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Autore: BrianMay97    25/09/2012    0 recensioni
Questo racconto ripercorre la storia dei Queen con inserzioni comiche
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ragazzi, mi spiace dirlo, ma siamo messi male. Non abbiamo più soldi, forse dovremmo finire qui la nostra avventura. Che ne dite?” disse Freddie preoccupato per la precaria situazione economica del gruppo.
“Tutta colpa di quel Sheffield. Ci stà rubando tutti i soldi che dovremmo avere. Noi abbiamo successo e non guadagnamo niente. Non voglio finire per strada per colpa di una sanguisuga” rispose Roger, evidentemente molto sulle spine con il manager della casa discografica Trident Studios, Norman Sheffield.
“Si potrebbe provare a registrare un nuovo album e vedere come và. Se ha un buon successo, con John Reid possiamo arrivare lontano. Se falliamo, ci conviene finire la carriera. E’ brutto da dire ma è la dura verità. Dobbiamo mettercela tutta, anche sperimentando nuovi suoni.” disse Brian.
Dopo qualche giorno i quattro musicisti parlarono con il loro nuovo manager, John Reid.
“Signor Reid, noi avevamo un po’ di idee da sviluppare, ma non abbiamo abbastanza denaro per pagare gli affitti negli studi di registrazione.” disse Mercury.
“Non preoccupatevi, pago tutto io, ma siano chiare due cose: io faccio le cose in grande, conto di farvi registrare in almeno cinque studi diversi. Secondo, attenti a non rilasciare interviste, ora che siete famosi basta un niente per perdere la reputazione. “Ah, un’altra cosa” aggiunse Reid “ non so se vi garberà la cosa ma… io sono omosessuale.”
“Non farti problemi tesoro! Lo sono anch’io!” rispose Freddie con un tono trionfante.
Qualche settimana dopo si ritrovarono a registrare in studio i primi brani. Freddie Mercury aveva portato Love Of My Life dedicata al suo amore e Seaside Rendevouz, in cui voleva riproporre l’atmosfera della belle-epoque francese degli inizi del ventesimo secolo, facendo lavorare Brian con la sua chitarra a riprodurre suoni di clarinetti e ottoni.
Brian portò un pezzo sull’entrata della Gran Bretagna nella Seconda Guerra Mondiale, chiamato ’39, che volle anche cantare, con il consenso del cantante.
John portò una canzone dedicata a sua moglie, chiamata You’re My Best Friend. Ma qui ci fu una discussione fra Mercury e il bassista.
“Pensavo di mettere un continuo riff di piano elettrico, dall’inizio alla fine” disse Deacon.
“Che cavolo esce! Una canzone mostruosa! No! Io non lo faccio! Mi rifiuto!” rispose Freddie
“Va beh, vorrà dire che lo suonerò io.”
“Fai pure, è tuo il pezzo e se vuoi farlo diventare un brano schifoso la responsabilità è solo tua.”
Roger non aveva pronto niente, ma disse che stava lavorando a una canzone dedicata alle automobili, la sua vera passione.
Il giorno dopo si trasferirono in un altro studio, e, dopo un riposo pomeridiano tra una registrazione e l’altra, si svegliò dicendo che aveva fatto un sogno e che gli aveva ispirato una grande e maestosa canzone. Intanto Freddie non aveva smaltito tutto il rancore verso Sheffield, e la rabbia che gli era rimasta la scrisse in Death On Two Legs, canzone su cui anche gli altri tre furono molto d’accordo di inserire nell’album.
Dopo qualche settimana Freddie arrivò con un insieme di tre brani che si mescolavano perfettamente tra loro, a suo dire. Decise di chiamarla Bohemian Rhapsody. Quando John Reid la sentì chiese consiglio al suo amico Elton John, che gli disse che quella canzone non avrebbe mai sfondato perché era troppo lunga. Ma Freddie aveva un amico che lavorava in radio, Kenny Everett, che passò la canzone ventisei volte in un fine settimana, e questo fece del brano un successo enorme, che fece diventare questa intricata traccia uno dei brani più famosi della storia della band.
Ma mentre Bohemian Rhapsody sfondava ogni giorno sempre di più, i Queen erano sempre in studio, e Brian fu il più attivo, portando Sweet Lady, Woe, Good Company, And Baby Will Fall e Any Given Day. Freddie compose la cortissima Lazing on a Sunday Afternoon, Taylor terminò I’m in Love with My Car e John compose All for Nothing. Ma Woe, And Baby Will Fall, Any Given Day e All for Nothing furono scartate dalla scaletta finale perché le idee dei quattro erano troppe. In compenso decidettero di chiudere l’album con un riarrangiamento dell’inno britannico God Save The Queen, fatto da Brian May e la sua Red Special.
L’album fu chiamato A Night at The Opera, in omaggio al film dei fratelli Marx del 1935, e fu un successo che portò denaro e fiducia alla band, che era già pronta per tornare in studio e registrare nuove creazioni. Ma non era così facile, perché dopo un album come A Night At The Opera tutti si aspettavano un nuovo disco soddisfacente.
Intanto organizzarono un Tour in Giappone, dove scoppiò un delirio tra i fan. Freddie in particolare si innamorò della loro cultura e del loro stile, tanto che copiò quest’ultimo e lo tenne fino alla fine degli anni settanta, prima di assumere il look da “uomo forte”. Ma questa è un’altra storia, un altro capitolo.

 
  
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