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Autore: KrisJay    25/09/2012    4 recensioni
Un campeggio estivo nel Maine può essere un ottimo posto per una vacanza: pace, tranquillità... e anche qualche piccolo inconveniente che movimenterà le giornate. E' lì che Bella, una giovane produttrice di vini, trascorrerà la sua estate; insieme al suo amico Seth, infatti, accompagnerà un gruppo di bambini al campeggio per sei lunghe settimane. Ma si sa, al campeggio, come in qualsiasi altro luogo vacanziero, si conoscono molte persone e si instaurano nuove amicizie... e qualche volta, nascono anche dei nuovi amori.
"- Serve una mano? – una voce alle mie spalle, una gran bella voce devo dire, mi fa capire che non sono l’unica che è rimasta al parcheggio. Mi volto, sospirando, e quel respiro torna subito nei miei polmoni quando scopro a chi appartiene la voce.
Capelli rossi, tendenti al ramato, viso mostruosamente bello e una mascella squadrata da divorare con la bocca… e due occhi verdi e brillanti che sembrano smeraldi.
Merda, merda, merda! È il tizio che ho visto all’aeroporto.
Continuo a guardarlo come se davanti è appena comparso un fantasma. Credo che sto per fare un'altra delle mie figure di cacca."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Amori in campeggio'
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The Camp Of Love - Capitolo9

Ciao ciao! Oggi aggiornamento serale, è un sacco di tempo che non lo faccio più XD
Prima di tutto, vi ringrazio per le 7 recensioni che ho ricevuto allo scorso capitolo *-* vi risponderò presto, sappiatelo!
In questo capitolo vedrete i primi inizi della ‘storia’ di Edward e Bella… mi sono divertita molto a scrivere questa parte, anche perché è quella che premevo più di scrivere. Questa precisa parte della storia è tutta ben descritta nella mia testa, e quindi mi è molto più facile buttarla sul foglio di Word! Queste dieci paginette sono uscite fuori in due giorni, e ne sono parecchio soddisfatta :D
Adesso vi lascio alla lettura, e… niente, a presto! Ci sentiamo la settimana prossima con l’aggiornamento di ‘Solo il tempo…’, oppure domani con la risposta alle recensioni dello scorso capitolo :) Ciao!

 

 

 

The camp of love

 
 

Capitolo nove – Un nuovo punto di svolta?
 

28/07/2010
 

Dalla sera del ‘fattaccio’ – la sera dei baci, insomma -, è passata quasi un’intera settimana. È quasi volata, e devo dire che è stata davvero una piacevole settimana… ma che dico piacevole, fantastica! Praticamente, è stata la migliore da quando sono arrivata nel Maine per trascorrere le vacanze estive.
Da quando io e Edward ci siamo ‘dichiarati’, non abbiamo fatto altro che stare insieme… più o meno tutti i minuti, tutte le ore, e tutti i giorni di quella settimana.
Ho scoperto che quando ci si impegna, e anche quando comincia a tenere ad una persona, cambia decisamente carattere e diventa quasi una persona diversa… ma diversa in senso buono. È… è dolcissimo alcune volte, da diabete. Teniamo presente il fatto che io i ragazzi troppo dolci e appiccicosi non li ho mai sopportati, e invece con Edward mi trovo alla grande. Non è che è appiccicoso asfissiante, una di quelle persone che vorresti prendere a schiaffi per quanto non le sopporti… è più un appiccicoso che vorresti tenere appiccicato addosso per un sacco di tempo. Mi piace.
Praticamente, i miei ideali e pensieri che ho conservato e seguito fino a quando non ho conosciuto Edward stanno andando felicemente a farsi fottere!
Ricordo chiaramente il mattino dopo il ‘punto di svolta’ – ho deciso di chiamarlo così, nella mia testa -, e ogni volta che lo faccio mi spunta sulle labbra un sorriso da ebete.
Quella mattina ero uscita dal bungalow qualche minuto prima di Angela, che si era svegliata più tardi di me, cosa strana, e mi ero ritrovata Edward seduto sui gradini del portico, in attesa… di me. All’inizio ero rimasta un po’ spiazzata, sinceramente colpita da quella sorpresa, ma quasi subito la felicità che provai nel rivederlo prima del previsto scacciò via tutto.
