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Autore: Dreamersan    29/09/2012    1 recensioni
Dopo l'ennesima lotta contro un demone, Angel si ritrova catapultato nel 1750, tre anni prima che fosse trasformato e dopo tanto tempo sarà costretto a far nuovamente i conti con la sua famiglia,
la stessa famiglia che più di duecento anni prima, ricorda di aver ucciso...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angel, Cordelia Chase, Liam, Wesley Wyndam-Pryce
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8 – Incontro 

 

Perché diavolo sono entrato qui dentro?

Si stava maledicendo il vampiro con un'espressione dolente in volto, a causa dei brutti ricordi che quel posto gli revocava.

Infatti, Angel si sentiva male nel vedere in quel piccolo spazio racchiuso da quattro pareti, tutti gli oggetti che una volta aveva considerato importanti.

Forse sarebbe stato meglio pedinare se stesso in città e lasciar stare quel luogo, ma una parte di lui sapeva che c'era un motivo per il quale ora si trovasse li a rimuginare e, molto probabilmente questo era il voler confermare ancora una volta la veridicità di quel viaggio assurdo.

Mai come in quel momento la sua umanità era stata così tangibile...

Ma in ogni caso, come si dice?

Mai dire mai, non è vero?

Perché non appena ebbe formulato quel pensiero la sua umanità divenne molto più che tangibile, visibile addirittura e ben presto Angel si ritrovò a fissare stralunato l’altro se stesso camminare barcollante lungo la strada di ciottoli.

In genere, il vampiro, difficilmente perdeva la calma e una caratteristica che spesso gli aveva giovato in battaglia, era stata proprio quella di riuscire sempre a mantenere il sangue freddo; tuttavia chi non avrebbe avuto la sua stessa reazione, alla vista di un altro sé?

Inoltre, anche a causa del fatto che nessuno specchio lo potesse riflettere, rimase a fissarsi imbambolato per un paio di secondi, chiedendosi se apparisse veramente così visto dall’esterno; escludendo ovviamente il fatto che in quel momento, Liam fosse completamente ubriaco e in condizioni a dir poco pietose.

Così, per un attimo la mente di Angel corse a Buffy, chiedendosi cosa sarebbe successo se lei l’avesse effettivamente conosciuto da umano: l’avrebbe mai potuto amare?

E soprattutto lui, sarebbe stato in grado di cambiare per lei?

In ogni caso era inutile e ridicolo porsi quelle domande, poiché nulla avrebbe potuto cambiare il triste destino che la sorte li aveva riservato e sarebbe sicuramente stato meglio cercare un buon piano per scappare, piuttosto che continuare a rimuginare sul passato.

Si, doveva prendere un po’ del sangue di Liam, lo sapeva e non l’aveva scordato, ma non era pronto ad affrontarsi, non ora, non ancora.

Quindi, prima che il suo alter ego aprisse la porta della stanza, Angel si buttò dalla finestra, riuscendo ad atterrare senza fare troppo rumore, poi, come un lampo, sparì rapidamente, diventando così una delle tante ombre della notte.

«Strano, mi era sembrato di sentire qualcosa» ridacchiò il giovane Liam, una volta entrato, affacciandosi alla finestra e guardano il cielo con un sorriso ebete in volto.

Quando poi gli sembrò di vedere un'ombra correre velocemente dietro un angolo allora scoppiò a ridere, sfregandosi con una mano gli occhi arrossati dall’alcol.

«Forse questa sera ho decisamente esagerato» borbottò, buttandosi sul letto quando si rese conto di non riuscire a stare più in piedi e pensando con soddisfazione a quanto suo padre si sarebbe arrabbiato se solo l’avesse visto in quel modo...

«Beh, sei riuscito a prendergli il sangue?» gli chiese Cordelia, quando lo vide spalancare la porta della stanza della locanda con un'aria decisamente sconvolta.

Angel si limitò a scuotere la testa impotente.

«No? Come no, perché?!» domandò lei incredula e con una nota di disperazione nella voce

«Io...» provò a giustificarsi, sotto il suo sguardo indagatore.

«Tu cosa? Vuoi forse farmi passare qui tutto il resto della mia vita fino a quando non morirò senza neppure aver sposato un ricco miliardario e senza esser diventata l'attrice più famosa di tutta Los Angeles? Sei terribilmente egoista, lo sai?» lo accusò con sarcasmo, facendogli spalancare gli occhi incredulo.

Lui era egoista?

«Sarebbe stato troppo rischioso agire in quel momento, bisognava studiare prima un piano e...» parlò, confermando alla bruna il fatto che si stesse arrampicando affannosamente sugli specchi e che, fra l’altro, stesse pure scivolando...

«Perché non l'hai fatto? Veramente Angel» gli chiese di nuovo, ma questa volta stranamente seria e con un tono di voce più gentile e comprensivo.

