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Autore: xadhoom    13/04/2007    1 recensioni
La vita dei giovani quattro marauders non si poteva certo definire tranquilla...In particolar modo dopo quella notte di luna piena...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No, non era possibile…Doveva trattarsi di uno scherzo. Si stropicciò gli occhi, ritornando poi a guardare davanti a sé. Niente da fare. Era ancora lì.
Sirius non riusciva a credere a quello che vedeva: eppure quel minuscolo fagottino dagli sgargianti occhi blu e dal sorriso allegro si trovava proprio sulle rosse lenzuola del letto di James, intento a osservare curioso quello strano ambiente in cui era capitato.
Avvolto in una semplice tunica per neonati color azzurrino chiaro, quel bellissimo bimbo avrebbe incantato chiunque con quella sua espressione tenera e imbambolata e quel sorriso gaio che gli illuminava il volto. Un riso dolce, tenero…
Il sorriso dei bambini, insomma.
Puro e innocente. Chissà se si rendeva conto della situazione nella quale si trovava.
Il moro si lasciò sfuggire un sospiro di desolazione. Possibile che non trascorressero una giornata normale anche quando loro stessi lo volevano?
“Chissà da dove viene…”
La domanda di Potter risvegliò il bel ragazzo dai suoi pensieri, individuando lo sguardo perplesso che l’amico rivolgeva alla creatura. Già, chissà da dove era arrivato quel piccoletto?
Cercando di prestare la massima attenzione, Sirius prese tra le braccia il bambino, portandoselo al petto. Il soggetto in questione, stupito di quell’improvviso cambiamento, guardò con i suoi grandi occhioni azzurri colui che l’aveva sollevato dalla cesta, incrociando un solare sorriso su un fascinoso viso dall’aspetto simpatico.
Il bimbo scoppiò a ridere di gusto, afferrando una delle lunghe ciocche nere di Black che gli ricadevano davanti e tirandola forte.
“Ahi!” si lamentò la vittima tirandosi indietro per reazione, il ché non fece che aumentare le risa del piccolo poppante, il quale cominciò ad agitare allegramente le braccia.
“Si direbbe che tu gli piaccia…” osservò sorridendo James, prima di avvicinarsi alla cesta ormai vuota ed ispezionandola nei minimi dettagli.
“Trovato qualcosa? Ahia! Non tirarmeli così, mi fai male…”
Il giovane cercatore dei Gryffindor scosse la testa in segno negativo, abbandonandosi sul proprio letto
“No, nessun indizio che ci possa far desumere a che tipo di famiglia appartenga”
“Di sicuro non a una nobile…” osservò Sirius, indicando con il capo la leggera tunica nella quale era avvolto il bambino “è troppo modesta e poi, da quel che purtroppo so dalla mia esperienza, i piccoli appartenenti ad una nobile casata indossano una tunica con su impresso lo stemma della famiglia.”
“Anche tu?” domandò l’altro curioso.
“Si…” sibilò lui, affatto entusiasta di raccontare qualche aneddoto sui sui amati parenti “E non farmaci pensare…Era un’orrenda tunica violacea da far vomitare…Sembravo una grossa melanzana col broncio!”
James sghignazzò divertito, mentre il bambino lo guardava, curioso di sapere cosa ci fosse di tanto divertente
“Povero Sirius…” mormorò, dopo essersi ripreso dall’immagine di Sirius-ortaggio “ora capisco perché hai un così pessimo gusto!”
“Ehi!” protestò quello, corrugando le sopracciglia “dillo alla mia famiglia, io sono innocente! Oseresti dire che la mia scelta per Remus è di cattivo gusto?” lo provocò, pronto ad azzannarlo a qualunque battuta offensiva nei confronti del suo lupo mannaro.
“A proposito di Remus…Dov’è?” chiese girandosi attorno. Una mano di Sirius andò a solleticare il minuscolo nasino del bimbo tra le sue braccia, che, lanciando grida festose, cercò di afferrare in una delle sue piccole manine un dito del ragazzo.
“E’ ancora all’infermeria. Peter lo è andato a prendere” Un guizzo divertito attraversò le iridi azzurre di Potter “Chissà come prenderà la notizia…” sogghignò, indicando il piccolo tra le braccia dell’altro
“Che notizia?” chiese una voce improvvisamente.
I due ragazzi si voltarono verso la porta, scorgendo la figura del giovane Remus, la cui bocca letteralmente spalancata lasciava intendere che avesse subito individuato il nuovo elemento. Con passo malfermo e esitante si avvicinò al letto di Prongs, seguito a ruota da Peter, che senza troppe cerimonie si sdraiò accanto a James.
Se le circostanze non fossero state piuttosto problematiche, Sirius sarebbe scoppiato a ridere di fronte allo sconcerto dell’amico licantropo, fin troppo palese con quegli occhioni spalancati e i boccheggi che continuava a fare indicando il bimbo. Dopo vari deglutii e sbattute di palpebre, Remus riuscì a ritrovare la parola.
“C-cos…chi è questo bambino?!”
Bella domanda…Black non aveva la più vaga idea di come rispondergli
“Ehm…ecco, Remus…lui…noi…”
Ma arrivò l’intervento di Prongs a chiarire tutto.