Superato l’iniziale impaccio, più da parte mia che sua, ci eravamo salutati e poi avevamo cominciato a baciarci come degli adolescenti in preda agli ormoni – io potevo benissimo considerarmi in quel modo, visto l’effetto che Edward aveva su di me -, e non ci eravamo per niente accorti del tempo che passava.
Per farla breve, Angela ci aveva sorpreso nel momento ‘clou’, dove Edward mi aveva quasi preso in braccio e aveva la lingua completamente immersa nella mia bocca, in piena lotta con la mia. Inutile dire che mi ero vergognata come una ladra, quando ci aveva sgamati, e che per evitare di guardarla in faccia avevo sepolto la mia contro il collo di Edward.
Angela non ci aveva detto niente in quel momento, si era soltanto limitata a salutarci con un sorriso super malizioso sulle labbra e ad andare via. Per tutta la giornata, poi, era rimasta in silenzio anche se si era divertita un sacco a lanciarmi occhiatine maliziose… e quella sera, poco prima di andare a dormire, si era praticamente seduta sulle mie ginocchia e mi aveva costretta a raccontarle quello che stava accadendo tra me e Edward.
Era rimasta sorpresa, entusiasta e felice per la nostra tresca, e aveva giurato che se non volevamo far sapere la cosa agli altri, lei ci avrebbe aiutato. Però, viste come erano andate le cose nei giorni seguenti, non ce n’era stato affatto bisogno.
Praticamente, tutti gli accompagnatori e addetti del campeggio avevano visto almeno una volta me e Edward che ci scambiavamo dolci effusioni, più controllate e meno spinte quando ci trovavamo in compagnia dei bambini e degli altri… però ci avevano visti.
Seth, saputa la cosa, mi aveva rimproverato perché non glielo avevo raccontato io stessa ed invece ne era venuto a conoscenza tramite Tyler, che non aveva preso molto bene la notizia. Quello, pensava ancora di avere una chance con me, nonostante avessi cercato di fargli capire in tutti i modi che non mi piaceva.
Beh, almeno così la smetteva di assillarmi.
Naturalmente, due giorni dopo l’inizio della nostra frequentazione, Jacob e Alice mi avevano chiamato per sapere ulteriori dettagli – Seth aveva vuotato il sacco con Leah, Leah aveva raccontato tutto al suo fidanzato pettegolo e il pettegolo aveva spiattellato tutto a Alice.
Sembrava la catena di montaggio di una fabbrica… solo che in questa fabbrica tutti si facevano i cazzi miei.
Anche la nonna sapeva tutto… però, almeno lei era stata l’unica che mi aveva detto che, se non volevo far sapere subito la cosa ai miei genitori e a mio fratello, avrebbe cercato di tenere nascosta la notizia per quanto poteva. La ringraziai di cuore per questo, e stimai ancora di più la mia adorata nonnina… un pochino di privacy era riuscita a lasciarmela.
Bastava che Alice teneva la bocca chiusa con suo marito, altrimenti me lo sarei ritrovato al campeggio dopo neanche mezza giornata dalla sua confessione. Insieme a papà, naturalmente.
Preferivo di gran lunga vedere prima come andavano le cose tra me e Edward, prima di dire tutto a mamma e a papà e a Jasper. Magari, raccontando loro che ci volevamo bene, che lui era un ragazzo meraviglioso e che ci teneva veramente tanto a me, evitavo di vedere i rapporti della polizia che parlavano della fedina penale del mio futuro ragazzo.
Futuro ragazzo… queste due parole ripetute dentro la mia testa mi provocano subito una scarica di brividi lungo la schiena e le braccia. Suonano così bene, e mi piacerebbe tanto che la cosa possa diventare presto vera.
Sì, ho decisamente cambiato idea sui legami affettivi. E ne sono contenta.
Riemergo dalla massa confusa e indefinita che sono i miei pensieri, con un sempre presente sorriso sulle labbra, e i miei occhi mettono finalmente a fuoco una massa informe di vimini che tengo tra le mani. Dovrebbe essere un cestino, quella cosa.
