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Autore: stardream    28/09/2012    3 recensioni
La storia è ambientata a Konoha dopo la Quarta grande guerra ninja, esattamente un anno dopo la sua fine. La determinazione di Naruto alla fine ha riportato Sasuke a casa... ma la vita non è più la stessa. Sentimenti inaspettati sono emersi con il passare del tempo nell'animo dell'orgoglioso Uchiha, ma il passato non può essere cambiato... o, almeno, così sembra
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Tsunade, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Salveeeeeeeeeee... so che non finisce molto bene questo capitolo; sarete sicuramente curiosi di saperne di più... cercherò di aggiornare presto comuque.

Ringrazio GiuliaIsNotOk, ryanforever, SaNaYa e tutti coloro che seguono questa storia
 
Buona lettura... alla prossima. XD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
La casa nel bosco era sempre la stessa, era come se il tempo si fosse fermato in quel luogo. Persino le fronde degli alberi ondeggiavano pigramente sotto la lieve brezza mattutina, proprio come nei miei ricordi. L'odore di muschio e lavanda si spandeva tutto intorno a me rilassandomi; tutto era calmo, il silenzio mi avvolgeva. Mi sdraiai sull'erba chiudendo gli occhi, per godere appieno di quel momento di calma e serenità... "Naruto!"
Qualcuno mi stava chiamando, ma quel luogo era sempre stato un rifugio che conoscevamo in pochi, forse era solo la mia immaginazione. 
"Naruto..." Ancora, sempre quella voce; eppure era così familiare, come se la conoscessi da sempre.
"Usuratonkachi alzati, sono già le sette e mezzo, non farmi incazzare".
Usuratonkachi? C'era solo una persona che in tutta la mia vita mi aveva chiamato in quel modo. L'immagine di un ragazzino moro dagli occhi neri che mi guardava con aria di superiorità mi invase la mente. Che ci faceva Sasuke nel bosco?
Non volevo riaprire gli occhi, volevo tornare alla beata pace di prima "Sta zitto, Teme" risposi sbuffando.
La voce si zittì improvvisamente. Bene, avevo vinto io.
Un momento... perchè mi sto bagnando? Sta piovendo?
 
Spalancai gli occhi mentre il resto del contenuto di un bicchiere si riversava sul mio volto. Mi misi a sedere tossendo, l'acqua che mi era entrata persino nel naso.
-Ma che diavolo... che ti è preso?- chiesi al ragazzo moro che mi guardava alquanto divertito a qualche passo di distanza.
-E me lo chiedi anche?- rispose lui indicando un punto poco distante da dove mi trovavo io. Mi voltai curioso di capirci qualcosa.
Mi trovavo nella camera che il giorno prima Sasuke mi aveva preparato, i raggi di un sole ancora basso entravano dalla finestra inondando il letto. Poco distante una sveglia ticchettava ritmicamente segnando le sette e trenta. Cavolo, non mi ero svegliato in tempo ma c'erano modi e modi per svegliare qualcuno. 
Mi voltai indispettito verso l’altro ragazzo che nel frattempo, evidentemente soddisfatto di aver raggiunto il suo scopo, si allontanava verso la porta. 
Senza neanche voltarsi Sasuke disse –Sbrigati, ti aspetto giù.-  Prima che varcasse la soglia, afferrai il cuscino alle mie spalle per lanciarlo nella sua direzione; lo colpii in pieno, proprio dietro la testa. Quando si voltò stringendo quel cuscino tra le mani  io mi ero già allontanato dal letto rendendomi conto un po’ troppo tardi che era la mossa sbagliata. Avevo indosso solo un paio di boxer e, quando lo sguardo dell’altro si posò su di me, non potei fare a meno di sentirmi in imbarazzo, ripensando a ciò che avevo, invece, visto io appena il giorno prima.
Lui sembrava altrettanto sorpreso; lasciò cadere il cuscino che si afflosciò a terra e poi si voltò uscendo immediatamente, lasciandomi con un unica parola -Sbrigati-.
