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Autore: itsclodia    27/09/2012    3 recensioni
Conoscete la favola della Disney "La bella e la bestia"?
Conoscete il film "Beastly"?
Se sì, siete a posto: avete capito su cosa si basa la fic!
Una Drarry particolare, introspettiva, in cui i nostri eroi impareranno a guardare oltre ciò che hanno sempre visto.
Dal primo capitolo:
-Ricorda Draco: non lasciarti ingannare dalle apparenze, perchè la vera bellezza si trova nel cuore. Ti basta solo trovare qualcuno che sappia ciò che ti ho appena detto.-
"Draco si osservò il braccio, rimirando il piccolo fiore rosso che si stagliava su quell'albero dai rami neri come la pece..."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Note dell'autrice: allora, come potrete notare, da questo capitolo in poi il nome Draco verrà definitivamente sostituito dal nome Scorpius. Tanto ormai voi sapete di chi si tratta e continuare a dire ogni tanto Draco, ogni tanto Scorpius, poi di nuovo Draco sarebbe inutile e fastidioso, perciò :) Questo capitolo mi piace un sacco, personalmente l'ho riletto proprio ora e sì, mi piace proprio tanto, spero che sarà lo stesso per voi D: non so più che dire, quindi vi lascio al capitolo.
P.S. ad un certo punto del capitolo Harry dice che due anni prima Malfoy aveva preparato un perfetto Distillato della Morte Vivente; in realtà, come tutti sappiamo, fu Harry a prepararlo e ad ottenere così la Felix Felicis, ma per far sì che la storia andasse avanti ho dovuto modificare quel piccolo dettaglio ><


Beastly - la vera bellezza è dentro il nostro cuore.
Capitolo quattro - Un'iniezione di vita.

Cinque mesi erano passati da quella fatidica notte.
Un mese era passato dal suo arrivo a scuola.
Per Scorpius era stato un mese particolare, colmo di grandi difficoltà, soprattutto nelle prime settimane di frequentazione normale.
Dopo la “chiacchierata” con Potter era rimasto tutta la notte sveglio, a pensare; non riusciva a credere di esser riuscito a mostrarsi in quelle condizioni, soprattutto perché il primo con cui aveva deciso di uscire allo scoperto era proprio lo Sfregiato, ed era l’ultima cosa che avrebbe mai immaginato di fare.
Tuttavia si sentì stranamente sollevato dopo aver compiuto quel gesto; in fondo, prima o poi avrebbe dovuto farlo. Tanto valeva togliersi il pensiero il prima possibile, accettando le possibili conseguenze drastiche.
E invece no.
Lo Sfregiato non solo non lo aveva né deriso, né compatito ma anzi, si era addirittura mostrato comprensivo; aveva affermato “di aver visto di peggio”.
Scorpius aveva pensato che fosse impossibile una cosa del genere, ma ciò dimostrava almeno in parte che non aveva di che preoccuparsi: se Potter non lo aveva preso per i fondelli, allora il resto degli studenti non sarebbe certo stato un problema.
Era stato tutta la notte a pensare a quella frase, così corta ma così piena di significato per lui e si era scervellato nel cercare di capire perché gli interessasse tanto del giudizio di Potter e del perché si sentisse allegro e spensierato, come libero da un macigno, ora che sapeva che il suo acerrimo nemico non lo trovava ributtante.
Aveva pensato che fossero semplicemente emozioni istintive, dovute dalla sua condizione e aveva deciso di dormirci su: tutti sanno che la notte porta consiglio.
Il giorno dopo, infatti, si era fatto trovare in Sala Comune all’ora stabilita da Harry, il quale era rimasto sinceramente sorpreso dal trovarlo lì: non si sarebbe mai aspettato che una sola chiacchierata, anche piuttosto breve e fredda, potesse convincere quel curioso ragazzo.
Tuttavia ne era contento e fece di tutto per aiutare Scorpius a presentarsi ai suoi due migliori amici, che fecero la loro parte egregiamente e cercarono di farlo sentire subito a suo agio.
Certo, il ragazzo non si era sentito subito bene in loro compagnia, ma era più che comprensibile: si trovava a doversi umiliare e a sentirsi compatito dai suoi tre studenti più odiati in tutta Hogwarts, e per giunta doveva pure essere simpatico con loro.
