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Autore: GiulyHermi96    27/09/2012    2 recensioni
So che il titolo potrebbe far pensare ad una Dramione, ma non è così.
Questa è una storia su Andromeda Black e Ted Tonks.
Sì, i genitori di Nimphadora, che spesso non vengono presi in considerazione. Io, invece, li trovo adorabili, ma più di tutto, mi sono chiesta che cosa sia accaduto a questi due ragazzi così coraggiosi. Perché Andromeda si sia innamorata di un mezzosangue benché venisse da una famiglia con regole ferree, composta solo da purosangue
Ecco, questa è la mia versione dei fatti, spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Malandrini/I guerra magica
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Amore contro le regole

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Così, l'anno scolastico finì e tutti gli studenti di Hogwarts tornarono a casa.

Passò luglio e iniziò agosto. Era il 3 di quello stesso mese, quando Bellatrix entrò come una furia in camera della sorella che stava leggendo.

Io non ce la faccio più Meda!” disse furiosa.

La ragazza alzò gli occhi e fissò la sorella confusa.

Non ce la fai più a proposito di cosa?” le chiese.

A tacere su che razza di gente frequenti in quella scuola da quattro soldi! Dovresti vergognarti! Nasconderti dietro un arazzo e non venirne mai più fuori! Come puoi anche solo tollerare la presenza di quel pezzente di fianco a te?” chiese sputando a terra.

Andromeda mise il libro nel suo baule e sospirò.

Era tutta l'estate che Bellatrix era intrattabile con lei. Per sicurezza la ragazza aveva deciso di tenere il baule sempre pronto, in modo che, in caso di bisogno, avrebbe avuto le sue cose a portata di mano.

Andromeda alzò lo sguardo e guardò l'ora: “Ad ogni modo, Bella, è ora di pranzo. Ne discutiamo più tardi.” disse con calma lei sorpassandola e scendendo giù al piano terra.

Al tavolo, i genitori erano seduti uno di fronte all'altra nelle parti più strette, Bellatrix da sola in un lato lungo e Andromeda e Narcissa erano sedute l'una di fianco all'altra nell'ultimo lato.

Andromeda?” la chiamò il padre a circa metà del pranzo.

Sì padre?” rispose prontamente la ragazza alzando lo sguardo e posando le posate.

Dopo il desinare, vorrei che tu e il resto della famiglia veniate nel mio studio. C'è una cosa molto importante che ho da dire.” disse fissando la figlia senza espressione.

Un po' turbata, ma impassibile a sua volta, la ragazza annuì: “Sì padre.” rispose continuando a mangiare.

Alle tre e mezza in punto, le quattro donne si erano recate nello studio del padrone di casa e, una alla volta, erano entrate.

Andromeda si era posizionata in piedi di fronte alla scrivania del padre, Bellatrix era rimasta con le braccia incrociate in un angolo della stanza e la signora Black aveva appoggiato le mani sulle spalle della più piccola, in modo da rassicurarla.

Vi ho convocate qui, per dirvi che il matrimonio di Andromeda è stato combinato.”

Una morsa allo stomaco prese il corpo della ragazza che guardò sconvolta il genitore.

Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, ma non ci aveva più pensato da... dalla discussione con Ted sul lago.

Andrà in sposa ad un mio lontano cugino. Finita la scuola vi fidanzerete e si terranno le nozze tra qualche anno.” disse l'uomo appuntando qualche cosa su delle pergamene.

No...” sussurrò Andromeda sconvolta.

Quattro paia di occhi si fissarono sulla ragazza.

Hai detto qualche cosa Andromeda?” chiese il padre con espressione neutra.

Il cuore della ragazza batteva a mille, non sapeva se rispondere negativamente e accettare il proprio destino, o rispondere che sì, aveva detto 'no' e soffrire nelle ore a seguire.

Non seppe mai se fosse stata l'adrenalina o il pensiero di Ted comparso nella sua testa, ma rispose: “Sì, padre, ho detto di no.” con voce ferma.

