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Autore: Sunny    14/06/2004    45 recensioni
Quando pensiamo di non essere più capaci di fare niente, quando la speranza ci sta sparendo fra le mani, quando la felicità sembra lontana un miglio... quello è il momento di ricordarci di quanto ci è rimasto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per l’ispirazione si ringrazia quel sant’uomo di Alfonso Cuaròn (alias mio marito^^) … ^_-

Per l’ispirazione si ringrazia quel sant’uomo di Alfonso Cuaròn (alias mio marito  ^^) … ^_-

Dedicata a Giuggy, che mi allieta sempre le giornate con le sue fanny uniche al mondo, e io non saprò mai ringraziarla abbastanza…però ci provo! ^_- E dedicata anche a Kim, che oltre a essere una grande autrice è anche un’amica dolcissima… vi voglio un mondo di bene! ^________^

 

 

 

SOMEDAY

 

 

 

 

Someday when I'm awfully low
When the world is cold
I will feel a glow just thinking of you
And the way you look tonight.
Oh, but you're lovely with your smile so warm
And your cheek so soft
There is nothing for me but to love you
Just the way you look tonight

                                                           The Way You Look Tonight, Tony Bennett

 

 

***************

 

 

Ron tirò su il manico della scopa per rallentare la sua discesa sfrenata, e curvò a mezzaria a poca distanza da un grosso ramo d’albero. Si fermò per riprendere fiato… era in volo da quasi un’ora, e non aveva fatto altro che schizzare da una parte all’altra dello spazio aereo di Hogwarts. Da lassù riusciva quasi a vedere i comignoli fumanti delle case di Hogsmeade, dove tutti i suoi amici e compagni stavano passando un weekend all’insegna della protezione più assoluta. Avrebbero dovuto andarci anche loro…

 

Asciugandosi con una manica la patina di sudore che gli ricopriva la fronte, Ron sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Una volta, quando era più piccolo, volare di nascosto era la soluzione a tutti i suoi problemi… senza gli occhi indiscreti di nessuno lui riusciva a dare il meglio di sé, andava velocissimo e si sentiva bene… perché questo non funzionava più proprio ora che ne aveva bisogno?

 

Forse per lo stesso motivo per cui parlare con Harry era diventato così difficile. Forse per lo stesso motivo per cui, dopo il suo ennesimo tentativo di offrirgli una spalla, si era sentito urlare addosso che non ne capiva niente della verità delle cose… per lo stesso motivo per cui si sentiva il migliore amico più inutile della terra. E stavolta una semplice svolazzata non gli poteva risolvere il resto di niente. Tanto valeva scendere di nuovo a terra.

 

Ron atterrò piuttosto bruscamente, e smontò dalla scopa prima di cadere, barcollando per qualche passo. Sbuffando con se stesso per la sua inettitudine, prese in mano la scopa e si voltò per dirigersi verso il portone di Hogwarts… quando uno strano piccolo rumore attirò la sua attenzione. Si voltò lentamente, cercando di individuare la fonte e soprattutto la natura del rumore… sembravano singhiozzi. Non erano forti, anzi, quasi soffocati… ma si sentivano bene. Ron si allontanò di qualche metro dalle mura di Hogwarts e si diresse verso il lago…

 

Hermione.

 

Avrebbe dovuto sapere che era lei.

 

Ron sospirò enormemente e rimase in silenzio a guardarla; era seduta in riva al lago con le ginocchia strette al petto e singhiozzava piano, asciugandosi ogni tanto gli occhi con un fazzoletto che stringeva forte nella mano. Forse aveva bisogno di restare da sola a sfogarsi un po’… o forse aveva bisogno di un amico. Grandioso, l’ideale… Queste erano situazioni in cui Harry forse sarebbe stato utile… Ginny, magari. Ma non lui… lui non era un buon amico, nonostante i suoi continui sforzi si rendeva conto di non esserne capace.

 

Però…

 

Quando era piccolo e piangeva una cosa sola lo faceva smettere… un abbraccio amorevole di sua madre, una pacca sulle spalle dei suoi fratelli… forse Hermione aveva bisogno della stessa cosa. Forse lui poteva fare almeno un tentativo… così avanzò fino a raggiungerla e le sedette accanto in silenzio, posando la scopa alla sua sinistra.