La cosa peggiore di tutta quella situazione era il dover fingere di essere qualcuno che in realtà non era: non nel senso di nome, cognome, sangue e cose simili, ma dal punto di vista della propria personalità, che Scorpius fu costretto a cambiare radicalmente per esser sicuro di non farsi riconoscere. Solo lui aveva un caratterino così particolare e se lo avesse mantenuto sotto le nuove vesti, il suo tentativo di rimanere in incognito sarebbe fallito miseramente.
Si stupì però di trovare gradevole la compagnia del Trio Miracoli: tutti e tre facevano di tutto perchè lui si sentisse a suo agio e libero dai cattivi pensieri, e dovette ammettere con sé stesso che in fondo non erano proprio brutte persone come pensava. Tralasciando il fatto che Lenticchia sparava cazzate a gogo e mangiava come una bestia, che la Granger non aveva ancora perso il suo fastidioso atteggiamento da secchiona e che Potter, bè, era Potter, si poteva dire che fossero quasi simpatici.
Ovviamente quando quel tipo di pensieri gli attraversavano la mente, Scorpius non perdeva un secondo e cercava subito una distrazione: non era certo da lui simpatizzare per dei Grifondoro, men che mai per quei tre buzzurri.
Anche gli altri Grifonscemi erano stati molto carini nei suoi confronti e nessuno si era sognato di umiliarlo o anche solo scherzare sulla sua condizione: altro punto a favore del club rosso-oro, perché Scorpius era sicuro che se fosse tornato tra le serpi, queste lo avrebbero accolto bene ma non ci avrebbero pensato su due volte prima di inventare una lunga serie di battutine cattive a suo discapito.
Uscire allo scoperto davanti a tutta la scuola, ovviamente, era stato il passo più difficile, ma il ragazzo dovette ammettere che Potter aveva ragione: quando una grande folla di studenti si riversò in Sala Grande alle otto di mattina, loro quattro erano già ai loro posti da circa mezz’ora e Scorpius potè affermare di sentirsi molto meno osservato di quanto si aspettava; certo, la sua presenza non passò affatto inosservata, ma forse perché erano appena arrivati in Sala Grande e molti ancora dormivano, anche se ad occhi aperti, o forse perché era ancora troppo presto per cominciare a sparare malignità su qualcuno, fattostà che nessuno si azzardò ad osservarlo più di tanto, e un quarto d’ora dopo nessuno più si curava di dove fosse e cosa facesse.
Nessun professore si lamentò della lunga assenza di Scorpius, poiché tutti erano a conoscenza del suo grave problema e la preside aveva fatto capir loro che se non si presentava in pubblico aveva i suoi buoni motivi per farlo; lei stessa, nonostante avesse consigliato al ragazzo di mostrarsi subito, sapeva che non l’avrebbe fatto ed era rimasta molto stupita quando l’aveva trovato a colazione, solo una settimana dopo il suo arrivo, per di più assieme a Potter, Weasley e alla signorina Granger.
Scorpius ci mise un po’ a recuperare le numerose lezioni perse durante la sua settimana di reclusione volontaria, ma ben presto la sua brillantezza venne fuori e tornò ad avere gli ottimi voti di sempre; non raggiungeva i livelli della Sotuttoio, certo, ma poteva vantarsi di superarla in una materia, ovvero pozioni.
Tutti ben sapevano che il biondo era un pozionista provetto, motivo per cui Scorpius provò a smorzare la sua bravura e a combinare qualche pasticcio, per fare in modo che non lo riconoscessero, ma alla fine il suo amore per quell’arte lo costrinse a smettere di rovinare volontariamente ogni pozione che creava e divenne ben presto l’idolo del professor Lumacorno.
Imbarazzante era stata la sera della sua uscita pubblica, quando il Trio Miracoli lo aveva invitato a rimanere con loro in Sala Comune mentre gli altri andavano a dormire nelle loro camere; Scorpius non se l’era sentita di rifiutare, primo perché non aveva sonno, secondo perché sarebbe sembrato sospetto e terzo perché era proprio curioso di assistere da vicino alla vita di quei tre.
Subito Weasley lo aveva cominciato a tartassare di domande: da dove venisse, che scuola frequentasse prima della malattia, che tipo di malattia fosse, cosa ricordasse di quel periodo e tante altre domande sulla vita del ragazzo, così tanto che Scorpius pensò di proporgli di scrivere una sua biografia con tutte le risposte che gli aveva dato; era stato però divertente osservare la Granger mentre picchiava il suo ragazzo per cercare di fermare la sua parlantina inarrestabile, ma era chiaro che lo facesse solo per educazione nei suoi confronti.
