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Autore: Yuna_Orange    27/09/2012    5 recensioni
(Dal capitolo 13)
- Posso sapere almeno che cazzo ci fai qui? – Sputò, acida.
Quello ci pensò su, prima di rispondere con uno scialbo: - Non lo so, Gaho ieri notte mi ha portato qua. –
Cane traditore!
- E ti sembra una spiegazione sensata? –
- Boh, forse: avevo sonno e non sapevo neanche dove mettevo i piedi. –
- Ah, adesso sì che ha senso! –
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Lady
 

 
 
Lo zuccone non c’era.
Il suo futon era vuoto e sfatto.
Ho paura di scoprire dove si è intrufolato quel demente….
TOP accarezzò la gattina, che gli faceva le feste, e si diresse, stiracchiandosi, in salotto.
Aveva tutta l’intenzione di gettarsi a peso morto sul divano e continuare a sonnecchiare, aveva il cervello immerso in una nebbia fittissima.
Ma quella nebbia si diradò in un batter d’occhio nel momento in cui li vide.
Dormivano, beati, sul divano, e GD la legava a se come un bambino piccolo che stringe il suo orsacchiotto preferito nel sonno.
Il volto di JiYong accennava un lieve sorriso, quello di Nives era placido, come l’aveva vista due giorni prima sul suo petto, bella e pallida come la luna.
Vederla lì, circondata dalle braccia dell’amico, bastò a fargli salutare quella fioca fiammella che brillava nel suo cervello, la ragione, che scese giù, fino al petto, al fine di accendere la miccia della sua ira.
Avrebbe voluto abbaiargli contro e riempire il suo faccino con un bel marchio viola, proprio sull’occhio sinistro. Ma ricordò che la ragazza aveva il sonno leggero: al minimo tocco si svegliava, figuriamoci se l’avesse sentito gridare!
Quindi, decise di non toccare nessuno dei due, finché uno di loro non si sarebbe svegliato. Richiamò tutte le sue forze, tutta la sua buona volontà, e represse l’istinto di saltare addosso a quel cretino.
Oh ma lo avrebbe punito, questo sì.
 
 
Si diresse verso la vetrata, che aveva fatto da sfondo a tutte le giornate passate in quell’ appartamento.
Chissà se, una volta andato via, tornerò mai qui…
Già avvertiva la mancanza di quel luogo, che ormai era diventato sinonimo di casa. Gli era divenuto tanto caro in così poco tempo…ma era tale solo grazie a lei, alle sue premure, al suo affetto. Soprattutto grazie al suo affetto.
E se non l’avesse mai incontrata? Ora dove sarebbe potuto trovarsi? Magari alle Hawaii a ballare la hula sulla spiaggia. Oppure a far pupazzi di neve ad Oslo, o ancora poteva semplicemente essersene andato in giro per gli USA…
Ringraziava il destino o chi per lui, con tutto il cuore.
Perché non avrebbe scambiato quel piccolo appartamento neanche con il più lussuoso loft di Los Angeles.
 