 

Hermione singultò piano e si asciugò il naso con la manica del maglione. “Che ci fai qui?” chiese a bassa voce, rauca per il pianto.

 

Ron scrollò le spalle, prendendo distrattamente fra le dita un filino d’erba. “Avevo voglia di prendere un po’ d’aria.”

 

Hermione annuì e rimase in silenzio per qualche secondo. “Pensavo… che alla fine te ne fossi andato con Seamus e Dean.”

 

“Nah… non ne avevo più voglia.”

 

“Già.”

 

“Si.”

 

Hermione tirò su col naso e per un attimo nascose il viso fra le mani. “Ron, che ci sta succedendo?” sussurrò. Lui la guardò. “Credevo che la nostra amicizia fosse più forte di così… possibile che Harry non voglia più il nostro aiuto?”

 

Ron fissò con una falsa attenzione il lago. “Forse non gli piace il modo in cui vogliamo aiutarlo… forse non è colpa sua, ma nostra.”

 

“Ma che altro dobbiamo fare?” Hermione sembrava più sconfitta che amareggiata. “Ci tiene a distanza… l’hai sentito che ci ha urlato dietro prima, no? E’ come se pensasse che non siamo più all’altezza.

 

Ron prese un piccolo sasso da terra e lo gettò nel laghetto, osservando il punto in cui era caduto. “Abbiamo provato a stragli vicino in tutti i modi possibili, giusto?” mormorò. “Beh, tanto vale… continuare a farlo. Forse non ci dobbiamo arrendere. Prima o poi lo capirà che noi ci siamo sempre per lui. Chi può dirlo, magari… magari ha bisogno di vederlo coi suoi occhi.”

 

“Non ha ancora superato la morte di Sirius, questa è la verità.”

 

“…probabilmente è cosi.” Ron tirò un altro sassolino e  poi si voltò a guardarla con una pallida imitazione di un sorriso sulla faccia. “Con tutti i libri che ci sono al mondo, potevano anche sprecarsi a fare un manuale del perfetto migliore amico, no?”

 

Hermione fece un piccolo sorriso malinconico. “Finora non ne abbiamo mai avuto bisogno.”

 

“Credi che gli passerà un giorno?” Ron la guardò timidamente. “Voglio dire… credi che Harry tornerà a fidarsi di noi e a raccontarci tutto?”

 

“Lo spero tanto.” Hermione sospirò e tirò su col naso. “Ma ho la sensazione che dovremo fare noi il primo passo. E anche se ti confesso che la cosa non mi attira per niente… io credo che lo dovremo affrontare, e forse finiremo anche col litigare per questo… però alla fine la cosa importante è riprenderci il nostro Harry.”

 

Ron annuì, tirando un grosso respiro a sua volta. “Possiamo… possiamo non farlo oggi? La litigata di prima è stata già abbastanza, no?”

 

“Si, sono d’accordo… neanche io sono dell’umore giusto.” Hermione si morse le labbra e lo guardò esitante. “Che stavi facendo prima?”

 

“Io? Ehm… volavo.” Ron si grattò la nuca, sentendosi improvvisamente un po’ in imbarazzo. “Sai com’è… in genere mi rilassa. In genere.”

 

“A me fanno lo stesso effetto i libri.” Disse tranquilla lei.

 

“Oh, andiamo.” Lui fece una smorfia. “Non puoi paragonare i libri al volo.”

 

Hermione inarcò un sopracciglio in quel solito modo che indicava burrasca in arrivo. “Ci risiamo con gli atteggiamenti infantili… Ronald Weasley, te l’ha mai detto nessuno che in questo mondo siamo tutti diversi e così pure i nostri gusti?”

 

“Non sto dicendo che i libri non ti devono piacere, dico solo che c’è una differenza enorme con la sensazione splendida che ti dà volare…leggere non ti dà la stessa adrenalina.”

 

“Non ne sono convinta.” Rispose scettica lei.

 

“Questo perché non hai mai volato.”

 

“No, non è vero.” Hermione si passò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. “Dove le metti tutte le lezioni al primo anno? E…”

 

“Le hai interrotte al secondo anno, prima ancora di Natale.” Ron la guardò con le labbra increspate in un’espressione divertita. “Quando hai rischiato di sfracellarti al suolo e Harry ti ha salvata all’ultimo secondo. Te lo ricordi?”