Ma che razza di schifezza ho fatto?! Non assomiglia per niente alla bellissima cesta bianca che ho davanti, come modello da vedere e da riprodurre.
Getto lontano quell’insieme di vimini, sbuffando. No, non è proprio il mio forte intrecciare ceste. Comincio ad osservare il gruppo di ragazzini che dovrei controllare e che sembrano riuscire a fare cose migliori delle mie… una bambina dai lunghi e ribelli ricci rossi ha addirittura aggiunto un manico intrecciato al suo cestino.
Fortuna della principiante, senza alcun dubbio!
Sono ancora persa a guardare tutte quelle ceste, cestini e porta bonbon quando sento un paio di braccia cingermi da dietro. Sorrido, visto che so già chi è… ormai, non posso più sbagliarmi.
Appoggio la testa contro la spalla di Edward, ridacchiando a bocca chiusa, mentre lui poggia il mento sulla mia fronte. Un buon odore di dopobarba mi colpisce, lo stesso che ho sentito stamattina prima di colazione.
Stamattina si è rasato, cosa che mi ha lasciata un po’ scontenta: a me piace da morire sentire le sue guance leggermente ispide per via della barba, ma lui… lui lo odia. Dice che dopo mi fa male, che mi irrita la pelle, che e preferisce tagliarla quando diventa un po’ più lunga del solito.
Che carino che è, a preoccuparsi per me… non è adorabile?
«Ti sei già stancata?» mi domanda, scostando la testa per guardarmi meglio in viso.
«No, potrei continuare, ma sono negata.» ridacchio, e mi stringo meglio contro di lui. «Preferisco di gran lunga questo!» continuo, riferendomi al suo abbraccio.
Ride anche lui – adoro quando ride, lo ripeterò all’infinito! «Ah, ho capito. Piace anche a me, decisamente…»
Edward comincia a carezzarmi la pancia con i palmi delle mani, da sopra la stoffa della T-shirt, e questo mi provoca una nuova ondata di brividi di freddo – loro non mancano mai. So che è un gesto del tutto innocente, che mi sta soltanto facendo qualche coccola… però, io non posso fare a meno di pensare in maniera zozza.
Anche se mi vergogno un po’ ad ammetterlo, visto che sono passata dalla totale pudicizia all’avere tonnellate di ormoni impazziti vaganti, alcune volte mi sono ritrovata ad immaginare me e Edward mentre stavamo… beh, dai, avete capito no!? Mentre ci davamo alla pazza gioia del sesso, ecco! L’ho detto…
Non nego che mi piacerebbe un casino vivere appieno l’intimità con lui – non abbiamo ancora fatto niente, per adesso, siamo ancora ‘casti e puri’ sotto quel punto di vista -, e almeno così i miei ormoni indemoniati avrebbero avuto finalmente un po’ di tregua. Però, la cosa mi fa anche provare un po’ di timore e di paura… una marea di timore e paura.
Gli piacerò anche in quel senso? Non è che dopo aver visto quanto sono arrugginita, visto che sono secoli che non lo faccio, mi mollerà come un sacco di patate marce? La cosa potrebbe lasciarmi parecchio turbata.
E poi… non è un pochino troppo presto per pensare di passare già in seconda base? O terza… o quarta? Dopotutto, ci conosciamo da poco ed è appena una settimana che ci frequentiamo. Non vorrei fare la parte dell’assatanata in astinenza, anche se è quello che sono purtroppo.
«Ti va di andare a fare un giro?» mi chiede Edward, riportandomi con la mente al presente. «Molla tutto e andiamo, tanto qui sono tutti impegnati.»
Mi volto verso di lui per guardarlo meglio, e inarco un sopracciglio. «Così ripetiamo l’esperienza dell’altro giorno? No, grazie.»
Il quasi annegamento di Jonathan è ancora vivo e chiaro nella mia mente, e non mi piacerebbe ripetere quell’esperienza così presto.
Sbuffa, rafforzando la presa intorno alla mia vita. «Bella, non accadrà più una cosa del genere, fidati. Sono stati tutti chiari su questo punto.»
Già, ha ragione.
