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Autore: Stateira    10/04/2007    12 recensioni
Signori, ecco i Missing Moments di "Fathers". Ce ne sarà per tutti i gusti, buon divertimento!
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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DEDICHE:

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Questa MM è tutta per Black cat, per Fe e per Marty. Grazie ragazze, con tutto il cuore!

 

 

 

 

“- Professoressa…- fece poi Draco, vagamente intimidito. – senta, ci sarebbe una cosa che vorrei chiederle. Un piccolo favore.-

- se posso, signor Malfoy…-

Blaise rivolse a Draco uno sguardo indagatore. Sguardo a cui Draco con un’occhiata che significava semplicemente “non chiedermi perché lo sto facendo”.

E Blaise non lo fece. Non gli chiese niente, ma stette ad ascoltare la richiesta di Draco con un sorriso fraterno, e indulgente, e intenerito, e triste, un po’, in fondo. Ma, ancora più in fondo, speranzoso. “

 

Cap. 9: “Hogwarts”

 

 

Draco inarcò un sopraciglio, e piegò le labbra in una smorfia infastidita.

Pansy doveva essere proprio uscita di senno, se credeva davvero alle assurdità pazzesche di quella stupida rivista.

“Piccoli Maghetti”.

Ah sì? beh, a scrivere “Piccoli Maghetti” doveva essere un branco di Grandi Idioti, stando alla quantità folle di sciocchezze concentrate in quelle pagine. “Come crescere il vostro piccolo con l’aiuto della tecnologia babbana”, ma siamo impazziti?

“Il succo di Alga Polare e i suoi benefici” oh sì, glielo spiegano loro, a un bambino di quindici mesi, che da oggi la sua adorata zucca frullata verrà soppiantata da una disgustosa poltiglia salata, per il bene del suo midollo osseo? E a proposito, avrebbe fatto bene a darsi una mossa, e portarlo di sotto. Era raro che James accettasse di starsene buono a giocare nella sua cameretta, troppo raro. C’era da scommettere che da un momento all’altro avrebbe cominciato a piagnucolare, per poter scendere, e mettersi comodo sul tappeto a pasticciare le sue pappe sul povero Bu Bum.

- Pa… pa… pa… - 

Draco sollevò lo sguardo sul piccolo, che aveva improvvisamente smesso di lanciare qua e là i suoi pupazzi magici.

- Che cosa c’è? –

James sbatté le ciglia scure. – Pa-pà Da-co. – parlottò, intrecciando maldestramente le dita fra loro, il visino puntato da qualche parte verso l’alto.

Draco posò il giornale con un sospiro. - Che cosa c’è, James? Che cosa guardi? – mormorò pazientemente.

James si animò improvvisamente, appena Draco lo ebbe sollevato, e con entrambi gli indici delle manine prese ad indicare la parete davanti a sé. – Da-daaaa… pa-pà. -

Draco inarcò un sopracciglio. – Cos’è che vuoi vedere, eh? – fece, sollevandolo fino al suo petto.

Il piccino si sporse con tutte le sue forze in avanti, allungandosi più che poteva, e posò le manine sulla faccia di un ragazzo dai capelli neri, in sella ad una scopa, che sorrideva allegramente.

- Eh? – fece James piegando le labbra in una smorfia interrogativa. Il ragazzo della fotografia si allontanò di scatto, tanto repentinamente da far trasalire Draco. Si mise a volare come un ossesso, ovunque, mettendo in difficoltà James, che cercava di stargli dietro, con gli occhietti sbarrati.

 

Il Boccino è lì, Harry, proprio lì. Ecco, l’hai preso, visto? Una volta ancora.

 

- Vuoi sapere chi è lui? – sussurrò.

James si voltò verso il poster, poi verso Draco, e di nuovo verso il poster. E vi mise ancora le mani sopra, premendole forte contro il volto di Harry, e il suo petto. – Eh? Eh? -

- James... – Draco fece un respiro profondo. – Vedi, piccolo, lui è… è… -

 

No, non ce la faceva. Non trovava la forza di dirglielo. Di dirlo, di sputarlo fuori dalla bocca. E poco importava se James probabilmente non avrebbe capito, se se ne sarebbe dimenticato un momento dopo. Draco non ce la faceva, a riempire le orecchie del suo bambino con il nome del suo fallimento.

 

- Lui è… -

 

Ma non poteva nemmeno mentirgli. Non si poteva mentire, ad un bimbo che somigliava così tanto a suo padre.