Anche se non lo sopportavo quando dava ordini, da un lato ero felice che se ne fosse andato subito, se fosse rimasto anche un secondo di più sarei davvero diventato rosso come un pomodoro. La sera prima, una volta tornato a letto, mi ero perso nei miei pensieri; non riuscivo ancora a spiegarmi quelle strane sensazioni che avevo provato, non capivo perchè il mio cuore avesse iniziato a battere così forte nè perchè quei sentimenti non mi sembrassero affatto nuovi. Avevo chiuso gli occhi, la sera prima, cercando di non pensare a nulla ma mi ero reso conto che chiudere gli occhi era decisamente la mossa sbagliata; non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di quel corpo così perfetto, quella pelle così chiara e quei capelli che avrei voluto intrecciare alle mie dita. Mi ero reso conto di essere irrimediabilmente attratto da quel ragazzo ma non sapevo come comportarmi. Una cosa era certa, dovevo calmarmi e riacquistare un pò di controllo prima di scendere. Cercai di calmarmi, di svuotare la mente e, improvvisamente, ripensai al sogno di poco prima... non ricordavo quasi nulla, l'unica cosa che mi ritornava alla mente era una casa in legno circondata dal bosco. 
L'avevo appena lasciata, quella casa che nell'ultimo anno mi aveva ospitato, quella casa dove avevo trascorso gli unici momenti che ricordassi di tutta la mia vita. Ora mi era tornata in mente, forse a causa di quella ragazza dai capelli rossi che ora si trovava in ospedale, quella ragazza che somigliava tanto a... no, non dovevo pensarci, era impossibile che fosse lei; non dovevo illudermi. 
Indossai velocemente i vestiti che Sasuke mi aveva prestato la sera prima; mi sentivo ridicolo con quell'abbigliamento non mio ma non era il momento di perdere tempo, avevo bisogno di risposte e potevo ottenerle solo parlando con quella donna.
Quando scesi al piano di sotto erano passati appena dieci minuti; ad aspettarmi accanto alla porte d'ingresso c'era Sasuke. Dovevo comportarmi normalmente, non doveva capire che stavo iniziando a provare qualcosa per lui. Mi avvicinai lentamente mentre lui si voltava.
-Finalmente... vieni andiamo- disse il moro aprendo la porta. Uscimmo da quella casa e, fianco a fianco, lasciammo il quartiere Uchiha.
 
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Mi diressi verso la sua camera sbuffando; possibile che non si fosse ancora alzato? Bussai alla porta attendendo una risposta che non arrivò, quindi decisi di entrare comunque, si stava facendo tardi e per quella mattina avevo dei progetti. Stava dormendo, quel Dobe, raggomitolato nelle coperte. Aveva un sorrisetto soddisfatto sul volto e non potei fare a meno di pensare che con quell'espressione estasiata era davvero adorabile. Quasi mi dispiaceva svegliarlo ma si stava facendo tardi e poi, quando un Uchiha fa dei progetti niente e nessuno può impedirgli di portarli a compimento. Mi avvicinai al letto e usando un tono di voce calmo e rilassato, mi chinai avvicinandomi al suo orecchio e chiamandolo per nome -Naruto!-
Lui non si svegliò, anzi, si voltò supino, sul volto la stessa espressione beata di poco prima. Riprovai nuovamente, stavolta con un tono più duro -Naruto...-
Niente, non si svegliava, continuava a dormire come se nulla fosse. Spazientito sbottai -Usuratonkachi alzati, sono già le sette e mezzo, non farmi incazzare-.
Lui si mosse un pò, lasciando scivolare le coperte di qualche centimetro. Intravidi la pelle abbronzata del torace e deglutii; quell'idiota stava dormendo senza niente addosso? Ad un certo punto emise un sonoro sbuffo, quasi fosse infastidito. Pensai che si fosse svegliato ma mormorò flebilmente soltanto una breve frase -Sta zitto, Teme-
Il mio cuore perse un battito; nel dormiveglia mi aveva appena chiamato con il nomignolo che usava un tempo. Quella parola che mi aveva fatto irritare molte volte in passato ora non poteva essere più dolce, pronunciata dalla sua voce. Ero felice, anche se non era molto, era già un passo avanti; Naruto stava lentamente iniziando a ricordare... si trattava di piccole cose ma era pur sempre un inizio.