Odette, la capa del campeggio, la sera dopo l’accaduto aveva tenuto una specie di riunione durante la cena, e ci aveva spiegato che i bambini, nessuno escluso, dovevano seguire seriamente le regole previste e che non dovevano assolutamente fare di testa propria.
Pena, il ritorno a casa.
Inutile dire che da quel momento nessuno aveva sgarrato una volta le regole, e che per fare qualsiasi cosa chiedevano il permesso… lo chiedevano persino per andare al bagno, cosa che fino a quel momento non era mai stata necessaria.
Scrollo le spalle, fingendomi disinteressata alla sua spiegazione. «Sì, va beh. Però voglio imparare a fare una cesta, quindi resto qui.»
Cerco di nascondere il sorriso che mi è spuntato sulle labbra; voglio proprio vedere come reagisce davanti alla mia risposta… è ovvio che sto scherzando! Anche perché, ha davanti agli occhi la dimostrazione che non so fare un acca con i vimini, non serve che glielo dico io.
E poi, è ovvio che preferisco di gran lunga andare a zonzo per il campo con Edward piuttosto che restare a fare sgorbi con i vimini!
Lo sento ridere mentre mi lascia un bacio tra i capelli. «Sei negata, me lo hai detto prima! Su, alzati bugiarda!»
Scivolo via dal suo abbraccio e mi alzo in piedi, voltandomi verso di lui; è ancora inginocchiato a terra, con i gomito poggiati sulle cosce, e sorride divertito mentre mi guarda. «Non sono una bugiarda.»
«Già, non sei una bugiarda perché non le sai dire le bugie. Fai pena, ragazza!» ridacchia di nuovo e si rimette in piedi a sua volta; lo vedo fare alcuni segni a Tim, l’istruttore di quel corso di merda – scusate il francesismo -, e dopo avermi sorriso ancora una volta e preso per mano comincia a camminare.
Lo seguo senza problemi, contenta in un certo senso che mi abbia liberato da quella specie di tortura per tutto il resto del pomeriggio; stiamo camminando fianco a fianco, adesso, cosa che abbiamo fatto sempre più spesso negli ultimi giorni. Abbassando lo sguardo, gli occhi si soffermano più del dovuto sulle nostre mani intrecciate.
Mi piace moltissimo vedere questo gesto; in qualche modo, è come se fosse una dimostrazione del legame che ci unisce… un legame appena nato e che non è ancora molto definito, ma che è ben presente.
«Dov’è che andiamo?» domando, mentre riporto gli occhi sul viso di Edward.
Lui abbassa il suo verso il mio, e mi sorride prima di fermarsi di colpo. «Andiamo al lago, non c’è nessuno lì adesso… però, signorina, prima di arrivare là voglio una cosa da te.»
Per caso, ho colto solo io il doppio senso nella sua frase? E… che vuole adesso? Sono un filino preoccupata, ma chissà perché non vedo l’ora di scoprire cos’è che ha in mente… i miei ormoni stanno già facendosi belli per lui, immaginate quindi come sto in questo istante!
«E… che cosa?» chiedo, sfacciata. Porto persino la mano libera sulla sua spalla, coperta dalla maglia bianca del campo che gli ho visto solo poche volte addosso. Non penso che gli vada molto a genio…
«Un bacio. Oggi non me lo hai ancora dato, piccolina.» risponde lui, avvicinando ulteriormente il suo corpo al mio.
Oh, vuole solo un bacio. Che carino! Però, sta dicendo una bugia. Ci siamo baciati stamattina prima di colazione. E durante la colazione. E dopo la colazione. E a pranzo.
Oh, ma chissenefrega! Lo bacerei sempre, in ogni momento buono!
«Sei un bugiardo! Però… puoi baciarmi ogni volta che vuoi…» sussurro, e alzandomi sulle punte porto le mie labbra sulle sue.
Gli lascio un piccolo bacio a stampo, allontanandomi poi di pochi millimetri mentre lo osservo con gli occhi socchiusi. Sorride, divertito almeno quanto me, e mi circonda la vita con le braccia; chissà come mai, le sue mani si intrufolano sotto al bordo della mia maglietta, a contatto con la mia pelle un po’ accaldata, e quasi all’altezza della cinta dei bermuda.
