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Autore: Mickyivy    29/09/2012    0 recensioni
Frida vede le cose in modo diverso dal resto della gente, volete scoprire la sua visione della vita? =)
Una ragazza che apprezza piccole cose che ormai pochi apprezzano. Una ragazza che trova la felicità in tutto ciò che la circonda. Curiosa ma semplice, una come tante, diverse da molte.
Benvenuti, nel magico mondo di Frida.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia città

Vivo in una città di 19 000 abitanti. Qui si conoscono un po’ tutti tra di loro, anche se ultimamente ci sono molti più immigrati. Portano con sé odori sconosciuti e misteriosi, suoni antichi e vesti tradizionali. Gli abitanti della mia città hanno paura di chi non conoscono poiché erano abituati a frequentarsi tra di loro fin dalla culla. Ora non sanno più chi è il loro vicino di casa, se ha commesso reati, quali sono i suoi gusti. Si chiedono se non siano degli assassini, pedofili, maniaci sessuali, ladri. Non che nella mia città non ce ne fossero mai stati, ma è come se il sapere tutto di tutti da sempre ti porti ad averne meno paura. Ora, queste persone che si sono trasferite qui potrebbero essere le persone più buone di questo mondo, ma per i miei concittadini sono cattivi o sospettati fino a prova contraria.

Uno dei miei vicini si chiama Abdullah, viene dal Marocco. Si è trasferito nell’edificio di fronte al nostro 3 mesi fa. E’ riuscito a trovare subito lavoro in un ristorante multietnico che ha aperto l’anno scorso. Lui si occupa di preparare piatti come kebab, frittelle (marocchine) e diverse carni preparate con spezie di tutti i colori. In un’occasione mi ha chiesto se mi andava di assaggiare la sua cucina e mi ha invitato a casa sua. Mia mamma è una che non pregiudica però non si fida nemmeno facilmente, così mi avrebbe lasciata andare a patto che mi facessi accompagnare da qualcuno.

Abdullah ha accolto la mia amica Monica con gioia, ci ha fatte accomodare in uno dei grandi divani che ammobiliavano il salotto mentre lui si occupava di preparare un tavolino al centro. Il profumo di spezie si era diffuso in tutta la casa, provocando in noi ragazze una fame incredibile. “La fame arriva solo se un buon profumo la invita” affermò il padrone di casa mentre ci serviva un cous cous di un giallo così acceso che metteva allegria e appetito al solo guardarlo. Era condito con carne di mucca e verdure varie: zucchine, carote, rape, patate e piselli. Poi ci offrì una fettona di pane fatto da lui, ancora tiepido, e la morbidezza della mollica era stupefacente. Appena ci fece un cenno di approvazione cominciamo a mangiare, lentamente, assaporando appieno ogni boccone di quelle semplici delizie. I sapori ci portarono lontano, quasi quasi riuscivo a immaginare di essere lì, nella sua città. E’ strabiliante come il cibo, col suo sapore, profumo e colore, possa farci viaggiare così lontano in una tradizione diversa dalla nostra.

Io e Monica mangiavamo con le forchette mentre Abdullah si serviva direttamente dal piatto centrale, formando con la mano una piccola pallina di cous cous. Provavo una strana sensazione a mangiare con le posate quando lui mangiava tranquillamente con la mano. Le palline che formava lui erano così invitanti che decisi di provare a farne una io: presi un po' di quel cibo così particolare e provai a dargli forma: era umido e malleabile e la pallina venne da sé. Guardai come la mangiava il mio vicino e notai che metteva la pallina in equilibrio sull'unghia del pollice e poi la metteva in bocca. Provai anche io. La pallina si disgregò subito sulla lingua e masticai con entusiasmo. Ero in estasi.

Monica mi guardò affettuosamente e mi disse: “Sei proprio particolare, lo sai?”

  
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