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Autore: Miyu Orwell    13/06/2004    3 recensioni
"Draco Malfoy si comporta in modo strano... sembra quasi gentile. Harry Potter si chiede il perchè. Lo scoprirà a Natale del loro quinto anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Da quel momento, la loro storia ha inizio." Questa è la prima storia che ho scritto ed è composta da 17 capitoli. Spero di ricevere dei commenti e delle critiche. Grazie.
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MISTERI

CICATRICE


Harry si svegliò… la luce filtrava attraverso le tende di seta verde… girò il capo… aprì leggermente gli occhi e, davanti a sé, ne vide un paio rosso sangue, che lo fissavano con odio… si tirò a sedere di colpo e si rigirò verso il punto in cui aveva visto i due occhi… ma c’era solo Marie, profondamente addormentata. Si chinò su di lei e la svegliò.
“A-Amore… svegliati… svegliati…”
La ragazza aprì leggermente gli occhi… li strofinò un po’ e poi li aprì del tutto, fissando il ragazzo, il quale la guardava con aria preoccupata.
“Cosa c’è, Harry? Perché mi hai svegliata?” chiese lei, sbadigliando.
Harry la fissò. Era tutto normale... i suoi occhi erano grigi, come sempre…
*Allora… mi sono sognato tutto… meno male…* Tirò un sospiro di sollievo.
“Allora? Mi dici perché mi hai svegliata così presto?” chiese lei.
“E-Ecco… scusa amore… ho letto male l’ora… credevo fossimo in ritardo per le lezioni… comunque io ora vado a farmi una doccia… tu torna pure a dormire…” Lei annuì, sorridendo. Lui si alzò. La fissò un attimo, sorridendole dolcemente, poi si voltò e si diresse verso il bagno. Lei rimase a fissare la porta un attimo, per poi rimettersi a dormire…….….
“… uhuhuh… piccolo stupido idiota… uhuhuh…”
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Dal giorno in cui Marie aveva avuto quell’incubo, Harry era andato a dormire sempre da lei. Le capitava spessissimo di fare quel sogno e ogni volta, il marchio sul suo petto diventava rosso… Avevano deciso di parlarne con Silente, così un giorno andarono nel suo ufficio, ma, purtroppo, alla fine, la discussione sul sogno era stata sviata… si era parlato di qualcosa di molto più urgente: Voldemort…
“Allora andiamo?” chiese Harry. La ragazza al suo fianco annuì. I due si incamminarono. Da una delle tante finestre, Marie osservò la foresta… rabbrividì al pensiero di quel sogno. Harry se ne accorse e le mise un braccio intorno alle spalle, stringendola a sè. Lei sorrise, in segno di ringraziamento.
Una volta arrivati davanti alla statua del Grifone, Harry disse: “Api Frizzole!” La statua si spostò, lasciandoli passare. Salirono fino alla porta dello studio del Preside, ma non bussarono, perché sentirono una cosa che li fece rabbrividire… Voldemort aveva fatto attaccare la famiglia del Ministro della Magia. Entrarono di colpo nello studio, trovandovi al suo interno, oltre a Silente, Piton, Sirius, Remus e la professoressa McGranitt.
“Cosa… Voldemort ha attaccato davvero la famiglia di Caramell?!”
Silente annuì e poi gli fece gesto di entrare e di accomodarsi su due sedie che aveva appena fatto apparire.
“Purtroppo sì, Harry. Voldemort si è ripreso molto più in fretta di quanto mi aspettassi. Durante il nostro duello, quando ha attaccato il Ministero, era rimasto ferito molto gravemente, ma non abbastanza da morire… inoltre molti dei suoi Mangiamorte erano rimasti uccisi quella notte e alcuni erano stati catturati dagli auror, quindi immagino che non avesse più molti seguaci dalla sua… è stato veramente molto veloce a riorganizzare le sue forze!”
“Senza contare che io ormai non posso più tornare da lui… ora sa che non ero più un servo fedele…” disse Severus.
All’improvviso, Marie si portò una mano alla tempia e chiuse gli occhi. Un forte mal di testa l’aveva colpita e sembrava non attenuarsi.
“Cosa c’è?” chiese preoccupato Harry.
“Mi… mi fa male la testa… temo… temo di non sentirmi molto bene…”
“È meglio che tu torni in camera… Harry, accompagnala tu…”
“Si, professor Silente.” Harry era così preoccupato per l’improvviso malessere della ragazza, che si dimenticò totalmente il motivo per cui erano andati nell’ufficio del Preside.


Più il tempo passava, più le condizioni della ragazza peggioravano. Inoltre aveva degli sbalzi d’umore davvero strani: un attimo prima rideva felice, un attimo dopo era fredda, crudele e velenosa. Il suo marchio, in quei momenti, prendeva una tonalità rossiccia.
Un giorno, però, Piton scoprì i cambiamenti anomali del marchio della ragazza, così corse immediatamente nell’ufficio di Silente.
“Signor Preside! Ho bisogno di parlarle… è piuttosto urgente…” disse, occhieggiando Sirius e Remus, che stavano discutendo fino a un attimo prima con Silente.
“Di che si tratta, Severus?” chiese, tranquillamente, il vecchio mago.
“La signorina Malfoy…” rispose, semplicemente, Piton.
Sirius chiese allarmato: “Cosa le è successo? Cos’è successo a Marie?”
Piton gli rivolse uno sguardo torvo. “Non ti interessa, Black…”
“Invece sì! È come una figlia per me! Ho il diritto di sapere come sta!” disse Sirius, alzandosi minaccioso.
“Questo non vale solo per te…” sibilò Piton.
“Sedetevi entrambi! Resteranno tutti qui, Severus…” intervenne Silente.
I due si sedettero, fissandosi con astio.
Poi Piton si voltò verso il preside e gli disse: “Come penso lei sappia, la ragazza ha spesso degli strani sbalzi d’umore, ma quello che ho appena scoperto è che ogni volta il suo marchio cambia colore. Da nero, prende una sfumatura rossa, ben diversa da quando il Signore Oscuro chiama a sé i suoi Mangiamorte. Inoltre mi sono ricordato il giorno in cui è stata fatta Mangiamorte: per imprimere il marchio su una persona, basta usare l’incantesimo Morsmordre, ma durante la sua iniziazione ci è voluto di più, perché prima Voi-Sapete-Chi ha pronunciato un altro incantesimo. Purtroppo era in un’altra lingua, che tuttora non conosco. Ho capito, più o meno, solo l’ultima parola, quella pronunciata prima del giusto incantesimo: qualcosa del tipo Ariem o Aries…”
Silente parve riflettere. Alla fine, disse: “Nel Reparto Proibito… nella zona più riservata… c’è una piccola stanza in cui sono custoditi i libri ritrovati nello studio privato di Godric Grifondoro. Credo di aver letto qualcosa al riguardo quando la stanza è stata trovata, ma non riesco a ricordare di preciso di cosa si trattasse”
“Non importa… lo cercherò”
“E io verrò a darti una mano!” intervenne Sirius. “E non fare quella faccia… non riuscirai a fermarmi!” continuò Sirius, con un ghigno, mentre Piton lo guardava, scocciato.
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“Ben svegliata… come stai oggi?” chiese Harry, voltandosi verso la ragazza stesa accanto a lui, che si era appena svegliata.
“Mmh… bene, grazie…” rispose lei, sorridendo.
“È da un po’ che non hai più incubi, vero?”
Lei annuì, sempre sorridendo. “Sei sveglio da molto?”
“Da un po’…” rispose lui, alzando le spalle.
“Potevi svegliarmi…” disse lei, fingendosi imbronciata.
Lui rise e poi disse: “Ho preferito guardarti mentre dormivi… avevi un’espressione così dolce, che non ho avuto il coraggio di svegliarti…”
“Ah, bhè… grazie del complimento…”
“Di niente” rispose lui, avvicinandosi e baciandola. “Sai che parli nel sonno?”
“Cosa?!” Lei arrossì. “E… e cosa dico?”
“Tante cose…” rispose lui, maliziosamente.
“Vale a dire?” insistette lei.
Lui per tutta risposta le fece una linguaccia e balzò in piedi.
Lei si tirò a sedere, per poi mettersi in ginocchio sul letto e scostare le tende.
“Aspetta, Harry! Dai dimmelo…” disse lei, con aria supplichevole.
Lui la fissò di nuovo maliziosamente, facendole gesto di seguirlo in bagno, per poi chiudersi la porta alle spalle.
Lei si risedette, sospirando. Poi si alzò e si diresse verso il bagno. Prima però si soffermò a fissare la sua immagine riflessa in uno specchio. Il suo sguardo si posò sul marchio. Si tappò la bocca per reprimere uno strillo… il marchio stava diventando rosso! Sentì un dolore, che andava aumentando, alla testa e al petto, così si premette una mano sul marchio e l’altra sulla tempia. Iniziò a scuotere la testa, cercando di allontanare il dolore, ma quello non cessava. Continuava ad aumentare. Strinse gli occhi, cercando di concentrasi. Si sentì pervasa da mille sensazioni; stava provando odio, rabbia, eccitazione, esaltazione…
Non riusciva a sopportare tutti quei sentimenti non suoi e, senza rendersene conto, dalla sua bocca iniziò ad uscire una sola parola ripetuta: “Basta… basta… basta… basta… BASTA!!” Si fermò di colpo e la porta del bagno si aprì.
“Cosa succede?” chiese Harry, allarmato.
“Eh?” esclamò lei, riaprendo all’improvviso gli occhi e abbassando le braccia lungo i fianchi.
“Cosa è successo? Perché stavi urlando?” chiese Harry, sempre più allarmato.
“Niente…” rispose lei, fissando il marchio dal riflesso nel vetro… era tornato normale… nessuna sfumatura rossastra. “Non è niente, amore… non è successo niente”
Lei gli prese la mano e fece per entrare in bagno, ma lui la bloccò. “Perché stavi urlando ‘basta’? Con chi stavi parlando?”
Lei lo guardò, tranquillamente. “Non stavo parlando con nessuno… non ti preoccupare. È solo che…”
“Che?” la incitò lui.
“…che credevo di aver visto il marchio diventare rosso, ma un attimo prima che tu entrassi, mi sono accorta che non era così… era normalissimo… È normalissimo. È tutto a posto…”
Lui parve convinto. La abbracciò, dicendole: “Sei sicura che vada tutto bene? Vuoi riposarti ancora un po’? Preferisci saltare le lezioni, per oggi?”
“Signor Potter! Che proposta indecente! Se la sentisse la signorina Granger, una bella lavata di capo non gliela leverebbe nessuno!” disse lei, scherzosamente.
Lui sorrise. “Sarebbe tipico di Hermione… ma Sirius mi darebbe ragione… anzi… mi inciterebbe a farlo più spesso…”
“Questo non lo si può negare!” disse lei, tra una risata e l’altra. “Senza contare però che Piton ti toglierebbe come minimo venti punti, per aver saltato la sua lezione…” disse lei.
“Ovvio…” rispose, semplicemente, lui, alzando gli occhi al soffitto.
“Comunque, caro signor Potter… poco fa, mi aveva fatto uno strano gesto, quando stava entrando in bagno… non ho capito molto bene le sue intenzioni… me le potrebbe spiegare?” chiese lei, fissandolo con malizia e tirandolo per il pigiama verso il bagno.
“Con molto piacere…” rispose lui, seguendola senza obiezioni (Ci mancherebbe… -_- N.D. Harry) e chiudendosi nuovamente la porta del bagno alle spalle.
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“Mi sembri preoccupato Harry. C’è qualcosa che non va?” chiese, premuroso, Sirius.
Harry lo fissò un attimo e poi gli disse: “Bhè… sì, sono preoccupato. A Marie capita spesso di fare degli incubi, ma soprattutto uno…”
“Di che sogno si tratta?”
“Bhè… sogna di correre, verso la foresta, dalla quale vede dei lampi e sente dei forti scoppi. Corre nella foresta e, quando ormai è arrivata nel luogo dai cui provengono quei rumori, vede due luci: la prima rossa; la seconda verde… e la vede che mi colpisce in pieno petto. Dopodiché si sveglia subito di colpo. Che ne pensi?”
“Penso che lei abbia molta paura… anche se cerca di non darlo a vedere… per questo fa incubi di continuo. Anche se in questo periodo è quasi sempre via, vedrò di parlarne con Silente. Non si sa mai, giusto?” chiese Sirius, con un sorriso incoraggiante.
Harry annuì, un po’ rincuorato.
“Manca poco a Natale… hai già deciso che regalo farle?” chiese Sirius, curioso, cambiando discorso.
Harry fece un sorriso scaltro. “Ovvio! L’ho anche già preso, che credi?! Non sono come te, che prendi i regali due giorni prima…”
Sirius si finse offeso. “Solo perché cerco le cose migliori e più utili…” gli rispose, facendogli una pernacchia.
“Sì, certo… sono tutte scuse…” disse Harry, cominciando a ridere insieme a Sirius.
“Ma cosa le hai comprato?”
“Sirius… se te lo dicessi, lei lo verrebbe a sapere entro mezz’ora…”
“Mi stai dicendo che non so mantenere un segreto?!”
“Precisamente…”
“Quanto sei bugiardo, ragazzo mio!” disse Sirius, amichevolmente.
Harry ricominciò a ridere e lo stesso fece Sirius.
“Cosa avete voi due da ridere?” chiese una voce alle loro spalle.
“Niente Remus… è solo che Harry dice che non so mantenere un segreto…”
“Ha perfettamente ragione, caro mio…” disse Remus, divertito.
“Ma come, Remus?! Gli dai ragione? E io che speravo che mi difendessi!”
“Ma Sirius, se ha ragione, ha ragione.. eh!” sospirò Remus, alla vista del suo amico, imbronciato.
“AH! È così che la pensate, eh?! Bene!”
Sirius fece per andarsene, ma Remus e Harry lo raggiunsero subito e lo fermarono, mentre tutti e tre scoppiavano a ridere di nuovo. (Vorrei essere lì con loro… ç__ç N.D. Miyu)