 

Hermione arrossì leggermente e nascose il viso fra le ginocchia. “Non è necessario entrare nei dettagli.” Borbottò.

 

Ron ridacchiò piano e si grattò il naso col dorso della mano. “Fifona.”

 

Hermione lo guardò inorridita. “Io non ho paura!”

 

“Provalo!” Ron assunse un’aria provocatoria e divertita. “Vieni a volare con me.”

 

Hermione aprì e chiuse la bocca più volte, non sapendo bene cosa dire. “…ah…io…”

 

“Si?” Ron fece un insopportabile sorrisetto e incrociò le braccia sul petto. “Tu cosa? Te la fai sotto?”

 

Hermione si accigliò. “Verrò a volare con te quando vorrai.” Disse tagliente.

 

“Perfetto.” Ron balzò in piedi, prendendo la sua scopa e porgendole la mano. “Andiamo.”

 

“Cosa?!” fece Hermione, spalancando gli occhi. “Adesso?!

 

“Si, proprio adesso.” Il sorriso di Ron divenne ancora più beffardo. “Cosa c’è, hai appena detto che non ci sono problemi…”

 

Hermione ingoiò con difficoltà e mise timidamente la mano nella sua, alzandosi in piedi a sua volta. Ron sorrise e inforcò la sua scopa, sistemandola per salirci sopra, quando la sentì mormorare qualcosa a bassa voce e le guardò con aria interrogativa. “Ho detto…” Hermione tirò un sospiro tremulo. “…va bene, hai vinto tu. Ho paura.”

 

Ron si fermò. Normalmente sentirle dire una cosa del genere gli avrebbe fatto provare un moto di orgoglio sconfinato… ma in fondo lui non la voleva portare a volare per farla terrorizzare, aveva davvero buone intenzioni… forse per una delle prime volte nella sua vita. “Di cadere?” le chiese piano, e lei annuì. “Non ti faccio cadere… puoi fidarti di me.”

 

Hermione gli fece un piccolo sorriso. “Io mi fido di te.”

 

Lui fece un sorrisetto soddisfatto e le fece cenno di sedersi alle sue spalle. “Monta su, allora. Ti farò vedere che non esiste niente di più emozionante di un volo fatto come si deve.”

 

“…ok.” Ancora leggermente titubante, Hermione salì sulla scopa e subito si strinse ai fianchi di Ron, inspirando come se volesse tirare una boccata d’aria prima di trattenere il respiro.

 

“Si parte.” Ron diede un colpetto coi piedi e la scopa si sollevò in aria di un paio di metri, e subito Hermione si strinse di più a lui. Ron arrossì leggermente nel sentirla tutta così…schiacciata contro di lui, ma non gli diede alcun fastidio, anzi…

 

“Ti prego, vai piano.” Mormorò lei, con la voce più stridula del solito.

 

“La vuoi smettere di preoccuparti?” Ron scosse leggermente la testa – più che altro per non stare troppo a pensare a quanto stavano stretti su quella scopa – e serrò bene fra le mani il suo manico. “Adesso facciamo sul serio!” urlò un istante prima di spronare la scopa.

 

Hermione strillò e nascose la faccia nella schiena di Ron quando la scopa schizzò in avanti e si proiettò in un volo affatto lento oltre l’ingresso del parco di Hogwarts. Ron rise nel sentirla così terrorizzata per così poco… proprio lei, una Grifondoro per eccellenza, che aveva superato ogni genere di prove e ostacoli si lasciava spaventare da un po’ di velocità. Per dirla tutta, non era affatto male sentirla aggrappata a lui come se fosse la sua unica possibilità di salvezza…

 

“Rallentaaaaaaaaa!!!!!!!!!” urlò lei.

 

“Non se ne parla nemmeno!” le urlò di rimando lui, voltandosi per un secondo e alzando la voce per farsi sentire. “E’ questo il bello!”

 

“Non è bello, è rischioso!!” strillò ancora lei.

 

“Hai detto che ti fidi di me!” urlò deciso lui. “Se ti fidi perché hai così tanta paura?!”

 

Hermione allentò appena un po’ la stretta attorno ai suoi fianchi e provò ad allontanare la faccia dalla sua schiena.

