Anche
se mi vergogno un po’ ad ammetterlo, visto che sono passata dalla totale
pudicizia all’avere tonnellate di ormoni impazziti vaganti, alcune volte mi
sono ritrovata ad immaginare me e Edward mentre stavamo… beh, dai, avete capito
no!? Mentre ci davamo alla pazza gioia del sesso, ecco! L’ho detto…
Non
nego che mi piacerebbe un casino vivere appieno l’intimità con lui – non
abbiamo ancora fatto niente, per adesso, siamo ancora ‘casti e puri’ sotto quel
punto di vista -, e almeno così i miei ormoni indemoniati avrebbero avuto
finalmente un po’ di tregua. Però, la cosa mi fa anche provare un po’ di timore
e di paura… una marea di timore e paura.
Gli
piacerò anche in quel senso? Non è che dopo aver visto quanto sono arrugginita,
visto che sono secoli che non lo faccio, mi mollerà come un sacco di patate
marce? La cosa potrebbe lasciarmi parecchio turbata.
E
poi… non è un pochino troppo presto per pensare di passare già in seconda base?
O terza… o quarta? Dopotutto, ci conosciamo da poco ed è appena una settimana
che ci frequentiamo. Non vorrei fare la parte dell’assatanata in astinenza,
anche se è quello che sono purtroppo.
«Ti
va di andare a fare un giro?» mi chiede Edward, riportandomi con la mente al
presente. «Molla tutto e andiamo, tanto qui sono tutti impegnati.»
Mi
volto verso di lui per guardarlo meglio, e inarco un sopracciglio. «Così
ripetiamo l’esperienza dell’altro giorno? No, grazie.»
Il
quasi annegamento di Jonathan è ancora vivo e chiaro nella mia mente, e non mi
piacerebbe ripetere quell’esperienza così presto.
Sbuffa,
rafforzando la presa intorno alla mia vita. «Bella, non accadrà più una cosa
del genere, fidati. Sono stati tutti chiari su questo punto.»
Già,
ha ragione.
Odette,
la capa del campeggio, la sera dopo l’accaduto aveva tenuto una specie di
riunione durante la cena, e ci aveva spiegato che i bambini, nessuno escluso,
dovevano seguire seriamente le regole previste e che non dovevano assolutamente
fare di testa propria.
Pena,
il ritorno a casa.
Inutile
dire che da quel momento nessuno aveva sgarrato una volta le regole, e che per
fare qualsiasi cosa chiedevano il permesso… lo chiedevano persino per andare al
bagno, cosa che fino a quel momento non era mai stata necessaria.
Scrollo
le spalle, fingendomi disinteressata alla sua spiegazione. «Sì, va beh. Però
voglio imparare a fare una cesta, quindi resto qui.»
Cerco
di nascondere il sorriso che mi è spuntato sulle labbra; voglio proprio vedere
come reagisce davanti alla mia risposta… è ovvio che sto scherzando! Anche
perché, ha davanti agli occhi la dimostrazione che non so fare un acca con i
vimini, non serve che glielo dico io.
E
poi, è ovvio che preferisco di gran lunga andare a zonzo per il campo con
Edward piuttosto che restare a fare sgorbi con i vimini!
Lo
sento ridere mentre mi lascia un bacio tra i capelli. «Sei negata, me lo hai
detto prima! Su, alzati bugiarda!»
Scivolo
via dal suo abbraccio e mi alzo in piedi, voltandomi verso di lui; è ancora
inginocchiato a terra, con i gomito poggiati sulle cosce, e sorride divertito
mentre mi guarda. «Non sono una bugiarda.»
«Già,
non sei una bugiarda perché non le sai dire le bugie. Fai pena, ragazza!»
ridacchia di nuovo e si rimette in piedi a sua volta; lo vedo fare alcuni segni
a Tim, l’istruttore di quel corso di merda – scusate il francesismo -, e dopo
avermi sorriso ancora una volta e preso per mano comincia a camminare.