L'aria sembrò raggelarsi.

Hai osato contraddirmi?” chiese il signor Black con calma.

Andromeda deglutì, ma rimase ferma immobile in mezzo alla stanza.

Hai osato rispondermi?” chiese il padre girandole attorno.

Lei non rispose, rimase impassibile ed immobile.

Rispondimi figlia sciagurata! Hai osato rispondermi?” chiese lui prendendola con forza per un braccio.

Lei deglutì: “Sì signore.”

Voi fuori!” urlò alle altre tre. La signora Black prese Narcissa con se e la portò in fretta fuori, Bellatrix, invece, rimase nella stanza.
“Vuoi essere punita anche tu? Ti ho detto di uscire!” sibilò il signor Black.

Bellatrix guardò il padre con fierezza: “In verità padre, volevo punirla a mia volta. Mi ha fatto un torto a scuola, anzi lo ha fatto a tutti noi.” rispose la ragazza.

Andromeda chiuse gli occhi. Era finita. Una volta saputo quello che la sorella stava per dire, il padre l'avrebbe ammazzata quasi sicuramente.

Cosa intendi?” chiese lui allontanandosi dalla seconda delle sue figlie e avvicinandosi a Bellatrix.

è stata in compagnia di un mezzosangue padre, per gli ultimi cinque mesi! Ho cercato di dissuaderla, ma questa sciagurata non mi ha ascoltata! Non ha voluto ascoltare la figura più autorevole dentro Hogwarts della sua famiglia” disse fieramente la ragazza.

Gli occhi del signor Black si infuocarono: “Sei stata in compagnia di un mezzosangue?” chiese l'uomo infuriato.

Andromeda non disse nulla. Due incantesimi le raggiunsero la schiena in contemporanea facendola cadere a terra dolorante. La forza era stata simile a quella di due frustrate. Pur non avendo il vestito lacerato, sapeva che la pelle sanguinasse sulla schiena.

Rispondi a nostro padre!” urlò la sorella.

Sì.” soffiò lei tra i colpi di tosse.

Un altro incantesimo le prese la spalla e la fece girare.

Vide la sorella lanciargliene un ulteriore e sentì la stoffa e la pelle dell'avambraccio aprirsi.

Il padre stette a guardare senza sporcarsi le mani. L'ira della più grande era abbastanza per entrambi.

Andromeda, tra un incantesimo e l'altro della sorella si chiese perché dovesse vivere così, perché dovesse continuare a rimanere nella paura.
In quei mesi passati quando poteva con Ted, si era sentita libera e felice per la prima volta. Perché avrebbe dovuto rimanere impassibile davanti a tanta crudeltà? Perché avrebbe dovuto continuare a vivere a quel modo?

L'albero...” sussurrò con voce rotta.

Bellatrix si fermò: “Come hai detto?” chiese con gli occhi in fiamme.

Andromeda tossì dolorante e si preparò. Fortunatamente ci si poteva smaterializzare nella casa, per quanto nessuno glielo avesse mai permesso.

Cancellatemi... dall'albero genealogico...” disse sbalordendo il padre e la sorella e scomparendo in camera sua con una smaterializzazione.

Prese il foglio di Ted, diede un bacio sulla guancia a Narcissa che era lì, afferrò una maniglia del baule e si smaterializzò appena prima di vedere la sorella arrivare in camera sua per continuare a farle del male.

* * *

Ted sentì uno schiocco e un leggero bussare alla porta d'ingresso. Si alzò velocemente dal divano, prese fuori la bacchetta e si precipitò là.

Prese un respiro profondo e aprì la porta
La scena che gli si presentò davanti sembrava uscita da un libro.

Andromeda era in piedi, con il pugno con cui aveva bussato ancora alzato e con la maniglia del baule stretta in una mano. Aveva un vestito lungo fino ai piedi grigio, con le maniche che arrivavano al gomito, ma in moltissimi punti era lacerato e strappato e sotto la stoffa si vedevano il sangue scorrere e la carne aperta in profondità.