Quel Dobe, però, doveva assolutamente svegliarsi ora ma le parole non sembravano avere alcun effetto su di lui. Il mio sguardo cadde sul comodino lì accanto. Un bicchiere d'acqua vi troneggiava. A mali estremi, estremi rimedi. Presi quel bicchiere e lentamente ne versai il contenuto su quel volto addormentato. Naruto si svegliò immediatamente, tossendo a causa dell'acqua. Era troppo divertente vederlo così, spaesato, ancora intontito... evidentemente ancora non si rendeva conto di dove si trovava.
-Ma che diavolo... che ti è preso?- Mi chiese infastidito.
-E me lo chiedi anche?- gli risposi ancora sorridendo, indicando la sveglia poggiata sul comodino dove poco prima avevo preso il bicchiere.
Il suo sguardo era più confuso di prima e dovetti fare uno sforzo enorme per non ridere di quella scena.
Mi voltai per uscire e con un semplice -Sbrigati, ti aspetto giù- feci per varcare la soglia ma venni colpito in pieno. Mi ritrovai un cuscino tra le mani. Era la guerra che voleva? Beh, io non mi tiro mai indietro. Mi voltai per restituirgli il favore ma, prima di poter prendere lo slancio necessario a lanciargli nuovamente quel cuscino, questo mi scivolò di mano. Naruto si era alzato e beh, ritrovarselo seminudo davanti non era esattamente ciò che mi aspettavo. Era diverso da come lo ricordavo, non era più un  ragazzino, ora era decisamente un uomo.  Mi ritrovai a fissarlo, incapace di staccargli gli occhi da dosso. Seglii le linee dei suoi muscoli; le spalle larghe, il torace ampio che si assottigliava in una vita esile ma dagli adominali scolpiti e poi il mio sguardo scese ancora un pò e lì rischiai seriamente di impazzire. Indossava solamente un paio di boxer neri. Mi voltai prima di arrossire e letteralmente scappai via pronunciando una sola parola -Sbrigati-.
Mi rifugiai nell'ingresso, ancora scosso e con il cuore che batteva impazzito. No, no, no, no cavolo, ero stato sul punto di saltargli addosso e questo non andava bene, non andava per niente bene. Non avrei fatto niente finchè lui non avesse riacquistato la memoria, sarebbe stato come imbrogliarlo; io lo volevo, volevo Naruto solo per me e lui avrebbe dovuto scegliermi consapevolmente, avrebbe dovuto scegliere sia il ragazzo che sono stato, quello che lo ha fatto soffrire, sia l'uomo che sono ora. 
Mi ci vollero quasi dieci minuti per calmarmi e riacquistare una parvenza di autocontrollo. Poco dopo lo vidi scendere le scale ed avvicinarsi.
Mi voltai verso la porta, aprendola.
-Finalmente... vieni andiamo- dissi uscendo all'aria aperta. Fianco a fianco ci dirigemmo verso la città che come noi si era svegliata da poco.
 
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La città si era svegliata da poco, le strade non erano ancora affollate ed i negozianti stavano ancora rimettendo in ordine i locali. Strano, però, pensavo che in ospedale gli orari di visita iniziassero più tardi. Mi voltai verso il mio compagno leggermente insospettito.
-Ne Sas'ke, ma a che ora era l'appuntamento all'ospedale?- chiesi per cercare di smentire i miei sospetti.
-Hey, hai dormito bene stanotte? Ti sei trovato bene?- mi rispose Sasuke, evasivo, distogliendo lo sguardo. Ecco, ora ne ero sicuro, stava sicuramente tramando qualcosa
-Sas'ke... a che ora?- chiesi un pò nervoso, rendendomi conto che stavamo andando nella direzione opposta all'ospedale.
-Però, hai visto oggi che bella giornata? sembra davvero...-
-SAS'KE!!!- urlai isterico voltandomi verso di lui pronto a picchiarlo se fosse necessario, un pugno già serrato e pronto a colpire.
-Calma, calma- disse lui sollevando le mani come a scusarsi. Si allontanò di qualche passo come a mettere una distanza di sicurezza tra noi due e poi disse tutto d'un fiato ed un tantino imbarazzato -l'appuntamento è alle nove e mezzo-.
