Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Lilith_Holmes    30/09/2012    3 recensioni
[...]"Claude gli alzò il mento con la mano destra e con la sinistra spostò le ciocche di capelli scuri – neri come la pece – per vedergli meglio il viso, rimanendone affascinato.
Gli occhi color cremisi, erano quelli ad attirarlo. Rossi e vividi, che lo osservavano intimoriti. Il viso era mascolino ma i lineamenti erano più morbidi di quelli di un uomo, le labbra piene, rosee e dannatamente invitanti."[...]

Il Conte Claude Faustus sta per risposarsi, e la sua futura moglie gli fa un regalo tanto bello quanto pericoloso.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Un po' tutti, William T. Spears
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Si sentì chiamare dolcemente, una mano a posata sulla sua spalla che lo scuoteva con delicatezza, e una voce calda e profonda che chiamava il suo nome. Non era mai successo, prima.
Sebastian, il sole è già alto” dischiuse leggermente gli occhi cremisi, non riconoscendo per un attimo la stanza. Poi comprese e li spalancò, voltandosi a guardare chi lo avesse chiamato.
S-signore?!?” esclamò, scattando all'indietro alla vista degli occhi ambrati del suo nuovo padrone.
Ti ho spaventato? Non volevo!” disse questo, preoccupato.
N-no” balbettò Sebastian, cercando di ricomporsi. Si chiese per quale motivo lo avesse svegliato proprio lui. Si aspettava di vedere William o una cameriera. O che lo lasciassero dormire fino a che ne avesse avuto voglia, come succedeva nella sua precedente casa.
Spero tu abbia dormito bene” continuò il Conte, sedendosi sulla sponda del letto. Che volesse certi servigi già a quell'ora? si domandò Sebastian, osservandolo. Ora che lo vedeva alla luce del giorno, non ne era poi così intimorito. I capelli erano in perfetto ordine, ma al contempo sembravano quasi scarmigliati. Il loro colore era lo stesso di Sebastian, nero come la pece. E gli occhi, di un'improbabile color ambra. Aveva un'espressione seria, ma serena al tempo stesso.
Meglio di quanto credessi” rispose semplicemente, stringendosi i vestiti addosso per coprirsi il più possibile – anche se era un gesto inutile e alquanto stupido.
Sono contento di questo” rispose l'uomo, continuando a far passare lo sguardo su di lui. Aveva una voce diversa da quella della sera prima. In quel momento era calma, mentre la sera prima era visibilmente tesa.
Come ti senti?” gli chiese, e Sebastian notò che era la stessa domanda che gli aveva posto William la sera prima.
Bene” biascicò.
Perfetto” così detto, si alzò nuovamente in piedi.
Dovresti fare un giro della casa, sai” gli disse. Il suo viso era sereno, ma non sorrideva.
È grande, e credo che ti perderesti. Lo faccio io che dovrei conoscerla” continuò a dire l'uomo. Sebastian annuì.
Ma sai, non si finisce mai di scoprire”. Parlava molto, per essere così serio. A primo impatto, chiunque avrebbe detto che era una persona essenziale, che non diceva più del necessario – quasi come William.
Il Conte gli porse una mano.
Ieri non ti ho detto il mio nome. Claude Faustus” disse. Sebastian guardò per un attimo la mano, prima di stringerla. Il tocco era diverso da come lo ricordava, dalla sera prima, quando gli aveva afferrato il mento. Evitò di dirgli che sapeva già il suo nome. Non ricordava di aver mai sentito la Signorina Anafeloz pronunciarlo, però.
È un piacere” aggiunse il Conte Faustus, aiutandolo a tirarsi in piedi.
L'intenzione del Conte era di accompagnarlo per tutta la residenza allo scopo di mostrargliela. Sebastian ne rimase stupito, in un primo momento, e quando lo lasciò solo perché si preparasse sospirò, nervoso.
Lo raggiunse fuori dalla stanza, e lo osservò per un attimo, prima di lasciarsi accompagnare fuori dagli alloggi della servitù.