- Lui è il tuo papà, James. Papà Harry. -

James fece una smorfia confusa. - Pa-pà… Da-co. -

- No, no. Vedi… - Draco prese una mano del figlio, e se la portò al petto. – Io sono papà Draco. E lui… - aggiunse, spostando il piccolo verso il quadro, e facendogli posare una mano su Harry. - … E’ papà Harry. Capisci? Anche lui è tuo papà, come me. -

- Oh. – James rimase con le ditina appoggiate sulla superficie liscia del quadro. – Pa-pà… pa-pà… -

- Papà Harry. -

- Pa-pà… De... De-dy. -

- Sì. – Draco trattenne un singhiozzo. – Lui è papà Harry. E io sono…? -

- Pa-pà Da-co. – disse il piccolino, con più sicurezza.

Sembrava tutto concentrato sulla novità. Continuava a fissare Harry, attentissimo, e ogni volta che lo vedeva muoversi, aggrottava le sopracciglia. Draco si chiese disperatamente se ci fosse qualche possibilità che James avesse davvero capito. E se questo fosse bello, e giusto, o se fosse solo maledettamente orribile.

James drizzò la testolina di scatto, e si sporse con forza verso il quadro di fianco, il più grande. Draco lo assecondò, avanzando di un passo, e chiuse gli occhi davanti al grande primo piano del volto scanzonato di Harry, che rideva e faceva facce stupide. Aveva voluto quella foto più grande delle altre, perché voleva che Harry fosse soprattutto questo, per suo figlio: un ragazzo allegro, un papà buffo e dolce, e si sentiva stupido, in quel momento, per non avere la forza di fronteggiare proprio quell’Harry. L’Harry più umano, l’Harry migliore, l’Harry che lui, se avesse potuto, avrebbe scelto per James.

 

- Ah! –

 

Draco socchiuse un occhio, appena sentì James agitarsi.

Il piccolino si teneva aggrappato alla manica della usa maglia con una manina, e con l’altra indicava Harry. E all’ennesima boccaccia, semplicemente, lo fece.

Scoppiò in una ristata entusiasta, e prese ad agitare le gambine, gridando chissà cosa, nella lingua che soltanto lui capiva. Harry continuava a esibirsi con le sue smorfie, e James sghignazzava a più non posso. Era un bambino felice, e rideva perché il suo papà lo faceva ridere, perché faceva tante facce buffe. Il suo papà di carta.

- Pa-pà… Ne… Ne… -

- Harry, tesoro. Papà si chiama Harry. – lo aiutò Draco.

- De-dy. -

- Sì. – Draco gli accarezzò la testolina, ed alzò lo sguardo sul poster, uno dei tanti, che ritraeva Harry Potter. Il più bello di tutti, quello che aveva fatto ridere il suo bambino.

- Andiamo giù un momento, ora, eh? Papà deve fare una cosa. -

 

James si raggomitolò sul divano dove il suo papà lo aveva lasciato, e lo stette ad osservare rapito, mentre si chinava sul camino, issandosi sulle braccine per poterlo seguire con gli occhi.

 

- Pansy, puoi venire un momento? -

 

Stava chiamando la zia. Però non lo aveva fatto come lo faceva sempre. Papà aveva una voce molto triste, e piangeva, persino. James vide i suoi occhi grandi e belli rigati dalle lacrime, e gli venne voglia di piangere forte, anche lui. Non voleva che papà piangesse, forse aveva male da qualche parte, forse chiamava la zia perché si sentiva tanto triste. Forse il papà dentro il quadro gli aveva fatto la bua.

 

- Draco, sono qui. -

 

La zia era arrivata. E papà l’aveva abbracciata forte. James lo sapeva, che papà voleva molto bene alla zia, ma in quel momento non la stava abbracciando perché le voleva bene. Piangeva tanto, papà Draco. E James fu sicuro di sentirgli ripetere molte volte il nome del papà del quadro, papà Harry. Lo ripeteva e piangeva, papà Draco.

 

- Hai bisogno di una pausa, Draco. – mormorò Pansy. – Forza, ora chiamiamo Blaise, che badi un po’ a James, e noi due ce ne andiamo di là e ci beviamo un bel tè, va bene? Un bel tè caldo, e vedrai che ti sentirai molto meglio.

- E’ dappertutto, Pansy! – Draco quasi lo gridò, fra i singhiozzi. – E’ dappertutto, nella mia vita. –

- Non pensare a lui, Draco. Non ci pensare. –

 

James abbracciò forte il cuscino del divano. Avrebbe tanto voluto avere Bu Bum lì con lui.

  
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