Uh, è un pochino zozzone anche lui! È la prima volta che fa una cosa del genere… e non mi dispiace affatto. Anzi, mi fa sentire un po’ meno sola, visto che adesso so che non sono l’unica a pensare di mettere le mani dappertutto sul suo corpo.
«Puoi fare di meglio, Bella… un bacio a stampo non mi basta.» dice sulle mie labbra, e poi torna all’assalto.
E che assalto!
Morde, accarezza e lecca le mie labbra prima di intrufolarsi all’interno della mia bocca; se non fossero per le sue braccia che mi sostengono, in un certo senso, sarei finita subito con il sedere a terra visto che non sento più le gambe ferme… tremano come gelatina, accidenti!
Ricambio con ardore il suo bacio/assalto, abbandonandomi completamente fra le sue braccia; porto le mani tra i suoi capelli e subito li stringo tra le dita, avvicinando ulteriormente il suo viso al mio, come se fosse una cosa possibile.
Dio, come mi piace baciarlo!
Ci separiamo per un paio di secondi, giusto quanto basta per riprendere un po’ di respiro, poi torniamo a pomiciare come adolescenti. Adolescenti arrapati, e sessualmente frustrati.
«E che cavolo! Appartatevi da qualche parte, se proprio dovete fare queste cose!»
Sobbalzo, spaventata da quella esclamazione. Mi stacco con uno schiocco dalle labbra di Edward e mi volto, incontrando così lo sguardo schifato e allo stesso tempo scioccato di Seth. Sembra che non ha mai visto prima d’ora due persone che si baciano.
«Seth, ma che vuoi?» mi lamento, e quasi non mi rendo conto di abbarbicarmi a Edward, come se fossi una cozza su uno scoglio.
«Ah, io niente. però…» comincia a ridacchiare, e alza il telefono che ha tra le mani, mostrandomi la foto che ha appena fatto, «mia sorella sarà contenta di far vedere a Jake questa foto! Adesso gliela mando…»
Sgrano gli occhi quando vedo di cosa si tratta; naturalmente, la foto ritrae me e Edward mentre ci baciamo… e mi accorgo che il bacio è proprio spinto! Non è una cosa, come dire, tranquilla. Mi sembra di avere un serpente al posto della lingua, oh mamma!
«Non ci provare neanche, Seth! Altrimenti ti concio per le feste!» lo minaccio, ma non serve a niente; il ‘plin’ che viene fuori dal suo cellulare mi fa capire che ha appena inviato una mail.
«Aha!» ride di nuovo, additandomi.
«Ma quanto sei cretino!» urlo, e mi avvento su di lui; Edward, però, mi acchiappa prima di avere il tempo di mollargli un ceffone.
«Essù, Bella, non ha fatto nulla di male!» esclama, abbracciandomi e bloccandomi le braccia contro il petto. Sta ridendo, e sembra che quello che ha appena fatto Seth non gli dia neppure il minimo fastidio.
A me, invece, ne provoca tantissimo!
«È… argh! Ha invaso la nostra privacy!» ruggisco, fulminando con lo sguardo il mio ex-collega accompagnatore.
«Ecco, potevate andare in camera a pomiciare!» dice Seth, che non sembra proprio colpito dalla mia rabbia e dai miei vani tentativi di provare a saltargli addosso. «Io me ne vado… Bella, Edward, è stato un piacere incontrarvi!» aggiunge, e comincia ad allontanarsi fischiettando.
Edward mi molla all’improvviso, ed io sto quasi per mettermi a correre per raggiungere Seth e dargliene così di santa ragione, quando sento la terra mancare sotto i piedi… e mi ritrovo, senza sapere come, a testa in giù.
E ho davanti agli occhi il sedere di Edward.
Per quanto mi piaccia quella visuale da bava assicurata, mi incazzo come una bestia con lui perché mi sta trasportando come se fossi un sacco di patate.
«Edward! Mettimi giù, e che cazzo!» sbraito come uno scaricatore di porto, prendendolo a pugni sulla schiena.