L'atrio era molto più grande di quello di Anafeloz Manor. Una rampa di scale centrale si diramava poi in due che portavano in due diverse direzioni. Dalla parte opposta a dove erano usciti loro, vi era un arco che portava ad un'altra ala della villa. Cominciarono da quella. La prima stanza che si presentava era la sala da pranzo, che era tre volte quella di Anafeloz Manor. Un tavolino lungo stava al centro della stanza. Sebastian si domandò quante persone potessero sedersi lì. La stanza era in penombra, in quanto solo una delle tre tende era aperta. Il Conte disse che ad affiancare la sala da pranzo vi era la cucina, ma aggiunse anche che lo chef – tale Baldroy – non faceva entrare nessuno lì dentro. Neanche il padrone di casa. Sebastian sorrise a queste parole, immaginando che non fossero molti quelli che potessero dire al proprio padrone di non entrare in una data stanza e continuare a lavorare per esso.
Il resto della casa, purtroppo, è al primo e secondo piano. Ho impiegato il piano terra per la servitù” lo informò Claude, salendo le scale. Era una cosa strana, che qualcuno si preoccupasse così tanto per la servitù.
Girarono varie stanze. Un salottino privato, la biblioteca (che aveva così tanti libri da impallidire... chissà se avrebbe potuto leggerne almeno uno) e infine lo studio. In questo, Sebastian aveva notato il ritratto di una bellissima donna bionda dalla pelle eburnea appeso sopra il camino. Gli occhi, anche se solo dipinti, erano di un azzurro brillante. Sebastian si chiese se corrispondesse al reale colore.
Quella era mia moglie” gli aveva detto il Conte, notando che lo osservava così interessato.
È morta cinque anni fa” aveva continuato a dire, e una nota di malinconia gli oscurò il volto, ma venne subito nascosta.
Non la lasciarono alle mie cure. Dicevano che non avrei mai potuto essere obbiettivo e distaccato come dovrebbe essere un medico”
Siete un medico?” aveva domandato di istinto Sebastian, pentendosene subito dopo.
Sì” si era limitato a rispondere il Conte. Almeno, Sebastian aveva capito perché tutta questa considerazione per le altre persone.
Avete figli?” si era incuriosito allora Sebastian.
Due, due figli. Li conoscerai, e sono sicuro che piacerai loro” per un attimo la sua espressione era divenuta allegra – quasi –, poi anche quello era stato abilmente mascherato dalla solita e morbida serietà.
Non l'hanno conosciuta. O almeno, il più piccolo. Il più grande... ricorda poco di lei, quasi nulla”. Poi si era voltato, uscendo dalla stanza. Sebastian aveva affrettato il passo, per stargli dietro.
Quel quadro verrà spostato nella loro camera, quando sposerò la Contessa Anafeloz. A lei non piace” aveva aggiunto, mentre salivano lentamente un'altra rampa di scale.
Almeno loro saranno felici. Non ho intenzione di lasciarlo marcire in una cantina buia”. Sebastian lo aveva guardato. Perché gli stava dicendo quelle cose?
Finalmente erano arrivati alle camere. Ed era in quella del Conte che era ora, e la osservava distaccato.
Avrebbe passato lì molte notti, quindi cercò di imprimersi nella mente ogni cosa potesse sembrare interessante da guardare per sfuggire agli occhi ambrati del Conte Faustus.
Non sono sicuro di voler dividere questo letto con qualcun altro” disse il Conte, facendo passare con delicatezza la mano sulle pieghe della coperta, lisciandole in parte.
Scusate... temo di non capire” mormorò Sebastian in risposta, mentre il Conte riportava lo sguardo su di lui.
In questo letto ho dormito con la mia precedente moglie. È vuoto e freddo, e da tempo ci sono solo io come occupante. E non credo di essere pronto a dividerlo nuovamente con qualcuno” si stava riferendo a Sebastian o alla Contessa? Probabilmente ad entrambi. Sebastian provò un po' di tenerezza per quell'uomo, che infondo aveva sofferto per la persona che aveva amato.
Non credo che voi vogliate riposarvi sul letto di un semplice oggetto di piacere” mormorò, sorridendo appena, e il Conte sembrò perplesso per un attimo.
Hai preso alla lettera le parole che ho detto ieri” notò con un'improvvisa freddezza. Sebastian, lo guardò, mentre gli si avvicinava.