Piccoli tagli le percorrevano la guancia sinistra, e i capelli, probabilmente legati in uno chignon fino a qualche ora prima, erano sfatti e si erano un po' sciolti.

“Ted...” sussurrò la ragazza appena lo vide: "Piove..." disse tremando sotto le goccie di pioggia che le cadevano sulla testa e, tremando, mollò senza forze il baule.

Prevedendo cosa sarebbe successo, Ted la prese tra le braccia prima che crollasse a terra: “Andromeda, cosa è successo?” chiese lui spaventato portando lei e il baule dentro casa e chiudendo a chiave la porta.

I-io...” cercò di dire lei, ma le parole non le uscirono.

Devo portarti al San Mungo.” disse lui cercando di tirarla su.

Lei scosse la testa: “No! No, ti prego! Non in ospedale! Mi troveranno se andrò là! Te ne prego! Non in ospedale!” disse lei stringendogli un braccio con una presa tremante e debole.

Andromeda, non sono ancora*** un medimago. Conosco alcune cure, ma non sono come loro...” disse lui nel panico più totale.

Lei lo guardò implorante con le palpebre che le si facevano pensati ogni secondo di più: “Ti prego... ti prego Ted...” disse lei fissandolo implorante.

Lui sospirò:” Va bene... resta sveglia.” le disse facendole comparire un cuscino dietro la testa e porgendole un bicchiere d'acqua.

Le sollevò la testa: “Bevi, o ti dissanguerai.” le disse aiutandola.

Il viso della ragazza era tremendamente pallido, le sue labbra erano livide e gli occhi sempre più spenti.

Ascoltami... devi rimanere sveglia. Non addormentarti, d'accordo? Parlami di qualche cosa...” disse alla ragazza mentre le tagliava le maniche dell'abito per guardare le ferite.

Lei respirava a singhiozzi: “Quando avevo c-cinque anni pensavo che un giorno sarebbe arrivato un principe a salvarmi dalla torre, dove a volte mi mettevano in punizione.” disse facendo sorridere il ragazzo.

Ah sì?” chiese lui appellando un libro sulle medicazioni.

Sì, pensavo che mia sorella Bellatrix fosse il drago che mi tenesse prigioniera, che mio padre fosse il re cattivo e che Narcissa e mia madre fossero i piccoli aiutanti della casa, troppo piccoli per fare qualche cosa.

Quando andavo là m-mi cambiavo colore del vestito. Mio padre ci ha sempre fatte vestire di colori scuri. Secondo lui erano colori adatti a delle ragazze dell'alta società. Narcissa è sempre stata fortunata, ha avuto la possibilità di vestirsi di verde. Bellatrix ha continuato a vestirsi di nero e a me sono sempre toccati il grigio scuro e chiaro. Quando andavo lassù coloravo il mio vestito di lilla e ballavo nella stanza senza sapere che fosse p-piena di strumenti di tortura...” disse lei rabbrividendo.

Ted armeggiava con la bacchetta e con una pozione curativa sul braccio destro di Andromeda, che non ne voleva sapere di migliorare.

Lei sbadigliò con le palpebre pesanti.

Ted le schioccò le dita davanti al viso: “Non addormentarti.” le ripeté.

Lei sospirò: “S-sono talmente stanca...” gli disse con gli occhi lucidi.

Ted annuì: “Lo so, ma non ora. Tra un po', quando ho finito, almeno fammi finire questo braccio... è messo malissimo.” disse versandoci sopra un po' della pozione curativa, che sprigionò un fumò violetto.

AH!” gemette lei sentendo il braccio bruciare.

Lui la tenette giù per le spalle: “Mi dispiace, mi dispiace, è necessario...” le disse dispiaciuto.

Andromeda respirava velocemente, dolorante.

Cosa ti hanno fatto?” chiese lui guardando le braccia e il viso escoriati della ragazza.

Non... non si vedono tutte... la schiena credo sia messa altrettanto male...” sussurrò lei non riuscendo a essere imbarazzata per il troppo dolore.