“E’ il figlio segreto di Sirius”
“Ecco, esat…COSA?!” urlò il ragazzo dai capelli corvini scattando in piedi, facendo spaventare ovviamente il bambino “Ehi! No, su, dai, perdonami, non volevo…” sbiascicò velocemente alla creatura urlante tra le sue braccia, per poi rivolgersi frettolosamente al ragazzo dagli occhi ambrati che era improvvisamente impallidito “Remus! Te lo giuro…Non credere a quell’idiota di James…lui…davvero! Lui…Non so neanche chi sia…Credimi, Moony! Io non potrei mai avere un…voglio dire tu…” Rossore, rossore… “Cioè! No! Aspetta…”
Vedere Sirius arrossire e impappinarsi a quel modo sotto lo sguardo perplesso di Remus era uno spettacolo unico! Ma dopotutto James restava il migliore amico di Sirius, quindi, anche se malincuore, aveva il dovere di intervenire…
“Stavo solo scherzando, Moony…” spiegò con un sorriso, che si tramutò in pochi attimi in un’espressione seria “La realtà, purtroppo, è ben più complicata…”
Dopo la dovuta spiegazione, nella stanza cadde un profondo silenzio.
“Allora…” proruppe Remus all’improvviso “questo bambino è stato…” Un groppo in gola. “…abbandonato?”
I tre marauders annuirono silenziosamente.
Remus sembrava profondamente scosso. Sotto lo sguardo attento degli altri ragazzi, si posizionò davanti al bambino ancora tra le braccia di Black. Le sue pozze d’ambra luccicavano, mentre due altre giovani azzurre si rispecchiavano in loro.
“Sirius…” tentennò, mordendosi il labbro, senza tuttavia staccare lo sguardo dal bimbo “io…posso?”
L’interpellato sorrise facendo sì con la testa, passando l’innocente creatura in un altro caldo abbraccio. Il neonato assistette al suo scambio in silenzio, osservando quelle belle pupille dorate che lo stavano fissando con infinita dolcezza.
“Ciao…” si sentì salutato il bimbo da una voce dolce come il miele, mentre due sottili braccia lo cullavano “noi non ci conosciamo…”
Una lieve carezza sul suo piccolo naso, prima che la voce vellutata riprendesse.
“…io sono Remus. Piacere di fare la tua conoscenza…”
E sorrise.
Un sorriso così bello e colmo di luce a cui era impossibile provare indifferenza.
“Ehi! Abbiamo davanti un nuovo conquistatore!” esclamò allegramente James, di fronte alle esclamazioni gioiose del bimbo e ai suoi tentativi di abbracciare il volto di Remus.
Tutti osservarono divertiti la scena, anche se nello sguardo di qualcun altro era presente ben più che semplice divertimento…
La classica accelerata palpitazione e la sensazione di non toccare terra coi piedi travolsero Sirius.
Moony…Con quella sua dolcezza sapeva incantare chiunque. Un professore, uno Slytherin, lui stesso…ehm…, e persino un neonato. Nessuno usciva illeso dalla sua vicinanza. Aveva qualcosa di…magico. Magia a cui pochi avevano l’accesso, però.
La condizione di licantropia teneva imprigionato Remus in una morsa di ferro, facendo leva sullo spirito del ragazzo a non esporsi troppo al prossimo, a rinunciare alle amicizie. Perché poteva essere pericoloso…
Aveva tentato di farlo pure con loro, ma essi non glielo avevano permesso. Pur di non rischiare di perderlo erano stati disposti a tutto. Tenevano troppo alla sua amicizia. Anche se Sirius sperava sempre in qualcosa di più…ehm, ma quello ora non era importante. Ora dovevano risolvere un altro problema, che a quanto pareva riguardava anche la camicia di Remus…
“AUGH!” urlò infatti il licantropo quando si accorse della sostanza bagnata sui propri capi… “Cavolo!” sbottò contrariato, consegnando il pacco gocciolante nelle mani di Sirius, accorso per aiutarlo. E, ovviamente, per prenderlo in giro
“Dai, non prendertela, Moony: ragazzo bagnato, ragazzo fortunato!” esclamò, reggendo il bimbo a debita distanza dai suoi abiti. Il licantropo lo freddò con uno sguardo
“Quello è riferito alle spose…Ti sembro una sposa, io?” sbuffò contrariato allontanandosi da un moro totalmente imbambolato a fissarlo con occhioni sognanti
“Se vuoi ti sposo io…”, questo avrebbe voluto dire Black, ma non era proprio il caso. Specie con un Remus piuttosto scocciato…
Ad un tratto i suoi pensieri si concentrarono sulla figura tra le sue braccia, individuando il nuovo problema creatosi “Ragazzi, e adesso come facciamo con lui?” chiese mostrando il piccolo ai compagni.
“Cavolo!” esclamò James sbattendosi una mano in fronte “non abbiamo abiti per cambiarlo!”
“Risposta esatta. 10 punti a Potter!” disse sarcastico Sirius, mentre il piccolo stava per cadere in una crisi di pianto a causa del suo stato poco confortevole…
“No, no, calmati! Accidenti…” esclamò agitato il ragazzo dai capelli corvini cominciando a cullarlo, sempre a debita distanza “e adesso che facciamo?”
Nessuna risposta pervenne dai tre ragazzi. Come potevano risolvere quel genere di situazione quattro studenti di quindici anni con in testa pensieri del tutto estranei all’accudire un bambino che di sicuro non raggiungeva neppure un anno d’età? Che razza di situazione!