Non avresti dovuto farlo, non sono quel genere di persona” continuò a dirgli, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Ci siamo chiariti?” domandò poi. Sebastian annuì, continuando a guardarlo sorpreso. Lui non sapeva fare altro, anche se questo era triste da dire, non aveva avuto un ruolo diverso da quello, ad Anafeloz Manor.
Garret Anafeloz diceva che la solitudine era una brutta cosa, ed era per questo che passavano tanto tempo insieme. Aveva smesso di crederci quando aveva quindici anni, ma non glielo aveva mai detto – il motivo principale era la paura di lui e della sua reazione, e solo dopo veniva la sua incapacità in praticamente ogni lavoro domestico.
Signore?” William riscosse entrambi dai loro rispettivi pensieri – aveva un'inclinazione particolare a questo.
William” rispose pacatamente il Conte, raggiungendolo sulla soglia della camera.
Dalla Signorina Anafeloz. E questa da Lord Sutcliff” disse, porgendogli due lettere. Il Conte chinò leggermente la testa, in segno di riconoscenza, e lo lasciò andare alle sue mansioni, poi si infilò le lettere nella giacca.
Le leggerò più tardi” disse, con un'alzata di spalle – poco signorile.
... sempre che ne abbia voglia” aggiunse sottovoce, ma Sebastian lo sentì comunque, e si chiese quale fosse il problema.
Con questo il nostro giro è finito. Immagino che tu abbia fame... ieri non ti hanno dato da mangiare, o sbaglio?” Sebastian annuì. Era abituato a magiare poco comunque, non sentiva molto la fame in quel momento.
Vieni” gli disse, facendogli segno di seguirlo.
Non hai visto la camera dei miei figli, ma anche loro hanno posto limiti alla loro stanza. Sono piccoli ma estremamente perspicaci. Soprattutto il minore” sembrava contento di parlare di loro, e Sebastian si chiese come fossero e quanti anni avessero. Scesero fino agli alloggi della servitù.
Dirò a William di portarti qualcosa. Il nostro cuoco è bravo – quando è arrivato qui lasciava un po' a desiderare, ma con il tempo e la pazienza è migliorato”. Aggiungeva sempre qualcosa riguardo a chiunque, come se si sentisse in colpa a dire la semplice verità. Era un nobile diverso da quelli che aveva visto fino a quel momento. Si congedarono – il Conte gli disse che sarebbe tornato nel pomeriggio, non appena avrebbe potuto, e Sebastian rimase a guardarlo mentre se ne andava.
Ad Anafeloz Manor aveva una vita piuttosto agiata, infondo, e si chiedeva se lì avrebbe avuto tutti i privilegi che aveva là – anche se vi avrebbe volentieri rinunciato, se l'unico modo per averli era essere usato da qualcuno a suo piacimento.

Lasciò detto a William di portare qualcosa a Sebastian, e una volta nel suo studio riprese le lettere fra le mani. Chissà cosa voleva Sutcliff... di solito riguardava i suoi figli – ovvero i nipoti dell'uomo... donna... essere in rosso. La aprì con il taglia carte, e la lesse svogliatamente. Come immaginava, voleva portarli con lui in Francia per una settimana e sarebbe passato di lì a qualche giorno per sapere la riposta dei piccoli – non diceva mai il numero esatto di giorni, e questo urtava oltremodo i nervi quasi sempre saldi del Conte Faustus.
Guardò la lettera della Contessa Anafeloz a lungo, prima di decidersi ad aprirla. Non si premurò neanche di usare il taglia carte. Quattro giorni dopo avrebbe dovuto accompagnarla ad una mostra. Lui non ne era minimamente interessato, ma erano i suoi doveri come fidanzato e come gentiluomo.