Stranamente, tutti quegli atteggiamenti quasi…premurosi nei suoi confronti, lo facevano star meglio: era come se lo alleggerissero da un peso troppo grande per lui.
Potter si era anche offerto di accompagnarlo al campo di Quidditch per fare qualche tiro di tanto in tanto, e il ragazzo si era affrettato ad accettare l’offerta: aveva proprio voglia di stracciare lo Sfregiato sotto mentite spoglie. Sarebbe stato divertente.
Altrettanto imbarazzante, ma più complicato, era stato ottenere la fiducia di Blaise e Pansy: qualche settimana dopo la sua uscita pubblica si era fatto coraggio e aveva avvicinato i due, che stavano seduti su una delle panchine del parco, ma a notevole distanza rispetto al resto degli studenti che si concentrava attorno alle sponde del Lago Nero.
Parlavano così fitto fitto tra di loro che gli ci volle un po’ per riuscire ad attirare la loro attenzione senza però attirare anche sguardi indiscreti; certo, non che per lui in quello stato fosse facile passare inosservato, ma se la cavava benino.
 
FLASHBACK:
“Scorpius era appena uscito dal portone del Castello e già aveva attirato numerosi sguardi, tra quelli dei presenti. Si posizionò sotto ad un albero vicino alle mura della scuola e studiò la situazione circostante: era una bella giornata, nuvolosa ma abbastanza calda da permettere agli studenti di uscire allo scoperto e sdraiarsi sull’erba verde del parco di Hogwarts. Tutti si erano concentrati attorno al Lago Nero, come sempre, e quasi tutti i primini osservavano estasiati la superficie eterea dell’acqua, dalla quale ogni tanto spuntava un grosso tentacolo appartenente alla famosa piovra. Spostò lo sguardo da quella scena e individuò i suoi obbiettivi: Blaise e Pansy si erano sistemati su una panchina, lontani dalla folla rumorosa, e parlavano fitto fitto tra di loro. Scorpius gli si avvicinò tentennando, ma i due non diedero segno di averlo notato.
-Ehm…hei…- disse a bassa voce il ragazzo, non ottenendo il risultato sperato.
-Ciao ragazzi…- continuò, ma i due sembravano immersi nel loro mondo personale.
-Ehm, ciao! - esclamò alla fine, per poi guardarsi attorno e accertarsi che nessuno lo stesse osservando. Tornò a guardare i suoi amici e constatò con felicità che i due si erano finalmente decisi a concedergli la loro attenzione. Lo squadrarono dalla testa ai piedi, quasi in sincronia, ma non aprirono bocca e continuarono a fissarlo senza dar segno di voler dire qualcosa.
-Ehm, ciao ragazzi, che bello rivedervi!- 
-Io non ti conosco.- 
La voce fredda di Pansy lo aveva colpito dolorosamente, ma non si era lasciato scoraggiare e aveva continuato.
-Sì, diciamo che è così. Tu non conosci Scorpius Anderson.-
-E’ quello che ho detto.-
-Sì, però conosci Draco Malfoy.-
A quel nome l’attenzione delle due serpi era stata finalmente rivolta solo ed esclusivamente allo strambo ragazzo che gli si presentava davanti.
-Cosa sai di Draco?- aveva chiesto Blaise, curioso, gli occhi ridotti a due fessure.
-Cosa gli è successo?!- era saltata su Pansy, con aria preoccupata. Non si era mai fatto vivo con loro due dopo quella maledetta sera e solo ora si rendeva conto di quanto effettivamente fossero preoccupati per la sua apparente scomparsa. 
-Vorrai dire cosa mi è successo.
Pansy e Blaise corrugarono la fronte con aria confusa.
-Sono io Draco!.
-Draco chi?
Scorpius alzò gli occhi al cielo.
-Draco Malfoy, scemo. Chi altri conosci con questo nome?-
Pansy era scoppiata a ridere di cuore:
-Sì certo, e io sono la Befana!- aveva affermato tra le risate, facendo alzare gli occhi al cielo al ragazzo per la disperazione. 
-Dimostralo. Dicci qualcosa che solo Draco può sapere.- lo sfidò Blaise con un ghigno sul volto, sicuro di aver colto nel sacco il ragazzo.
Scorpius ci pensò un attimo, dopodichè disse:
-Due anni fa feci entrare i Mangiamorte ad Hogwarts grazie ad un Armadio Svanitore trovato nella Stanza delle Necessità. Questa cosa, oltre a me, la sapevano solo Silente e i Mangiamorte che mi diedero questa idea, oltre a voi due, che siete i miei migliori amici e che quindi siete al corrente di tutto ciò che mi accade.- concluse con sguardo serio, per essere poi travolto e buttato letteralmente a terra da un impetuoso abbraccio di Pansy.
