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Autore: Mrs_Weasley    29/09/2012    1 recensioni
Maria rientrò e uscì di nuovo qualche minuto dopo, quando sentì una voce di una vecchina in vicinanza che diceva -Qualcosa dal carrello?!-
Il carrello raggiunse il suo scompartimento -Qualcosa dal carrello cara?- Maria le sorrise e rispose - Oh, si... delle Gelatine Tutti i Gusti +1 e delle Cioccorane, grazie!-
La vecchina le consegnò quello che aveva ordinato e lei le consegnò i soldi. Stava per rientrare, ma la sua attenzione fu catturata da qualcos' altro: un ragazzo alto e dai capelli rossi e una ragazza bionda si avvicinavano al carrello -Tutti i gusti +1 e Api Frizzole, per favore!- disse il ragazzo sorridendo alla signora, che gli consegnò tutto e gli chiese -Qualcos'altro?-...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George e Fred Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Ad un certo punto bisogna capire che certe persone vanno lasciate perdere." si ritrovò a scrivere Maria sul suo quadernino.
Aveva dormito si e no due ore. 
L'unica cosa che aveva fatto quella notte era stato leggere e rileggere quella tanto odiata e allo stasso tempo amata lettera.
L'aveva osservata nei minimi dettagli. La scrittura, la piccola piega nell'angolo della pergamena, tutto.
Aveva cercato di decifrare il più piccolo particolare, senza successo.
Ormai era mattina, ma Maria sembrava non aver voglia di alzarsi. O almeno, le sue gambe non volevano.
"Come mi sono ridotta così?!" Pensò Maria cercando di farsi forza.
"Io non sono così! Devo lottare. Resistere. IN PIEDI!" Ordinò a se stessa. 
Scattò in piedi, diede un'occhiata all'orologio, che segnava le 5 e 20 del mattino. -Ma che...?!- sussurrò.
Si buttò di nuovo sul letto e prese a fissare il nulla, quando sentì un rumore nella stanza. La porta si stava aprendo, e una ragazza bionda stava entrando in punta 
 
di piedi.
-Lucia?!- sussurrò Maria aggrottando le sopracciglia -SHHH!- sbottò Lucia avvicinandosi.
-Che ci fai qui a quest'ora?!- le chiese abbassando ancora di più il tono della voce -Ehm... Niente, lascia perdere...- rispose Lucia sedendosi accanto a lei.
-E tu che ci fai sveglia a quest'ora?- le domandò -Lascia perdere...- Maria abbassò lo sguardo e sospirò in silenzio.
-Io lo so che stai male. E ora voglio sapere perchè.- Maria alzò lo sguardo in fretta con un'espressione sconvolta dipinta in faccia. Come aveva fatto ad accorgersene?
-C-che?! I-io male?! Pff... che stupidaggine... Insomma, io...- balbettò. 
Lucia non la fece parlare, interrompendola subito -Ti si legge in faccia. Smettila di fingere... O almeno smetti di fingere con me.-.
-Lucia, io non so perchè tu creda che io stia male, ma ti giuro che non è così.- disse Maria con tono poco convincente. Era terrorizzata. Lucia conosceva Veronica da 
 
molto più tempo di lei, e se avesse scoperto il suo segreto glielo avrebbe detto entro un'ora.
-Eddaaaaaaaai!- la supplicò la bionda. -SHHHH! Cos'hai da urlare?!... E poi, non ho un bel niente! Sto... alla grande. -, -Si, alla grande.- Replicò l'amica 
 
facendo finta di niente... -Ti ha mai detto nessuno che non sai  mentire?- continuò.
Maria mascherò il suo puro terrore con un'espressione perplessa. Dentro di se, sapeva benissimo di non saper mentire. -Ma infatti non sto mentendo! Certo che hai la testa 
 
dura eh!-.
Lucia la fissò con uno sguardo penetrante, che lei non iuscì a sostenere, si rendeva conto di essere una schiappa.
-E va bene...-, -Finalmente! Ce l'hai fatta!...- Maria le tappò la bocca con una mano, sentendo il mugugnare nel sonno di una delle loro compagne di stanza.
-Ti rendi conto di che ore sono?!- la rimproverò. -Scusa...- Rispose l'amica in tono innocente.
-Ok, forza, ora parla.- Maria abbassò lo sguardo -Devo proprio farlo?-, -Si.- replicò semplicemente Lucia.
Maria sospirò. Si sentiva uno schifo. Non sapeva cosa dire, la gola le si era seccata e era terrorizzata dal fatto che Veronica fosse a qualche metro di distanza. 
Molto facilmente avrebbe potuto essere sveglia e ascoltare tutta la conversazione. Deglutì fissando il letto al suo fianco, con le tende chiuse.
-Ti decidi?!- Maria ritornò alla realtà, scosse la testa e fissò la bionda, sbattendo le palpebre. -Allora?! Qual è il problema?!... Parla!... Si tratta di un 
 