 

Ron sorrise fra sé e sé. “Coraggio, goditi questa sensazione di libertà!”

 

Ron fu fedele alla sua parola e non rallentò, ma dopo un po’ Hermione scoprì che la sensazione del vento sferzante in faccia non le dava così tanto fastidio… al contrario, cominciava a essere piacevole. Era quasi come se potesse spazzare via per un po’ i suoi pensieri… lontano dal suo cuore e dalla sua mente, seppure per un momento solamente… lui la sentì sempre più rilassata alle sue spalle, e quasi sogghignando spronò la scopa ancora un po’. Sorvolarono tutto il parco di Hogwarts due volte, quindi puntarono dritti allo stadio – dove Ron si prese la soddisfazione di volare basso sulle tribune urlando ‘Grifondoro Campione dell’Anno’ – e poi giù, in picchiata a fare lo slalom fra alberi che circondavano il lago.

 

“Giù la testa!” urlò Ron, un secondo prima di trovarsi faccia a faccia con un ramo più basso degli altri.

 

Hermione lanciò un piccolo strillino e gli obbedì, ma a ostacolo evitato si rimise subito su dritta. “E’ da pazzi, lo sai, vero?”

 

Ron rise, senza neanche pensarci a rallentare. “Si!” ancora una volta dovette urlare per farsi sentire. “Ma è proprio per questo che è fantastico!”

 

Hermione lanciò un altro strillino e si nascose di nuovo con la faccia nella schiena di Ron quando vide che stavano scendendo in picchiata dritti nel lago. Strinse forte gli occhi e mentalmente si preparò all’idea che avrebbero fatto un gran tuffo nel profondo lago blu… ma proprio quando mancava un centimetro alla superficie d’acqua, Ron tirò su con forza il manico e la scopa si rimise rapidamente in orizzontale.

 

“Whoohoo!!” Ron non fece sollevare neanche di un millimetro la scopa dall’acqua, tanto che dovettero alzare i piedi per non bagnarseli.

 

Hermione trovò il coraggio di alzare la testa e aprire gli occhi: … per quanto pericoloso potesse essere, era innegabile che era una sensazione unica. Il vento sferzava con forza contro il suo viso, scompigliandole i capelli, e l’acqua s’increspava sotto i loro piedi, facendo trasparire il loro riflesso schiarito dall’ultimo raggio del sole in tramonto, e tutto era così… limpido e distante dal resto del mondo… senza quasi rendersene conto, Hermione si sporse alla sua destra – tenendosi sempre saldamente a un fianco di Ron – e riuscì a toccare il lago con le dita.

 

Ron fece un largo sorriso sentendo i suoi strillini vispi e spronò ancora di più la sua scopa, facendo il giro del lago in lungo e in largo e ridendo quando lei gli schizzò la faccia con le dita bagnate. Quando ebbero sorvolato il lago abbastanza, Ron si rialzò a quota più alta e rallentò di parecchio, andando a una velocità che gli permetteva di voltare la faccia per parlare con lei senza rischiare di andare a sbattere da qualche parte.

 

“Allora?” le disse ad alta voce. “Sei ancora convinta che volare non sia il massimo?”

 

“E’ liberatorio!” ammise Hermione, scansandosi i capelli dalla faccia.

 

“Bene, visto che ora ti sei sciolta… che ne pensi di portarci tu?”

 

“Che?!?”

 

Ron ridacchiò e si diresse verso una grossa quercia. “Devi provarci tu adesso!”

 

“Sei pazzo?!” urlò Hermione. “Io non sono capace di volare, lo sai! Ci schianteremo dopo un secondo!”

 

“E piantala, io sono dietro di te!” Ron non volle sentire scuse, e quando fu abbastanza vicino a un ramo robusto della quercia si fermò a mezzaria. “Dai, metti i piedi sul ramo e dammi le mani…”

 

“No, Ron, per favore…” lo supplicò Hermione. “Dico sul serio, non mi piace!”

 

“Non ti piaceva neanche l’idea di volare, e invece poi ti è piaciuto.” Ron si voltò e le staccò le mani dai suoi fianchi. “Avanti, scendi con calma…metti giù prima un piede e poi l’altro…” lei rimase immobile, e lui si accigliò. “Che fine ha fatto la tua fiducia in me?”

