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Autore: ValeAki    30/09/2012    3 recensioni
"Si narra, nel regno di Fiore, di una leggenda alquanto buffa che tratta le vicende di un cavaliere e di una principessa. I due si conoscevano sin da bambini, ma erano ignari di ciò. Quando il cavaliere riconobbe nel viso della principessa la ragazza che amava e che credeva perduta, le chiese di sposarsi. Allora s’intromise un messere ad impedire il matrimonio, ma fu dimenticato da tutti per i suoi loschi atti. Cavaliere e principessa guidarono il regno fino alla fine dei giorni e anche oltre. Essi vivono ancor oggi dopo i secoli passati."
P.S. Il rating è arancione, ma è messo solo per sicurezza... o forse no... xD
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passato e Presente
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“Igneel! Igneel! Aspettami!” urlò una piccola bambina dai capelli dorati, correndo per un piccolo prato alla ricerca di un ragazzo. “Igneel, non lasciarmi indietro! Aspettami!” ripeté, con tono ancora più alto, cercando di fermare la frenetica corsa del suo “amico”. “Layla, sei troppo lenta! Vienimi a prendere!” con una boccaccia, il ragazzo dai capelli rosso fuoco diede uno sprint alla sua corsa, fino a scomparire dal campo visivo della bionda. Layla si fermò in quel campetto, stanca e ansimante: quella mattina era uscita di nascosto dal castello per stare un po’ con Igneel, ma lui aveva trasformato il tutto in una corsa senza fine. Se suo padre avesse saputo che passava il suo tempo con qualcuno più povero di lei, si sarebbe messa nei guai. Non l’avrebbe più fatta uscire di casa o peggio, avrebbe fatto allontanare Igneel! E lei non voleva. Si sedette come meglio poté per non sporcarsi, riprendendo fiato. Igneel era il suo primo e unico amico e, se ripensava a come l’aveva conosciuto, le veniva ancora da ridere. Di certo, il loro non era stato un incontro normale!

Una mano sconosciuta si intravide dalla finestra della piccola Layla, aggrappandosi con forza alla base in pietra. La bionda si avvicinò, incuriosita, scorgendo da sotto la finestra una chioma rossa e sbarazzina, che sbraitava all’indirizzo di alcuni uomini là dietro. “Ehi tu!” la voce del rosso la fece sobbalzare: non aveva mai sentito una voce così calda e rassicurante, benché si fosse riferito a lei con tono aggressivo. “Invece di stare lì a fissarmi aiutami a salire, che se mi beccano mi ammazzano!” sbuffò. La piccolina annuì, porgendo una mano a quella libera del rosso, che la afferrò all’istante. Peccato che fosse molto più pesante e che per poco non la fece finire la fuori lì con lui. Superato l’ultimo ostacolo e aggrappatosi finalmente anche con i piedi, riuscì a sedersi sul piano in pietra, mostrando a Layla il suo volto: le sopracciglia corrugate, gli occhi sottili e scarlatti –bellissimi, a detta della bionda- con la bocca arricciata in una smorfia, che lasciava intravedere i canini appuntiti. In un secondo la sua espressione cambiò, facendo rilassare completamente i lineamenti del suo volto e sorridendo alla piccola bambina che si ritrovava di fronte. “Grazie per avermi aiutato. Sai, quelli lì fanno un mare di storie per due mele!” ghignò, mostrando il maltolto alla piccola. Ne mise una nelle sue mani, conservando la seconda. Gli occhi scarlatti percorsero tutta la stanza, notando dov’era effettivamente capitato. ‘Così è una nobile...’ pensò, tornandola a fissare intensamente. Layla sobbalzò, arrossendo appena e riparandosi dietro la sua scrivania. “C-chi sei? Che cosa vuoi?” domandò, impaurita. Il rosso balzò dalla finestra e atterrò nella sua camera, sbuffando. “Io sono Igneel. Mi serve solo un posto dove stare cinque minuti, il tempo che quei due se ne vadano.” Disse semplicemente, guardandola altezzoso. La piccola si allontanò dalla scrivania, andandogli incontro e porgendogli una mano. “Layla.” Eppure, ‘Igneel’... quel nome lo aveva già sentito, ne era più che sicura. Il ragazzo le sorrise, regalandole un sorriso a trentadue denti a cui la piccolina non rimase di certo indifferente. “Mi dispiace che un poveraccio come me sia venuto nella tua stanza... ora dirai a tuo padre di cercarmi e uccidermi?” le regole a quei tempi erano chiare: nessun povero doveva avvicinarsi ai nobili, per nessuna ragione al mondo: portavano morte. Stupide superstizioni. Si diceva che nei piccoli villaggi ci fosse di tutto, come malattie mortali e cibi che, al sol vederli, ti lasciavano stecchito. Eppure, pensò Layla, la mela che teneva in mano non le aveva ancora fatto nulla e l’unica malattia contagiosa che il rosso portava con sé era il suo sorriso. Si ritrovò a sorridere, mentre il rosso ispezionava il terreno sotto la finestra, vedendo se i mercanti che lo cercavano se ne fossero andati: pericolo scampato. “Beh, quei due non mi cercano più... è stato un piacere, Layla.” Disse, mentre un piede era già sul piano della finestra. Layla lo fermò per una manica, mentre il rosso alzava un sopracciglio. “T-ti va se diventiamo amici?” chiese, imbarazzata. Igneel sorrise. “Certo principessa, domani mi vedrà al suo cospetto!” scherzò, imitando un baciamano. “A domani!” esclamò, saltando giù. “A domani...” sussurrò Layla, davanti alla finestra.
 