Solo in ultimo gli veniva chiesto se il regalo gli era piaciuto, in caso contrario poteva anche liberarsene, dato che non era più di nessuna utilità per lei. Fece un paio di sospiri, prima di strappare la lettera, appallottolarla e buttarla stizzito nel fuoco scoppiettante. Voleva bene ad Hannah, erano amici di infanzia e dovevano sposarsi, però negli ultimi cinque anni, quando aveva scoperto questo lato di lei totalmente insensibile, aveva cominciato a pensare di aver fatto un'enorme errore a proporle di sposarlo. Chiuse gli occhi e si rilassò sulla sedia. I suoi figli, anche loro volevano bene ad Hannah, ma dicevano sempre che non volevano avere una nuova mamma perché altrimenti quella vera sarebbe stata triste. Claude annuiva a queste parole, e all'inizio non gli aveva dato affatto peso, ma con il passare del tempo aveva iniziato a rendersi conto che loro dicevano quello che lui neanche riusciva ad ammettere a se stesso: non voleva lasciare che una decisione dettata dal dolore rimpiazzasse la donna che aveva amato. Sospirò, sentendo qualcuno che entrava.
Signore, i suoi figli sono scesi per la colazione. Vuole unirsi a loro?” domandò William. Claude acconsentì, senza aprire gli occhi.
Aspettatemi di sotto. Arrivo” disse infine, poi sentì la porta sbattere e calò nuovamente il silenzio – non che William fosse rumoroso, ma un silenzio abitato da due persone è diverso dal silenzio della solitudine.
Aprì gli occhi e si alzò dalla sedia, sistemandosi i vestiti.
Perdonate il ritardo!” esclamò, entrando in sala da pranzo. I suoi figli alzarono i loro occhi blu su di lui.
Buongiorno, papà!” lo salutarono quasi contemporaneamente.
Buongiorno a voi” ricambiò lui, andando a posizionarsi fra le loro sedie e inginocchiandosi.
Stamane mi è arrivata una lettera da Zio Grell e...”
ZiA Grell!” lo interruppe quasi indignato Ciel, il più piccolo fra i due – sei anni. L'unica cosa che aveva preso da lui erano i capelli scuri e la calma invidiabile.
Vuole che la chiamiamo così” si affrettò a spiegare Alois, il più grande – sette anni. Il ritratto di sua madre.
Va bene, Zia Grell. Come stavo dicendo, vuole portarvi in Francia con lui”.
Sì!” urlarono insieme i piccoli, per poi tornare a ricomporsi. William li guardò, anche se non era nuovo a certi slanci dai due piccoli conti.
Quando, quando?” domandò Alois, sporgendosi in avanti.
Non ne sono a conoscenza. Lo saprete quando verrà a farci visita”
Zia Grell viene a farci visita? E quando?” chiese allora Ciel.
Non so neanche questo” ammise Claude.
Zio Grell...”
ZiA Grell” venne nuovamente corretto dal piccolo Ciel – che da lui aveva preso anche l'abitudine a precisare tutto.
Zia Grell, come dicevo, non dice mai il giorno esatto. Come saprete” lanciò uno sguardo a William, che annuì.
Sono sicuro che verrà presto” aggiunse il maggiordomo.
Claude si alzò in piedi e andò a sedersi di fronte ai figli. Voleva parlare loro di Sebastian, e del fatto che giorni dopo lo avrebbero accompagnato alla mostra. Cominciò dalla mostra, e da Hannah. Loro lo ascoltarono leggermente corrucciati.
Ma dobbiamo proprio?” chiese infine Alois.
Gradirei. Non vorrete lasciare solo vostro padre?”. I due si lanciarono un'occhiata perplessa.
Non sei solo, c'è Hannah con te!” esclamò dopo un po' Ciel, tornando a guardare suo padre.
Sapete cosa intendo” sbottò Claude, spostando di lato la forchetta.
Sì, papà” sospirò Alois.
Grazie” fece ironico lui.
Si decise anche a parlare di Sebastian Michaelis ai due piccoli, e Ciel sembrò quasi eccitato all'idea di avere qualcuno di nuovo in casa – era la prima volta. Tendenzialmente era Alois che si interessava ai regali di Hannah. Mentre parlavano del nuovo arrivato, William arrivò con la colazione, ma i bambini non ci fecero caso, attratti com'erano da ciò che diceva il padre.
Così, questo Sebastian, quanto tempo rimarrà?” chiese Ciel, per poi mangiare un boccone quasi troppo grande per lui.