Lo
seguo senza problemi, contenta in un certo senso che mi abbia liberato da
quella specie di tortura per tutto il resto del pomeriggio; stiamo camminando
fianco a fianco, adesso, cosa che abbiamo fatto sempre più spesso negli ultimi
giorni. Abbassando lo sguardo, gli occhi si soffermano più del dovuto sulle
nostre mani intrecciate.
Mi
piace moltissimo vedere questo gesto; in qualche modo, è come se fosse una
dimostrazione del legame che ci unisce… un legame appena nato e che non è
ancora molto definito, ma che è ben presente.
«Dov’è
che andiamo?» domando, mentre riporto gli occhi sul viso di Edward.
Lui
abbassa il suo verso il mio, e mi sorride prima di fermarsi di colpo. «Andiamo
al lago, non c’è nessuno lì adesso… però, signorina, prima di arrivare là
voglio una cosa da te.»
Per
caso, ho colto solo io il doppio senso nella sua frase? E… che vuole adesso?
Sono un filino preoccupata, ma chissà perché non vedo l’ora di scoprire cos’è
che ha in mente… i miei ormoni stanno già facendosi belli per lui, immaginate
quindi come sto in questo istante!
«E…
che cosa?» chiedo, sfacciata. Porto persino la mano libera sulla sua spalla,
coperta dalla maglia bianca del campo che gli ho visto solo poche volte
addosso. Non penso che gli vada molto a genio…
«Un
bacio. Oggi non me lo hai ancora dato, piccolina.» risponde lui, avvicinando
ulteriormente il suo corpo al mio.
Oh,
vuole solo un bacio. Che carino! Però, sta dicendo una bugia. Ci siamo baciati
stamattina prima di colazione. E durante la colazione. E dopo la colazione. E a
pranzo.
Oh,
ma chissenefrega! Lo bacerei sempre, in ogni momento buono!
«Sei
un bugiardo! Però… puoi baciarmi ogni volta che vuoi…» sussurro, e alzandomi
sulle punte porto le mie labbra sulle sue.
Gli
lascio un piccolo bacio a stampo, allontanandomi poi di pochi millimetri mentre
lo osservo con gli occhi socchiusi. Sorride, divertito almeno quanto me, e mi
circonda la vita con le braccia; chissà come mai, le sue mani si intrufolano
sotto al bordo della mia maglietta, a contatto con la mia pelle un po’
accaldata, e quasi all’altezza della cinta dei bermuda.
Uh,
è un pochino zozzone anche lui! È la prima volta che fa una cosa del genere… e
non mi dispiace affatto. Anzi, mi fa sentire un po’ meno sola, visto che adesso
so che non sono l’unica a pensare di mettere le mani dappertutto sul suo corpo.
«Puoi
fare di meglio, Bella… un bacio a stampo non mi basta.» dice sulle mie labbra,
e poi torna all’assalto.
E
che assalto!
Morde,
accarezza e lecca le mie labbra prima di intrufolarsi all’interno della mia
bocca; se non fossero per le sue braccia che mi sostengono, in un certo senso,
sarei finita subito con il sedere a terra visto che non sento più le gambe
ferme… tremano come gelatina, accidenti!
Ricambio
con ardore il suo bacio/assalto, abbandonandomi completamente fra le sue
braccia; porto le mani tra i suoi capelli e subito li stringo tra le dita,
avvicinando ulteriormente il suo viso al mio, come se fosse una cosa possibile.
Dio,
come mi piace baciarlo!
Ci
separiamo per un paio di secondi, giusto quanto basta per riprendere un po’ di
respiro, poi torniamo a pomiciare come adolescenti. Adolescenti arrapati, e
sessualmente frustrati.
«E
che cavolo! Appartatevi da qualche parte, se proprio dovete fare queste cose!»