-Ma allora sei tu! Cavolo, l’ho saputo dal primo momento che ti ho visto!-
-Ah sì? E allora perché mi hai detto che uno così non te lo saresti filato neanche fosse l’ultimo ragazzo sulla faccia della terra?- disse Blaise ridendo e aiutando il suo migliore amico ad alzarsi, beccandosi però una sberla dalla ragazza.
Scorpius sorrise mestamente e raccontò ciò che gli era accaduto ai suoi amici, felice di poterne parlare finalmente con qualcuno.
-Cavolo amico, non sai quanto mi dispiace.- disse sinceramente Blaise, mollandogli un’affettuosa pacca sulla spalla. Pansy, con gli occhi colmi di lacrime, lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia.
-Non importa come sei fuori, ti vorremo sempre bene, questo lo sai vero?- disse sorridendo tra le lacrime e scaldando il cuore di Scorpius, che per la seconda volta, dopo la dimostrazione di affetto della madre, si sentiva amato veramente.
I giorni seguenti li aveva passati a cercare ogni espediente possibile per parlare con i due Serpeverde, e ciò scatenò la curiosità del Trio Miracoli.
Una sera il rosso non resse e sbottò:
-Ma perché ti ostini a parlare con quei due? Vero è che Zabini, tra le Serpidiote, è il più simpatico, ma la Parkinson è qualcosa di insopportabile! Come fai a reggerla?
-Pansy è simpaticissima e nessuno lì è una Serpeidiota!- rispose Scorpius scaldandosi, ma l’occhiata curiosa della Granger e lo sguardo stralunato di Weasley lo riportarono con i piedi per terra.
-Insomma, io…ecco, fin da quando ho iniziato a documentarmi su questa scuola ho sempre trovato insensato il conflitto tra Serpeverde e Grifondoro.- si giustificò, buttando lì una scusa inventata sul momento, che però sembrò convincere i due Grifoni.
-Tu sì che sei strano.- concluse il rosso.
Scorpius sospirò di sollievo e rimise su un sorriso stirato, per poi avvertire su di sé lo sguardo insistente di qualcuno: si voltò per trovarsi puntato da due occhi verde smeraldo che lo scrutavano con attenzione.
Dopo quella sera, di una cosa era sicuro: poteva metter su una scusa dietro l’altra, ma Potter non se le sarebbe mai bevute.
 
 
*
 
Erano state settimane molto curiose per il Bambino Sopravvissuto.
Ogni tanto gli capitava di ripensare a quella sera, quando aveva trovato Scorpius solo e triste nella Sala Comune e aveva cercato di fargli capire che il giudizio altrui è futile e non va tenuto in considerazione. In realtà non sapeva di pensare quelle cose, gli erano venute fuori spontaneamente mentre assisteva alla disperazione del ragazzo.
Non che questi si fosse in qualche modo mostrato disperato, anzi, era rimasto freddo e impassibile, quasi fosse una situazione normale per lui, mentre Harry aveva capito benissimo che in fondo, ma nemmeno tanto in fondo, il ragazzo soffriva molto e ciò era dimostrato anche dalla sua settimana di assenza.
Lo stupore del giorno dopo per la presenza di Scorpius in Sala Comune all’ora dell’appuntamento era stato subito sostituito da un’allegria strana, insensata e da un senso di contententezza nei confronti del ragazzo, nonché dalla soddisfazione di averlo convinto con così poche parole; aveva avvertito i suoi migliori amici della possibiltà di trovaro lì e aveva fatto del suo meglio per descrivere loro la condizione di Scorpius, in modo che non ne rimanessero troppo sorpresi non appena l’avvessero visto. Avrebbero così potuto simulare ogni loro emozione per far sentire il ragazzo meno a disagio.
L’atteggiamento di Ron era stato una grande scoperta: Harry si aspettava che il suo miglior amico, risaputa l’assenza della delicatezza in lui, cominciasse a sparare una serie di battutine idiote con cui pensava di rallegrare Scorpius; invece il suo migliore amico aveva stupito tutti, persino Scorpius, che di certo non si aspettava un atteggiamento così maturo da Lenticchia, e aveva stretto calorosamente la mano all’ex-serpe con un sorriso a trentadue denti, si era presentato, gli aveva presentato la sua ragazza, gli aveva mollato una calorosa pacca sulla spalla e lo aveva invitato a seguirli giù in Sala Grande per la colazione, poiché a detta sua “stava morendo di fame e sentiva il richiamo delle uova e del bacon”.