Le vacanze natalizie arrivarono molto presto… molti ragazzi preferirono tornare a casa e passare la festività con la famiglia, anche se la maggior parte dei ragazzi del settimo anno decisero di rimanere, per godersi l’ultimo anno di permanenza a Hogwarts.
“Finalmente! Non vedevo l’ora che iniziassero queste benedette vacanze!” esclamò Harry, sedendosi pesantemente su una poltrona vicina al fuoco, nella Sala comune dei Grifondoro.
“Ti ricordo che abbiamo molti compiti da fare, quindi, se fossi in te, mi porterei subito avanti, così da non averne troppi da fare alla fine…” disse Hermione. Ron e Harry storsero il naso, mentre Marie la guardò allarmata.
“Ma… Hermione… sei… sei sicura di sentirti bene?” chiese Marie, avvicinandosi a lei.
“Ma certo che sto bene!” rispose, un po’ offesa, Hermione. Marie la fissava ancora un po’ indecisa.
“Non ti preoccupare. Lei non sta male… lei è SEMPRE stata così” disse Ron, con un ghigno.
“Se lo dici tu…” rispose lei, ancora poco convinta.
“Ronald Weasley! Ora tu fai il favore di spiegarmi, perché hai usato quel tono, quando hai detto che io sono –SEMPRE stata così-!!” disse, furibonda, Hermione.
“Oddio… Hermione, ti prego, smettila… così sembri mia madre…” disse Ron, scandalizzato.
“Cos..?! Ma… ma che cretino, che sei!!” disse lei, cominciando a ridere.
All’improvviso, Harry si alzò in piedi e disse, rivolto a Marie: “Bhè… andiamo, amore?”
“Certo!” esclamò, tutta sorridente, la ragazza.
“Scusate… ma dov’è che andate?”
“Andiamo a fare un giretto nel parco…” rispose Harry alla domanda postagli da Ron.
“Ho capito… copritevi bene, però. Fuori fa un freddo!” disse Hermione. “Oh!” esclamò la Grifondoro, guardando fuori dalla finestra. “Stanno giocando a palle di neve… andiamo anche noi?” chiese raggiante a Ron.
“Si dai!” rispose Ron, entusiasta.
I quattro, dopo aver preso i loro cappotti, si diressero velocemente verso l’uscita del castello e, una volta arrivati, si divisero.
Harry e Marie, tenendosi per mano, fecero il giro del castello, cercando un posto in cui nessuno potessi disturbarli.
“Questo è davvero l’ultimo anno… Hogwarts mi mancherà di certo…” disse Harry.
“Ne sono successe di cose in questi sette anni… mi sembra ancora ieri, quando abbiamo attraversato con le barche il lago… e quando poi siamo stati smistati. Mi ricordo anche che prima dello smistamento, quando mi ero presentata a te, non mi hai neppure stretto la mano… che maleducato che eri…” disse Marie, con un sorrisetto.
“Oh, bè… non mi stavi molto simpatica a quel tempo… anzi, diciamo pure che ti odiavo…” rispose lui, un po’ imbarazzato.
“Anche Draco ti odiava…” Il suo sguardo si spense per un attimo, ma poi alzò di scatto la testa e si alzò in piedi, dicendo, allegramente: “SU! Non pensiamo al passato!! Dobbiamo pensare solo al nostro futuro!! Giusto?”
Harry sorrise. “Giusto amore!!” disse, alzandosi in piedi a sua volta.
Marie lo squadrò un attimo da capo a piedi e poi, imbronciata, disse: “Tu… tu sei diventato troppo alto, lo sai?”
“Come?” chiese, sbalordito, Harry.
“Ho detto che sei diventato troppo alto… non va affatto bene! Prima ero alta poco meno di te… ora devo alzare troppo la testa… non mi va affatto bene…”
Harry iniziò a ridere.
“Non c’è niente da ridere…” disse lei, facendogli una linguaccia e rimettendosi a sedere, subito seguita da lui.
“Amore, sai com’è… è la crescita. E il Quidditch mi aiuta parecchio…”
“Si nota… all’inizo eri un po’ floscetto, ma ora… anche se la cosa mi va a genio solo a metà.”
“Punto primo: quel ‘floscetto’ me lo lego al dito… Punto secondo: che cosa non ti va a genio, del mio fisico da macho?” chiese Harry, pavoneggiandosi.
Lei scosse la testa, ma rispose: “Punto primo: è inutile che neghi l’evidenza, Harry… nei tuoi primi 15 anni di vita, sei sempre stato floscetto… Punto secondo: la cosa che non mi va a genio del tuo fisico da ‘macho’, è che così facendo attiri un po’ troppe ragazze… tutte quelle primine che ti seguono ovunque tu vada…”
“Ahh… ho capito… però quando arrivi tu, scappano via…” disse lui, perplesso.
“Per forza… appena le vedo, il mio spirito da Serpeverde esce allo scoperto…”
“Cosa fai a quelle poverette?” chiese Harry, tra il divertito e l’allarmato.
“Sai quella ragazza, che è stata da Madama Chips per circa due settimane? Ecco… quella era opera mia… naturalmente lei ha avvisato le sue amiche e la voce si è sparsa tra le tue… nh… tra le tue fan…”
“Inizi a farmi paura, amore… è meglio che non ti lasci per un’altra, perché temo che potresti anche uccidermi…” scherzò Harry.
“Cosa?!” esclamò Marie, allarmata. “M-Mi vuoi davvero lasciare per un’altra?”
“Ma no, amore, che hai capito?! Non ti lascerei per nessun motivo al mondo!” disse Harry, guardandola negli occhi.
Lei tirò un sospiro di sollievo. “Mi avevi fatto venire un infarto…”
“Scusa… stavo solo scherzando. Non ti lascerò mai!” disse, abbracciandola e appoggiando la guancia sulla testa di lei.
“Neanche io!” disse lei, stringendo forte le braccia di lui. “Ehm… senti… è da un po’ che te lo volevo chiedere. Cosa faremo, quando avremo finito la scuola?” chiese, titubante, lei.
Lui arrossì. “Bè… potremo anche… potremo anche andare a vivere insieme… cioè… per conto nostro. C-Che ne dici?”
“Sarebbe magnifico!” rispose lei, sorridendo radiosa.
“Senza contare, che non penso che potremo restare ancora per molto a casa di Sirius…” disse lui, con una smorfia.
“Perché pensi questo?” chiese lei, curiosa.
“Perché Remus mi ha detto una cosa, qualche girono fa… mi ha detto che Sirius, tempo fa, ha conosciuto un auror, una ragazza, e che… bè… sia cotto e stracotto di lei”
“Ma dai? Davvero? È fantastico!!!”
Harry la guardò torvo. “Perché mi guardi così?”
“Perché non ci trovo niente di fantastico…” rispose lui, imbronciandosi.
Lei sorrise. “Harry… anche lui ha il diritto di vivere la sua vita… non puoi pretendere che lui pensi sempre a te… che ti stia sempre vicino…”
“Questo lo so benissimo… è solo che… che temo che mi mancherà troppo…”
“Ehi! Siamo maghi Harry! Ci basterà usare la Polvere Volante o Materializzarci a casa sua e il gioco è fatto! E poi… quando non avremo la possibilità di andarlo a trovare, ti consolerò io…” disse, maliziosa, lei.
“Questa sì, che è un’ottima idea!!” rispose Harry, sorridendo.
“A proposito… come si chiama questa ragazza? Magari la conosco…”
Harry si fece pensieroso. “Mmh… mi pare che si chiami… Maya Orwell… No, aspetta! Non Maya… Miyu Orwell!” (Ogni riferimento al nome dell’autrice è puramente casuale.) ( … ma quanto sei cretina… N.D. Tutti) (^^Grazie… N.D. Miyu) (Ma se ne è accorta che non era un complimento? O.o N.D. Harry sconcertato) (Temo di no… N.D. Draco)
“No, niente… mai sentita” disse Marie, dopo averci pensato un po’ su.

“Rientriamo? Qui fuori si gela…” disse Marie, dopo un po’.
“Va bene…”
Harry si alzò in piedi e lo stesso fece lei, ma poi lui si voltò verso Marie e si chinò leggermente per baciarla. Lei sorrise e lui chiuse gli occhi, abbassandosi ancora. Lei si stava alzando in punta di piedi, quando all’improvviso sentì dentro di se montare una forte rabbia e un forte senso di gelosia, tanto che si ritrovò ad urlare: “NON LO FARE!!!”
“Cos…?!”
Harry aveva appena fatto in tempo ad aprire gli occhi e vedere quelli di Marie iniettati di sangue, quando la mano di lei gli raggiunse con estrema velocità la guancia, tirandogli uno schiaffo portentoso, che lo fece spostare di qualche passo. Harry girò di scatto la testa e vide gli occhi della ragazza ancora rossi. La fissò allibito per qualche istante, quando il rosso degli occhi di lei, iniziò a sbiadire, fino a ritornare del colore del ghiaccio. All’improvviso, lei iniziò ad ansimare e, mentre i suoi occhi grigi si chiudevano, lei cadeva a terra svenuta. Lui corse immediatamente verso di lei e, con un attimo di esitazione, le aprì la maglietta e guardò il marchio impresso sul petto di Marie: era rosso fuoco!
“Allora… allora non mi ero sognato niente… era tutto vero…” Ricoprì il marchio e stringendo forte la ragazza tra le sue braccia, sussurrò: “Maledetto…”