Credo che ci dovremo pensare dopo. Per ora dobbiamo chiudere queste...” disse fissando, disgustato per la brutalità, le ferite su tutte le braccia e sulle spalle della Serpeverde.

Lei sospirò senza fiato per il bruciore e annuì.

Merlino... ma come diavolo...” disse lui fissando tutte le profonde e lunghe ferite.

Guardò negli occhi la ragazza, sempre più pallida: “Accidenti, ma cosa hanno fatto?” chiese sconvolto.

I-io... non...” al solo pensiero si ritrovò troppo sconvolta per parlare.

Ted sospirò. Glielo avrebbe chiesto dopo. Le diede dell'altra acqua da bere.

Continuò con l'altro braccio e con le spalle, piene di sangue e tagli ovunque.

Un'ora dopo riuscì a chiudere anche l'ultimo taglietto sulla guancia della ragazza.

Va bene... va bene, ora è meglio se ti siedi su una sedia... ce la fai?” chiese il ragazzo guardando Andromeda.

Lei deglutì e annuì: “Ci provo.” disse lentamente.

Ted la prese per la vita e l'aiutò ad alzarsi.

Una volta che si fu seduta su uno sgabello nella cucina dell'appartamento, si slacciò la cerniera dell'abito, mettendo da parte l'imbarazzo. La schiena le bruciava in un modo indescrivibile, aveva fasce e bende ovunque ed era appena scappata di casa, non era proprio il momento di imbarazzarsi.

Ma con cosa ti hanno colpita, accidenti!” imprecò il ragazza inginocchiandosi dietro di lei e passandole stracci bagnati sui tagli.

Niente di materiale o tangibile, se lo vuoi proprio sapere...” disse lei ricordando gli incantesimi dei parenti.

Ted arrestò la cura e piegò la testa per guardarla in viso: “Vuoi dire che ti hanno colpita con degli incantesimi?” chiese sconvolto.

Lei rimase impassibile. Avendo chiuso le ferite più profonde, aveva ripreso un po' di colore e un po' di energia, quindi era più facile per lei rimanere posata e senza emozioni.

Sono stata fortunata che non fossero maledizioni pesanti, se no non avresti potuto curarle.” disse lei sfiorandosi una benda vicina al polso.

Come fai a rimanere così calma Andromeda? Merlino! Hanno appena cercato di ucciderti e rimani impassibile?” le chiese cercando di non tremare dalla rabbia.

La morte non mi spaventa, Ted. Non lo ha mai fatto.” disse lei guardando il muro di fronte a lei.

Lui sbuffò. Quando era così criptica poteva davvero diventare intrattabile.

Alzò gli occhi al cielo e versò qualche goccia della pozione sulle ferite più brutte sulla schiena della ragazza, che la raddrizzò ancora di più per il dolore.

La pelle di Andromeda era bianca come la neve, evitati i punti feriti, che erano rossi e rosa scuro, la ragazza aveva letteralmente una pelle diafana senza difetti o macchie scure.

Una volta che ebbe finito, Ted prese la ragazza tra le braccia e la portò in camera da letto.

In un altro momento la cosa l'avrebbe imbarazzato parecchio, ma in quel momento era talmente arrabbiato e al contempo lei era talmente debole e indifesa, che il pensiero di un possibile imbarazzo non lo sfiorò nemmeno.

Tra le sue braccia sembrava talmente piccola.

La posò sul materasso sotto le coperte, ma lei si risedette subito.

I-io... mi dispiace di essere piombata qui così...” disse guardandolo.

Ted scosse la testa mettendo da parte per un momento la rabbia: “Non ti preoccupare Andromeda... mi fa piacere che tu lo abbia fatto.” disse lui scacciando il pensiero insinuatosi nella sua testa dove immaginava cosa sarebbe successo alla Serpeverde se non si fosse smaterializzata fuori da quell'inferno.

