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Autore: MartinaLove1D    29/09/2012    2 recensioni
Iniziai a correre, per provare a raggiungerla, ma il treno prese velocità. Mi fermai di colpo, fissandola. Mi salutò con la mano dal finestrino mentre il treno se la portava via, dove non l’avrei più vista. Decisi di tornare a casa. Improvvisamente notai una figura. Vidi una ragazza alla stazione, sperduta. Si guardava intorno con area spaesata, come se non sapesse dove andare. M’incuriosiva molto, volevo avvicinarmi, ma avevo paura di recarle disturbo. Era bassina, capelli castani, raccolti in una coda alta, con tre valigie, sembrava triste, un po’ con aria rassegnata. Io la osservavo da lontano, decisi di raggiungerla. Lei si girò di colpo, mentre mi stavo avvicinando e ci scontrammo.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Tu non devi vederla.

 




Iniziammo a fuggire verso l’hotel, quella zona non ci piaceva per nulla.
Correndo, in dieci minuti raggiungemmo il Marks. Nel frattempo era iniziato a piovere, quindi eravamo pure bagnate dalla testa ai piedi.
“Tutto bene?” le chiesi io in ascensore notando che aveva il fiatone.
“Sì… Ho solo… Un po’ d’asma, in casa… Ho l’inalatore…”
Respirava affannosamente. Giunte in camera, Cher si fece due inalazioni di broncodilatatore e si sentì subito meglio.
“Va bene, ora?” le chiesi.
“Certamente.”
“Andiamo a letto, sono le tre ed ho sonno!”
“D’accordo.”
Ci cambiammo e andammo a letto.
Il mattino dopo fummo svegliate da dei colpi insistenti sulla porta.
“Signorine?!” si udiva da fuori.
Mi svegliai di colpo andai vicino al letto di Cher.
“Cher! Svegliati! Devono entrare le cameriere per pulire!”
“Mamma, vattene.”
“Che?”
Si girò improvvisamente e aprì gli occhi.
“Oh Zoe sei tu.”
“Alzati, le cameriere devono pulire la stanza, sono le undici!”
“Cosa? Così tanto? Ci credo che bussano!”
“Io vado a dire alla cameriera che, tempo dieci minuti, e siamo fuori.”
“Io invece vado a vestirmi e a lavarmi.”
Parlai con la cameriera imbestialita, e scoprii che erano trenta minuti buoni che bussava.
Dopo l’ennesima figura di merda, mi recai in bagno, dove Cher stava provando a spazzolarsi i capelli. Al posto della chioma aveva un cespuglio.
“Parrucchiere oggi?” scherzosamente, le proposi.
“Quasi quasi…”
“Io scherzavo, ma se vuoi…”
“Ma sì dai, portami te!”
“Qui i parrucchieri costano un botto.”
“E vabbè, io i soldi ce li ho.”
“Solo per te, sia chiaro.”
“Sia chiaro che tu sei mia ospite.”
“Sia chiaro che non voglio più soldi da te!” le risposi, forse un po’ bruscamente.
“Ma io voglio.”
“No, io no, non mi sembra giusto, prima o poi i tuoi soldi finiranno.” Dissi, accarezzandole la guancia.
“Voglio trovarmi un lavoro!” urlò.
“Qui? A Glasgow?”
“Sì.”
“Lo sai che tra un po’ passa X Factor di qui?” le dissi.
“Già, quest’anno lo fanno in inverno… Beh… Ma io in teoria ce l’avrei un contratto discografico, con Cowell.”
“Ah, sì, mi ricordo la tua demo! Che brava che sei. Io dico che potresti vincere.”
“No, impossibile. Non ho mai preso lezioni di canto!”
“Ma sei brava, te lo dico io.”
“Ok. Oggi andiamo alle segreterie e compiliamo il form per l’iscrizione.”
“Ma certo!”
Si sentì bussare la porta, decidemmo di correre fuori prima che la cameriera si alterasse ancora di più.
Aprimmo la porta e, sotto gli sguardi inquieti della signora, ci avviammo per le scale.
Raggiungemmo la hall.
“Che figo quel cameriere!” mi indicò Cher.
“Già.”
“Ti sta guardando.”
“Ah, quindi? Sicuramente perché sono così strana da attirare l’attenzione.”
“No, sei bella.”
“Ma vai.” Le dissi sgarbatamente.