Ok, ora volevo davvero ammazzarlo mi dissi furioso... quell'idiota mi aveva fatto alzare così presto per niente. Avrei voluto dirgliene tante ma non so neanche io il perchè mi usci fuori solo una parola -Teme-. Mi allontanai da lui accelerando il passo mentre lo vedevo affrettarsi per raggiungermi con un sorrisetto sul volto. Cosa diavolo aveva da ridere? Non si rendeva conto che mi aveva fatto arrabbiare? 
-Dai, ti ho fatto alzare presto perchè avevo una sorpresa per te, volevo portarti in un posto- disse con tono di scusa. Il fatto che dovessi essere arrabbiato con lui passò in secondo piano, sostituito dalla curiosità.
-Allora dimmi dove stiamo andando- chiesi impaziente.
-No, siamo quasi arrivati, lo vedrai tra poco-  rispose voltando un angolo.
Proseguimmo in silenzio e dopo qualche minuto ci fermammo di fronte ad un locale. La tabella all'esterno riportava a chiare lettere "Ichiraku Ramen".
Mmm ramen... era di gran lunga il mio cibo preferito. 
-Beh, siamo arrivati- disse Sasuke invitandomi ad entrare. Ci accomodammo su due sgabelli mentre un uomo si voltava per darci il benvenuto. Appena mi vide sul suo volto comparve un sorriso smagliante -Ragazzo mio, non sai quanto mi sei mancato- disse l'uomo -ah, non preoccuparti, al villaggio le voci girano, ormai sappiamo tutto, vedrai che presto le cose si sistemeranno.-
Riuscii a dire solo un misero -Grazie-
L'uomo fece una risatina e disse -Oggi offo io... per festeggiare-. Dopo qualche minuto ci porse due ciotole fumanti e poi aggiunse -Ti ho preparato il solito, spero che i tuoi gusti non siano cambiati-
Ricambiai la gentilezza con un sorriso ed iniziai a mangiare. Dopo il primo morso non riuscii più a resistere e continuai ad ingurgitare tutto ad una velocità pazzesca... era davvero buono, niente a che vedere con il ramen che aveva mangiato raramente negli ultimi mesi. Senza smettere di mangiare iniziai a parlare -Mmm... è delizioso... davvero buono... il suo ramen è il migliore signor Teuchi...-
All'improvviso mi bloccai, il cibo a mezz'aria, la bocca ancora aperta. Mi voltai verso Sasuke che, altrettanto sorpreso, mi guardava con occhi spalancati. Da dove era saltato fuori quel nome non lo sapevo neanche io ma ero convinto, anzi sicuro che fosse quello il nome del proprietario di quel locale.
-Naruto tu...- iniziò Sasuke incerto
-No- risposi sincero -Non so come, ma mi è venuto in mente questo nome-
Sorridemmo entrambi, anche il signor Teuchi si unì a noi. Qualcosa stava cambiando, non mi trovavo più nella completa oscurità. Di tanto in tanto deboli sprazzi di luce illuminavano la mia mente riportando a galla ricordi sopiti ed ogni cosa era una sorpresa. Finito di mangiare salutammo il proprietario per poi tornare per le strade ora più affollate e caotiche
-Stai iniziando a ricordare; anche se si tratta di piccole cose è già un gran passo avanti- disse Sasuke con un tono di voce gioioso -Dovremmo parlarne con Tsunade appena arriviamo in ospedale- continuò.
-Ma non sono neanche le nove, è troppo presto... vedi, dovevi farmi dormire un altro pò- dissi sbuffando rivolto al mio compagno.
Lui ridacchiò per poi affermare -Ma le sorprese non sono finite...-. Mi afferrò per una mano e mi trascinò su per le scale di un vecchio palazzo.
Quando ci fermammo di fronte ad una porta ero alquanto sorpreso; mi voltai verso Sasuke per chiedere spiegazioni ma lui mi zittì  
-Questa era casa tua... a te l'onore- disse porgendomi una chiave.
Casa mia... quella era casa mia. Afferrai la chiave tremando leggermente. Lentamente feci scivolare quel freddo pezzo di metallo nella serratura e con uno scatto aprii la porta. Non avevo il coraggio di entrare, temevo che una volta dentro avrei provato la cocente delusione che mi assaliva ogni volta che non riconoscevo qualche pezzo importante della mia vita.