Igneel si avvicinò piano, notando la bionda assorta nei suoi pensieri. Le sventolò una mano davanti gli occhi, riuscendo a ridestarla e a portarla nella realtà. “Igneel! Devi smetterla di lasciarmi indietro!” lo rimproverò, fingendosi offesa. Igneel rise. “Mi scusi principessa, non pensavo fosse così lenta!” la canzonò. “Ancora con la storia della ‘principessa’? Ti ho detto di smetterla di chiamarmi così!” sbuffò. Igneel sorrise, prendendola per mano. “Principessa, dovreste essere più veloce. Stavamo per perderci lo spettacolo.” Layla non rispose alla sua frecciatina, ma gli riservò un’occhiata perplessa. “Spettacolo?” Vide il rosso annuire, mentre la portava in una piccola altura. Ah già, che stupida. Quello era il giorno della festa paesana... quella festa meravigliosa a cui lei non poteva partecipare. Vide dei bellissimi fuochi d’artificio elevarsi in aria, mentre la fontana al centro del paese si attivava e cominciava a far esibire l’acqua in una danza meravigliosa. “Mi dispiace il fatto che tu non ci possa partecipare, ma almeno volevo farti vedere l’apertura. Non è meravigliosa?” le chiese, osservando gli occhi della più piccola brillare. Diede una veloce occhiata al suo orologio, sbiancando immediatamente. Layla sarebbe dovuta rientrare già da un pezzo. Pazienza, avrebbe risolto la questione, se ci fossero stati problemi... in un modo o nell’altro. Quando lo spettacolo finì, le porse una mano per aiutarla ad alzarsi. “Principessa, le va bene se la scorto fino a casa?” domandò, ironico. La bionda annuì, non prestando più nemmeno importanza all’appellativo che usava con lei. “Certo.”
Ripercorsero il prato a ritroso, arrivando davanti ad una piccola entrata nascosta del castello: è vero quando si dice che i nobili abbiano più scheletri negli armadi di quanto si pensi; tutti quei tunnel e quei labirinti servivano pur a qualcosa!
“Principessa, più tardi la vengo a prendere?” chiese il rosso, appoggiandosi al muretto. Layla mosse il capo in segno di diniego. “Mi dispiace, ma più tardi ho le lezioni private. Mi sarebbe piaciuto uscire di nuovo.” Si scusò. Igneel sbuffò. “Non fa nulla, ci vediamo domani, Layla.” Disse, voltandosi e salutandola con un gesto della mano. “A domani, Igneel.” Eppure, sembrava che nulla fosse cambiato dal loro primo incontro, sei mesi fa. Ma Layla sapeva perfettamente che tutto era cambiato, anche se non lo dava a notare. ‘Speriamo che mio padre non si sia accorto di nulla...’ pensò, percorrendo quel piccolo percorso che portava alla sua stanza.

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