Tutto il tempo che gli servirà” rispose Claude. Il piccolo non sembrò molto convinto.
Secondo me resterà” disse infine, quando ebbe finito di masticare per bene quell'enorme boccone.
Me lo sento” aggiunse. Claude annuì. Quel ragazzino di solito indovinava, quando diceva me lo sento.
Beh, allora avremo qualcuno di nuovo in casa” rispose Claude.
Signore, non ha fame?” domandò William, notando che aveva mangiato poco – quasi nulla.
Sì, William. Mi spiace aver scomodato Bard” William scosse la testa, ritirando i piatti.
Che cosa farete in giornata?” domandò Claude ai due bambini. Loro cominciarono a raccontare, forse felici di quel poco tempo che Claude dedicava a loro. Da quando sua moglie era morta, gliene dedicava molto meno. Per gli impegni che erano aumentati, e così, i bambini passavano tutto il loro tempo con William o con l'insegnante di turno.
Un programma interessante” commentò, non appena i due bambini finirono.
Stasera conosceremo Sebastian?” domandò incuriosito Ciel.
Se vorrete” rispose Claude, accavallando le gambe sotto il tavolo.
Mi piacerebbe”. Il padre dei due bambini annuì mestamente.
Si alzò in piedi poco dopo e li osservò. Quei due bambini erano tutto ciò che rimaneva di Earleen, e subito dopo quel quadro che si ostinava a tenere nel suo studio, posandoci lo sguardo più spesso di quanto avrebbe dovuto.
C'è tutto il tempo del mondo, bambini” disse infine, lasciandoli al tavolo.
Tornò nel suo studio, anche se non doveva fare nulla di concreto lì dentro. Ci si rifugiava, in quanto raramente veniva disturbato. Evidentemente la sua fortuna non girava, perché qualcuno bussò e – senza aspettare il permesso – entrò nello studio. Claude si aspettava di vedere William, o uno dei suoi figli, ma quelli che si ritrovò a guardare erano i grandi e vividi occhi cremisi di Sebastian. Sembrava preoccupato, e si torceva nervosamente le mani.
C-Conte Faustus, d-devo dirvi una cosa” balbettò, arrossendo inverosimilmente. Claude inarcò le sopracciglia e si alzò in piedi, facendogli segno che poteva parlare.
E-ecco, vedete, io...” fu interrotto dall'entrata di William.
Signore, il Barone Brown desidera che lo raggiungiate or ora” disse, con un leggero inchino, interrompendolo. Sebastian lo guardò, confuso, mentre Claude prendeva la giacca.
Mi spiace, Sebastian. Dovrai dirmelo più tardi” fece, indossando velocemente l'indumento e lanciandosi fuori dalla stanza. Jeremy Brown era uno dei suoi pazienti più vecchi e più facoltosi, ma aspettava sempre l'ultimo istante per richiedere la sua presenza. Un altro problema, dopo tutti quelli che aveva.
Ripensò spesso a cosa Sebastian avrebbe voluto dirgli, ma durante la giornata non lo vide più e neanche riuscì ad augurargli buona notte, come avrebbe desiderato. I suoi figli non chiesero di lui, William non gli parlò di problemi. Lui non scese a controllare se ce ne fossero.
Affondò nei cuscini, certo che il giorno dopo la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata chiedergli cosa stava per dirgli nello studio.

Angolo della Moffetta:
Allora, il secondo capitolo. Non sappiamo come sia venuto – non ci convince molto, ci convinceva più il primo. Probabilmente in un punto abbiamo anche forzato gli eventi, e dovrebbe essere anche evidente.
Speriamo che sia comunque piaciuto – magari potremmo modificarlo, se non è venuto proprio bene.
Earleen è un nome bello, particolare, e soprattutto esistente, per quanto sembri strano, se lo cercate fra i nomi femminili inglesi questo compare.
Coomuque, speriamo di non aver deluso chi ha iniziato a seguirci, e in tal caso speriamo di rifarci con il prossimo capitolo.
Ringraziamo chi segue e chi recensisce e chi anche solo passa a dare un'occhiata, ci vediamo al prossimo capitolo!
Un bacio,
Marti e Cristie.  

   
 
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