Come Harry aveva previsto, arrivare mezz’ora prima del solito a colazione fu un’ottima decisione: quando gli studenti si riversarono tutti assieme in Sala Grande erano tutti troppo assonnati, affammati e intontiti per potersi accorgere veramente della presenza di un nuovo, strano studente e di certo non avevano alcuna voglia di far lavorare il cervello per inventare battutine abbastanza cattive.
Dal canto suo , Scorpius si era mostrato molto coraggioso, per così dire, e aveva ignorato in modo saggio le numerose occhiate di cui era protagonista, continuando a mangiare in silenzio e intromettendosi ogni tanto nel discorso dei tre Grifoni, di norma solo quando interpellato da uno di loro.
Aveva recuperato tutte le lezioni perse in pochissimo tempo, raggiungendo voti decisamente più alti della norma e sbaragliando a Pozioni addirittura Hermione che, però, abituata a non essere un’eccellente pozionista, non l’aveva presa sul personale ma, anzi, si era complimentata con lui e lo aveva pregato di mostrarle qualche trucco del mestiere.
Harry era rimasto molto sorpreso da questa dote nascosta di Scorpius: l’ultima volta che uno studente aveva raggiunto voti così alti in quella materia era stato due anni prima, quando Draco Malfoy si vantava di essere il pozionista migliore di Hogwarts dai tempi del professor Piton.
-Tra poco diventerai una leggenda qui a scuola!- gli aveva detto con stupore.
-Perché?- aveva chiesto Scorpius, con aria confusa, mentre continuava a sminuzzare e versare ingredienti di vario tipo.
-Bè, forse non lo sai, ma ne è passato di tempo dall’ultima volta che uno studente è riuscito a creare eccellentemente tutte le pozioni che hai fatto tu in questi giorni.-
-Quanto tempo?
-Due anni direi, l’ultima volta che vidi uno studente così bravo fu al sesto anno, quando Draco Malfoy creò un perfetto Distillato della Morte Vivente. Nessuno ci era mai riuscito prima di lui!-
Scorpius trasalì e abbassò la testa sul calderone, continuando a versare ingredienti con apparente tranquillità.
-Ah sì? E com’era questo Malfoy, era bravo?
Harry sgranò gli occhi:
-Perché, non lo conosci?- poi ci pensò su e aggiunse -Bè, forse lì a Liverpool la sua esistenza non interessa a nessuno. Comunque sì, era un bravo pozionista.- concluse il moro, tornando a leggere le istruzioni per creare la pozione del giorno.
Scorpius avrebbe voluto più risposte, era molto curioso di sapere cosa pensava lo Sfregiato di lui, ma se avesse continuato a chiedere informazioni sarebbe sembrato molto sospetto e non era il caso, soprattutto adesso che Potter lo paragonava… a sé stesso!
Una sera Harry aveva proposto ai suoi amici di far unire Scorpius alle loro chiacchierate serali: Ron inizialmente aveva protestato un pochino, ma era più che giusto, poiché quelle chiacchierate erano una loro tradizione e spesso viravano molto sul personale.
Hermione però aveva convinto il suo ragazzo ad accettare: in fondo non avrebbe partecipato a tutte le loro chiacchierate, solo a qualcuna nei primi tempi in cui dovevano aiutarlo ad ambientarsi meglio nel Castello, dopodichè sarebbero tornate le loro chiacchierate personali, senza sconosciuti.
Quindi proposero la cosa al ragazzo, che un po’ titubante accettò e si sistemò sulla poltrona di Harry, il quale era sul punto di protestare e farlo alzare con la forza, ma all’ultimo momento cambiò idea e accettò di sedersi su una delle poltroncine lì accanto; Ron tempestò Scorpius di domande, in particolare sulla sua malattia e su tutto ciò che la riguardava, ma il ragazzo fu piuttosto evasivo al riguardo: dichiarò di non ricordare molto di quel periodo, uno degli effetti collaterali della malattia, e diede risposte molto vaghe, cercando di virare spesso il discorso altrove.
Questo atteggiamento incuriosì molto Harry, che in seguito condivise la sua sensazione con Hermione: la ragazza affermò di condividerla, poiché non aveva mai sentito parlare di una malattia che provoca la perdita di memoria e il modo in cui Scorpius ne aveva parlato le era sembrato sospetto; insieme avevano pensato che forse, durante l’anno precedente, era successo qualcos’altro di cui il ragazzo non voleva parlare e così lasciarono cadere i loro dubbi. Ne avrebbero avuto di tempo per capire se Scorpius nascondeva qualcosa.