Aprendo un cassetto di un comò, Ted prese fuori una sua maglia piuttosto grande e la passò alla ragazza: “è meglio se togli quello...” disse indicando l'abito insanguinato: “Ti prenderei un tuo pigiama, ma immagino siano tutte camicie da notte pregiate...” disse sorridendo vedendo il sorriso della ragazza: “Quindi metti quella per ora...” disse indicando la maglia bianca e uscendo dalla stanza.

Andromeda si sfilò l'abito e lo fissò. Sarebbe stato impossibile salvarlo, il che era un gran peccato, visto che era uno dei suoi preferiti.

Si infilò la maglietta e si toccò i capelli. Doveva avere un aspetto terribile, probabilmente le sparavano da tutte le parti. Non sarebbe stata una sorpresa.

Vide uno specchio sul comò da dove Ted aveva preso la maglietta.

Prese coraggio, si alzò un po' tremante in piedi e si piazzò davanti allo specchio.

Sospirò un po' rassegnata e un po' inorridita.

Fortunatamente le bende coprivano le ferite, oppure sarebbe stato peggio.

Alcuni ciuffi di capelli erano insanguinati. Prese la bacchetta da una tasca dell'abito ormai rovinato e li pulì. Guardò quello che fino a qualche ora prima era un ordinato e pratico chignon.

Sospirò e cominciò a sfilarsi le forcine una per una, guardando i suoi capelli caderle sulle spalle e dietro la schiena in morbide onde. Almeno quelle miglioravano un pochino il suo aspetto.

Stava per togliere l'ultima, quando Ted bussò alla porta.

Posso entrare?” chiese gentilmente.

Andromeda si guardò allo specchio. La maglia del ragazzo la copriva quasi fino alle ginocchia.

Aveva i capelli sciolti. Era difficile per le persone vederla con i capelli sciolti. Anche ad Hogwarts li legava sempre. Erano troppo lunghi e attiravano l'attenzione.

Sospirando si sfilò l'ultima forcina facendo cadere l'ultima ciocca di capelli appoggiandosi al comò con un sospiro. Stare in piedi l'aveva stancata tantissimo.

Sì, entra...” disse con un filo di voce.

Ted guardò il letto e lo trovò vuoto. Si girò e vide la ragazza tenersi stretta al comò per non cadere.

Andromeda! Per Merlino! Se ti ho lasciata seduta sul letto vuole dire che non ti devi muovere di lì!” disse appoggiando un vassoio su una sedia e aiutandola a stendersi nuovamente.

Mi dispiace...” sussurrò lei esausta: “Volevo solo vedere come fossi messa...” disse lei alzando le spalle.

Ted sospirò: “Male, come vuoi essere messa? Per poco non morivi nel salotto di casa mia.” disse scuotendo la testa e riprendendo il vassoio.

Prendi...” disse porgendole una tazza di tè.

Faceva stranamente fresco lì cosa strana, visto che era ancora agosto.

Spostandosi i capelli su una spalla, Andromeda bevve lentamente un po' di tè.

Ted prese una sedia, la spostò vicina al letto e ci si sedette sopra.

Andromeda lo fissò: “Ti ho invaso casa... mi spiace...” disse con la tazza ancora appoggiata sulle labbra.

Ted la guardò scuotendo la testa: “Te l'ho già detto, non devi scusarti.” disse fissando la ragazza.

Andromeda sospirò e continuò a bere.

Vuoi parlarne ora?” chiese lui calmo.

Lei sospirò, tirò su le gambe e appoggiò la tazza sulle sue ginocchia tenendola con la mano.

Da quando siamo tornate da Hogwarts, Bella è più intrattabile del solito.” disse guardando il liquido scuro nella tazza.

Mio padre mi ha detto dopo pranzo che sarei dovuta diventare moglie del tale suo cugino mai visto probabilmente col doppio della mia età...” disse lei senza voltarsi.

Ted sospirò. Sapeva che quel momento sarebbe arrivato.

Andromeda sospirò: “Mi sono rifiutata...” disse arrossendo.