Il vampiro sospirò.

«È... la verità è... che rivedermi umano è stato a dir poco traumatico e... mi son reso conto di come tutta la mia vita sia stata un terribile spreco» confessò, non prima di aver preso un profondo respiro e aver abbassato il capo per la vergogna. 

«Da un perdigiorno ubriacone a un demone assassino, semplicemente fantastico» si derise, scuotendo la testa e accigliandosi.

«Ma ora sei buono o almeno lo, sei fino a quando tu e Buffy non...» cercò di consolarlo.

Angel scosse piano la testa.

«E poi come posso fare affinché non mi riconosca? Potremmo essere gemelli!» esclamò frustrato.

«Beh, mi sorprenderei se fosse il contrario, dopotutto siete la stessa persona... E poi mi sorprendo che tu mi faccia queste domande, insomma, a che ti serve avere una seconda faccia se non la usi?» lo rimproverò, sorpresa del fatto che non ci avesse ancora pensato.

Il vampiro non le rispose, ma ammise fra sé e sé che l’idea dell’amica non fosse affatto male, a parte il fatto che avrebbe spaventato Liam a morte...

«E così, quando hai intenzione di uscire?» gli disse Cordelia, cambiando argomento e facendogli ricordare, con quella frase tutte le volte che lei e Doyle avevano cercato di convincerlo a fare un po' di "vita notturna".

«Domani notte» disse semplicemente.

La veggente annuì ed iniziò a fissarlo con insistenza e con un sorriso in volto che non prometteva nulla di buono.

«No» la anticipò lui, alzando gli occhi al cielo quando lei fece finta di mostrarsi sorpresa al suo rimprovero.

«Cosa? Non ho parlato!» mentì, facendo capire all'amico il perché ultimamente avesse avuto così tanti problemi con i provini.

«Aspetta, dove stai andando? Hai forse intenzione di accendere un falò in piazza?» domandò, quando lo vide aprire la porta della stanza.

«Mancano ancora quattro ore all'alba ed io... ho proprio bisogno di prendere un po' d'aria...» disse stanco, sperando che facendo due passi, sarebbe riuscito a distrarsi.

«Ma tu non respiri!» protestò lei, non volendo rimanere di nuovo da sola e per poi mugugnare qualcosa di poco carino contro di lui, quando se ne andò di nuovo.

«D'accordo, fai come ti pare! Ma non pretendere che stia qui ferma ad aspettare i tuoi comodi! Col cavolo starò qui tutto il giorno!»

Cordelia non era mai stata in Europa, né tanto meno nell'Irlanda del diciottesimo secolo e perciò riteneva fosse incredibile girare per quelle stradine in pietra senza vedere né macchine né tanto meno le tipiche insegne luminose dei negozi che caratterizzavano tutte le grandi città.

Era tutto così diverso e la veggente, rabbrividì visibilmente quando si vide passare davanti agli occhi certi... vestiti e certe parrucche.

Al solo pensiero di Angel con una di quelle cose in testa...

Dio che orrore!

Ma come potevano anche solo trovare il coraggio di uscire di casa conciati in quel modo!

Gli abiti delle donne, una volta, gli aveva trovati belli, ma ora che si era ritrovata a doverli portare, beh, non aveva potuto fare a meno di ricredersi.

Insopportabili, ingombranti e stretti, terribilmente stretti.

Voleva tornare a casa, eccome se lo voleva.

Le mancava la sua casa, il suo fantasma...

Quanto avrebbe voluto rilassarsi con un bel bagno caldo in quel momento!

Persa nei suoi pensieri, sobbalzò e si preparò subito a combattere quando sentì un uomo toccarle piano una spalla.

Il suo pugno era chiuso e il busto mezzo girato; se è vero che con quell'abito li non potesse permettersi di calciare come si deve, le sue mani erano ancora libere, quindi...

«Signorina, cosa ci fate in giro da sola a quest'ora, è pericoloso, soprattutto per una bella donna come voi...» mormorò alle sue spalle una voce con un forte accento irlandese, familiare, ma al tempo stesso estranea.

Cordelia allora, intuendo non fosse pericoloso, si preparò a dirgli solo di farsi gli affari suoi, ma una volta che si fu voltata verso di lui, si ritrovò, suo malgrado, a fissare sotto shock la versione umana del suo capo.

La veggente guardò con occhi sbarrati il sorriso malizioso di Liam e il modo con cui stava decisamente tentando di filtrare con lei.

«Oh, Cavolo!» esclamò, facendolo ridacchiare a causa di quell'esclamazione poco femminile.

Oddio, sta sorridendo!

Siamo sicuri che lui ed Angel siano la stessa persona?

Lui è così... allegro!

Potrei decisamente avere un trauma nel ripassare alla versione depressa...

«Oh, perdonatemi se vi ho mancato di rispetto», le sorrise, «Mi chiamo Liam O’Connor» si presentò, baciandole la mano che però lei ritrasse quasi subito.