“Occhio, si avvicina! Io ‘vado in bagno’!” lo disse gesticolando con le mani e imitando le virgolette sulla sua ultima frase.
Il cameriere si avvicinò a me.
“Ciao.” Mi fece.
“Salve.”
“Ho notato che sei qui da un po’ di tempo.”
“Sì, da poco.”
“Sei con la brunetta?”
“Sì, è mia amica.”
“Senti, ti andrebbe di prendere qualcosa appena finisco il turno?”
“Dipende, quando lo finisci?”
“Tra mezz’ora.”
“Mmmmh.” Presi tempo guardando l’orologio. Nel frattempo arrivò Cher.
“Eccomi. Piacere, sono Cher.” s’intromise senz’alcun scrupolo.
“Matthew.”
“Ah scusa, io sono Zoe.” Gli dissi, un po’ imbarazzata per non essermi presentata prima.
“Mi ha detto Matthew di prendere qualcosa con lui, ti va se ti porto dal parrucchiere poi quando hai finito mi chiami e ti vengo a prendere?”
“Perfetto!” mi sorrise lei. “Ciao Matthew.”
“Arrivederci.” Fece lui.
Uscimmo dall’hotel.
“Oh, ma che bello è?” mi disse Cher.
“E’ più bello Niall. O Zayn. O Harry. O Liam. O Louis.”
“Lo so, lo so, loro sono molto più belli.” Acconsentì lei.
“Però… Ha degli occhi da paura.”
“Somigliano molto a quelli di Zayn.”
“E’ bello Zayn dal vivo?” le chiesi, mentre le feci cenno di seguirmi per le strade del centro.
“E’ una cosa unica, è veramente un bellissimo ragazzo. Lo stesso vale per gli altri quattro, però!”
“C’è l’imbarazzo della scelta!” urlai.
“Hai ragione.”
Arrivammo dal parrucchiere, era il più valido che conoscevo.
“Bene, amore, io ti lascio qui. Appena finisci chiamami che corro!”
“Va bene, piccola!”
Mi baciò sulla guancia. Arrossii leggermente, era bellissimo avere un’amica che ci tenesse davvero.
La salutai e corsi verso l’hotel, tra dieci minuti Matthew avrebbe concluso il turno.
Arrivai giust’in tempo e aveva appena finito. Avevo leggermente paura, non lo conoscevo, però mi dava l’aria di una persona seria.
“Ehi!” mi salutò.
“Andiamo?” gli chiesi.
“Certo, dove vuoi andare?”
“Starbucks.” Scelsi un posto affollato.
“Perfetto.”
Ormai avevo l’abitudine ad andare da Starbucks, un commesso aveva persino imparato il mio nome!
Arrivammo, c’era la solita coda. Improvvisamente si sentì urlare, c’era un edicolante che vendeva gli ultimi giornali dedicati interamente agli One Direction, ed una folla di ragazzine si fiondò per averne una copia, perché erano limitate. Sulla locandina, lessi ‘Niall Horan giudice ad X Factor 2013’.
“Cosa?!” urlai, sgranando gli occhi e spalancando la bocca.
“Tutto bene?” chiese Matthew.
“No! Non va tutto bene! Niall Horan farà il giudice ad X Factor!”
“E quindi?” si mise a ridere, non capiva la situazione.
“Io e Cher parteciperemo e Niall è il suo ex fidanzato! E’ tutta studiata questa cosa! Lui la vuole e sa che la ritroverà così! Per questo lo sta facendo!”
“E perché ti preoccupi così tanto?”
“Perché Niall non è… Lascia perdere.”
“A me sembra uno sfigato.”
“Cosa? No! Prova a chiamarlo ‘sfigato’ con tutti i soldi e le ragazze che ha!”
“Perché, visto che ha tutte queste ragazze, vuole Cher?”
“Perché lui la ama, sul serio.”
“Queste star si atteggiano troppo, e se fosse una montatura per fare successo?”
“Se fosse una montatura si sarebbe messo con qualcuno di famoso.”
“Hai ragione, ritiro tutto.” E serrò la bocca in un sorrisetto malizioso. Nel frattempo toccò a noi ad essere serviti. Io presi un caffè freddo aromatizzato alla nocciola, e lui un chai.
Ci sedemmo.
“Dici che dovrei dirlo a Cher di questa cosa?”
“Secondo me no. Lei proverà qualcosa per lui, lascia che tutto faccia il suo corso.” E mi sorrise.
“Hai ragione…”
Passammo mezz’ora a chiacchierare e a conoscerci meglio. Improvvisamente mi chiamò Cher, segnale che aveva finito.