All’improvviso una voce dotata di buon senso decise di prendere in mano la situazione
“Beh, non possiamo mica lasciarlo così…”
Gli sguardi di tutti si concentrarono sulla figura pensierosa di Remus, le cui iridi luccicanti sembravano dimostrare un fulminante lampo di genio.
“James, hai ancora il mantello dell’invisibilità?” chiese velocemente, poggiando le mani sulle spalle del compagno.
Questi lo guardò dapprima un po’ confuso, grattandosi la folta chioma ribelle… “Beh…a meno che non l’abbia dimenticato nella mia ultima –perlustrazione- dalla Evans, direi di si…” mormorò sovrappensiero “Perché?”
“Sirius!” esclamò il licantropo voltandosi verso il moro con uno sguardo più lucente che mai “tu e James vi recherete ad Hogsmeade, al negozio –Magic innocence- con il mantello dell’invisibilità e comprerete tutto l’occorrente per il bambino.”
“Magic innocence?” ripeté pensieroso Sirius, mentre il lupo mannaro gli rubava dalle mani il bimbo, che si dimostrò ben lieto di ritornare tra le braccia del bel castano “E che cos’è?”
“E’ uno dei negozi per bimbi e neonati più forniti di tutto il regno della magia. Lì troverete ogni genere di accessorio per il nostro piccolo ospite. Ma vedete di fare in fretta, non credo che Peter saprà resistere a lungo con lui…” mormorò, sfiorando con un dito la piccola punta del naso del piccolo, che gli rispose con un’allegra risata.
Il volto di Peter assunse un’aria sbalordita e anche un pochino spaventata…
“Cos-cosa?! E perché dovrei occuparmi io di lui?” chiese additando il poppante con fare tremante, come se si fosse trovato di fronte ad una bomba ad orologeria. Un sospiro esasperato sfuggì alle labbra di Remus
“Perché io devo andare a farmi un bagno. Non posso mica rimanere con questa camicia zeppa di pipì per tutto il giorno!”
“Oh, e perché no, Remus? Sai, quella fragranza ti rende così irresistibile…” mormorò con fare sensuale James, lanciando occhiate bramose al giovane licantropo. Sirius sghignazzò, affatto geloso del comportamento del suo migliore amico, conscio che in quell’esagitato cuore c’era spazio solo per una rossa creatura dagli occhi verdi…Ad ogni modo, le occhiate torve del licantropo erano troppo invitanti per non approfittarne.
“Eddai, Remus, non prendertela…” esclamò Padfoot, trattenendosi dal poggiare una mano incoraggiante sulla spalla dell’amico “in fondo la pipì dei bambini è come quella degli angeli…”
“Sarà, ma dubito che quella degli angeli puzzi così tanto…” sbottò Remus facendo una smorfia disgustata. Infine si coprì con un vecchio mantello sgualcito, affatto desideroso di scatenare le risa degli altri ragazzi alla vista del suo aspetto poco edificante. Prima di uscire e recarsi al bagno dei prefetti, fissò intensamente i suoi compagni di stanza, ammonendoli con lo sguardo
“Mi raccomando: non dovete farvi scoprire. Come Mauraders siamo già incasinati fino al collo, figuriamoci come baby-sitters…Appena avrete comprato tutto il necessario, tornerete al dormitorio, IMMEDIATAMENTE. Lasciate perdere qualsiasi tentazione di scherzo agli Slytherin o chiunque altro. Non dovete cacciarvi nei guai, capito?”
“SI, SIGNOR PREFETTO!” esclamarono all’unisono i tre ragazzi scattando sull’attenti.

“Ahio! Cavolo, Padfoot! Fa più attenzione a dove metti le tue pedane!” sbottò James massaggiandosi il piede.
“Scusa, mai tuoi piedi sono talmente grossi che è difficile mancarli!”
“Molto spiritoso” sbottò Prongs mentre l’altro sghignazzava, continuando a camminare per il lungo tunnel che portava alla cantina di Mielandia. Finalmente, dopo altri pestaggi e ulteriori borbottii, arrivarono al luogo designato.
“Ok, ora fa piano, altrimenti ci faremo scoprire…” mormorò Sirius alle spalle del giovane cogli occhiali che stava aprendo con misurata lentezza la botola sopra le loro teste.
“Tranquillo…” rispose con un sussurro, uscendo completamente dalla botola e aiutando l’amico a fare altrettanto “Bene, ora usciamo dal negozio. Cerca di non urtare niente!”
“Tranquillo Prongs, vecchio mio” disse spavaldo Sirius, incamminandosi per primo sotto il mantello “sarò leggero e delicato come una piuma. Non per niente il mio soprannome è Padfoo…ops!”
E sfiorò un barattolone di -lumache liquefose- facendolo cadere a terra.
“Cavoli!” sbottò contrariato, mentre il molliccio dolciume si appiccicava sui suoi calzoni.
“Complimenti, -Padfoot!- Mi sa che dovremo cambiarti nome…Che ne dici di –Grazia elefantiaca-?”
“Finiscila!”
Dopo altri allegri scambi di battute, i due Marauders si decisero ad uscire, prestando attenzione a non farsi toccare da alcuna persona. Sarebbe stato terribilmente problematico se qualche vecchia strega si fosse messa a strillare a squarciagola a causa di un’inspiegabile tocco invisibile…Vagarono per le strade di Hogsmeade per vari minuti, notevolmente spopolata senza tutti quei rumorosi studenti di Hogwarts tra i piedi.