Lui ride, il cretino. «Arriviamo al lago e poi ti metto giù, tesoro…»
Oh, mi ha chiamata tesoro! Ma questo nuovo nomignolo non basta a quietare la mia rabbia e così riprendo a menare pugni su ogni parte della sua schiena che riesco a raggiungere. Sento il sangue che comincia ad andarmi tutto alla testa, e sento anche caldo… più caldo del solito.
Sì, la visuale del culo di Edward influisce parecchio.
«Edward per favore, mettimi giù! Sento che sto per morire!» forse, dicendo così, mi mette giù prima.
«Non fare la drammatica, siamo quasi arrivati… resisti un altro po’, no?» dicendo così, mi assesta una pacca sul sedere.
Sobbalzo, sorpresa, e visto che con le braccia riesco a raggiungere il suo… fondoschiena – non voglio dire altre cose volgari, ne ho dette già troppe negli ultimi minuti -, faccio la stessa cosa, e questo gli provoca una nuova risata. 
Io sono contenta di averlo fatto: prima ancora di conoscerlo avevo puntato quella precisa parte del suo corpo, e adesso so che è come lo avevo immaginato… è sodo, accidenti!
Diversi minuti dopo, vedo che il terreno e l’erba svaniscono sotto i piedi di Edward, e al loro posto compare il legno scuro del molo; dopo alcuni secondi, torno di nuovo con i piedi per terra, anche se devo reggermi alle braccia di Edward per sostenermi. Ho la testa pesante, e mi sento anche un po’ confusa… anzi, meglio dire rincoglionita.
«Che hai?» fa subito lui, guardandomi circospetto.
«È tutta colpa tua, mi sento un po’ rimbambita!» esclamo, passandomi una mano sulla fronte.
Ridacchia, e la cosa gli fa guadagnare un’occhiataccia da parte mia. «Non era mia intenzione, mi dispiace…» sussurra subito dopo, chinandosi su di me e lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte.
Eh, ma che ruffiano che è.
Superato l’iniziale rincoglionimento, ci sistemiamo a sedere sul bordo del molo, io con le gambe penzoloni e Edward dietro di me, mentre mi cinge la pancia con le braccia. Sento il suo volto completamente immerso nei miei capelli, ed il suo respiro mi provoca non pochi brividi sulla pelle – immancabili brividi, mi fanno sempre compagnia.
Ho costantemente la pelle d’oca, sembra che ho freddo ma è soltanto impressione, niente di vero; in realtà, quello che sento è una bella sensazione.
«Mi dici perché hai reagito così, prima? Seth stava solo scherzando…» mormora Edward, scostando il viso per farsi capire meglio da me.
Arriccio le labbra, sentendo un briciolo di rabbia tornare in superficie. «Mi da un po’ fastidio vedere la mia vita privata spiattellata in giro…» ammetto, e abbasso il viso, puntando gli occhi sulle sue mani, ferme sulla mia pancia.
«Mmm… ammetto che è un po’ fastidioso, però non è una cosa grave.» mi bacia di nuovo i capelli. «Chi è Jake?» continua, rafforzando l’abbraccio.
Sorrido: lui non sa chi è Jacob. Posso dirgli qualsiasi cosa, e forse magari ci crede anche!
«Jake è il mio fidanzato, al momento si sta occupando dell’azienda vista la mia assenza…» smetto di parlare quando lo sento sbuffare.
«Bella, fai schifo a mentire, non provarci neanche! Mi dici chi è?» domanda di nuovo, e si lascia anche scappare una risata.
Uffa, non vale! Non posso neanche divertirmi un po’ che lui mi sgama subito!
«Va bene… è il mio migliore amico. Contento?» ammetto, e mi volto verso di lui.
Edward ha un sopracciglio che svetta verso l’alto, e mi guarda con una punta di sarcasmo sul volto. «Il tuo migliore amico? Maschio? Non ci credo… non esistono migliori amici maschi!»
«Beh, mi dispiace dirtelo ma esistono eccome! Ci conosciamo da una vita, è praticamente un fratello per me… anche se ne ho già uno.»
«Ok, ho capito… però, non penso che si possa essere amici di un ragazzo senza che prima o poi esca fuori il problema dell’attrazione…» Edward esprime il suo pensiero, e purtroppo devo dargli ragione anche questa volta.