Sasuke mi strinse la mano, dandomi il coraggio di proseguire. Varcai la soglia con lui al mio fianco e mi ritrovai in una casa piccola ed un tantino disordinata, luminosa ed accogliente. Il mio sguardo vagava lungo le pareti, soffermandosi di tanto in tanto su qualche strano oggetto posto su mensole e ripiani. Non riconoscevo nulla, non la riconoscevo come casa mia.
Ci avvicinammo ad una piccola cassettiera e Sasuke mi lasciò per chinarsi a prendere alcuni vestiti. Ne avevo sicuramente bisogno. Afferrai a mia volta un completo simile a quello che avevo sempre indossato e mi voltai in cerca di un posto dove cambiarmi... era da quando li avevo indosso che mi trovavo a disagio con i vestiti di Sasuke. Lui parve capire e mi indicò una porta -Lì... il bagno- disse continuando ad afferrare maglie e pantaloni mentre io mi dirigevo verso la direzione indicata. Non feci in tempo a raggiungerlo però, il bagno, che mollai la presa sui vestiti per afferrare una cornice che prima non avevo notato. Eravamo noi quattro, io Sasuke, Sakura e Kakashi, ma eravamo più giovani. Sul volto di Sasuke c'era un'espressione che avevo già visto... il sogno, quella mattina, era lo stesso volto del mio sogno.
Mi voltai verso Sasuke che nel frattempo mi si era avvicinato e gli mostrai la foto -E' la foto di gruppo che abbiamo scattato il primo giorno che siamo diventati un team- disse con uno sguardo nostalgico.
-Sas'ke...- dissi felice come non mai -io... questa mattina io l'ho sognato... ho sognato il te di questa foto- 
Non ce la facevo più a trattenermi e, tra le lacrime che lentamente iniziavano a sgorgare non potei fare a meno di sorridere e di abbracciarlo. Erano lacrime di gioia le mie, lacrime che non riuscivo più a trattenere... stavo ricordando, lentamente ma stavo iniziando a recuperare la mia memoria. Sempre più cose ormai mi erano familiari ed erano passati solo due giorni. Sasuke mi strinse in un abbraccio sussurrandomi ad un'orecchio -Visto? Pian piano tutto sta tornando al suo posto. Non piangere... non devi piangere, è una bella cosa!-
-Lo so..- dissi asciugandomi le lacrime -E' che sono felice, tanto.-
Mi strinse a sè finchè non mi calmai e, una volta interrotto il nostro abbraccio mi voltai un tantino in imbarazzo verso il bagno affrettandomi a cambiarmi.
Quando uscimmo di casa, io con quella cornice stretta tra le mani come il più prezioso dei tesori e Sasuke con un borsone pieno di panni, erano già le nove e dieci. 
Quando arrivammo all'ospedale Tsunade e Sakura ci stavano aspettando eravamo in ritardo di quasi dieci minuti ma a quanto pare non eravamo i soli, Kakashi-sensei non era ancora arrivato.
-Tsunade-sama, ci sono buone notizie- disse Sasuke poggiando il borsone a terra. La donna ci guardava con curiosità, aspettando che l'altro continuasse ma Sasuke mi aveva spinto avanti; voleva che fossi io a parlare.
-Ho iniziato a ricordare qualcosa... è poco, solo qualche immagine e qualche ricordo sfocato ma...- Fui interrotto da un abbraccio, Tsunade mi aveva accolto tra le sue braccia e mi stava trasmettendo tutta la gioia che quella notizia gli aveva dato -Non importa... non importa, l'importante è che le cose stiano migliorando. Questa è una splendida notizia.- disse regalandomi un sorriso dolce e gentile. Quando ci staccammo da quell'abbraccio, se possibile, mi sentii ancora più felice. 
-Beh, noi invece non abbiamo notizie tanto buone- disse Sakura avvicinandosi un pò di più a noi -La ragazza si è svegliata, ma rifiuta di parlare, non risponde a nessuna domanda.-
Si era svegliata... dovevo assolutamente vederla, vedere se era chi pensavo, anzi, speravo che fosse.
