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Autore: Juliefer    28/09/2012    53 recensioni
Non so esattamente cosa spinga due persone a legarsi. Forse la sintonia, forse le risate, forse le parole. Probabilmente, l’incominciare a condividere qualcosa in più, a parlare un po’ di se, a scoprire pian piano quel che il cuore cela. Imparare a volersi bene, ad accettarsi per i difetti, i pregi, per le arrabbiature e le battute. O forse accade perché doveva accadere. Perché le anime son destinate a trovarsi prima o poi.
-Juliefer.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER Five





 

Rosalie





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La notizia della partecipazione all’importante torneo aveva messo in agitazione l’intera famiglia.
Mia madre consultava ogni giorno a tutte le ore le previsioni del tempo e correva da una parte all’altra della casa cercando vestiti e scarpe adatte da farmi portare.
Tommy chiamava tutti i suoi amichetti, diffondendo la notizia e vantandosi della partecipazione della sorella.
E, incredibilmente, spuntavano come funghi parenti lontani che non avevo mai sentito nominare.
È proprio vero che la carriera dà alla testa.
Io, invece, ero piuttosto tranquilla.
Cercavo di concentrare tutte le mie forze sugli allenamenti.
Mi sentivo in obbligo di portare quelle ragazze in alto. Glielo dovevo.
  

Dopo una doccia veloce, scesi in cucina per la cena.
Aiutai ad apparecchiare la tavola e notai una strana tensione, in particolare tra mia madre e mio padre.
Non proferirono parola durante tutto il pasto, evitando il mio sguardo.
C’era qualcosa che non andava.
Feci per chiedere spiegazioni quando Tommy iniziò ad urlare.
Mio padre scattò in piedi e lo trascinò in bagno.
Il volto di mamma divenne verde.
Finii il boccone e li seguii preoccupata.
Tommy era chinato sul lavandino con un rivolo di sangue che gli gocciolava sul mento.
Il mio cuore aumentò i battiti.
Solo l’idea che mio fratello si fosse fatto male mi mandò in iperventilazione.
Mi vide affacciata all’angolo della porta e sorrise.
Era un bambino taciturno. Sorrideva poco, ma quando rideva era un'esplosione.
Rideva con la bocca, con gli occhi, con le braccia, con tutto il corpo. Era bellissimo.
E rideva. Rideva bene, a piena gola, mostrando i denti. Non rideva di me. Rideva con me.
Rideva perchè lo facevo ridere. Ed era bello vedere un bambino che rideva perchè lo facevi ridere.
-Guaffa Rose!- esclamò mostrandomi un piccolo oggetto bianco nella sua mano.
Lo scrutai attentamente e posai nuovamente lo sguardo su quel faccino adorabile.
-Mi è cafduto il pfimo denftino!- mi disse con un gridolino, mostrando la finestrella tra le sue labbra.
 
 
Infilai qualche monetina sotto il cuscino di Tommy e sgusciai in camera mia.
Mi lasciai cadere a peso morto sull’invitante letto.
Non ero stanca ma dovevo riposare il più possibile per il viaggio dell’indomani.
Mollica si allungò sulle mie gambe. Lo accarezzai dolcemente.
Avevo sempre avuto un debole per i gatti.
Mi infilai le cuffiette e cominciai a disegnare una tattica di gioco che fosse all’altezza delle nostre prestazioni. Valutavo le qualità delle mie compagne e i loro punti deboli. In poco tempo, riuscii a tirar fuori una formazione decente.
La musica mi aiutava a pensare. Non mi aveva mai delusa.
Tutte le volte che mi sentivo tradita o giù di morale, lei era sempre pronta ad accogliermi tra le sue braccia, ad ascoltare i miei silenzi, ad aspettare che le mie lacrime si asciugassero, che la mia sofferenza diminuisse, fin quando non mi tornava il sorriso perduto, per poi lasciarmi andare dolcemente.
Rendeva la vita migliore.
Ero persa nei miei pensieri quando sentii bussare alla porta.
Lanciai uno sguardo alla sveglia.
Mezzanotte meno un quarto. Tardi.
Tolsi le cuffiette e sussurrai un timido ‘Avanti’ incuriosita.
Fecero capolino le teste dei miei genitori in pigiama.
Li guardai sorpresa.
-Mamma?! Papà?!
Che si presentasse mamma per cercare di strapparmi informazioni sul ragazzo che mi aveva accompagnato a casa quella stessa sera era già una rarità.
Ma adesso la presenza di papà mi incuriosiva a tal punto da trasformarsi in preoccupazione.
Mi feci un esame di coscienza ma non trovai nulla di compromettente.
Si avvicinarono e con un gesto li invitai a sedersi sul letto.
Raccolsi le ginocchia al petto, aspettandomi il peggio.
 