Finalmente Natale era arrivato! Marie uscì di corsa dalla sua stanza e si diresse velocemente verso la Torre di Grifondoro con in mano diversi pacchetti.
Marie non ricordava molto bene cosa era successo durante la sua uscita nel parco con Harry, il primo giorno di vacanze. Ricordava solo che si stava alzando in punta di piedi per baciare Harry, quando all’improvviso tutto davanti a lei era diventato nero; poi si era svegliata sdraiata su una panchina con Harry, che la guardava preoccupato. Aveva anche notato un segno rosso sulla guancia del ragazzo e, quando gli aveva chiesto spiegazioni, lui aveva detto che non era niente, che non c’era niente di cui preoccuparsi, anche se, quando l’aveva detto, il suo sguardo si era incupito.
Era finalmente arrivata davanti al quadro della Signora vestita di Rosa, che come sempre le chiese la parola d’ordine. Marie rispose senza incertezza e, quando il quadro si fu spostato, lasciando il passaggio libero, entro velocemente nella Sala Comune della Torre, dove trovò, seduti vicino al fuoco, Harry, Hermione e Ron, che la aspettavano per poter aprire tutti insieme i regali di Natale.
“Buon Natale, ragazzi!” esclamò Marie, allegramente.
I tre le sorrisero e risposero: “Buon Natale a te!” Lei si sedette sul tappeto, di fianco a Harry.
“Incominciamo?” chiese Ron. Tutti annuirono e iniziarono a scartare i loro regali.
Mentre Ron era intento a ringraziare a modo suo Hermione, per il bellissimo regalo che gli aveva fatto, Harry avvicinò la sua bocca all’orecchio di Marie e le disse: “Il tuo regalo te lo do dopo… è troppo personale”
Lei annuì, anche se Harry notò una certa sorpresa nello sguardo della ragazza. La sua sorpresa emerse di più, però, nel vedere che la signora Weasley aveva mandato anche a lei un maglione fatto a mano con, di lato, ricamato il suo nome.
“È bellissimo!! Ron, dove ringraziare assolutamente tua madre! Sono così felice che l’abbia mandato anche a me!”
Lo aprì del tutto e se lo infilò subito. Ron la guardò sconcertato.
Aveva finito di ringraziare Hermione a suon di baci, così riuscì a dire: “Ma ti piace davvero? Guarda che non ti devi sentire obbligata, non ti deve piacere per forza!”
Questa volta fu Marie a guardarlo sconcertata. “Come sarebbe a dire? Guarda che io sto parlando seriamente! Mi piace davvero!”
“….” Ron non disse più niente, si limitò ad un’alzata di spalle, per poi ritornare a scartare i suoi regali.
Marie scartò il suo ultimo regalo, che, con immenso stupore di Harry e degli altri, era da parte di Piton. Quando aprì il suo regalo, i suoi occhi si illuminarono di una luce perversa. “Magnifico…” sussurrò estasiata. “Era da una vita, che desideravo questo libro…” Accarezzò la copertina e lo guardò come se fosse un tesoro inestimabile.
“A-Amore… ma che libro è?” chiese Harry, decisamente sorpreso.
“È un libro sulle Arti Oscure e sulle Pozioni più potenti e pericolose…” rispose lei, semplicemente, e continuando a fissare con desiderio il libro.
“A me regalano libri sugli Incantesimi di Difesa… invece a te Incantesimi sulle Arti Oscure… siamo messi bene…” disse Harry, sconfortato.
“Perché dici questo?! Cosa c’è di male? Non le uso di certo per fare del male a qualcuno… è solo che mi piace essere potente…”
“Una vera Serpeverde… ambiziosa, furba, purosangue…” disse Harry.
“E ne vado orgogliosa…” sibilò lei.
Lui le fece una linguaccia e poi le diede un bacio, al quale lei rispose subito. Quando si staccarono, lei incominciò a ridere e Ron e Hermione si guardarono con uno sguardo che aveva tutto il senso di: “Chi li capisce è bravo…”
“Ecco qua, amore…” disse Marie, dopo aver smesso di ridere, porgendo un pacchettino a Harry. Lui le sorrise e lo prese in mano. Lo scartò e spalancò gli occhi dalla sorpresa. Nel pacchetto c’era una scatola, al cui interno, Harry trovò un orologio da polso, che non segnava l’ora, bensì, proprio come quello che si trovava in casa di Ron, il luogo o lo stato in cui si trova la persona raffigurata nella lancetta. Harry alzò la testa e fissò stupefatto la ragazza, che però non lo guardava… stava trafficando con qualcosa che si trovava nella tasca della sua divisa. Ne tirò fuori un orologio preciso identico a quello che aveva appena ricevuto Harry, con la semplice differenza, che al posto della sua foto, c’era quella del ragazzo.
“L’idea mi è venuta quando ho visto l’orologio in casa di Ron. Ho pensato: ‘Se esiste di quelle dimensioni, non ci vorrà poi molto a farlo anche come orologio da polso!’ E così mi sono messa di impegno e alla fine sono riuscita a farne due! Contento?”
“È magnifico! Ma.. aspetta! Ma l’hai fatto da sola?!” Lei annuì, tranquillamente, come se non capisse come mai lui fosse tanto stupito.
“… complimenti… io non ci sarei ma riuscito…” sussurrò Harry, imbarazzato.
“Sì, bhè… io sarò riuscita a fare questo, ma intanto non riesco ad evocare nemmeno un Patronus, a differenza di qualcun altro, vero?” disse, scoccando uno sguardo divertito a Harry.
“Su questo non ci piove…” rispose lui, facendole una pernacchia.

Subito dopo pranzo, Harry e Marie andarono nella camera di quest’ultima… Harry doveva ancora darle il suo regalo.
Una volta arrivati, Harry le disse, indicandole la sedia: “Siediti…” Lei si sedette, appoggiando il gomito sulla scrivania di fianco. Lo fissava, curiosa di sapere quale poteva essere il suo regalo. Lo vide chiudere le tende della finestra, dalla quale non entrò più un filo di luce. Lo vide, inoltre, accendere delle candele in tutta la stanza, creando una strana atmosfera, che la emozionò parecchio. Dopodiché, lui le si avvicinò e si mise di fronte a lei, estraendo dalla sua tasca una scatolina di velluto verde scuro, con sopra un bel fiocco argenteo. Lei fissò incuriosita prima la scatola, poi Harry, poi di nuovo la scatola.
“Ecco.. questo è il mio regalo per te” disse lui, con un sorriso radioso, porgendole la scatolina. Lei la prese e, una volta tolto il fiocco, la aprì. Quando vide cosa era contenuto in essa, rischiò di svenire per l’emozione. Dopo un attimo di silenzio, nel quale aveva fissato Harry, rossa come un peperone e incredula insieme, gli rivolse un timido sorriso, dicendogli: “Non dovevi farmi sedere sulla sedia, per regalarmi una cosa del genere…”
Lui la guardò, non riuscendo a capire cosa stesse intendendo Marie, con quelle parole.
Lei si spiegò, dicendo: “Era meglio se mi facevi sedere sul letto, così, anche se fossi svenuta per l’emozione, non sarei caduta per terra…”
“A-Allora ti è piaciuto?”
“Infinitamente…” rispose semplicemente lei.
Lui la abbracciò talmente forte, da farle quasi mancare il fiato. “Sono così felice!” le disse lui.
“Anche io…” gli rispose lei.

Quella sera Marie si dirigeva velocemente verso lo studio di Severus Piton. Voleva ringraziarlo per il bellissimo regalo che le aveva fatto. Appena giunta di fronte alla porta dello studio, bussò con decisione ed entrò non appena sentì la voce dell’arcigno professori di Pozioni.
“Salve…” disse Marie.
“Ciao. Come mai sei venuta qui?” chiese lui.
“Volevo ringraziarti. Il libro mi è piaciuto da morire!”
Piton fece un sorriso beffardo. “Lo sapevo. Ti conosco troppo bene….”
“Sì, bhè… ma intanto non sapevi che ero una donna, prima che Silente te lo rivelasse, vero?” disse lei, sorridendo.
Marie notò un leggero rossore apparire e scomparire velocemente sul volto di Severus.
“Mh? Ma… ma quello è…” balbettò Piton, indicando l’anello che la ragazza portava sulla mano sinistra.
“Oh? Ah! Questo…” Lo sguardo di lei si addolcì nel guardare l’anello. “Questo me l’ha regalato oggi Harry…” disse arrossendo un poco.
Il professore la guardò malamente e scosse la testa. “Ma come hai fatto ad innamorarti di uno come Potter? Una come te, poteva avere di meglio…”
“Bhè… l’amore è imprevedibile…” disse lei, con un’alzata di spalle.
Poi per un attimo si perse nei suoi pensieri… si ricordò la sera di due anni prima, quando aveva rivelato a Harry di essere una donna. < Senti. Ma perché hai voluto rivelare a me il tuo segreto? > < Ho scelto te perché mi sembravi un tipo affidabile… >
“Ma forse io… io forse provavo qualcosa per lui, già da prima… per questo, forse, cercavo in tutti i modi di attirare la sua attenzione…”
“Come?” chiese Piton.
Marie si rese conto di aver detto ad alta voce, ciò che stava pensando. “N-Niente… stavo parlando tra me e me…”
“Ora è meglio che tu vada… si sta facendo tardi”
Marie si voltò e aprì la porta. Stava per salutarlo, quando le venne in mente una cosa: “Ah! Me ne stavo proprio dimenticando. A Capodanno, andiamo a bere ai Tre manici di scopa! Vieni anche tu, vero?”
“Chi ci va?” chiese Piton, sospettoso.
“Ehm… io, Harry, Ron, Hermione, Ginny, Pansy, Remus e... e Sirius…” disse in un sussurro quest’ultimo nome.
Lui grugnì. “C’era da aspettarselo!”
“Daaai! Ti pregooo! Vieni anche tuuu!” disse lei, supplichevole.
“No. Se ci va Black, io non vengo”
Lei si fece scura in volto. “Ti obbligo…” disse lei minacciosa.
“Tsk! Ma smettila…” disse lui, tranquillo. “Sei troppo debole… non riuscirai mai a farmi paura!” continuò Piton, diabolico.
Lo sguardo di Marie si incupì.
*Ho esagerato? Forse non avrei dovuto dirle che è troppo debole… è una cosa che tutti i Serpeverde odiano sentirsi dire… lei poi! È più orgogliosa di me!* pensò lui.
*E Va bene! L’hai voluta tu! Uhuhuh!* pensò Marie.
Lo sguardo scuro di lei, si trasformò in uno offeso, da bambina. Lo fissò con gli occhioni pieni di false lacrime.
Lui si paralizzò. “E-Ehi.. no.. a-asp… che-che stai facendo?! N-Non vorrai mica metterti a.. a…”
Lei si mise le mani sul volto e, da brava attrice, disse, in tono disperato: “Come sei crudeleee! Io lo facevo per te e guarda un po’ come mi trattiiii!!”
“N-No.. asp.. non piangere, ti prego!”
Ma lei non accennava a smettere.
“Va bene! Ci vengo, ci vengo!” disse lui, esasperato e sconvolto.
“Davveroooo??” chiese lei, sempre nello stesso tono.
“Sì, sì. Te lo prometto!”
“Bene!” disse lei, togliendo le mani dal viso e guardando sorridente Severus. “Ti aspettiamo alle 21, davanti alla Sala Grande”
Lei si diresse verso la porta, la aprì e si girò un attimo. Piton la fissava con la bocca spalancata. Lei trattenne una risata.
“Tu…. Tu stavi fingendo??!!” chiese, alla fine, Piton.
“Ovvio!!” rispose lei, sorridendo.
“Se ti prendo…!” disse lui, fingendosi arrabbiato.
Lei uscì ridendo, poi socchiuse di nuovo la porta dello studio e vi infilò all’interno la testa. “Non riuscirai mai a dirmi di no…. La vinco sempre io!”
“Cretina…” disse lui, fissandola di traverso.
“’Notte….” disse lei, ridendo. Marie uscì e si diresse, pensierosa, verso la Torre di Grifondoro. Stava ripensando a quello che le era venuto in mente prima…
Quando arrivò alla Torre, cercò Harry e, una volta trovato, gli chiese: “Harry.. ma se Neville ti rivelasse di essere una donna, tu non ti innamoreresti mica di lui, vero?”
“EEH?!” esclamò sbalordito il ragazzo dagli occhi di smeraldo. (Scusa la domanda…. Ma questo cosa c’entra adesso? N.D. Lettori) (Ehm… questa battuta è stata scritta da.. da.. ehm… dal mio alter ego! N.D. Miyu) (Ehi! Non dare la colpa a me, adesso! N.D. Alter ego di Miyu) (Un attimo di pazzia… perdonatemi vi prego… N.D. Miyu) (………. Vediamo…. Solo se continua bene, se nò… al rogo! WAHAHA!! N.D. Lettori) (E poi sono io la pazza, eh? -_- N.D. Miyu)

Il 31 Dicembre, alle nove e dieci minuti di sera, davanti alla Sala Grande, un gruppetto di persone stava chiacchierando allegramente, in attesa degli ultimi ritardatari. Dai sotterranei arrivarono tre persone: Marie, Piton e Pansy Parkinson, diventata grande amica della prima. “Finalmente siete arrivati! Ce ne avete messo di tempo!” esclamò Harry, rivolto più a Marie, che agli altri. Non gradiva molto la presenza di Piton e il fatto che fosse stata la stessa Serpeverde ad invitarlo, lo irritava parecchio.
“Scusa, Harry… non pensavo fosse già così tardi” disse lei.
“Non fa niente, dai…” rispose lui, prendendola per mano.
“Ci siamo tutti?” chiese Remus, guardando ad uno ad uno le persone intorno a lui. Tutti annuirono. “Bene! Allora possiamo andare!” disse Remus, avviandosi verso l’uscita.
Quando arrivarono a Hogsmead, ai Tre manici di Scopa, ordinarono diverse burrobirre e si sedettero ad un tavolo. Sirius si sedette di fianco a Remus e di fianco al lupo mannaro si sedette, con sguardo contrariato, Severus, seguito da Marie, Harry, Ron, Hermione, Ginny e Pansy. La serata inizio tranquillamente: tutti parlavano tra di loro, fino a che, dopo diversi boccali di burrobirra, scoppiò una lite tra Sirius e Severus.
“Non riuscirai mai a battermi, Sev!!” disse Sirius, versando un po’ di burrobirra per terra.
“Scommettiamo Black, che ci riesco invece?! E non chiamarmi più Sev!”
“Va bene! Scommettiamo! Il primo che crolla, paga! Sei d’accordo, Sev?”
“D’accordo, Black! E smettila di chiamarmi Sev!”
I due ordinarono moltissimi boccali di burrobirra e la sfida ebbe inizio.

