Valentina,
insieme alle altre due sue nuove amiche, salì sul
treno verso Faenza.
Era un comune di poche centinaia di chilometri quadrati, a sentire Sara.
Si erano accomodate vicino alle porte, una di fronte alle altre due.
Sofia mangiava ancora ramen.
Un cellulare squillò.
"E' il mio. Scusate." disse Sara.
"Ah! Che bello, tesoro, stai di nuovo bene!"
Sofia lasciò andare le bacchette nel cestino.
O era pazza, o quella era la sua Senpai.
"Passamela, passamela, passamela!!!"
"Va bene, ho capito, Sofia...
Tesoro, avremmo una sorpresa per te."
"Che cosa?"
"Veniamo."
"Che?!"
"Hai capito bene. Credevi che mentissi?...Si, con me c'è
anche la tua
Sofia...Si, hai capito bene...Anche Valentina."
"Allora vi aspetto."
"Senpai!!"
"Oh, ciao piccola Kohai. Come va?"
"Sto bene. Sono scappata di casa."
"CHE COS'HAI FATTOOO??"
"Si, Senpai, hai capito. Non ho esitato un attimo. E credo pure che mio
fratello adesso mi odi."
"Ah. Non credo che ti odino...Voglio dire, i tuoi genitori e tuo
fratello
sono sempre la tua famiglia. Ti sei già iscritta
all'universitàe scuole
superiori?"
"Si."
"Vediamo se è possibile frequentarle on-line. Dimmi il nome
dell'istituto."
"Ok..."
"Ciao. Vi aspetto." disse lei, sul vivavoce.
"Dunque...La casa è in ordine e pulita...Ok.
Ora cerchiamo questa cosa on line. Qua dice che si possono frequentare
online
le lezioni, a partire da sei mesi di frequentazione effettiva.
Bene, almeno dovremmo aspettare solo sei mesi, per avere il gruppo al
completo."
Avrà bisogno di circa due ore di studio al giorno,
spero solo che ne abbia
la forza. si mise a pensare lei.
Lei aspettò.
Aspettò.
Aspettò e aspettò.
E stette praticamente tutta la notte sveglia.
Quando si toccò la fronte era gelata.
Scese in cucina a prepararsi del tè caldo, almeno quello lo
aveva in
abbondanza.
Erano le sette e mezza, il fratellino era sull'autobus diretto
all'Istituto che
frequentava.
Lei stette a guardare qualche programma di natura scientifico culturale
e
divulgativa alla televisione.
Ma si annoiava.
Così scelse di ascoltare la versione strumentale di Cassis,
e senza
accorgersene iniziò a cantare.
Amava così tanto quella composizione che ormai la cantava
senza accorgersene.
Ma a lei e ai suoi genitori andava bene così.
Quando si risvegliò, si accorse che il sole era ancora alto,
sebbene si stesse
avvicinando il tramonto.
Qualcuno suonò.
Lei andò ad aprire, dopo aver controllato chi fosse dal
videocitofono.
Erano le sue amiche.
Le fece entrare immediatamente.
"Salve, Sacerdotessa" dissero in coro.
"Salve a voi."
"Come stai?" chiese Valentina.
"Ho ancora un po' di febbre, come potete vedere dalla mia maschera, ma
sto
bene".
"Oh, Senpai, ero così in ansia..." si ritrovò con
la piccola e dolce
Sofia che la abbracciava.
"Mi dispiace, davv..."
"Non devi scusarti. Colei che qui deve chiederti perdono sono io. Io e
solamente io. Ammetto che avrei dovuto usare tatto, nel darti una
notizia del
genere. Scusami, non sai quanto me ne vergogno." disse Sara ad occhi
bassi.
"Non importa, tesoro. Va tutto bene. Sai, quando ero ancora piccola si
ascoltava la musica dei Blue.
Essi si sono separati quando io se non mi sbaglio avevo undici o dodici
anni.
Lo avevo saputo da un'amica che come me li adorava, quando loro si
erano
separati da un mese.
Semplicemente perchè allora ancora non disponevo di una
connessione ad
Internet.
Io aspettai molto a lungo, ma poi mi accorsi che sebbene amassi ancora
la
lingua inglese, in quel momento avevo altri interessi.
Come ad esempio la musica giapponese. Quando si riunirono ero molto
felice per
loro.
Dissero che si erano dovuti separare perchè Duncan non era
sicuro del suo
orientamento sessuale.
Molto probabilmente i Versailles non hanno litigato, è solo
che magari Kamijo è
omosessuale.
Magari è innamorato di Teru e Teru nemmeno lo sa.
O forse è innamorato di Hizaki (come molte di noi
vorrebbero) ma non può
dirglielo, perchè magari ha paura di un suo giudizio.
Io ho dato loro il mio cuore, loro ne erano i responsabili.
Sapete,
ragazze, le rose sono un fiore estivo, quando arriva l'inverno con il
suo gelo,
loro appassiscono. Sta succedendo anche ai Versailles.
Ma le rose la prossima estate le vedremo ancora.
I Versailles al giorno d'oggi hanno raggiunto una maturità e
una tecnica
musicali tali che molto probabilmente vogliono dedicarsi a dei progetti
solisti
per esplorare nuovi confini, nuovi elementi musicali che
precedentemente non
hanno analizzato.
Non è detto che ci siano differenze musicali, ognuno ha le
sue individualità.
E' solo che non dobbiamo scordarci che anche loro sono umani, hanno le
stesse
passioni di un comune essere umano.
E come tutti gli esseri umani anche loro sbagliano. Fanno errori, poi,
quando
vedono che ne hanno fatto uno, lo correggono."
"Da quando sei diventata così saggia?" cheise Sofia
sbalordita dal
lungo discorso.
"Non ho più dodici anni, sono cresciuta. Adesso sono grande
abbastanza da
capire queste cose."
Intanto Valentina aveva posato la sua maschera sul tavolo.
"Sedete al tavolo, vi preparo qualcosa...Se volete."
"No, Senpai, sei ancora debole per via delle febbri, lascia fare a
noi."
"Comunque Sofia ho controllato sul sito della tua scuola. Potrai
frequentarla online dopo sei mesi di frequentazione diciamo
*effettiva*".
"Capisco. Il tuo ramen istantaneo è pronto, tieni."
"Grazie."
"Itadakimasu!"
Quando le ragazze finirono il ramen, Guren aveva acquistato un po'di
colore.
"Quali nomi scegliereste, se doveste mettere su una band?" chiese poi
lei.
"Io vorrei chiamarmi con qualcosa che richiami l'acqua" disse Sara,
pensierosa.
"Kaisui può andarti bene? Vuol dire Aqua
Marina".
"Accidenti, Senpai, quante cose che sai..."
"Ho studiato gispponese per circa tre mesi al giorno d'oggi. Sto
imparando
a tracciare i kanji." disse lei con un sorriso.
"A me piace molto il giglio, so che in giapponese si dice Yuri"
disse Valentina.
"Infatti. Brava."
"Io ho sempre amato le principesse..."
"Chiamati Hime, Sofia..."