«Lo so» si lasciò sfuggire Cordelia, facendogli spalancare per un attimo gli occhi scuri.

«Come prego?»

Possibile che si fosse già fatto una reputazione anche in una cittadina grande come Dublino?

Inoltre, se l’avesse già incontrata, se ne sarebbe di certo ricordato, anche se avesse bevuto così tanto da non reggersi più nemmeno in piedi.

«Niente, niente! T... Vi ho solo confuso con un mio... con mio fratello!» esclamò nervosa, ricordandosi all'ultimo momento la versione ufficiale che sia lei che il vampiro, avevano studiato per spiegare il loro girare insieme.

Liam la fissò perplesso, ma allo stesso tempo incuriosito da quella donna così insolita, i suoi modi di fare lo affascinavano, non aveva mai incontrato qualcuno così.

«Io temo proprio di dover tornare a casa, sa... mio fratello mi aspetta e...  Arrivederci, è stato un piacere conoscervi!» esclamò infine, per poi quasi correre via da lui, pregano nel frattempo che Angel non si fosse accorto della sua assenza.

Speranza vana, poiché non appena ebbe aperto la porta della loro stanza se lo ritrovò di fronte a braccia incrociate e con un espressione seccata sul volto.

Manco fosse mio padre, pensò.

«Non ho fatto nulla di male, va bene?» si difese, prima che lui potesse aprire bocca.

Mai fidarsi di chi parla ancor prima di essere accusato...

«Ah, no? Allora perché improvvisamente la mia mente è stata invasa da un ricordo di te e me nella piazza di Dublino?» rispose accigliato, preoccupato di quanto ora il futuro sarebbe potuto cambiare.

«Non lo so, forse a causa dello stress?» gli suggerì Cordelia, ridacchiando leggermente quando lui scosse la testa sconfitto.

Il vampiro sbuffò, ma essendo troppo assonnato, decise di lasciar cadere l'argomento, volendo solo essere pronto a ciò che sarebbe successo l'indomani notte.

Era già notte inoltrata quando Angel, aspettando che Liam tornasse a casa, si nascose in un vicolo buio a pochi isolati da casa di suo zio.

Certo, avrebbe anche potuto attenderlo all’uscita della taverna, ma non erano più a Galway e nonostante fossero poche le persone che circolavano ancora a quell’ora, erano comunque troppe per non accorgersi di eventuali urla.

Immerso nei suoi pensieri, il vampiro fece quasi un salto quando il suo alter ego gli passò davanti, per sua sfortuna sorretto da un amico.

Angel si sforzò invano di ricordare il nome di quel ragazzo, ma non ci riuscì, l’unica cosa che ricordava era il fatto che quel giovane fosse stato uno dei pochi amici con un minimo di buonsenso che avesse mai avuto e che fosse stato sempre disposto ad ascoltare i suoi sfoghi contro suo padre, senza mai interromperlo.

No, non voleva rischiare di ferirlo e attirare Liam nel vicolo, avrebbe sicuramente richiamato l’attenzione del giovane.

Maledizione, come avrebbe fatto ora?

Sbuffando frustrato, iniziò a seguirli di nascosto e quando, dopo aver salutato il suo sosia il ragazzo se ne andò, Liam era ormai a pochi passi dal portone di casa.

Gli occhi ormai gialli di Angel, brillarono per un attimo nel buio, poi, dopo aver preso un profondo respiro, corse verso il ragazzo, afferandolo per la gola.

«Ehi! Ma che...» brontolò il giovane, per poi sbarrare gli occhi quando si trovò faccia a faccia con il demone.

Anche gli occhi di Angel si spalancarono per un momento, ma scuotendo violentemente la testa e imponendosi di rimanere calmo, ritrovò subito la lucidità.

«C-Chi diavolo s-sei?» balbettò Liam, non riuscendo tuttavia a capire se quello che stesse vedendo fosse reale o solo un illusione dettata dall’alcol.

«Diciamo che sono la tua coscienza...»

 

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Salve a tutti, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Angel è in una brutta situazione e fa fatica ad agire razionalmente, vedersi di nuovo umano e capire così in che modo abbia buttato via tutta la
sua vita, non gli fa molto piacere e lo rende anche alquanto nervoso...
Cordelia poveraccia è costretta ad aspettarlo tutto il giorno nella locanda e quindi non è difficile capire perché, nonostante tutte le
raccomandazioni di Angel, si sia voluta prendere un attimo di libertà.
Certo, è dispiaciuta per la situazione del suo capo, ma più di ogni altra cosa 
vuole tornare a casa.
In che modo si comporterà Angel con Liam, secondo voi?
Ringrazio tutti coloro che recensiscono e che recensiranno.
Spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile ;)
Alla prossima ;)


   
 
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