 

Hermione sospirò e si morse le labbra…e dopo un ultimo attimo di esitazione mise entrambe le mani nelle sue e scavalcò lentamente la scopa, restando seduta all’amazzone. Strinse forte le mani di lui nelle sue, quindi provò ad allungare un piede fino ad appoggiarlo con molta cautela sul ramo.

 

“Bene, e adesso l’altro.” La incitò lui, tenendola saldamente.

 

“Ma non facevamo prima a scendere a terra?” brontolò Hermione, mentre metteva giù anche l’altro piede, senza nemmeno pensarci a lasciare le mani del suo amico.

 

“Mi saresti scappata facilmente coi piedi a terra.” Ron ridacchiò, quindi riuscì a liberarsi una mano – nonostante le proteste – e impugnare la scopa per scendere di qualche centimetro e renderle più facile la risalita. Quindi si fece un po’ indietro. “Monta su.”

 

Hermione si strinse forte alle sue mani e provò ad allungare una gamba. Ron le facilitò il compito tirandola all’improvviso in avanti, e lei lanciò uno strillino ma si ritrovò seduta a cavalcioni sulla scopa proprio come doveva stare. Ma naturalmente…

 

“Ronald Weasley!!”

 

Ron rise forte. “Che fifona…”

 

Hermione s’incupì. “E’ la seconda volta che mi dai della fifona oggi.”

 

“E che vuoi fare, farmi cambiare idea a suon di ceffoni?” disse lui, ridendo.

 

Lei sorrise fra sé e sé e impugnò saldamente il manico di scopa…e senza alcun preavviso lo puntò verso il basso, facendo schizzare la scopa in avanti.

 

“Ehi, ehi!!” Ron si aggrappò ai suoi fianchi al volo. E un attimo dopo si rese conto che… stava tenendo fra le mani i fianchi della sua amica Hermione.

 

…per la barba di Merlino…

 

“Allora, chi è la fifona?!” Hermione si voltò completamente per guardarlo in faccia.

 

“Hermione, avanti!! Guarda avanti!!”

 

Lei subito si voltò e capì il motivo del terrore: davanti a loro c’era proprio l’unico albero che dovevano evitare…

 

“E’ il Platano Picchiatore!!” urlò Ron. “Evitalo, evitalo!!”

 

Hermione lanciò uno strillino e cercò di muovere il manico di scopa senza grossi risultati, e in quello stesso istante uno dei grossi rami del Platano si spinse in avanti con forza. Ron afferrò la scopa con entrambe le mani e sterzò bruscamente alla sua destra, evitando il ramo che sfiorò la loro coda, ma un attimo dopo dovette puntare rapidamente prima giù e poi su per scamparla ad altri due rami infuriati. Quando finalmente furono fuori dalla portata del Platano, Ron fermò la scopa a mezzaria e tirò un sospiro di sollievo.

 

“…oddio…” mormorò in un soffio Hermione. “…ti rendi conto che stavo per farci ammazzare?”

 

Ron non potè farne a meno: a dispetto del pericolo appena corso, della tristezza che non lo aveva abbandonato un attimo dall’inizio dell’anno scolastico e del buonsenso che al momento gli mancava abbastanza… scoppiò a ridere forte.

 

Hermione si voltò a guardarlo inorridita. “Ma…ridi?!”

 

Ron rise ancora di più, tenendosi lo stomaco. “…sei più pericolosa…con una scopa in mano… che con una bacchetta!” riuscì a buttare fuori tra le risate.

 

Hermione rimase a fissarlo a bocca aperta ancora per qualche secondo, quindi involontariamente sentì le labbra che si distendevano in un sorrisetto… che divenne un sorriso… che degenerò in una risata piena.

 

E passarono buoni due minuti lì fermi, a mezzaria sulla scopa, a ridere forte come non facevano da mesi.

 

Ron cercò di calmarsi e si rimise in posizione eretta, appoggiandole le mani sui fianchi. “…eh eh… ci vuoi riprovare?”

 

Hermione tornò seria, e sorrise leggermente. “Mi sa che è meglio se lasciamo perdere.”

 

“No, non è vero…”

 

“Ron, io non sono capace di volare, e te ne ho appena dato l’ennesima prova.