Quando mancava poco alla mezzanotte, la situazione era degenerata. Sirius e Severus avevano interrotto la loro sfida e, ubriachi come non lo erano mai stati, si erano messi a ballare a braccetto per il locale, scatenando le mille risate degli altri clienti. Intanto, Ron aveva anch’egli alzato un po’ troppo il gomito ed era corso in bagno, seguito da Hermione, che cercò di aiutarlo. Ginny e Pansy avevano intrapreso una discussione piuttosto accesa sui ragazzi più carini della scuola. Mente una diceva che il più carino, oltre a Harry, era un ragazzo di Corvonero, l’altra rispondeva che il più bello della scuola era assolutamente il nuovo cacciatore della squadra dei Serpeverde. Poi anche Harry stava discutendo, ma con Remus, su quanto fossero idioti Sirius e Piton, sul regalo che aveva ricevuto da lui e da Sirius e su altri argomenti.
Infine, Marie fissava divertita i due uomini ballare per il locale.
*Quanto sono buffi!!* pensò la ragazza. *Sono troppo diver… -ti desidero…- Eh?*
Nella sua mente si erano fatte strada quelle parole, parole che però lei non aveva pensato.
*-sei bellissima..- MA COSA CAVOLO SUCCEDE?* pensò allarmata lei, guardandosi intorno. Nessuno notò il suo sguardo, che mutò gradualmente da grigio a rosso.
*-ti voglio…- N-No… cosa… cosa succede?*
All’improvviso la sua mano destra si mosse da sola. Si infilò sotto la maglietta della ragazza, accarezzando con avidità ogni singolo pezzo di pelle di Marie. Lei cercò di riprendere il controllo del suo arto, ma quello continuava la sua risalita. Salì e accarezzò con le punta delle dita, il marchio arrossato. Poi scese poco più in basso, fermandosi sul seno della ragazza. Lo accarezzò un attimo e poi lo strinse forte, provocando un forte dolore alla ragazza. Lei si piego in due sulla sedia, mentre aveva iniziato ad ansimare per lo sforzo di tentare di controllarsi e mentre nella sue mente si facevano strada queste parole: *-ti voglio… ti voglio solo per me… ti voglio ORA!-*
Lei si alzò di scatto e si diresse di corsa verso la porta. La spalancò e uscì. Di fuori stava nevicando copiosamente. Harry si alzò di colpo e la seguì, mentre gli altri clienti, si guardavano intorno, sbalorditi.
Marie correva veloce, mentre nella sua testa si facevano largo sempre le stesse parole: *-vieni da me… vieni da me… io ti voglio… ti desidero… ti voglio ora… vieni!-*
Lei continuò a correre, fino a che non sentì una mano, che la prese per il braccio, fermandola di colpo. Harry era riuscito a raggiungerla. I due ansimavano per la corsa, per il freddo e, almeno per lei, per lo sforzo. Gli occhi di Marie erano ancora iniettati di sangue.
“LASCIAMI ANDARE! LASCIAMI ANDARE!” urlava lei.
Lui la strinse per le spalle e la scrollò, cercando di farla tornare in sé.
Lei, però riuscì a liberarsi e, una volta presa la bacchetta, urlò: “STUPEFICIUM!”
Harry cadde a terra, schiantato, mentre gli occhi di lei tornavano grigi e mentre erano sopraggiunti Remus e Hermione. I due fissarono increduli il corpo di Harry e poi Marie, che teneva tremante la bacchetta.
“Cosa… cosa ho fatto?! Perché… io.. io non volevo… non… riesco a ca… capir…e…”
Svenne.
Quello, per tutti, all’infuori di Harry, rimase un fatto inspiegabile. Purtroppo, però, non fu l’unico.

Accadde spesso che scene del genere si ripetessero, mentre il tempo passava… mentre le ore diventavano giorni; i giorni, settimane; le settimane, mesi… e una sera di inizio Maggio, accadde ciò, che era stato previsto… ciò che non poteva essere cambiato…

Harry e Marie stavano andando verso la Sala Grande per la cena, quando gli occhi della ragazza si tinsero nuovamente di rosso. Marie si fermò di scatto e disse, in tono canzonatorio: “Uhuhuhuh… Potter…”
Harry si fermò e si girò di scatto. “Lasciala…”
Ma Marie continuava a sogghignare. “LASCIALA HO DETTO!!” urlò Harry, furioso.
“Vuoi salvarla? Vuoi che io non la possegga più? È questo che vuoi, Potter?”
“Sì! È ESATTAMENTE QUESTO CHE VOGLIO!!” disse Harry, urlando un’altra volta.
“Bene, allora… ti aspetto nella foresta; a Nord-est c’è uno spiazzo dove potremo combattere senza problemi… in palio, ci sarà lei… uhuhuh.. ti aspetto…”
“Ci sarò!” rispose Harry, guardandola con aria di sfida. “Ora lasciala…”
Si stava per avvicinare, quando Voldemort disse: “Sai… quando non si era ancora ribellata a me, potevo solo sfiorarla, perché lei mi fermava quasi subito… invece, ora… ora che posso possederla, posso fare ciò che voglio… sai, è bellissima… e morbida e calda… ma credo che tu stesso l’abbia potuto notare… uhuhuhuh…”
Harry si bloccò di colpo. Il suo sguardo furioso si posò su quello provocatorio di Voldemort. Harry si scagliò contro di lui… stava per dargli un pugno, essendo accecato dalla rabbia, quando vide gli occhi della ragazza tornare normali… lei si portò di scatto le braccia davanti al volto, ma lui si fermò in tempo. Lei tolse lentamente le mani e lo fissò, sbalordita.
“Cosa… cosa stavi facendo, Harry? Perché…?”
Ma non finì la frase perché le si era buttato addosso, abbracciandola con forza. “Perdonami… perdonami amore mio… perdonami per… per tutto quanto…” le disse, cercando di trattenere, anche se a stento, le lacrime.
“N-Non fa niente, amore… non fare quella faccia… va tutto bene…”
Lui la guardò tristemente e poi le disse: “…ora ti accompagno nella tua camera… devi riposarti…”
“V-Va bene…” disse lei, perplessa.
Lui la portò fin davanti alla porta della sua camera. Lei l’aprì, ma non entrò… si girò verso di lui e rimase a fissarlo per qualche secondo.
“Su… entra…”
Lei rimase ferma. “Harry… che cos’hai? Sei così strano... ti prego… dimmi che cos’hai… non devi nascondermi niente… ti prego…” disse lei, con aria supplichevole e spaventata.
Lui la guardò, mentre i suoi occhi diventavano lucidi. La abbracciò nuovamente con forza e poi la baciò. Rimase a baciarla per diverso tempo, finché si dovette staccare per riprendere fiato.
“Ti amo…” le disse.
“Anche… anche io…” rispose lei, preoccupata.
Lui le sorrise e, cercando di essere più convincente possibile, le disse: “Ora vai… e stai tranquilla… io sto benissimo… sono solo preoccupato per te… non ti vedo molto bene, in questo periodo…”
Lei annuì e, salutandolo un’ultima volta, chiuse la porta. Si mise subito a letto, perché, effettivamente, non si sentiva davvero molto bene… le girava la testa e aveva un po’ di nausea… riuscì quasi subito ad addormentarsi, provando, però, un forte senso di turbamento.

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“Bene… sei arrivato… cominciamo subito…”
Harry si posizionò davanti a Voldemort, fissandolo con odio. Poi inclinò leggermente il capo e alzò la bacchetta, pronto al duello.
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Una tremenda scossa aveva svegliato di colpo Marie… si mise a sedere, ansimando… cercò di riprendere fiato, quando si accorse che il marchio era nuovamente rosso…
Il suo sguardo cadde casualmente sull’orologio che portava al polso. La lancetta di Harry era spostata sulla parola ‘Pericolo’. Un fortissimo senso di paura si impadronì di lei e senza pensarci due volte, si alzò di scatto, prese la bacchetta e uscì…
Iniziò a correre… continuò fino a che non vide la foresta e le luci provenienti da essa.
Fu allora… fu allora che si ricordò il suo sogno e lo collegò al colore del marchio, alla lancetta dell’orologio e alla paura che l’aveva fatta agitare fino a quel momento. Ricominciò a correre il più velocemente possibile, verso l’uscita… passando accanto alle finestre vedeva i lampi. Un senso di angoscia cresceva dentro di lei.
Arrivò all’uscita e si fece forza, iniziando a correre ancora più velocemente.. la bacchetta sempre stretta nella mano destra.
Arrivò al margine della foresta… era molto buia… vi si addentrò e cercò di correre il più velocemente possibile… ma era difficile: il percorso era tortuoso e molti rami bassi le graffiavano braccia e viso. Continuò a correre, sentendo gli scoppi farsi più forti man mano che si avvicinava. Alla fine, vide una luce rossa e, oltrepassando un albero, vide una luce verde colpire Harry in pieno petto. “NOOOOOO!!!”

Nel frattempo…
“Neanche in questo… Accidenti!” urlò esasperato Severus.
“Black… hai trovato qualcosa?” chiese poi rivolto a Sirius.
“No, purtroppo… niente che parli di un incantesimo simile…” disse, tristemente, l’animagus. Severus si alzò e si diresse verso uno scaffale, ancora pieno. Lo guardò, spazientito. Poi prese velocemente il primo libro che gli capitò e si sedette nuovamente, iniziando leggerlo attentamente.
Passarono alcune ore, quando Sirius disse: “Non sono mai stato tanto chino sui libri… è piuttosto stressante…”
Piton alzò gli occhi al cielo, spazientito, per poi voltare pagina. Spalancò gli occhi per la sorpresa e disse, tremante: “B-Black… vieni qui! Forse.. forse ho trovato quello che stiamo cercando!!” Sirius, quasi cadendo dalla sedia, corse verso Severus, il quale prese a leggere ad alta voce ciò che era scritto su quelle pagine, ingiallite dal tempo.

Quando Severus finì di leggere, fissò Sirius, che teneva ancora lo sguardo sconvolto rivolto verso le pagine appena lette.
“Dobbiamo… dobbiamo andare da Silente e… ed informarlo… dobbiamo parlarne anche con Marie… prima che sia troppo tardi… Tu-Sai-Chi deve essere proprio impazzito per aver fatto una cosa del genere…”

“Questo è molto grave… dobbiamo avvertirla assolutamente!” disse il Preside, dopo che Sirius e Severus gli ebbero spiegato la situazione.
I tre si alzarono e uscirono dallo studio del Preside, diretti verso i sotterranei.
“Ma come faceva Voldemort a conoscerla?” chiese Sirius a Silente.
“Molto probabilmente anche Salazar Serpeverde e le altre due fondatrici della scuola avevano un libro simile… quindi penso che Voldemort ne sia venuto a conoscenza tramite il testo posseduto da Serpeverde, essendone, inoltre, lui stesso l’erede…” rispose Silente, continuando a camminare speditamente verso i sotterranei.
A un certo punto, però, Severus notò qualcosa di strano.
Si fermò di scatto e richiamò l’attenzione del Preside e dell’animagus. Dalla foresta provenivano scoppi e lampi.
“Oh no… non può essere… il… il suo sogno!!” urlò Sirius.
Si trasformò e corse il più velocemente possibile verso l’uscita. Silente e Severus corsero subito nella direzione presa dall’animagus, ma restarono molto indietro.
“Ma che gli è preso?!” sbraitò Severus.

