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Autore: Vans    26/09/2012    7 recensioni
« Un giorno ci incroceremo in un caffè o in metropolitana. Cercheremo di non riconoscerci o di fingere di non vederci, ci gireremo svelti dall’altra parte. Saremo imbarazzati per ciò che è diventato il nostro “noi”, per quello che ne è rimasto. Niente. Due estranei uniti da un passato immaginario. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Harry


Cassie uscì dal mio appartamento sbattendo la porta e lasciando un enorme, incolmabile vuoto nel mio petto. Ero riuscito però a non cedere, a non dargliela vinta anche questa volta. Le avevo dato diverse possibilità, le avevo dimostrato che ero pronto a stare con lei, ad andare ‘oltre’ e cercare di darle tutto il meglio possibile. Lei però era solo riuscita a scappare, a procrastinare e a farmi sentire un povero idiota senza speranza. Sarà una cretinata, una cosa da dodicenni, ma mi aveva proprio spezzato il cuore: avevo smesso di mangiare, avevo smesso di godermi la vita, ogni cosa era incolore e insapore, io ero apatico e nessuna cosa mi dava entusiasmo. Ero cambiato, e l’ultima cosa che volevo era appunto cambiare per una persona. Mi ero quindi ripromesso che con lei non ci avrei mai più provato, che l’avrei messa da parte e sarei andato avanti con la mia vita. Un’enorme X su Cassie.

Suonò il campanello e mi avvicinai alla porta, posando l’occhio sullo spioncino. Non feci in tempo ad aprire che Cameron mi si avventò addosso come una furia, tappandomi la bocca con le sue labbra carnose che sapevano di lucidalabbra alla pesca. Odiavo quei maledetti burro cacao o rossetti vari, lasciavano sempre dell’appicicaticcio sulle labbra che faticava ad andarsene anche dopo diversi lavaggi con l’acqua. Indietreggiai di qualche passo, finendo per sbattere con la schiena contro la parete del soggiorno; Cameron era addosso a me e mi mordeva le labbra avidamente mentre con le mani mi strappava praticamente i vestiti di dosso. Per inerzia iniziai a fare lo stesso con lei, cercando di sputare i suoi capelli che profumavano di cocco dalla mia bocca. Altra cosa che odiavo: i capelli delle ragazze in bocca nei momenti meno opportuni.

La portai in braccio in camera da letto e ci ritrovammo sotto le lenzuola seminudi: lei era vogliosa e si vedeva dal rossore delle sue guance e dalle pupille dilatate, dal modo in cui mi guardava e mi attirava a sé. Io ero ancora scombussolato, non riuscivo a concentrarmi, non riuscivo a baciarla e a volerla con la stessa avidità con cui lei voleva me. Io e Cameron avevamo mille problemi, ma questi si spegnevano sempre quando finivamo a letto insieme: l’affinità sessuale era proprio l’ultima cosa che ci mancava.

Avevo i suoi capelli in faccia quando lei iniziò a scendere sempre più in basso, baciandomi prima il mento, poi il collo, poi il torace, la pancia, fino ad arrivare all’altezza dei boxer, che mi tolse con un colpo rapido e deciso. Rimasi a guardarla mentre armeggiava con il mio amichetto che non dava segni di vita. Era la prima volta che mi succedeva, e la cosa mi turbava e non poco.

Sarà lo stress. O forse il fatto che la ragazza che mi piaceva se n’è andata qualche minuto fa da casa mia e nei suoi occhi ero riuscito a leggere un dolore che forse non era nemmeno paragonabile al mio da quanto era forte. Ero sempre riuscito a far star male le ragazze con il mio atteggiamento da stronzo, prima facevo tutto il carino e l’interessato ma poi, ottenuto quello che volevo, le lasciavo lì senza spiegazioni per andare alla preda successiva. Non mi ero mai posto alcun problema, non avevo mai fatto caso ai cuori che avevo spezzato e agli appetiti che avevo tolto a causa del mio comportamento. Tranne una volta. Con Cassie. Con lei eroio quello che ci era rimasto sotto, ero io quello che era stato rifiutato e che se ne stava nel suo angolo a soffrire leccandosi le ferite. E avevo accumulato talmente tanta rabbia nei suoi confronti che non vedevo l’ora di riprovarci con lei e poi lasciarla lì inerme, senza alcuna spiegazione del mio comportamento, mostrandole Cameron e facendole credere che con la mia nuova fidanzata tutto andasse a gonfie vele. Solo che oltre a mentire a lei mentivo anche a me stesso: quella che volevo, la ragazza che amavo era proprio Cassie, era lei che riempiva i miei pensieri, era lei che sognavo di portare a letto e di coccolare fino all’alba, era lei quella che volevo proteggere da ogni dolore. Poi però l’avevo distrutta con le mie mani solo per ottenere quella stupida, e inutile, vendetta. Non avrei mai dimenticato quegli occhi azzurri gonfi di lacrime che mi chiedevano solo una cosa: perché?

