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Autore: ThissongsavedmylifeR    30/09/2012    0 recensioni
E' una storia inventata dal nulla. Non ho preso spunto da nessuna FF o da altre storie, forse è come vorrei che fosse la mia vita.. può essere la storia della mia vita, come può essere una normalissima storia su due amiche che cercano di realizzare il loro sogno.
Ho preso spunto dall'amicizia che si è venuta a creare con una ragazza che ho conosciuto in quel mondo chiamato "fake", i nostri fake appunto si chiamano Loreal e Selene, amicizia che tutt'ora dura nel tempo ormai da qualche mese e che contiuerà a farci essere sempre più legate.
Loreal descrive la solita ragazza maldestra, un po' goffa, ma con un grande cuore. Selene invece è la tipica ragazza che sembra dura, aspra e cattiva, ma conoscendola si rivela una ragazza con un cuore d'oro.
E' la prima volta che scrivo una storia e la pubblico soprattutto, quindi non mi resta che dire buona lettura e aspetto le varie critiche negative e/o positive.
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era come se mi trovassi dentro una bolla, tutto era sfocato, poco chiaro.. Mi trovavo in una piazza, era molto affollata la gente non faceva caso dove fossi, mi passava accanto dandomi strattoni, urtandomi. Andavo avanti guardando cosa mi circondava, scrutando ogni minimo particolare.. Solo allora capii dove mi trovavo: era Londra. Io continuavo a camminare, finchè non mi ritrovai di fronte a qualcuno, qualcuno che conoscevo di vista. - Manuel! - esclamai sorridente e gli saltai letteralmente al collo abbracciandolo più forte che potevo.. Stammo li a chiaccherare fino a quando mi sentii chiamare.  “Allie, Allie sveglia. Non hai messo la sveglia.” 

Aprii gli occhi di botto e mi sollevai repentinamente, guardai la sveglia: l’una e ventinove minuti ecco che scattando il minuto il mio cellulare inizia a cantare ’Live while we’re young’. Mi volto verso mia madre e scoppiamo a ridere tutte e due per la coincidenza del minuto. 
Staccai la sveglia e accesi il cellulare con l’intento di mandare un messaggio a Dory, ovvero Selene. 
 
‘Sveglia sveglia sveglia. Tesoro finalmente il giorno è arrivato, AAAAAAAHHHHHHH LONDRAA ARRIVIAAAAMOOO! Ti aspetto davanti l’aereoporto alle 02:30. PUNTUALE!’

Mi infilai sotto la doccia canticchiando pezzi delle mie canzoni preferite e feci le cose inerenti al non pensare: prendi bagnoschiuma, passa bagnoschiuma, posa bagnoschiuma. E così via. Il mio cervello era spento, in black-out.. Pensavo solamente che in poche ore avrei lasciato l’Italia e sarei andata con la mia migliore amica, mia sorella, la persona che amo più al mondo, a vivere a Londra, il sogno coltivato e custodito sin da bambine si stava per avverare.
Uscii dalla doccia e accesi la radio che tenevo in bagno. Presi una spazzola e iniziai a pettinarmi i miei lunghi capelli ramati quando inziai a sentire una melodia riconoscente: era “Call me maybe”. Iniziai a ballare mimando le parole con le labbra e muovendo il bacino a ritmo di musica. 
La mia esibizione davanti lo specchio andò avanti per qualche minuto finchè non mi sentii fissata; infatti mo fratello era davanti la porta del bagno che se la rideva con molta tranquillità.. Di scatto saltai in aria e lui rise ancora di più.