 
 
*
 
Era passato un mese dall’inizio della scuola, ed Halloween era alle porte.
Di solito erano gli studenti di Serpeverde ad organizzare i festini illegali in occasione delle fesitività, ma questa volta non erano abbastanza per occuparsi dell’organizzazine di una festa e inoltre nessuno pareva avere lo spirito di farlo.
Motivo per cui si offrirono al loro posto nientepopodimeno che i Grifondoro, che di solito non solo si rifiutavano categoricamente anche solo di aiutare nell’organizzazione, ma stavano anche molto attenti quando partecipavano ad un evento del genere, sempre con la paura di trovarsi un professore dietro le spalle.
Gli studenti, stupiti da quella impensabile proposta, accettarono senza pensarci due volte e affibbiarono ogni responsabilità al club rosso-oro, che una settimana prima della serata X cominciò a incasinarsi per trovare dj, decorazioni, luci e quant’altro.
La cosa peggiore erano gli alcolici: per averli bisognava ottenerli dalle cucine, per ma per ottenerli dalle cucine bisognava prima facerli arrivare, e non era cosa semplice; occorrevvano le giuste conoscenze, conoscenze che i Grifoni non avevano di certo.
Se ci fossero stati i gemelli Weasley, loro sì che avrebbero saputo che fare, ma non c’erano e Harry si trovò a dover chiedere aiuto a Scorpius.
-Mi devi aiutare.- gli aveva detto. Il ragazzo aveva strabuzzato gli occhi: Potter che chiedeva aiuto a lui? Questa sì che era la fine del mondo! Poi aveva rammentato la propria condizione e il fatto che il moro lo credesse un concasato e aveva fatto buon viso a cattivo gioco.
-Cosa ti serve?
-La Parkinson e Zabini.
La mascella in caduta libera del biondo fece ridacchiare Harry, che probabilmente ridacchiava per nasconderse il rossore delle guance: non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui gli sarebbe servito l’aiuto di due serpi, per di più di quelle due serpi particolari.
-Non guardarmi così Scorpius, siamo disperati! Il festino di Halloween è tra pochi giorni e non abbiamo idea di come far arrivare gli alcolici a destinazione! Solo le Serpi sanno cosa fare per ottenerli, e la riuscita di questa festa è indispensabile per risollevare completamente il morale della scuola.- spiegò il moro tutto d’un soffio.
Scorpius annuì e dichiarò che ne avrebbe parlato con i due.
Non fu semplice convincerli, ma alla fine non resistettero all’idea di un mega festino e di alcolici a non finire, così accettarono di aiutare i Grifonscemi e cominciarono a darsi da fare per ottenere la merce in tempo; quando Scorpius diede questa notizia la sera, con la Sala Comune piena di Grifondoro trepidanti, venne coperto di urla di giubilo e in pochi minuti si ritrovò per aria, sorretto dalle mani dei suoi, a suo dire purtroppo, concasati mentre lo lanciavano in aria urlando “Hip Hip, Urrà!”
Il giorno X arrivò rapidamente e le ragazze, subito dopo le lezioni pomeridiane, si congedarono e andarono a rinchiudersi tutte assieme in un’unica camera allargata magicamente, per prepararsi tutte assieme. Ne passò di tempo prima che si ricordassero di insonorizzare la stanza in modo che il resto del mondo non sentisse i loro urletti molto frequenti.
I ragazzi, non meno entusiasti delle ragazze ma molto meno vogliosi di curarsi per l’occasione, si scambiarono un’occhiata di compatimento e andarono a chiudersi ognuno nelle proprie camere, troppo imbarazzati per mostrarsi agli amici prima del dovuto; solo Harry e Ron si prepararono assieme, come facevano sempre fin dai tempi del Ballo del Ceppo, ma questa volta non vollero sentire scuse e trascinarono dentro anche il povero Scorpius.
Il ragazzo, suo malgrado, fu costretto a fare come dicevano loro e pochi minuti dopo stavano già discutendo per chi doveva usare prima l’unico bagno disponibile: tentarono la sorte, che decise di mandare a prepararsi Harry per primo, seguito da Ron.
-Che maschera hai scelto?- chiese il moro a Scorpius, mentre il suo migliore amico occupava il bagno e lui tentava invano di sistemarsi decentemente la camicia.