 
Sentiva crescere dentro di se il desiderio di guardarla, e poco importava se era fra le braccia di qualcun altro. Il solo pensiero che di lì a poche settimane avrebbe dovuto lasciarla sola, aveva portato nel suo cuore una ventata di malinconia tale da farlo raggrinzire.
Voltò lo sguardo dal cuore pulsante del Giappone a quello che ormai era il cuore pulsante del suo mondo, e si stupì non poco nel vedere i grandi occhi neri della ragazza incollati alla sua figura.
I loro sguardi si trovarono e si legarono assieme per qualche secondo, poi Nives interruppe il contatto visivo, per scrollarsi di dosso con poca grazia il corpo dormiente di JiYong. Nonostante fosse stato scosso in malo modo, quasi picchiato, dalla ragazza, che cercava di liberarsi, quello non si svegliò. L’amico era, come lui, difficile da risvegliare.
Sbuffando, la sua coinquilina si mise in piedi, stiracchiandosi e mormorando un ‘buongiorno’ prima di sedersi affianco ad un GD immerso in un sonno profondo e affermare: - Il tuo amico ha qualche problema, è appiccicoso – disse, guardando tutto, fuorché TOP.
- Dì, mica t’è venuto a svegliare? – Chiese, cercando un pretesto per ridurre l’amico ad un ammasso informe di carne ed ossa.
- No, no…io già ero sveglia quando lui è venuto in salotto –
- E come mai eri sveglia? –
- Non riuscivo a dormire –
Niente, non lo degnava di uno sguardo. Era scostante.
Seung-hyun le si avvicinò e le alzò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi: - La prossima volta che non riesci a dormire, vieni da me, non aspettare che certi soggetti – disse, indicando l’amico – vengano a disturbarti –
- Ma non mi ha disturbata –
No…aspetta…COSA?
TOP era traumatizzato. Fino al giorno prima quei due erano come l’acqua ed il fuoco…COSA DIAVOLO ERA SUCCESSO MENTRE LUI DORMIVA?
- Cos’è quella faccia? – Gli chiese.
- Tu…tu ieri non lo volevi neanche far entrare! E poi vi scopro abbracciati e addormentati assieme! –
- Aspetta, io non ho abbracciato nessuno, è lui che mi si è appiccicato addosso come una piattola – Sbottò, irritata.
- Non è questo il punto…- Sibilò TOP, rincuorato nel sapere che lei non gradiva ancora quel tipo di contatto con GD.
- Vuoi sapere una cosa? Io ci ho provato, ho provato a conoscerlo, come avevi detto tu. Dovresti essere contento! E invece ti incazzi con me; dovresti prendertela con questo qui, non ci sta completamente con la testa. – Bofonchiò, ancora intontita dal sonno.
- Oh – la meraviglia di Seung-hyun era chiara.
Aveva sopportato quel rompipalle solo per fargli piacere, allora.
- Ma alla fine non è malaccio, anzi, è simpatico sotto certi punti di vista...- disse, pensosa – Ao-san…tu…tu andrai via, vero? – Chiese, seria.
Quella domanda bloccò le sinapsi del cervellino di TOP.
Sbiancò e deglutì a vuoto più volte, non riusciva a dire un semplice ‘sì’, non sarebbe bastato: avrebbe voluto spiegarle tutto, ma non ci riusciva.
Un sorriso amaro si dipinse, triste, sul volto candido della ragazza, che, silenziosa, se ne andò in camera sua, abbandonandolo lì, accovacciato davanti al divano.
E stette lì, impietrito, finché un GD selvatico appena sveglio non gli gridò un – EEEEEEHY!!! – in un orecchio, sfondandogli un timpano.
- MA SEI CRETINO? Che c’hai da urlare? Ti sei bevuto il cervello? – Sbraitò, coprendosi l’orecchio sinistro, dal quale ormai era sordo.
- Quello cretino sei tu! Te ne stavi lì imbambolato a fissare il vuoto. – Disse, accoccolandosi sul divano.
Lo Hyun rinsavì da quello stato di trance, grazie al suo caro amico, e ricordò l’ira che aveva attanagliato il suo petto.
TOP gli rivolse l’espressione più innocente e calma che avesse,  mascherando una rabbia più profonda dell’oceano.
- Ascolta JiYong…per caso hai detto a Nives che fra un po’ andrò via? Magari questa notte…prima di incollarti a lei come una piovra…?–
L’amico captò il pericolo imminente e scattò come una lepre, diretto alla camera dello Hyun, nella quale si rinchiuse.
- ‘POVERO PICCOLO JIYONG...È PASSATO A MIGLIOR VITA PROPRIO NEL FIORE DEGLI ANNI’, GIÀ IMMAGINO GLI ARTICOLI DI CRONACA NERA!! – Si ritrovò a tentare di entrare nella sua stessa camera, nella quale c’era un malcapitato esemplare di G-Dragon, che non era in possesso della chiave della porta.
 
 
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Casino.
Facevano decisamente troppo casino.
Ma quanti anni hanno a testa? Due, Tre? Io più di tre non gliene do!
Lei voleva solo rilassarsi, voleva solo non pensare alla partenza del suo Ao-san.
E invece si ritrovò a rabbonire due completi deficienti: uno sull’orlo di una crisi di nervi e l’altro…beh l’altro era ad un passo dalla morte, a giudicare da come abbaiava Seung-hyun.
Armata di cuscino, si diresse verso quella che era la sua prima vittima.
Riempì Ao-san di cuscinate a ritmo di – LA. VUOI. SMETTERE. DI. SBRAITARE. COME. UN. PAZZO? –
Quello era ormai a terra, che la guardava, sconcertato.
Fece cenno di stare zitto all’amico, condito da un’occhiolino, prima di dire, dolce come il miele: - JiYong, posso entrare un secondo? Non ti preoccupare, Seung-hyun non ti infastidirà più – Le sembrava di avere a che fare sul serio con due bambini dell’asilo.
Quello aperse la porta lentamente, con timore.
Perfetto, c’è cascato!
Si infilò nella camera come una furia e riempì di cuscinate anche il secondo idiota, a ritmo di: - E. TU. LA. DEVI. SMETTERE. DI. FARE. IL. COGLIONE!! –
Poté sentire chiaramente la risata dello Hyun riempire la casa.
Sarebbe stata quella a mancarle più di qualunque altra cosa.
 
