Onore & Amicizia!
“Tu sei
folle Misugi!” l’affermazione di Tsubasa
arrivò come
un torrente in piena travolgendo il giovane, che però rimase
a galla e fingendo
indifferenza. Si era aspettato una reazione simile da parte
dell’amico ed ora
stava nella sua bravura riuscire a convincerlo facendo leva sulla cosa
che più
gli premeva sul cuore: riconquistare l’onore perduto della
famiglia Ozora.
Purtroppo erano ormai diversi anni che la nobile famiglia era caduta in
disgrazia a causa del tradimento della signora Natsuko, la madre di
Tsubasa.
“So che è un impresa difficile, ma sono certo che
ce la possiamo fare!”
continuò Jun tranquillamente mentre accostava alle labbra
una coppa di vino
elfico rosso, era uno dei migliori e più costosi che si
potessero acquistare in
quel periodo su Reis, segno che gli Ozora avevano ancora qualche buon
amico fra
gl’elfi. Roteando il liquido color rubino
all’interno del bicchiere di
cristallo riprese a parlare “Dobbiamo solo trovare una nave
che ci porti sino a
Ilia, così da evitare Darken, lo stato malvagio, e poi da
lì proseguire sino a Mura, che si trova nello stato di
Nives.”
“Jun... per quanto la tua idea mi alletti, non ho prove che
quello che tu mi
stai dicendo sia vero! Insomma dovrei credere che Lily, la
divinità da poco
ricomparsa di voi maghi blu, ti sia apparsa in giardino due notti
orsono
dandoti una missione? Scusa ma mi riesce difficile! Ci sono milioni di
maghi su
Fake... perché proprio da te è venuta? Insomma
sei appena diventato mago, fino
a qualche mese fa non eri altro che un apprendista! La fai facile tu...
ma Nives non è dietro l'angolo come la fai sembrare... sono
mesi e mesi di viaggio!” nella voce di Tsubasa si
leggevano chiaramente i dubbi che lo tormentavano, dall’altro
lato, la voglia
di partire all’avventura e di ridare lustro al nome di
famiglia era palese.
Posando il bicchiere Jun incatenò lo sguardo a quello
dell’amico in un gioco
così potente che i bicchieri tremarono dalle vibrazioni che
emanavano.
Purtroppo non aveva modo di dare risposta alle domanda che
l’amico gli stava
ponendo e che anche lui in quei giorni si era chiesto diverse volte.
Già perché
proprio lui? Scuotendo la testa il giovane mago distolse infine per
primo lo
sguardo sospirando.
“Non so perché tutto questo Tsubasa, non so
perché a me, ma so che devo fare
quello che mi ha chiesto… è la mia Dea e non
voglio deluderla! Quindi fra tre
giorni io partirò, con te o senza di
te…” dette quelle poche parole il
mezz’elfo si alzò posando il bicchiere ormai vuoto
sul tavolo. Il tono che
aveva usato era stato duro ed inflessibile, chiaro segno che la
decisione ormai
era stata presa e lui non avrebbe cambiato di certo idea solo per i
dubbi
dell’amico. Il vento prese a soffiare, spazzando
così il giardino ben ordinato
di casa Ozora. Gl’occhi color nocciola del mago si persero
alla vista del
salice piangente scosso dalla forza di quell’elemento che lui
appena riusciva a
governare. Certo, Tsubasa aveva ragione, di cose da imparare ne aveva
moltissime
e forse sarebbe anche morto nell’impresa, ma poco gli
importava perché era
stata LEI a chiederglielo e lo avrebbe fatto. Nuvole nere iniziarono ad
addensarsi all’orizzonte facendo infine riscuotere
l’incantatore dai suoi
pensieri.
“Sarà meglio che mi avvii, ti ho già
sottratto troppo tempo!” dette quelle
parole si alzò in piedi e dopo un breve inchino si
avviò verso l’uscita che
ormai conosceva. Era quasi giunto sulla soglia della porta scorrevole
che la
mano di Tsubasa gli si posò sulla spalla facendolo poi
volgere.
“Vengo con te! Sia mai che lasci solo un amico e
poi… un’impresa era proprio
quello che mi serviva per riabilitare il buon nome della mia
famiglia… e anche
se Lily delle nevi non è la mia Dea, chissà,
magari potrebbe mettere una buona
parola con il mio…” disse il giovane facendo poi
l’occhiolino all’amico ed
entrambi scoppiarono a ridere.
“Grazie! Non dimenticherò quello che stai facendo
per me… e ti devo anche un
enorme favore per questo!”
“Ah non ti preoccupare… piuttosto come farai con
tua madre? Già la vedo con i
lacrimoni attaccata al tuo braccio… “
ridacchiò Tsubasa cercando poi di imitare
la voce della donna “Oh Jun tesoro non andare… il
tuo cuore potrebbe non
reggere…”
La faccia del mago assunse uno strano colorito verdognolo, in effetti
non aveva
minimamente pensato a cosa potesse dire alla madre per persuaderla che
doveva
proprio partire, ma forse se prima parlava con suo padre aveva qualche
buona
possibilità.
“Di questo non ti preoccupare… qualcosa
riuscirò ed inventarmi…” scosse il capo
passandosi una mano dinnanzi al viso “Partiamo fra quattro
giorni all’alba!”
quindi prese definitivamente commiato uscendo in strada ed inspirando
profondamente la frizzante aria dell’autunno ormai inoltrato
che quasi tendeva
all’inverno. Si sarebbe presto partito e l’idea
dell’avventura che lo attendeva gli solleticava
l’animo, oltre al fatto che
sperava di rivedere presto anche la sua Dea. Sì, sarebbe
andato tutto bene, o
almeno così pensava ingenuamente.
Bacioni
Lily!