L’altro scrollò le spalle e gli mostrò la sua scelta: una maschera semplice, bianca come il gesso e grande come tutto il viso, in modo che coprisse perfettamente il problema del biondo. Harry fece un sorrisino e si pentì di aver fatto quella domanda.
-Tu invece?
-Lasciamo perdere, non mi sono di certo impegnato.- rispose il moro, mostrando una maschera grande abbastanza da coprire dalle sopracciglia fino alla punta del naso, bianca con i bordi neri. 
-Come mai bianca? Di solito i ragazzi la portano nera.- osservò Scorpius.
-Potrei farti la stessa domanda.- concluse il moro, tornando a sistemarsi la camicia.
 
 
*
 
La festa era cominciata già da un bel po’ e nessuno accennava a volersi muovere dalla Sala Comune dei Grifoni, che per l’occasione era come rinata: la sua grandezza era triplicata grazie ad un incantesimo di estensione temporanea, un piccolo palco con tutto il necessario per il dj era stato allestito all’angolo destro della sala, e lì vicino, appoggiato al muro, c’era un enorme tavolo da buffet colmo di cibi di ogni genere, dai salatini al budino.
La Signora Grassa era stata addormentata senza problemi e lasciata aperta di qualche centimetro, per fare in modo che gli studenti potessero entrare senza però destare sospetti; inoltre, accanto al quadro era apparsa una lucina che cambiava colore, passando da rosso a verde, da verde a giallo e da giallo di nuovo al rosso: in questo modo, quando la luce era verde uno studente sapeva di poter entrare, al giallo significava “datti una mossa” e al rosso lo studente era entrato e quello successivo aspettava il verde.
Questo ingegnoso trucchetto era stato ideato da Hermione, che a suo dire si era ispirata ad un curioso marchingegno babbano chiamato “semaforo”; aveva anche tentato di spiegare i suoi utilizzi ai Grifoni, ma senza successo.
L’atmosfera nella Sala Comune era perfetta per un mega festino illegale, soffusa ma decisa al tempo stesso; in un angolo remoto della stanza si trovava il forte richiamo di tutti i partecipanti: il tavolo degli alcolici.
Grazie ad un altro incantesimo di Hermione, le bevande tornavano a riempirsi di continuo.
Quando Harry, stupito, le chiese spiegazioni, la ragazza rispose che aveva sempre ritenuto rischioso e inutile aspettare che gli alcolici finissero per poi tornare giù in cucina a prenderne una nuova cassa; in questo modo la bottiglia tornava a riempirsi di continuo, poiché grazie ad un flusso complicato di magia il liquido passava direttamente dal contenitore della cucina a quello della festa. E un altro punto per la Granger.
Scorpius si trovava proprio vicino a quel famoso tavolo, maschera abbassata e mojito in mano. Osservava con indifferenza la scatenata folla davanti a lui, che ballava senza sosta; si era anche soffermato ad osservare i cubi, sopra ai quali facevano bella mostra di sé Pansy e nientepopodimeno che Hermione Granger!
Scorpius ridacchiò sommessamente: a quanto pare la secchiona di Hogwarts nascondeva una doppia personalità che liberava solo alle feste. E che personalità, cavolo. 
Non che a lui interessasse, le ragazze non gli facevano né caldo né freddo da un bel po’ di tempo ormai e questo lo sapeva tutta Hogwarts; certo, ora avrebbe dovuto riaffermarlo sotto le vesti di Scorpius, ma il ragazzo pensò bene che probabilmente non ce ne sarebbe mai stato bisogno: nessun umano, che fosse uomo o donna, si sarebbe mai avvicinato a lui da quel punto di vista, perciò nessun problema al riguardo.
Già, peccato che per sciogliere quella maledizione del cavolo servisse proprio che qualcuno si avvicinasse a lui da quel punto di vista.
Improvvisamente, mentre sorseggiava lentamente il suo alcolico, Scorpius sgranò gli occhi: in mezzo alla pista, tra tutti gli studenti scatenati che ballavano e si divertivano, c’era la strega di quella sera!
Il ragazzo buttò il bicchiere a terra e corse verso di lei, che intanto si comportava come una normalissima studentessa e ballava allegramente in mezzo alla folla; tanto, chi era ubriaco e chi troppo scatenato per connettere il cervello, comunque nessuno si sarebbe mai accorto che c’era una studentessa di troppo alla festa.
-Strega! Strega!- urlò Scorpius, cercando di attirare l’attenzione della ragazza.
