26/09/2012
1 recensioni*Driiiiiiiiiiin*
Sbarrai gli occhi di colpo, afferrai quell’aggeggio infernale e lo gettai brutalmente contro il muro.
Misi i piedi a terra, mi sentivo debole e affaticata, o forse era solo una nuova scusa per non tornare a scuola.
Mille pensieri girovagavano nella mia mente imperterriti, non mi lasciavano via di fuga, mi opprimevano e mi rendevano schiava. Si ero schiava dei miei pensieri.
Gettai uno sguardo fuori dalla finestra : ecco Londra.
Spalancai i vetri per assaporare quella leggera brezza di settembre che mi lasciava ogni volta un retrogusto un po’ amaro .. Mi mancava la mia Italia.
Mi feci coraggio e arrivai davanti lo specchio. Si, proprio lui, il mio più grande nemico che ogni giorno mi mostrava come apparivo agli occhi degli altri. Ho sempre desiderato uno specchio che facesse vedere la parte interiore delle persone per poter capire come sono realmente e non giudicarle per una stupida taglia di jeans. Ma non era così ..
Mi guardai e rimasi fissa con lo sguardo sulla mia immagine quando senza volere mi cadde una lacrima.
No, non potevo cedere di nuovo, mi ero promessa che l’avrei fatto per il mio bene.
Un leggero venticello entrò nella mia camera e penetrò la mia chioma bionda.
‘Ciao anche a te nonna ..’ mormorai.
Era mio solito avere una conversazione al mattino con mia nonna che anche se non era presente fisicamente sapevo che in qualsiasi posto si trovasse in questo momento mi stava ascoltando ..
‘E’ iniziata una nuova mattina e questa volta non è una tra quelle tranquille. Oggi rinizia quel fottutissimo carcere che mi rende imprigionata per più di 5 ore al giorno ma soprattutto mi fa rendere conto di che persone ci sono in questo mondo .. Prevedo questa giornata molto dura per due motivi : il primo è che ho cambiato scuola e questo vuol dire che dovrò fare il quinto anno in una classe che è cresciuta praticamente insieme. Si diciamo che mi sento un estranea. Il secondo è sempre lo stesso che mi perseguita da molti anni .. La paura di non essere accettata. Sai nonna , è difficile far capire alle persone che l’aspetto esteriore non conta poi molto nella vita ma che è quello che abbiamo dentro che ha bisogno di essere esplorato per emergere. Ho paura che anche qui troverò persone piene di pregiudizi che sapranno solo giudicarmi per qualche chilo in più e non è facile ogni volta sopportare tutto ciò. Mi sono promessa più volte che sarei stata forte, ma ora che è arrivato il momento di cominciare tutto da capo non me la sento.’
‘Ciao Chiara vedo che ti sei svegliata’ sentii aprire la porta e trovai come sempre quel caloroso sorriso di Jade.
Jade era la mia mamma adottiva, quella che mi aveva raccolto dal ciglio della strada e mi aveva trovato un riparo, un tetto sotto il quale vivere, pronta a darmi tutto l’amore che poteva offrire.
Mia madre mi ha abbandonata quando avevo 5 anni, quindi non ho molti ricordi di lei ma gli unici che mi rimangono sono offuscati.
Mia nonna invece è morta da circa due anni ed è stata l’unica a non avermi mai lasciata sola. Purtroppo lei non si poteva prendere cura di me perché era molto anziana ed chiusa in una casa di riposo ma io ero sempre li a tenerle compagnia. Era diciamo la mia miglior amica. Può sembrare strano, lo so. Vi domanderete : come può una vecchia ottantenne essere miglior amica di un allora sedicenne? Eppure è così.
‘Ciao mamma’ salutai Jade abbracciandola.
‘Giù è pronta la colazione, ti stavo aspettando’ rispose.
‘Arrivo subito’ ricambiai con un sorriso.
Scesi frettolosamente le scale e senza stupore trovai la tavola apparecchiata con un vero e proprio banchetto.
‘Mamma, ma .. Per chi è tutta questa roba da mangiare? E’ tantissima!’ la guardai interrogativa.
‘Sai non sapevo cosa prepararti questa mattina quindi ho deciso che ti avrei fatto trovare più cose così potevi scegliere ‘ disse.
‘Ti amo’ le sussurrai accostandomi a lei.
Presi due frittelle, un succo di frutta e salii per prepararmi.
Dire che presi le prime cose che trovai nell’armadio equivarrebbe a mentire perché almeno cerco di tenermi curata nel modo di vestire non potendomi permettere minigonne e robe varie.
Il risultato comunque mi rese soddisfatta. Aggiunsi giusto un filo di matita per far risaltare gli occhi ed ero pronta.
Presi i primi quaderni che trovai, li lanciai nello zaino e scesi le scale.
‘Ciao mamma, ci vediamo alle 3 quando esco da scuola’ le scoccai un bacio sulla guancia e uscii.
Feci una decina di passi e sbattei contro un ragazzo.
‘Scusa io non volevo ..’ mormorai.
‘Piacere .. ‘ disse lui sorridendomi.
***
Ciao lettori! Questa FF è basata su una storia parzialmente vera
e per la prima volta ho deciso di scrivere di una ragazza che non era perfetta
che non era apprezzata da tutti
ma che aveva la testa apposto e che aveva capito come funzionava questo mondo.
Ringrazio tutti : Chi legge in silenzio, chi recensisce o chi mette la storia tra le preferite.
Apprezzerei molto un vostro giudizio, negativo o positivo che sia.
Ilaria.