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Autore: itsniall    30/09/2012    0 recensioni
Debora non aveva mai creduto nell'amore. Solo una persona era riuscita a convincerla del contrario. Ma quella persona, in realtà, si è rivelata soltanto falsa.
E adesso? Cosa sarebbe successo se non gli avesse creduto? Ora, forse, non starebbe così male.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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Secondo.


Dopo un po' si staccò. Aprì lentamente gli occhi e mi guardò di nuovo. Ancora mi tremavano le gambe e mi sembrava di prendere fuoco. Ero sbalordita, non era potuto succedere davvero.
«Debora..»
«Di-dimmi.» balbettai.
Mentra parlava, non ce la facevo ad ascoltarlo. Le immagini di quel bacio mi passavano davanti agli occhi come flashback ed erano incredibili le emozioni che mi facevano provare.
Ancora non lo avevo dimenticato, ma non avrei mai avuto la forza di perdonarlo.
I miei pensieri furono bruscamente fermati da delle parole che non avrei mai voluto sentire.
«Debora, mi dispiace. Sono un coglione, perdonami. Ti scongiuro, torniamo insieme. Mi manchi.»
No, aspe', cosa?
«Ho capito bene? 'Ti scongiuro'? 'Mi machi'? 'Sono un coglione, scusa'?»
«Si..»

«Non posso Giulio. Tu non hai la mininma idea di come mi hai fatta stare in questo anno. Tu non hai idea di quanto ho pianto, quanto mi sono sentita sola, abbandonata. Tu non hai idea di quanto mi siano mancati i tuoi abbracci e i tuoi baci. E ora che finalmente l'ho superato, non mi puoi chiedere di fare finta che non sia successo nulla.»

«Quindi, io non ho più possibilità con te?»
«Dopo tutto quello che mi hai fatto? No, mi dispiace.»

I suoi occhi, da speranzosi, divennero improvvisamente malinconici, lucidi e rossi.
Abbassò di scatto la testa, appena si rese conto che stava per finire in lacrime.

«Giu..»
«Debora, lasciami stare. Non posso che dirti che mi dispiace. Mi mancherai, parecchio.»
Strinse la mascella e cominciò a piangere. In silenzio.
Io allungai una mano per provare a consolare, ma la figura di Giulio mi si dileguò davanti, come fosse fatto di fumo. 
Io rimasi lì, come un'idiota, con il braccio teso e gli occhi spalancati.


«Tesoro, dai che è pronto. Sennò si fredda.» mi sussurrò mia mamma, poi se ne andò giù in cucina.
Ritornai alla realtà e compresi che tutto ciò che era successo era solo un sogno. Purtroppo.
Cazzo, lo avevo visto piangere e supplicare perdono. Quanto avrei voluto che fosse vero. Avrei goduto come pochi. 
Però era tutto finto e non ci potevo fare niente.
Mi misi a pancia in sù per due minuti e ripensai a quel sogno. Però mi sarebbe piaciuto baciarlo per l'ultima volta..

«Debora! Se non ti muovi m'incazzo.» mi urlò mio padre.
Io mi fiondai in cucina e mi misi subito a mangiare.
«Tesoro, oggi non c'è palestra. Ha chiamato poco fa il Pasquini (il proprietario della palestra, che oltretutto i miei conoscevano bene per via di mio fratello che frequentò la stessa palestra) e ha detto che  per oggi gli allenamenti sono sospesi. Però ha detto anche che recupererete durante le vacanze di Natale.»
«Eh sì, certo. Che palle oh.»

Era novembre e faceva un freddo cane. Avevo 20 pagine da studiare (ssseee, forse anche di più. che merda.) però io uscii uguale e andai a fare una passeggiata al parco.
Pensai a quel sogno, pensai a quel finto bacio a quelle finte scuse. Tutto ciò che riguardava lui era sempre finto.
Verso le 17:30 mia mamma mi chiamò tutta incazzata perché dovevo studiare. Tornai di corsa a casa e stetti sui libri fino alle 21:30, poi cenai e alle 22, come da programma, mi chiamò El.

«Deeeb! Mia madre mi ci manda!»
«'Ndo?» sia benedetta la mia finezza.
«A Londra, cogliona.»
«Va sta zoccola. Comunque, a me, che me ne dovrebbe importare?»
«I tuoi non ti ci mandano?»
«Ehm..non lo so. Ma il punto è che non ci voglio venire io.»
«Sei una bastarda! Te ci vieni. Alò*! Ci sono io, ci si diverte!»
«Va beh, El, ci penserò. Ora devo andare a letto che sono stanchissima. Ci vediamo domani. Ciao, notte stronza.»
«Notte cogliona.»
Era, ed è, normale. Ci offendiamo anche adesso ogni due parole che pronunciamo. E' il nostro modo per dirci che ci vogliamo bene.
Comunque sia, andai a letto verso le 22:40.
La mattina dopo mi trovai con 4 messaggi.
Da Mattia.
E da Giulio.
Sì, quel Giulio.


*E' un'espressione aretina. E' come dire: 'dai', 'forza', roba simile.


Ehilà gente! Come state? :)
Spero vi sia piaciuto il capitolo!
Stasera proverò a mettere anche il prossimo, promesso!
Alla prossima bellezze. :)

  
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