Perché? Non lo sapevo nemmeno io. Bastava solo che io accettassi le sue scuse e in quel letto probabilmente ci sarei finito con lei, e non con Cameron. Mi ero comportato da stupido, da egoista, le avevo fatto provare un nuovo dolore. E lei non lo meritava. Non lei che era così fragile e insicura. Non lei che mi aveva aperto il cuore in segno di totale fiducia e io non avevo fatto altro che distruggerglielo.

Cameron mi fissava seduta sulle mie gambe, era arrossata in viso e aveva il fiatone. Mi guardava con aria interrogativa, quasi disperata. Il mio piccolo Harry ne voleva sapere, se ne stava lì inerme e non aveva alcuna intenzione di fare diversamente. Forse perché lui aveva capito prima di me che non era con lei che doveva funzionare, ma con un’altra ragazza, quella ragazza che avevo in testa da circa tre mesi, quella ragazza che avevo fatto scappare e che probabilmente dovevo andare a riprendermi. Testa di cazzo, letteralmente.

Le feci un debole sorriso e lei ovviamente non capì. Non capiva che non deva esserci lei in quel letto, non capiva che non me ne importava più niente di scopare così a caso, volevo qualcosa di più serio, volevo finalmente avere una storia con una ragazza che mi piacesse realmente, volevo avere un porto sicuro, volevo anche trovare qualcuno da proteggere, qualcuno a cui dedicare ogni minuto della mia giornata, a cui dare il buongiorno e la buonanotte, qualcuno a cui chiedere ‘come stai?’ ed essere realmente interessato alla risposta, qualcuno a cui annusare il profumo dei capelli, contare i nei e mordere i lobi delle orecchie. E quel qualcuno non era di certo Cameron.

Mi alzai e la aiutai a rivestirsi, tutto in silenzio. Lei mi guardava, sguardo impietrito e giustamente contrariato, come per chiedermi ‘il tuo affare non funziona e tu sorridi e fai finta di nulla?’. La accompagnai sulla porta, la baciai sulla guancia ancora accaldata e le chiusi la porta in faccia. Mi dispiace Cameron, ma tra noi è finita. A dire il vero, non è mai neanche iniziata.   

Feci una doccia veloce, lasciando che l’acqua lavasse via ogni macchia di quella giornata. Non riuscivo a smettere di pensare a lei, ai suoi occhi imploranti e le labbra che tremavano mentre mi parlava. Avrei voluto abbracciarla, dirle che andava tutto bene, che c’ero io a proteggerla, che l’avrei aiutata a ricostruirsi insieme a me, che ci sarei sempre stato, che non l’avrei mai più respinta e non l’avrei mai più abbandonata così. Mi sentivo un cretino, sapevo benissimo che l’avevo distrutta e non me lo perdonavo, non riuscivo a concepire di aver sciupato con le mie stesse mani la cosa a cui tenevo di più. Stupido.

Corsi in camera a rivestirmi, non facendo nemmeno caso a quello che indossai: la mia mente era altrove e il mio cuore batteva troppo velocemente. Chiavi della macchina e via, via da casa mia verso casa sua, dovevo parlarle, dovevo ricucire quello che avevo spezzato, dovevo riprendermi la mia Cassie. Scesi dalla macchina, feci i tre scalini e suonai il campanello una volta, poi due, poi tre. In casa non c’era nessuno. Dove poteva essere? Con chi? Magari era andata da sua madre, magari aveva anche cambiato città, o magari addirittura stato. Stavo impazzendo e non sapevo cosa fare. Ogni minuto che passava io mi sentivo più lontano da lei, ogni minuto era una tortura, ogni minuto era dolore.

Cellulare. Rubrica. Charlotte.

-          ‘Pronto?’

-          ‘Sono Harry, è da te Cassie?’

-          ‘Lasciala in pace pezzo di merda’

Bingo.


"Io non voglio solo il meglio di te. Io voglio tutto di te, ti voglio la mattina,
accanto a me spettinato e con gli occhi gonfi, ti voglio in pigiama e con le coperte fino al collo,
ti voglio nervoso, capriccioso, non voglio solo il meglio di te, voglio il peggio, soprattutto quello." 




 
Ta da daaaan eccomi qui con il nuovo capitolino ** Spero vi piaccia almeno un po’! Questa volta ho anche deciso di mettere il punto di vista di Harry così magari si entra di più nel suo personaggio e nella sua testa. Fatemi sapere cosa ne pensate e se preferireste un nuovo capitolo dal suo punto di vista o quello di Cassie, così per sapere e per regolarmi!
Ovviamente vi ringrazio ancora per le recensioni, siete fantastiche! Ovviamente ringrazio anche chi ha messo questa storia tra le preferite o tra le seguite, mi fa veramente mooolto piacere!!
A presto tesori <3
  
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