Il problema dell’attrazione. Già, è uscito fuori anche nella mia amicizia con Jake – ricordate? Ve ne ho già parlato una volta! -, però si è dimostrato essere soltanto una cosa passeggera e non così grave da rovinare il legame che c’era tra di noi.
«È successo qualcosa tra voi due?» Edward mi pone un’altra domanda, ed io prima di rispondergli devo prima capire bene cosa mi ha chiesto. Come mai mi fa questa domanda?
«Perché me lo chiedi?»
Scrolla le spalle, fingendosi indifferente, però la sua faccia sta dicendo un’altra cosa. «Curiosità…»
Un sorrisino nasce sulle mie labbra. Non sarà mica…
«Sei geloso?» non posso fare a meno di chiederlo, l’idea che Edward sia geloso di me mi piace tantissimo.
«Geloso? No, non sono geloso.» ah, adesso fa anche il vago!
Adorabile!
«Dai, ammettilo! Non c’è niente di male nell’essere gelosi… anche io lo sono di te.» ammetto, baciandogli una guancia.
Ricordo benissimo le sensazioni che avevo sentito nel vedere Edward insieme a Tanya, quando credevo ancora che fossero fidanzati e non semplicemente cugini. Al ricordo, sento di nuovo lo stesso buco allo stomaco… se non è gelosia questa, non so proprio che altro nome dargli!
Edward mi guarda, accigliato. «Davvero sei gelosa di me?»
Annuisco. «Sì. Nessuna deve avvicinarsi a te, altrimenti le faccio nere!»
Scoppia a ridere, strofinando il naso contro il mio; uh, ci mancava il bacio all’eschimese! «Gelosona, non devi esserlo! E… va bene, lo sono anche io di te.»
Sorrido. Mi rigiro nel suo abbraccio, fino a trovarmi con il viso di fronte al suo e con le braccia a circondare il suo collo. «Non devi esserlo neanche tu.» Gli lascio un leggero bacio all’angolo della bocca. «E sì, Jacob una volta si era preso una cotta per me… acqua passata.»
Edward sbuffa di nuovo, allontanando la testa dalla mia. «Ecco! Adesso devi spiegarmi come non devo essere geloso se mi dici queste cose!» urla, passandosi le dita tra i capelli.
Se i suoi occhi potessero lanciare saette… in questo momento, mi ritroverei fulminata all’istante.
«Te l’ho detto, è acqua passata! Jake sta per sposarsi con Leah, la sorella di Seth, quindi non c’è nessun pericolo. Io sarò la sua testimone!»
«Adesso sì che sono tranquillo, grazie per l’informazione…» mugugna, abbassando il viso.
«Uff!»
Lo abbraccio stretto, un po’ seccata per il suo comportamento ma intenerita allo stesso tempo. Che testone, come posso fargli capire che Jacob è del tutto ‘innocente’? E che se provasse anche solamente a puntare gli occhi su qualcuna, si ritroverebbe presto evirato grazie alla sua ragazza?
«Edward…» gli lascio un bacio sul collo, divertita. «Smettila. Jacob è innocuo, punto e basta.» lo bacio sul mento. «Mi piaci tu, e non riuscirò a guardare nessun altro, adesso che ti ho incontrato.»
Quando arrivo alle sue labbra, che sfioro lievemente con le mie, sento un accenno di sorriso da parte sua, ed i suoi occhi mi guardano divertiti. «Davvero? Non guarderai più nessun altro?»
Scuoto la testa, mentre accarezzo con le dita i corti ciuffi di capelli sulla sua nuca. «Nessun altro.»
«Neanche Tyler?»
Allontano il viso dal suo, inorridita. «Che centra Tyler adesso?» domando, una punta di fastidio nella mia voce.
Edward scoppia a ridere, e prendendo il mio viso tra le mani lo riavvicina al suo. «Era così per dire… al diavolo Tyler.» sussurra, e poi mi bacia.
Stiamo di nuovo approfondendo il bacio, e la situazione tra di noi comincia a diventare davvero bollente e fuori controllo, quando il trillo del mio cellulare ci interrompe.