Sobbalzo,
spaventata da quella esclamazione. Mi stacco con uno schiocco dalle labbra di
Edward e mi volto, incontrando così lo sguardo schifato e allo stesso tempo
scioccato di Seth. Sembra che non ha mai visto prima d’ora due persone che si
baciano.
«Seth,
ma che vuoi?» mi lamento, e quasi non mi rendo conto di abbarbicarmi a Edward,
come se fossi una cozza su uno scoglio.
«Ah,
io niente. però…» comincia a ridacchiare, e alza il telefono che ha tra le
mani, mostrandomi la foto che ha appena fatto, «mia sorella sarà contenta di
far vedere a Jake questa foto! Adesso gliela mando…»
Sgrano
gli occhi quando vedo di cosa si tratta; naturalmente, la foto ritrae me e
Edward mentre ci baciamo… e mi accorgo che il bacio è proprio spinto! Non è una
cosa, come dire, tranquilla. Mi sembra di avere un serpente al posto della
lingua, oh mamma!
«Non
ci provare neanche, Seth! Altrimenti ti concio per le feste!» lo minaccio, ma
non serve a niente; il ‘plin’ che viene fuori dal suo cellulare mi fa capire
che ha appena inviato una mail.
«Aha!»
ride di nuovo, additandomi.
«Ma
quanto sei cretino!» urlo, e mi avvento su di lui; Edward, però, mi acchiappa prima
di avere il tempo di mollargli un ceffone.
«Essù,
Bella, non ha fatto nulla di male!» esclama, abbracciandomi e bloccandomi le
braccia contro il petto. Sta ridendo, e sembra che quello che ha appena fatto
Seth non gli dia neppure il minimo fastidio.
A
me, invece, ne provoca tantissimo!
«È…
argh! Ha invaso la nostra privacy!» ruggisco, fulminando con lo sguardo il mio
ex-collega accompagnatore.
«Ecco,
potevate andare in camera a pomiciare!» dice Seth, che non sembra proprio
colpito dalla mia rabbia e dai miei vani tentativi di provare a saltargli
addosso. «Io me ne vado… Bella, Edward, è stato un piacere incontrarvi!»
aggiunge, e comincia ad allontanarsi fischiettando.
Edward
mi molla all’improvviso, ed io sto quasi per mettermi a correre per raggiungere
Seth e dargliene così di santa ragione, quando sento la terra mancare sotto i
piedi… e mi ritrovo, senza sapere come, a testa in giù.
E
ho davanti agli occhi il sedere di Edward.
Per
quanto mi piaccia quella visuale da bava assicurata, mi incazzo come una bestia
con lui perché mi sta trasportando come se fossi un sacco di patate.
«Edward!
Mettimi giù, e che cazzo!» sbraito
come uno scaricatore di porto, prendendolo a pugni sulla schiena.
Lui
ride, il cretino. «Arriviamo al lago e poi ti metto giù, tesoro…»
Oh,
mi ha chiamata tesoro! Ma questo nuovo nomignolo non basta a quietare la mia
rabbia e così riprendo a menare pugni su ogni parte della sua schiena che
riesco a raggiungere. Sento il sangue che comincia ad andarmi tutto alla testa,
e sento anche caldo… più caldo del solito.
Sì,
la visuale del culo di Edward influisce parecchio.
«Edward
per favore, mettimi giù! Sento che sto per morire!» forse, dicendo così, mi
mette giù prima.
«Non
fare la drammatica, siamo quasi arrivati… resisti un altro po’, no?» dicendo
così, mi assesta una pacca sul sedere.
Sobbalzo,
sorpresa, e visto che con le braccia riesco a raggiungere il suo… fondoschiena
– non voglio dire altre cose volgari, ne ho dette già troppe negli ultimi
minuti -, faccio la stessa cosa, e questo gli provoca una nuova risata.
Io
sono contenta di averlo fatto: prima ancora di conoscerlo avevo puntato quella
precisa parte del suo corpo, e adesso so che è come lo avevo immaginato… è sodo, accidenti!