 
Quel pomeriggio sarebbero usciti tutti e tre, ma non assieme.
JiYong aveva da fare qualcosa con Ao-san, non aveva ben capito cosa, ma le disse che si trattava di lavoro, e andarono via di casa prima di lei.
Nives, invece, sarebbe uscita con Hanabi, giunta a Tokyo per motivi a lei ignoti.
Le due amiche s’erano date appuntamento in una sala da tè vicina alla zona di Ikebukuro.
Nives non le aveva detto che aveva accolto praticamente uno sconosciuto subito dopo la sua visita a Fukuoka, Hanabi si sarebbe allarmata e avrebbe chiamato il centro di pulizia mentale più vicino a casa sua, per farla curare. E in più non le avrebbe mai detto che conviveva con un ragazzo, a prescindere dal modo in cui l’aveva conosciuto: conosceva fin troppo bene l’amica, se l’avesse conosciuto, certamente c’avrebbe provato, e a lei non andava proprio a genio il fatto di ritrovarsela in casa propria intenta a flirtare con il suo Ao-san.
Voleva un gran bene a quella ragazza, ma sotto questo punto di vista le stava apertamente sulle palle, ed era una cosa nota a tutti.
La vide avvicinarsi al tavolo che erano solite occupare quando si incontravano.
Si scambiarono i soliti convenevoli e si persero a chiacchierare del più e del meno, infarcendo il tutto con del sano gossip universitario.
“Hanabi, ma mi sembra strano che tu sia venuta qui a Tokyo con così poco preavviso, di solito ti fai viva una…se non due settimane prima!” le disse, seriamente curiosa di sapere cosa avesse spinto l’amica a sopportare un viaggio di tre ore in treno.
Quella, in tutta risposta, cominciò a sorridere come un’ebete “Oh, Nives!! Come vorrei che tu capissi cosa stia provando in questo momento!!” Il suo volto era luminoso, come se avesse realizzato il sogno più grande ed importante della sua vita.
“Stasera andrò ad una festa! E non una festa qualsiasi, è una festa piena zeppa di celebrità! Per spiegarti in breve come ho fatto a farmi invitare…beh sono stata fortunata! Mi hanno sorteggiata tra migliaia di fan! Me ed una mia amica, che purtroppo non può andarci, è all’estero…ma se vuoi puoi venire te al posto suo!!” Squittì tutto d’un fiato, stringendo come un ossesso la tazza di tè al cocco che aveva ordinato.
E così è questo ‘l’avvenimento del secolo’ capace di smuovere il culo di Hanabi.
Nives ci pensò su, per poi rispondere “Lo sai che io sono un’ignorante in materia, ne conosco qualcuno…ma solo perché ogni tanto accendo anche io la TV”
“E dai vieni!! Pensa ci saranno anche due membri dei BigBang!!” Mentre diceva questa frase, Nives sentiva che l’amica era a rischio infarto.
“E…chi sarebbero?” Chiese, sorseggiando il suo tè al mango, poco interessata.
Quella sbuffò, delusa. Sembrava un palloncino che si sgonfiava.
“Ma è mai possibile che tu non sappia mai niente?”
Nives alzò le spalle. Non le era mai fregato molto degli idol e non capiva cosa ci trovasse in loro l’amica.
“Senti, io voglio vedere TOP e G-Dragon, andrò alla festa, con o senza di te!”
“Ah, allora farai a meno della mia compagnia, e, comunque…TOP? G-Dragon? Ma che nomi sono? Per caso sono usciti da un anime?” Disse, ridendo come un’idiota.
L’amica bolliva dalla rabbia.
“Ma allora sei cretina! Hai la vaga idea di quanto siano famosi???” Ormai era rossa come un peperone: non accettava che l’amica sfottesse in quel modo quelli che si ostinava a chiamare ‘suoi BigBang’. Perché in realtà quell’argomento già l’avevano toccato, ma, ogni volta che si ripresentava, Nives si divertiva nel vedere l’amica diventare viola per l’esaurimento nervoso.
“No, e non me ne può fregare di meno.” Affermò, sincera.
“Tu sei un caso perso! Butti un’opportunità d’oro nel cesso, te lo dico io!! Quando ti accorgerai della cazzata colossale che stai facendo, poi non venire da me a piangere! Ti perderai due figoni assurdi, e tutto perché sei scema!!” Ormai era sbottata.
Oh, cara, io a casa mia ho un Ao-san, altro che quei due tizi! Cosa vuoi che me ne faccia poi di due idol che non conosco neppure?
 