“Chissà come starà Madama Rosmerta…” chiese tra sé e sé il giovane dall’indomabile chioma per rompere il silenzio creatosi.
“Levati la bava dalla bocca, James! Non siamo qui per questo, l’hai dimenticato?”
“Cavolo, Padfoot, il piccolo Remus ha davvero un grande effetto su di te. Stai cominciando a parlare come lui…”
Rossore improvviso sulle guance “Non è questo il punto! Stiamo girando da più di mezz’ora e non abbiamo trovato ancora quello stramaledetto negozio! Dove cavolo sarà…?!”
Cominciò a camminare più velocemente, con aria piuttosto contrariata e un ansimante James tentava di stargli al passo, per impedire che un pezzo di corpo di quell’incosciente uscisse fuori dal mantello dell’invisibilità. Come avrebbe altrimenti spiegato Sirius la sua presenza ad Hogsmeade, quando si sarebbe dovuto trovare a scuola? Frattanto quest’ultimo continuava a borbottare frasi sconnesse ad alta voce, del tutto dimentico della presenza dell’amico…
“Remus non poteva dirci dov’era il negozio invece di farci la solita raccomandazione? Cavolo!”
“Padfoot…”
“D’altronde, perché dovrei prendermela con lui? In fondo potevo chiedergli io dove si trovava …”
“Sirius…”
“Poi io l’adoro quando assume quella sua aria da prefetto che ammonisce tutti…Il suo faccino tutto serio…Adorabile!”
“Ehi, Sirius…”
“Anche se non può competere con il sorriso che gli illumina il volto. In quei casi sembra davvero un angelo o qualche altra figura celestiale…”
“SIRIUUUS!”
“Eh?” esclamò, come scendendo dalle nuvole.
James alzò gli occhi al cielo, pregando con tutta l’anima di non assomigliare a quell’idiota quando pensava alla sua dolce creatura rossa…Con un gesto stizzito indicò alla sua sinistra, per indirizzare lo sguardo ebete che ancora il moro mostrava.
“L’avevamo già trovato ancor prima che tu cominciassi a fantasticare su Remus. Andiamo…” dichiarò, ponendo il mantello dentro le tasche e spingendo il compagno verso l’abnorme insegna di –Magic innocence- “se facciamo tardi, rischiamo di far innervosire il tuo dolce amato. E sai bene quanto è rischioso…”
Con un brivido lungo la schiena scatenato dalle ultime parole di Potter, il giovane maruaders varcò la porta del negozio.
Dovettero ammettere entrambi che Remus non scherzava quando l’aveva definito uno dei migliori negozi per bambini di tutto il mondo della magia. Sugli scaffali erano esposti tutti i possibili accessori per neonati e non: i pannolini autopulenti, quelli che facevano rimbalzare il bambino in caso di caduta, i super-morbidosi… e poi le pomate, i giocattoli, i biberon ed altre meraviglie dagli svariati colori e fragranze.
“Caspita!” esclamò James, a bocca aperta esattamente come il compagno “è il paradiso dei poppanti!”
“Delle piccole creaturine che albergano nel nostro cuore, caro!”
I due giovani quindicenni si voltarono in direzione di quella melensa voce e un gemito strozzato sfuggì al loro controllo. Se pensavano che la Cooman fosse il personaggio più bislacco che avessero mai incontrato, beh, ora avevano trovato una sua degna rivale: una piccola signora con degli enormi occhiali a forma di cuore era comparsa davanti a loro, sfoderando un sorriso talmente gigantesco che le copriva l’intera faccia; il suo abito color rosa confetto le dava un aspetto ancor più comico, unito alle lunghe scarpe rosse coperte di lustrini che s’intravedevano sotto il lungo manto rosa; i capelli grigi cotonati a tal punto da darle qualche centimetro in più d’altezza dimostravano la sua vera età, che doveva essere sulla cinquantina o giù di lì…Sirius e James dovettero faticare molto per non scoppiare a riderle in faccia…
“Benvenuti! Benvenuti miei cari nel mio incantevole negozio delle meraviglie! Qui troverete ogni cosa che potrà soddisfare la gioia di ogni piccola creatura presente nell’universo!”
Potter scambiò un’occhiata perplessa col suo migliore amico, celando con impeccabile maestria un ghigno divertito. Frattanto la vecchia continuava a ciarlare con quella sua voce zuccherosa…
“Io sono la signora Dousis. Potete fare completo affidamento su di me. Eravate in cerca di qualcosa di particolare, bei giovanotti?” chiese, rivolgendo un solare sorriso al giovane Black, che avvertì vari brividi freddi lungo la schiena.
“Ecco…” s’intromise James per togliere d’impiccio l’amico “noi staremmo cercando delle tutine per neonati…o almeno per bimbi piccoli.”
“Ma certo! Ne abbiamo di tutti i tipi. Prego, seguitemi, da questa parte…” celiò con voce allegra, portando i ragazzi verso il fondo del negozio.