Diversi
minuti dopo, vedo che il terreno e l’erba svaniscono sotto i piedi di Edward, e
al loro posto compare il legno scuro del molo; dopo alcuni secondi, torno di
nuovo con i piedi per terra, anche se devo reggermi alle braccia di Edward per
sostenermi. Ho la testa pesante, e mi sento anche un po’ confusa… anzi, meglio
dire rincoglionita.
«Che
hai?» fa subito lui, guardandomi circospetto.
«È
tutta colpa tua, mi sento un po’ rimbambita!» esclamo, passandomi una mano
sulla fronte.
Ridacchia,
e la cosa gli fa guadagnare un’occhiataccia da parte mia. «Non era mia
intenzione, mi dispiace…» sussurra subito dopo, chinandosi su di me e
lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte.
Eh,
ma che ruffiano che è.
Superato
l’iniziale rincoglionimento, ci sistemiamo a sedere sul bordo del molo, io con
le gambe penzoloni e Edward dietro di me, mentre mi cinge la pancia con le
braccia. Sento il suo volto completamente immerso nei miei capelli, ed il suo
respiro mi provoca non pochi brividi sulla pelle – immancabili brividi, mi
fanno sempre compagnia.
Ho
costantemente la pelle d’oca, sembra che ho freddo ma è soltanto impressione,
niente di vero; in realtà, quello che sento è una bella sensazione.
«Mi
dici perché hai reagito così, prima? Seth stava solo scherzando…» mormora
Edward, scostando il viso per farsi capire meglio da me.
Arriccio
le labbra, sentendo un briciolo di rabbia tornare in superficie. «Mi da un po’
fastidio vedere la mia vita privata spiattellata in giro…» ammetto, e abbasso
il viso, puntando gli occhi sulle sue mani, ferme sulla mia pancia.
«Mmm…
ammetto che è un po’ fastidioso, però non è una cosa grave.» mi bacia di nuovo
i capelli. «Chi è Jake?» continua, rafforzando l’abbraccio.
Sorrido:
lui non sa chi è Jacob. Posso dirgli qualsiasi cosa, e forse magari ci crede
anche!
«Jake
è il mio fidanzato, al momento si sta occupando dell’azienda vista la mia
assenza…» smetto di parlare quando lo sento sbuffare.
«Bella,
fai schifo a mentire, non provarci neanche! Mi dici chi è?» domanda di nuovo, e
si lascia anche scappare una risata.
Uffa,
non vale! Non posso neanche divertirmi un po’ che lui mi sgama subito!
«Va
bene… è il mio migliore amico. Contento?» ammetto, e mi volto verso di lui.
Edward
ha un sopracciglio che svetta verso l’alto, e mi guarda con una punta di
sarcasmo sul volto. «Il tuo migliore amico? Maschio? Non ci credo… non esistono
migliori amici maschi!»
«Beh,
mi dispiace dirtelo ma esistono eccome! Ci conosciamo da una vita, è
praticamente un fratello per me… anche se ne ho già uno.»
«Ok,
ho capito… però, non penso che si possa essere amici di un ragazzo senza che
prima o poi esca fuori il problema dell’attrazione…» Edward esprime il suo
pensiero, e purtroppo devo dargli ragione anche questa volta.
Il
problema dell’attrazione. Già, è uscito fuori anche nella mia amicizia con Jake
– ricordate? Ve ne ho già parlato una volta! -, però si è dimostrato essere soltanto
una cosa passeggera e non così grave da rovinare il legame che c’era tra di
noi.
«È
successo qualcosa tra voi due?» Edward mi pone un’altra domanda, ed io prima di
rispondergli devo prima capire bene cosa mi ha chiesto. Come mai mi fa questa
domanda?
«Perché
me lo chiedi?»