- Sorellina come fai ad avere tutta questa energia alle due di notte? - il suo tono di voce era abbastanza assonnato,ma rideva ancora.
Mi fermai davanti a lui con lo sguardo assente.
- Le due.. Di notte … -  rimasi bloccata guardandolo negli occhi, presi il cellulare per guardare l’orario, speravo scherzasse, invece no erano le due e due minuti.
- È TARDISSIMO! - lanciai contemporaneamente il cellulare sul letto, fortunatamente non era caduto a terra sfracellandosi in mille pezzi. Iniziai a correre avanti e indietro dal mio bagno alla mia stanza, asciugandomi i capelli e infilandomi i jeans o lavandomi lavandomi i denti e saltellando per infilare gli stivaletti o passandomi la cipria sulle guance e infilando la camicetta e così via finchè non fui realmente pronta. 
- Ok, apposto. Sono pronta! - Lou era davanti la porta che mi guardava con gli occhi scioccati che assunsero un’espressione nettamente scioccata.
- Tu! Cosa sei diventata? Dov’è mia sorella ovvero la ragazza che metteva un’ora minimo per prepararsi?! Dov’è Allie?! - 
io lo guardavo ridendo e scendendo le scale per andare all’ingresso dove mi aspettavano i miei per accompagnarmi all’aereoporto. Dan scese con me e contemporaneamente aggiunse. 
- Ci hai messo cinque minuti per prepararti! -
era totalmente sconvolto. Io ridevo di gusto.
- Dan.. Devo andare a Londra è ovvio che sono veloce a prepararmi. - 
 Esclamai sorridente e quasi dispiaciuta perché da un momento all’altro avrei dovuto salutare mio fratello.. La parte più difficile.
- Ragazzi su salutatevi è tardi, dobbiamo andare. - con il solito tempismo perfetto, mia madre interruppe me e Lou. Di riporto ci guardammo negli occhi. 
- Ciao fratellone mio, mi raccomando non fare il bravo ragazzo, fa impazzire mamma e papà come faccio e facevo io. - Gli saltai letteralmente addosso dopo quel momento riempito dai nostri sguardi felici ma allo stesso tempo tristi.. Un pezzo di cuore sarebbe sempre rimasto a lui ovunque fosse andato. 
- E tu mi raccomando, sta attenta a tutti gli inglesi marpioni e alle vie piccoline di Londra la ci trovi le cose peggiori. -

Ricambiò l’abbraccio dandomi un bel bacio sulla guancia e stringendomi sempre di più non dandomi la possibilità di muovermi quasi. Quando mi lasciò gli sorrisi e mi salutò dal ciglio della porta d’ingresso sorridendo ma con quel sorriso forzato che si fa quando non si sta bene o non si è d’accordo con qualcosa.
Salii in macchina sedendomi al centro e sorridendo agli sguardi dei miei.. Mia madre parlava di tanto in tanto, ma mio padre era completamente muto. Forse un po’ preoccupato del fatto che sarei andata a vivere in un posto sconosciuto, ma non c’era bisogno di non parlarmi.. Mio padre era sempre stato così.. Io e Sel avremmo vissuto insieme finalmente ma ancora non era tutto sistemato, ancora dovevamo far si che i nostri sogni, tutti i nostri sogni si avverassero.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi neanche che eravamo arrivati in aereoporto.

Ed ecco che prima di notare e di mettere a fuoco ciò che stavo facendo tra le luci notturne dell’aereoporto vedo Selene impiedi che sbatte il piede a terra e le braccia conserte al petto.
- Scusi sua santità, ho ritardato due minuti.. Mi scusi mi scusi. - 
Risi e l’abbracciai stritolandola, salutai dopo sua madre, Maria. Lei e mia madre si misero a parlare .. Io e Sel ci guardammo negli occhi.
- ma chiaccherate dopo che ce ne andiamo.. È tardi! - prendemmo le nostre valigie dopo aver detto in coro questa frase e entrammo in aereoporto andando al check-in. 
Ci avvicinammo e il sorriso finto di una signorina si sentiva lontano un miglio. 
- Biglietti prego. - iniziò a smanettare un po’ al computer cambiandosi totalmente in viso. Ci guardò. Io e Sel avevamo lo sguardo perso, impaurito “che diamine sta succedendo” pensai. 
- Ragazze c’è un problema con i biglietti. - 
Questa fu la frase che recepii prima di perdere i sensi e cadere a terra priva di ogni movimento, priva di ogni parola, priva di ogni senso.
  
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