“Qui troverete le tutine più splendide di tutto il mondo della magia! Ne abbiamo di tutti i colori: giallo turchino, azzurro cielo, verde prato, viola melanzana…”
“Ehm, grazie, credo che ce la potremo cavare da soli…” si affrettò a dire Sirius, lanciando un’occhiata omicida alla figura del suo amico sghignazzante fino alle lacrime. Quanto avrebbe desiderato strozzarlo! Era assai intenzionato a quell’idea, quando si accorse dell’inusuale silenzio della signora Dousis. Quest’ultima lo stava infatti osservando in maniera piuttosto corrucciata…
“Ehm…” mormorò, imbarazzato da quel penetrante sguardo “qualcosa non va? Se si tratta del mio amico, non si preoccupi: lui è sempre così…”
“Oh, no! Affatto, affatto! Trovo che sia davvero un bel ragazzo, ovviamente non quanto te, mio caro…” lo adulò, sfiorandogli il viso con una languida carezza. Il corpo di Sirius tremò.
“…mi chiedevo soltanto come mai due studenti di Hogwarts fossero entrati nel mio negozio a comperare una tutina per neonati.”
Le risate del giovane Potter si smorzarono in un istante. Ora guardava l’anziana signora con aria decisamente preoccupata, esattamente come Black.
“Non offendetevi, miei cari ragazzi, però è molto strano che due ragazzi entrino nel mio negozio. Così giovani, poi! Cos’avrete? 16, 17 anni?”
“Ehm…pressappoco…” sbiascicò Sirius, mentre goccioline di sudore gli scendevano dalla fronte. Dio, che situazione!
“Lo immaginavo…” asserì annuendo con la testa in modo vigoroso “Ed è davvero molto strano. Voglio dire, è ancora prematuro per voi mettere su famiglia, dico bene? Non avrete forse messo nei guai qualche povera ragazza, VERO?”
La bocca del ragazzo dai lunghi era come impastata, rendendogli impossibile qualsiasi articolazione di parola. Cosa doveva fare? Cosa accidenti si sarebbe dovuto inventare?! Dire la verità? Che avevano trovato un bambino sperduto in mezzo al nulla e che ora stavano cercando di allevarlo? Probabilmente li avrebbero sbattuti in cella con l’accusa di rapimento!
Che fare? Che fare?
“Vede…nostra madre è talmente presa dal nostro nuovo fratellino che non ha tempo di andare a comprare tutto il suo corredo e perciò ha mandato noi. Il signor Dumbledore è stato così gentile da concederci un’autorizzazione per uscire dalla scuola nelle ore di pausa dagli studi. Lei sa quanto è generoso il professor Dumbledore…”
Le parole di James ebbero il merito di illuminare la proprietaria. Le sue guance assunsero un giovanile colore rosa, mentre si toccava nervosamente gli enormi occhiali a forma di cuore
“Certo mio caro che lo so! Ho frequentato anch’io Hogwarts e ti posso assicurare che il professor Dumbledore era la stessa persona benevola e gentile di adesso! Non so che avrei dato per avere qualche anno di più! E lui qualche di meno…”
“Capisco, capisco signora…Un uomo dal carisma eccezionale. Ma vede, proprio perché si tratta di un uomo dalla così meritatissima stima, egli desidererebbe che questa storia della nostra speciale autorizzazione non venisse resa troppo nota…” le raccontò Potter facendosi più vicino a lei, come se le stesse confidando una notizia dalla massima riservatezza.
“Capirà…alla scoperta di una tale grazia nei nostri confronti, gli altri studenti potrebbero ingelosirsi e pretendere anch’essi dei permessi speciali per futili occasioni. Senza contare le calunnie che verrebbero rivolte al nostro caro buon preside…Lei sa quanta mala gente c’è in giro…”
Grandioso d’un James, pensò Sirius osservando l’operato dell’amico. Era riuscito a trovare il punto debole della vecchietta…
Difatti quest’ultima gonfiò orgogliosamente il petto, annuendo vigorosamente con la testa “So, so, mio caro! Non c’è bisogno che tu me lo dica. Esiste gente così malevola in questo mondo!” abbassò notevolmente la voce, in modo da essere udita solo da loro “Specialmente nella vostra scuola. La professoressa McGonagall, la conoscete? Ah, come vi compatisco! Non sapete quanto mi abbia fatto penare durante i miei setti anni ad Hogwarts. Diceva che non avevo tutti i requisiti per essere una buona strega!
Tze! Solo perché non riuscivo a trasfigurare una tabacchiera in uno scarafaggio! A che diavolo servirà, poi…La verità è che era solo invidiosa del particolare trattamento che il professor Dumbledore riservava solo a me. Sapete, lei ha sempre avuto un debole per lui…Ma il caro preside non l’hai mai degnata di uno sguardo. Mai! Capirete, cosa potrebbe mai trovarci in un essere insignificante come quella…”
“Si, talmente insignificante che se ti sentisse ti trasformerebbe in un mollusco rosa!” pensò tra sé e sé Sirius, scoccando alla proprietaria uno sguardo alquanto scettico. Intravide negli occhi del compagno moro la sua stessa incredulità, seppure seguitasse a fissare la signora con profondo interesse. Passarono un buon quarto d’ora a sentire le sprezzanti calunnie contro la loro professoressa di Trasfigurazione, finché finalmente la vecchietta non calmò la sua bocca intrisa di veleno.
“Bene, signora, vedo che siamo perfettamente d’accordo. Ora, se non le dispiace, vorremmo scegliere la tutina per il nostro fratellino. Sa, il nostro intervallo sta per finire…”
“Oh, certamente ragazzi miei. Scegliete pure con calma. Se vi occorre qualcosa basta che mi chiamate.”
E con un sorriso languido al bel Black la signora Dousis si levò finalmente dalla scatole.