Scrolla
le spalle, fingendosi indifferente, però la sua faccia sta dicendo un’altra
cosa. «Curiosità…»
Un
sorrisino nasce sulle mie labbra. Non sarà mica…
«Sei
geloso?» non posso fare a meno di chiederlo, l’idea che Edward sia geloso di me
mi piace tantissimo.
«Geloso?
No, non sono geloso.» ah, adesso fa anche il vago!
Adorabile!
«Dai,
ammettilo! Non c’è niente di male nell’essere gelosi… anche io lo sono di te.»
ammetto, baciandogli una guancia.
Ricordo
benissimo le sensazioni che avevo sentito nel vedere Edward insieme a Tanya,
quando credevo ancora che fossero fidanzati e non semplicemente cugini. Al
ricordo, sento di nuovo lo stesso buco allo stomaco… se non è gelosia questa, non
so proprio che altro nome dargli!
Edward
mi guarda, accigliato. «Davvero sei gelosa di me?»
Annuisco.
«Sì. Nessuna deve avvicinarsi a te, altrimenti le faccio nere!»
Scoppia
a ridere, strofinando il naso contro il mio; uh, ci mancava il bacio all’eschimese!
«Gelosona, non devi esserlo! E… va bene, lo sono anche io di te.»
Sorrido.
Mi rigiro nel suo abbraccio, fino a trovarmi con il viso di fronte al suo e con
le braccia a circondare il suo collo. «Non devi esserlo neanche tu.» Gli lascio
un leggero bacio all’angolo della bocca. «E sì, Jacob una volta si era preso
una cotta per me… acqua passata.»
Edward
sbuffa di nuovo, allontanando la testa dalla mia. «Ecco! Adesso devi spiegarmi
come non devo essere geloso se mi dici queste cose!» urla, passandosi le dita
tra i capelli.
Se
i suoi occhi potessero lanciare saette… in questo momento, mi ritroverei
fulminata all’istante.
«Te
l’ho detto, è acqua passata! Jake sta per sposarsi con Leah, la sorella di
Seth, quindi non c’è nessun pericolo. Io sarò la sua testimone!»
«Adesso
sì che sono tranquillo, grazie per l’informazione…» mugugna, abbassando il
viso.
«Uff!»
Lo
abbraccio stretto, un po’ seccata per il suo comportamento ma intenerita allo
stesso tempo. Che testone, come posso fargli capire che Jacob è del tutto
‘innocente’? E che se provasse anche solamente a puntare gli occhi su qualcuna,
si ritroverebbe presto evirato grazie alla sua ragazza?
«Edward…»
gli lascio un bacio sul collo, divertita. «Smettila. Jacob è innocuo, punto e
basta.» lo bacio sul mento. «Mi piaci tu, e non riuscirò a guardare nessun
altro, adesso che ti ho incontrato.»
Quando
arrivo alle sue labbra, che sfioro lievemente con le mie, sento un accenno di
sorriso da parte sua, ed i suoi occhi mi guardano divertiti. «Davvero? Non
guarderai più nessun altro?»
Scuoto
la testa, mentre accarezzo con le dita i corti ciuffi di capelli sulla sua
nuca. «Nessun altro.»
«Neanche
Tyler?»
Allontano
il viso dal suo, inorridita. «Che centra Tyler adesso?» domando, una punta di
fastidio nella mia voce.
Edward
scoppia a ridere, e prendendo il mio viso tra le mani lo riavvicina al suo.
«Era così per dire… al diavolo Tyler.» sussurra, e poi mi bacia.
Stiamo
di nuovo approfondendo il bacio, e la situazione tra di noi comincia a
diventare davvero bollente e fuori controllo, quando il trillo del mio
cellulare ci interrompe.
«Eccheccazzo.»
mi esce fuori in un mugugno, mentre lascio una serie di baci a stampo sulle
labbra di Edward.
«Che
finezza, tesoro!» mi dice lui, e ride. «Dai, vedi chi è.»