 
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Si ritrovò imbacuccato come un rapinatore di banche e catapultato fuori di casa in un batter d’occhio. GD l’aveva praticamente rapito.
- Mi spieghi dove cazzo stiamo andando? – Azzardò a chiedere al compagno, intento a guidare.
- Andiamo a prepararci! –
- Prepararci…? – Non aveva afferrato bene il concetto di quella frase, in che senso ‘prepararCI’ ?
- Sì, hai capito bene, prepararci!! Forza e coraggio! –
Arrivati a destinazione, lo trascinò in un camerino stracolmo di persone e lo costrinse a sedersi su una poltrona.
- GD, ma che cazz…- Cominciò, ma venne stoppato dalla voce di JiYong che gli diceva: - Ascoltami bene, tu stasera ti devi far vedere con me, ok? È da un bel po’ che i giornali e le fan non hanno tue notizie, iniziano a chiedere dove sei finito…sii responsabile! Questa sera ci sarà una festa, e tu ci andrai! Vuoi starci un’ora? Ok, a me basta che ti fai vedere, chiaro? –
Lui a quella festa non ci voleva andare.
Infondo aveva lasciato la Corea anche per quello, non voleva lavorare, non voleva essere TOP, il rapper dei BigBang amato da migliaia di fan: lui si accontentava di essere Ao-san, il coinquilino di Nives.
Ma si rese conto che la cosa creava dei problemi, soprattutto al leader. Non poteva comportarsi in quel modo, non poteva fare il bambino capriccioso, anche lui aveva dei doveri. Avrebbe dovuto parteciparvi, volente o nolente.
Lo tirarono a lucido, lo truccarono, gli acconciarono i capelli e lo vestirono di tutto punto. Il tutto in quattro ore.
Ormai erano le sette di sera quando riuscì a strapparsi un minuto per inviare un SMS alla coinquilina, che probabilmente lo aveva già dato per disperso.
 
 
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‘ Stasera farò tardi, JiYong mi ha trascinato ad una festa -.-‘’ abbi pazienza, tornerò presto, non preoccuparti!! Non dopo le 23, te lo prometto!’
Quel messaggio l’aveva un po’ indispettita.
Quella sera tutti sarebbero andati a divertirsi tranne lei.
Infondo è sempre stato così.
E, detto chiaramente, Nives non era mai stata un tipo festaiolo.
Alle volte l’avevano trascinata a qualche evento, ma si annoiava, perché spesso non conosceva quasi nessuno.
Scommetto che ti saresti annoiata anche alla festa che ha fatto andare in brodo di giuggiole Hanabi…
 
 
Tre ore, due film e molti pacchetti di patatine dopo, sentì il cellulare squillare.
Era Ao-san.
- Seung-hyun!! Che c’è, la festa è noiosa? – Disse, serafica.
- Oooh per favore! Io neanche ci volevo venire! È tutta colpa di quel tizio! – Sbottò quello, irritato.
- E io cosa dovrei farci? –
- Se ti chiedessi di venirmi a prendere? –
- Io ti manderei a fanculo –
- Uffà, seriamente, salvami, vienimi a prendere! – La supplicò, lagnandosi.
- Ma tu non avevi paura di andare in moto con la sottoscritta? – Gli chiese, con un pizzico di cattiveria.
- Venire in moto con te è un’esperienza fantastica se paragonata a questa festa del cazzo! –
- Aaah, non fare tante storie, non credo sia così male…-
- Tu non hai idea di quanto sia terribile, invece! –
- Ok, ok, smettila di lamentarti, ti vengo a prendere, dimmi dove sei –
- Sia lodato il cielo! Sono all’Insomnia…sai dove si trova, vero? –
Ma mi crede cretina sul serio?
Quello era uno dei locali più esclusivi di tutta Tokyo, e per di più era proprio lì che si trovava anche Hanabi.
- Dì ti sembro scema? Non conosco il locale più rinomato di Tokyo, sì, non so dove abito!! E poi vorrei sapere che ce fai tu lì!! –
- Ti spiego tutto quando saremo arrivati a casa! Ti prego sbrigati! Mi raccomando, vai sul retro! – Scongiurò Ao-san.
- Ok, ok, t’ho detto che sto venendo! –
 