I tre correvano nella Foresta, chi più avanti, chi più indietro. I rumori diventavano sempre più forti. Sirius ormai sentiva quasi gli Incantesimi che venivano urlati. Stava per arrivare allo spiazzo in cui si stava svolgendo il duello, quando sentì due urla pronunciare la stessa Maledizione… “AVADA KEDAVRA!!”
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“NOOOOOOOOOO!!!” Marie corse da lui. Mentre correva verso Harry, fu preda della disperazione… quando lo raggiunse, si buttò a terra ed iniziò a scuoterlo, urlando il suo nome. All’improvviso, però, vide Harry muoversi un po’ e aprire gli occhi. Lo sguardo verde smeraldo di Harry incontrò quello color ghiaccio di Marie. La guardava stupito.
“Cosa… cosa diavolo ci fai qui? Perché non sei rimasta al castello come ti avevo detto?”
“E perché tu non mi hai detto che saresti venuto qui a combattere contro di lui? Perché l’hai fatto? Nonostante il mio sogno, tu non mi hai avvertita! Sei stato uno stupido!”
“Mi dispiace…” disse lui.
Poi Harry si rialzò in piedi e anche Marie fece lo stesso. Harry stava fissando con odio Voldemort, il quale lo ricambiava apertamente. Poi il suo sguardo si spostò sulla ragazza e lei gli rispose con uno sguardo duro e freddo.
“Appena avrò finito con lui… nessuno mi impedirà di averti…” disse Voldemort con un ghigno, rivolto a Marie.
“Non ti permetterò di fargli del male!” sibilò lei, mettendosi davanti a Harry.
Il ghigno sul volto di Voldemort scomparve e fu rimpiazzato da una smorfia di disgusto. “Povera piccola stupida… ma hai visto cosa ti ha fatto quell’inutile ragazzino?! Ti ha rammollita… ma non ti preoccupare. Riuscirò a farti ritornare come una volta…” I suoi occhi erano illuminati da un bagliore di pazzia e perversione.
“Stai indietro, adesso… ci penso io” disse Harry, senza guardarla.
“No! Non te lo lascio uccidere da solo… lo sai che ha ucciso mio padre ed io… io ho intenzione di fargliela pagare!”
Voldemort rise. “Tuo padre era un’idiota… DOVEVA morire!”
“Eri TU che dovevi morire! Non lui! Stupeficium!!”
Dalla bacchetta della ragazza uscì una luce rossa, ma che Voldemort respinse senza problemi. Stava guardando Marie con uno sguardo colmo di rimprovero.
Alzò la bacchetta e disse: “Crucio!”
All’inizio lei cadde in ginocchio, mentre Harry alzava la bacchetta per cercare di respingere l’attacco di Voldemort, ma Marie, barcollando, iniziò a rialzarsi.
“Lo sai… lo sai che con me… NON FUNZIONA!! STUPEFICIUM!!” urlò di nuovo per respingere la Maledizione. Voldemort respinse nuovamente l’incantesimo e l’effetto della Maledizione Cruciatus si dissolse, lasciando un grande dolore, però, in tutto il corpo della ragazza.
Harry la strinse a sé e le chiese: “Tutto bene?”
Lei annuì, sforzandosi di fare un sorriso. Anche lui le sorrise e Voldemort, vedendo quella scena per lui così patetica, lanciò un’altra Maledizione Senza Perdono: “Avada Kedavra!!”
“ATTENTO!!” urlò Marie, spingendo Harry di lato e tirandosi indietro per evitare il lampo di luce verde, scaturita dalla bacchetta di Voldemort. I due, però, dovettero rialzarsi e spostarsi velocemente, di nuovo, perché Voldemort aveva iniziato a scagliare contro entrambi una raffica di Maledizioni.
I due riuscirono ad evitare e a respingere i getti di luce, fino a che non si ritrovarono fianco a fianco. In quel momento Voldemort si concesse un attimo di respiro e i due ne approfittarono: alzarono le bacchette e lanciarono nello stesso momento la stessa maledizione…
“AVADA KEDAVRA!!”
In quel momento, comparve Sirius, ritornato umano e con in mano la bacchetta. Vide un enorme fascio di luce verde colpire in pieno Voldemort, il quale cadde a terra, privo di vita. I due ragazzi tirarono un sospiro di sollievo e iniziarono ad esultare, ma i loro festeggiamenti furono interrotti da Sirius, che urlò, con tutto il fiato che aveva in gola e con tutta la disperazione che aveva in corpo: “NOOOOOOOOO!!!”
I due ragazzi, sorpresi sia dal fatto che lui si trovava lì, sia dal fatto che aveva urlato in modo disumano, dissero: “Sirius! Cosa c’è? Perché hai urlato… MARIE!!!”
Harry stava fissando la ragazza con terrore.
All’improvviso, Marie aveva sentito un dolore fortissimo al marchio. Si era portata le mani al petto, quando sentì il marchio andare in frantumi, come se fosse stato fatto di vetro. I suoi occhi si chiusero, mentre cadeva a terra e mentre dal marchio fuoriusciva il suo sangue…
***********************

Marie si svegliò di colpo. Quando aprì gli occhi, vide che tutto intorno a se era nero… nient’altro si vedeva, solo il nero.
“D-Dove mi trovo? ………. C-Chi sono io?”
Non riusciva a ricordare niente di quello che le era successo, né chi fosse, ma nella sua mente si fece largo un nome: ‘Draco Malfoy’
“S-Sì… è vero… mi.. mi chiamo Draco… giusto…” si disse. Si rese conto di essere sdraiata a terra, tutta raggomitolata, come se avesse freddo. Si impuntò sulle mani e si alzò. Si guardò intorno.
“C’è qualcunooo??” chiamò, senza, però, ricevere risposta.
“C’è QUALCUNOOO?” urlò più forte, ma ancora non le arrivò alcuna risposta. Si sentì angosciata. Non c’era niente e nessuno vicino a lei. Era persa nel nulla. Cosa poteva fare? Presa dal panico, cominciò a correre e ogni tanto urlava ancora, in cerca di qualche segno d vita in quello spazio senza fine.
Dopo diversi minuti di corsa, si fermò, ansimante. Nel riprendere fiato, si accorse di avere indosso un semplice abito di seta bianca. All’improvviso, però, le parve di sentire dei versi… dei rumori. Non era riuscita a distinguere il suono percepito dalle sue orecchie. Rimase in silenzio, ma non udì niente. Per un attimo, pensò di essersi purtroppo immaginata tutto, ma dopo qualche secondo lo sentì di nuovo. Il rumore veniva dalla sua destra.
Così provò a correre in quella direzione, chiamando: “Ehiii!! C’è qualcunooo??”
Continuò a correre, fino a che, in lontananza scorse una luce. Sembrava un fuoco. Iniziò a correre ancora più velocemente e quando fu più vicina, sentì più distintamente i versi provocati da una figura rannicchiata su se stessa, davanti alla quale si ergeva minacciosa una figura umana fatta completamente di fuoco. Marie si avvicinò ancora e quando fu abbastanza vicina, si inginocchiò di fianco alla piccola figura, che scoprì essere una bambina di pochi anni. La bambina piangeva, disperata, e Marie provò a chiamarla, a chiederle perché stesse piangendo, ma quella sembrava non averla neppure notata, continuava a piangere, mentre il fuoco di fronte a lei, scoppiettava.
All’improvviso, dal fuoco, provenì una sorta di ruggito, che spaventò ancora di più la bambina, la quale alzò di scatto la testa, fissando con crescente terrore la figura, che aveva iniziato ad ondeggiare in modo strano, restando però ferma nello stesso punto. Dal fuoco, partì una fiammata, di lato, e la bambina urlò. Marie si voltò a fissare la bambina e notò, con orrore, che sul braccia della piccola si stava formando un brutto taglio, dal quale iniziò ad uscire copiosamente il suo sangue. Di nuovo, dal fuoco partì una fiammata e la bambina urlò di nuovo di dolore, mentre sulla sua gamba si formava una profonda ferita. Marie si mise davanti alla bambina, le cui ferite aumentavano sempre più velocemente, e la strinse forte tra le sue braccia, urlando: “SMETTILA! SMETTILA DI FARLE DEL MALE! SMETTILA DI FARLE DEL MALE!” Il fuoco si fermò per un istante, ma poi riprese con ancora più foga, mentre la bambina strillava. Marie provò a spostarla di peso, ma quella sembrava che fosse inchiodata al pavimento… non riusciva a spostarla nemmeno di un millimetro.
Presa dalla disperazione e dall’angoscia per il fatto di non riuscire a fare nulla per quella povera bambina, ricominciò ad urlare: “SMETTILA!!”
All’improvviso si girò e si alzò in piedi, urlando direttamente contro il fuoco: “SMETTILA… SMETTILA DI FARMI DEL MALEEEE!!!”
Il fuoco si fermò, la bambina smise di piangere e lei stessa si paralizzò… non si era nemmeno resa conto di quello che aveva detto. Era uscito tutto da solo. Si girò lentamente verso la bambina, che si era alzata in piedi, tutta sporca di sangue. Gli occhi della piccola erano diventati immensamente freddi e vuoti, mentre fissava quelli pieni di lacrime di Marie…
*I miei occhi… io avevo quello sguardo quando ero piccola… tutto per colpa sua…*
Si voltò verso il fuoco, che ora era scomparso e la persona, che si ergeva minacciosa su di lei, non era altro che suo padre.
*È lui… è lui che mi faceva questo… è lui…*
Lucius le tirò uno schiaffo ancora prima che lei se ne potesse rendere conto. Rialzò lo sguardo verso di lui e lo fissò con odio.
“Maledetto… MALEDETTO! IO TI ODIO!! IO TI OD…!!!”
Ma non riuscì a proseguire, perché le mani del padre si erano chiuse fortemente intorno al collo della figlia.
“È colpa tua… piccola stupida… È COLPA TUA SE SONO MORTO!!!” le urlò lui, lanciandola a terra. Lei tossì, massaggiandosi il collo, mentre una strana sensazione cominciò a farsi strada dentro di lei.
*M-Morto?! M-Ma non è possibile.. lui… lui non è morto… lui è qui.. davanti a me…* All’improvviso nella sua mente si formò un’immagine… non riusciva a capire cosa fosse di preciso… era molto sfuocata. Sembrava un uomo, steso a terra…
“È colpa tua se quel giorno sono morto…” disse lui, crudele.
“Q-Quel… g-giorno…?” balbettò lei.
“Sì… QUEL giorno… quello in cui hai osato tradire il tuo padrone!!”
“Aaah!!”
Dalla bocca di Marie fuoriuscì uno strillo soffocato, mentre nella sua mente riuscì a ricordare… riuscì a ricordare quello che era accaduto il giorno in cui Voldemort aveva deciso di attaccare il Ministero.
< Mi… mi.. dispiace… mi dispiace per quello… che.. ti ho fatto… > < Papà… papà… non fa niente… non mi importa più… non fa niente… > < Ti voglio bene, papà… ti voglio bene… > < Anche io… piccola.. mi..a… >
Marie si alzò di scatto, fissando con odio l’essere che aveva di fronte a sé.
“Come osi…” disse con tono minaccioso. “COME OSI PRENDERE LE SEMBIANZE DI MIO PADRE?!”
“Mpf! Io SONO tuo padre…” disse lui.
“NON è VERO! LUI NON MI ODIAVA!! MI VOLEVA BENE!! ME L’HA DETTO PRIMA DI MORIRE!! TU SEI SOLO UN IMPOSTORE!!” urlò lei, con rabbia.
Dietro di sé, Marie sentì uno strano rumore e si voltò. Vide la bambina diventare una nuvola di fumo grigiastro, il quale, dopo pochi istanti, le si scaglio contro.
Lei cadde a terra, battendo forte la testa e svenne.
********************

I suoi occhi si chiusero, mentre cadeva a terra e mentre dal marchio fuoriusciva il suo sangue…
Harry corse immediatamente da lei, urlando il suo nome. Quando la raggiunse, iniziò a scuoterla freneticamente, cercando invano di svegliarla. Sopraggiunse immediatamente Sirius che, dopo aver constatato che la ragazza fosse ancora in vita, la prese in braccio e iniziò a correre, seguito a ruota da un sempre più sconvolto Harry, verso il castello. Nel viaggio di ritorno, i due incontrarono Silente e Piton ansimanti per la corsa, i quali, dopo aver lanciato un occhiata preoccupata prima a Marie e poi a Sirius, che scosse freneticamente la testa, fecero dietro-front, correndo velocemente di fianco all’animagus e a Harry. Non c’erano voluto parole… i due avevano già compreso cosa era accaduto.