Il bel moro, dopo essersi ripreso dall’orrore di quel sorriso, emanò un profondo sospiro
“Cavolo! Non la sopportavo più…Povera McGonagall, l’ha insultata da morire!”
“Già…” sghignazzò James scartando una tutina coloro grigio metallo “penso proprio che la gelosa fosse lei e non la McGonagall…Ehi! Guarda qui: che ne dici?” domandò esibendo una tutina con ricamate addosso delle immagini di frutta canterine.
“Oh, perfetta, se dovessimo utilizzarla per una macedonia! Ma dai, è orrenda! Che gusti hai?”
“Va bene, va bene…era solo un esempio….E che ne pensi di questa?”
La faccia disgustata di Sirius di fronte all’immagine di un dalmata che sembrava più un rinoceronte maculato non lasciava trasparire dubbi. Stessa espressione mostrò per le successive tutine con pesci rossi che ti saltellavano in faccia, quelle con una bocca sorridente che tentava di mordere qualunque mano si avvicinasse, altre con ricamato un bebè con il quale gli altri poppanti potevano interagire e ancora una che emanava bolle colorate in smisurata quantità.
La testa di Black pulsò violentemente quando declinò l’ulteriore capo proposto dal cercatore dei Gryffindor “Cavolo, James…Lily ha ragione ha scaricarti, col pessimo gusto che ti ritrovi…”
L’amico replicò offeso, sostenendo che invece fosse lui ad essere incontentabile. Alla fine di mille peripezie optarono per una tutina blu con incise delle note musicali dalle quali proveniva una dolce ninna-nanna e un’altra azzurro cielo che rispecchiava il tempo all’esterno.
“Ouff…” sbuffò Potter massaggiandosi il collo “almeno questa è fatta. Ora che dobbiamo comprare?”
“Beh, le pappe, il biberon, i pannolini…Ne avremo ancora per un po’…”
Il moro con gli occhiali sprofondò a terra “Oh, no! Guarda quante varietà ce ne sono! Ci impiegheremo tutta la giornata!”
Sirius corrugò la fronte, mentre osservava attento gli ingredienti delle varie pappe presenti
“Spero di no, visto che non ne abbiamo materialmente il tempo. Che ne pensi della pappa –paté di anatra e caviale-?”
“Mah, non saprei…Forse un po’ troppo sofisticata per una bambino…Tu vorresti una culla volante con airbag incorporato?”
“Beh, non saprei…Se però mi permettesse di stendere qualcuno della banda di Malfoy o lui stesso…” sghignazzò Sirius.
“Hm, sono tentato…” scherzò Prongs, vagando con lo sguardo altrove “però io sceglierei questa: piccola, dinamica, con dei piccoli angeli illuminati contro la paura del buio. Perfetta, direi!”
“Beato te che hai già scelto: io non so decidermi tra –ambrosia e miele- e –frutti rossi e rose zuccherate-…” sospirò il ragazzo guardando ora l’uno ora l’altro barattolo.
“Aspetta, però! Questa possiede un folletto guardiano, che ti avvisa nel caso il bimbo stia male…Forse dovrei prendere questa…”
“-La pappa del purgatorio piccante- o –il nettare del limbo salato-?”
“Il biberon è meglio prenderlo con o senza fiammella riscaldante incorporata?”
“I pannolini mille strati sono di certo comodi, ma quelli rimbalzanti lo preverrebbero contro qualsiasi pericolo…”
“Il sapone –baby- che toglie qualsiasi graffio o –il piccolo maghetto- all’aroma di menta piperita?”
“Il ciuccio –sugar- o i mini ciucciotti multi-gusti più uno?”
Si guardarono negli occhi, non sapendo che pesci pigliare. E così…

“Quanta cavolo di roba avete preso?!” esclamarono meravigliati Remus e Peter quando gli altri Marauders scaricarono la tonnellata di mercanzia comprata sul letto di Wormtail.
Il bimbo sembrava entusiasta di tutti quegli acquisti, contrariamente all’esasperazione che dimostrava il bel lupo mannaro che lo reggeva tra le braccia
“Avrete svaligiato il negozio e speso un capitale…” sbuffò quest’ultimo, poggiando la testa contro una spalliera del letto.
La testa di James scosse negativamente “Affatto! La proprietaria del negozio ci ha fatto un ottimo sconto! Sai, le eravamo simpatici…” spiegò, scambiando con Sirius un sorriso complice.
Frattanto Wormtail rovistava curioso tra la massa colorata e rumorosa sul suo letto a baldacchino
“Il sapone magico all’essenza di camomilla -che farà dormire sonni tranquilli ai vostri figli- La copertina auto-climatizzata –per notti soffocanti o raggelanti-? -La pappina alle erbe magiche che risolverà ogni suo problema di stitichezza-?! Diavolo, ma che avete comprato?!” sbottò incredulo.
Al contempo il bimbo, al sentire nominare la cibaria, scoppiò a piangere rumorosamente, affetto da profondi morsi allo stomaco.