 
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Quando staccò la chiamata, sospirò, sollevato.
Non ne poteva più.
C’era una fan con un vestitino argentato, decisamente troppo corto, che gli dava la morte: s’era appiccicata al suo braccio destro e non lo lasciava più. Per fare una cazzo di telefonata s’era dovuto barricare in bagno!
E non era solo lei il problema: a quella festa erano state invitate 20 fan assatanate che assalivano uno o più idol, fra questi c’era anche il povero G-Dragon, ovviamente, ma a lui quelle attenzioni non davano molto fastidio, anzi, probabilmente avrebbe esaudito i sogni erotici di una o due di quelle tizie.
Probabilmente si sarebbe dato all’avventura anche lui, se solo il pensiero di quel maschiaccio non gli martellasse il cervello. Vedeva ancora i suoi lineamenti rilassati in un’espressione amara e sconfitta, l’espressione che gli aveva donato quella mattina. Quel pensiero gli provocava una fitta dolorosa alla bocca dello stomaco. Non voleva vederla più così, la preferiva di gran lunga quando lo prendeva in giro o quando lo prendeva a cuscinate.
 
 
Sgattaiolò sul retro, attento a non farsi vedere da nessuno, sfruttando gli angoli bui. Sembrava un ninja imbranato, ma poco gli importava. La cosa necessaria era uscire da quel posto sano e salvo.
Alla fine raggiunse il retro, e aspettò l’arrivo dell’amica.
Neanche cinque minuti dopo era già lì, segno che aveva accelerato come una pazza.
- Ehilà, chi non muore si rivede! – Disse, sollevando la visiera scura del casco.
Sembrava un’amazzone, quella visione lo intimoriva, ma allo stesso tempo sentiva crescere in lui il desiderio di saltarle addosso. Aveva dei pantaloni di pelle neri, lisci e attillati, e il suo chiodo di pelle, se ne era appropriata. Non l’aveva mai vista con quei pantaloni, non aveva mai visto così bene le sue cosce.
Erano lunghe, morbide, perfette.
Si accorse di ragionare come SeungRi, che vergogna.
- Tieni, infilati questo – Gli disse, porgendogli un casco.
Riluttante, lo afferrò e se lo mise.
Non voleva salire su quella moto, non dopo aver immaginato di farsela lì, sul retro dell’Insomnia, su una moto.
- Ti muovi? Non eri tu quello che voleva andare a casa? – Sbottò quella, scazzata nel vederlo impalato davanti a se.
TOP si fece coraggio e salì dietro di lei.
Ecco, e ora dove le metto le mani? Mannaggia a me! Mannaggia a GD!
- Reggiti, brutto idiota! Non vorrai mica cadere! –
- La fai facile te! –
- Uffà! – Disse quella, afferrando le braccia di un Seung-hyun imbarazzato e passandosele attorno alla vita.
Stare così vicino a lei, poterla stringere in quel modo…TOP stava per diventare pazzo.
Ormai le luci della città che sfrecciavano veloci facevano da sfondo ai suoi trip mentali, che aveva cercato più volte di reprimere, ma più lo faceva, più quelli erano perversi.
Il viaggio verso casa durò poco.
Non si dissero nulla fino al rientro in casa.
Lei era persa in chissà quale mondo parallelo, lui troppo impegnato ad ammirare le sue forme fino ad allora sconosciute.
Era giunonica, e la cosa non poteva fargli altro che piacere.
Fu allora che ricordò le parole di quell’idiota di SeungRi.
- …passiamo alle cose serie, com’è messa? –, - Dai che hai capito! E’ il prototipo della ragazza mediterranea, tutta tette e culo? – …oh, caro, caro SeungRi…non hai idea dello spettacolo al quale sto assistendo.
Arrivati all’interno dell’appartamento, quella si voltò verso di lui e cominciò col dire: - Si può sapere che cazzo ci facevi a quella festa? Così conciato poi! – indicandolo.