-Uchiha, pensi che con lo sharingan potremmo riuscire a farla parlare?- chiese Tsunade rivolgendosi a Sasuke. Lui si limitò ad annuire dirigendosi verso la porta oltre la quale il giorno prima avevo io stesso lasciato la ragazza. Una sola parola uscì dalle sue labbra quando si ritrovò ad appena due passi dall'uscio -Adesso?- chiese e, ottenendo una risposta affermativa aprì la porta e tutti e quattro entrammo in quella stanza.
 
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La ragazza era seduta sul suo letto, lo sguardo rivolto alla finestra. Quando sentì la porta aprirsi non si voltò neanche, non aveva la minima intenzione di collaborare ovviamente. Gli altri mi avevano seguito all'interno richiudendosi la porta alle spalle.
-Hai intenzione di dirci almeno come ti chiami?- chiesi con la speranza di riuscire a convincerla con le buone. Quando vidi che non si mosse capii che era del tutto inutile provare a convincerla. Attivai lo sharingan iniziando a dirigermi verso il letto; avevo bisogno di un contatto visivo per riuscire nel mio scopo. Ero a qualche passo da lei quando si voltò; i suoi occhi erano diretti alla porta e si stavano allargando sorpresi.
-Tu...- disse con voce evidentemente furiosa. Mi voltai per capire a chi si riferisse ma fu una mossa decisamente sbagliata; nei pochi secondi che impiegai per voltare il capo verso la porta lei si era alzata e si era fiondata a tutta velocità verso... Naruto?
-Baka, baka, baka... sei un idiota Naruto- urlò riempiendolo di pugni mentre calde lacrime le rigavano il volto. Come faceva a conoscere Naruto? Chi diavolo era quella ragazza?
Eravamo rimasti sconvolti tutti; anche Tsunade e Sakura, evidentemente troppo sorprese, non riuscivano a spiegarsi l'accaduto. Feci per avvicinarmi e cercare di allontanarla da Naruto che nel frattempo stava incassando tutti i colpi senza neanche provare a difendersi; che fosse sotto shock anche lui? Mossi appena qualche passo e mi bloccai subito. Naruto si era avvicinato a quella ragazza ed ora la teneva stretta in un abbraccio, le stava accarezzando i capelli con una mano mentre con l'altra le asciugava le lacrime dal volto. 
-Non piangere... non piangere- continuava a dire stringendola a se; non riuscivo a spiegarmi quel gesto, come poteva essere così gentile con una perfetta estranea? Come poteva avere quell'espressione così dolce per qualcuno che non conosceva? Quell'espressione non l'avevo mai vista sul suo volto, neanche una volta.
-Mi dispiace Ayane-chan, mi dispiace, ma ora sono qui... sono qui-
Ayane? Naruto conosceva quella ragazza, sapeva come si chiamava? Com'era possibile, lui non ricordava niente, non si ricordava la sua casa, non si ricordava dei suoi amici, non si ricordava di me ... eppure di quella ragazza si? Non volevo crederci, c'era di sicuro una spiegazione... mi stavo semplicemente agitando per nulla, probabilmente si trattava di un altro brandello di memoria che stava riaffiorando ma cavolo, io non avevo idea di chi fosse quella ragazza e a quanto pare non lo sapevano neanche Tsunade e Sakura. Ma lui aveva uno sguardo cosi colmo di... amore? Era amore quello che vedevo nel suo sguardo?
-Idiota... sai come mi sono sentita quando te ne sei andato?... quando mi sono svegliata e non ti ho trovato nel letto accanto a me... sai quanto mi hai fatto stare male Naruto?... sei stato uno stupido, non mi hai neanche salutata- disse la ragazza interrompendosi di tanto in tanto per via di qualche singhiozzo. Il mio cuore perse un battito... cosa voleva dire con "non ti ho trovato nel letto accanto a me"? Naruto e quella ragazza, loro erano... cosa c'era stato tra di loro? L'angoscia mi oppresse il petto; sentivo che la possibilità di essere corrisposto dal ragazzo che amavo lentamente scivolava via, mentre quella ragazza di nome Ayane continuava a stringerlo tra le braccia.

 
  
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