 

“Hai fatto solo una partenza un po’ più brusca.” Le disse rincuorante lui. “E poi sei tesa come una corda di violino, se non ti rilassi un po’ non ce la farai mai.”

 

Hermione chiuse gli occhi e inspirò profondamente, buttando fuori l’aria un momento dopo.

 

“Ecco.” Ron le prese le mani da dietro e gliele fece appoggiare sul manico. “Non la stritolare questa povera scopa, non ti ha fatto niente… rilassa le mani…così. Non ti fissare sulla teoria… dai retta al tuo istinto.”

 

Hermione fece un mezzo sorrisetto. “Cioè ti porto più in alto che posso e ti buttò giù nel lago?”

 

“Se si può evitare questa parte, grazie mille.” Ron le riportò le mani sui fianchi. “Dai, parti.”

 

Hermione annuì una volta e spinse leggermente in giù la scopa… stavolta fu una partenza più morbida, anche se un po’ lenta, ma almeno non si stava schiantando ancora contro niente. Dopo qualche minuto passato a prendere confidenza col manico, Hermione scoprì di voler andare un po’ più veloce… e quando aumentò la velocità – anche se in modo moderato – provò di nuovo la bella sensazione del vento in faccia. Sorridendo, spronò ancora un po’ la scopa fino a raggiungere una velocità decente.

 

“Perfetto, vedi?” fece fiero Ron, sorridendo largamente e continuando a tenersi ai suoi fianchi. “Non era poi così difficile.”

 

“Questo perché ci sei tu dietro di me!” fece Hermione ad alta voce. “Da sola non ce la farei mai.”

 

“Nah, io non sono così bravo a volare…Harry è quello giusto, non io.”

 

Hermione sentì una leggere punta di amarezza nel suo tono di voce, e gli lanciò un’occhiata di sbieco. “Ron, tu non vali meno di Harry… e non hai bisogno di cercare il confronto con lui o con i tuoi fratelli, tu sei te stesso ed è per questo che sei speciale.”

 

Ron scrollò le spalle. “Si, beh… Harry vola dieci volte meglio di me, ma non è che sono geloso, no, è solo che…”

 

“Con Harry non ci sarei venuta oggi.”

 

Ron si bloccò. “Come?”

 

Hermione continuò a  volare. “Non sarei venuta a volare con Harry… non mi rassicura per niente il modo in cui vola, è pericoloso e manca completamente di cautela e prudenza. Invece con te…” Hermione esitò, quindi voltò un po’ il viso arrossato. “… con te mi sento al sicuro, so che non mi farai cadere. E poi mi fai rilassare.”

 

Ron rimase in silenzio, ma le orecchie gli si arrossarono e un sorrisetto allegro comparve sulle sue labbra. “Prova ad andare più in alto, dai.” Le mormorò, leggermente impacciato.

 

Hermione annuì e tirò verso di sé la scopa, puntando alle guglie delle torri di Hogwarts. Ron l’aiutò ad evitare la cima appuntita di una torre, quindi si librarono ancora più in alto, da dove si poteva vedere tutto il castello di Hogwarts col parco e lo stadio. Hermione sorrise e socchiuse gli occhi per sentire il vento in faccia, e rallentò leggermente la sua andatura.

 

“Siamo altissimi!” squittì.

 

Ron annuì. “Guarda quanto sembra lontana Hogwarts!”

 

Hermione sospirò pesantemente. “Magari fossero così lontani anche i nostri problemi… e la guerra…”

 

“Un giorno sarà così.” Il tono di Ron era speranzoso. “Un giorno la guerra sarà solo un brutto ricordo… prima o poi arriverà quel giorno, mio padre lo dice sempre.”

 

Hermione si morse le labbra e strinse forte le mani sulla scopa. Il solo pensiero di poter smettere di vivere ogni giorno nell’angoscia e nella paura, di poter cominciare a vivere, le faceva sentire il cuore gonfio di emozioni… e senza preavviso si appoggiò alle sue spalle a Ron, che istintivamente divenne tutto rosso. “Dillo di nuovo, Ron.”

 

“Ehm…c-cosa?”