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Marie si svegliò di colpo. Quando aprì gli occhi, vide che tutto intorno a se era nero… nient’altro si vedeva, solo il nero.
“D-Dove mi trovo?” Non riusciva a ricordare bene. Sapeva il suo nome, Draco Malfoy; sapeva di essere una donna; sapeva che suo padre era morto per proteggerla e che lui le voleva bene. Solo questo ricordava.
Si guardò intorno, in cerca di qualche segno di vita, ma nulla era visibile, oltre alla tremenda oscurità che la avvolgeva.
“C’è qualcuno??” urlò lei, provando uno strano senso di dejawoo. Nessuno rispose… ma dopo un attimo di silenzio, sentì dei rumori, dei passi, provenienti da davanti a lei. Guardò con intensità il punto da cui sentiva provenire quei rumori, in attesa.
Attese, fino a che una figura di un ragazzino di undici/dodici anni non le si parò di fronte. I suoi occhi grigi la fissavano con aria di sufficienza, mentre i suoi capelli d’oro risaltavano in quel nero così profondo.
“T-Tu… tu sei… tu sei…” balbettò lei, incredula.
“Esattamente!” sibilò lui, guardandola ora con gli occhi ricolmi di odio.
“N-Non è possibile… tu non puoi essere qui… tu eri dentro di me…” disse lei.
“ERO dentro di te! Avevo preso il tuo posto! Ma poi tu mi hai cancellato dalla tua vita… mi hai eliminato, senza nemmeno chiedere come la pensavo! Mi hai usato fino a che non hai voluto ricominciare a vivere… tu mi hai solo usato per non soffrire!!”
“Cosa ne puoi sapere tu di sofferenza, di paura? Nostro padre non ti toccava quasi mai, nemmeno con un dito, solo perché tu eri più ‘uomo’ di me! Tu eri solo una personalità fasulla, nata per dare il contentino a nostro padre!”
“Lui almeno mi apprezzava! Mentre per colpa tua, lui è morto! Se ci fossi stato io, questo non sarebbe mai successo!”
“Se ci fossi stato tu, Voldemort vi avrebbe sfruttato per il resto della vostra vita! E poi, nostro padre, non ti avrebbe mai detto quello che invece ha detto a me! Prima di morire, mi ha detto che mi voleva bene e che gli dispiaceva per essersi comportato sempre in quel modo con me!” “Quella sarebbe stata vera vita! Servire il Signore Oscuro! Essere il suo braccio destro! Invece tu cosa hai fatto?! L’hai tradito!!”
“Io almeno ho preso una decisione autonoma! La tua vita sarebbe stata solo una finzione! La tua non sarebbe stata mai una vita vera!”
“Almeno io ero felice! E lo sarei stato ancora se tu non ti fossi intromessa!”
“Essendo la tua, una vita fasulla, priva di significato, tu non saresti mai stato veramente felice, perché eri già morto dentro!!”
Draco si bloccò di colpo, fissandola con sguardo sconvolto. Iniziò a tremare violentemente, premendosi la mano sulla bocca. Poi, all’improvviso, dal suo corpo iniziarono a fuoriuscire dei fasci di luce dorata. Il suo corpo esplose in mille pezzi, mentre lui urlava di dolore. La luce, ora libera, si diresse a grande velocità verso Marie, che ne fu investita in pieno.
*******************

Intanto, mentre il tempo passava inesorabile, Sirius aveva fatto leggere a Harry e agli altri ciò che Severus aveva trovato, facendoli cadere nello sconforto… Harry in primis…
Una maledizione, peggiore perfino delle tre senza perdono…

“Una delle maledizioni più potenti e più antiche è la Maledizione di Unione delle Anime. Questo incantesimo lega l’anima di colui che lo scaglia e di colui che ne viene colpito… le lega fino alla morte di uno dei due o di entrambi. Quando uno dei due muore, allora anche l’altro fa la sua stessa fine, ma non immediatamente: infatti prima si crede che debba affrontare una esperienza mentale, che mette a dura prova la sua forza psichica. Purtroppo solo una persona colpita da questa maledizione è sopravvissuta all’esperienza. Qui di seguito viene riportata la sua importantissima testimonianza:

‘Questa maledizione mi era stata scagliata da mio padre… lui credeva che io lo odiassi, quindi aveva paura che io potessi provare ad ucciderlo. Decise di lanciare questa Maledizione perché così la sua morte non sarebbe rimasta impunita. Ma lui non sapeva che io non lo odiavo affatto… io ero semplicemente scontroso con lui, perché… perché mi vergognavo… mi vergognavo per quello che ero… anzi, per quello che NON ero. Io infatti non ero il suo vero figlio, ma il frutto della passione tra mia madre e.. e un vampiro. Mia madre all’inizio riuscì a sigillare i miei poteri, ma quando tutto, dentro di me, divenne… troppo, i miei poteri si risvegliarono e lei dovette dirmi la verità. Io da allora non riuscii più ad avere lo stesso rapporto con mio padre. Inizia ad essere freddo e distaccato, per questo motivo lui iniziò a pensare che io provassi dell’odio o del risentimento nei suoi confronti…
Fu allora che mi lanciò questa Maledizione, senza che io lo sapessi però…
Alla fine, venne il giorno della sua morte… e così, alla sua fine, mi rivelò di avermi scagliato quella Maledizione e mi disse che era dispiaciuto.. alla fine morì e io… io sentii un dolore incredibile alla testa… la stanza iniziò a girare paurosamente, sentivo la testa che mi si spaccava in mille pezzi e poi… poi all’improvviso non sentii più niente… non sentii più niente e così aprii gli occhi… mi accorsi di essere in piedi in mezzo ad una strada di una città Babbana. Per terra, davanti a me, c’era il corpo di una donna, che perdeva sangue dal collo… i Babbani che mi stavano di fronte mi guardarono e iniziarono ad urlare per il terrore… scapparono in ogni direzione, il più lontano possibile da me… non capivo cosa stesse accadendo, finché non sentii qualcosa di bagnato sulle mie mani, sui miei vestiti e… sulla mia bocca. Mi guardai le mani e allora lo vidi… vidi il sangue di quella donna. Sentii inoltre i miei canini affilati nella mia bocca. Capii… ero stato io, con i miei poteri di vampiro ad aver succhiato il sangue di quella donna… poi una voce si fece largo nella mia mente… una voce che mi disse in tono mellifluo e sadico: -Ti è piaciuto, vero? Lo vorresti fare di nuovo, vero?- Io risposi mentalmente di no… ma la voce continuò: -Ma come… prima non la pensavi così… la tua espressione, i battiti del tuo cuore, la tua lingua… tutto di te mostrava la tua soddisfazione e dopo anche il tuo desiderio di rifarlo… e ora, dici che non è vero?- Risposi che non era vero… anche se il dubbio si stava facendo spazio dentro di me… -Dai.. non mentire… non ti devi sentire imbarazzato per quello che hai provato.. è naturale per UNO COME TE..- Che intendi dire?! Gli dissi in tono di sfida… non mi piacque per niente il modo in cui aveva pronunciato quelle ultime parole. –Ma sì, dai… lo sai cosa intendo dire… a TUTTI i vampiri piace succhiare il sangue… e TUTTI i vampiri fanno la loro prima esperienza… sulla propria madre…- a quelle parole, il mio cuore perse un battito… abbassai molto lentamente lo sguardo sul corpo inerte che avevo ai miei piedi.. mi chinai, mentre sentivo la risatina sadica di quella voce… appoggiai la mano sul corpo e lo girai con forza… quando vidi il volto di mia madre che mi fissava sconvolta, non riuscii a reprimere un urlo di disperazione… intanto la risatina si era trasformata in una risata folle…
Rimasi a lungo disteso sul corpo di mia madre e non mi accorsi che tutto intorno a me stava cambiando… tutto stava diventando buio… tutto intorno a me era nero…
Facendomi un po’ di forza, alzai lo sguardo e mi accorsi di quello che era successo tutto intorno, ma non mi importava… ero troppo distrutto per quello che era successo… per quello che avevo fatto. La voce aveva smesso di ridere… ero nel silenzio più totale fino a che non sentii dei passi… mi guardai intorno e all’improvviso vidi una figura avvicinarmisi. Quando fu abbastanza vicino… quando lo vidi in volto, mi si gelò il sangue nelle vene… mi resi conto che colui che mi stava davanti… non ero altro che io…
Ma quando iniziò a parlare, mi resi conto che la sua voce non era la mia, ma quella della voce che avevo sentito poco prima nella mia mente…
Iniziò a parlarmi.. a offendermi… a farmi ricordare tutti momenti peggiori della mia vita… fino a che, uno di essi mi riportò alla mente una cosa importante… la morte di mia madre… all’inizio mi sentii confuso… non potevo avere quel ricordo, se mia madre era morta poco prima per opera mia… cercai di concentrarmi su quel ricordo e la mia convinzione si fece più forte… forte abbastanza da permettermi di rispondere a quell’ombra che mi parlava… poi, accadde una cosa… tutto intorno a me si riempì di immagini che presero a vorticare velocemente…
All’improvviso risentii quel dolore terribile alla testa… ma questa volta, la mia testa non parve rompersi, ma… riaggiustarsi… e come era venuto, il dolore alla testa sparì e io potei riaprire gli occhi…
Era tutto finito… ero riuscito a respingere la Maledizione…era tutto finito…
Appena sveglio mi dissero che ero stato in coma per un mese… un mese…
Ma grazie a quello che era accaduto nella mia mente in tutto quel tempo, che a me parve durare poche ore, potei continuare la mia vita…’

Qui si interrompe il racconto di questa unica persona sopravvissuta…
Da quando la notizia di un sopravvissuto alla maledizione si fu sparsa, le morti a causa di questo terribile incantesimo cessarono.
Da allora non si è più rilevata traccia di qualche mago o strega che ne abbia fatto uso e la cosa ho rincuorato non poche persone.