Il cervellino di TOP, interrotto il contatto visivo con quella specie di cuscino che si portava dietro la ragazza, era passato da uno stato d’estasi ad un torpore dolce.
Praticamente non capiva un cazzo. Quel po’ di materia grigia sopravvissuta era immersa nella bambagia e non voleva uscirne.
Quella, accortasi dello stato di trance dell’amico, cominciò a pizzicargli le guance.
- Eeeehy! Ao-san! Se ci sei dacci un segno! – Posò le nocche sulla sua fronte, come per bussare.
Divertito dal suo faccino corrucciato, rise sommessamente.
- Ah, ma allora ci sei! – disse quella, sorridendogli – dimmi, che ci facevi lì? –
TOP rifletté sulla risposta da darle: - Mi ci ha trascinato JiYong…quando vuole, sa essere convincente –
- Ah beh…sai a quella festa ero stata invitata pure io, mi ci voleva portare una mia amica, Hanabi, lei c’era. Non so se l’hai vista, doveva indossare un vestito argentato se non ricordo male…- disse, allontanandosi verso il frigorifero per prendere una birra.
Ah, quindi quella rompipalle è una tua amica?
- E come mai non sei venuta alla festa? –
- Semplice: mi scocciavo e non conosco nessuno! -
- Bah, comunque…mmh…no, non credo di aver visto la tua amica – Si ritrovò a fissarle di nuovo il sedere.
Maledisse più volte quei pantaloni, i drink che aveva bevuto e se stesso.
Nives si voltò, guardò prima la sua faccia imbambolata con aria interrogativa, poi si guardò le gambe e poi ritornò a fissare lo sguardo sul suo volto: - Che hai da guardare? Non ti piacciono? – brontolò, scorbutica.
Seung-hyun non poteva credere alle sue orecchie: come poteva non piacergli quella seconda pelle che le fasciava le cosce?
Scosse violentemente la testa – A me piacciono! Anzi, mi chiedevo proprio perché non li avessi mai visti –
- E mai li vedrai più. Li ho messi solo perché mi danno un’aria un po’ più femminile…e per non ascoltare Hanabi che si lamenta per la mio poco carattere femminile. Soprattutto per questo –
- Ma sei bellissima così! – Si lasciò sfuggire, prima di arrossire violentemente.
- Dì, hai bevuto, vero? Mi sembravi un po’ brillo, ma adesso ne ho la conferma! Fila a letto! – Disse, materna.
Le obbedì senza discutere. Gli piaceva quando lo trattava in quel modo. Come se gli volesse un bene dell’anima e si preoccupasse per lui.
Come, d’altronde, faceva lui con lei.
 
 
 
 
 
 
 
   ~ The idiot’s space o(゜∇゜*o)(o*゜∇゜)o〜♪   ~
Cosa ho detto in questo capitolo? Ma assolutamente niente *°* LOL *picchiatemi pure ora* questo capitolo è partorito da un ascolto prolungato dei SuJu, IMMAGINATE COME STO *∇* quindi perdonatemi. (che c’entra??)
Personalmente, sia questo che il quarto capitolo non me piacciono ._. c’è qualcosa che non va °-° ma li pubblico lo stesso, perché sì e poi perché anche se provo a riscriverli, mi vengono uguali, quindi ciao ciao *buoni propositi per la buona riuscita della FF*, ora si comincia con un’altra filosofia, ovvero *vediamo almeno di finirla come dico io* LOL speriamo *finger cross*
E ora, passiamo a i festeggiamenti! (?) (magari ringraziamenti, ma vabeh…)
Ringrazio, come sempre, tutti voi che leggete quest’orrore :’D non finirò mai di ringraziarvi u_ù e soprattutto le anime pie che ogni tanto mi lasciano una recensioncina piccina picciò *^* *neh, siete in tanti a leggere, io vi vedo! Lasciatemela una recensione, così mi sento realizzata LOL ok…ora posso andare a buttarmi*
E detta quest’ultima cacchiata, alla prossima gente! :D
   
 
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