«Eccheccazzo.» mi esce fuori in un mugugno, mentre lascio una serie di baci a stampo sulle labbra di Edward.
«Che finezza, tesoro!» mi dice lui, e ride. «Dai, vedi chi è.»
«Ci interrompono sempre oggi, che odio!» comincio ad armeggiare con le tasche dei miei pantaloni fino a quando non trovo il cellulare; apro il messaggio, e non appena lo leggo mi pento di averlo fatto.

*_____* ti stai dando da fare, sono contenta! Almeno così quando torni a casa sei meno acida ;)
Un bacio, a presto!
P.S: Che gran figo che ti sei trovata!

Dannata Alice! «Ma porca…»
«Che c’è?» Edward, allarmato dalla mia quasi imprecazione, cerca ovviamente di capire cosa l’ha causata.
Con le guance che cominciano a scaldarsi per l’imbarazzo, gli porgo il cellulare senza fiatare. Dovevo aspettarmi una reazione del genere da parte di mia cognata… visto che Jacob, o Leah, deve avergli inviato la foto che ha scattato Seth poco fa.
«Ah!» Edward sgrana gli occhi, e vedo che sta cercando con tutto se stesso di non scoppiare a ridere. «Ehm… e chi sarebbe questa?»
«Mia cognata.» mi limito a rispondere, e riprendo tra le mani il telefono. «È pazza, completamente fuori di testa… Dio, quella foto sta facendo senza dubbio il giro di tutta Napa Valley!»
«E lascia che lo faccia, che ti frega?» mi riprende tra le braccia, e mi fa poggiare la testa sul suo petto mentre mi accarezza i capelli, con gesti lenti e dolci.
«Già, che mi frega…» borbotto, persa nei suoi gesti tranquilli e rilassanti.
Restiamo per un po’ in silenzio, persi in quel momento di calma e di pace che si percepisce in quella parte del campo. Si sta davvero bene, quando non c’è nessuno che ti ronza intorno e che ti disturba ogni cinque secondi, neanche fosse una mosca fastidiosa.
Anzi, le mosche sono meno fastidiose.
«Hai da fare stasera?» mi domanda Edward ad un tratto, senza però smettere di carezzarmi i capelli.
Scuoto la testa. «Assolutamente no. Perché? Vuoi sfrattare Ben per caso?»
Io ne sarei contenta, se quella è la sua vera intenzione. Ti prego ti prego ti prego, sfratta Ben sfratta Ben sfratta Ben! Il nuovo tormentone dell’estate 2010 dopo ‘Waka Waka’.
Ridacchia. «No, in realtà pensavo… ti andrebbe di uscire insieme, stasera?»
Alzo il viso verso il suo, guardandolo incerta. «Uscire… insieme? Tipo un appuntamento?»
«S… sì, tipo un appuntamento.» afferma, nervoso; si capisce da come ha parlato, e anche da come ha cominciato a tormentarsi di nuovo i capelli. «Cioè, facciamo un giro in paese, beviamo qualcosa… stiamo sempre qui, per una sera ho pensato che potevamo fare qualcosa di diverso! Ma se non vuoi…»
Ok, è meglio fermarlo prima che dica qualche altra sciocchezza.
«Sì.» dico con fermezza, tappandogli la bocca con una mano.
Gli occhi di Edward si riempiono di consapevolezza, e anche di sollievo per la mia risposta. Scosta la mia mano, e vedo che un bel sorriso è spuntato sulle sue labbra. «Sì?»
Annuisco ancora, sorridendo. «Sì, va bene. Usciamo stasera.»
Il sorriso di Edward si allarga ancora di più, e dopo aver sussurrato un veloce “Grazie”, si tuffa sulle mie labbra, cominciando a baciarle. Lo ricambio subito, contenta.
Ho un appuntamento con Edward Cullen, stasera. Io, Isabella Swan, ho un appuntamento con Edward Cullen stasera. Sono secoli che non ho un appuntamento degno di essere chiamato in questo modo, cavoli!
All’improvviso, mi sento emozionata e non vedo l’ora che la giornata finisca presto, così da poter uscire con lui.

Però… che cavolo mi metto stasera?
   
 
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