Si spera comunque che non si dimentichi questa Maledizione così potente, perché in tal caso, se qualcuno venisse colpito da questa, pochi, se non nessuno, riuscirebbero a mettere in guardia il mal capitato…
Viene quindi riportata qui di seguito…

Minutia delitty aiumani olintrud
Abeltio wertato befioka delìcitrud
Ladiero ophyi zechrax vitiaries
Adellutio minorti sheriliu aries


“Si riprenderà…” disse Silente a Harry, ma questo non lo ascoltava. Al ragazzo era appena scivolato di mano il libro con la Maledizione e ora Harry era intento a fissare con occhi vuoti il viso di Marie, immersa in un coma, che forse sarebbe stato senza fine… tutto dipendeva da lei… loro non potevano fare più nulla…
~~~
Dal giorno in cui Voldemort era stato ucciso, era passato già un mese, nel quale Harry aveva continuato a saltare le lezioni, per andare in infermeria a trovare la giovane che giaceva in coma in un lettino isolato. Harry, però, non era l’unico a non essere in gran forma: Sirius vagava senza sosta per i corridoi di Hogwarts con aria assente, frustrato da quello che era accaduto e disgustato da se stesso per non essere riuscito a correre più velocemente quel giorno. Anche Severus era giù di tono; a lezione non toglieva quasi più punti a nessuna casa e non girava più tra i banchi ad intimidire Neville o altri poveri ragazzi, mentre a pochi studenti era giunta una spiegazione del perché dello strano comportamento preso da queste tre persone e della misteriosa scomparsa della giovane Malfoy.

****************
Marie si svegliò di colpo. Quando aprì gli occhi, vide che tutto intorno a sè era nero… nient’altro si vedeva, solo il nero.
“Un’altra volta…” disse, scocciata, la ragazza.
Si alzò in piedi, guardandosi ancora intorno. Come in precedenza, non c’era niente. Ora ricordava perfettamente, tutto ciò che era accaduto nei suoi primi quattordici anni di vita, fino alla fine del suo quarto anno a Hogwarts.
All’improvviso, sentì un brivido freddo scorrerle lungo la schiena; qualcuno dietro di lei la stava fissando. Si girò lentamente e vide Harry Potter, che la stava fissando gelidamente.
“Bene, bene, bene… San Potter!” disse lei, in tono canzonatorio. “Cosa fai qui, sfregiato? Ti sei preso? Stai cercando la mamma? Ops… tu non ce l’hai più una madre… sempre se non vuoi considerare tale, quella di lenticchia. A proposito… lui e la mezzosangue dove sono? Ti hanno lasciato tutto solo, Potter?”
Harry la guardò con disprezzo, per poi mettersi a ridere gelidamente. “Ma come, cara… mi chiami ancora per cognome? Usi ancora quegli stupidi nomignoli?”
“Cosa?! Come.. come mi hai chiamato?!”
“Ti ho chiamata cara… cara la mia Marie…”
La ragazza si immobilizzò all’istante. Non riusciva a capire. Non riusciva a ricordare.
Harry la guardò malignamente. “Ma come… non ti ricordi più?”
“C-Che cosa dovrei ricordarmi?” chiese lei, con voce tremante.
Harry sogghignò. “Dovresti ricordarti di avermi confidato il tuo segreto… dovresti ricordarti di esserti messa insieme a me… dovresti ricordarti di aver fatto sesso con me…”
“Cosa?! N-Non è possibile.. tu.. tu stai mente…” Ma si bloccò. Qualcosa dentro di lei, le diceva che quella era la verità… quel qualcosa che le faceva battere il cuore, ogni volta che sentiva la voce del ragazzo.
Harry le si avvicinò e, una volta giunto di fronte a lei, le cinse la vita con un braccio e le alzò il mento con l’altra mano. Lei si sentì mancare il fiato, mentre lui si chinava per darle un bacio sul collo.
“C’è un motivo per cui sono qui…” le sussurrò lui, sempre chinò sul collo di Marie.
“Q-Quale?” balbettò lei.
Sentì le mani di Harry posarsi sulle sue spalle. Lui la allontanò un po’ da sé e, dopo averle rivolto un sorriso, le diede una spinta che la fece cadere a terra.
Lei lo guardò stupita e disse: “M-Ma che ti è preso? Perché hai…?” Ma si interruppe nel vedere lo sguardo carico di disprezzo del ragazzo.
“Sai… sono un po’ stufo di te… certo, devo ammettere che sei una ragazza bellissima e che mi sono divertito per un po’ con te, ma ora non mi interessi più…”
Lei non riusciva a crederci… lei non VOLEVA crederci. “C-Che cosa mi stai dicendo Harry?” chiese lei, senza guardarlo negli occhi.
Lui sbuffò. “Non ti credevo così stupida… sto dicendo che ti voglio lasciare!” disse lui, quasi urlando.
“N-Non è vero.. stai mentendo!” disse lei, fissandolo sconvolta.
Lui sogghignò. “Non ci credi, eh? Bhè… eccoti una prova….”
Si spostò e dietro di lui comparve una ragazza con i capelli rossi e molte lentiggini sul viso. Ginevra Weasley.
Harry le si avvicinò e, dopo aver rivolto uno sguardo provocatorio verso Marie, si rigirò verso la Grifondoro, chinandosi a baciarla con passione. Marie li guardò un attimo, sempre più incredula e sconvolta, fino a che urlò, cadendo in ginocchio e coprendosi gli occhi con le mani: “NOOOOOOOOOO!!! NON è VERO! NON è POSSIBILE!! NON CI CREDO! NON CI CREDO!!” Intanto Harry continuava a divertirsi con la giovane Grifondoro, la quale sospirava di piacere ogni volta che il ragazzo posava le sue mani sul suo giovane corpo.
I sospiri erano l’unico suono che si avvertiva, oltre ai singhiozzi sempre più numerosi della Serpeverde. Dopo pochi istanti, che però a Marie parvero secoli, una risata diabolica squarciò il silenzio. Harry aveva mandato via Ginny e si avvicinava velocemente verso la ragazza inginocchiata a terra. Una volta giunto di fronte a lei, si chinò leggermente, le prese le mani, strappandogliele dal viso bagnato, e la sollevò di peso, facendola poi mettere in piedi, mentre lei continuava a tremare. Lui le mollò le mani, che caddero pesantemente lungo i fianchi della ragazza, e le tirò un schiaffo, facendola cadere a terra, per l’ennesima volta. Lei posò una mano sulla guancia arrossata, fissando un punto indefinito del pavimento, sconvolta. Da quanto ricordava, quella era la prima volta che Harry alzava le mani su di lei… non l’aveva mai picchiata da quando lei gli aveva rivelato di essere una donna. I suoi pensieri vennero interrotti da un dolore, che avvertì allo stomaco. Harry le si era avvicinato e le aveva tirato un calcio allo stomaco, facendola rotolare di lato. Marie, tossendo, si fece forza e si alzò, tremante, mentre lui si avvicinava diabolico. Lo sguardo di Harry era tremendamente freddo e crudele, tanto da terrorizzarla e da indurla a voltarsi e scappare via. Lei iniziò a correre, il più velocemente possibile, ma poco dopo si fermò, suo malgrado, perché una mano l’aveva afferrata per i capelli, facendola cadere a terra, all’indietro.
“Dove credi di scappare, cara? Me lo spieghi? Tu non puoi scappare… tu non andrai più da nessuna parte, perché morirai qui… perché ti ucciderò io, proprio qui…” le disse lui, soavemente.
Lei lo guardò atterrita. Lui cercò nel suo mantello la bacchetta e lei si alzò, arretrando e fissandolo con terrore. *N-Non è possibile… lui… lui non mi farebbe mai una cosa del genere… lui mi ha sempre detto che mi amava… lui non mi lascerebbe mai per un’altra.. me lo ha dett…*
“AAAAAAH!!!” urlò lei di dolore.
Lui l’aveva appena ferita, lanciandole un incantesimo, che l’aveva colpita in pancia. Lei si toccò la ferita con mani tremanti, mentre per terra iniziava a formarsi una pozza di sangue. Lei fissò Harry, che le era poco distante. Allungò una mano, tremante, ma lui, guardandola schifato, la scacciò, urtandola con la propria mano. Marie cadde a terra, mentre altre lacrime scendevano copiosamente dai suoi occhi.
*Basta…. Sono stanca… n-non ce la faccio più… fa male.. fa tanto male… basta… voglio morire… lui ormai mi odia… basta… voglio morire…* pensava lei, mentre la sua vista si offuscava e mentre diventava sempre più debole. Ma prima che i suoi occhi si chiudessero del tutto, un luccichio dorato attirò la sua attenzione. Sulla sua mano sinistra, vide qualcosa di dorato brillare, attraverso il sangue, che lo copriva. Facendosi forza, riaprì di più gli occhi, cercando di mettere a fuoco la sua mano, che avvicinò per facilitare la vista. Un anello… era un anello d’oro che brillava sull’anulare della sua mano sinistra… ma da quanto tempo l’aveva? Chi glielo aveva donato? E perché lo portava proprio su quel dito?
Con grande sforzo, cercò di dare una risposta alle sue domande, sforzandosi di ricordare.
Una camera con un letto a baldacchino con le tende verde smeraldo… una scrivania piena di libri e di pergamene… una finestra che da sul lago, che in quel momento era però chiusa con le tende… tante candele accese per creare un’atmosfera romantica… una scatolina verde, con un fiocco argento… un anello d’oro.. un anello d’oro come regalo di Natale… un regalo da parte di Harry! Marie si alzò di colpo, con una luce diverse negli occhi, di nuovo spalancati privi di ogni traccia di dolore. Si guardò. Aveva in dosso la sua divisa da Serpeverde, la bacchetta nella tasca interna e l’anello, l’orologio e il medaglione al loro posto. La ferita era scomparsa.
Il suo sguardo carico d’odio si posò su quello di uno sconcertato Harry. Lei fissò un attimo l’orologio, notando che la lancetta che indicava Harry era ferma su Hogwarts. Lei fece un sorriso alla piccola foto del ragazzo, per poi tornare a fissare quello in carne ed ossa che le era di fronte, allarmato.
“Mai… mai prendere in giro una Serpeverde… una Malfoy, per di più… è l’errore più grande che si possa fare…” disse lei, deliziata dall’espressione di terrore dipinta sul volto del ragazzo. Lei prese la sua bacchetta, dalla tasca interna della divisa e la rigirò tra le dita, fissandola beatamente, mentre disse a Harry: “Sai… posso essere molto pericolosa, quando sono arrabbiata… se mi capita una bacchetta in mano, potrei far partire per sbaglio qualche maleficio e colpire, sempre per sbaglio, qualcuno… tu che dici? Pensi che questa volta, andrà diversamente?” disse lei, con un sorriso sbarazzino, impugnando saldamente la bacchetta e puntandola verso Harry.
Il ragazzo la guardò con odio, lasciando però trasparire la sua agitazione. “Tu, maledetta! Come ti permetti di minacciarmi? Avada Kedavra!!!!”
Lei schivò senza problemi la Maledizione, sempre sorridendo. "M-Maledetta bastarda!! Avada Kedavra! Avada Kedavra!!”
L’espressione di Marie mutò di colpo. Dopo aver schivato la Maledizione ripetuta, lo fissò con grandissimo odio.
“Come mi hai chiamata? COME HAI OSATO CHIAMARMI?!” urlò lei a un sempre più terrorizzato Harry.
Lui esitò, ma poi arrogantemente ripeté: “Maledetta bastarda! È così che ti ho chiamata, lurida puttana!”
“FINISCILA DI PRENDERE LE SUE SEMBIANZE! HARRY NON MI AVREBBE MAI DETTO UNA COSA TANTO IGNOBILE! AVADA KEDAVRA!!” urlò lei, arrabbiata come non lo era mai stata.
Sin da quando aveva ricordato il momento in cui Harry le aveva regalato l’anello, aveva capito che quello che le stava davanti era solo un falso, creato apposta solo per distruggerla psicologicamente. Infatti, si stava divertendo a giocare un po’ con lui, a mettergli paura, ma quando lui aveva usato la voce, il corpo di Harry per dirle quelle cose, lei non ci aveva visto più dalla rabbia e gli aveva lanciato quella Maledizione, mettendo fine ad ogni singola parola che sarebbe potuta scaturire dalla bocca di quel Harry fasullo.
Tutto in torno a Marie cambiò. Il nero non c’era più… ma al suo posto, tutto intorno alla ragazza, si riempì di immagini che presero a vorticare velocemente, dandole anche un certo senso di nausea. Immagini riguardanti la sua vita… i suoi ricordi… quelle immagini erano i suoi ricordi che, formando una scia, le rientrarono in testa velocemente, facendola sentire male.