 

“Che la guerra finirà un giorno.” Hermione fece un sorriso stanco. “Che avremo tutti una vita normale, che tutto cambierà, che Harry troverà la sua pace… dillo ancora che arriverà quel giorno, ti prego…”

 

“Certo… certo che quel giorno arriverà. La vita è ingiusta, ma non fino a questo punto.

 

Erano solo le speranze di un ragazzo sedicenne, e questo Hermione lo sapeva, ma lui sembrava così sicuro, così tranquillo e fiducioso, che quel peso che si sentiva sul cuore da mesi sembrò farsi più leggero per un momento. Ron aveva moltissimi difetti… ma conservava un ottimismo che a volte poteva sembrare fuori luogo, ma che nella realtà bilanciava perfettamente la tristezza che quei tempi avevano portato in quantità a tutti. C’era un gran bisogno di gente come lui in un momento simile.

 

 

 

Il sole era già tramontato da un pezzo quando ritornarono a terra, ed erano visibili le prime stelle nel cielo ormai quasi scuro. Ron si occupò di far atterrare la scopa, quindi smontò per primo e offrì una mano a Hermione per aiutarla.

 

“Beh, allora?” Ron s’incamminò con la sua scopa in mano, al fianco della sua amica. “Pensi ancora che leggere sia meglio di volare?”

 

Hermione fece un sorrisetto e si scansò i capelli dalla faccia. “Un buon volo equivale a un buon libro.”

 

Ron alzò gli occhi al cielo. “Ma per favore…” brontolò, trascinandosi la scopa dietro.

 

Hermione ridacchiò, e continuarono a parlare del più e del meno finchè non arrivarono davanti al portone di Hogwarts, dove si fermarono. “Si ritorna alla nostra vecchia vita coi piedi per terra…”

 

Ron fece una smorfia. “Mmh…”

 

“Però…” Hermione fece un piccolo sorriso e lo guardò. “Dobbiamo solo tenere duro e aspettare quel giorno… quando arriverà la pace per tutti.”

 

Ron annuì e sorrise a sua volta. “Già.”

 

Hermione si guardò un attimo i piedi. “E… quel giorno avremo un po’ di tempo per… pensare a noi stessi, vero?”

 

Ron si grattò la nuca e guardò oltre. “Si… abbiamo i nostri casini personali ancora da sistemare, no?”

 

Hermione annuì. “Un giorno rimetteremo tutto apposto.”

 

Ron si ciondolò sui piedi, quindi fece un piccolo sorriso timido. “Speriamo che arrivi presto questo giorno, eh?”

 

“Si.” Hermione sorrise. “Grazie, Ron… ho passato un pomeriggio stupendo insieme a te.”

 

“Si?” Ron fece un sorrisetto. “Anch’io sono stato be…” ma non potè finire la frase, perché si ritrovò le braccia di Hermione attorno al collo e le sue labbra morbide contro la sua guancia.

 

Oddio.

 

Oddio.

 

Oddio.

 

“Grazie per essere mio amico.” Gli sussurrò timidamente lei, facendosi indietro. “Sei il migliore.”

 

Ron era del colore dei suoi capelli. Si tastò leggermente la guancia, poi vedendola sorridere si sforzò di tornare in sé e si schiarì la voce. “Si, uhm… gra-grazie, anche…cioè…”

 

“Si, si, ho capito.” Hermione si voltò e spinse una delle grosse porta della scuola, sorridendo mentre spalancava il portone.

 

“Hermione?”

 

“Si?”

 

Ron fece un piccolo sorriso e si grattò il naso. “Sono stato benissimo anch’io oggi.”

 

Hermione avvertì il proprio cuore mancare un battito nel sentirlo ammettere una cosa simile, e si limitò a sorridergli e riprendere a camminare al suo fianco verso la porta centrale del castello. Ne avevano di problemi nella loro vita… ma avevano anche tanto coraggio per fronteggiarli. E sapevano di avere sempre una spalla a disposizione nei momenti di difficoltà. Per tutto il resto, tutto il resto… ci sarebbe stato tempo, dopo. O magari un po’ prima. La loro fetta di felicità era solo in attesa di essere ricevuta, questo era sicuro… e forse l’ottimismo di Ron era proprio ciò di cui avevano bisogno…perché sarebbe arrivato anche il loro momento.

 

Un giorno.

 

 

 

*** The End ***

 

 

A me gli occhi! Cliccate qui…

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