“Ok, ho capito, piccolo. Adesso mangerai, tranquillo…” gli sussurrò dolcemente Remus avendo intuito il motivo del suo lamento “James adesso ti preparerà un bel pranzetto…Mi raccomando, non dargli quella alle erbe, però!” lo ammonì minacciando con lo sguardo il suo compagno occhialuto “ha già svolto un servizio sulla mia camicia. Non ci tengo che lo faccia anche ai miei pantaloni, in forma più solida magari…”
“Mah, io ho sentito dire che la pupù dei bambini è piuttosto liquida…Potremmo fare un esperimento….Ok, ok, messaggio ricevuto, non ti arrabbiare!” rise James abbassandosi per evitare la colluttazione con un flacone di magico borotalco.
“Ok, vediamo…cosa ti preparo?” disse tra sé e sé Potter vagando con lo sguardo tra le innumerevoli pappine comprate.
“Ti aiuto io!” si offrì entusiasta Peter, affiancandosi all’amico e dirigendosi con lui verso il bagno per non sporcare la camera.
Sembravano tutti avere un’occupazione soddisfacente da compiere, tranne…
“Ehi! E io che faccio?”
Due profonde pozze d’ambra si soffermarono sulla figura imbronciata di Sirius, reprimendo a stento un sorriso di divertimento.
“Se vuoi, puoi aiutarmi a cambiarlo…” gli disse invece con un tono tanto dolce da far sciogliere il giovane animagus come neve al sole, facendogli accettare subito l’offerta senza pensare agli aspetti secondari che avrebbe comportato quell’operazione…

I Marauders si erano sempre considerati dei ragazzi svegli pronti a qualsiasi tipo di situazione. Infatti qualunque complicazione avessero affrontato, erano sempre riusciti a superarla, vuoi per il loro grande ingegno o per la consueta fortuna sfacciata.
Ma nessuna delle due stavolta sarebbe potuta servire… Black e Lupin si guardarono, ognuno leggendo il dubbio negli occhi dell’altro.
Come diavolo si cambiava un neonato?
“Ehm…” tossicchiò il ragazzo dai lunghi capelli corvini “prego, Moony, ti lascio campo aperto…”
“Cosa?! Io non ho la minima idea di come si cambi un pannolino! Sono figlio unico, lo sai bene…”
“Beh, non pretenderai che lo sappia io! Nessun membro della –nobile- famiglia dei Black si è mai sporcato le mani con pupù e pipì di bambini. Neanche se si trattava dei propri figli…” replicò con tono amaro, trovando molto interessante osservare il cielo oltre la finestra.
Alla sua dichiarazione seguì un periodo di silenzio, con Black girato di spalle a Lupin e il bimbo che osservava curioso e confuso la scena. Ad un tratto Sirius sentì una gentile presa sulla sua spalla, che lo fece sussultare. Si voltò, per incontrare due stupende pozze d’orate che lo fissavano con dolcezza, accompagnate da un sorriso altrettanto tenero.
Sirius si ritrovò incantato di fronte a tale meravigliosa visione: Dio, se era bello in quel momento…Si chiese come riuscì poi, rimbambito com’era, a sentire la voce vellutata dell’amico rivolgersi a lui
“In ogni famiglia c’è sempre una mela marcia. Tu se l’eccezione che conferma la regola, Sirius. Anche se, nel tuo caso, la mela è cresciuta bella e forte, rifiutando la corruzione con i bruchi e lo sfregio degli uccelli. Tu sei speciale, Paddy…”
Se quello era un sogno, non voleva essere svegliato. Moony, il suo dolce Moony lo credeva un essere speciale! Osare sperare che quel sogno corrispondesse a realtà era una pazzia…Ma la voce del suo amico era reale, come le parole che ne seguirono…
“Sei diverso dalla tua famiglia, Sirius. Ed è per questo che sono sicuro che ti sporcherai le mani senza fiatare!” dichiarò spingendolo verso il bimbo, facendolo barcollare un attimo.
Lo sguardo di Black ora era tutt’altro che sognante e imbambolato…Diabolico d’un Remus! L’aveva fatto apposta! La risata dell’amico non contribuì certo a migliorare la situazione, anche se dopo, con la sua vicinanza, riuscì a riguadagnare qualcosa
“Dai, non fare quella faccia imbronciata…” esclamò sistemandosi al suo fianco “ti aiuto lo stesso…”
Il sorriso ritornò sul volto del moro, seguito subito però da un’espressione di disgusto quando si cimentò a togliere l’involucro nauseante che ricopriva il piccoletto da chissà quanto tempo.
“AUW!” sibilò il prefetto tappandosi il naso con una mano quando il compagno gli porse l’involucro da buttare. Sirius sogghignò apertamente “Hai voluto tu che lo cambiassi io, no? A buttare pannolini deve pensarci il mio aiutante…”
L’occhiataccia torva che ricevette non fece che incrementare la sua ilarità
“ ‘esta me la aghi, ‘ius…” mormorò con voce nasale il licantropo, reggendo il primo regalo del neonato a debita distanza.
Il moro lo osservò un attimo allontanarsi, sempre col sorriso sulle labbra, per poi tornare ad occuparsi dell’esserino in fronte a lui
“Bene, piccolo…” gli sussurrò con voce incerta “ora vediamo cosa riesce a combinare di buono Padfoot…”
All’inizio le cose seguirono una linea positiva, fin quando si trattò di ripulire il bimbo e passargli il borotalco magico contro le infiammazioni che sembrava divertirlo, tanto da farlo giocare con le piccole nuvolette bianche che gli arrivavano in faccia. Il difficile iniziò all’allacciamento del pannolino…
“Credi che si metta così?” chiese Padfoot, con un’espressione assai perplessa sul volto.