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Passarono ancora alcune settimane, mentre i M.A.G.O. si avvicinavano, inesorabili.
Harry aveva saltato un’altra lezione, Difesa Contro le Arti Oscure, per andare in infermeria, da Marie, che giaceva ancora in coma, senza dare il minimo segno di miglioramento.
Harry era appoggiato, con le braccia incrociate, sul lettino di Marie. Stava per assopirsi, quando la ragazza iniziò ad agitarsi. Lui, allarmatissimo, credendo che lei stesse morendo, iniziò a scuoterla, urlando il suo nome, disperato, e iniziando a piangere.
All’improvviso, lei riaprì gli occhi. Si guardò un po’ intorno, fino a che non vide Harry, che la fissava, con le guance tutto bagnate per le lacrime, che gli erano scese copiosamente fino a pochi istanti prima. Lui la fissò sbalordito, mentre lei alzava una mano verso di lui, accarezzandogli una guancia, cercando di capire se si trattava di un sogno o di una realtà.
“Harry…” sussurrò lei. “Harry… Harry!” ripeté Marie, debolmente.
Lui le prese, tremante, la mano, mentre dagli occhi di smeraldo di lui, fuoriuscivano nuovamente molte lacrime.
“Marie… amore… f-finalmente… finalmente sei tornata… eri così in pena… temevo.. temevo che non ce l’avresti fatta… temevo che ti avrei persa per sempre…”
Lui si chinò ad abbracciarla, piangendo ogni paura ed ogni preoccupazione.
Madama Chips, accorsa nel sentire Harry urlare, aveva visto che Marie si era svegliata, così era corsa immediatamente ad avvertire il Preside. Nella sua corsa, incrociò Sirius, che nel vederla così di fretta, le chiese immediatamente cosa fosse successo.
Lei, senza fermarsi, gli aveva detto: “S-Si è svegliata! Finalmente si è svegliata!”
Sirius era rimasto un attimo di sasso alla notizia, ma poi corse più velocemente possibile verso l’aula di Difesa, per avvertire Remus, Ron e Hermione. I quattro, nel correre verso l’infermeria, incontrarono Silente e Piton, che correvano nella loro stessa direzione. Quando il gruppetto arrivò a destinazione, trovarono Harry stretto tra le braccia di Marie, con la fronte appoggiata alla spalla della ragazza, ancora piangendo dalla felicità, dal sollievo di riaverla. Lei alzò lo sguardo e rivolse un sorriso a coloro che erano accorsi per lei, mentre passava una mano tra i capelli spettinatissimi di Harry.

Lei uscì pochi giorni dopo dall’infermeria… aveva avuto bisogno di un po’ di riposo prima di tornare alla stressante vita scolastica, che stava per giungere al termine, con gli esami dei M.A.G.O. da affrontare.
Dopo questi esami, arrivò finalmente l’ultimo giorno di scuola…
“Andate avanti voi… noi vi raggiungiamo subito” disse Marie agli amici, i quali fecero come gli era stato chiesto.
La ragazza si voltò verso Harry, che la fissava dolcemente. Lui si chinò leggermente e la baciò. Dopo essersi divisi, lei gli disse, abbracciandolo: “Grazie amore… se non fosse stato per te, non sarei qui ora…”
“Cosa intendi dire?” chiese lui, confuso.
“Quando non mi ero ancora svegliata, ho rischiato di morire, ma grazie all’anello che mi hai regalato, sono riuscita a sconfiggere quella mia paura… grazie all’anello sono riuscita a ricordare… a ricordare quello che mi avevi detto… quello che mi continui a dire…”
Lui non riuscì a capire bene e la fissò con sguardo interrogativo.
Lei sorrise e gli rispose: “Non importa… l’importante ora è che siamo felici… saremo felici… lui non c’è più, non ci tormenterà mai più…”
Harry le disse: “È vero… ora lui se ne è andato per sempre”
Si sfregò un attimo la cicatrice sulla fronte e, poi, disse, incupendosi un attimo: “Tutto è cominciato da questa…”
Lei lo fissò. “E tutto è finito con questa…” disse sfiorando il punto in cui una volta era impresso il marchio nero, al cui posto ora c’era solo una piccola cicatrice.
“Già…” disse lui, sorridendole.
Lei lo abbracciò e poi disse: “Non sarei niente senza di te… come la fine non ha senso senza il suo inizio…”
“Ma anche l’inizio non sarebbe nulla senza la sua giusta fine, non trovi?”
Lei annuì, sciogliendo l’abbraccio, ma intrecciando le dita della sua mano con quelle del ragazzo.
Harry le sorrise e i due si avviarono, mano nella mano, verso le carrozze che li avrebbero portati alla stazione di Hogsmead, dove li attendeva il treno, pronto a partire per Londra.


************************************FINE************************************
RISPOSTE AI COMMENTI:

Aky: Ti ringrazio per i complimenti e per quanto riguarda la tua domanda: ecco come ho fatto! ^_^

Sarikketta Malfoy: sono stata felicissima di leggere questo tuo commento! Sono contenta che tu abbia apprezzato la scena della morte di Lucius, perché a me è piaciuto molto scriverla! Povero Lucius, però... ç_ç Comunque, per quanto riguarda Voldemort, lo so... hai perfettamente ragione! Ma sai... volevo renderlo in qualche modo più umano... fargli provare sentimenti e tutto il resto... ^_^ Spero ti sia piaciuto questo capitolo!! ^_^ Un’ultima cosa: ti è arrivata la e-mail?

Sanzina: Non ti preoccupare! Appena lo trovi fammi sapere!! ^_- Per Lucius, eheheh.. complimenti! Vorrei vederla anche io quell'immagine di Lucius... (*ç*) ... per Voldemort, come vedi, ha partecipato molto a questo capitolo, anche se non proprio di persona... ^^""" Dimmi che te ne pare!! ^_-


Volevo fare qualche ‘piccola’ nota:
1. Come vi avevo detto all’inizio, in questo capitolo, ho scritto la formula di una maledizione. Ho deciso di scrivere delle parole a caso, perché se le avessi messe in latino Severus, che è un uomo molto dotato (O.O Porca!!! N.D. Tutti) (-_- i porci siete voi, che pensate subito male… vabbè.. cambiano termine, così almeno siamo tutti più contenti! N.D. Miyu) intelligente, acculturato, avrebbe capito subito cosa voleva dire quell’incantesimo. E se dovevo usare una lingua che Sevvy non conosce, questo stava a significare, che nemmeno io la conosco. Quindi… ho schiacciato i tasti più o meno a caso…. Dico più o meno perché le ho fatte in rima (^///^) e perché se si prende la prima lettera di ogni frase, si forma la parola MALA, da Malus, a, um, in pratica un tocco di latino l’ho voluto mettere…(Ma se all’inizio non te ne eri accorta!!! N.D. Draco) QUALCUNO MI FERMI, PERCHé SE LO PRENDO, LO AMMAZZO!!!!! è_é
2. Spero infinitamente che dopo questo capitolo, non abbiate intenzione di mandarmi, anziché uova marce, delle bombe artigianali. -__-
3. Spero vi sia piaciuta la storia che avete appena finito di leggere. Per chiarimenti, chiedete pure a me, sperando che io vi sappia rispondere. Ci sono cose di questa fan fiction che non ho capito nemmeno io… ^///^ (Sentite… ma la posso ammazzare? N.D. Draco) (Fai pure… N.D. Tutti) ç__ç cattiffi… Siriuccio!! Proteggimi tuuu!! (Ehm… ^^”””” veramente io sarei d’accordo con loro… N.D. Sirius) COME PREGO?! è_é (D-Dicevo, ragazzi, vi prego.. non fatele del male… lei è il mio tesoro! ^^””” N.D. Sirius) Quanto sei dolce, amore… ^///^ (Quando mi minacci, sono capace di tutto… -_- N.D. Sirius) (Mi spiace un po’ per lui… N.D. Draco) (Grazie Draco… mi fa piacere saperlo… N.D. Sirius) …*_* e se scrivo una storiella Draco/Sir(NON CI PROVARE NEMMENO!!!!!!! N.D. Sirius & Draco) ..stavo scherzando.. -_- (Non ci crediamo… guarda che ti conosciamo bene! N.D. Sirius & Draco) :P (Ecco, appunto… -_- N.D. Sirius)

Ora basta con le cavolate! Su, salutiamo tutti i lettori!! (Ciao a tutti! È stato un piacere lavorare per voi! ^_^ N.D. Remus) Bravo Remus! Su, su.. anche voi altri... (Odio tutti coloro a cui è piaciuta la storia, nonostante IO sia dovuto diventare una DONNA… N.D. Draco) Maleducato!! (Ho detto la verità!! N.D. Draco) (Io volevo ringraziare tutte le mie fan, per il sostegno, nonostante sia comparso poco e abbia dovuto fare il cretino, con quella serpe di Snivellus! N.D. Sirius) (Black, se non fossimo in diretta, te la farei pagare cara… N.D. Severus) (Ah, sì?! Credi di farmi paura, eh?! Ti aspetto fuori e poi vediamo chi è il più forte!! N.D. Sirius) (Allora, preparati a perdere, Black!! N.D. Severus) Sev.. prima si salutano i lettori... -_- (…tsk! N.D. Severus che se ne va) … andiamo avanti, che è meglio… a chi tocca ora?? (A me! A me!! Io devo salutare!! Io!! Io!!! N.D. Ron) Ho capito! Calmo ragazzo!! Saluta… (Ciao ragazzi! Nonostante io non sia apparso molto in questa storia, non fatevi ingannare! Il vero protagonista son io!! AHAHAHA!!! N.D. Ron) (Sì, sì.. va bene, tesoro… ora vieni, dobbiamo andare… a proposito, ciao a tutti i lettori! Se siete studenti, impegnati nello studio e non copiate i compiti! Se siete lavoratori, impegnatevi a fondo nella vostra professione! Un saluto! N.D. Hermione che si porta via Ron che ancora se la ride) Grazie dei consigli Hermione cara. Ora tocca a… (Ciao! Io scappo! Ho un appuntamento!! N.D. Ginny) Ehm… ciao Ginny! Fai attenz(Eccola che ricomincia… starà bene! N.D. Cho) Se ha imparato da te, è meglio fermarla… (Perché? O.o N.D. Cho) Perché non voglio che la mia piccola Ginny faccia la sciacquetta con i ragazzi… (Come osi?! è_é N.D. Cho) Dico solo la verità! /Cho se ne va, offesa…/ E una rompiscatole, è andata…^_^ (Ciao!! N.D. Pansy) Ecco l’altra… -_- (… ora devo proprio andare, ragazzi miei… ho un appuntamento di quelli! Sono riuscita a convincere quel bellissimo ragazzo del settimo anno ad uscire oddio… come sono emozionata! Non vedo l’ora! Sapete, quando gliel’ho chiesto, lui è arrossito e mi ha risposto di sì, balbettando… era così tenero! E poi… N.D. Pansy) Fermatela, altrimenti la uccido!! (O.O E-Ehm… sono in ritardo… è… è meglio che io vada… N.D. Pansy) Alleluia!! Chi manca ora? Voldy, lo sfregio e Lucius? (Parto io!! Parto io!! Allora, cari lettori! Sono orgoglioso di darvi questo annuncio! Io in realtà… SONO MORTO!!! N.D. Voldemort) ... ehm... Tommino caro... era cosa nota... (… ç__ç allora lo sapevate tutti tranne me! N.D. Voldemort) O.o ehm... mi spiace... non potevo immaginare che tu… ecco… (Vi perdono solo se mi fate portare la mia cara Dracuccia con me all’inferno!! *_* N.D. Voldemort) …Tom... Draco è un uomo... non è una donna.. quella era tutta finzione… (NooOoOoOoOoO!!!!! N.D. Voldemort che si sotterra da solo per la tristezza) Ehm… Lucius… tu hai qualcosa di.. intelligente da dire? (Non doveva finire così… non è giusto… IO il personaggio migliore di tutta la storia, morire in quel modo idiota! Ma come hai potuto?! N.D. Lucius) Ma, caro… sei morto da eroe… dovresti andarne fiero… (… dici? N.D. Lucius) Sì, certo! Sei stato molto apprezzato per il tuo gesto, sai? (Davvero?! Evviva!! Sono o non sono il migliore, eh?! N.D. Lucius che si pavoneggia) Sì, sì… lo sei… (Non sembri molto convinta… -_- e va bene! Ora ti mostrerò tutti i miei possedimenti, così capirai cosa vuol dire essere un uomo importante come me! N.D. Lucius che si porta via Miyu) NOOOOOOOO!! FERMATIIIIII!!! TRA UNA SETTIMANA NON AVREMO ANCORA FINITOOOOOOOO!!!


(Volevo solo dire che, nonostante tutto, è stato bello partecipare a questa storia e ringrazio anche a nome dell’autrice dispersa tutti coloro che l’hanno letta… grazie mille a tutti! Probabilmente ci rivedremo molto presto, sperando che questa volta i personaggi rimangano del loro sesso e non ci siano mutamenti anomali… ^_^”” un bacio a tutti! N.D. Harry)
  
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