Questa continuò a ballare sorridente, ma lanciò un’occhiata al ragazzo e disse con aria alquanto divertita:
-Macchè strega, casomai fata.-
Scorpius la raggiunse.
-Senti, cancella questa maledizione. Cancellala!
-No.- rispose lei secca, continuando a ballare
-Sì invece, annullala! Ho capito, so come ci si sente ad essere brutti e malvisti da tutti, contenta? Ora fammi tornare com’ero prima, sciogli la maledizione!
-Non posso.- decretò la fata fulminandolo con lo sguardo e smettendo di ballare -E inoltre tu non hai capito proprio niente! Trova qualcuno che ti ami e risolverai tutto.- concluse ridendo e camminando all’indietro, mischiandosi con la folla scatenata.
Pochi minuti dopo era scomparsa.
Scorpius, afflitto, tornò al tavolo degli alcolici per buttare via il dolore, ma mentre si versava una bevanda presa a caso nel bicchiere qualcuno gli si aggrappò al braccio, facendogli rovesciare il liquido sul tavolo.
-Ma che fai?!- disse seccato, cercando di alzare in piedi il tizio che l’aveva preso per un bastone da passeggio. Tizio che si rivelò essere Potter.
-Badaba bedebe bodobo.- disse Harry convoce strascicata e ridacchiando come un cretino.
-Ma ti senti Potter? Su, smettila di fare il cretino.- 
-L’una, le due, le tre, le quattro…-
-Sì sì vabbè, ma quanto hai bevuto?
-Aaaabbòò, pochino pocuccio.- 
Scorpius alzò gli occhi al cielo e mise un braccio attorno al moro, trascinandolo verso i divanetti sul lato sinistro della sala. Per fortuna erano vuoti, così potè depositarci il ragazzo senza problemi aggiuntivi.
-Ecco Potter, ora tu te ne stai qui calmo e aspetti che la festa finisca.-
Fece per voltarsi, quando Harry lo prese per una manica:
-Perché mi chiami Potter? Io non sono Potter.-
-Ah no? E allora chi sei?-
-Harry. Solo Harry! Perché mi chiami Potter?- ripetè il moro corrugando la fronte -Solo Malfoy mi chiamava così. No, non solo lui, anche gli altri Serpeverde ma lui era quello che lo diceva con più cattiveria.-
Scorpius strabuzzò gli occhi.
-E’ colpa sua se odio che mi chiamino per cognome.- aggiunse il moro, annuendo con vigore -Sì, è colpa sua, quando lo diceva lo faceva sembrare quasi un insulto. Non è bello, sai? No no, brutto brutto.-
Il ragazzo si guardò attorno indeciso sul da farsi, dopodichè si chinò e guardò il moro in faccia:
-Capisco, allora non ti chiamerò Potter.-
In quel momento una coppia di ragazze un po’ sbronze passò dietro di loro parlando, o meglio, urlando.
-Pensa se Malfoy fosse qui!- disse la prima, una ragazza alta, mora e con due occhi da cerbiatta truccati pesantemente di nero.
-Nooo, non dirmeelo…- rispose l’amica, strascicando le parole -Avrebbe solo rovinato la festa!-
-Perché?- chiese la mora confusa.
-Perché era uno strooonzo, lui rovina sempre tutto perché  è uno stronzo… sempre lì a giudicare, a criticare, a farti sentire inadeguata.
-Che poi manco a dire che fosse perfetto! Era pure frocio!- aggiunse la mora con vigore, dopodichè l’altra disse qualcosa che i due ragazzi non sentirono poiché erano ormai troppo lontane da loro.
Scorpius, nel frattempo, aveva abbassato lo sguardo e si era incupito. Harry, dal canto suo, fissò il punto in cui le due erano sparite e sbottò:
-Non dicono la verità, quelle due…
Il biondo alzò di scatto la testa.
-Lui non era così, non era quello…- continuò il moro con aria afflitta.
-E com’era?- chiese Scorpius a voce bassa.
-Secondo me è uno che dice ciò che pensa, anche se ciò che pensa è sbagliato.- rispose Harry ridacchiando come una ragazzina. -Sai cos’è veramente, secondo me?-
-Cosa?
-Un’iniezione di vita!- esclamò il moro, per poi cadere improvvisamente sul divano.
Scorpius si affrettò a controllare che fosse ancora vivo e, constatato che si era semplicemente addormentato, si allontanò con un inspiegabile sorriso sulle labbra.
  
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