Ted alzò le sopracciglia confuso: “Perché?” chiese.

Lei scosse la testa: “Non lo so... non lo so perché l'ho fatto.” disse passandosi una mano sul viso disperata.

Mi sono sentita malissimo all'idea e gli ho detto di no... a quel punto Bella ha raccontato tutto, ha vuotato il sacco sul fatto che avessi passato del tempo con te e...” disse lei con voce rotta: “è finita com'è finita...” disse lei fissandosi le bende.

Queste cose le dovresti raccontare agli Auror..” disse lui.

La ragazza sospirò e sorrise: “Ted... stiamo parlando dei Black... sai quanti agganci abbiamo al ministero...? No. No non lo posso raccontare.”

Ted la guardò confuso: “Andromeda, stavi per morire! Solo perché ti sei rifiutata di fare una cosa! È una cosa che andrebbe raccontata alle autorità!” disse lui sconvolto.

Lei scosse la testa.

Lo farò io se non lo farai tu Andromeda. Queste cose vanno raccontate.”

Lei lo fissò spaventata: “No! No! Non lo puoi fare!” disse: “Ted, ragiona. Non siamo a scuola. Questa è la vita vera! Se andrò dalle autorità mi rintracceranno. Finché non farò nulla non mi cercheranno, ma se per caso dirò o confesserò qualcosa, ti assicuro che faranno di tutto per uccidere me, e di conseguenza te.” disse con le mani in grembo cercando di calmarsi: “E sai una cosa, vorrei proprio evitare che delle persone innocenti come te perdessero la vita per colpa mia.” disse lei impassibile.

Ted sospirò: “Non sono innocente, Andromeda, è anche colpa mia se sei messa come sei ora.” spiegò lui lentamente.

Lei girò la testa e lo fissò incredula: “Colpa tua?” chiese confusa, poi ci pensò: “Sì, è vero.” disse fermandolo prima che potesse dire qualche cosa con un cenno della mano: “è colpa tua se sono cambiata in meglio, è colpa tua se negli ultimi mesi ho vissuto davvero, è colpa tua se ora ho delle foto con dei sorrisi... sì, è decisamente colpa tua.” disse alzando gli occhi al cielo.

Ted scosse la testa: “è colpa mia perché ti ho messo strane idee in testa, perché se non l'avessi fatto non saresti ferita, non saresti scappata, non avresti paura di tornare...”

Andromeda sorrise: “Io non ho paura di tornare... semplicemente non intendo farlo... gli ho detto di togliermi dall'albero genealogico... letteralmente devo dire...” disse lei pensandoci su.

Non sarebbe successo se non ti avessi riempito la testa di cose diverse da quelle che pensavi.” disse lui desolato.

Lei sbuffò: “Ted, sono abbastanza grande per decidere da sola. Quelle cose le pensavo già, le hai semplicemente ingrandite, ecco tutto, ma, per dirtela tutta, l'idea di non rimanere a casa mi aveva sempre sfiorata. Quest'anno è solo diventata reale, ecco...” disse lei sospirando.
Ted sospirò e Andromeda lo fissò con un semi sorriso negli occhi.
Sapeva che ci sarebbe voluto tempo per fargli capire che non fosse colpa sua, ma ci avrebbe lavorato su.
Gli sarebbe rimasta vicino, in particolare per proteggerlo.
Quel ragazzo aveva fatto talmente tanto per lei, che, si promise, non gli avrebbe fatto capitare nulla di male. MAI.

*** Non ho trovato da nessuna parte che lavoro facesse Ted Tonks, perciò ho pensato che sarebbe stato un buon medimago :)

Angolino autrice:
Eccomi qui :)
Questo è il punto in cui sono arrivata anche io. Spero vi piaccia la ff. Ora mi metto d'impegno e la continuo. Come vi ho detto, però, non sarà molto lunga.
Spero questo capitolo vi sia piaciuto. Io l'ho amato :3
Un saluto,
Giuly

   
 
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