«Ci
interrompono sempre oggi, che odio!» comincio ad armeggiare con le tasche dei
miei pantaloni fino a quando non trovo il cellulare; apro il messaggio, e non
appena lo leggo mi pento di averlo fatto.
*_____* ti stai dando da fare,
sono contenta! Almeno così quando torni a casa sei meno acida ;)
Un bacio, a presto!
P.S: Che gran figo che ti sei
trovata!
Dannata
Alice! «Ma porca…»
«Che
c’è?» Edward, allarmato dalla mia quasi imprecazione, cerca ovviamente di
capire cosa l’ha causata.
Con
le guance che cominciano a scaldarsi per l’imbarazzo, gli porgo il cellulare
senza fiatare. Dovevo aspettarmi una reazione del genere da parte di mia
cognata… visto che Jacob, o Leah, deve avergli inviato la foto che ha scattato
Seth poco fa.
«Ah!»
Edward sgrana gli occhi, e vedo che sta cercando con tutto se stesso di non
scoppiare a ridere. «Ehm… e chi sarebbe questa?»
«Mia
cognata.» mi limito a rispondere, e riprendo tra le mani il telefono. «È pazza,
completamente fuori di testa… Dio, quella foto sta facendo senza dubbio il giro
di tutta Napa Valley!»
«E
lascia che lo faccia, che ti frega?» mi riprende tra le braccia, e mi fa
poggiare la testa sul suo petto mentre mi accarezza i capelli, con gesti lenti
e dolci.
«Già,
che mi frega…» borbotto, persa nei suoi gesti tranquilli e rilassanti.
Restiamo
per un po’ in silenzio, persi in quel momento di calma e di pace che si
percepisce in quella parte del campo. Si sta davvero bene, quando non c’è
nessuno che ti ronza intorno e che ti disturba ogni cinque secondi, neanche
fosse una mosca fastidiosa.
Anzi,
le mosche sono meno fastidiose.
«Hai
da fare stasera?» mi domanda Edward ad un tratto, senza però smettere di
carezzarmi i capelli.
Scuoto
la testa. «Assolutamente no. Perché? Vuoi sfrattare Ben per caso?»
Io
ne sarei contenta, se quella è la sua vera intenzione. Ti prego ti prego ti prego, sfratta Ben sfratta Ben sfratta Ben! Il
nuovo tormentone dell’estate 2010 dopo ‘Waka Waka’.
Ridacchia.
«No, in realtà pensavo… ti andrebbe di uscire insieme, stasera?»
Alzo
il viso verso il suo, guardandolo incerta. «Uscire… insieme? Tipo un
appuntamento?»
«S…
sì, tipo un appuntamento.» afferma, nervoso; si capisce da come ha parlato, e
anche da come ha cominciato a tormentarsi di nuovo i capelli. «Cioè, facciamo
un giro in paese, beviamo qualcosa… stiamo sempre qui, per una sera ho pensato
che potevamo fare qualcosa di diverso! Ma se non vuoi…»
Ok,
è meglio fermarlo prima che dica qualche altra sciocchezza.
«Sì.»
dico con fermezza, tappandogli la bocca con una mano.
Gli
occhi di Edward si riempiono di consapevolezza, e anche di sollievo per la mia
risposta. Scosta la mia mano, e vedo che un bel sorriso è spuntato sulle sue
labbra. «Sì?»
Annuisco
ancora, sorridendo. «Sì, va bene. Usciamo stasera.»
Il
sorriso di Edward si allarga ancora di più, e dopo aver sussurrato un veloce
“Grazie”, si tuffa sulle mie labbra, cominciando a baciarle. Lo ricambio
subito, contenta.
Ho
un appuntamento con Edward Cullen, stasera. Io, Isabella Swan, ho un
appuntamento con Edward Cullen stasera. Sono secoli che non ho un appuntamento
degno di essere chiamato in questo modo, cavoli!
All’improvviso,
mi sento emozionata e non vedo l’ora che la giornata finisca presto, così da
poter uscire con lui.