ragazzo?-.
-Non è un ragazzo qualsiasi, è... il ragazzo. Il ragazzo più sbagliato di tutti.- Lucia sgranò gli occhi -Se è George ti avverto che non la passerai liscia!-.
-Nessuno te lo tocca il tuo "Georgino amorino"-, come lo chiamava lei. Maria raccolse tutta la forza che aveva, e iniziò a parlare, mentre l'amica la ascoltava in 
 
silenzio.
-Quando vivevo in Italia, mi ero innamorata di un ragazzo. Del ragazzo sbagliato. Alla fine, come avevo previsto, lui non mi ha mai neanche notata, e io mi 
 
sentivo... invisibile. E ora, piango nel cuore della notte, per lo stesso dannato motivo. Certo, non per lo stesso ragazzo, ma per uno ancora più... impossibile.- Maria 
 
pronunciò quel nome lentamente in un sospiro, come se fosse stata la cosa più sbagliata al mondo. -...Ron.- Una lacrima le solcò il viso, e lei non ebbe nemmeno il 
 
coraggio di guardare l'espressione sbigottita dipinta sul volto della ragazza che aveva di fronte.
-Q-quando l'ho visto per la prima volta, il resto del mondo è scomparso, c'era solo lui, il suo sorriso, i suoi occhi... Mi è venuta la pelle d'oca, la bocca si è 
 
asciugata. Non mi ero mai sentita così.-
Un leggero sorriso apparve sul volto di Maria, ripensando a quel momento magico. Si fermò per un istante, e si rese conto che non aveva più le parole.
Fece un leggero sospiro e abbassò il volto. -Immagino che ora lo dirai a Veronica...- , -Non ci penso neanche.- replicò Lucia con un sorriso apprensivo, poi continuò 
 
-D'altronde, al cuor non si comanda, giusto?-.
Un'ultima lacrima solcò il viso di Maria, che abbracciò l'amica in silenzio. -Grazie.-
 
 
La giornata passò velocemente, e Maria stava malissimo, sapendo di essere osservata da Lucia.
Quella sera ragazzi e ragazze si riunirono nelle Sala Comune.
Veronica e Ron continuavano a ridacchiare, sbaciucchiarsi e tenersi per mano. Maria li guardava di sottecchi, facendo finta di leggere un libro.
Quando tutti salirono nei dormitori, Maria si accorse di essere rimasta sola con Harry.
Pensò ad un modo educito per andarsene, finchè lui non parlò. -Cosa leggi?-, lei alzò lo sguardo e disse semplicemente -E' un libro d'amore... Si chiama un'amore 
 
impossibile...-.
Ci fu un attimo di silenzio che sembrò lungo ore. -Tu mi piaci. E sembra che tu mi odi. E non riesco a capire perchè.-
Maria alzò lo sguardo sconvolta, pensando di non aver sentito bene. -C-cosa?!- balbettò.
-Mi hai sentito.- Maria deglutì. -Senti, non ho idea del perchè tu pensi questo, ma non è affatto vero. Perchè mai dovrei odiarti?-.
-Questo dovresti saperlo tu.-, -Ti giuro che non è così.. insomma... Ehm... Ha-hai detto che ti piaccio?-.
Harry alzò lo sguardo teso -Oh, ehm... Si.-
Maria pensò per qualche secondo, sotto pressione, non aveva idea di cosa dire. -Ok...?-.
-Cioè... Potremo... provare, no?- esclamò Harry sedendosi accanto a lei. -Provare?!- disse Maria sconvolta.
-Si, a... a stare insieme...- la ragazza non trovò nessuna risposta opportuna. -Molto diretto, eh?- disse in tono sarcastico.
Non sapeva cosa fare. Non voleva ferire Harry dicendogli di no, ma sapeva che se lo avesse fatt avrebbe ferito anche se stessa, continuando a fissare Ron di nascosto.
"Bene, perfetto, e ora cosa faccio?! Lui continua a fissarmi e io sto zitta come una rincoglionita! Penserà che sono una cretina. Ma che dico? Io lo sono!! Favoloso." 
 
pensò Maria.
-Bhe... Io... P-penso di si...- "COSA?! Oddio ho detto di si e ora?!" pensò sconvolta. -Bene!- esclamò Harry sorridendole. -Ora, posso baciarti?-.
Maria no rispose, ma si avvicinò lentamente, posandole un leggero bacio sulle labbra. -Io vado, buonanotte- disse il ragazzo sorridendole.
Salì le scale lasciandola sola a fissare il vuoto davanti a se con gli occhi sbarrati.
Una lacrima le solcò il viso. Non sapeva perchè, ma si sentiva uno schifo. Un vero schifo.
 
"Hai mai avuto una di quelle giornate in cui odi il mondo? E tutto ciò che accade, anche il cadere la penna, ti fa venir voglia scoppiare a piangere."
  
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