“No. Non vedi che gli da fastidio? Proviamo a girarlo dall’altra parte…” suggerì il licantropo sollevando per un attimo il bambino.
“Macché! Nemmeno questa posizione funziona!”
“Che diavolo! Le abbiamo provate tutte, come cavolo si infilerà questo coso?” sbottò fissando in cagnesco l’oggetto di tanta pena.
“Forse dovremmo provarlo su un altro soggetto…” propose maliziosamente il giovane Black.
“Ottima idea, Sirius. Sdraiati e vediamo come ti sta” “Veramente io mi riferivo a te!”
Remus scosse negativamente la testa “Ah, no. Spiacente, Paddy, ma i lupi mannari non si fanno mettere le mani addosso da nessuno”
Un luccichio pericoloso accese le iridi del compagno. “Ne sei tanto sicuro?”
Alcuni passi indietro e uno sguardo d’avvertimento… “Paddy…fermo…non ci provare…stai lì…Fermo Sirius!”
E in breve tempo si ritrovarono sul letto di Prongs, il licantropo schiacciato sotto il peso del giovane Black.
“Sirius!” esclamò in tono arrabbiato Remus che mal si accompagnava col sorriso divertito stampato in volto “smettila subito!”
Cercò di sfuggire alla presa dell’amico, ma questi lo inchiodò per i polsi contro le rosse lenzuola.
“Non ci penso neanche!” sorrise, tentando di tenerlo fermo “cambiare il pupo non mi è piaciuto e dato che sei stato tu a farmi questa ingiustizia meriti una punizione!”
Parole pericolose, Sirius…Specialmente ad un bel ragazzo orgoglioso con la forza di un lupo dentro il corpo. Senza neanche il tempo di capire come, Padfoot si ritrovò catapultato sul letto, con un trionfante Moony sopra di lui.
“Veramente, dato che il pacco puzzolente l’ho dovuto reggere io per maggior tempo rispetto a te, credo proprio che sia tu ad aver bisogno di una…”
Viso pericolosamente vicino all’altro…
“…punizione…”
Stupore si stampò nelle grandi iridi azzurre dietro le lenti del cercatore dei Gryffindor. Poi, assumendo un falso atteggiamento deluso, incrociò le braccia al petto scotendo lievemente la testa.
“No, no, proprio non va bene…Capisco che abbiate bisogno di sfogare i vostri impulsi, ma potreste farlo in un altro momento e in un altro luogo, misericordia! Davanti a lui…” e con un gesto teatrale indicò il bimbo che stava osservando i due giovani stesi sul letto con sguardo confuso “…che esempio date al nostro giovane bambino? Non mi stupirei se da grande abbracciasse la –carriera- di maniaco…”
Remus si staccò immediatamente da Sirius, rossissimo in faccia come il compagno dai lunghi capelli corvini, anche se quest’ultimo avrebbe voluto fulminare il suo migliore amico con lo sguardo
“Guarda che per diventare maniaco basterebbe che seguisse le tue orme, signor guardone di bagni femminili!” ringhiò furente mentre Moony ritornava a badare al piccolo “Noi stavamo solo scherzando…” mormorò, sentendosi avvampare ulteriormente.
“Davvero?” gli sussurrò ad un orecchio il giovane Potter in modo da poter essere udito solo da lui “e io che pensavo che ti fossi finalmente deciso a dichiararti! Certo, sarebbe stata un po’ maniaca come dichiarazione, ma sempre meglio di niente…”
“Crepa, James!” sbottò il moro lanciandogli un’occhiata torva. Poi, ritrovando un tono di voce normale, riprese con più calma e ad alta voce “Remus e io stavamo cercando di capire come cavolo si mettono questi stramaledetti pannolini!” esclamò, gettandone uno in faccia all’amico.
“Già…” mormorò pensieroso Lupin lasciando che il piccolo giocherellasse con il suo indice sinistro “non siamo ancora arrivati ad una soluzione…”
“E dovremmo trovarla in fretta” esclamò, affiancandosi all’amico dagli occhi ambrati e osservando il pargoletto “se non ci sbrighiamo rischia di prendere freddo…”
“Ragazzi…”
I due Marauders si voltarono in direzione del terzo, che li fissava con un’espressione che era un misto tra la compassione e desolazione "...non avete visto le figure animate sul retro che vi spiegano come fare?”
Un vento gelido passò sopra le teste dei due inetti…

“Roba da matti…” mormorò ancora James osservando l’operato dei due amici, che finalmente riuscirono a –impacchettare- il bimbo.
“Meta!” esclamò Sirius gettandosi esausto sul letto di Prongs “finalmente…”
“Sei contento, piccolino?” gli sussurrò dolcemente Remus cullandolo dolcemente, mentre il bimbo lo ricambiava con un tenero sorriso.
“Certo che è contento!” saltò su Black come se avesse tutt’ad un tratto recuperato le energie “Non è vero, piccolino?” e, poggiandosi intenzionalmente ad una spalla del licantropo, cominciò a solleticare il mento del soggetto in questione che, spinto da chissà quale causa…
“AUGH!” strillò il moro allontanandosi di scatto e reggendosi dolorante il dito “mi ha morso!”
“Beh, è logico…Deve avere una fame da lupo…” scherzò James strizzando l’occhio a Moony “E mi ha fatto ricordare perché ero venuto di qua: venite, la pappa è pronta…”


Continua…

  
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