-Rosalie, ti dobbiamo parlare di una cosa molto importante.- mormorò papà.
Mamma gli strinse la mano e prese la parola.
-Ne è passato abbastanza di tempo. Non abbiamo voluto dirtelo prima per paura di… perderti.
Adesso sei cresciuta, sei una ragazza con la testa sulle spalle ed è giusto che tu lo sappia.
-Mi state spaventando..- sussurrai giocherellando nervosamente con il bordo del lenzuolo.
Continuarono come se non avessi detto nulla.
-Tesoro, ricorda però che noi ti amiamo. Un amore che nessuno può concepire. Ricorda questo.
-Ci dispiace dirtelo così senza preavviso, in questo momento…
-Insomma, domani parti..
-Niente giri di parole! Ditemi quello che mi dovete dire e finiamola qui.- replicai con tono duro.
Il lenzuolo si era trasformato in un ammasso di stoffa.
Stavano mettendo a dura prova la mia pazienza. Non era mai stata il mio forte.
Tutto sommato, però, non si meritavano di esser trattati così.
-Vi ascolto- mormorai incoraggiandoli, sorridendo con dolcezza.
-Beh, ecco…- iniziò papà.
Mamma lo interruppe.
Pronunciò schietta quelle parole che nessun figlio al mondo avrebbe voluto sentirsi dire.
Quelle semplici parole che ti fanno ripensare a tutto il tempo trascorso come se nulla fosse.
Anzi, qualcosa era. Una grande, grandissima bugia.
Tanti piccoli brividi mi percorsero la schiena. Le gambe atletiche e magre si irrigidirono.
-Noi non siamo i tuoi veri genitori, Rosalie. Sei stata adottata.
E il sorriso pieno di dolcezza sparì dal mio volto. 
















Trullallero! Trullalà (?)
Oggi è venerdì e, dato che manca solo un giorno di scuola prima della fine della settimana,
avevo voglia di fare un saluto diverso u.u
Well, è un capitolo un po' triste (e di questo mi scuso) ma era estremamente necessario.
Per Rose è stato un colpo duro, ma è una ragazza forte e credo riuscirà a superare anche questo ostacolo.
A volte la verità fa male.
*vocina di Gossip Girl*
Anyway, avrei alcune domande da farvi:
1) Come fate ad essere così dolciose (?)
No, svelatemi se c'è un trucchetto. Mangiate miele 100% naturale a tutte le ore?
Vi sfondate di zucchero filato?
Finite i barattoli di nutella in cinque minuti?
2) Liam e Danielle si sono lasciati? mistero.
Danielle non mi è antipatica. (in fondo rende felice uno dei miei idoli, perchè dovrei odiarla?)
Sono, comunque, un po' confusa.
Twitter e vari giornali, such as 'The Sun', hanno confermato la loro rottura.
Inoltre, nello show di Alan Carr, il presentatore ha fatto domande sulle loro rispettive fidanzate solo a Louis e Zayn.
Poi, però, giro su facebook e trovo una loro foto recentissima. Bah.
Ulteriori informazioni sono ben accette. 
3) Quanto può essere grande il cuore del signorino Payne?
Si è quasi rasato a zero per donare i capelli ad un'associazione contro il cancro.
Non tutti l'avrebbero fatto.
Sono quindi obbligata a fare un appello.
Cara popolazione maschile, imparate da Liam Payne, studiate Liam Payne, siate Liam Payne.
Le ragazze probabilmente vi amerebbero.

Ho i compiti fino al collo, quindi evaporo (?).
Se vi va, lasciatemi una recensioncina piccina piccina per farmi sapere cosa ne pensate.
Grazie di tutto!
Love ya,

//g.

   
 
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