“Io ora dovrei andare… Grazie del pomeriggio, Matt, ci si becca in albergo!” Gli sorrisi e poi lo baciai su entrambe le guance, come si fa con qualcuno che non si conosce benissimo.
“Grazie a te, Zoe. Ciao!”
Mi salutò con la mano, io ricambiai. Improvvisamente sbattei contro una figura alta quanto me. Cademmo a terra, un cappellino finì accanto alla mia borsa.
Aprii gli occhi e vidi una massa di capelli biondissimi e degli occhiali da sole, nonostante il tempo minacciasse pioggia.
“Ah, che mal di testa.” Ne uscì una voce maschile abbastanza profonda. Il ragazzo si massaggiò la testa.
“Chiedo scusa, non guardavo dove andavo!” mi affrettai a dire.
“Stai tranquilla.” Mi sorrise, intravidi un apparecchio per i denti bianco. Capii subito chi era.
“Niall?”
“Shhhh! Sono in incognito! Ci mancano solo le fan! Seguimi!” mi trascinò in una stradina dove circolava meno gente.
“Che ci fai qui?” gli urlai, come se fossi una sua vecchia amica.
“Affari miei, neanche ti conosco.”
“Tu sì che mi conosci.”
“No!”
“Sì invece. Hai parlato con me al telefono.”
“Zoe?”
“Sì, sono io.”
“Sei l’amica di Cher?!”
“Sì, ma non voglio che tu ti faccia vedere da lei.”
“Perché?!”
“Perché no, lei sta bene ora.”
“Oh, ma sentiamo, e chi saresti tu per dire ciò?”
“La sua migliore amica.”
“Oh, chiedo scusa allora!” disse, ironizzando vistosamente.
“Io devo andare a prendere Cher, non azzardarti a farti vedere.” Stavo puntando il dito contro il suo bel nasetto a punta.
“Calmati. Sarà lei a trovare me.”
“No! Non vi vedrete. Punto.”
“Ma perché?” si stava spazientendo.
“Perché N-O.” gli urlai scandendo bene le consonanti.
“Ora devo andarmene, se ti becco nei dintorni giuro che mi incazzo, Niall, ok?” non ci potevo credere, stavo minacciando e litigando con chi amavo.
“Calmati, bionda.”
“Calmati un CAZZO.”
Feci per andarmene, lui rimase lì a fissarmi, meravigliato dal mio comportamento. Pensava che gli sarei saltata addosso come una di quelle dodicenni in calore? Si sbagliava. E anche tanto.
Raggiunsi Cher con mezz’ora di ritardo, mi fece il mazzo, ma io non l’ascoltai. Presi un attimo il portafoglio, e mi accorsi che il cappello di Niall era nella mia borsa. Come diavolo avevo fatto a prenderlo?!
“Quel cappello…” mi fece Cher.
“Cosa?”
“E’ uguale a quello che aveva Niall…” disse, incupendosi dopo.
“Immagino…” cercavo di mascherare tutto, non volevo che lo sapesse.
“Me lo dai un attimo?”
“Prendi.”
Non l’avessi mai fatto.
Lei lo annusò e la sua faccia mutò da tranquilla, ad ‘occhi e faccia sgranati’.
“Questo. Questo è il gel di Niall. Questo è il suo profumo.” Si bloccò in mezzo alla strada.
“Sarà un caso.” Non ero brava a mentire, in fatti iniziai a balbettare e ad arrossire.
“No. Sono certa che non è un caso. Dove l’hai preso?”
“L’ho t-trovato.”
Mi scrutava torva.
“No, ora mi dici chi cazzo te l’ha dato.”
Eravamo ferme, con la gente che ci passava accanto.
“L’ho preso ti ho detto.”
“Dove?”
“In un posto.”
“Quale posto?”
Provai a fare la schiva e l’indifferente.
“Un posto. Adesso basta.”
Provai a incamminarmi ma mi bloccò, si mise nella mia traiettoria.

“Zoe, dimmelo. Dimmelo che Niall è Glasgow.”
 




Spazio autrice.
Ehilà. Io ho continuato anche se mancava una recensione, solo per quelle povere che aspettano il capitolo che magari gradiscono. Grazie anche alle lettrici silenzione, che, anche se non lasciano una recensione, leggono bene o male la mia insulsa storia. Per motivi organizzativi continuo a 3 recensioni. Grazie.
≈Marty.

  
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